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Autore: Lady Windermere    27/09/2015    1 recensioni
-No, Mr Horace, non credo di aver mai raccolto delle rape in vita mia.-
Mr Goldwin sembrò assai stupito da tale affermazione –Mia cara, dovete assolutamente provarci! Potrei insegnarvelo io se mi permettete l’ardire di farlo.-
Scarlett sorrise amabilmente –Vi permetto tutto ciò che volete mio caro Mr Horace…-
Basta che non mi secchiate più in questo modo! concluse nella sua testa.
Il giovane pretendente arrossì –Beh…co-comunque n-non credo di es-esserne all’altezza.-
balbettò.
-Però potrei affidarvi al mio maestro di botanica, con lui sarete in buone mani…- continuò serio.
Lady Scarlett sbuffò di noia e annuì distrattamente.
Mr Horace prese erroneamente lo sbuffo per un sospiro e credette di essere gradito.
Ripartì all’attacco –E non dovreste fermarvi solo alle rape, ma potreste coltivare qualsiasi altro ortaggio voi desideriate. I cavoli, vi assicuro, danno molta soddisfazione…-
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Otto

 

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Un minuto prima Alexander era attorniato da non molto gradevoli matrone che si strusciavano senza remore addosso alla sua persona, un minuto dopo era libero.

L’attenzione di tutti i presenti si concentrò sul giovane dall’aspetto slavato che aveva parlato.

Il suo volto, fatto di angoli aguzzi, rimase imperscrutabile. Tutto era spigoloso in quel giovane: il fisico magro, i lineamenti…in più era estremamente pallido…molto più di qualsiasi essere umano… pensò Alexander. Ma è troppo fragile per essere un vampiro…

Il giovane avanzò lungo la radura, mentre la folla, in preda a un reverenziale timore, si apriva per farlo passare.

Mr Finnix gli venne incontro e, per un momento, si sarebbe detto che avesse perso tutta la sua alterigia –Co-come avete detto, milord?- farfugliò, confuso e sbalordito al tempo stesso.

Gli occhi grigi del giovane lo squadrarono dall’alto al basso –Ho detto: quattromila corone d’oro… vi bastano?-

-C-certo, milord. Posso avere l’ardire di chiedervi il vostro nome? Sapete, normale giurisdizione…-

Il giovane strinse le labbra –Sono Lord Garrett Stevenson…- disse con un sussurro.

Nella radura si levò un mormorio indistinto.

Mr Finnix divenne livido e si prostrò davanti al giovane –Altezza…io…io…non sapevo…non pensavo…-

Alexander assisteva alla scena allibito. Chi era quel giovane davanti al quale persino Mr Finnix diventava docile come un agnellino?

Ma non tutti erano divenuti docili, a quanto sembrava.

-Non è giusto!- urlò l’amico di Mr Finnix –Principe o non principe io ho il diritto di precedenza! Ti avevo fatto la mia offerta, Alfred, e tu stavi per accettarla prima che questo damerino incipriato aprisse bocca!-

Mr Finnix lo guardò seccato –Hai detto bene Harold, stavo...- poi guardò il giovane, sognante –Ora ho cambiato idea, come puoi benissimo vedere anche tu…-

L’uomo divenne rubizzo –Tu non puoi, Alfred, non puoi…-

-Ti accorgerai ben presto che posso…- replicò Mr Finnix.

-Te ne pentirai, Alfred, te ne pentirai…te lo prometto.-

Detto questo l’uomo girò le spalle e se ne andò di buona lena.

Il giovane lo osservò andare via attraverso l’occhialino che gli pendeva dalla giacca. Poi spostò la sua attenzione sui due giovani prigionieri.

Li fissò a lungo per mezzo della lente opaca. Poi lasciò cadere l’occhialino con un fluido movimento della mano e si rivolse a Mr Finnix.

-Posso quindi considerare accettata la mia offerta?- chiese, guardandolo obliquamente.

L’altro fece un grottesco inchino –Qualsiasi cosa per Sua Altezza, il principe di Moonshine…-

Alexander aggrottò la fronte nel sentire il suo nome. Cosa ci faceva il principe di Moonshine così lontano da casa?

-Benissimo.- continuò il giovane –Ecco a voi il denaro…- disse tirando fuori dalla tasca della marsina una tintinnante borsa di pelle marrone.

Mr Finnix la prese, impaziente e rovesciò qualche moneta sul palmo della mano. Poi ne prese una e l’addentò per provarla.

