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Autore: ToscaSam    24/09/2015    3 recensioni
importantissimo!
Come il precedente Nate Babbane e i Blasoni Familiari, questa storia seguirà la trama di uno dei libri della saga di Harry Potter, solo da un punto di vista diverso. Stavolta sarà Harry Potter e il Principe Mezzosangue a fare da sfondo alla vicenda che mi accingo a narrare.
Si tratta del terzo capitolo di quella che vuole essere una gigantesca fanfiction, regalo per le mie più care amiche.[...]. In secondo luogo, sarà un percorso attraverso i libri di Harry Potter, solo da un’altra prospettiva, un po’ meno in luce. Il punto di vista sarà quello di studentesse “normali”, che non hanno a che fare niente con le vicende eclatanti che gravitano attorno al trio protagonista della serie.
Vorrei specificare che cercherò di essere più fedele possibile ai romanzi, nel senso che leggerò accuratamente e riporterò in chiave personalizzata tutti i momenti “generali” presenti nei libri. Voglio dire che quando si nominerà “la Sala Grande gremita di studenti”, probabilmente i miei personaggi saranno lì presenti, o che quando si parlerà di “partite di Quidditch” le mie protagoniste si uniranno al resto della scuola per fare il tifo. [...]
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nate Babbane (OLD VERSION)'
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Il tramonto delle speranze
 
L’ultima partita della stagione di Quidditch si avvicinava. Le belle giornate avevano portato grandi speranze, insieme alla temperatura calda e piacevole.
La maggior parte degli studenti pensava a cosa sarebbe accaduto, nel campo, fra Corvonero e Grifondoro, solo per dimenticarsi che gli esami – sia regolari che speciali, come i G.U.F.O. – erano incombenti.
Sara e Samantha tuttavia, erano le uniche a grugnire quando sentivano qualcuno parlare della partita.
Per i corridoi della scuola fremeva una grande eccitazione: i Corvonero avevano preso l’abitudine di attaccare cori di incoraggiamento ai loro giocatori, dovunque li incrociassero.
Grifondoro non era da meno: la voce che Katie Bell, Cacciatrice di tutto rispetto, avesse finalmente fatto ritorno, circolò speranzosa fra tutti i tifosi.
Le Case non coinvolte nella partita, si comportavano diversamente: Tassorosso era terribilmente mogio per aver perso di netto contro Serpeverde e questi ultimi, compresa Laura in prima fila, erano tremendamente montati di testa. Se Grifondoro avesse vinto con un alto punteggio, avrebbe vinto la Coppa … ma se Corvonero l’avesse battuto, allora quelli con i punti più alti rimanevano i verdi argento.
 
« Quindi Katie è tornata»
Commentò Sara con voce piatta, mentre teneva Palla in braccio e cercava di tradurre una versione Celtica.
Samantha aveva l’espressione di chi la sa lunga.
« Eh si» rispose con un sorrisetto da sotto i manuali di Antiche Rune.
Passò qualche minuto di silenzio, in cui Sara attese notizie aggiuntive, dato il tono impaziente dell’amica. Samantha taceva, ma di certo non stava prestando attenzione alle rune sotto i suoi occhi.
Sara la scrutò.
« Ehm … Sama?»
« Si?»
« Ti ricordi per caso cosa significa questo vocabolo? Non ho voglia di cercarlo sul dizionario …»
Samantha prese il foglio con la versione Celtica e lo studiò.
« Mmhm si, ricordo molto bene. Vuol dire “Dean Thomas e Ginny Weasley si sono lasciati».
Sara incassò la notizia come un cazzotto nello stomaco.
« Cosa?» disse arrossendo violentemente. Era stato un cazzotto molto piacevole, a dirla tutta …
Ebbene si. La notizia era per pochi raffinati di orecchie, come Dario, di solito. Samantha aveva colto le giuste allusioni, quella mattina, a lezione di Trasfigurazione e poteva affermare senza ombra di dubbio che i due si erano detti addio dopo un litigio riguardo al passaggio nel buco del ritratto della Signora Grassa.
Sara sbirciò per tutta la Sala Comune in cerca della sagoma di Dean Thomas: era afflosciato su una poltrona che leggeva un opuscolo sulla Materializzazione; aveva l’aria molto infelice.
« Beh, devo dire “mi dispiace”?» sussurrò Sara all’amica, per paura che Dean potesse in qualche modo sentirla, anche se si trovava dall’altra parte della stanza.
« Mh, no, non sarà necessario»
« Perfetto. Sono proprio contenta!» sghignazzò lei, raggomitolandosi su sé stessa.
« Sara. Così sembri un po’ un Goblin della Gringott … mi fai paura!»
« Gneheheheh»
 
