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Autore: Piumadoro    23/09/2015    1 recensioni
"I malandrini tornano ad Hogwarts per il terzo storico anno. Riusciranno a non raderla al suolo? Questo sarà un anno particolarmente movimentato. Tanti segreti verranno svelati...."
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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“Lasciateci soli.” Pretese Silente con gentilezza, Auror e professori uscirono in silenzio e il preside si ritrovò faccia a faccia con i due ragazzi e la ragazza, congiunse le dita sopra il tavolo e li osservò con i suoi occhi azzurri. Pareva potesse guardare loro dentro. “E’ piuttosto bizzarro, gli Auror sono ovunque e controllano ogni angolo della scuola ma voi ne trovate sempre uno nuovo in cui nascondervi, giusto? Di che si tratta questa volta?”
“C’è questa stanza, che compare solo quando uno ne ha necessità ed esprime un bisogno, al suo interno si trova tutto ciò che potrebbe essere utile a chi l’ha evocata. James cercava un Covo e un modo rapido di spostarsi ovunque così è comparsa con le sembianza di un salottino dalla mille porte che conducono ovunque ad Hogwarts, anche all’esterno del castello. Noi siamo usciti questa notte lasciando una porta nella nostra torre e a quanto pare Peter deve averci sentito e ha voluto seguirci, ma ne sono scomparsi altri quattro, temo e non sappiamo chi.” Raccontò Star con calma e lo sguardo fisso negli occhi di Silente.
“Perché altri quattro?” Chiese il preside con gentilezza.
“Perché chi sta portando via gli studenti vuole essere trovato. Con ‘E’ uno persona in meno. Poi c’è stata ‘LA’ e due persone scomparse e in più quel piccole e nero serpente in legno, e questa notte ‘CORTE’ e quella bambolina. Se ogni persona corrisponde ad una lettera devono esserne scomparse cinque, ma chi mai può essere stato con Peter? Di sicuro sono Grifondoro, probabilmente maschi, basterà l’appello e lo sapremo.” Rispose la ragazza. “Ma, professor Silente, lei sa chi è?”
“Non agisce mai due volte nello stesso luogo, quella stanza può rimanere un segreto ma vi prego di non usarla più per infrangere le regole, per favore, restate nei vostri dormitori, lasciate che se ne occupino gli Auror. Ora andate, domani sarà un triste giorno.” Cambiò argomento Albus.
“E perché?” Si lasciò sfuggire James anche se in cuor suo temeva la risposta.
“Perché quando spariscono cinque ragazzi in un colpo solo una scuola non può continuare per molto ad andare avanti.” Spiegò il preside con una certa gravità nella voce che quasi non gli apparteneva.
“Hogwarts non può chiudere, è la mia casa!” Esordì Sirius disperato. “E’ la nostra casa.”
“Finché ci saranno ancora genitori che permetteranno ai loro figli di rimanere qui e studiare non chiuderà.” Promise Silente. I tre ragazzi si sorrisero e uscirono alla svelta dall’ufficio tornando alla torre scortati dalla professoressa McGranitt.
 
……….
 