Una volta accertato il suo valore, ripose la borsa nella sua giacca lurida e si rivolse al principe –è un piacere fare affari con voi, Altezza.-

Il giovane annuì distrattamente. Mr Finnix schioccò le dita e due servitori si affrettarono a slegare i due stupiti prigionieri.

Il principe li guardò –Ah, - disse svogliatamente a Mr Finnix –fatemi il favore di rivestirli…-

 

 

 

-Cosa avete detto?-

Il tono della Principessa non poteva risultare più esterrefatto.

Mr Hastings sbuffò palesemente –Mr Goldwin sta corrompendo i Reggenti…Capisco che per voi è stato uno shock, Altezza, visti anche i vostri rapporti con…- e qui tossicchiò -…Mr Horace Goldwin. In ogni caso è estremamente importante che voi prendiate una decisione al riguardo. Il prima possibile.-

Scarlett lo fissò sgomenta. Proprio quando la madre aveva affidato tutto nelle sue mani doveva succedere una cosa del genere?

La Principessa si sedette nuovamente –Sì, capisco. Cercherò…proverò a trovare una soluzione adeguata…-

Sotto lo sguardo scrutatorio di Mr Hastings aggiunse –Il prima possibile.-

Il vicepresidente della società di servizi segreti sembrò soddisfatto, fece un frettoloso inchino e liberò la Principessa della sua presenza.

Lady Scarlett sospirò. Ci mancava solo questa…una bella congiura di stato, un paio di assassinii, qualche pazzo assetato di potere e poi potrò dire di averle veramente tutte.

Nonostante tutto ridacchiò. Non avrebbe fatto una vita monotona dopotutto…

Scarlett abbandonò la scrivania e si sgranchì le gambe.

Non aveva proprio idea di cosa fare... Mr Hastings le aveva raccomandato la segretezza quindi non poteva nemmeno consigliarsi con Lord Drenlincourt.

Beh, potrò dirlo a mia madre no? Con questa idea in testa uscì dallo studio e si diresse lentamente verso gli Appartamenti Reali.

Quando arrivò davanti alla porta delle stanze della Regina si fermò, con la mano a mezz’aria sulla maniglia. Non poteva turbare la madre con affari politici. Stava già male per conto suo…non poteva appesantire il suo dolore con la notizia di una specie di congiura di Corte, soprattutto se era da parte di Mr Goldwin…

Scarlett girò i tacchi e tornò indietro il più velocemente possibile. Infine, proprio quando aveva perso ogni speranza di risolvere il suo problema, trovò una soluzione.

Non del tutto consapevole di quanto stava per fare si aggirò per i corridoi in cerca di una particolare stanza.

Percorse quasi l’intera ala ovest del Castello prima di trovarla. La Principessa si fermò, prese fiato un paio di volte, assunse un’aria convinta e spalancò con decisione la porta.

I suoi ministri la guardarono smarriti. La Principessa non aveva mai presenziato a un consiglio di Corte.

Lord Drenlincourt sembrava confuso –A-Altezza…come mai ci avete onorato della Vostra presenza?-

Scarlett si avviò con fermezza verso il centro della stanza e posò con forza le mani sull’immenso tavolo rettangolare intorno dal quale i ministri la fissavano stupiti.

Abbassò lo sguardo e cercò nella sua mente le parole. Una volta trovate alzò il mento in segno di sicurezza e finalmente parlò.

-In qualità di Principessa ereditaria di Enchantment e di attuale reggente al trono, io, Lady Scarlett Reverton, convoco un Consiglio Speciale.-

 

 

 

Julien prese il rotolo di carta sigillato dalle mani del valletto che si inchinò e uscì rapidamente dalla porta.

-Su aprilo Julien…- incitò Florence.

Il Reggente srotolò il foglio e lo lesse frettolosamente. Poi abbassò la mano e guardò sbigottito i tre fratelli.

-Ebbene…?- chiese Faust, incuriosito.

-La Principessa ha convocato un Consiglio Speciale…- rispose il Reggente.

Soren gli strappò di mano il foglio e lo scorse con gli occhi, poi annuì.

-Malfidente…- mormorò Julien, offeso.

-Devono proprio essere sull’orlo della disperazione a Corte se convocano un Consiglio Speciale…- commentò Faust.

-L’ultima volta che ne è stato convocato uno è stata prima della guerra contro il Continente, più di cinquant’anni fa- sottolineò Florence.