 
**
 
La partita portò con sé molte gioie, nella torre di Grifondoro: avevano vinto la Coppa, nonostante il Cercatore fosse stato atterrato di netto. Ma proprio lui riguardava la notizia più eclatante: Harry Potter e Ginny Weasley si erano messi insieme dopo un lungo e passionale bacio post-vittoria.
Sara fu molto felice dell’esito della partita e soprattutto per lei fu argomento di conversazione per molti giorni.
La fine del semestre e dell’anno scolastico si avvicinava.
Samantha aveva preso l’abitudine di vivere in biblioteca: finite le lezioni correva nella Sala Grande a rubare una pagnotta e filava a studiare, mangiando furtivamente mentre Madama Pince era nascosta dietro qualche scaffale.
Aveva la mente bollita: le traduzioni di Antiche Rune si fondevano con le formule e la teoria di Trasfigurazione; i procedimenti complicatissimi delle Pozioni si lasciavano dietro il terrificante, devastante e ineccepibile programma di Difesa Contro le Arti Oscure. Gli Incantesimi, Erbologia, Cura delle Creature Magiche …
Irene e Valentina, da brave Boris e Moris, cercavano di studiare insieme il più possibile, ma era inevitabile che a un certo punto della giornata una si andasse a rintanarsi nei sotterranei, alla luce verdastra delle finestre, mentre l’altra fuggisse verso le Cucine.
Qualche pomeriggio, Irene lo passò insieme agli Elfi, che l’ascoltavano ripetere mentre preparavano la cena.
A lei non importava che rispondessero – cosa che infatti non facevano – , l’importante era qualcuno di senziente che fosse presente mentre il suo cervello vomitava informazioni.
E poi gli Elfi le offrivano in continuazione un sacco di cosine buone da mangiare …
Quelli che non erano impegnati nei G.U.F.O. erano più tranquilli: anche se gli esami di fine anno li attendevano, vedevano molto vicina una luce di speranza che si chiamava “estate”.
Laura e Bianca, private della compagnia di Valentina, parteciparono a un torneo improvvisato di Spara Schiocco e vinsero, acclamate dalla folla.
Per qualche sera furono l’idolo della Sala Comune di Serpeverde.
Dario, invece, era rimasto solo: Irene non poteva passare con lui tutti quei bei pomeriggi che sarebbero stati impegnati nella lettura di romanzi Babbani e nelle rispettive recensioni.
Solo Tegamina era rimasta sua fedele compagna, perché Irene non aveva tempo nemmeno di coccolarla.
Il solitario Tassorosso prese così il via a frequentare Alice, Dara e il gruppetto di Corvonero con cui loro uscivano.
Anche Sara si univa a loro, ma in questa sua insolita solitudine, preferiva girovagare da sola nei corridoi e nelle Sale, magari con compagni di classe più o meno simpatici … per riuscire forse a incontrare qualcun altro.
 