Il giorno dopo in tutte le Case si fece l’appello e in Grifondoro risultarono cinque ragazzi in meno. Questo triste annuncio arrivò svelto alle orecchie dei genitori e del ministero e già il mattino seguente ci fu un via vai di adulti, alcuni che riportavano a casa personalmente i propri figli e altri che, vestiti in toghe ufficiali, attendevano di essere ricevuti dal professor Silente. Gli studenti rimasti si potevano contare con l’aiuto di poche mani e nei corridoi si respirava aria di desolazione.
Mentre i Malandrini si apprestavano ad andare a lezione passarono accanto ad una stanza in disuso vicino all’atrio, la porta era solo accostata così con il cuore in gola le si avvicinarono per controllare. All’interno per fortuna vi erano solo due ragazzi che bisticciavano.
“Andiamo?” Suggerì Remus.
“Ma scherzi? La Evans e Mocciosus stanno litigando, non posso perdermelo!” Decretò James accostandosi ancora di più allo spazio tra le porta e lo stipite per sentire meglio.
“Questa è forse la tua ultima occasione di andartene, coglila!” Sibilò Severus.
“E perché, sentiamo?” Sbottò Lily.
“Perché è pericoloso e basta. Per tutti. Io parto oggi. Vieni con me, torniamo a casa. Potremmo studiare insieme al parco e rispettare comunque il programma così quando sarà tutto finito…”
“E se non finisse, Sev? O se la scuola chiudesse perché non c’è più nessuno? Ogni studente che se ne va mette Hogwarts sempre più vicina alla chiusura. Io resto. Ma se tu hai troppa paura di proteggere la tua casa vattene.”
“Io sto tornando a casa.” Concluse Severus girando sui tacchi. “Fai quello che vuoi, sacrifica pure la tua vita!” Urlò poi sbattendo la porta dietro di sé.
I Malandrini nascosti dietro ad una colonna sospirarono quando lo videro voltare l’angolo.
“Direi che ci sono ottime notizie.” Mormorò James incominciando a raccontare ai suoi amici ciò che aveva udito.
“Lily?” Star si affacciò con cautela alla stanza dove la rossa fissava fuori dalla finestra.
“Che vuoi?” Sbuffò questa irritata strofinandosi una guancia con la manica.
“Solo… è stato molto coraggioso, quello che hai detto, quello che vuoi fare. Vorrà dire che in dormitorio resteremo solo io te e Jane, non male, eh?” Tentò la mora.
Lily sospirò. “Si, esatto… ma hai origliato?!” Si agitò poi.
“Tecnicamente io no. Mio fratello si, e poi mi ha raccontato tutto.” Rispose Star, James e gli altri scelsero quel momento per entrare piano nell’aula.
“Potter!” Si irritò la rossa. “Sei disgustoso! Non si può avere nemmeno un po’ di privacy?”
“Ti ammiro.” Replicò semplicemente James.
“E perché? Anche voi siete qui.” Sbuffò Lily.
“Io qui ho i miei genitori, e conosco la maggior parte degli Auror. Se io o gli altri Malandrini fossimo nei guai loro ci salverebbero mettendoci come priorità.” Spiegò James.
“Come credi.” Sospirò la ragazza.
“Andiamo a lezione?” Chiese Remus con gentilezza.
Lily annuì e si incamminarono insieme arrivando in ritardo solo di un paio di minuti.
“Buon giorno!” Li salutò la professoressa McGranitt. “Stavo per fare l’appello, accomodatevi.”
 
………….
 
Qualche sera più tardi James e Star se ne stavano da soli in Sala Comune, tutti gli altri erano già saliti nei dormitori da un pezzo ma loro avevano deciso di rimanere svegli fino a tarda ora a guardare le vecchie foto.
“Sei un po’ triste quando vedi quelle con Dennis?” Chiese James all’improvviso.
“No… ed è per questo che mi sento triste, capisci? E’ che non provo quello che credevo avrei provato. Sono arrabbiata e infastidita ma sono tutti sentimenti che riguardano chi fa scomparire i ragazzi. Sono preoccupata. Ma più per Jordan e gli altri che per Dennis.” Star fissò lo sguardo negli occhi di suo fratello. “James, sono sbagliata?”
“No, ma forse ti sei lasciata trasportare dai sentimenti di quel ragazzo, forse lui non ti piaceva, ti stava simpatico come chiunque altro ma era la sua insistenza e tutto il resto a farti credere che lui potesse essere speciale. Credo sia normale, non sai ancora capire bene ciò che provi. E’ difficile, lo so, crescere senza qualcuno che ti dia un esempio dei vari sentimenti ma pensa a mamma e papà, a come si guardavano quel girono a natale, ricordi?” Cercò di spiegarle lui.
“Si, avevano una strana luce negli occhi, qualcosa di … caldo.”
“Esatto. Quello è il grande amore a cui devi aspirare. Ok? Non accettare niente che ti faccia sentire meno felice di così. Devi essere certa che per la persona che ami daresti la vita, devi avere il dubbio di chi salvare, me o lui? E sicuramente devi preferire la sua compagnia alla mia. Capisci?”
“Deve essere proprio grande questo amore, per superare quello fraterno.” Commentò Star.
“Non è detto che debba superarlo. Insomma, credo siano due cose diverse e basta.” Mugugnò James un po’ abbattuto.
Sua sorella rise e lo abbracciò. “Lo so, lo avevo capito questo, scherzavo…”
 
……………….
 
