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Autore: Ashera_Hiden    27/09/2015    1 recensioni
In ogni parte del mondo esistono persone con poteri incredibili, queste capacità derivano dai Frutti del Diavolo, che se ingeriti donano capacità fuori dal comune, seppur ad un prezzo.
Molti di questi Frutti sono tuttora ignoti, ma quello che li accomuna sono tre semplici dogmi:
1. Chiunque mangi un Frutto del Diavolo perde la capacità di nuotare;
2. Esiste solo un frutto per tipo, e dona un potere unico;
3. Il potere scompare alla morte e non è ereditato dalla discendenza.
Come ogni regola esiste un’eccezione.
Io sono questa eccezione, io sono un Demone nato dal mare.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Marco, Portuguese D. Ace
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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12 - 12
 

Il sole riscaldava la nave, un leggero vento caldo avvolgeva i tre ragazzi incatenati sul ponte: le guardie a mala pena li guardavano.

Poco prima della partenza Enji aveva dato molte istruzioni ai due compagni, prima tra tutte quella di fare sempre cosa faceva lei e di parlarle guardandola dritta negli occhi. Infine gli aveva affidato di tenere a mente un nome, “Sonen”, non aveva dato molte spiegazioni e questo li insospettì.

L'imbarcazione si muoveva placidamente sulle onde, all'orizzonte si vedeva solo il mare aperto.

“Lo sento! Ci siamo!” Enji alzò lo sguardo e in quell'istante sia lei che i due compagni sentirono una scossa per tutto il corpo. Subito dopo, davanti a loro si stagliò un'immensa colonna blu scuro che brillava a contatto con la luce.

“Cosa diavolo..” dallo shock perfino i pensieri di Ace erano confusi.

Marco era a bocca aperta “Da dove è arrivato!!”

Enji fece un lieve sorriso.

Una volta che la nave attraccò i tre prigionieri furono portati sulla terra ferma.

I due capitani si aspettarono di vedere il Primo ufficiale stramazzare al suolo, ma con loro grande sorpresa, lei era in posizione retta, senza neppure ondeggiare.

- Raunen? - chiese incuriosito Marco, sperando che comprendesse i suoi dubbi.

Lei in tutta risposta indicò le manette che aveva ai polsi e subito dopo la superficie dell'isola.

Marco ed Ace capirono immediatamente.

“Agalmatolite, è un'isola di Agalmatolite!!!” pensò la Fenice.

“Ecco perché...” rimuginò Ace.

I loro pensieri furono interrotti dal carceriere.

- Bene, bene, bene.. così sei tu il Genio di Winen! - l'omone grasso afferrò la catena che univa le manette di Enji e la tirò verso l'alto alzandola di mezzo metro da terra, uno schiaffo le fece sanguinare il labbro. Il sangue era rosso per effetto della trasformazione, alcune gocce caddero in terra.

- Sorella! - gridò Ace.

- Buoni, o le faccio ancora più male. - rispose il bestione.

Enji simulava paura e dolore.

- Sono curioso di sapere se sei davvero brava come si racconta in giro, se sei degna della tua fama, ragazzina... -

“Certo che ne è degna, pezzo di idiota!! Ma ti assicuro che io non sono da meno della mia!!” pensò restando attenta ad non far trapelare nulla dai suoi occhi.

- Loquace, beh ora griderai di sicuro! - disse con un macabro sorriso - Mettete gli altri due sulla piattaforma! - indicando i due fratelli mentre trascinava anche lei li sopra.

La piattaforma non era altro che legno ormai quasi del tutto marcio, quando i tre ragazzi vi posarono piede sentirono una forte scossa, Enji cadde in ginocchio.

Ricordate di fare sempre come faccio io!
 

I ragazzi la imitarono, al contrario di lei, loro sentivano solo un lieve formicolio.

Dopo alcuni minuti il bestione tolse le manette ai tre prigionieri, un segno comparve sul collo e sui polsi dei ragazzi.

- Bene, dimmi ragazzina, cosa sei? - un tono arrogante riempi l'aria.

Enji alzò il volto - Sono vostra schiava, signore! - gli occhi della ragazza erano vacui.

- E voi? -

- Siamo vostri schiavi, signore! - imitarono il tono di Enji ma loro al contrario della ragazza erano decisamente più lucidi.

“Enji, stai recitando, vero?!” Marco tentava di nascondere l'ansia.

Subito dopo vennero accompagnati all'officina principale.

 

******

Entrati in officina si ritrovarono davanti un immensa trivella ormai corrosa dal troppo utilizzo.

- Aggiustatela! Questo è il vostro compito! - gridò la guardia, subito dopo i meccanici furono lasciati soli.

- Non c'è più nessuno? - si domandò Ace a voce alta.