« E non puoi proprio darci un saggio della tua patente?» ripeté Dario, dopo che Terry Steeval aveva passato una buona mezz’ora a parlare di quanto era stato difficile studiare e prendere la licenza di Smaterializzazione.
« Purtroppo no, amico mio» gli rispose scherzosamente: « Hogwarts è protetta e al suo interno non ci si può Materializzare. È scritto su un libro noioso che probabilmente ho letto solo io … Anthony si arrabbia sempre quando lo cito».
« Non mi arrabbio» rispose Anthony, alzando gli occhi da un opuscolo sulle varie professioni magiche: « ti faccio solo notare quanto siano irrilevanti le informazioni che di certo solo tu hai letto su ‘Storia di Hogwarts’».
Erano tutti seduti attorno al vecchio faggio in riva al lago: si intravedeva la piovra gigante che riscaldava i suoi tentacoli al pelo dell’acqua.
Giugno era arrivato e aveva portato via con sé ogni malumore: le avventure che avevano popolato il Natale delle ragazze, parevano davvero molto lontane.
L’unico legame con la realtà erano le lettere di Anton e François.
Dara ne stava appunto leggendo una, quel pomeriggio, in silenzio, contrariamente al solito.
« Che dice Franz, Dara?» la interpellò Alice, sdraiata sull’erba tiepida, con la testa appoggiata sulle ginocchia di Terry, in uno slancio di intraprendenza.
Dara mostrò il palmo della mano, per invocare un attimo di pazienza, mentre scorreva con gli occhi le ultime righe della pergamena.
« Tutto bene» dichiarò: « Lo avevano chiamato a lavorare nel campo della sicurezza per i Babbani, ma ha rifiutato per aiutare sua mamma con la serra»
I suoi occhi verdi rilucevano di eloquenza.
« Ma è una fioraia … una naturalista … un’erborista o una cosa del genere? State sempre a parlare di questa mamma di François e della sua serra …»
Chiese Terry con ironia, mentre con la bacchetta chiamava a sé un dente di leone particolarmente grande, che sbucava sul prato, poco distante.
« Ehm … si. Comunque ha detto che tutti i fiori stanno bene, anche quello bulgaro. Ha fatto nuove semine, mentre ne ha abbandonate altre».
« Che razza di fiori crescono in Bulgaria?! » la domanda di Terry fu ignorata in favore dell’esclamazione di Anthony:
« Cavolo, la protezione contro i Babbani è un ramo importante! Chissà quanto lo avrebbero pagato. È comunque un buon lavoro all’interno del Ministero Francese …»
Dara si sistemò l’acconciatura, nervosamente: « Già, ma diciamo che è un tipo …uhm … casalingo».
« Anche a Beauxbatons  hanno esami come i G.U.F.O. e i M.A.G.O? sarei curiosissimo di sapere com’è passato lui, per essere stato chiamato dal Ministero»
Insistette Anthony.
« Non ne ho idea. Però una volta mi ha detto di essere passato con “Oltre Ogni Previsione” all’esame che equivale alla nostra Divinazione»
« Hah. Io ai G.U.F.O. ci presi “Eccezionale”» ridacchiò Terry, sfogliando il fiore giallo che aveva raccolto.
« Non ci interessa sapere quanto sei bravo, Terenzio Stivale» tagliò corto Dara, guardandolo in cagnesco.
