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Autore: Lady Stark    24/09/2015    2 recensioni
«In sei giorni, a partire da domani, ciascuno di noi tenterà di conquistare il cuore dell'umana.» il pollice del ragazzo si rivolse verso l'alto, in direzione dell'appetitoso battito cardiaco.
«Chi di noi prima riuscirà a farla innamorare, avrà il diritto di tenerla con sé per l'eternità.»
Sei giorni, sei vampiri ed una ragazza al centro di una sfida allettante in cui sguardi lusinghieri si sostituiranno ad emozioni pericolose.
Tutti desiderano vincere.
Tutti desiderano conquistare il cuore di Yui.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day V : Raito.

Era tutto così dannatamente confuso.

Yui serrò gli occhi, perdendosi nella quiete del crepuscolo; il sole aveva cominciato la sua discesa, lasciando spazio alla notte e ai predatori che vi si muovevano.

Cacciatori i cui denti scintillavano come pugnali d'avorio.

Lo sguardo della giovane vagò tra i cespugli rosei del giardino domandosi come fosse giunta a quel punto. In grembo, la bianca lettera speditale dal padre recava informazioni sulle condizioni problematiche degli affari e la conseguente posticipazione del suo ritorno in Giappone. Yui sapeva benissimo che lui stava lavorando duramente per assicurarle un futuro migliore ma, malgrado ciò, non riusciva a smettere di pensare al fatto che l'avesse abbandonata. Questi investimenti erano davvero più importanti della sua persona?

Durante quegli asfissianti mesi passati nel timore, Yui aveva partorito un vasto catalogo di idee catastrofiste che nettamente stridevano con la tenerezza sempre dimostratale da suo padre.

L'aveva forse venduta per soldi? Ora era davvero in viaggio d'affari o stava trascorrendo il resto della propria vita su una spiaggia di fine sabbia bianca?

L'aveva lasciata per rincorrere la fragile promessa di successo e fama?

Yui chiuse le dita attorno alla carta, accartocciandola.

Scuotendo la testa, disperse quei venefici pensieri, rifiutandosi di cedere alla sua cupa fantasia.

Suo padre l'aveva accudita, cresciuta e l'amava più di ogni altra cosa al mondo.

Non poteva davvero aver distrutto tutti i ricordi che avevano condiviso. Tutte le risate, i battibecchi e le complici occhiate non potevano essere stata mera finzione.

Yui avvertì la tristezza premere contro le palpebre ma si sforzò di ricacciarla indietro. Si era stufata di piangere dopo tutti quei giorni passati nella ferrea gabbia della disperazione e della solitudine. Era giunto il momento d'essere forti, ma con tutto ciò che avveniva attorno a lei, qualsiasi briciolo di determinazione sembrava aver abbandonato le sue membra.

Come se non bastasse, a complicare la situazione c'era lo strano comportamento dei fratelli Sakamaki. In quella settimana, sembravano aver maturato una sorta di strambo rispetto nei suoi confronti.

L'avevano forse accettata come parte integrante della famiglia?

L'idea si sollevò nella mente della ragazza, bella come un pezzo di vetro ma altrettanto fragile ed ingannevole. C'era qualcosa che la turbava e non si riferiva solo agli atteggiamenti dei vampiri, ma all'ammasso caotico di sensazioni stipate nel suo stomaco.

Oltre al timore, il suo cuore era stato nuovamente travolto da un aggrovigliato amalgamo di emozioni. Il caos esterno aveva, infine, avvelenato gli stessi pensieri di Yui.

Sospirò, passandosi una mano tra i capelli con fare pensoso.

Prima o poi, andando avanti di quel passo, sarebbe diventata pazza.

«Che cosa devo fare?» mormorò, rivolgendo il capo alla silenziosa falce di luna che galleggiava nel cielo.

«Seguirmi nelle scure ombre della perdizione.» un sibilo sorridente le sfiorò il lobo dell'orecchio, facendola sobbalzare con tanta violenza da farla cadere dalla sedia. Trattenendo tra le labbra un mezzo grido d'allarme, la ragazza strisciò fino a colpire con le scapole la ringhiera di pietra lavorata.

L'edera le sfiorò la pelle, liberando il suo aroma fragrante.

Raito le sorrise, afferrando tra l'indice e il pollice il bordo del suo inseparabile cappello.

Gli occhi color smeraldo luccicavano nella penombra, simili a quelli di un felino.