Il giovane Reggente si riprese il foglio –In ogni caso siamo tutti e quattro praticamente obbligati a parteciparvi… io come Reggente e voi come miei Consiglieri. Quindi…-

-Dovremo lasciare Lonliness- continuò Soren.

Florence voltò la testa di scatto –E Rosalba?-

Faust strinse i denti –Dovremo abbandonare le ricerche, per ora…-

Soren annuì, Florence sembrava riluttante all’idea, ma poi acconsentì.

Julien si rigirò il foglio tra le mani. Era dispiaciuto per loro. Era a conoscenza di quanto quei tre ridicoli stregoni amassero la loro protetta.

Nella stanza piombò il silenzio.

-Allora…ehm…quando si parte?- s’informò Soren.

Il Reggente rilesse il foglio –Qui dice che il Consiglio si terrà domani mattina, nella Sala delle udienze, a Palazzo.-

-In questo caso dobbiamo prepararci immediatamente per il viaggio- affermò Faust, l’unico che possedesse un po’ di senso pratico.

-Dici che lo spazzolino da denti mi servirà?- domandò Florence.

Per tutta risposta Faust gli lanciò in testa un cuscino.

-Che c’è? Io curo la mia igiene personale, al contrario di voi…- replicò il malcapitato.

Soren gli mise un braccio attorno al collo e lo tirò dalla propria parte –Sai, questo viaggio non durerà a lungo…e credo che se anche per un giorno non ti lavi i denti, questo non sia un problema di stato, no?-

-Non si sa mai…- rispose Florence, infilando lo spazzolino dentro la valigia.

-Ti avviso Julien, se ci farai sfigurare davanti a tutto il Consiglio, ti prometto che non la passerai liscia…- disse Soren.

Il Reggente si mise la mano sul cuore –Le tue parole mi feriscono nel profondo dell’animo…-

Faust, che correva da una parte all’altra della sala, gli rifilò uno schiaffo sul collo –Smettetela di scherzare…e preparatevi. Non abbiamo tempo da perdere.-

 

 

 

Rosalba guardò il vestito sgualcito che l’avevano costretta a indossare. Oltre al fatto che era decisamente brutto, c’era anche il problema che le avevano allacciato il corsetto troppo stretto e adesso non riusciva neanche più a respirare.

La ragazza volse lo sguardo verso Alexander. Almeno a lui era andata meglio: il principe gli aveva prestato una camicia inamidata e un paio di pantaloni alla caviglia. Era ancora a piedi nudi sì, però Rosalba dubitava che gli desse fastidio come lo dava a lei.

Stavano camminando lungo un sentiero, addentrandosi sempre più nella Foresta. La ragazza guardò il loro salvatore che camminava al loro fianco: non aveva ancora aperto bocca da quando erano partiti.

-Ehm…Credo di dovervi dei ringraziamenti, principe…- disse esitante.

Lui le prese la mano –Vi prego, chiamatemi Garrett…-

Rosalba ci pensò su poi scrollò le spalle –Bene…Allora, grazie…Garrett, non  proprio idea di come avremmo potuto fare senza il vostro prezioso aiuto.-

-Ehi! Com’è che lui lo chiami subito per nome e io sono ancora Mr Black? Non mi sembravi così incurante dell’etichetta fino a qualche minuto fa… - protestò flebilmente il vampiro alle loro spalle.

L’occhiataccia di Rosalba servì a zittirlo.

La mano della ragazza era ancora tra quelle del principe -Vi prego, mademoiselle…mademoiselle?- chiese lui.

-Rosalba De Rosenoir…Ma per voi sono semplicemente Rosalba…-

-Sei molto concessiva oggi, tesoro…- replicò aspramente Alexander.

I due lo ignorarono.

Il principe si portò la mano della ragazza alle labbra e la baciò languidamente –Dicevo…vi prego, Rosalba, non ringraziate me, ringraziate il destino che ci ha fatti incontrare…-

Alexander mimò il gesto di mettersi un dito in gola per provocare il vomito.

La ragazza ridacchiò –Dovrò ringraziare Mr Finnix per questo, senza di lui temo che non ci saremmo mai conosciuti…-

-A proposito di Mr Finnix… cosa ci faceva un principe dall’animo nobile come voi a quella squallida compravendita di esseri umani?- domandò il vampiro in tono provocatorio.

Rosalba guardò il principe in cerca di risposte, che non tardarono ad arrivare.

