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Autore: Sylvie91    23/09/2015    4 recensioni
-Perché il tuo libro ha il nome di Bilbo?-
-Non lo so, ti posso solo dire che il titolo non mi è nuovo… è come se l’avessi già letto, ma quando l’ho aperto ho scoperto che non vi è scritto nulla dentro-
Gandalf apre il libro con aria incuriosita, poi rialza lo sguardo verso di me e dice –C’è un capitolo-
-Cosa?-
- Si è scritto, c’è il racconto dell’incontro tra me e Bilbo, di te non c’è alcuna citazione al riguardo è come se non esistessi-
Gli prendo il libro dalle mani e comincio a sfogliarlo in maniera nervosa, leggendo a salti e in maniera incompleta; alla ricerca del mio nome, perché non è scritto? È come se non esistessi ed allora cosa sono in questo mondo?
... IN REVISIONE!!! MOLTI CAPITOLI CAMBIANO, ALTRI SONO RIVEDUTI E CORRETTI... vi auguro comunque una buona lettura se vi va! le recensioni vecchie non le ho cancellate ma saranno man mano spostate al capitolo corrispondente.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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-Va bene, ma non qui… dobbiamo trovare un posto “isolato”.- mi risponde lo stregone cominciando a farmi strada.
Cavalchiamo per una decina di minuti a passo lento, finché non ci fermiamo davanti ad una locanda… sono leggermente dubbiosa: non si doveva andare in un posto isolato? Siamo anche in un giorno di mercato.
-Gandalf, scusami ma qual è la tua concezione di  passare inosservati?-
-Entra.-
-Ma Gandalf sarà pieno oggi ….è giorno di mercato, e se qualcuno sentisse quel che ti ho da dire?-
-Si, è vero sarà pieno di ubriaconi, che faranno chiasso senza badarci minimamente.- mi sorride lo stregone contento di aver avuto l’ultima parola –E poi abbiamo l’occasione di mangiare qualche specialità hobbit! La birra è fantastica!-
- Ma sono le prime ore del pomeriggio, dico per bere-
Entriamo, il locale è ampio, in centro ci sono i locandieri affaccendati a preparare le pietanze o riempire i boccali, intorno ci sono diversi tavoli disposti in maniera sparsa; è luminoso grazie alle ampie finestre che illuminano il suo interno, oltre ai grandi lampadari che scendono nella sala.
Prendiamo un tavolino tranquillo che sembra essere il posto fisso di Gandalf, la cameriera infatti sembra conoscere le sue preferenze, non ci chiede neanche cosa vogliamo; ma poco dopo ricompare con due piatti di pane e formaggio fuso, un po’ di carne secca e due pinte di birra… che di pomeriggio non è che impazzisca.
-Allora dimmi tutto- inizia Gandalf.
-Quando mi sono trovata qui, nella Terra di Mezzo, mi sono svegliata in uno spiazzo a circa 2 ore di cammino da dove ci siamo incontrati o scontrati… come preferisci insomma! Quando mi alzai dallo spiazzo per ripararmi sotto un albero notai due cose…- mi fermo aspettando un cenno dallo stregone, il quale mi indica di continuare con la mano.
- In primo luogo gli abiti questi nel mio mondo non sono normali, anche se in questo caso sono intonati con l’ambiente e mi fanno passare inosservata; poi in secondo luogo vicino a dove giacevo c’era questa borsa di iuta-.
Prendo il mio piccolo bagaglio e lo svuoto davanti agli occhi di Gandalf, mettendo in ordine sul tavolo prima i fazzoletti, poi la penna ed infine il libro; gli occhi dello stregone puntano come era prevedibile il libro, credo che per il titolo.
