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Autore: metamorfosj    25/09/2015    0 recensioni
Niall!AgenteFBI
Genere: Avventura, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Soprano
 
- Quantico, venerdì 23 settembre 1992
 
I've got a fire for a heart

 

Le indagini procedevano a rilento e Horan era ormai esausto degli straordinari in ufficio a ricevere false piste di stupidi mitomani che non avevano nulla di meglio da fare che fingersi serial killers di prostitute.

-Capo, io stacco, mia moglie mi aspetta a casa- sbottò ad un tratto Irving sbattendo giù la cornetta del telefono dopo l'ennesimo buco nell'acqua.

-Vai, io smonto tra mezz'ora- concesse Horan soffocando uno sbadiglio.

Appena Irving uscì lui rimase sono nella stanza adibita a quartier generale per le investigazioni della task force istituita dal gran capo Edgar Hoover in persona.

Infischiandosene del cartello appeso al muro che recitava "non fumare" si accese una sigaretta e inspirò profondamente il fumo. Doveva rilassarsi assolutamente. Quel caso, il più difficile mai affrontato lungo la sua carriera, minacciava di metterlo in guai grossi con gli alti papaveri del Bureau, che si aspettavano sviluppi positivi al più presto.

Buttò la cicca ormai consumata nel vaso sulla scrivania dell'ispettore capo Rollenberger.

-Dio...- gemette massaggiandosi le tempie. Ogni volta che fumava gli veniva un tremendo mal di testa ma proprio non ce la faceva a smettere. Si allentò il nodo della cravatta e slacciò il primo e il secondo bottone della camicia.

-Chi me l'ha fatto fare di entrare nell'FBI?- borbottò al nulla che gli faceva compagnia nella stanza.

Avrebbe dovuto essere assieme ai suoi colleghi a ubriacarsi al Red Wind o all'Highlighter, i pub frequentati dai federali, invece era incollato a una stupida sedia aspettando la telefonata che non sarebbe mai arrivata, la telefonata che li avrebbe messi sulla pista giusta. Dopo mesi.

-Fanculo, io mollo- disse poi lanciando un truce sguardo alla scrivania pulita dell'ispettore capo. Esattamente l'opposto della sua, invasa da pratiche e rapporti relativi a casi che gli erano stati affidati essendo lui uno dei migliori agenti che Quantico avesse mai avuto. Uno dei migliori agenti che però era ancora alle prese con una maledetta serie di delitti irrisolti.

Si alzò dalla sedia con frustrazione. Era stanco e arrabbiato, un'intera serata di straordinari buttata nel cesso. Uscì dal quartier generale lasciando tutte le luci accese. Così agli indifesi cittadini di Los Angeles sarebbe sembrato che le forze dell'ordine a cui tanto si affidavano erano sempre all'opera contro il male.

-Capo, se ne va ora? E chi copre il turno di notte?-

Horan si girò scocciato. Avrebbe voluto andarsene senza dare nell'occhio ma a quanto pare il tentativo era fallito miseramente.

-Che cosa vuoi che ne sappia McRae, chiama delle matricole e mettile a rispondere al telefono- sbottò senza degnare di uno sguardo uno dei suoi ragazzi.

-Si signore, grazie signore- e il giovane Logan McRae osservò il suo superiore pigiare con forza il pulsante dell'ascensore.

-Ha un sacco di pressione addosso, lascialo perdere. Non vorrei mai essere al suo posto- disse Styles, uno dell'unità Scienze Comportamentali, comparendo accanto a lui poco dopo che Niall Horan se ne era andato.

Logan annuì, poco convinto. Si accinse a fare quello che gli era stato ordinato.


*


Horan uscì dall'Hoover Building, il quartier generale dell'FBI, rimettendosi la giacca in modo da nascondere le due fondine, una con una Glock e una con una Sig, presenti sotto le ascelle, contro le costole. Quelle armi gli pesavano addosso come due macigni.

Mentre scendeva a due a due le scalinate di accesso all'edificio notò con stupore una figura che si aggirava poco lontano. Sorrise e ridacchiò riconoscendo una delle reporter del Los Angeles Times, sempre a ronzare attorno al LAPD, il police department della città e all'FBI.

Ovviamente fece finta di non vederla anche se lei gli si stava avvicinando velocemente. Grace Soprano si era fatta un nome all'interno del Bureau ed era molto famosa tra i federali. Una spina nel fianco della polizia, che sputava sangue a forza di "no comment" urlati a destra e a manca.

