Il sole riscaldava la nave, un leggero vento caldo avvolgeva i tre ragazzi incatenati sul ponte: le guardie a mala pena li guardavano.
Poco prima della partenza Enji aveva dato molte istruzioni ai due compagni, prima tra tutte quella di fare sempre cosa faceva lei e di parlarle guardandola dritta negli occhi. Infine gli aveva affidato di tenere a mente un nome, “Sonen”, non aveva dato molte spiegazioni e questo li insospettì.
L'imbarcazione si muoveva placidamente sulle onde, all'orizzonte si vedeva solo il mare aperto.
“Lo sento! Ci siamo!” Enji alzò lo sguardo e in quell'istante sia lei che i due compagni sentirono una scossa per tutto il corpo. Subito dopo, davanti a loro si stagliò un'immensa colonna blu scuro che brillava a contatto con la luce.
“Cosa diavolo..” dallo shock perfino i pensieri di Ace erano confusi.
Marco era a bocca aperta “Da dove è arrivato!!”
Enji fece un lieve sorriso.
Una volta che la nave attraccò i tre prigionieri furono portati sulla terra ferma.
I due capitani si aspettarono di vedere il Primo ufficiale stramazzare al suolo, ma con loro grande sorpresa, lei era in posizione retta, senza neppure ondeggiare.
- Raunen? - chiese incuriosito Marco, sperando che comprendesse i suoi dubbi.
Lei in tutta risposta indicò le manette che aveva ai polsi e subito dopo la superficie dell'isola.
Marco ed Ace capirono immediatamente.
“Agalmatolite, è un'isola di Agalmatolite!!!” pensò la Fenice.
“Ecco perché...” rimuginò Ace.
I loro pensieri furono interrotti dal carceriere.
- Bene, bene, bene.. così sei tu il Genio di Winen! - l'omone grasso afferrò la catena che univa le manette di Enji e la tirò verso l'alto alzandola di mezzo metro da terra, uno schiaffo le fece sanguinare il labbro. Il sangue era rosso per effetto della trasformazione, alcune gocce caddero in terra.
- Sorella! - gridò Ace.
- Buoni, o le faccio ancora più male. - rispose il bestione.
Enji simulava paura e dolore.
- Sono curioso di sapere se sei davvero brava come si racconta in giro, se sei degna della tua fama, ragazzina... -
“Certo che ne è degna, pezzo di idiota!! Ma ti assicuro che io non sono da meno della mia!!” pensò restando attenta ad non far trapelare nulla dai suoi occhi.
- Loquace, beh ora griderai di sicuro! - disse con un macabro sorriso - Mettete gli altri due sulla piattaforma! - indicando i due fratelli mentre trascinava anche lei li sopra.
La piattaforma non era altro che legno ormai quasi del tutto marcio, quando i tre ragazzi vi posarono piede sentirono una forte scossa, Enji cadde in ginocchio.
Ricordate di fare sempre come faccio io!
I ragazzi la imitarono, al contrario di lei, loro sentivano solo un lieve formicolio.
Dopo alcuni minuti il bestione tolse le manette ai tre prigionieri, un segno comparve sul collo e sui polsi dei ragazzi.
- Bene, dimmi ragazzina, cosa sei? - un tono arrogante riempi l'aria.
Enji alzò il volto - Sono vostra schiava, signore! - gli occhi della ragazza erano vacui.
- E voi? -
- Siamo vostri schiavi, signore! - imitarono il tono di Enji ma loro al contrario della ragazza erano decisamente più lucidi.
“Enji, stai recitando, vero?!” Marco tentava di nascondere l'ansia.
Subito dopo vennero accompagnati all'officina principale.
******
Entrati in officina si ritrovarono davanti un immensa trivella ormai corrosa dal troppo utilizzo.
- Aggiustatela! Questo è il vostro compito! - gridò la guardia, subito dopo i meccanici furono lasciati soli.
- Non c'è più nessuno? - si domandò Ace a voce alta.
- Così sembra! - Marco si fissò su Enji che stava già lavorando alla trivella - Sorella, cosa fai? -
- Venite a lavorare, il padrone vuole che aggiustiamo la trivella. - disse con voce monotona.
I due ragazzi si guardarono perplessi. Ace si avvicinò alla ragazza prendendola per le spalle e la fisso dritto negli occhi. - Non credo sia la nostra priorità! - le pupille di Enji si dilatarono, gli occhi brillanti che la caratterizzavano ora erano spenti e opachi, ma poco dopo ripresero colore.
