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Autore: lilarose    28/09/2015    5 recensioni
Discleaimer:Questi personaggi non mi appartengono ma sono di proprieta di R. Ikeda.La storia è scritta senza scopo di lucro.
È la prima volta che provo a scrivere.Cerco di ispirarmi all'anime,al manga e al gaiden di Andrè,per riempire i vuoti e colmarli con ciò che io avrei voluto che accadesse.Il raccontoè scritto in prima persona e a seconda del personaggio.
"Ti guardo, non posso fare a meno di vederti bella, di vederti donna, di vederti anche tanto triste, tanto innamorata.
Mi dai le spalle, mentre alla vetrata guardi un tramonto che ti illumina il viso candido e regala ai tuoi capelli riflessi ambrati.Lui è stato qui oggi, non vi ho persi di vista un solo istante
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Hans Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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~~Non avrei mai voluto vedere tanta tristezza nei suoi occhi, ma in fondo è la stessa che ha celato in tutti questi anni, adesso è solo esplosa. Il suo amore è stato smascherato e consolato dalla carezza dell'amicizia.
Ma quando si ama anche l'amicizia diventa spesso tortura, si inizia a misurare gli sguardi, gli slanci, i pensieri.
Lo so bene io, Oscar. Conosco fin troppo bene il fremito dell'amore da celare dietro un legame fraterno,solidale e complice. Per non parlare del fremiti della passione che tu accendi in me anche solo con uno sguardo. Mi chiedo quanto possa resitere un uomo, fino a che punto e quale panacea esista per assopire questo dolore così muto, ancora più del tuo. Avrei voluto che per te fosse diverso, avrei voluto che lui dipingesse tutti i tuoi sorrisi e ricambiasse il tuo amore. Ma forse mento, non voglio che  nessun altro possa averti e colmarsi di te, mentre io ti amo. Il mio amore vuole dare, vuole amare...Ma vuole anche avere! È forse un peccato desiderare? Io ti voglio,Oscar! Ti desidero adesso più che mai !!
E vorrei essere io a dipingere i tuoi sorrisi, a bearmi della tua pelle profumata al mattino, a perdermi nel tuo corpo tra le coltri di seta. Anche un solo giorno, chiedo a Dio. E forse mento ancora, sarebbe una tortura assaggiare il nettare più buono del mondo e poi privarsene, non sarei capace. Ti voglio per tutte le notti e i giorni. Voglio le mie mani fra i tuoi capelli, voglio il tuo corpo contro il mio,la tua bocca nella mia bocca. E non sarei mai sazio e non sarei mai stanco. Come si potrebbe esseri stanchi di ciò che si desidera così ardentemente? Come si potrebbe essere stanchi della felicità?
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Sono arrivato alla locanda, il mio occhio è stanco e affaticato e le lacrime mi hanno offuscato ancora di più la vista. Decido di sedermi al bancone, è quello il posto di chi beve da solo,di chi beve per ubriacarsi, per dimenticare! Per dimenticarti!!!!

"Buonasera, cosa vi do da bere?"

La voce gentile, in un corpo bellissimo e aggraziato, alzo lo sguardo per ritrovarmi in due occhioni verdi.

"Vino, vorrei del Vino, grazie"

"Ma noi ci siamo già visti! Vieni qui a bere di tanto in tanto! Ecco il tuo vino. L'ultima volta hai trovato compagnia e io mi sono ritrovata con molti bicchieri in meno, ahahah. I soldati della guardia metropolitana sono simpatici ma non molto delicati. Invece stasera sei solo."

Questa ragazza il sorriso ce l'ha negli occhi, continuo a guardarla interdetto e deve essersene accorta perché si fa più seria e composta.

"Ah si, ricordo! Però non credo di ricordare il vostro nome! Io sono André Grandier, lieto di fare la vostra conoscenza."
 
Per un attimo mi guarda con aria sbalordita ma poi subito riprende a parlare.

"  Rilassati Andrè,qui non ci sono formalismi André, ahaha. Ed io sono diventata la confidente di tutti quelli che stanno seduti proprio dove sei tu ora, ho imparato moltissimo sulle persone da quando faccio questo lavoro. C'è chi beve per festeggiare, chi per noia, chi per rilassarsi e stare in compagnia e c' è chi beve per dimenticare. Mi bastano un paio d'occhiate per capire, ormai."

"E sentiamo, per cosa sarei venuto a bere io?"

"Non posso dirlo con certezza ma credo tu voglia dimenticare qualcosa o qualcuno."

"Può darsi, ma potrebbe anche non accadere."

"Oh accadrà, fidati di me, a quanto pare alcune cose le hai dimenticate. Ci sono persone che non dimenticano mai, ad esempio un amore, una promessa ed altre che invece restano aggrappate a un ricordo, un sentimento tutta la vita. Si tratta solo di capire a quale categoria apparteniamo."

È una persona simpatica e schietta Christine. Sembra saperci fare con le persone.
Sto riflettendo sulle sue parole per darle una risposta, ma si allontana, deve lavorare.

"Scusami vado a riprendere quei bicchieri altrimenti rimarremo senza e il padrone non sarà contento e rischierò di perdere il lavoro, non posso proprio permettermelo."

Nel frattempo io finisco la mia bevuta, ho il cuore più leggero grazie al vino e forse grazie a Christine. Il locale si sta svuotando e qualche uomo si accompagna e chiede le chiavi per una camera. Io devo trovare la forza di alzarmi da questo sgabello senza inciampare ma evidentemente sono troppo sbronzo.

"Oh attenzione, ti aiuto io."
Mi regge per un braccio evitandomi una caduta,ho perso l'equilibrio e fatto cadere lo sgabello ci chiniamo insieme per raccoglierlo e i nostri volti quasi si sfiorano,ha un buon profumo. Semplice come acqua e sapone.

"No non preoccuparti ce la faccio, e poi non sta bene che una donna debba preoccuparsi di un uomo sbronzo."

"Tu sei molto di più che uno sconosciuto, vieni ti accompagno fuori"

"Devo pagare , questo è quanto devo e questo è per te."

Le ho posato una moneta nella mano e mi guarda con gratitudine.

"Per la compagnia" ,aggiungo.

"Sei così ubriaco che non so se ti rendi conto di ciò che dici"

Siamo appena fuori la locanda e mi aiuta  a sciogliere le redini del mio cavallo.

"Ecco qui,adesso starà a lui guidarti! Perché tu proprio non mi sembri in forma, ahaha."

"Davvero? Ti sembro ridotto così male? "

Anche il mio tono ora si fa più scherzoso e ironico.

"Oh sì! Malissimo, fino a che non capirai che si può dimenticare e essere felice, ancora. "

Accorcia la distanza tra noi, allunga un braccio e posa delicatamente la sua mano sul mio occhio sinistro.

"Cosa è successo, chi ti ha fatto questo?"

La sua voce è dolce e dispiaciuta, ma non posso raccontarle nulla, non ora, non adesso che sono così vulnerabile e sento il dolore sciogliersi in lacrime.

"Niente, è stato solo un incidente.
Adesso devo andare, grazie di tutto."
 Salgo a cavallo e lei rientra nella locanda. Alza la mano in segno di arrivederci e lo stesso faccio io. Lentamente mi dirigo verso casa, sotto un cielo stellato che va incontro all'Alba, tornando verso il mio sole.

 

 

 

 

   
 
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