L’ombra  si mosse velocemente, come un serpente che striscia tra l’erba, completamente in simbiosi con la natura a lui circostante. Così fece anche lei, mimetizzandosi nell’ oscurità della notte a cui si sentiva così affine.  Sorrise quando si ritrovò di fronte al grande portone del palazzo di Hogwarts. Arretrò un po’, quel che bastava per una piccola rincorsa e poi saltò, e in un attimo era in cima alla torre. Si diede un po’ di tempo per assaporare quella visione, l’immensa vastità di quel luogo, lievemente illuminato dalla luna, che alta nel cielo assisteva inerme a quel massacro. Poi entrò.
 
……….
 
Star si svegliò di soprassalto. Qualcosa non andava; si guardò intorno nell’oscurità illuminata appena dal bagliore argenteo della luna e controllò le sue due compagne. Lily dormiva serena su un fianco, pareva che nonostante tutto almeno nei sogni potesse stare tranquilla, invece Jane dormiva a pancia in giù come al suo solito e il suo viso era contratto in una smorfia tristemente dolorosa. Doveva parlarle al più presto, le sarebbe piaciuto saperla aiutare come James, Sirius e anche Remus avevano aiutato lei.
Mancava un minuto alle undici, non era poi così tardi, aveva preso sonno da poco, come mai allora si era già svegliata? E in più così all’erta? Ecco, la lancetta si spostava. Erano le undici.
Il castello cominciò a tremare violentemente, ogni studente, professore o Auror si alzò di scatto cercando riparo dal terremoto. L’unici due che invece di cercare un punto dove stare al sicuro partirono di scatto in una corsa folle furono Sirius e James che raggiunsero il dormitorio di Star in pochi attimi.
“Idioti!” Urlò loro la ragazza da sotto il suo letto. I due la raggiunsero.
“Tutto bene?” Gridò James, in quel momento il castello smise di ondeggiare violentemente e presto tutto si fermò.
“Si.” Rispose Star alzandosi in piedi subito imitata da tutti nella stanza.
“Voi non potete stare qui.” Cominciò ad infuriarsi Lily.
“Ce ne andiamo subito. Controllavo solo mia sorella.” Replicò James pacato e gentile.
“Ero sveglia quando è successo, Jame. Una sensazione, una brutta sensazione, mi ha svegliato.” Raccontò la mora sovrappensiero.
“Non vorrai per caso dire che…” Cominciò Sirius sorpreso e preoccupato.
“Credo che abbia attaccato di nuovo.” Mormorò lei prima che il suo amico potesse concludere.
Senza dirsi niente i Malandrini corsero giù per le scale dove una folla si stava radunando in Sala Comune, afferrarono Remus e si precipitarono fuori dalla torre.
Gus li bloccò subito. “Ragazzi, non potete uscire in questo momento!”
“No, Gus, non capisci!” Gridò James.
“E’ già successo.” Spiegò Star stranamente calma.
L’Auror li guardò con preoccupazione e poi prese una decisione. “Avanti, scendiamo.”
Lo seguirono lungo i corridoi, evidentemente stava cercando di guidarli verso l’aula professori ma una volta che si furono avvicinati un poco notarono che tutti i professori e molti Auror erano già radunati fuori dalla stanza.
“Che succede?” Chiese Sirius.
“Non sono cose per te, Black.” Sbottò il professor Lumacorno alquanto preoccupato.
“E’ successo un’altra volta, vero?” Domandò conferma Remus.
“Come fate a saperlo?” Indagò la professoressa McGranitt uscendo in quel momento dalla sala professori insieme al professor Silente, lei reggeva una cartina che nella fioca luce delle torce era per lo più indecifrabile ma sicuramente rappresentava Parigi mentre nelle mani del preside luccicavano tre lettere, “DEI”.
 