- Perché siamo in questa posizione imbarazzante?! - il viso del ragazzo era a pochi centimetri dal suo, poteva perdersi nei suoi occhi.
- Per fortuna... - Marco sembrava sollevato, i due ragazzi si svicolarono ed entrambi arrossirono.
Enji si guardo i segni sui polsi.
- Cosa ti è preso prima? - domandò Marco.
Lo sguardo della ragazza si posò sui segni identici sui polsi e collo dei compagni.
- Colpa del potere del Frutto che ha mangiato il capo di questo posto. - fece una lunga pausa toccandosi i segni - Ti riduce ad uno schiavo, sei sotto il suo controllo fino alla morte. Dimentichi perfino chi sei stato. -
- Io non ho dimenticato nulla.. - sussurrò Ace.
- Naturale, vi ho protetti dal flusso, sfortunatamente non ho fatto in tempo con me. -
- Questi segni allora.. - Ace venne interrotto da Enji.
- Sono solo un'illusione. I miei invece sono veri. Se dovessi comportarmi di nuovo in modo strano dovete costringermi a guardarvi negli occhi, voi siete i miei ricordi, non scomparite o io sarò per sempre Raunen. -
Subito dopo i tre compagni lasciarono l'officina.
******
Ovunque andassero vedevano solo esseri umani senz'anima. Schiavi del Paese delle Gabbie.
- Dove andiamo? - domando Ace ad Enji.
- Prima di tutto devo trovare il pacco che mi ha richiesto il Rosso.. poi ucciderò il capo di questo inferno!! -
- Di che pacco parli? - chiese Marco.
- Il suo nome è Sonen, ha circa trent'anni ed ha i capelli rosè. non dovrebbe essere difficile trovarla. -
Sfortunatamente non fu così. La ragazza spesso perdeva la strada, solo grazie ai compagni riusciva a riprendere conoscenza.
Poi la vide.
“Sei tu che il Rosso vuole?!”
- L'hai trovata? -
- Si! Marco prendila! - mentre il ragazzo tentava di convincere la donna a seguirlo Enji cambiò direzione in modo repentino.
Ace la raggiunse - Guardami per favore, sorella! -
- Non è necessario, sono in me. - rispose accelerando il passo.
- Aspetta! Dove vai? - le domandò affiancandola.
- Dal capo, ovviamente! Dopo aver trovato la donna era questo il nuovo obbiettivo! - Ace rimase in silenzio restandole accanto, Marco ormai era lontano.
Quando giunsero vicino ad una torre in legno e pietra si fermò di colpo.
- Non dovresti venire anche tu... - iniziò la ragazza - dovresti restarne fuori! -
- Sai bene che non lo farò! - Ace le posò una mano sulla spalla.
- Fai come preferisci, ma... guai a te se ti metti in mezzo!! - Detto questo entrambi entrarono nella torre.
Era una costruzione scura, poche e strette finestre illuminavano il percorso. Continuarono a salire le scale fino ad arrivare all'ultimo piano. Li ad attenderli una figura massiccia li squadrò da capo a piedi.
- E voi cosa ci fate qui?! Tornate al lavoro!! - la voce della figura era roca e cavernosa.
Ace rimase in posizione dietro Enji, lei non mosse un muscolo.
- Non penso lo farò, sai?! - disse cercando di metterlo a fuoco.
- Sei la tipa nuova... - la osservò - hai il sigillo! Torna al lavoro! ORA! -
- Detesto ripetere le cose.. ti conviene abbassare la cresta. - rispose la ragazza con tono irritato.
In un istante la stanza si illuminò a giorno, il camuffamento degli intrusi scomparve.
- Ma cosa... - l'uomo, quando vide l'aspetto dei due ragazzi cambiare rimase interdetto, nel frattempo i pirati poterono vedere bene il nemico: un uomo sui sessant'anni dai capelli grigi e stazza poderosa.
- Bianchi... Sei la discendente dei Demoni di Danann... - disse con voce piena di odio - Sei MacLir?!?! - ringhiò.
- In persona! E tu sei Lewis, immagino... tu voglia uccidermi, sappi però che io desidero mandarti all'altro mondo più di quanto tu pensi. -
- Maledetta... sei discendente di quella maledetta... di NemesLee MacLir! -
- Piano con le parole, non vuoi mica vedermi incavolata, vero?! -
- Di che parla? - domando Ace a bassa voce.
