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Autore: Coleottero    25/09/2015    1 recensioni
E forse il fuoco non è solo sinonimo di morte
Forse il fuoco può portare nuova vita
Dalle ceneri la Fenice può risorgere
Ma c'è un problema:
è solo una bambina
~Dan R. Jumper~
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Come hai fatto, insomma... - Jenny boccheggiò -Come hai fatto a batterli? Eri in svantaggio numerico!-
-Non è importante come ho fatto, l'importante è che io mi sia divertito- replicò Creede ricominciando a parlare con la sua voce normale. Ann fece un tremulo passo davanti a Jenny -Beh il gioco finisce qui. Lasciaci in pace-.
Creede rise e per un attimo Jenny credette che qualcuno stesse graffiando le unghie su una lavagna.
Il taglia gole saltò giù dalla roccia sulla quale era appollaiato e sussurrò -In pace, eh?-
poi iniziò a sfregare le mani tra loro e quasi subito Jenny si accorse che una pioggerellina di polvere nera aveva iniziato a caderene. 
-Ma cosa stai...- cominciò a dire Evert, ma Creede non gli lasciò finire la frase; portò le mani chiuse a coppa vicino al viso e poi soffiò con forza: la polvere nera ne uscì come in un'esplosione, la quale investì in pieno solo Evert. 
In un attimo il ragazzo di cenere si pietrificò, avvolto da uno strato nero e rigido. 
Ann restò per qualche secondo a bocca aperta e Creede le concesse quella breve tregua solo perchè si stava divertendo troppo.
-Fuori uno- bisbigliò tra sè e sè. 
Ann strinse i denti, spinse Jenny ancora più indietro e poi unì le mani. La roccia sotto i piedi di Creede gorgogliò e si trasformò in magma. Per un attimo Jenny gli lesse in viso paura. 
Poi Creede, con un salto, scartò di lato e una volta fuori pericolo tornò a ghignare maligno. 
Ann non gli diede tempo di contrattaccare, sollevò il braccio destro verso il cielo, gli occhi che luccicavano infuriati. Un fulmine rosso scaturì dalle nuvole, diretto verso Creede, ma il taglia gole, fu letteralmente più veloce della luce.
Con un movimento fluido, deviò il fulmine e lo rigirò contro Ann, la quale non fece in tempo a spostarsi.
Venne scaraventata oltre gli scogli, poi giù per la scogliera.
Jenny, che fino a quel momento non aveva potuto fare altro che osservare, urlò -Ann!-.
Sparava di sentire la sua voce, sapere che stava bene, ma nessuno rispose. 
Erano rimasti in gioco solo lei e Creede.
-E così- iniziò a parlare lui, sicuro di avere tutto il tempo del mondo -Tu sei la portatrice della Fenice a conoscenza delle tre parole segrete- fece un passetto in avanti e la studiò con sguardo critico. Una smorfia disgustata gli si dipinse sul viso appuntito 
-A me sembri solo una tremante ragazzina. Potrei liberarmi di te adesso, all'istante, sai?-
Jenny digrignò i denti e strinse i pugni, la rabbia che cominciava a montargli dentro. 
"Tu solo provaci" pensò furente. Poi però qualcosa alle spalle di Creede, che stava continuando a parlare, attirò la sua attenzione e la rabbia evaporò.
-Sei fortunata che servi da viva, al mio padrone. Mi limiterò a portarti da lui- concluse Creede con un tono rattristato ma tradito dal ghigno perfido. Jenny si concentrò profondamente e delle scintille iniziarono a saltellare sul palmo delle sue mani.
-Oh, ma che brava- commentò sarcastico Creede, notandole -E adesso che farai? Hai intenzione di accenderci dei fiammiferi?-
Jenny cercò di temporeggiare ancora -Pensavo usarle per carbonizzarti per bene, invece-
Creede scoppiò a ridere e la sua risata rimbombò tra le pietre della scogliera. 
E mentre rideva, dalla bicca spalancata si levò verso il cielo una lunga lingua di fuoco nero che schioccò come una frusta.
Jenny ebbe un tremito di paura e il piccolo fuocherello che era riuscito a far nascere sulle sue mani, si spense.
Creede contorse la lingua infuocata e la fece sibilare verso Jenny con la chiara intenzione di afferrarla.
Jenny chiuse gli occhi e si portò le mani davanti al viso, per proteggersi da un colpo che non arrivò.
Riaprì gli occhi lentamente e si dovette sforzare per trattenere il sorriso davanti all'espressione di stupore e terrore che si era dipinta sul viso di Creede, il quale fissava paralizzato la sua lingua mozzata che si contorceva ora a terra come un serpente; il taglia gole emise un gemito stizzito.
Jenny aveva ancora gli occhi puntati su Heban, il quale stringeva con forza l'aculeo argenteo che dopo tanti sforzi era riuscito a sradicare dalla sua spalla e che aveva utilizzato per tagliare la lingua a Creede. Il suo tempismo era degno di nota. 
Se Jenny non avesse preso tempo, lui non sarebbe riuscito ad avvicinarsi di soppiatto alle sue spalle. 
L'uomo dalla voce strudula ebbe appena il tempo di spalancare gli occhi e rendersi conto dell'accaduto che Heban fece scattare l'aculeo verso di lui, creando uno squarcio sul suo sottile collo.
Creede emise un verso strozzato, una specie di urlo soffocato dal gorgoglio del sangue, poi gli si rovesciarono gli occhi e lui ricadde in avanti, morto. Ironicamente, il taglia gole era stato parzialmente decapitato. 
Heban lasciò cadere a terra l'aculeo che, ancor prima di toccare terra, si disintegrò in tanti granelli di polvere nera. La stessa sorte accadde al cadavere di Creede. Non rimase niente a testimoniare la sua presenza, nè impronte, nè orme, solo il campo di battaglia.
Jenny si avvicinò in corsa verso Heban, che con gli occhi strizzati in un'espressione sofferente, si stava analizzando il punto in cui era stato trapassato da parte a parte.
-Sei stato grandioso! Ma la ferita ti fa tanto male?- e nel dire questo, gli scostò la mano dalla spalla per vedere il foro ed evenutalmente aiutare. Non si era accorta che le bende nere che solitamente avvolgevano la mano dell'incappucciato si erano strappate. E quando Jenny toccò la pelle delle sue nocche pallide come la luna, l'incappucciato provò a ritrarsi, ma fu troppo tardi: la ragazza era stata ricapultata nel passato, nei ricordi di Heban.
   
 
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