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Autore: martythestrange95    24/09/2015    0 recensioni
Quella notte Jasper era uscito per cacciare e non appena fu abbastanza lontano da non poter essere fermato da Alice era corso via, veloce verso la città. Non che non l'amasse, lui amava sua moglie con tutto se stesso ma quella notte aveva bisogno di stare da solo, lontano dai poteri dei Cullen e di nuovo padrone dei suoi sentimenti e di quelli altrui.
In città l'attenzione di Japser si posò su una ragazza e dall'alone di dolore e rassegnazione che si portava dietro, non erano le emozioni di una ragazza, no, sembravano più quelle di un soldato, si, un soldato partito giovane per la battaglia e tornato con il peso di mille anni sulle spalle.
Noire intanto nel freddo di quello notte intanto pensava, alla sua famiglia perduta e alla sua vita cercando di trovare un motivo per viverla.
è la mia prima fanfiction, spero possa piacere anche perché è una vita che mi gira per la mente, per il resto buona lettura :)
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jasper Hale, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Carlisle/Esme
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Successivo alla saga
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Capitolo 1

Pov Noire

Finì la sigaretta e decise di andare al cimitero.
Quel giorno di 3 anni non partì mai per l'Italia, era destino che suo padre non tornasse mai dov'era nato, come poteva farlo visto che il suo amore era sepolto in questa stessa terra, neanche la morte era riuscita a separarli penso amaramente.
Camminò godendosi la calma delle strade e la luce della luna, chissà perché dicono che le strade di notte sono pericolose.
La casa famiglia non era molto lontana dalla chiesetta con annesso cimitero, l'avevano fatto apposta perché credevano che la fede potesse essere di conforto agli orfani lì accolti, niente di più sbagliato secondo Noire, come potevano pensare che si sarebbe affidata ad un Dio che ignorava la sue preghiere e era responsabile della sua vita disperata. Scavalcò il cancello della Chiesa ed entrò nel cimitero. Tutto era ordinato e ben tenuto, poche file di lapidi di diverse gradazioni di bianco-giallo spuntavano in un prato curato con un sentiero in ciottoli che passava davanti ad ogni tomba, accanto ad ogni lapide un fiore, l'anziano custode metteva lui stesso i fiori affinché nessuna anima si sentisse dimenticata, così diceva.
Si inginocchiò davanti alla tomba di suo padre
"Christopher Evans
1976-2008
Loving husband and father"
"marito e padre amorevole" lesse a mezza voce Noire "chi è il genio che ha pensato questa frase"
Noire scosse la testa al solo pensiero.
- Ti ho sognato,  di nuovo
La ragazza iniziò a parlare fissando il nome di suo padre inciso sulla pietra
- Perché non te ne vai, vai via, lasciami, sparisci
Una lacrima solitaria brillò rimanendo bloccata sulle ciglia della regazza
-Perdonami, ti prego, ti prego
Non sapeva neanche perché era lì, ma non sapeva che altro fare.
Presa tra le mani la catenella che portava al collo, il ciondolo attaccato era simile alla targhetta che portavano i militari, solo con un lato molto più affilato, in quella specie di orfanotrofio in cui era costretta a vivere la privacy era un lusso non permesso, quello era l'unico modo che aveva trovato per nascondere la sua debolezza.
Si sedette per terra con la schiena appoggiata alla lapide, le lacrime non riuscivano a scendere, un groppo in gola sembrò impedirle pure questa consolazione, ma dopo poco le lacrime iniziarono a scendere per il viso, il mento perfino sul collo, era un fiume in piena scosso dai singhiozzi silenziosi, alzò le maniche e poggiò la targhetta a metà dell'avambraccio, una leggera pressione e tagliò.
 