 
…………
 
L’indomani ci fu un’incursione nel Ministero a Hogwarts, Silente non poté più scegliere gli Auror e non solo ma lo minacciarono intimandogli di abbandonare la scuola. Gli unici studenti che tenevano duro continuavano le lezioni che ormai si erano ridotte e tutta la giornata fu disturbata dagli indelicati investigatori scelti dal Ministro in persona, l’unica cosa che Silente riuscì ad ottenere fu di non vedere la scuola invasa dai Dissennatori.
Nel pomeriggio i Malandrini si chiusero nella biblioteca ormai deserta e cercarono qualcosa su Parigi e su qualche tipo di magia antica che si avvicinasse al voodoo.
“Oh, mio Cielo!” Mormorò Star sconvolta impallidendo dopo aver appena girato pagina di “Incantesimi Antichi – Secondo Volume”.
“Cosa c’è?” James le fu subito accanto spiando da sopra la spalla di lei notò un incantesimo molto antico in cui era d’obbligo l’utilizzo di una bambolina che a vedere dall’illustrazione accanto somigliava a quella che loro avevano ritrovato. Sospirò felice di avere almeno una pista e poi notò quello che aveva spaventato sua sorella; lungo il bordo sinistro della pagina in una scrittura antica molto bella ma in cui spesso diventava difficile distinguere bene le lettere anche se tra le parole vi era il giusto spazio, come se la mano che avesse  tracciato quelle parole fosse stata terribilmente in ritardo, c’era una scritta nera d’inchiostro, pareva un versetto, un piccolo spezzone di un racconto…
Gringoire: è una storia che ha per luogo
Parigi… nell’anno del Signore millequattrocentoottantadue
storia d’amore e di passione
e noi gli artisti senza nome
della scultura e della rima
la faremo rivivere
da oggi… all’avvenire…
 
“Che significa?” Chiese poi il ragazzo.
“Non lo so…” Rispose piano Star. “…ma mi sento male solo a guardare questa scritta.” La ragazza allontanò il libro di scatto. “Abbiamo un indizio.”
Sirius e Remus lessero a loro volta.
“Parigi, 1482.” Ripeté Remus.
“Potremmo cercare le più importanti dinastie magiche di Parigi nel 1482.” Suggerì Sirius.
“E perché credi che sia qualcuno che viene da una dinastia ad aver scritto quello?” Ribatté James.
“Era il 1482, tu credi che i non nobili sapessero scrivere o leggere, o avessero l’inchiostro per farlo?” Sbottò Sirius.
“Bene, Felpato, guidaci!” Decise Star.
Il ragazzo annuì con determinazione e un pizzico d’orgoglio.
Due ore dopo finalmente Remus incappò in quello che poteva essere il libro giusto. Sirius lo aprì sfogliandolo flebilmente. “Perfetto!” Esultò dopo qualche minuto alzando gli occhi sui suoi amici.
“Che dice?” Chiese immediatamente James.
“Dinastia Blakest.” Cominciò a riassumere Sirius scorrendo veloce la pagina con gli occhi. “Ha regnato fino all’anno 1536 finché non è crollata e un’altra ha preso il soppravvento, qui parla di fatti strani accaduti in quei giorni: sparizioni, terremoti, incendi e altre cose…”
“Più o meno quello che è successo qui.” Constatò Remus.
“Già, chi prende il potere?” Chiese Star pensierosa.
Prese, si dice prese.” La corresse Sirius, la ragazza lo fulminò con lo sguardo. “Comunque, un tipo di nome Agostine, ha creato l’esercito più potente mai esistito che ha sede nella Corte dei Miracoli.”
La Corte dei Miracoli?” Fece Remus sbalordito. “Da quanto ne so io di storia francese non esisteva una sola corte dei miracoli, ce ne erano molte ed erano chiamate così perché i vagabondi scomparivano nel nulla col calare della notte o qualcosa del genere.”
“Non credo che qui si parli della stessa Parigi che conosci, Remus. E’ qualcosa di molto più antico, come questi rapimenti, qualcosa che sta a sé, in un mondo diverso, vedi? Tutto questo è accaduto nel 1482, fosse la storia della vera Parigi tutta questa faccenda sarebbe passata alla storia, giusto?” Ipotizzò Star con una mano sul volto. James le circondò le spalle con un braccio.
“Comunque, si, hai ragione. Dovete sapere che come la storia magica di Londra è ben distante da quella Babbana così è anche in tutte le altre parti del mondo. Magari ci sono delle ripercussioni in uno o nell’altro mondo se i fatti che avvengono sono molto gravi ma di solito non ci si accorge quasi di nulla.” Chiarì Sirius con un sospiro.
“Cosa successe dopo?” Lo incitò Star.
“C’è stata una rivolta dell’esercito per liberarsi dal tiranno, Agostine, e poi a quanto c’è scritto Parigi è rimasta senza regnante in completa decadenza.”
“Tutto qui?” Fece James.
“Hem, si.” Sirius alzò le spalle.
“Sicuramente, c’è altro ma tu hai letto male, Remus prova a vedere tu.” Sbuffò James.
“Grazie, amico. Sono così felice di avere l’utilità di un…” Cominciò Sirius.
“Bradipo in decomposizione in piena estate.” Completò Star per lui.
“Deduco che se mi trattate così è perché mi amate.” Sbottò Sirius.
“In realtà…” Provò sarcastico James.
“Mi amate.” Lo interrupe Sirius. “Tutto qui.”
James e Star annuirono con accondiscendenza e poi tutti e quattro si misero a ridere.
 