-Perché il tuo libro ha il nome di Bilbo?-
-Non lo so, ti posso solo dire che il titolo non mi è nuovo… è come se l’avessi già letto, ma quando l’ho aperto ho scoperto che non vi è scritto nulla dentro-
-In che senso non ti è nuovo?-
-Nel senso che nel mio mondo questo libro è già stato scritto e letto… soltanto che a me, ora, viene bloccato l’accesso al suo ricordo: non so cosa succederà nel futuro più lontano e non so che c’entra Bilbo con me; per quanto riguarda invece il futuro più vicino ho come dei flash.-
Gandalf apre il libro con aria incuriosita, poi rialza lo sguardo verso di me e dice –C’è un capitolo-
-Cosa?-
- Sì è scritto, c’è il racconto dell’incontro tra me e Bilbo, di te non c’è alcuna citazione al riguardo è come se non esistessi-
Gli prendo il libro dalle mani e comincio a sfogliarlo in maniera nervosa, leggendo a salti e in maniera incompleta; alla ricerca del mio nome, perché non è scritto? È come se non esistessi ed allora cosa sono in questo mondo?
Guardo lo stregone, so di aver gli occhi leggermente gonfi dal nervoso e dall’angoscia, ma ho bisogno di risposte –Perché non ci sono nel libro? Cosa sono?-
-Mi dispiace non ho alcuna risposta, non so perché non compari; so però che in questo mondo sei una persona visibile e tangibile!-
Sospiro pesantemente… grazie, ma caro il mio Gandalf non mi aiuti così, nella mia testa non fanno altro che installarsi dubbi e domande; mi tiro indietro con gesto seccato i capelli che ormai mi ornano la fronte, tengo lo sguardo basso e non parlo.
Lo stregone come capendo che per il momento il discorso è chiuso si ributta sul pranzo, mangiando silenziosamente e controllandomi di sottocchio; afferro anch’io quella che è un specie di bruschetta col formaggio fuso e cerco di finirla anche se la voglia di mangiare è scesa sotto le scarpe dopo le ultime novità.
Agguanto la birra con rabbia e nervoso, anche se è pomeriggio non m’importa, ho bisogno qualcosa che mi tiri su… la finisco velocemente, solo dopo aver appoggiato il boccale sul tavolo noto lo sguardo di Gandalf su di me.
-Scusa, la mia poca educazione, ma quando sono nervosa dimentico le regole di come si deve stare a tavola.- dico sottovoce.
-Non è per questo; più che altro è che non volevi la birra, ma l’hai finita prima di me!- a questa affermazione le guance assumono un colorito molto simile al mio mantello rosso e abbasso lo sguardo timidamente e imbarazzata.
Cerco di darmi un contegno tossendo un po’ ed ora dopo aver smorzato l’atmosfera precedente riprendo il discorso di prima.
-Gandalf, riprendendo il discorso: cosa devo fare? Sono qui ormai e l’unica cosa che posso fare è trovare la strada di casa, ma questo libro sembra che mi spinga a rimanere affianco a Bilbo… come se solo vivendo la vostra missione posso sperare di completarlo.-
-Dovrai venire con noi: me, Bilbo ed gli altri compagni che incontrerai presto. Non so che magia sia questa, è la prima volta che la vedo, ma hai ragione credo che l’unico modo che hai per tornare a casa sia di finire il libro.-
-Sì, c’è un altro problema: quando capirò che il libro è veramente finito? Cioè potrebbe non finire mai… potrei rimanere incastrata qui.-
-Non buttarti giù, figliola mia, credo che il libro avrà una fine e credo anche di sapere quale…-
-Davvero e qual è?-
-Non vorrai mica che ti rovino il finale di un libro?-
-Solitamente direi di no… ma in questo caso farei un eccezione.-
-Nessuna eccezione, mi dispiace, come hai detto tu: dovrai vivere quest’avventura passo a passo… però prima devi promettermi due cose-
-Sarebbe?-
-Nessuno dei nostri futuri compagni dovrà sapere del tuo libro, nemmeno Bilbo anche se lui è il diretto interessato… inoltre devi tenere nascosto i tuoi flash: cerca di mascherarli con sesto senso o con ciò che vuoi… ma nessuno deve sapere che riesci a vedere il futuro.-
