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Autore: lunachand    28/09/2015    1 recensioni
Il Capitano di Marina Tashigi è un nemico e Zoro lo sa bene. Eppure, un cieco terrore lo assale ogni volta che la sua vita è in pericolo.
Paure assordanti, premure irrazionali, insulti esasperati, in un rapporto che si costruisce passo dopo passo, lungo i corridoi di Punk Hazard.
Alla fine, però, sono i gesti più semplici ad avvicinare veramente due persone.
Perché talvolta basta una sola, piccola parola per cambiare tutto.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roronoa Zoro, Tashiji
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfic è stata scritta e pubblicata da lunachand su fanfiction.net, in lingua inglese. E' stata tradotta in italiano da francyXD.

Volate col pensiero alla Biscuit Room dei laboratori di Punk Hazard. Al freddo che ancora avvolge la stanza. A due spadaccini che stanno litigando. Ad un Capitano di Marina con una spalla dilaniata...
E ora, buona lettura :)





Bandages




"Ehi, ehi!"
Zoro si inginocchiò di fianco al Capitano di Marina: era appena crollata a faccia in giù nella neve.

La ruotò sulla schiena per valutare la gravità della situazione. Rivoli di sangue colavano dalla sua spalla fino al suolo, filtrando fra i cristalli di ghiaccio. La marine era sveglia, ma il suo petto si sollevava e abbassava in affanno. Ansimando, raggiunse una tasca interna dell'impermeabile ed estrasse una scatolina bianca. Un attimo dopo, aveva perso i sensi. Zoro le afferrò il braccio e le premette due dita sul polso. Dopo svariati secondi, si concesse finalmente di espirare.

Le sfilò la scatola dalle dita e notò una piccola croce rossa.
"Beh, almeno viene in battaglia attrezzata."

All'interno c'era un lungo rotolo di garza. Zoro non era un dottore, ma si era ferito abbastanza spesso da avere un'idea generale sul da farsi. Prima di tutto, doveva fermare l'emorragia. Sospirò. La ferita si trovava sotto il cappotto, ma lui non riusciva a decidersi a sbottonarlo. Non poteva semplicemente spogliare una donna mentre era priva di conoscenza. Sotto questo aspetto, era un uomo d'altri tempi.

Così cominciò ad avvolgere la benda intorno alla spalla, direttamente sulla manica. Lo fece senza riflettere, fermandosi solo quando la stoffa fu completamente srotolata.

"Perché diavolo lo sto facendo, poi?"

Si alzò e si voltò verso l'uscita, ma l'uscita era scomparsa. Era certo che fosse lì un istante prima...
Si stava grattando la nuca perplesso, quando avvertì un formicolio pungente sul collo. Annusò l'aria e riconobbe subito l'odore: il veleno era nella stanza.

Imprecando, guardò le due donne sul pavimento. Dubitava di riuscire a salvarle entrambe. Non era nemmeno sicuro di volerlo fare. Fece scorrere un braccio sotto la schiena di Tashigi e la sollevò. Adagiò il suo addome contro la propria spalla, con cautela, e si mise in piedi. Tenne il braccio saldo intorno alla sua vita, per assicurarla meglio. In quel modo, Zoro avrebbe avuto rapido accesso alle proprie spade e non avrebbe rischiato di muovere troppo la spalla di lei.

Inoltre, avrebbe evitato di guardarla in faccia.





Mentre Zoro correva, nuvole di fumo viola continuavano a tagliar loro la strada. Tashigi gli gridava di tornare indietro e lui eseguiva, urlandole di stare zitta dopo ogni comando. Alla fine, sbucarono in un corridoio stretto, simile ad un tunnel, dove si poteva proseguire soltanto dritto. Zoro sentì la tensione scivolare via dal corpo di Tashigi. Rimasero in silenzio per un momento, fino a quando lei chiese:

"Tu e Gamba Nera. Perché state aiutando la Marina?"

"Ti aspettavi davvero che ti avrei lasciata là?" replicò, "E quel cuoco pervertito correrebbe dietro a qualsiasi donna, della Marina oppure no."

"Ma... Non ci dovete nulla. E proveremo di nuovo a catturarvi, quando tutta questa faccenda sarà conclusa. Non sarebbe stato più semplice per te abbandonarmi e basta?" Si raddrizzò un poco.

"Che ingrata." borbottò lui. Ma Tashigi aveva colpito nel segno. Era una domanda con cui lui stesso stava lottando, da quando si erano imbattuti in Trafalgar Law.

"Come osi?"

Zoro udì una donna gridare e si voltò nell'esatto momento in cui Law fendette l'aria con la propria spada. La marine dai capelli corvini si arrestò a metà corsa e collassò a terra.


Parve cadere a velocità rallentata e Zoro deglutì a fatica. Sebbene percepisse che fosse ancora viva, il suo sguardo si fece più scuro.
Quella scena non gli piaceva affatto.


"Che cos'ha fatto quel tizio?"

Il tunnel si allargò e Zoro potè scorgere un'ampia folla davanti a loro. Tashigi ne riconobbe i componenti all'istante.

"P-per favore, mettimi giù! E' imbarazzante!" cominciò a balbettare non appena i suoi sottoposti furono in vista.

"Sarebbe seccante. Stai dove sei."

