Destino
Stavo tornando a casa da scuola, avevo preso il
bus perché Rei non era più disponibile da quando aveva
incontrato Rina, quando tutto ciò cambiò la mia vita.
Scesi alla fermata più vicina da casa mia, cioè due chilometri e mezzo all’incirca, e mi preparai alla
lunga camminata che mi avrebbe aspettata di lì a poco. Peccato che quel giorno Fuka era stata assente, farsi
tutta quella strada da soli non era proprio il massimo, ma ci rinunciai e
iniziai. Non faceva molto freddo, per fortuna, in fondo era solo ottobre, il sedici per essere precisi, perciò avevo solamente la mia giacchettina che bastava per coprirmi.
Per il primo chilometro pensai solamente a Fuka e Ieyoshi che, dopo qualche
uscita nelle settimane precedenti, iniziarono a fare coppia fissa: infatti era molto che non uscivo più con i miei amici. Anche
se cercavano inutilmente di convincermi ad uscire con loro, io declinavo ogni loro proposta, l’ultima cosa che volevo era
proprio sentirmi in più, non tanto per i miei amici, ma più che altro per me
stessa. Eh si, ero proprio egoista.
Mentre camminavo persa nei miei pensieri qualcuno sbucò da un violetto lì vicino.
Alzai lo sguardo e mi si raggelò il sangue.
Poteva essere chiunque, ma non doveva essere lui.
Akito.
Lui si voltò e mi vide. In
effetti rimase un po’ scioccato, come me d’altronde.
Era stato il fato? Uno scherzo del destino? Eppure io non ci credevo più a queste cose. Coincidenza.
Pura e semplice coincidenza.
Il mio cuore batteva all’impazzata, per giorni
e giorni quegli occhi color miele e quei capelli biondi li avevo
visti solo in foto, ma in quel momento era lì ed era vero.
Nessuno dei due osava muoversi, ma non potevamo
rimanere lì come delle statue, perciò abbassai lo sguardo
imbarazzata, chiusi gli occhi e sospirai.
Con molta, ma davvero molta, concentrazione iniziai a camminare e alzai lo sguardo. Lui non si muoveva e
mi guardava ancora stupito: era bello come non mai.
Mi avvicinai a lui e lui sbatté le palpebre:
ormai eravamo l’uno di fronte all’altra.
“Ciao, Akito” gli
dissi io cercando di mantenere la calma. Lui si schiarì la gola.
“Ciao Sana” mi disse.
Mi era mancata la sua voce.
Cosa potevo dirgli? Cosa
dovevo dirgli? Non lo sapevo proprio. Il mio cervello era di nuovo in modalità
off, ma non potevo rischiare di lasciare il corpo agli istinti, senza ragione,
altrimenti gli sarei saltata addosso. Dovevo stare
calma. Quel silenzio era imbarazzante, ma non si poteva farne a meno.
“C-come stai?” mi
chiese lui imbarazzato.
“Bene…Si, almeno credo. Nulla di particolare”
gli risposi io sorridendo. Non mi interessava che
avessimo bisticciato, per me era sempre Akito.
“Ah, bene…” prendeva tempo,
voleva chiedermi qualcosa.
“Già! E tu, come stai?”
chiesi io con finta disinvoltura. Santa professione, esisteva? A me serviva
sempre.
“Tutto bene, grazie…Mmm…Sana?”
mi disse titubante.
“Dimmi…” gli dissi io.
“Facciamo la strada
insieme?” mi disse indicandomi la via davanti a noi.
Non ci potevo credere, che bello significava che alla fine voleva parlarmi!
“Si certo” gli dissi
iniziando a camminare, lui mi seguii un po’ più sollevato.
“Allora, novità? È passato un lungo mese da quando…Beh…” dissi io pentendomi.
“Qualcosina…Ma nulla
di che” mi disse. Mi preoccupai, cosa c’era di nuovo? Improvvisamente morivo
dalla voglia di saperlo.
“Ma no, dai, racconta.
Abbiamo ancora un chilometro davanti a noi!” gli dissi
io ridendo. Mi sentivo beatamente bene, ma sapevo che non avrei dovuto.
“Beh, ti ricordi Asuka?”
mi chiese lui. Il mio stomaco si contorse. Ecco, lo sapevo, perché non mi
ascolto mai?
“Si, certo che me la ricordo” dissi io cercando
di nascondere la delusione.
“È diventata la mia ragazza a tutti gli
effetti” mi disse lui tutto d’un fiato.
Panico.
Avevo ragione.
Facevano davvero coppia
fissa, non ero così
stupida, alla fine.
No. No. No.
Perché???