-Io cerco di partecipare a tutte queste cosiddette “aste” per tentare di liberare il maggior numero di persone possibile… in realtà oggi non volevo spingermi così oltre, ma non ho potuto resistere nel vedere una così graziosa fanciulla maltrattata da esseri rozzi e volgari…- rispose galantemente il principe.

-Fanciulla non è esattamente il termine che assocerei a Rosalba…- osservò il giovane redivivo.

-Quale gentilezza…che spirito magnanimo…- sospirò la ragazza.

-Vi prego, Rosalba, non adulatemi vanamente…faccio solo il mio dovere…- si schermì il principe.

-E per giunta modesto! Garrett, voi siete l’uomo perfetto!- affermò la ragazza.

-Ma non mi dire…- mormorò Alexander.

Rosalba gli rivolse uno sguardo fiammeggiante –Al contrario di qualcun altro a quanto sembra…-

Per la prima volta il principe si voltò a guardare Alexander e quello che vide non gli piacque.

Il vampiro gli mostrò i denti, ormai perennemente aguzzi dalla fame, ed emise una specie di ringhio basso, studiato apposta per spaventarlo.

Lord Garrett Stevenson lo squadrò da capo a piedi, soffermò lo sguardo sugli occhi di un rosso molto cupo e fece una smorfia sprezzante.

Poi si rivolse alla ragazza –Mia cara Rosalba, per quale ragione, se posso chiedere, vi accompagnate a un…vampiro?- pronunciò l’ultima parola con disprezzo.

-E che vampiro!- commentò Alexander, compiaciuto.

-Vi assicuro, Garrett, che il fatto è completamente indipendente dalla mia volontà…- rispose Rosalba con aria rassegnata.

La mano del principe corse all’elsa della spada che portava al fianco –Volete dire che questo…essere…vi ha costretta a seguirlo contro la vostra volontà?-

-Direi piuttosto il contrario…- borbottò Alexander.

Rosalba gli posò una mano sul braccio -Non è andata proprio così… ma, credetemi Garrett, so badare a me stessa…-

Il principe si rilassò –Beh, sapete, non incontro tutti i giorni fanciulle scortate da creature della notte…-

Rosalba gli lanciò un’occhiata maliziosa –A tutto c’è una prima volta, Garrett…-

Il principe scoppiò a ridere, ma ben presto fu assalito da un attacco di tosse, prese un fazzoletto candido e se lo portò alle labbra, quando si fu calmato lo ripose frettolosamente nella marsina.

Alexander fiutò l’aria, poi lo guardò stranamente, inclinando la testa da un lato e aggrottando la fronte.

Rosalba lo prese a braccetto –Su, Garrett, parlatemi della vostra famiglia…-

Il principe sbuffò –Ho un fratello, ma…noi non andiamo molto d’accordo…in verità, credo che non mi sopporti granché…Col tempo forse imparerà ad amarmi…-

-Ha tutta la mia comprensione…- mormorò il vampiro sottovoce.

Rosalba lo fulminò con gli occhi, poi concentrò tutta la sua attenzione sul principe al suo fianco.

 

 

 

Mentre accoglieva gli ospiti accorsi a Palazzo per partecipare al Consiglio Speciale, Lord Drenlincourt ripensò alle parole della Principessa.

Nulla di quanto aveva detto o fatto era servito a smuoverla dalla sua posizione.

Certo, Lord Drenlincourt sapeva che Lady Scarlett poteva essere molto testarda, come sua madre del resto, ma non così tanto.

Il Presidente della Confederazione Magica si passò la mano tra i capelli, sospirando.

-A cosa state pensando Drenlincourt che vi rende così depresso?-

La voce squillante alle sue spalle lo fece sussultare. Si girò di scatto e si ritrovò faccia a faccia con il Reggente di Melancholy.

-Julien!- lo salutò –Quanto tempo…-

-Troppo…- rispose il giovane assestandogli una poderosa pacca sulla spalla –Ma vedo però che non sei cambiato affatto…- disse, osservandolo a fondo.

Poi si avvicinò con aria cospiratoria –Ditemi, siete ancora innamorato di mia sorella?-

Lord Drenlincourt, incredibile ma vero, arrossì –è…è passato tanto tempo…-

-Beh, ormai non avete più speranze, quindi rassegnatevi- ribattè il Reggente –Lord Drenlincourt, vi presento Lord Faust De Rosenoir…il fidanzato di mia sorella. E questi sono i suoi straordinari fratelli: Lord Florence e Lord Soren. -

Tre distinti gentiluomini abbigliati all’ultimissima moda si inchinarono elegantemente.