-Va bene lo prometto, ma non è che io riesca a vedere proprio il futuro; lo intuisco, sono dei ricordi che riemergono a sprazzi e in modo disordinato. Un esempio è quando ti ho visto sta mattina: sapevo chi eri, ma non riesco a collegarti con altro o quando Bilbo ci ha buongiornato… in quel momento ti ho anticipato la battuta vero?-
- Sì, è vero, ed in quel momento ho pensato che tu avessi dei poteri particolari; ma che devono rimanere nascosti anche se possono dimostrarsi utili nel nostro viaggio.-
-Utili?-
-Sì, pensa riuscire ad anticipare un pericolo per una manciata di secondi… darà un minimo di tempo per prepararci. A proposito di preparazione io adesso ho un impegno; tu dovrai comprare un paio di cose per te, quel bagaglio non è sufficiente per il viaggio che dobbiamo affrontare.-
- Buono, cosa devo prendere?-
- Beh una sacca abbastanza comoda da trasportare con un paio di ricambi dentro, poi se riesci cerca di trovare una spada o qualche arma che puoi usare non si sa mai… per il resto sei libera ci vediamo a casa di Bilbo sta sera dopo il tramonto del sole, se non ti ricordi dove abita c’è un segno runico sulla porta che ho fatto prima-
A quel punto si alza, mi passa un po’ di monete e se ne va pagando il pranzo prima di uscire, lasciandomi li da sola nella locanda, chissà quale impegno dovrà fare di così urgente; probabilmente dovrà contattare gli “altri“ di cui ha accennato prima.
Vado verso il mercato e faccio uno shopping veloce e pratico, non mi è mai piaciuto fare spese pazze… anzi credo di avere una forte allergia ai saldi, li considero alla pari di un girone dell’inferno dantesco: quasi come quello degli ignavi, ma invece di inseguire un insegna c’è un capo scontato.
Mi allontano da quella zona festosa ma anche un po’ chiassosa per dirigermi verso il campo di girasoli visto prima, tanto lo stregone ha detto che ho il resto del pomeriggio libero perché non godermi un po’ di giusto riposo tra i miei fiori favoriti.
Seguo il sentierino in groppa al mio cavallo… adesso che ci penso devo dare ancora un nome al mio destriero: Fulmine?… nah troppo palese, Furia? Sì, cavallo del west che beve solo caffè… Spirit?...cavallo selvaggio… dai un nome originale, pensa Anaïs pensa…
E mentre appunto mi stringevo le meningi: -Ehi tu, lassù stai attenta con il tuo cavallo, mi stavi per prendere in pieno!-
Distratta dall’esclamazione rivolgo lo sguardo verso il basso e vedo un nano, vestito prevalentemente di scuro, con i capelli lunghi e fluenti neri come la pece con lievi striature argentate, i suoi occhi azzurri e profondi mi fissano con arroganza e con aria di superiorità mal celata.
-Mi scusi signor nano, mi sono un attimo distratta; ma se mi è venuto addosso si vede che neanche lei guardava dove andava!-
Si acciglia alla mia risposta, brontola qualcosa e se ne va nel verso opposto al mio, che nano strano, ma non importa tanto non lo rivedrò più.
 
Sono arrivata al prato pieno di girasoli così belli e rigogliosi, circondati da una morbida erbetta che sembra tagliata di recente dall’odore di fresco, prendo il mio mantello e lo distendo sul suolo, mi ci accomodo sopra con calma… alla fine ho fatto le commissioni di Gandalf velocemente per aver quest’attimo di pace.
Mi distendo e volgo il mio sguardo al cielo, è così bello… non ci sono altri aggettivi per descriverlo meglio; le nuvole sono bianche e sparse nella tavola azzurra, è divertente vedere le loro diverse forme e come si muovono lentamente, sembra che danzino su una musica immaginaria fatta di flauti e arpe: tutti strumenti così leggiadri nel suono.