Dario, che fino a quel momento aveva ascoltato, riprese parola:
« Eppure non si direbbe troppo bravo a Divinazione … chiese a Irene di leggergli la mano quando …» ma si fermò, accorgendosi che fornire altre contestualizzazioni sarebbe stato un problema.
« Si, ma nemmeno Irene, che è tanto brava, ha saputo leggergli la mano! Magari ha delle linee difficili! Che te ne frega?!» Dara si era scaldata.
Lanciò su Dario il primo libro che trovò sottomano.
« Ehi! Tranquilli! Dario, per cortesia, mi passeresti il mio libro di Storia della Magia, grazie?» Terry tese la mano e Dario restituì il tomo che Dara gli aveva scagliato in testa.
« Ed era anche pesante! Accidenti a te e ai tuoi francesi di……»
« Oh! Ma Sara che fine ha fatto? Non esce con noi, oggi?»
Intervenne Alice, destandosi dalla sua beata posizione, cercando di distrarre gli animi generali.
Dario fu facilmente depistabile:
« Eh! Ho già sentito voci in giro»
Sul suo volto si era stirato un sorrisetto malizioso.
« Cavolo. Io a volte mi chiedo se hai un radar per i pettegolezzi, Dario» borbottò Alice, sistemandosi a gambe incrociate e lanciando un’occhiata di sbieco a Dara per vedere se le era sbollita la rabbia.
Anthony ripose definitivamente l’opuscolo nella borsa e parlò:
« No, stavolta confermo anche io. Padma Patil, che è Prefetto insieme a me, ha sua sorella in Grifondoro. Si vocifera che abbia un mezzo inciucio con quello che prima stava con Ginny Weasley. Si vedono spesso a chiacchierare e studiare insieme. Le ragazze dell’anno di Ginny Weasley dicono che a lui non sia andata giù che lei l’abbia lasciato per Potter, e che ha cercato una ragazza simile per compensare la mancanza (ed eventualmente scatenare gelosie)».
« Anthony ogni giorno mi stupisci sempre di più. Non avevo mai conosciuto il tuo lato pettegolo» Terry lo guardava, stupìto, con quel poco che restava del fiore in mano.
« Non è colpa mia. Sono le ragazze che cianciano senza freni»
« Saresti un ottimo amico per Dario» annuì Dara, riponendo con cura la lettera di François nella tasca dell’uniforme.
« Comunque qui mi sembra che ci siano delle incomprensioni …. Non c’è nessun inciucio. Si sono solo avvicinati e sono buoni amici. E poi c’è stata prima Sara di Ginny! L’aveva invitata al Ballo del Ceppo quando eravamo al primo anno!» precisò Alice, raddrizzandosi gli occhiali con fare pratico.
Il cielo del pomeriggio stava iniziando a diventare rossastro e le ombre del castello si fecero sempre più lunghe.
« Coraggio, incamminiamoci verso il nostro destino. Domani abbiamo gli esami e alle vostre amiche incominciano i G.U.F.O..Serve il riposo per essere concentrati».
Alzandosi, Terry tese una mano ad Alice.
Tutti si diressero verso il castello per la cena di quella che era stata una delle serate più tranquille dell’intero semestre.
Prima di separarsi, Dario chiese a Dara se c’erano notizie di Joe, ma il responso fu negativo.
 