……….
 
Quella notte nessuno dei Malandrini chiuse occhio, anche se durante la cena erano riusciti a distaccarsi dai cupi pensieri delle loro scoperte una volta nei loro letti ricominciarono a rimuginare su tutto ciò che avevano letto quel pomeriggio.
Poco prima delle undici Star si alzò di scatto dal letto e con un passo talmente leggero da far invidia ad un felino corse nel dormitorio maschile del terzo anno. “Ragazzi!” Esclamò abbastanza forte da svegliare i Malandrini. “E’ qui!”
James saltò giù dal letto sfoderando la bacchetta che teneva sotto il cuscino. “Qui dove? Chi?!” Gridò allarmato.
“Shhh!” Sbottò Star intimandogli il silenzio. “L’essere o la persona che rapisce gli studenti, è qui, lo sento.”
Remus guardò il suo orologio. “Sono le undici.” Proclamò.
Sirius si vestì in fretta subito imitato da James e Remus, i ragazzi prestarono degli abiti anche alla loro amica e presto scesero in velocità le scale del dormitorio indossando jeans e felpe scure con il cappuccio. Alcuni studenti si erano radunati davanti alle braci del camino, anche loro sentivano che qualcosa non andava. Lily corse incontro a Star.
“Che succede?” Chiese sconvolta, ma la mora abbassò lo sguardo con aria grave.
“Evans.” Cominciò James sorridendo. “Proteggi la scuola, fa in modo che non chiuda, qualunque cosa accada, sei la nostra unica speranza.”
“Cosa credete di fare voi?” Sbottò la rossa preoccupata.
“Andrà tutto bene, non faremo nulla di avventato.” Promise Remus ma Star lo vide incrociare le dita dietro al schiena.
“Ne siete sicuri?” Indagò ancora Lily scrutandoli uno ad uno.
“Ma certo!” James sorrise ancora di più. “Noi tutti vogliamo rivedere Hogwarts.” E detto quattro i quattro si dileguarono.
Uscirono dalla torre proprio quando l’Auror che faceva da guardia alla loro Sala Comune corse via in fretta come richiamato all’ordine per un emergenza.
“Lo sentite anche voi?” Domandò Remus annusando l’aria.
“Odore di bruciato.” Confermò Star con una strana scintilla negli occhi cobalto. “Qualcosa va a fuoco.”
Senza parlarsi i quattro si diressero correndo dalla stessa parte dell’Auror e poi seguirono l’odore di bruciato e il crepitio delle fiamme fino alla Sala Grande dove professori e Aurora stavano già collaborando per spegnere le fiamme divagate all’interno del loro bellissimo salone, il soffitto ero coperto da una nume di fumo nero e i loro tavoli, con le panche su cui si erano seduti così tante volte bruciavano in fretta, la loro amata Sala era irriconoscibile. Rimasero lì, senza ben sapere che fare, per qualche minuto, poi si riscossero e diedero una mano a domare l’incendio. Quando finalmente le fiamme si spensero Star fu la prima ad avanzare verso il centro della Sala ancora calda e fumante. Il professor Silente le tenne dietro e la osservò fermarsi davanti a delle lettere di metallo posizionate a terra accanto ad un ramo con delle foglie verde scuro e di forma ovale, bacche quasi nere e dei piccoli fiori a forma di calice viola scuro.
“Quello è un ramo di Belladonna, è una pianta con cui si può creare un potente veleno.” Constatò Silente.
“Miracoli.” Mormorò invece Star osservando le lettere. “E’ la Corte dei Miracoli.” La ragazza si voltò verso gli altri Malandrini e a passo spedito si avviò verso la Sala Comune di Grifondoro.
“Non sappiamo ancora se se il rapitore se n’è andato, lasciatevi accompagnare!” Esclamò la signora Potter.
“Mamma, è già molto lontano, e mancano otto persone, forse non solo studenti. Domani mattina si vedrà.” Dichiarò Star uscendo svelta dalla Sala Grande seguita dai suoi amici.
“Professor Silente, è sicuro lasciarli andare così?” Chiese sottovoce la professoressa McGranitt al preside il quale sospirò affranto. “Nulla è più sicuro ormai, Minerva, lasciamoli fare le loro scelte.”
 
