Aveva assistito, come tutti, all'entrata trionfale del Signore Oscuro.
La mole gigantesca di Hagrid si dondolava tristemente, cullando un corpo morto.
Sentì un groppo serrargli la gola: la sua nemesi, l'unica persona che aveva rifiutato la sua amicizia e, paradossalmente, l'unico amico che avrebbe voluto avere. Morto.
Quell'immagine aveva la consistenza della sconfitta. Era far scempio di una speranza già labile.
Poi scomparve e, dietro uno scudo tanto forte da poter proteggere ogni singola anima di quel castello, si levò furioso, pronto a combattere di nuovo. Vivo.
Il sollievo lo colse impreparato, come un tocco gentile sulla guancia.
Doveva concedere che, persino San Potter, era capace di un certo stile.