Lord Drenlincourt aveva sentito molto parlare di quei tre fratelli. In giro si diceva che oltre che a essere estremamente belli fossero anche estremamente ricchi e potenti. E, per una volta, le voci erano vere.

Tutti, compreso il vecchio Reggente di Redstone, mostravano il più profondo rispetto per i tre De Rosenoir.

Le riflessioni di Lord Drenlincourt furono interrotte dal Reggente di Blackpool, che lo salutò con un cenno della mano.

Una volta che tutti gli ospiti finalmente si furono accomodati nella Sala delle udienze, Lord Drenlincourt si rilassò.

Tutti coloro che erano stati convocati a presenziare al Consiglio Speciale avevano accolto l’invito e si erano precipitati a Palazzo.

C’era il bizzarro Reggente di Moodiness, che ammazzava il tempo giocando a poker col suo consigliere, Lord Hamilton. C’era il Reggente di Redstone, intento a lamentarsi della sua gotta con il Reggente di Holyhead, che ascoltava interessato.

C’era il Reggente di Stratford che corteggiava spudoratamente l’eterea Lady Cassandra, Reggente di Fairytown, metà fata metà umana. C’era persino il Reggente di Moonscape, isolato a causa della sua timidezza.

C’era il giovane e prestante Reggente di Blackpool, che si vantava della sua ultima conquista con i suoi amici: il Reggente di Inverness e quello di Melancholy.

C’era il Reggente di Moonshine, che, come al solito, si lamentava dei suoi figli col Reggente di Moonlight. E c’era anche il Reggente di Greylight, imbronciato come sempre.

Tutti aspettavano solo la Principessa per cominciare.

Lord Drenlincourt lanciò uno sguardo all’intera sala.

Temo che sarà una lunga notte…riflettè tra sé e sé.

 

 

 

Lady Scarlett era semplicemente terrorizzata. Era ferma, immobile, davanti alla porta della Sala delle udienze, atterrita dal brusio indistinto che proveniva dall’interno. Tutte le responsabilità dell’adunare un Consiglio Speciale le erano piovute addosso quella sera. Tutta la sicurezza che ostentava il giorno prima era svanita nel nulla.

Lord Drenlincourt le aveva ripetuto più volte i rischi di indire un simile Consiglio. Le aveva anche accennato che era stato convocato solamente un paio di volte durante gli ultimi cinquant’anni di storia di Enchantment.

Scarlett alzò la mano per aprire la porta, ma tremava così tanto da non riuscirci.

Stava per radunare le ultime forze che le erano rimaste e farsi avanti quando sentì dei passi alle sue spalle. La Principessa si voltò.

-Andrew!- esclamò, sbigottita.

Lui le fece segno di tacere e le si fece più vicino –Ho saputo che hai indetto un Consiglio Speciale e ho pensato che forse avevi bisogno di me…-

-Ma…ma tu come hai fatto a saperlo?-

Andrew sorrise –La gente parla…-

In seguito si fece serio –Scarlett…quello che mi hai detto nelle scuderie…era tutto vero?-

La Principessa annuì lentamente.

Il viso del giovane stalliere divenne raggiante, la fissò a lungo, poi chinò la testa e la baciò.

Scarlett si aggrappò a lui con tutta la forza che possedeva e lui rafforzò il bacio, spingendola contro il muro. Lei gli scompigliò i capelli biondi e si abbandonò completamente a lui per un dolce, lungo istante.

Infine lui si staccò e la spinse delicatamente ma con fermezza dentro la Sala delle udienze.

 

 

 

Quello che stupì Faust, e insieme a lui tutti i presenti, fu il vedere la Principessa, entrata all’improvviso, col vestito stropicciato e il volto in fiamme, totalmente incapace di pronunciare parola.

-Ehm…Ecco…- balbettò. Faust si chiese se per caso non avesse qualche rara malattia che colpiva il sistema nervoso.

Poi la Principessa sembrò acquistare più sicurezza –Signori- esordì –Come avrete potuto ben constatare vi ho convocati a Corte per poter discutere con voi di una problematica che mi sta molto a cuore. Sì, sono consapevole che questo tipo di Consiglio sia stato indetto una, forse due volte in tutta la storia del nostro Paese, e sempre a causa di drammatiche vicende. Ricorderete tutti quanti, immagino, la Guerra di Darkness…-

Un mormorio di approvazione s’insinuò in tutta la stanza.