**
 
Era da poco finita la cena.
Bianca e Laura si erano dirette al loro dormitorio, salutando Valentina che si tratteneva a studiare ancora un po’.
Le acque del lago erano appena diventate scure e Valentina aveva appena acceso una candela.
Poi qualcosa rimbombò forte in tutto il sotterraneo.
Nella Sala Comune c’erano lei e pochi altri suoi compagni, tutti impegnati con i G.U.F.O. o i M.A.G.O.
Tutti alzarono gli occhi all’unisono e tesero gli orecchi.
Un vociare lontano e un crepitare di piedi risuonavano sopra le loro teste.
 
« Harper. Hai sentito anche tu?»
Valentina posò il libro di Pozioni e guardò verso il suo compagno di classe.
Harper annuì, con la fronte aggrottata.
« Forse qualcuno sta facendo un macello come quei gemelli Weasley, l’anno scorso …».
Gli altri presenti nella sala rimasero in silenzio e si guardavano fra sé, perplessi.
I rumori non cessavano, ma anzi, si intensificavano. Il soffitto dei sotterranei tremava leggermente.
Dalle scale dei dormitori iniziarono a spuntare teste di curiosi.
« Avete sentito?»
« Ma cos’è?»
 
Anche nella Sala Comune di Tassorosso il rumore non passò inosservato.
Irene e Dario corsero in pigiama nel corridoio insieme a molti altri e sentirono voci che parlavano di un Marchio Nero sopra la scuola.
In quell’istante spuntò Harry Potter trafelato che correva a più non posso.
« Harry! Abbiamo sentito un rumore … qualcuno parlava del Marchio Nero»
Gli urlò un ragazzo del sesto anno di nome Ernie Macmillan.
Dario e Irene, terrorizzati, gli si stavano per avvicinare, desiderosi di spiegazioni.
« Fuori dai piedi!» urlò lui in risposta, spingendoli di lato e continuando la sua corsa.
Ma non ci fu il tempo di prendersela con l’arroganza di Harry Potter, che Zacharias Smith tornò di corsa, sconvolto, gridando che c’era una battaglia in corso e la Sala Grande era piena di sangue e macerie.
Partì un coro di strilli da ogni corridoio: gli studenti più coraggiosi di Grifondoro e Corvonero si erano inoltrati a vedere cosa fosse successo, ma dinnanzi alla catastrofe si ritrovarono pietrificati dalla paura.
 
«Dario! Dario! Dov’è Tegamina?! Dov’è?!»
Gli studenti correvano a destra e a manca, urlando, vociando, senza criterio e folli di paura.
Irene cercava disperata di non perdere di vista Dario, che sprofondava nella folla.
« Ce l’ho io! Ce l’ho in tasca!»
« Dario salva Tegamina! Non farla cadere!» gridava Irene in preda al panico, mentre si iniziavano a vedere i bagliori dello scontro, accompagnati da schianti e rumore di macerie.
Dario riuscì a spintonare quelli che lo trascinavano indietro e prese per mano Irene, tirandola in sua direzione.
« Dobbiamo nasconderci! Torniamo in Sala Comune! Vieni, corri!»
« Dammi Tegamina! Dammi Tegamina!»
« È al sicuro! È in tasca! Corri, corri!»
Uno schianto colpì il soffitto sopra le loro teste. Si lanciarono nella scala per la Sala Comune, cadendo sopra altri ragazzi.
 
Nella torre di Corvonero c’era lo stesso pandemonio.
Il portone dell’aquila era spalancato e tutti gli studenti aspettavano, stipati che qualcuno tornasse con delle notizie: i Prefetti erano andati a cercare il professor Vitious.
Padma Patil tornò strillando:
« C’è un morto!! Qualcuno è morto! È caduto dalla torre di Astronomia!»
La seguì a ruota Anthony Goldstein:
« Vitious non si trova! Ci sono i Mangiamorte nella scuola! Abbiamo il Marchio Nero sopra le nostre teste!»
In quel momento, dalla scalinata sbucò la faccia trafelata di Sara.
« È morto Silente! Venite tutti giù! È morto Silente! È precipitato dalla torre! Ci sono i Mangiamorte! C’è gente morta! … correte tutti giù!»
Il gelo di quell’affermazione tramutò il silenzio in un’ondata di orrore puro: tutti si misero a correre e piangere, spintonandosi da ogni parte.
« Sara!»
« Dara! Alice!»
Le ragazze si presero per mano, per non perdersi.
« Dov’è Samantha?»
« Era in biblioteca a studiare»
« Avrà di certo sentito le urla … sarà nella Sala Grande» ansimò Dara, correndo per le scale a chiocciola.
« Dario e Irene? Li hai visti?» esalò Alice con un respiro strozzato.
« No»
« E Le Serpeverde?»
Sara rispose, cominciando a singhiozzare: « Dicono che ci sono i Serpeverde dietro a questo macello. Ma non loro … di certo non loro! »
Dara strinse la presa nella mano dell’amica: « Sara. Te lo giuro. Stai tranquilla. Loro non sono coinvolte e di certo stanno bene, come tutti gli altri. Ora pensiamo a stare uniti. Sara! Non perdere la testa!»
 E si fecero strada lungo i corridoi prima di affacciarsi sulla spaventosa situazione della Sala d’Ingresso: le grandi clessidre che segnavano i punti delle Case erano distrutte; il portone di quercia sfasciato. Pietre e colonne giacevano a terra e una moltitudine indistinta di persone si accalcava fra gli strilli e i botti delle maledizioni.
« Sara! Sara!! Bimbe!»
Da qualche parte spuntò Samantha, bianca come un cadavere, tremante come una foglia.
« C’è Silente qui fuori …. Hanno ammazzato Silente! Bimbe è morto! È proprio qui … è caduto dalla torre …»
Poi un rumore molto strano riempì le loro orecchie: sembrava una musica o forse anche un canto. Era straziante e melodioso.
Vibrò sovrastando ogni altro suono, poi si spense.
Qualcuno disse che era il verso di una Fenice che muore per l’ultima volta.
 