-Detective! Hei detective!- lo chiamò per obbligarlo a fermarsi. Horan invece camminò ancora più veloce. Cosa che non servì a molto visto che pochi secondi dopo udì il rumore di tacchi che battevano sull'asfalto.

-Detective Horan, si fermi, la prego-

Niall non si stupì che Grace Soprano l'avesse chiamato per nome. Una sua collega con cui aveva  fatto conoscenza tempo addietro in un tribunale aveva scritto su di lui almeno una dozzina di articoli da prima pagina. Era apparso alla BBC, alla CNN, su Forbes come detective federale più sexy d'America e su altre centinaia di fonti mediatiche. Era famoso.

E questa era una cosa che, nel lavoro che svolgeva, poteva giocare sia a suo favore che a suo sfavore. I piccoli criminali che fungevano da informatori della polizia spesso lo riconoscevano e faticavano a fidarsi ma, d'altro canto, erano persino intimoriti dalla sua notorietà e da quello che si diceva del suo conto e spesso cedevano e confessavano.

-Se è qui per ottenere qualche spunto per il suo articolo di testata casca male signorina, sa benissimo che sono costretto a tacere riguardo alle indagini in corso- disse chiaramente senza rallentare il passo. La sua macchina era poco lontana e presto sarebbe stato in salvo.

-Detective, il Paese deve sapere!- ribattè affannata la giornalista correndogli appresso con stretti tra le mani piccole uno di quei lunghi block notes dati in dotazione ai reporter e una stilografica.

-Il Paese o lei?- domandò Horan facendola zittire per un attimo.

-Solo poche domande signore, la prego. Come procedono le indagini? Avete qualche sospettato? Ci saranno nuove vittime? E' vero che siete disposti a dare una ricompensa in denaro a chi porterà delle informazioni valide?- chiese la Soprano a raffica.

Lui si fermò irritato, facendo quasi in modo che Grace gli sbattesse contro la schiena.

-Senta Grace- grosso errore, grossissimo errore. Chiamandola per nome le stava dando troppa confidenza. Ma era stanco e l'unica cosa che ormai attirava la sua attenzione era il seno della giovane reporter costretto in una camicetta troppo stretta. Per non parlare delle lunghe gambe dispettosamente nascoste dall'oscurità lasciate scoperte dalla gonna al ginocchio aderente.

Horan capì il motivo per cui era molto amata dagli agenti. Anche lui probabilmente, duro e coriaceo com'era, stava cedendo al fascino dolce e puro di quell'onesta giovane completamente presa dal lavoro.

Probabilmente le bastava un "Allora bel poliziotto, che si dice in centrale?" per ottenere tutte le informazioni di cui aveva bisogno.

-Apprezzo la sua dedizione ma è inutile, dalla mia bocca non uscirà una parola a proposito delle indagini- sbuffò schiarendosi la gola e obbligandosi a sollevare lo sguardo da ciò che non avrebbe mai dovuto guardare con tanto piacere.

-Oh capisco, nemmeno una piccola dichiarazione?- tentò un'ultima volta la Soprano avvicinandosi ancora a Niall, che non indietreggiò.

-Avrà tutte le dichiarazioni del mondo alla conferenza stampa di mercoledì con l'ispettore capo Rollenberger. Le riservo un posto- e fece per allontanarsi.

-Quindi lei conosce il mio nome, detective Horan-

L'agente sbuffò forse troppo sonoramente. Si girò verso la giovane donna che stava ancora con il taccuino in mano, non avrebebe scritto nulla. Si fermò con un sorriso stanco sul bel viso dalle linee fini e delineate e lasciò cadere la braccia lungo i fianchi, esausto.

-Ha presente la sua collega Kay Scarpetta? Se non sbaglio lavora ancora al Times. Bene, mi aveva citato in tribunale tempo fa perchè convinta che il sottoscritto avesse abusato del suo potere contro un collega che, detto in parole povere, stava rompendo il cazzo a tutti con domande stupide. Lei, signorina, aveva testimoniato a mio sfavore. A proposito, non l'ho mai ringraziata- ironizzò poi ridacchiando tra se e se.

La vide arrossire nel buio e se ne compiaque.

-Io ehm mi dispiace. Chi vinse la causa alla fine?-

Horan non si aspettava quella domanda.

-O è top secret pure questo?- scherzò lei mordendosi le labbra curiosa.

-Io, ovviamente- rispose Niall sentendo la gola improvvisamente secca.

Quanto avrebbe voluto essere al Red Wind in compagnia di un black jack, magari doppio, o triplo. Quella conversazione stava diventando ridicola e priva di senso.