C’è anche un leggero vento caldo che mi culla pian piano, è come una dolce ninna nanna che mi accompagna a socchiudere gli occhi, a rilassarmi e una canzone mi salta in mente e perché non cantarla un po’ per accompagnare la musica del cielo:
 
E se sei persa in qualche terra straniera
Ti canto una ninna nanna per sentirti più vicina
Un giorno guidati da stelle sicure
ci troveremo in un angolo di mondo lontano
nei bassi fondi tra i musici e gli sbandati
e sul sentiero dove corrono le fate
 
Canticchio i versi che meglio ricordo della canzoncina seguendo la melodia che solo la mia mente può sentire, sicura che nessun altro possa ascoltarmi a parte i fiori; le parole mi rimbalzano nella testa e più le ripeto e più mi sento vicina a casa.
Penso intensamente a Cristopher, sperando nel profondo del cuore di rivederlo il prima possibile; già mi manca e sono incastrata qui solo da un giorno... spero che l’avventura in questione non sia troppo lunga e pericolosa.
Dopotutto ho i miei progetti: dovevo vedere un appartamento assieme a Cristopher in questi giorni, sono da mesi che pensiamo ad una convivenza e di vivere finalmente assieme, non con quasi 40 chilometri di distanza l’uno dall’altro.
E pensando al mio dolce uomo, Morfeo mi accoglie tra le sue angeliche braccia.
 
… Oddio… ma quanto ho dormito il sole è già calato… accidenti, dovevo essere da Bilbo dopo il tramonto, speriamo che Gandalf non si arrabbi troppo!
Ritiro su le mie cose, monto velocemente sul cavallo e questa volta al galoppo, mi chiedo come si faccia a fermarlo… in camminata bastava tirare leggermente le redini, ma in questo caso?
Nel giro di una mezz’ora circa riesco ad arrivare nei pressi della casa di Bilbo, tiro a più non posso le redini tanto che il cavallo si ferma di botto e per poco non cado in avanti; scendo e man mano che mi avvicino al buco hobbit noto brillare il segno runico di Gandalf.
Vedo la porta socchiusa e la apro di botto, gridando esasperata –Eccomi, scusate il ritardo!- ,senza rendermene conto inciampo su quello che credo che sia il tappeto di entrata e razzolo addosso ad uno facendolo cadere sotto di me.
Mi alzo velocemente dal mio improvvisato materasso e gli allungo una mano per alzarsi, solo allora vedo due occhi di un azzurro già conosciuto che mi squadrano irati, il nano del sentiero! Ma cosa ci fa qui! Ma si può essere più sfortunate, alla faccia di non doverlo più vedere.
-Ci si rivede, signorina distratta.- borbotta con la sua voce bassa, resa ancora più profonda dall’arrabbiatura; io nel primo momento non riesco a spiccicare parola, ma nel giro di poco mi riprendo sbottando –E’ un piacere rincontrarla signor nano altrettanto distratto.-.
Dopo la mia battuta sento un tossicchiare nervoso, mi giro nella direzione del suono ed è Gandalf, ma solo in quell’istante mi accorgo che la casa di Bilbo è assediata da più di una decina di nani… qualcosa mi dice che sono questi gli “altri” a cui si riferiva lo stregone oggi.
Bilbo mi si avvicina piano e timoroso, sarà frastornato da questi ospiti così strani e mi dice –Tu sei la ragazza che eri con Gandalf prima?-
-Si, sono io…piacere Anaïs- gli allungo la mano e lui la prende velocemente stringendola piano con le sue piccole dita – Bilbo Baggins, piacere… la prossima volta è educazione bussare-.
-Scusatemi… ero in ritardo.- gli dico sorridendogli e grattandomi la testa in maniera imbarazzata.