“Ah…Bene! Cioè, per
voi, dico” riuscii a fermarmi perché stavo iniziando a blaterare.
“Si, a parte questo, niente di che” mi disse
lui un po’ agitato. Delusione era poco. Distruzione,
ecco si, questa parola andava bene, mi rappresentava
in quel momento. Lui si era dato da fare, Fuka si era
data da fare, tutti si erano dati da fare tranne me.
Certo l’unica stupida che viveva nelle illusioni di un amore che non si sarebbe
più evoluto perché mancava la materia prima: i due innamorati. Cercai di
tornare nel presente e sorrisi. Dovevo fingere, mancava
poco all’arrivo a casa.
“E tu? Novità?” mi
chiese lui più agitato e curioso di prima.
“Mmm…Sì!” dissi
sorridendo. Lui sbiancò e si voltò verso di me. Centro. Nonostante
tutto voleva sapere se anche io avevo un ragazzo. Perché
Akito? Perché era così
maledettamente ambiguo?
Attendeva un continuo da parte mia.
“Rei, qualche tempo fa, mi aveva
trovato un ingaggio per qualche pubblicità e ho girato già le prime due. La
prima andrà in onda proprio domani sera! Mi guarderai?” gli
chiesi io fingendo entusiasmo assoluto.
Lui mi guardava, se avesse potuto mi avrebbe uccisa. Si aspettava che io gli raccontassi del mio
fantomatico ragazzo, magari un divo della tv. Sicuramente. Comunque,
dopo pochi istanti di ripresa, sospirò e mi sorrise. Non capivo a che punto volesse arrivare.
“Certo che ti guarderò, non ricordo un giorno
in cui non l’ho fatto” mi disse lui più tranquillo.
Mi ricordava tanto lo stesso Akito che era stato quando io e lui stavamo
insieme.
“Grazie” gli dissi sorridendo.
Mi accorsi che le nostre strade dovevano
dividersi se volevamo prendere la scorciatoia, e io lo volevo. Per quel giorno
era anche troppo.
“Akito, io vado di
là” gli dissi fermandomi e indicando la strada.
“Certo…Allora, ciao Sana” mi disse lui.
“Ciao Akito” gli
dissi abbassando per un momento lo sguardo.
Mi allontanai da lui, ma lui
mi mise una mano sulla spalla. Mi fermai e, esitando in un primo
momento, mi voltai.
Mi si avvicinò e poi mi abbracciò. Rimasi un
po’ spiazzata per un momento, ma poi lo abbracciai anche io. Non ci potevo
credere, era di nuovo tra le mie braccia e mi sentivo leggera
leggera. Il suo profumo, la forza con cui mi
stringeva il suo petto contro il mio.
“Mi sei mancata. Tantissimo” mi sussurrò.
“Anche tu. Non so
proprio come ho fatto” gli dissi sinceramente. Mi ero
stufata di nascondere sempre i miei sentimenti, era ora che sapesse, di nuovo, cosa pensavo e provavo.
All’improvviso mi torna in mente una ragazza
bionda, con due occhioni grandi e verdi, una lieve
tendenza all’imbarazzo e timidezza. Asuka.
Lascio andare Akito e
mi oppongo alle sue braccia: l’ultima cosa che voglio fare è proprio l’amante.
“Ciao Akito” gli dico
voltandomi e scappando via. Stava diventando un’abitudine
quella dello scappare, non andava bene.
Arrivai a casa col fiatone e Mama mi chiese se stavo bene,
riuscii a liberarmi del peso del mangiare dicendo che mi ero fermata a mangiare
qualcosa per strada, in fondo con Akito lo avevo
recuperato qualche minuto.
Andai in camera mia e mi buttai sul letto. Ci ero cascata, di nuovo. Con Akito
era sempre così, ero debole e avrei fatto qualsiasi
cosa per lui, sarei arrivata anche a fare cose impossibili.
Rimasi lì ferma e mi addormentai per qualche
ora. Fui svegliata dal suono del campanello e dalle voci che provenivano dalla
porta.
Sentii dei passi avvicinarsi alla porta di
camera mia e poi sentii bussare.
“Avanti” dissi io senza muovermi dalla
posizione in cui mi trovavo. Probabilmente mi dovevano dire
che c’era qualcuno alla porta per me.
Sentii che la porta si aprì e poi si richiuse.
Era entrato qualcuno. Mi voltai di scatto e vidi la sagoma nel buio della mia
stanza.
“Devo parlarti…” mi disse. Il mio cuore iniziò
a martellare, mi tirai su e rimasi seduta sul letto.