Per quanto fossero spaventosi, Yui trovò che quelle iridi esercitassero un fascino irresistibile.

«Che cosa ci fai tutta sola in terrazzo, gattina?»

«Niente di particolare.»

Il vampiro atteggiò la bocca in una smorfia divertita, facendo qualche aggraziato passo avanti; prima che la giovane potesse rendersene conto, se lo ritrovò di fronte.

«Permettimi di aiutarti.» disse chinando un ginocchio a terra ed intrappolando la mano della ragazza nella propria.

Volteggiando, Yui si ritrovò tra le braccia forti di Raito, ad un soffio dal suo viso ridente.

Il fiato rifuggì le labbra della ragazza nel momento in cui la mano del vampiro scivolò attorno ai suoi fianchi, fasciati dalla divisa.

«Mi permette questo ballo, signorina?»

«Non c'è musica.» Yui cercò di mettere un po' di distanza tra i loro corpi, senza alcun successo. La forza di Raito era granitica e, di certo, lei non avrebbe potuto sperare di contrapporglisi.

«Ascolta bene, Yui.» mormorò a fior di labbra, cominciando a muoversi all'indietro per trascinarla con sé in un ripetersi basilare di passi di valzer.

Yui odiava ballare e, goffamente, cercò di assecondare al meglio la liquida leggiadria del vampiro. Più di una volta, il piede della ragazza pestò quello del ballerino che, preso dalla segreta melodia della notte, non sembrò neanche farci caso.

«La luna canta per noi, piccola. Non la senti?» Raito sospirò, socchiudendo estaticamente gli occhi per poi rivolgere il proprio volto al latteo bagliore, sempre più forte nella notte calante.

Le dita evanescenti della sera scivolarono nei folti capelli dell'uomo, simile a quella di un'amante segreta. Le ramate sfumature risaltarono in quell'atmosfera irreale, così simili a quelle del fratello maggiore.

Raito la fece volteggiare ancora una volta, cingendole la vita con un braccio per far sì che i loro corpi aderissero perfettamente l'uno all'altro.

«Lasciami andare..»

«Perché dovrei?»

«Non so ballare, quindi non c'è ragione per continuare a..»

Raito scoppiò a ridere, rovesciando il capo all'indietro.

Il suono si diffuse nella quiete notturna, spaventando un piccolo gruppetto di merli. Questi si alzarono in volo accompagnati da un rapidissimo frullo d'ali, gracchiando la propria irritazione. Yui abbassò gli occhi ma le dita del vampiro le catturarono il mento, sfiorandole delicatamente l'angolo destro delle labbra.

«Credi davvero che io sia interessato a ballare con te, Yui?»

Un sorriso ferino si disegnò sul suo viso mentre, con un lento gesto del pollice, il vampiro accarezzò la guancia accaldata della ragazza.

Yui spinse le proprie mani contro il petto del ragazzo, sperando di scostarsi quel tanto che bastava per fuggire. Il suo cuore pulsava frenetico, i suoi muscoli erano in fibrillazione, ma nessuno dei suoi tentativi funzionò. Il ragazzo, stuzzicato da quella resistenza, si chinò su di lei catturando con le labbra il lobo dell'orecchio.

L'odore emanato dalla sua pelle era fresco, simile a quello di un raro fiore velenoso che sboccia unicamente nelle notti di luna piena.

«Non vorrai andar via così presto e togliermi tutto il divertimento vero, dolcezza?»

«Raito.. smettila!» la pelliccia che bordava il cappello del vampiro le sfiorò le dita, facendole il solletico. La paura scatenatale dalla vicinanza dell'uomo si stava mescolando, per l'ennesima volta, al desiderio rischioso di sfiorare quei lineamenti perfetti, quasi per constatare la loro veridicità.

D'improvviso, il vampiro la lasciò andare facendo una mezza piroetta indietro. Con naturalezza si sedette sullo scranno di vimini che sino a qualche momento prima aveva occupato la ragazza. Yui aveva il fiato corto ma, malgrado ciò, cercò di nascondere al meglio la l'uragano emotivo che le mugghiava dentro.

«D'accordo, d'accordo. Ti lascerò in pace. In cambio però, tu dovrai passare questa serata con me.» Raito sorrise, appoggiando le dita contro la guancia.

La luce della luna aveva disegnato attorno alla sedia una pozza candida, simile all'occhio di bue che viene puntato sull'attore di punta dello spettacolo.

