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Autore: MadCheshireCat    30/09/2015    2 recensioni
... Che però non siano 'Sole, cuore e amore'! Questa sarà una raccolta di storie (lunghe o brevi a seconda del momento) ispirate da terzetti di parole create da un 'word generator'- Potranno essere tristi, felici, inquietanti o ridicole. Insomma, tutto é in mano al destino e all'immaginazione. (Rating e genere possono cambiare, d'altronde non so che parole mi capiteranno in futuro!)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Chiedo venia per il ritardo, ma questo é stato un periodo di esami per me, quindi studiare veniva assolutamente prima di tutto! E ora, felicitazioni, per me iniziano pure le lezioni! Beh, sarò certamente un po' più attiva, o almeno spero. Comunque, bando alle ciance!
Questa volta il Creative Word Generator ha così sentenziato: Wine - Russia - Shopping. Insomma, un bell'invito a nozze per scrivere qualcosa su Camus che gira per le strade russe... Accompagnato da un non così contento Milo, che non va d'accordo col freddo.

L'ho scritta su un quaderno tra una pausa dallo studio e l'altra, correggendola quando l'ho trascritta sul computer- Spero non mi sia sfuggito nulla! Enjoy!

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Sarebbe stato indiscutibilmente ovvio affermare che a San Pietroburgo faceva freddo: era un po’ come dire che il Sole era caldo, il miele dolce e Camus amante di Dostoevskij. Insomma, una verità trita e ritrita, risaputa e conosciuta da tutti, eppure Milo sentiva ancora il bisogno di dirlo, di far sapere al suo accompagnatore che lui aveva freddo, forse nella vana speranza di far capire indirettamente il suo bisogno di fermarsi da qualche parte per riscaldarsi e recuperare la sensibilità agli arti che ormai gli sembrava solo un pallido ricordo (‘Sono mai stato veramente in grado di sentire tutte le falangi delle mie dita?’).
Perché di dirlo direttamente non se ne parlava, lui aveva il suo orgoglio da proteggere, non poteva certo lamentarsi come il ragazzino lagnoso che avevano superato poco fa (‘Mamma, mamma, dai, torniamo in hotel che mi perdo i Gormiti!’ che poi, li faranno mai i Gormiti in Russia? E cosa sono i Gormiti?!), nonostante la sua lamentela fosse assai più sensata: nessuno poteva pretendere che un greco D.O.C. fosse resistente al freddo pungente russo, ma il biondo testardo non aveva comunque intenzione di esporre chiaramente i suoi problemi- Piuttosto soffriva il freddo un po’ più a lungo mentre lanciava vari segnali di distress al suo compagno, nella speranza che lui, per magia, capisse al volo il problema.


Nell’intricata psiche di Milo, il piano era semplice, chiaro, diretto! Persino un bambino ci sarebbe arrivato. Camus lo conosceva abbastanza bene da cogliere facilmente i suoi sottili input, le occhiate, i commenti buttati lì a caso, quindi non ci sarebbe stato il reale bisogno di attendere a lungo. Ecco, da quando si era detto così, erano passate ben due ore. Due ore durante le quali aveva insistentemente lanciato i suoi fantastici messaggi subliminali (‘Certo che ci sono delle stalattiti enormi qui, eh?’ ‘Quel tipo è appena scivolato su una lastra di ghiaccio!’), senza avere alcun successo. Il rosso sembrava indifferente, apparentemente concentrato nella ricerca di qualcosa sulle strade della città, fermandosi di fronte ad ogni vetrina contenenti liquori o bottiglie di vino. Milo sapeva che il francese non disdegnava bere ogni tanto, ma non poteva accettare che Camus fosse tanto spugna da non notare i suoi problemi solo perché era alla ricerca di alcool da bere! Era una brutta, bruttissima sorpresa. Un po’ come quando Deathmask li aveva promesso di portarlo in un locale da urlo e lo aveva portato in una casa stregata- Era stato veramente troppo letterale, il ghignante fetente.


Non se la sentì di continuare la sua silenziosa crociata contro l’indifferenza del fidanzato, spossato dalla camminata, dal freddo e dagli inquietanti ricordi della catapecchia infestata dai peggiori fantasmi che avesse visto (e con peggiori intendeva che si vedeva chiaramente che erano finti.), quindi preferì passare ad una strategia diversa per essere notato, ossia quella di dare corda a Camus, magari persino aiutarlo per accorciare i tempi di esposizione al gelo moscovita.  “Posso chiederti cosa stai cercando con tanto interesse?” Purtroppo la domanda venne fuori assai più lamentosa del previsto (probabilmente dopo essersi sentito ignorato per mezza giornata il subconscio di Milo si era ribellato malamente), ma sembrò comunque attirare l’attenzione del rosso, che distolse lo sguardo dalla addobbatissima vetrina che stava osservando per poter guardare la faccia oramai arrossata di Milo (un vero scorpione bordeaux per il freddo!), che lo fissava insistentemente in attesa di una risposta. “Tra due giorni torniamo in Grecia. Volevo comprare qualcosa, un liquore o magari una… Una specialità per ricordarmi di questa vacanza.” Sembra quasi imbarazzato dalla sua stessa risposta, tanto che si girò immediatamente verso la vetrino, facendo finta di essere incredibilmente interessato alla bambolina di vimini più brutta che avesse mai visto in vita sua.


Il greco rimase momentaneamente senza parole, dandosi dello stupido per aver pensato che Camus si stesse comportando egoisticamente, o che addirittura lo stesse ignorando! Lui per primo avrebbe dovuto sapere che sebbene il suo comportamento fosse distaccato come al solito, il francese, in un modo o nell’altro, pensava sempre agli altri. Probabilmente pensava di portare a casa souvenir non solo per sé, ma magari anche per Hyoga, Shun- Forse persino Isaac. Ma cosa cavolo poteva portare a casa a quel musone? “…Posso consigliarti quelle polpettine speziate…?” Si ritrovò a sorridere, indicando il pacchettino di strambe palline scure che se ne stavano giusto appoggiate sull’orrenda bambolina, pensando che se fosse arrivato subito a capire il vero motivo di questa loro escursione nelle vie cittadine, se la sarebbe goduta molto di più.


E forse non si sarebbe concentrato tanto sulla possibile perdita di arti per ipotermia. 
  
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