**
 
Tutte le lezioni furono sospese, tutti gli esami posticipati.
Alcuni studenti furono portati frettolosamente via da Hogwarts dai genitori nei due giorni che seguirono: le gemelle Patil partirono prima di colazione la mattina dopo la morte di Silente, e Zacharias Smith fu scortato fuori dal castello dal suo altezzoso padre. Seamus Finnigan, di Grifondoro, si rifiutò categoricamente di seguire la madre a casa; fecero a chi urlava di più nella Sala d’Ingresso.
Tutti gli studenti erano venuti al corrente di quanto accaduto nella fatidica notte: Severus Piton, in cui Silente aveva riposto sempre la sua fiducia, era l’assassino. Era un Mangiamorte. Lavorava per conto di Voldemort.
Albus Silente, il miglior mago dell’epoca e forse della storia, era morto per mano di Piton.
Ci sarebbe stato un funerale, per donare un ultimo saluto al preside, poi tutti gli studenti sarebbero stati rimandati a casa.
Quel fatidico giorno, in Sala Grande  regnava un’atmosfera sommessa.
Tutti indossavano vesti da cerimonia e nessuno sembrava avere molta fame. La professoressa McGranitt aveva lasciato vuota la poltrona simile a un trono al centro della tavola degli insegnanti.
 
I Serpeverde confabulavano, ma Valentina, Laura e Bianca tacevano, devastate e con gli occhi pesi. Si guardavano intorno come per paura che i loro vicini di sedia le avrebbero azzannate.
Poi venne l’ora di seguire di Direttori delle Case verso il lago e con una religiosità degna di una processione, tutti gli studenti eseguirono l’ordine.
Un’incredibile numero di persone sedeva nelle sedie che erano state allestite per il funerale.
Tra di loro, Madame Maxime, che però non dette cenni di vedere le ragazze, né loro corsero a salutarla.
Molte autorità, tra cui il Ministro in persona e diversi giornalisti della Gazzetta del Profeta, sedevano in prima fila.
Anche il Popolo del Mare si avvicinò alla superficie dell’acqua, recitando un canto malinconico. Fiorenzo era l’unico Centauro a presenziare insieme agli umani.
 
« Non oso crederci»
Sibilò Dario all’orecchio di Irene.
Lei guardò nella direzione che lui le indicava: c’era anche Dolores Umbridge.
Dario almeno a te devo dirlo …» mugolò Irene, con tono doloroso, mentre non la smetteva di coccolare Tegamina fra le mani.
« Che cosa?» chiese lui, paziente.                                   
« François … ho finto di non saper leggere la sua mano, quest’inverno. Dario, in quella mano c’è una tragedia imminente che finisce in un mare di sangue».
Dario non disse nulla, all’inizio. Dopo un po’ sospirò:
« Non dirlo a Dara. Stai tranquilla. Il destino può sempre cambiare e tu puoi anche aver sbagliato a interpretare i segni».
 