Seduto in quella posizione statica, Raito sembrava la raffinata statua di una divinità immortale.

«Che cosa intendi dire?»

«Non allarmarti. Nelle mie parole non c'è traccia di malizia, posso garantirtelo.» il divertimento sfavillò nelle sue iridi, spingendo Yui a dubitare delle sue parole.

Come poteva fidarsi del serpente che l'aveva sempre morsa a tradimento?

«La compagnia dei miei fratelli è così noiosa, a volte. La tua invece..» il tono della sua voce s'abbassò di colpo, facendola rabbrividire segretamente.

«è decisamente più.. interessante.»

La ragazza, facendo finta di niente, spostò lo sguardo verso la porta per verificare quanti metri di distanza la separassero da essa in caso di necessità.

Quel suo gesto era stato dettato dall'abitudine, in quanto sapeva benissimo che se il vampiro avesse deciso d'attaccarla, niente e nessuno glielo avrebbe impedito.

Lei era lenta e goffa nella sua scorza umana, mentre lui possedeva le doti del più spietato cacciatore. Eppure, qualcosa le diceva che quella notte Raito non desiderava il suo sangue.

Il suo fine era un altro, per quanto ambiguo ed indecifrabile fosse.

«Ho ritrovato un vecchio abito di mia madre, qualche giorno fa. È così delizioso che credevo fosse un peccato gettarlo via.» Yui sbatté confusa le palpebre mentre osservava il vampiro alzarsi dallo scranno e sistemarsi con eleganza il capello sul capo.

«Credo che tua madre ne sarebbe contenta.» balbettò Yui, indecisa su cosa dirgli.

Raito sembrò totalmente ignorare la sua affermazione. «Pensavo di regalarlo a te.»

Prima che potesse riaversi dallo stupore, il vampiro le afferrò il polso trascinandola dentro casa, verso il labirintico susseguirsi di corridoi.

Dopo un paio di minuti, i due giunsero di fronte ad una porta di massiccio legno di quercia.

Al fianco dell'ingresso spiccavano due torce mangiucchiate dal tempo e dal fuoco.

Raito girò con sicurezza il pomello della porta, introducendola in un'ariosa stanza dal soffitto vertiginosamente alto.

La giovane alzò il viso, cercando di cogliere i disegni che adornavano la volta. Il buio però era vischioso, e la guizzante luce delle candele non riusciva a dissiparlo.

Yui credette di individuare, tra le forme confuse, la coda squamosa di una sirena e l'abbraccio delicato di due amanti immersi in un oceano di fronde verdi.

«Dove siamo?» chiese la ragazza, sfiorando con dita leggere la silhouette di una toeletta dimenticata, invasa dalla polvere.

Lo specchio era sommerso di ragnatele ed un ragno grosso quanto una noce stava aggiungendo un nuovo dettaglio alla sua tela. Yui storse la bocca in una smorfia di disgusto, allontanandosi dalla pelosa creatura per dedicarsi all'analisi della stanza.

Alle tre pareti erano stati addossati immensi armadi di legno scuro.

Tutte quelle ante, quei cassetti e quelle mensole avrebbero potuto ospitare il corredo di un re o di una regina appartenuta ai tempi andati.

«Questa stanza era dedicata solo a tua madre?!»

Raito appoggiò una mano sul fianco, atteggiando la bocca in un sorriso malinconico.

«Cordelia amava i vestiti e le scarpe più dei suoi stessi figli.» Yui si voltò verso il vampiro, ma l'amarezza che aveva percepito in quelle parole non era presente nei tratti del ragazzo.

Al contrario, un'espressione sorniona dominava il suo volto.

Senza aggiungere altro, il vampiro si diresse verso il fondo della stanza, spalancando con cerimoniosa lentezza un paio di ante finemente cesellate. Il motivo floreale si dischiuse senza il minimo rumore, rivelando uno degli abiti più belli mai prodotti da sarto umano.

Era lungo fino a terra e nero come la pece; la parte superiore dell'abito era composta da un aderente corpetto ricamato. Il pizzo riportava squisiti fregi di rosa, in un intricato amalgamo di spine e di foglie succose. La gonna scendeva in pieghe morbide lungo le gambe; in corrispondenza della coscia destra, uno spacco vertiginoso apriva leggermente i due veli di tessuto. I bianchi ricami scendevano ad abbracciare la vita del vestito, scivolando sino al principio dello spacco in un trionfo di riccioli e ghirigori astratti.