- Così sembra! - Marco si fissò su Enji che stava già lavorando alla trivella - Sorella, cosa fai? -

- Venite a lavorare, il padrone vuole che aggiustiamo la trivella. - disse con voce monotona.

I due ragazzi si guardarono perplessi. Ace si avvicinò alla ragazza prendendola per le spalle e la fisso dritto negli occhi. - Non credo sia la nostra priorità! - le pupille di Enji si dilatarono, gli occhi brillanti che la caratterizzavano ora erano spenti e opachi, ma poco dopo ripresero colore.

- Perché siamo in questa posizione imbarazzante?! - il viso del ragazzo era a pochi centimetri dal suo, poteva perdersi nei suoi occhi.

- Per fortuna... - Marco sembrava sollevato, i due ragazzi si svicolarono ed entrambi arrossirono.

Enji si guardo i segni sui polsi.

- Cosa ti è preso prima? - domandò Marco.

Lo sguardo della ragazza si posò sui segni identici sui polsi e collo dei compagni.

- Colpa del potere del Frutto che ha mangiato il capo di questo posto. - fece una lunga pausa toccandosi i segni - Ti riduce ad uno schiavo, sei sotto il suo controllo fino alla morte. Dimentichi perfino chi sei stato. -

- Io non ho dimenticato nulla.. - sussurrò Ace.

- Naturale, vi ho protetti dal flusso, sfortunatamente non ho fatto in tempo con me. -

- Questi segni allora.. - Ace venne interrotto da Enji.

- Sono solo un'illusione. I miei invece sono veri. Se dovessi comportarmi di nuovo in modo strano dovete costringermi a guardarvi negli occhi, voi siete i miei ricordi, non scomparite o io sarò per sempre Raunen. -

Subito dopo i tre compagni lasciarono l'officina.

 

******

Ovunque andassero vedevano solo esseri umani senz'anima. Schiavi del Paese delle Gabbie.

- Dove andiamo? - domando Ace ad Enji.

- Prima di tutto devo trovare il pacco che mi ha richiesto il Rosso.. poi ucciderò il capo di questo inferno!! -

- Di che pacco parli? - chiese Marco.

- Il suo nome è Sonen, ha circa trent'anni ed ha i capelli rosè. non dovrebbe essere difficile trovarla. -

Sfortunatamente non fu così. La ragazza spesso perdeva la strada, solo grazie ai compagni riusciva a riprendere conoscenza.

Poi la vide.

“Sei tu che il Rosso vuole?!”

- L'hai trovata? -

- Si! Marco prendila! - mentre il ragazzo tentava di convincere la donna a seguirlo Enji cambiò direzione in modo repentino.

Ace la raggiunse - Guardami per favore, sorella! -

- Non è necessario, sono in me. - rispose accelerando il passo.

- Aspetta! Dove vai? - le domandò affiancandola.

- Dal capo, ovviamente! Dopo aver trovato la donna era questo il nuovo obbiettivo! - Ace rimase in silenzio restandole accanto, Marco ormai era lontano.

Quando giunsero vicino ad una torre in legno e pietra si fermò di colpo.

- Non dovresti venire anche tu... - iniziò la ragazza - dovresti restarne fuori! -

- Sai bene che non lo farò! - Ace le posò una mano sulla spalla.

- Fai come preferisci, ma... guai a te se ti metti in mezzo!! - Detto questo entrambi entrarono nella torre.

Era una costruzione scura, poche e strette finestre illuminavano il percorso. Continuarono a salire le scale fino ad arrivare all'ultimo piano. Li ad attenderli una figura massiccia li squadrò da capo a piedi.

- E voi cosa ci fate qui?! Tornate al lavoro!! - la voce della figura era roca e cavernosa.

Ace rimase in posizione dietro Enji, lei non mosse un muscolo.

- Non penso lo farò, sai?! - disse cercando di metterlo a fuoco.

- Sei la tipa nuova... - la osservò - hai il sigillo! Torna al lavoro! ORA! -

- Detesto ripetere le cose.. ti conviene abbassare la cresta. - rispose la ragazza con tono irritato.

In un istante la stanza si illuminò a giorno, il camuffamento degli intrusi scomparve.

- Ma cosa... - l'uomo, quando vide l'aspetto dei due ragazzi cambiare rimase interdetto, nel frattempo i pirati poterono vedere bene il nemico: un uomo sui sessant'anni dai capelli grigi e stazza poderosa.

- Bianchi... Sei la discendente dei Demoni di Danann... - disse con voce piena di odio - Sei MacLir?!?! - ringhiò.

- In persona! E tu sei Lewis, immagino... tu voglia uccidermi, sappi però che io desidero mandarti all'altro mondo più di quanto tu pensi. -

- Maledetta... sei discendente di quella maledetta... di NemesLee MacLir! -

- Piano con le parole, non vuoi mica vedermi incavolata, vero?! -

- Di che parla? - domando Ace a bassa voce.