Pov Jasper

Jasper aveva seguito la ragazza non solo per curiosità ma perché in piena notte non poteva permettere che una ragazza andasse in giro da sola, indifesa e con le gambe scoperte. Pensando quest'ultima cosa Jasper non poté fare a meno di infastidirsi: non si sarebbe mai abituato alla moda di questi ultimi 50 anni, trovava volgari le minigonne e ancora di più le emozioni che suscitavano, l'educazione in questi anni lasciava molto a desiderare.
Sorpreso e un po' divertito l'aveva vista scavalcare esperta il cancello del cimitero, probabilmente neanche a casa sua entrava dalla porta.
Scattò veloce saltando sul tetto della chiesetta per osservare la ragazza dall'alto indisturbato. Quando sentì la disperazione, la paura e l'indicibile sofferenza della ragazza assalirlo, cercò di usare i suoi poteri per bloccarla, cercò di sedare quella sofferenza, le inviò tutta la serenità di cui era capace, ma non funzionò.
Jasper rimase folgorato da quella scoperta, provò ancora, i suoi poteri funzionavano ma poi le emozioni della ragazza sembravano controbilanciarne gli effetti crescendo in tante direzioni diverse, c'era rassegnazione e paura al tempo stesso, rabbia e tristezza, un vortice di emozioni che sembrava risucchiarlo tutto contenuto in quello scricciolo di ragazzina che adesso iniziava a parlare dando ordine a quelle emozioni, incanalandole nelle sue parole.
Impossibile, pensò Jasper.
-Ti ho sognato di nuovo
Quelle parole parevano arrivare da lontano, Jasper era talmente immerso nei sentimenti della ragazza da sentirle appena.
-... Ti prego, Perdonami
"per cosa? Cosa hai fatto?" si ritrovò a chiedersi il vampiro appostato sul tetto mentre sentiva nella ragazza il senso di colpa aumentare.
Scese lentamente dal tetto attento a non farsi sentire, se non avesse potuto usare i suoi poteri, allora e avrebbe parlato, come faceva da essere umano, riusciva a incoraggiare uomini alla battaglia,  rincuorare genitori che avevano perso i propri figli, poteva farcela anche con questa ragazza.
Ad un certo punto si bloccò, si stava muovendo, Jasper osservò il ciondolo luccicare nelle mani della ragazza e in un attimo capì e trattenne il fiato, non aveva bisogno di respirare per vivere, e così facendo non avrebbe sentito l'odore del sangue, doveva andarsene da lì, ma non poteva abbandonare una ragazza, sentiva che stava per succedere qualcosa di atroce.
Così la osservò mentre la lametta feriva la carne dell'avambraccio sempre più in profondità,  poi un altro taglio all'interno del gomito, la pelle candida si arrossava, rivoli amaranto scendevano nel silenzio della notte per il braccio e colavano nell'erba del cimitero.
Ad ogni taglio Jasper sentiva il senso di colpa della ragazza sfumare, la rabbia sbollire, la sofferenza scivolare verso una calma malinconia, una pace ovattata e dolorante stava prendendo il posto di tutti quei sentimenti. Ma la ragazza non sembrava volesse smettere di tagliarsi e aveva iniziato a ferirsi l'altro braccio, Jasper era sconvolto da come riuscisse a ferirsi così gravemente senza emettere alcun suono, né lamento, nemmeno una lacrima, perfino i singhiozzi erano passati, ma il sangue che stava perdendo era troppo, la vide abbandonare la testa alla lapide e stendere le gambe sul terreno intriso del proprio sangue, non poteva non fare niente, ma cosa poteva fare, l'origine di quei sentimenti era così complessa e articolata che non bastava semplicemente farle provare felicità perché lei avrebbe trasformato persino la felicità più pura in senso di colpa.
Jasper uscì dal suo nascondiglio e, sempre trattenendo il respiro si corse verso la ragazza, bloccandole la mano con la lametta a terra, era preparato alla sorpresa della ragazza ma non a quello che seguì.
 

Pov Noire

Aveva deciso che questa notte sarebbe stata la sua ultima notte, l'aveva deciso mentre sentiva la lametta scorrere sotto al pelle, era una notte di luna piena limpida e tranquilla, e i suoi sogni le avevano dimostrato ancora una volta che non poteva più vivere, era ora di farla finita.
Sentiva le forze abbandonarla quando ebbe un'allucinazione, vide suo padre avvicinarsi sempre di più,  era sconvolta e sorpresa, ma pensava fosse un'immagine passeggera ma non fu così.
Lui si inginocchiò vicino a lei, come faceva quando cadeva per terra quando era piccola e diceva che non si sarebbe più alzata, le aveva bloccato la mano, la suo presa era forte, fredda... Reale, era reale, suo padre era lì non era un'allucinazione,  era veramente con lei.
-Mi hai perdonato, ti prego, non andare via, portami con te
Non sapeva se stava parlando o lo stava solo pensando, ma suo padre era lì,  con i capelli biondi, la pelle pallida, lo stesso profilo del naso e gli zigomi alti. Alzò la mano e la poggiò sul suo viso.
-Muoio per te, perdonami
Per un attimo le sembrò di aver visto suo padre sbarrare gli occhi sconvolto, ma fu solo un attimo, un attimo prima di sentire un dolore lancinante al collo, "è questo che si sente quando si muore?", questo fu l'ultimo pensiero di Noire, mentre abbracciava suo padre chino su di lei.




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Hey salve a tutti :D
Ho deciso di aggiormare subito il primo capitolo visto che era abbastanza breve ma giuro che i prossimi saranno più lunghi :)
spero vi piaccia e aspetto le vostre recensioni e critiche ^-^
Buonanotte a tutti <3
  
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