- Di una mia parente, vissuta più di 800 anni fa! - poi si rivolse al vecchio - Non credi di prenderla troppo sul serio? Tu non sai niente di quello che accadde all'epoca, sei mosso solo da una storia ormai perduta e ti garantisco del tutto errata. -
- Errata?! - scoppiò a ridere quasi soffocando - Chi mai potrebbe dimenticare o fraintendere... NemesLee MacLir... La Regina Distruttrice dei Mondi!! - una risata macabra riempì l'aria - Devono morire... tutti i MacLir devono morire... chiunque abbia avuto a che fare con voi deve morire... - venne interrotto dalla ragazza.
- Quindi anche tu devi morire, giusto?! -
- Credi di potermi minacciare? Sei sotto la mia volontà fino a che porterai quei segni. - Enji era tornata al suo aspetto originale ma i segni sui polsi e sul collo non erano spariti, al contrario quelli di Ace non erano più visibili.
- Hai davvero poca considerazione per me. - in un secondo la ragazza toccò i segni e come a strapparli li disintegrò in un istante - Mai sottovalutare l'avversario! -
- Com... Non importa, hai detto bene mocciosa, mai sottovalutare l'avversario. Con chi credi di parlare? Ho un intero esercito la fuori e a quanto pare se sei venuta di persona vuol dire che hai preso a cuore questa feccia!! Non puoi toccarmi!! - Lewis iniziò a ridere sguaiatamente.
- Enji?! Lascialo a me! - Ace si fece avanti ma la ragazza lo fermò con un gesto.
- Sai.. non sono mai voluta diventare uno dei capitani di Barbabianca, non perché non ne abbia le capacità o non mi sia stato chiesto.. - il cristallo viola sulla spalla della ragazza emetteva una lieve luce - detto tra noi i capitani, specialmente i nostri, sono impulsivi.. - fece una lunga pausa chiudendo gli occhi - io, invece, anche se non disprezzo la prima linea tendo ad avere due o tre piani di scorta. Non agisco mai ad impulso, in poche parole mi ritengo un'abile stratega.. credi davvero che non conoscessi il tuo frutto del diavolo e non avessi preso adeguate contromisure! -
Il vecchio rimase ipnotizzato dalle sue parole e quando si riscosse notò che Ace era scomparso.
- Ora nel Paese delle Gabbie ci siamo solo io e te! Sei sicuro di volermi sfidare? -
- Come hai fatto? Soldati! Guardie! - gridò il carceriere ma nessuno venne in suo aiuto.
- Sarebbe uno spreco distruggere questo posto, tks.. - Enji schioccò la lingua - quanta energia sprecata! -
- Distruggerlo?! Non puoi... -
- Certo che posso, dico solo che sarebbe un vero spreco. -
“Non conviene Marmaris, c'è qualcosa che non mi convince!”
- E io? Vuoi uccidermi? - il bestione che fino a pochi istanti fa si la insultava si tramuto in un topo impaurito.
“Inutile essere umano! Non tieni fede neppure ai tuoi principi! Ti detesto!!”
- Ucciderti? In effetti dovrei. Hai massacrato donne e bambini, togliendogli la dignità e la libertà, non meriti di morire una volta, ma mille volte! Ma considerando che non ho alcuna intenzione di sprecare così tanto tempo con te, e la morte sarebbe una liberazione, credo che ti farò assaggiare il mio angolo d'inferno! - Enji prese la forma dell'unicorno, la pelle trasparente, gli occhi azzurri splendenti, tutto in lei era studiato per attrarre vicino la preda, poco prima di distruggerla.
- Ti prego...!! -
- Nessun Dio potrebbe perdonarti.. quindi.. sparisci!!! - in un istante la luce bianca divenne una luce nera che si irradiava a perdita d'occhio ed avvolgeva sia la ragazza che il vecchio.
- Hai sbagliato a metterti contro di noi, la tua punizione sarà eterna!! - la voce veniva dall'oscurità che lo circondava e lentamente iniziò a sprofondare in essa. Le sue grida erano mute e in poco tempo scomparve nelle tenebre.
“Lui è sistemato, tutti gli abitanti sono stati evacuati, non mi resta che far sparire una volta per tutte il Paese delle Gabbie!”
Ripensò alle parole di Marco “Marmaris non è l'unica tecnica ad ampio spettro che possiedo.. lei disintegra.. ma sarebbe un vero spreco di energia.. io uso l'energia del mare.. e l'Agalmatolite è una sua forma concentrata.. invece..”
Enji alzò le braccia al cielo, la luce oscura si concentro intorno a lei.
- Stella oscura, abisso di tenebre, Marabyss!! -
---------
Ecco con un nuovo capitolo.. cosa ne pensate? ^^
Il prossimo probabilmente sarà un capitolo speciale che svelerà alcuni retroscena.. ^^
Baci Hiden