- Di una mia parente, vissuta più di 800 anni fa! - poi si rivolse al vecchio - Non credi di prenderla troppo sul serio? Tu non sai niente di quello che accadde all'epoca, sei mosso solo da una storia ormai perduta e ti garantisco del tutto errata. -

- Errata?! - scoppiò a ridere quasi soffocando - Chi mai potrebbe dimenticare o fraintendere... NemesLee MacLir... La Regina Distruttrice dei Mondi!! - una risata macabra riempì l'aria - Devono morire... tutti i MacLir devono morire... chiunque abbia avuto a che fare con voi deve morire... - venne interrotto dalla ragazza.

- Quindi anche tu devi morire, giusto?! -

- Credi di potermi minacciare? Sei sotto la mia volontà fino a che porterai quei segni. - Enji era tornata al suo aspetto originale ma i segni sui polsi e sul collo non erano spariti, al contrario quelli di Ace non erano più visibili.

- Hai davvero poca considerazione per me. - in un secondo la ragazza toccò i segni e come a strapparli li disintegrò in un istante - Mai sottovalutare l'avversario! -

- Com... Non importa, hai detto bene mocciosa, mai sottovalutare l'avversario. Con chi credi di parlare? Ho un intero esercito la fuori e a quanto pare se sei venuta di persona vuol dire che hai preso a cuore questa feccia!! Non puoi toccarmi!! - Lewis iniziò a ridere sguaiatamente.

- Enji?! Lascialo a me! - Ace si fece avanti ma la ragazza lo fermò con un gesto.

- Sai.. non sono mai voluta diventare uno dei capitani di Barbabianca, non perché non ne abbia le capacità o non mi sia stato chiesto.. - il cristallo viola sulla spalla della ragazza emetteva una lieve luce - detto tra noi i capitani, specialmente i nostri, sono impulsivi.. - fece una lunga pausa chiudendo gli occhi - io, invece, anche se non disprezzo la prima linea tendo ad avere due o tre piani di scorta. Non agisco mai ad impulso, in poche parole mi ritengo un'abile stratega.. credi davvero che non conoscessi il tuo frutto del diavolo e non avessi preso adeguate contromisure! -

Il vecchio rimase ipnotizzato dalle sue parole e quando si riscosse notò che Ace era scomparso.

- Ora nel Paese delle Gabbie ci siamo solo io e te! Sei sicuro di volermi sfidare? -

- Come hai fatto? Soldati! Guardie! - gridò il carceriere ma nessuno venne in suo aiuto.

- Sarebbe uno spreco distruggere questo posto, tks.. - Enji schioccò la lingua - quanta energia sprecata! -

- Distruggerlo?! Non puoi... -

- Certo che posso, dico solo che sarebbe un vero spreco. -

“Non conviene Marmaris, c'è qualcosa che non mi convince!”

- E io? Vuoi uccidermi? - il bestione che fino a pochi istanti fa si la insultava si tramuto in un topo impaurito.

“Inutile essere umano! Non tieni fede neppure ai tuoi principi! Ti detesto!!”

- Ucciderti? In effetti dovrei. Hai massacrato donne e bambini, togliendogli la dignità e la libertà, non meriti di morire una volta, ma mille volte! Ma considerando che non ho alcuna intenzione di sprecare così tanto tempo con te, e la morte sarebbe una liberazione, credo che ti farò assaggiare il mio angolo d'inferno! - Enji prese la forma dell'unicorno, la pelle trasparente, gli occhi azzurri splendenti, tutto in lei era studiato per attrarre vicino la preda, poco prima di distruggerla.

- Ti prego...!! -

- Nessun Dio potrebbe perdonarti.. quindi.. sparisci!!! - in un istante la luce bianca divenne una luce nera che si irradiava a perdita d'occhio ed avvolgeva sia la ragazza che il vecchio.

- Hai sbagliato a metterti contro di noi, la tua punizione sarà eterna!! - la voce veniva dall'oscurità che lo circondava e lentamente iniziò a sprofondare in essa. Le sue grida erano mute e in poco tempo scomparve nelle tenebre.

“Lui è sistemato, tutti gli abitanti sono stati evacuati, non mi resta che far sparire una volta per tutte il Paese delle Gabbie!”

Ripensò alle parole di Marco “Marmaris non è l'unica tecnica ad ampio spettro che possiedo.. lei disintegra.. ma sarebbe un vero spreco di energia.. io uso l'energia del mare.. e l'Agalmatolite è una sua forma concentrata.. invece..”

Enji alzò le braccia al cielo, la luce oscura si concentro intorno a lei.

- Stella oscura, abisso di tenebre, Marabyss!! -

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Ecco con un nuovo capitolo.. cosa ne pensate? ^^
Il prossimo probabilmente sarà un capitolo speciale che svelerà alcuni retroscena.. ^^

Baci Hiden

   
 
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