Il nano del sentiero continua a fissarmi, forse è solo un’impressione ma il suo sguardo è davvero penetrante lo sento puntato sulla mia schiena essendomi girata a salutare lo hobbit, poi prende la parola –Allora prima di essere stato maldestramente interrotto, mi stavo presentando al nostro Scassinatore e ora anche a lei signorina: io sono Thorin Scudodiquercia. – mi giro verso il nano e sostengo il suo sguardo.
Ad un certo punto si rivolge completamente verso Bilbo, come a non volermi calcolare -Signor Baggins avete combattuto molto? Ascia o spada? Quale arma preferite?-
Il piccolo hobbit, poverino, risponde timidamente e visibilmente agitato dato il suo dondolio con le braccia–Sono bravino a Tira castagne, se volete saperlo… ma non so come questo sia rilevante.-
-Lo immaginavo… sembra più un droghiere che uno scassinatore.- controbatte il nano con una risata impertinente, seguito dagli altri suoi amici; io rivolgo lo sguardo verso il piccolo Bilbo, per cui già provo una certa simpatia, e lo vedo triste come quei bimbi che vengono presi in giro dai bulli del momento.
-Sì, un droghiere che ha aperto la sua casa per ospitarvi pur non conoscendovi… che bel ringraziamento gli date ridendogli in faccia!- esplodo ed ovviamente gli occhi di una dozzina di nani sono rivolti verso di me.
Thorin si rivolge a me –Signorina mi scusi, ma lei cosa ci fa qui?-
In quel momento in mio soccorso arriva Gandalf, ma credo che il suo intervento sia più per evitare una discussione epica tra me e il nano che per spirito di solidarietà nei miei confronti –Anaïs, sarà con noi nel viaggio: è una discreta cuoca ed è abbastanza intelligente, ci sarà di grande aiuto.-
-Gandalf, non voglio troppi pesi nella missione.-
-Guarda che il peso è davanti a te.- lo interrompo, prendendomi una lieve bastonata sullo stinco dallo stregone, va bene… ho capito l’antifona la smetto! Non serve cercare di gambizzarmi!
-Ne riparleremo in separata sede, ora dobbiamo discutere sul da farsi.- e con questo Thorin si ritira con il resto della compagnia nanica in un'altra sala; lasciando nell’antro me, Bilbo e Gandalf, finché quest’ultimo ci indica con un segno di unirci agli altri.
Seguo sbuffando lo stregone e appena entro constato che l’unico posto libero è tra due nani, uno ha la barba lunga e i capelli bianchi, il suo volto comunque è molto allegro e si stringe volentieri per farmi spazio; l’altro invece ha uno strano cappello, ma anche lui sembra simpatico… di fronte ho Gandalf, ho come l’impressione che mi voglia tenere sotto stretto controllo e a portata di piede nel caso ricomincio a ridiventare acida.
Cominciano a parlare di famiglie di nani, cose che non riesco a capire e a cui non mi importa granché; ma per il benestare comune annuisco e faccio finta di ascoltare con faccia interessata, finchè Thorin non parla della missione -…Loro non verranno dicono che l’impresa è nostra e solo nostra-.
Da dietro interviene Bilbo – P-partite per un impresa?-
-Ah Bilbo, mio caro amico, procuraci un po’ più di luce- gli chiede lo stregone e ,mentre Bilbo cerca quella che è una nuova candela, tira fuori un mappa –Lontano verso est, oltre montagne e fiumi si erge un'unica vetta solitaria-.
Io dalla mia posizione non riesco a vedere granché, ma Bilbo legge a voce non troppo bassa –La Montagna Solitaria.- e senza rendermene neanche conto sussurro –Il drago-, Gandalf mi guarda come se volesse incenerirmi, Thorin si gira di scatto nella mia direzione sicuramente mi ha sentito, come i due nani vicino a me.