"Ehi! Chi diavolo ti ha detto che potevi portare Tashigi in spalla?"

Zoro ignorò le proteste di Sanji. I marine della divisione G-5 erano alle sue spalle, ancora leali all'uomo in completo nero. Ad essere onesti, sembravano quasi dei pirati loro stessi. Consegnare in quel momento Tashigi alla Marina sarebbe stato facile, ma per qualche ragione Zoro non volle farlo.

"Zoro! Dall'altra parte! Dall'altra parte!" esclamò Nami.

Nonostante lui avesse finalmente raggiunto tutti gli altri, Nami gli stava comunque rinfacciando di avere sbagliato direzione. Perché la gente era così pessima nel dare indicazioni? Zoro scivolò in una frenata, inchiodò esattamente di fronte a Sanji e fece dietrofront.

"Penso che ci stesse ringhiando..." puntualizzò Tashigi, mentre Zoro provava di nuovo a raggiungere il blocco R. Lui non rispose, ma sogghignò. Irritare quel maledetto cuoco gli dava sempre grande soddisfazione. Era quasi valsa la pena di tenere la marine con sé.

Diversi metri dietro di loro, Nami gridava istruzioni a Zoro prima ancora che lui potesse pensare di cambiare rotta. Tashigi era rilassata. Lo spadaccino poteva sentirne il petto contro la propria schiena. Forse riteneva di potersi finalmente riposare, ora che qualcun altro gli stava dicendo cosa fare. In tutta onestà, la fatica cominciava ad assalire anche lui. Zoro non vedeva l'ora di essere fuori da quel posto.

Varcata la soglia del blocco R, Zoro ribaltò Tashigi come se fosse un sacco. Il Capitano atterrò tra le sue braccia con un respiro mozzato. Zoro sentì il suo sguardo furente bruciargli contro la guancia, ma decise di fissare gli uomini che si stavano avvicinando. Quando la porse ad un marine, Tashigi non proferì parola, ma lo spadaccino avrebbe giurato che il suo viso fosse di un rosso acceso.





Malgrado Law avesse intimato a Rufy di abbandonare l'isola in fretta, a Punk Hazard era in corso un grande banchetto. In tutta quella variopinta confusione, non si riusciva a distinguere un pirata da un marine. Furono serviti bibite, alcool e cibo, e persino Zoro si stava godendo qualche sana risata insieme a dei membri della G-5. Alcuni marine seduti accanto a lui si alzarono per avere un altro piatto dello stufato di Sanji. Quando si allontanarono, Zoro notò un'esitante Tashigi con la coda dell'occhio.

Il Capitano di Marina bevve un sorso generoso dal boccale, prima di avvicinarsi. Sebbene, essendo in piedi, lo sovrastasse in altezza, chiuse gli occhi prima di parlare.

"Grazie per prima."

"Per cosa, esattamente?" sorrise lui. Lei lo guardò di traverso e serrò i pugni.

"Per avermi salvata." Schiuse le dita: le parole erano finalmente uscite dalle sue labbra. "Avrei potuto morire, se tu non mi avessi riportata dal mio equipaggio." Lanciò una rapida occhiata intorno a sé, come in cerca di orecchie indiscrete. Zoro trattenne una risata. Ogni volta che diceva a se stesso che Tashigi non era Kuina, lei faceva qualcosa che gliela ricordava. Anche Kuina sarebbe stata trattenuta dal proprio orgoglio.

"Ringraziare Gamba Nera è stato molto più semplice." mormorò Tashigi tra sé e sé, riportandolo alla realtà.

"Magari la prossima volta ti difenderai per davvero da sola in modo decente"

Lei si volse di scatto a guardarlo. "Sai, probabilmente saresti morto nel tentativo di uscire dalla Stanza dei Biscotti, se io non ti avessi detto dove andare! Come può un uomo adulto perdersi con tanta facilità?" Le sue accuse erano a pochi centimetri dal viso di Zoro.

"Taci! Me la sarei cavata benissimo, senza le tue assillanti lamentele!" ribatté risoluto.

Massaggiandosi le tempie con una mano, Tashigi si raddrizzò e accennò ad andarsene: "Lasciamo perdere. Vado a controllare i bambini." Mosse un passo, ma si fermò quando vide la mano di lui sul proprio avambraccio. Cercò il suo volto, prima di accorgersi che il pirata aveva levato il boccale. Comprendendo il gesto, Tashigi fece tintinnare il bicchiere contro il suo.

"Prego." disse Zoro tranquillamente.







Note originali dell'autrice:
Ho notato che Tashigi usa quasi sempre un linguaggio formale, persino quando parla con Zoro o la G-5. Quindi ho avuto l'impressione che fosse una persona molto educata, indipendentemente dalle circostanze...

Note della traduttrice:
Ho scelto di tradurre questa storia perché, nella sua brevità, rispondeva a molti quesiti su Zoro e Tashigi.
Soprattutto, con la scena finale si comincia a respirare un'aria di amicizia, non trovate?

Spero che vi sia piaciuta! Ringrazio in anticipo tutti coloro che vorranno lasciare una recensione. Le tradurrò più che volentieri per lunachand!

Facciamole sapere che anche oltreoceano ci sono degli affiatatissimi fan della ZoTash :)


   
 
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