Faust rimase colpito dall’eloquenza della Principessa. Dopotutto aveva solo quindici anni! Probabilmente si è imparata a memoria il discorso… concluse nella sua testa.

-Ma quello di cui sto per parlarvi non ha minor importanza. Sono venuta a conoscenza del fatto che il nostro amatissimo Mr Lowell Goldwin ha inviato a ognuno di voi un documento, nel tentativo di farvi tradire la mia persona in cambio di ingenti ricchezze…

Quello che ora vi chiedo è questo: ci è riuscito?-

La sala scoppiò in una confusone di proteste, di lamentele, di disapprovazioni.

Il Reggente di Moonshine si alzò in piedi -Quella che ci state rivolgendo è una grave accusa, Principessa… posso chiedervi di portare delle prove a sostegno della vostra denuncia?-

-Certamente, Lord Trevor- rispose cortesemente la Principessa. Fece qualche segno diretto verso l’altro capo della stanza e un uomo di mezz’età si fece distintamente avanti.

-Signori, questo è Mr Hastings, vicepresidente della Società di servizi segreti della Confederazione- lo presentò la Principessa.

L’uomo avanzò fino al centro della sala e mostrò un pezzo di carta –Signori- iniziò –ci è pervenuto da fonti che naturalmente resteranno anonime,- Faust vide Julien agitarsi sulla sedia –il documento originale che Mr Goldwin dovrebbe aver mandato ad ognuno di voi.-

Detto questo fece passare un foglio tra i presenti. Quando arrivò nelle sue mani, Faust riconobbe il sigillo e la firma del Presidente del Continente.

Nell’intera sala calò il silenzio.

 

 

 

Scarlett tirò un sospiro di sollievo. Era riuscita a esporre le proprie accuse e questo era un fatto positivo. Inoltre i presenti non avevano ancora mostrato chiari segni di volerla linciare e questo era decisamente un fatto positivo.

Qualche minuto dopo però Scarlett si maledì per aver cantato vittoria così presto.

-Questo è un ignobile insulto!- inveì il Reggente di Moodiness, paonazzo –Non sono altro che calunnie mirate a rovinare il nostro prestigio!-

-Non siate precipitoso, Lord Farewell. Io non mi sento in alcun modo offeso dalle ipotesi della Principessa…- replicò il Reggente di Blackpool.

-E invece forse Lucius per una volta ha detto una cosa giusta…- affermò il Reggente di Greylight, senza perdere quell’espressione corrucciata che gli costava tante ore di prova davanti allo specchio.

Lord Robert Hamilton saltò in piedi –Ha ragione! Sono tutte menzogne inventate da quella ragazzetta!-

-Non vedo il motivo di offendere la, tra l’altro molto gradevole, persona della Principessa, Hamilton…scusatevi con lei- lo rimproverò aspramente il Reggente di Blackpool.

Lord Hamilton gli diresse uno sguardo arrogante –Non mi scuserò con una mocciosa che vive ancora nella nursery…-

Scarlett iniziò a dubitare delle intenzioni pacifiche dell’assemblea.

-Rimangiatevi ciò che avete detto!- ruggì il Reggente, elettosi paladino della Principessa.

-E sicuramente non lo farò perché me lo chiedete voi, Blackpool, che non siete altro che uno sbarbatello che puzza ancora di latte…-

Il Reggente di Blackpool fece per scagliarsi su di lui, con intenzioni chiaramente omicide, ma fu fermato in tempo dal Reggente di Stratford e dal Reggente di Inverness.

–Amici, non mi sembra il caso di litigare…- s’intromise la Reggente di Fairytown.

-Lady Cassandra ha ragione…non mettiamoci a discutere come al solito- ribadì il Reggente di Moonscape, che si guadagnò un sorriso da parte della giovane donna, ma non l’attenzione dei presenti.

Il Reggente di Redstone si alzò faticosamente in piedi e prese parola –Smettiamola di comportarci da completi stupidi e prendiamoci le nostre responsabilità- e qui si voltò verso la Principessa –Ammetto che ho ricevuto quell’ignobile messaggio, ma vi assicuro, Altezza, che non ho mai preso nemmeno lontanamente in considerazione la possibilità di tradirvi.-

-Questo è quello che dite voi, Lord Denver…- intervenne Mr Lucas Ford, consigliere di Greylight.