Per fortuna che un nano dalla barba rossa li distrae –Sì, Oin ha letto i presagi. E i presagi dicono che è il momento-, poi un altro nano dalla barba grigia pettinata in maniera strana con delle trecce rivolte verso l’alto parla dei corvi, deduco che lui sia Oin.
-…Quando gli uccelli del passato, torneranno a Erebor il regno della bestia avrà fine.- sentenzia infine ; -Qua-quale bestia?-s’intromette Bilbo.
-Oh sarebbe in riferimento a Smaug il terribile, la maggiorissima e più grande calamità della nostra era… uno sputafiamme volante: denti come rasoi, artigli come ganci da macellaio, appassionato di metalli preziosi.- interviene il nano dallo strano cappello.
Dopo un paio di battute da parte di altri nani: uno che voleva infilzare non ho capito bene cosa nelle chiappe del drago e poi altri discorsi che non ho seguito; ho sogghignato non poco quando uno della compagnia ha cercato di indisporre Gandalf chiedendoli quanti draghi ha ucciso.
Lo stregone preso di sorpresa dalla domanda comincia a tossire e nel mentre tutti i nani si alzano in piedi discutendo e facendo un chiasso infernale, con Bilbo che cerca di riportare l’ordine, ed io ancora seduta con le mani sulle orecchie limitandomi a guardare.
Infine quando ormai la “discussione” è divenuta insopportabile, Thorin l’interrompe alzandosi e facendo tacere tutti gli altri –Se noi abbiamo interpretato i segni ci saranno anche altri che l’avranno fatto, occhi guardano verso la montagna valutando e ponderando, soppesando i rischi, e noi ce ne stiamo comodi quando altri prendono ciò che è nostro di diritto? O afferriamo l’occasione per riprenderci Erebor!-
E a questa esclamazione seguirono altre grida di incitamento e brindisi, subito spezzati dal nano più anziano vicino che a me- Ricordate che la porta principale è sigillata, non si può entrare nella Montagna-
-Questo mio caro Balin non è del tutto vero…- interviene Gandalf tirando fuori  una chiave – Mi è stata data da Thrain, è tua adesso.- passando la chiave ad uno stupito Thorin.
Io guardo Thorin: è la prima volta da quando ci siamo scontrati che abbassa le sue invisibili difese, fissa la chiave come se da quella dipendesse qualcosa di davvero importante per lui; i suoi occhi non si distraggono da quel metallico oggetto e sembra che viaggi con la mente anche lui…
È come se a quella chiave fossero legati numerosi ricordi… magari di questa Erebor, di cui parlano tanto; si nota un po’ di malinconia nel suo volto, ma ciò dura un attimo ritorna come prima ricostruendo una parete di vetro indistruttibile dove nascondere il suo vero volto.
-Scusate, ma se c’è una chiave non ci dovrebbe essere anche una porta?- intervengo attirando ancora gli sguardi dei nani, Gandalf mi fa un cenno di assenso come per rassicurarmi del fatto che questa volta non ho detto niente di sbagliato e indica di nuovo la mappa –Queste rune indicano un passaggio alle sale inferiori, il problema è trovare la via d’entrata: le porte dei nani sono invisibili se chiuse… io non ho queste doti e per l’incarico che ho in mente richiede segretezza e non una piccola dose di coraggio... ecco perché ho scelto Bilbo, come Scassinatore!-.


 
Ciao!
Ho deciso di unire due capitoli ehehe, questo perché ho intenzione di inserire di straforo capitoli nuovi ;) in questi due non ho cambiato molto a parte correggere gli errori ortografici ed inserire i punti nei dialoghi! Avete notato che la grande novità della storia è appunto che Anais è effettivamente occupata e con progetti seri… proprio questa idea mi ha portato a cambiare la storia e sono curiosa di sapere cosa ne pensate!
Per primo luogo ringrazio chi passa a leggere o rileggere tutto! In particolare ringrazio ellinor e Bisca88 che hanno aggiunto la storia tra le seguite!
A presto bisous
Sylvie

 
   
 
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