…………
 
Star guidò i Malandrini fino al loro Covo.
“Vuoi uscire dalla scuola?” Le chiese Remus con apprensione.
“Voglio andare a Parigi, quella pianta è velenosa, c’è un serpente nero che somiglia moltissimo a quella miniatura di legno ed è il Mamba Nero, pure quello è velenoso a livello mortale. Poi la piantina di Parigi, tutti quegli indizi. E’ come se ci sfidasse, come se dicesse: sono una persona pericolosa ma so che mi verrete a cercare lo stesso, vi aspetto.” Rimuginò la ragazza camminando avanti e indietro in quella stanza. “Potete non venire.” Aggiunse poi estraendo il ciondolo con il sassolino dai suoi abiti. “Preferirei che non veniste, se avete ancora questo saprete se sto bene e io potrò avervi con voi.”
“Ma tu ci avrai con noi.” Ribatté James.
“Noi veniamo con te.” Dichiarò Sirius.
Remus annuì energicamente posandole una mano sulla spalla. Star sorrise commossa. “Ci avrei giurato.”
“Ora, come facciamo ad arrivare a Parigi?” Chiese James.
Sua sorella sospirò. “Semplice, sfruttiamo un bel po’ di magia.” Una porta apparve a loro e la attraversarono senza indugi ritrovandosi all’esterno del castello, corsero fino ai cancelli e con un semplice schiocco di dita Star li aprì spezzando ogni incantesimo di allarme, uscirono dalla proprietà della scuola e camminarono ancora fino ad arrivare il più vicino possibile ad Hogsmeade. Lì i Malandrini si misero in cerchio stringendosi le mani. Star chiuse gli occhi e respirò a fondo, una strana sensazione avvolse i quattro, non erano più al Villaggio Magico.
 
 
*****
So che rispetto ai miei standard è un capitolo piuttosto corto, ma ammettetelo, è piuttosto intenso. Eh? Eh? *Tira gomitate a lettori invisibili accanto a lei*
Ok, sappiate che ho già iniziato il prossimo capitolo, ma sta tutto su quante volte io e Bellador potremo vederci ora :D
Ciao ciao
  
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