Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Chrystal_93    23/09/2015    3 recensioni
Avrei potuto anche intitolarlo "Le avventure da genitori di Belle e Rumple tra pannolini, urla e sorrisi", tanto per rendere meglio l'idea sul contento di questa raccolta.
_________________________
#12 cap: “Hai visto quanto muschio, Rose?” chiese Belle. [...] “E pensa che ogni albero col muschio può essere la dimora di un tipo molto speciale di fate.” Rose girò di scatto la testa per guardare il padre.[...] "Quando passano gli umani, si nascondono. Vengono fuori soltanto se una bella e buona fanciulla, in particolar modo amante degli animali, sta vagando per la foresta. Se il suo cuore è puro, la proteggeranno da ogni male. [...] Si dice che tessano sul fuso e sull'arcolaio. E inoltre hanno il potere di trasformare le foglie in oro.” “In oro?!” esclamò la figlia.” “Sì. È per questo che, in autunno, le chiome di alcuni alberi risplendono nelle ore del tramonto.”
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Vita da genitori

 
"Le carezze, le espressioni d'amore, sono necessarie alla vita affettiva come le foglie alla vita di un albero. Se sono interamente trattenuti l'amore morirà alle radici."
Nathaniel Hawthorne


 
Le fate del muschio
 

Le note del carillon, nonostante la porta semichiusa della cameretta, si riversarono sulle scale fino a giungere in salotto.

“Si è addormentata quasi subito. La giornata al parco deve averla stancata.” disse Gold, raggiungendo la moglie raggomitolata sul divano.

Belle alzò gli occhi da un libro poggiato sulle ginocchia e gli sorrise.

“Cosa stai facendo?” chiese lui, sedendole accanto, abbastanza vicino per sbirciare tra le pagine che stavano catturando l'attenzione della donna.

“Ci sono decine di foglie di cui non sapevo l'esistenza. Alcune sono molto belle e sono sicura che alberi del genere siano da qualche parte qui a Storybrook.”

Gold alzò gli occhi al cielo. La moglie sembrava presa nel progetto scolastico più della figlia.

“Belle, sono solo foglie; non dovresti darti tutto questo daffare. E poi pensavo che questo pomeriggio al parco fosse stato fruttuoso.”

Belle si morse il labbro e Gold capì che la testardaggine della moglie si stava ripresentando.

“Va bene. Che foglie ti interessano?” chiese lui, avvicinandosi di più e posandole un braccio sulle spalle.

“Queste qui.” Ne indicò un paio ramificate e dalla forma particolare. “Sembrano di acero ma non lo sono. E inoltre d'autunno presentano un tono più chiaro sulle venature. Arricchirebbero sicuramente il progetto.”

Gold corrugò la fronte. “Forse so dove possiamo trovarle.”

“Dici sul serio?” Belle si illuminò. Non ci sperava per niente, avevano girato in lungo e in largo il parco e, per quanto questo fosse ben fornito di alberi e di foglie cadute (in fin dei conti era autunno), aveva sentito che mancava qualcosa.

“Certo, ma non sono al parco. Dovremo andare nella foresta ai margini della città. Forse lì potremmo trovare ciò che cerchi.”

Belle richiuse il libro di scatto, con gli occhi che le brillavano e un sorriso pronto ad allargarsi sempre di più sulle labbra.

“Che ne dici di domani pomeriggio? Potresti chiudere un po' prima.”

Gold gonfiò il petto, sorridendo leggermente. “Io sì, ma non so se il languore culturale degli abitanti di Storybrooke si possa trattenere.”

Belle alzò gli occhi al cielo. “Sei sempre il solito.” Si accoccolò a livello del petto e, alzando la faccia sull'incavo del collo del marito, lo baciò dolcemente poco sotto il mento.

 

 

“Rose, non allontanarti! Non correre!” strillò Gold, mentre inseguiva la figlia, saltellando per evitare che le robuste radici degli alberi che spuntavano dal terreno lo facessero cadere.

Belle, che stava finendo di sistemare le cinture del seggiolino della figlia, sorrise ripensando al marito che era venuta a prenderla in biblioteca portandole alcune foglie al posto di un mazzo di fiori, come “anteprima”, come lui stesso aveva detto.

Chiusa l'automobile e riacciuffata la bambina, i tre si inoltrarono tra i fitti e alti alberi.

“Hai visto quanto muschio, Rose?” chiese Belle.

La piccola, che era in braccia al padre con una mano attaccata ai suoi capelli e l'altra in bocca, annuì tutta contenta.

“E pensa che ogni albero col muschio può essere la dimora di un tipo molto speciale di fate.”

Rose girò di scatto la testa per guardare il padre.

“Fate?” mugugnò, col pugnetto ancora in bocca.

“Proprio così.” asserì lui, scuotendo la testa su e giù.

“E dove sono?”

“Oh” disse, arricciando le labbra a forma di cerchio. “Quando passano gli umani, si nascondono. Vengono fuori soltanto se una bella e buona fanciulla, in particolar modo amante degli animali, sta vagando per la foresta. Se il suo cuore è puro, la proteggeranno da ogni male.”
“E quando ci sono solo umani, dove si nascondono?” chiese Rose, guardandosi intorno.