Lord Lawrence Redford proruppe in un esclamazione indignata –Infame demonio! Come osate accusare il Regno di Redstone di infedeltà?-

-Io credo solo a quello che vedo, Redford…- ribattè l’altro.

Scarlett cominciò a sudare freddo.

Mr Ashley Dorlain, consigliere di Inverness, riuscì a ottenere parola –Non interessa a nessuno quello che voi credete o non credete, Ford…in questo momento vorremmo solamente risolvere questo spiacevole equivoco.-

Il Marchese De Lavinelle, consigliere di Holyhead, fece un cenno di approvazione.

-Esatto, invece di mostrare alla Principessa il nostro peggio, cerchiamo di collaborare…- intervenne Mr Roger Delacroix, consigliere d Stratford.

Lord Gerard Monmercy, consigliere di Moonshine, annuì e lo stesso fece il conte De Nantine, consigliere di Moonlight. Mr Sthepen Trintot, consigliere di Fairytown, mantenne un dignitoso silenzio.

-Non ho intenzione di collaborare con una banda di ipocriti bastardi!- esplose il Reggente di Moodiness.

-Moderate i termini, Moodiness! Non siamo in una volgare bisca!- lo riprese Mr Jules Branagh, consigliere di Moonscape.

-Non mi interessa dove sono, Branagh! So solo che dovremmo mettere a morte i bugiardi e i calunniatori!- e dicendo questo gettò un’occhiata truce alla Principessa.

Scarlett temette seriamente per la sua incolumità.

Lord Hamilton rincarò la dose –Più che giusto! Non dobbiamo lasciarci offendere da una bambinetta presuntuosa!-

Il Reggente di Blackpool, che stava sorseggiando del madera, per poco non si strozzò –HAMILTON!- urlò –Dovrete darmi soddisfazione per queste parole!-

Il Reggente di Redstone, incurante del caos intorno a lui, si rivolse al Reggente di Moonshine –Visto che non sappiamo far altro che litigare tanto vale rassegnarsi…-

-Effettivamente…- confermò l’altro.

-A proposito, Lord Trevor, come sta vostro figlio?- chiese gentilmente Lord Denver.

-Quale dei due?-

L’anziano Reggente ci pensò un istante –Non saprei…qual è quello che è penetrato in un convento di suore di clausura per tentare di irretire una novizia e, una volta riuscitovi, non contento dell’impresa, ha cercato di sedurre anche la madre superiora, facendole dimenticare momentaneamente i propri voti?-

-Il minore…- rispose il Reggente di Moonshine in tono lugubre.

Scarlett, che si era nascosta per evitare di essere presa a calci, si guardò intorno.

Il Reggente di Blackpool, trattenuto a fatica dai Reggenti di Inverness e di Stratford, gridava, brandendo la spada, di essere assetato del sangue di Lord Hamilton.

Lord Redford, che si accapigliava con Mr Ford, sembrava un uomo sul punto di commettere un delitto; il Reggente di Moodiness aveva intonato un canto contro la monarchia e la tirannide; Lord Henry Deveroux rideva come un pazzo…

Questi sono tutti matti…io me la squaglio…pensò la Principessa. Ma proprio nel momento in cui stava per mettere in atto il suo brillante piano, una voce si levò nettamente tra le altre.

-ORA BASTA!-

Calò nuovamente il silenzio.

 

 

 

Faust si voltò verso il Reggente di Melancholy, in piedi in mezzo alla sala.

-Julien si sta cacciando nei guai…- disse, scuotendo la testa.

-Grossi guai…- approvò Florence luttuosamente.

-Tanti guai…- concluse Soren.

Julien guardò gli astanti, soddisfatto –Bene…signori…- cominciò –amici, non prolunghiamo le nostre inutili discussioni. Sinceramente, credo che il problema sollevato dalla nostra Principessa, sia di un’importanza cruciale. E viste le precarie condizioni di salute della Regina, che Dio la benedica, ritengo che ora più che mai dovremmo collaborare, non litigare.

Perciò, che ognuno si prenda carico delle proprie responsabilità, se ne ha…- si voltò verso la Principessa –Altezza, io giuro solennemente davanti a Dio e a tutti voi, che non ho mai avuto neanche la minima intenzione di tradire la vostra regale persona.-

Detto questo Julien crollò sulla sedia, distrutto –Tutto questo senso di giustizia e lealtà non è congeniale alla mia regale persona…e io che pensavo di essere abietto e depravato…-

Faust gli rifilò una pacca sulla spalla –Oh, ma lo sei, Julien…lo sei.-

-Sì…giuro anch’io come lui! Solennemente e tutto quanto…- disse il Reggente di Blackpool.