-Ora, se vuole scusarmi, io me ne andrei a casa a dormire. Se davvero vuole qualcosa su cui scrivere faccia un articolo sull'incredibile capacità del Bureau di togliere il sonno ai suoi agenti tenendoli occupati fino a tarda notte. Arrivederci signorina Soprano- e detto questo le voltò finalmente le spalle, lasciandola nel bel mezzo del Parker Center in balia della fredda aria notturna.

Quando finalmente fu in macchina tirò un sospiro di sollievo. Odiava l'invadenza dei giornalisti, di qualunque tipo essi fossero. Dalle vecchie conoscenze come Bernard Bremmer, che alle conferenze stampa ti fanno sempre le domande più scomode, ai novellini quali Louis Tomlinson che si cagano in mano dalla paura di parlare con te, alle giornaliste dannatamente attraenti come Grace Soprano, a cui vorresti raccontare tutta la tua vita solo per ottenere la loro attenzione.

Accese stanco il motore della Cherokee e sgommò veloce lungo la freeway. Poi svoltò in un angolo e si fermò a bordo strada.

Era stato dannatamente sgarbato con quella ragazza. D'altronde stava solo facendo il suo lavoro. Sapeva che si sarebbe pentito di quella decisione ma la sua cavalleria ebbe la meglio sul resto e fece retromarcia, diretto all'Hoover Building maledicendosi mentalmente.

Grace era ancora là, sperduta nella foschia che andava salendo e parlava animatamente al telefono.

Horan rimase in macchina ad osservarla, a studiarla. D'altronde era un agente speciale pluridecorato, l'osservazione e il raccoglimento di dati sulle persone era il suo mestiere. Dal modo in cui la reporter gesticolava arrabbiata e camminava avanti e indietro si capiva che il suo fidanzato, o probabilmente compagno, non sarebbe venuto a prenderla in macchina.

Niall le lesse il labiale, in difficoltà a causa della distanza, ma riuscì ad intercettare le parole "autobus" e "vaffanculo Liam". La sua tesi sul fatto che la bella giornalista fosse costretta a tornare a casa da sola era confermata. Si complimentò da solo per aver visto giusto.

Suonò il clacson, attirando in questo modo l'attenzione di Grace Soprano, che fece un salto dallo spavento. Si avvicinò alla macchina e Horan abbassò il finestrino.

-Avanti salga, la riporto a casa. Per farmi perdonare per averla trattata con sufficienza- disse Horan con un mezzo sorriso che, pensò Grace, era la cosa più eccitante mai vista in vita sua.

-Grazie detective, accetto volentieri-

Quando Grace Soprano si accomodò al posto del passeggero Niall avvertì immediatamente il suo profumo alla vaniglia mischiato a sicurezza un poco vacillante e romanticismo. La osservò con la coda dell'occhio azzurro mentre si scioglieva la crocchia castigata e lasciava cadere i capelli sulle spalle strette. Non erano molto lunghi ma gli piacque il leggero mosso sulle punte.

-Dove?- chiese rimettendo in moto per la seconda volta. Trattenne l'impulso di accendersi una nuova sigaretta. Non sarebbe stata una mossa intelligente per un tutore della legge dare il  cattivo esempio, per di più davanti a una delle voci del popolo pensante.

-Percorra la freeway 101, si immetta sul Sunset e svolti in Boulevard, il mio appartamento è in uno dei grattacieli sul lato destro-

-Bene, ho inquadrato la zona-

La guida fu calma e tranquilla. E silenziosa. Horan, dopo che Keisha lo aveva lasciato per un broker della borsa di New York, non si concedeva la compagnia di una donna da ormai settimane e fu con piacere che osservò Grace accavallare elegantemente le gambe, scoprendo una porzione in più di pelle.

-Lei ha arrestato il Poeta- era un'affermazione, non una domanda.

-E' esatto, si- rispose Niall ricordandosi di quel caso dell'assassino che firmava i suoi delitti con frasi tratte da libri di Edgar Allan Poe.

-E ha arrestato il Fabbricante di Bambole-

-Già- indagine lunga e difficoltosa quella, il killer truccava le sue vittime dopo averle uccise, donando così un'ultimo sorriso color rosso MaxFactor alle povere donne morte.

-E anche il Gentiluomo-

Brutto ceffo, pensò Horan, lo psicopatico che abbandonava una rosa rossa sui cadaveri fatti a pezzi di giovani avvocatesse.