“Hanno delle casette nascoste fatte di muschio.”
“E che fanno, papà?”

Gold sorrise. “Si dice che tessano sul fuso e sull'arcolaio.”
“Come te?”
“Sì, come me. E inoltre hanno il potere di trasformare le foglie in oro.”
“In oro?!” esclamò la figlia. Anche Belle a quel punto era sia catturata che sorpresa dalle parole del marito.

“Sì. È per questo che, in autunno, le chiome di alcuni alberi risplendono nelle ore del tramonto.”

Rose aprì la bocca e pigolò di gioia. Batté le mani e si dimenò talmente tanto che Gold fu costretto a farla scendere.

“Andiamo a prendere le foglie dorate delle fate!” esclamò la piccola, saltellano intorno e osservando prima il terreno poi i rami degli alberi per scorgere quel tesoro magico.

Passò più di mezz'ora e, sebbene nessuno avesse ancora trovato una foglia d'oro, erano riusciti a trovare quella che Belle stava cercando per il progetto della figlia.

“Come facevi a sapere che qui c'erano questi alberi?” chiese, chinandosi per raccogliere il cestino di vimini ormai stracolmo di foglie.

“Sono venuto spesso qui. Soprattutto da quando Emma Swan è venuta in città.”

“Affari?”

“Anche, ma non del tutto.” disse l'uomo, avvicinandosi alla moglie e riponendo nel cestino alcune foglie. Belle abbassò un po' le palpebre e schiuse le labbra con aria interrogativa e sospettosa.

“Il sole sta per tramontare. Dovremmo andare.” disse lui, per evitare l'argomento.

“Cosa mi stai nascondendo, Rumple?” chiese lei.

Gold si girò e, dallo sguardo della moglie e dalla curvatura delle sue labbra, capì che non se ne sarebbe potuto andare senza prima darle una spiegazione.

“Ci venivo qui qualche pomeriggio. Affari permettendo. Mi ricordava un posto, tutto qui.”
Si stava già girando quando Belle lo prese per mano.

“Un posto? Un posto particolare?”

“Speciale dovrei dire.”

“Avanti Rumple, puoi dirmi tutto. Abbiamo promesso di essere sinceri, no?” disse Belle, alzando un sopracciglio con fare indagatore.

“D'accordo.” sospirò lui, spostando lo sguardo sulla mano della moglie che stava stringendo nella sua.

“Mi ricordava quel posto dove mi hai abbracciato.”

Belle scosse lievemente la testa, confusa.

“Avevo appena risparmiato Robin Hood, facendoti credere in realtà che avevo sbagliato mira. Tu però avevi capito tutto e... il resto lo sai.”

Belle si sciolse in un sorriso radioso.

“Non pensavo che te lo ricordassi. Eri piuttosto rigido allora.”
Gold gonfiò leggermente il petto.
“Non dire di no, poco prima mi avevi anche mezza sotterrata.”

Gold abbassò lo sguardo e disse mogio: “Hai ragione.”

Fece per avanzare quando la moglie, che ancora lo teneva per mano, lo trattenne e lo fece avvicinare a sé.

“Però alla fine non l'hai colpito. Anzi, gli hai lasciato pure la bacchetta.” Si alzò di poco sulle punte e lo baciò delicatamente sulle labbra. “E mi ricordo anche di un certo sguardo languido e piacevolmente sorpreso da parte del Signore Oscuro....”

Gold sorrise e poggiò la fronte su quella della moglie. “Mi avevi in pugno sin da allora e io nemmeno me ne ero accorto.”
Belle sguainò un sorriso sornione e, richiamata la figlia, si incamminò mano nella mano col marito verso l'auto.

Finito di sistemare la piccola già addormentata sul seggiolino, prima di risalire in auto, la donna si fermò e chiese: “Quelle storie sulle fate del muschio... dove le hai sentite? O le hai inventate?”

Gold sorrise e disse soltanto: “Se le avessi inventate, come sarebbe possibile tutto ciò?”

Fece un cenno con la testa e Belle si voltò. I raggi del sole, ormai sempre più calante e prossimo al tramonto, avevano inondato la foresta riuscendo a penetrare le fitte chiome degli alti arbusti.

Alcune di esse rilucevano alla luce solare proprio come se fossero ricoperte d'oro.







Note dell'Autrice
Mi scuso del ritardo con cui posto questo capitolo. Non pensavo nemmeno che mi venisse l'ispirazione, per cui spero di non aver fatto un disastro.
La leggenda sulle fate del muschio esiste sul serio e mi è sembrata così calzante con le abilità di Gold da non poter non inserirla, tanto che alla fine, sebbene non fosse progettato, è diventata essa stessa il fulcro della storia.
Per quanto riguardo le foglie, mi scuso anche qui per la mia scarsa conoscenza botanica. Fatemela passare come una licenza lettereria. 
Passiamo al momento che mi piace di più. Un grosso grazie a padme83, katrine18, Euridice100 ed Elema per aver recensito il capitolo precedente. Pensavo che questi capitoli ormai stancassero, quindi mi ha fatto piacere sapere che li avete apprezzati.
E un grazie a tutti coloro che ricordano/seguono/preferiscono o semplicemente (ma non meno importante) leggono questa raccolta.
Buon inizio d'autunno!

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Chrystal_93