E venne subito imitato dal Reggente di Inverness e di Stratford. Il Reggente di Redstone giurò e insieme a lui quello di Holyhead. I Reggenti di Moonshine, Moonscape e Moonlight prestarono giuramento. Perfino Lady Cassandra giurò.

Gli altri tacquero.

-Perfetto- dichiarò frettolosamente la Principessa –Vi informerò su quello che avrò deciso molto presto.-

-La politica deve averla spaventata…- sussurrò Florence, provocando l’incontrollabile risata di Soren e strappando un sorriso al giovane Reggente.

Vista la tarda ora Lord Drenlincourt offrì la possibilità a tutti gli ospiti di passare la notte a Palazzo.

Solo Julien (-Ho una festa di fidanzamento a cui partecipare…-) e il Reggente di Moonshine (-Non posso lasciare il Regno nelle mani di quegli scriteriati dei miei figli!-) declinarono l’invito.

Gli altri rimasero a Corte, ignari di quello che sarebbe accaduto il giorno seguente.

 

 

 

Rosalba, Alexander e il principe giunsero finalmente al limitare della radura.

-Spero di rivedervi prima o poi, Rosalba…Non  potrei vivere lontano da voi per molto tempo…- disse il principe, sellando il cavallo.

Rosalba arrossì deliziosamente –Lo spero anch’io, Garrett. Anzi, portate i miei saluti a vostro fratello e a vostro padre…spero di avere il piacere di conoscerli di persona…-

-Se fossi in voi non me lo augurerei…- replicò il principe.

La risata allegra della ragazza riecheggiò attraverso gli alberi.

-Per parlare di cose più serie: c’è una piccola locanda a poche miglia da qui. Il servizio è buono e il cibo passabile. Ve la consiglio vista la tarda ora e le condizioni precarie del vampiro…- le disse il principe, premuroso.

Poi distese la mano e le accarezzò i capelli -Arrivederci, Rosalba…- sussurrò, baciandole la mano delicatamente.

-Arrivederci, Garrett…- mormorò lei, sorridendo.

Il principe montò a cavallo, ricambiò il sorriso e soffermò un’ultima volta lo sguardo su di lei. Dopo di che voltò l’animale e partì al piccolo galoppo.

-Mi mancherà…- affermò Rosalba.

-Certo che sei brava a fingere…- replicò il vampiro.

La ragazza gli gettò un’occhiata di sdegno –Ero assolutamente naturale!- poi, vedendo la faccia incredula di Alexander –Beh, solo un pochino magari…- si corresse.

-In ogni caso- continuò –era un principe, era ricco ed era affascinante… e questi sono i tre requisiti di base che cerco in un uomo- si passò la mano tra i capelli –E poi, l’ho semplicemente stregato…-

-Sì, stregato è la parola giusta..- ribattè il vampiro –Comunque, hai puntato gli occhi sull’uomo sbagliato…-

-E perché mai?- chiese la ragazza, incuriosita.

-Non dirmi che non te ne sei accorta…- sbottò lui. L’espressione di Rosalba glielo confermò.

-è gravemente malato…- spiegò –credo che abbia un’infezione ai polmoni…-

-E voi come fate a saperlo?- s’informò Rosalba, incredula.

-Il fazzoletto che si è portato alla bocca dopo aver tossito era macchiato di sangue…ne avrei sentito l’odore a chilometri di distanza.-

La ragazza rimase in silenzio, costernata. Possibile che l’unico principe che avesse mai incontrato fosse a un passo dalla tomba?

Ma non ebbe tempo per le sue desolanti riflessioni, perché Alexander si portò la mano alla testa, il viso stravolto da una smorfia di dolore, barcollò e…cadde a terra svenuto.

-Mr Black!-

Il grido di Rosalba risuonò in tutta la Foresta di Greenwood.

 

Angolo dell'autrice: Ehilà! Ecco un altro capitolo...scritto per ben due volte, visto che la prima volta mi sono dimenticata di salvare...non vi dico lo stress...

Grazie mille a tutti coloro che continuano a leggere, recensire e aggiungere nelle seguite/preferite/ricordate! <3

A presto!

Lady Windermere <3

Ps: Ringrazio Helen_TheDarkLady per il collage favoloso! Grazie! <3

 

 

 

 

  
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