-A quanto pare...-

-E il Carnaro- un assassino con una spiccata passione per la macelleria, tanto da tagliare i corpi degli uccisi come se fossero tocchi di carne animale.

Niall girò la testa verso la giovane donna, doveva avere cinque anni meno di lui, e le rivolse uno sguardo stranito. Dove voleva andare a parare?

-Si signorina-
-Mi chiami Grace-
-Si Grace, l'ho beccato io quello stronzo-

La Soprano annuì contenta.

-Lei è sposato detective?-

E a quel punto Horan sorrise. Ecco dove voleva andare a parare.

-Le domande sono il suo mestiere Grace, ma non credo questo la riguardi-

La fece arrossire vistosamente e se ne rallegrò. Era proprio carina quando arrossiva, forse un pò troppo spesso con lui.


-Si, mi scusi signore-


A quel punto avrebbe dovuto dirle qualcosa tipo "Mi chiami Niall" ma non lo fece semplicemente perchè non gli andava e il ricordo di Keisha era ancora troppo vivo nella sua mente.

-Non sono sposato, Grace- disse poi per non farla sentire una ragazzina stupida.

-Come mai?-
-Lei?- domandò a sua volta senza rispondere all'ultimo quesito della reporter.
-No-

Horan sapeva già che non aveva marito, glielo si leggeva con facilità negli occhi ancora pieni di desiderio, cosa che non sarebbe stata più visibile se avesse avuto una stabile e duratura vita sentimentale.


*


-E' questa la sua palazzina Grace?- volle verificare Niall inserendo il freno a mano. Erano le ventitre e trenta, e lui avrebbe voluto essere nel suo letto leggendo un libro di Michael Connelly mentre fumava le sue sigarette che gli facevano venire mal di testa.

-Si, grazie mille detective- sorrise lei e gli poggiò una mano sulla gamba, ritirandola quasi subito, rossa in viso.

Horan la guardò con un sorrisetto furbo in volto, sapeva che la attraeva fisicamente e ne andava fiero. Si grattò una basetta in maniera disinvolta, sfiorandosi l'orecchio come sua abitudine.

Forse avrebbe dovuto darle un bacio e farla sentire bene. Almeno quella trasferta a Boulevard non sarebbe stata del tutto inutile. Invece si limitò a un:

-Buonanotte Grace- detto con dolcezza e fermezza, come a dire "da qui non si va avanti quindi non tentare nessun colpo di testa".

La giovane lo guardò negli occhi e dischiuse le labbra umide in un lieve sospiro.

-Buonanotte detective Horan- e tentennò prima di aprire la portiera. Sembrò voler aggiungere qualcosa.

-Lei mi... Sarebbe così gentile da accompagnarmi fino al mio appartamento?-

Niall non si aspettava affatto una frase del genere e sorrise divertito, passandosi una mano tra i capelli biondi. Non era certo la prima volta che riceveva le attenzioni di qualche bella reporter.


-E magari fino al suo letto, signorina Soprano? Dovrei poi darle il bacio della buonanotte e rimboccarle le coperte?-


Quell'ironia gli uscì spontanea e come al solito Grace diventò più rossa di un peperone. "Sarebbe bellissimo" pensò la giornalista ammirando il carattere così forte dell'agente federale per cui aveva una cotta pazzesca da quando l'aveva visto mesi prima ad una conferenza stampa all'Hoover Building.

Horan cercò gli occhi della giovane con i suoi, gelidi e stupendi.

-Lei vuole che la faccia sentire bene Grace?- mormorò sporgendosi verso di lei e soffiandole sulle labbra.

-Si, la prego- sussurrò quest'ultima in risposta sentendo per un millesimo di secondo le labbra di Niall Horan sulle sue, ma fu solo per un battito di ciglia.

-Perfetto, la scorterò fino alla porta del suo appartamento signorina Soprano- sorrise il detective interrompendo l'atmosfera carica di tensione sessuale che si era creata nella macchina.

Grace aprì la portiera e vi scese elegantemente, cercò di ignorare la mollezza delle gambe. Poi sentì la mano del biondo premerle in modo delicato ma deciso sulla schiena, sospingendola verso l'ingresso del grattacielo.

-Si tranquillizzi Grace- mormorò Horan lasciando cadere le dita lungo la colonna vertebrale, avvertendo un fremito sotto i polpastrelli. Anche Keisha aveva sempre avuto la stessa reazione.

