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Autore: FairySweet    28/09/2015    1 recensioni
Non era quello suo padre, non era da quell'uomo che aveva imparato il rispetto, l'onore, l'amore per la guerra. Indossava l'uniforme per proteggere se stessa ma le parole di suo padre avevano lo strano potere di oltrepassare quella barriera così, tutto quello che provava, tutte le incertezze, le debolezze, le paure, tutto era lì, alla luce del sole, perfino quell'amore sofferto che aveva lasciato cicatrici immense nel suo giovane cuore ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sei vero?” ma il ragazzo sorrise inclinando leggermente la testa di lato “Secondo te se non fossi vero sarei qui?” “Mi sei morto tra le braccia” sussurrò stringendo più forte il libro tra le mani “E tu stai ancora dormendo” “Cosa?” mormorò tremante alzandosi ma la testa girò leggermente costringendola a restare su quella dannata poltrona “Ti avevo detto che sarebbe accaduto, che la mia piccola Renée ti avrebbe preso a pugni” si avvicinò a lei sorridendole “Dovresti riposare di più, mangiare di più ed evitare di litigare con tuo padre perché questa cosa non ti fa bene stella marina” non rispose, non si mosse nemmeno.
Era terrorizzata, incapace di comprendere se quel sogno fosse reale oppure una semplicissima fantasia. Chiuse gli occhi facendo un bel respiro, un altro e un altro ancora ma quando tornò a guardare le vetrate, il volto di Christian era lì, davanti a lei.
Sorridente e bello come lo era sempre stato, aveva gli stessi occhi di sempre, lo stesso sguardo serio e profondo che le regalava quando faceva un'errore, quando sbagliava e aveva bisogno di lui.
Perché sei scappata?” “Io non … non sono scappata” “Lasciare il tuo uomo in mezzo a quel bosco, solo, confuso, che diavolo ti è venuto in mente?” domandò divertito appoggiandosi al vetro fresco della finestra “Non è per questo che me ne sono andato, non è così che voglio ...” “E allora perché?” sussurrò gelida abbassando lo sguardo “Perché mi hai lasciata? Perché ora sei qui a … a parlarmi e a ridere! Tu sei morto!” “E tu sei sempre testarda e ostinata e terribilmente complicata! Non puoi più scegliere da sola ormai! C'è questa piccola vita che cresce dentro di te e ha bisogno di avere un padre e una madre” “Smettila!” “Di fare cosa? Di tenerti ancorata alla realtà? Devi svegliarti Oscar e devi farlo ora!” “Che cosa vuoi da me!” urlò piantando gli occhi nei suoi “Voglio solo vederti felice e innamorata della vita come prima” si avvicinò a lei sospirando, la mano le siforò il volto ma sentì solo aria e niente di più “Devi aprire gli occhi stella marina altrimenti niente di tutto questo sarà reale” socchiuse gli occhi tentando di comprendere quelle frasi sbucate fuori dal nulla ma il sorriso del giovane divenne improvvisamente più sereno “Attenta stella marina, c'è un lupo arrabbiato che vuole sbranarti” “Hai fatto la tua scelta?” si voltò di colpo incontrando il volto del padre “Siete tornato” “Ti ho fatto una domanda” ribatté gelido avvicinandosi a lei ma il suo sguardo era lontano, cercava quell'apparizione nata dal nulla ma non c'era più niente di lui, niente sorrisi, niente dolcezza “Sono … sono felice anche io di rivedervi” mormorò tornando a concentrarsi sul volto del padre “Gioca pure con la mia pazienza Oscar, avrai ancora poco tempo per farlo” “Non mi hanno mai spaventato le vostre minacce” “No è vero, ma questa volta alle minacce seguiranno i fatti! Voglio sapere cosa intendi fare con quel bambino” “Mio figlio?” “Non essere sciocca” sussurrò distogliendo lo sguardo da lei.
Era impaziente, arrabbiato, deluso, era tutte queste cose assieme e poteva sentirlo nel tono della sua voce, in quel fremito violento che percorreva le sue mani e in quello sguardo di felo che mai era stato così tagliente.
“Voglio sapere cos'hai intenzione di fare Oscar! Ho delle decisioni da prendere e devo farlo subito, per la nostra famiglia, per tua madre e anche per una figlia sconsiderata che non ha più alcun rispetto” chiuse il libro rilassando ogni muscolo, cercando un modo per raccontare i propri sentimenti senza soccombere a quegli occhi “Diventerà vita” “Cosa?” “Il mio bambino. Mio figlio verrà al mondo, aprirà gli occhi e respirerà aria pura perché ogni vita merita una possibilità” “Sei una bambina tu stessa Oscar! Come lo crescerai? Sola, lontano da casa, senza più la sicurezza della tua famiglia!” “Ho già una famiglia padre. Andrè è la mia famiglia e questo bambino avrà un padre e una madre e un nonno, che nonostante la rabbia, sarà orgoglioso di lui” si avvicinò al padre sospirando “Sei diventata debole!” esclamò afferrando il polso della figlia “Non è questo che ti ho insegnato, non voglio il disonore in casa mia e sai che questo merita una punizione!” “Volete punirmi perché scelgo mio figlio?” “Per la tua debolezza! Dov'è la figlia che mi rendeva orgoglioso? Dov'è quell'ufficiale stupendo avvolto da un'alone di puro rispetto? Sei solo una giovane gravida ammaliata dalle promesse di un servo! Non può darti la vita che cerchi Oscar! Non può renderti felice!” “E voi che ne sapete!” urlò tirando violentemente il braccio indietro “Come crescerai quel bambino? Correrà a piedi scalzi per le stalle? Perché non è questo che ci si aspetta da un mio nipote! Non è questo che immagino per mia figlia” “Mi dispiace padre” sistemò la camicia nascondendo agli occhi dell'uomo quella linea leggerissima che prima non c'era, una linea di vita, una linea dolcissima che rendeva il suo giovane ventre una culla di sogni.
Fece un bel respiro e si voltò incamminandosi verso la porta, lontano da lui, lontano dalla vita di sempre.
  
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