Un ometto con i capelli a ciuffi e una semplice veste nera si alzò e stette diritto davanti al corpo di Silente, che il guardiacaccia Hagrid aveva appena deposto dinnanzi alla folla, con cura.
Il suo discorso entrava e usciva dalle orecchie degli studenti. Erano parole vuote …« nobiltà di spirito» … «contributo intellettuale» … « grandezza di cuore» …
Alice piangeva sulla spalla di Terry, che la cingeva con un braccio.
Dara singhiozzava rumorosamente, stringendo un fazzoletto, tormentandosi le pieghe dell’abito.
Samantha lacrimava, stringendo la mano di Sara, che a sua volta aveva la mano in quella di Dean Thomas, seduto accanto a lei e Seamus Finnegan.
Valentina abbracciava Laura, e Bianca si sosteneva a un maturo Adrian Pucey, che era venuto lì insieme alla sua famiglia.
L’ometto finì il suo discorso e poco dopo, molte persone urlarono: bianche fiamme splendenti si erano levate attorno a Silente e alla tavola sulla quale giaceva; diventarono sempre più alte, nascondendo il corpo. Fumo bianco salì a spirale nell’aria disegnando strane forme; per un istante sembrò di vedere una fenice volare gioiosa nell’azzurro, ma un attimo dopo il fuoco era sparito. Al suo posto c’era una tomba di marmo bianco, che racchiudeva il corpo di Silente e la tavola sulla quale aveva riposato.
Si levarono ancora alcune grida di spavento quando una pioggia di frecce planò nell’aria, per ricadere a una certa distanza dalla folla. Era il tributo dei Centauri: i ragazzi li videro voltarsi e sparire di nuovo tra i freschi alberi. Allo stesso modo, gli esseri marini s’inabissarono nell’acqua verde.
 
« Non tornare a Hogwarts il prossimo anno»
Sussurrò Pucey a Bianca, che aveva gli occhi gonfi.
Lei lo guardò, spaesata.
« Non ci tornare. Piton era dalla parte dei Mangiamorte e nemmeno Silente se l’aspettava. Serpeverde diventerà un covo di puristi del sangue e se ci rimarrai anche tu verrai additata come traditrice. Abbiamo parlato per tutto l’anno via lettera e sai cosa ne penso. Laurina cara, ascolta anche tu quello che dico e anche Valentina. Non tornate a Hogwarts … ».
« Non possiamo … dobbiamo venire» pigolò Laura, guardando il suo ex compagno di scuola e di squadra.
Era molto cambiato, anche di aspetto: una barbetta leggera gli copriva il mento e i suoi occhi avevano perso la sfumatura strafottente.
Alice, che era poco distante, li aveva sentiti. Un leggero tremito la scosse.
« Il ragazzo ha ragione. Nemmeno tu devi venire a scuola, il prossimo anno. Soprattutto tu. Se Voldemort continuerà la sua escalation di potere – e ti assicuro che senza Silente sarà molto facile – tu sei molto in pericolo. Vai a casa, spiegalo ai tuoi genitori; scappa, nasconditi con loro».
Mentre diceva questo, Terry carezzava la spalla di Alice. Aveva la voce soffocata dal magone.
Alice non rispose, ma lanciò un’occhiata in direzione dei Tassorosso, cercando Dario.
Cosa sarebbe stato di loro Nati Babbani? E dei Mezzosangue? Anche Irene e Samantha avevano delle famiglie prevalentemente Babbane … loro erano più al sicuro di lei e Dario?
E Sara, Dara, Laura, Valentina e Bianca? Loro che erano Purosangue sarebbero tornate a scuola? E se non ci tornavano sarebbero state perseguitate?
Le domande erano troppe e il cervello per pensare alle risposte, troppo piccolo.
Ci sarebbe stato tempo per tutto, anche per organizzarsi su che cosa fare.
Ma per adesso, si poteva solo guardare quella tomba bianca e quel tramonto che ci si specchiava sopra, lucente.
La giornata finiva e con lei se ne andava anche quel senso di sicurezza che da sempre aveva protetto le calde mura di Hogwarts. 
  
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