“Vieni” gli dissi. Nel momento in cui il suo
viso toccò un raggio di luce che entrava dalla porta vidi quanto era bello,
anche nella penombra.
Si sedette sul letto e io mi sistemai un po’.
“Davvero non so come iniziare…” mi disse lui in
imbarazzo.
“Dimmi solo quello che mi devi dire Akito…Senza preamboli, che
tanto non è che portino a qualcosa” dissi io. Con la mia voce assonnata quel
discorso faceva un po’ ridere.
“Hai ragione…Beh, inizio col dirti
che ti ho mentito. C’è un motivo per cui l’ho fatto,
perciò non giudicarmi, ti prego. Davvero no…” lo bloccai.
“Su cosa mi hai mentito?” gli chiesi io seria.
“Su Asuka. Mi ha lasciato la settimana scorsa” mi disse lui con tono
triste.
Cha faccia da cucciolo bastonato. Mi fece
tenerezza perciò mi spostai in modo da poterlo abbracciare.
“Mi dispiace Aktio”
gli dissi io sinceramente. Non ero arrabbiata perché avevo intuito quali erano
i veri motivi per cui mi aveva mentito.
“No, stai tranquilla. È
meglio così credimi, non la trattavo molto bene alla fine. Mi sento in colpa, ma scusa gliel’ho già detto” mi spiegò lui.
“Ah…” non sapevo cosa dire e intanto rimanevo
appoggiata alla sua spalla e lui continuava a stringermi.
“Sana…Devi sapere che…Beh, lei
era solo un modo per dimenticarmi, glielo avevo promesso qualche tempo
fa, ma non ci sono riuscito, in qualche modo tu ci sei sempre. Prima di
incontrarti, oggi, stavo pensando proprio a te. Dimmi se questo non è destino”
mi disse lui allontanandomi per guardarlo in faccia.
“Mmm…Ok, te lo concedo, ma forse esiste solo per i casi come
questi. Oppure era solo coincidenza” dissi. Anche se
dall’esterno non si percepiva, dentro di me ogni parte stava festeggiando a suo
modo: il cuore batteva una melodia felice, il sangue e i succhi gastrici
giravano ancora più velocemente e il cervello riceveva un sacco di impulsi. Tutto ciò aveva un nome, semplice, molto usato:
felicità.
“Sciocca” mi disse prima di baciarmi.
E finalmente trovai di nuovo me stessa e tutto
ciò che per me era sempre stato fondamentale. Serviva una sola persona per
farmi tornare in me: Akito.
Ciaoooo!!! È finita! Nooooo!!! Non ci credo! È la prima
fanfic a capitoli che porto a termine ed è anche la
prima che scrivo su kodocha. Sono soddisfatta! Non è
un gran che e rileggendola mi accorgo che in alcuni punti potevo evitare
qualcosa, ma per essere la prima credo vada bene!^^
Spero vivamente di non
avervi deluse con qualche capitolo o, proprio, con la fine! Fatemi sapere cosa
ne pensate della fine della fanfiction,
riceverete le mie risposte o i commenti nel primo capitolo di quella dalla
parte di Akito.
Un bacio!!!
Ringraziamenti:
DenaDena: ma grazie! Mi fanno
davvero piacere i tuoi complimenti e visto che si è avverato? Alla fine non
potevano non stare insieme. Io solo una loro fan! Ahahahah!^^ un bacio!
Ryanforever: visto cosa è successo? È stato deludente? Spero di no! Eh
già, Sana ha sempre dei sani principi morali…*____* ahahahah!!! Spero seguirai anche quella dalla parte di Akito!
Aki96: esatto! Questo era l’ultimo capitolo L eh vabbè,
come mi ha detto una volta Babi, non possono durare all’infinito! In più, questo capitolo è un
po’ più lungo degli altri! Certo, appena trovo 5 minuti
te la commento!^^
LaBabi:
ahahahah!!! Ma no dai, non
farti prendere dagli infarti, altrimenti su msn mi
mancheresti L xDDD sono una
simpaticona oggi! Ahahah!^^ hai resistito? Fammi poi
sapere! Un kissone
Akira 96: nooo, anche tu ti fai
prendere dai malanni? Ahahahahahah!!!^^
Visto? L’ho finita!^^ sono fiera di me! Alla prossima!
Vi anticipo già che
quella dalla parte di Akito
sarà un po’ più lunga, visto che bisogna contare che c’è tutta la parte con Asuka da raccontare *____* vi dico anche che non riuscirò
quasi sicuramente a seguirla come questa, perciò i capitoli non aspettateveli
più da un giorno all’altro!^^ Vi saluto e vi ringrazio tutte per avermi seguito
per tutta questa settimana!
Erika ♥