La Soprano spinse il grande portone a vetri dell'ingresso con una spalla e il rumore dei suoi tacchi che battevano sul marmo lucido della hall era l'unico suono nel silenzio. Con la coda dell'occhio vide il biondo seguirla docile con un'ombra di sorriso malizioso sul volto, deglutì a vuoto e prese a salire le scale.

Dal canto suo l'uomo si scoprì con crescente imbarazzo ad ammirare il posteriore della reporter con più attenzione di quanto avrebbe dovuto. Osservava inoltre le lunghe gambe di lei coperte dalle calze a rete, che poi sparivano sotto l'odiata gonna al ginocchio.

Quando, dopo qualcosa come centinaia di scalini, giunsero al pianerottolo che dava su un'elegante porta contrassegnata con il numero 167 Horan si schiarì la voce e infilò le mani nelle tasche, in attesa.

-Bene ehm, io... grazie detective- mormorò Grace girandosi verso di lui con un'espressione solo all'apparenza rilassata in viso.

Niall annuì chiudendo gli occhi e quando li riaprì la giornalista credette che le sue gambe avrebbero ceduto da un momento all'altro sotto l'influenza di quelle iridi gelide e intelligenti.

-Si figuri signorina- rispose lui avvicinandosi pericolosamente all'altra. Le portò una mano sulla guancia e chiudendo le palpebre le baciò gentile le labbra.

La giovane donna socchiuse le sue e sospirò nella bocca del biondo, accarezzandogli il collo, quasi per farlo avvicinare di più a se, cosa che in effetti accadde. Horan si sentiva dannatamente bene stretto contro il corpo della Soprano e le sue mani dalle gote scesero lungo i fianchi, cingendola dietro la schiena.

Il bacio si fece improvvisamente più ardito e quelle semplici carezze tra le loro labbra si trasformarono in morsi e lavoro di lingua.

-Horan...- soffiò Grace infilando le dita tra le ciocche bionde di lui, tirandole leggermente.

Niall sorrise a quel "Horan" detto quasi con un sospiro di beatitudine. Non pensava più a Keisha, solo alla giornalista che aveva le sue braccia attorno al suo collo e sembrava quasi non volerlo lasciar andare.

Le baciò la guancia lasciandovi un leggero morso per poi passare al collo. La sentì fremere contro di lui.

-Buonanotte signorina Soprano- disse poi con tono basso e graffiante che esaltava il suo accento irlandese. Si abbandonò per un attimo, solo per un attimo, alle carezze di lei e poi si staccò deciso dal suo corpo. La fissò negli occhi e meno di un secondo dopo lei gli si era gettata di nuovo tra le braccia baciandolo con passione, tanto da non farlo respirare.

-Grace, Grace- la chiamò prendendola per le spalle e allontanandola. Lei gli sorrise.

-Buonanotte detective- rispose la reporter e con non si sa quale coraggio, gli strizzò leggermente l'occhio.

Horan ridacchiò passandosi una mano tra i capelli biondi e allentò il nodo della cravatta. Pensava che sarebbe stato contento di tornarsene a casa sua ma si era sentito così bene con la Soprano che aveva quasi voglia di rimanere ancora un poco.

Grace rimase ferma mentre lui le soffiava sulle labbra un "arrivederci" dannatamente sensuale. La sua strizzata d'occhio fu decisamente più provocante. Lo guardò scendere le scale due a due e solo in quel momento si sentì arrossire.

-Un agente federale bravo a catturare criminali tanto quanto a baciare- sorrise passandosi una mano dove prima era posata quella di lui.


*


Mentre usciva dall'alta palazzina che dava sul Boulevard, Horan scoppiò a ridere pensando alla sua piccola malefatta con il "nemico", il modo in cui i giornalisti venivano chiamati al Bureau.

Aveva fatto bene a smontare prima quella sera, aveva fatto davvero bene.





My Space

buonasera a tutte, I'm here again con un'altra delle mie stranissime OS, questa con un Niall!AgenteFederale bc ho letto davvero troppi thriller/polizieschi che morivo dalla voglia di scrivere qualcosa che avesse a che fare con l'FBI.

Spero che la storia vi sia piaciuta, mi sono impegnata molto, e se davvero vi è piaciuta (la vedo difficile) fatemelo sapere tramite un commento. Ovviamente, già l'avevo detto nell'altra mia OS, Chapter 21, potete commissionarmi brevi storie facendomi sapere come le vorreste.

Potete contattarmi su twitter : ovceanniall
Potete contattarmi su wattpad : mynixll

Detto questo passate a leggere le altre mie ff, ve se ama





 
   
 
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