Raito lo prelevò dal manichino, carezzandolo con le mani.

Yui rimase letteralmente a bocca aperta nell'accorgersi del luccichio prezioso del tessuto, intarsiato di minuscoli diamanti.

«Non è di certo il più bel vestito del corredo, ma purtroppo è il solo rimasto.» l'uomo scrutò con criticità il vestito, poi allungò le braccia in avanti di modo che Yui potesse percepirne la morbidezza.

«Ti starà d'incanto.»

«Raito, io non posso.. accettarlo.» pigolò imbarazzata di fronte alla magnificenza del regalo che il vampiro desiderava farle. Non aveva mai indossato niente di tanto prezioso; inoltre, sapere che lo stesso abito era prima stato indossato da una donna morta, non la metteva di certo a suo agio. Lo sguardo del vampiro si adombrò improvvisamente, cozzando contro l'inaspettato rifiuto della ragazza.

«Non ti piace?»

«No, non è questo. È l'abito più bello che abbia mai visto ma..»

Il tessuto le scivolò tra le sue dita, mentre Raito la spingeva verso il paravento cinese situato in un angolo della sala.

«Se ti piace, non fare tante storie ed indossalo.» ordinò, squadrandola in attesa. La giovane trasse un lungo respiro prima di nascondersi dietro lo schermo ed osservare con maggiore attenzione la foggia del vestito. Il tempo non l'aveva minimamente usurato; inoltre, per quanto cercasse, non c'era traccia della sua precedente indossatrice, sembrava nuovo di zecca.

La curiosità di sentire sulla pelle la morbidezza della seta la spinse ad assecondare il desiderio del vampiro.

«Se non ti muovi, verrò io a darti una mano.» tubò Raito dall'altro capo della stanza, dove si era ritirato per concedere alla ragazza maggior tranquillità.

Yui si affrettò il più possibile, mantenendo al tempo stesso una ferrea attenzione sui propri movimenti.

La sua goffaggine sapeva essere disastrosa nei momenti meno opportuni.

Il vestito le scivolò addosso con la stessa facilità di un guanto, adattandosi perfettamente alle curve del suo corpo. L'unica pecca era la gonna, troppo lunga per la sua minuta figura.

Con un gemito, la ragazza ripiegò il braccio dietro la schiena nella speranza di catturare la zip che lo chiudeva e completare così la vestizione. Prima che potesse raggiungerla però, una mano estranea si sostituì alla sua, soffermandosi sul morbido avvallamento creato dalla sua spina dorsale. Yui avvertì il ghiaccio carezzarle la pelle mentre Raito, sussurrandole all'orecchio, sollevava con delicatezza la cerniera.

«Lascia fare a me, dolcezza. Sono un asso in queste cose.»

Yui si girò di scatto, non appena il ragazzo la lasciò andare, coprendosi il petto con le braccia.

«Chi ti ha dato il permesso di avvicinarti?» ringhiò imbarazzata, dimenticandosi per un momento dell'abito che le frusciava attorno.

Raito rimase immobile, divorandola con gli occhi.

«Sei bellissima, Yui. Esattamente come mi ero immaginato.»

Il vampiro annullò la distanza che li separava, artigliandole i polsi con entrambe le mani.

I suoi occhi emanavano una folle, famelica luce smeraldo.

Raito la spinse contro il muro, bloccandole le braccia sopra la testa. La ragazza ansimò in cerca d'aria, cercando disperatamente di liberare le mani per spingere via il ragazzo e scappare il più lontano possibile.

«Di fronte a una tale, squisita visione com'è possibile resistere alla bruciante tentazione?» Raito si chinò su di lei, premendo le labbra contro la curva del collo. Tutto il corpo di Yui sembrò accendersi sotto quel morbido richiamo, fatale come una lama ma dolce come il miele.

Il vampiro seguì con le labbra la curva della sua clavicola, sfiorando poi con il naso il nastro blu che serpeggiava nell'incavo della gola.

«Oh, dolce, crudele desiderio, che struggi il mio cuore ed incateni la mia anima..» Raito sollevò la testa, allacciando il proprio sguardo a quello della ragazza.

«Verrà un giorno in cui la tua brama, forse, verrà placata.» mormorò, percorrendo con la punta dell'indice la curva del mento di Yui.

Le sue labbra si arricciarono in un sorriso ferino, carico di silenziose, sensuali promesse.

 

   
 
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