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Autore: Elsira    01/10/2015    3 recensioni
Capitolo revisionati: Cap. 1 - ... [in corso]
Ed eccomi di nuovo! Gente, ho preso un altro colpo in testa, come voi tutti temevate, e ho proseguito la storia di Kin. E come vedrete dalla serie e in futuro, di colpi ne devo aver presi davvero molti...
Sono passati 9 anni e tra pochi mesi si terrà il Torneo Tenkaichi, l'educazione di Chichi la farà sedere accanto a lei tra il pubblico, o i geni Sayan emergeranno e la spingeranno a combattere sul ring? Aprite e scopritelo, buona lettura ^^
Genere: Azione, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Goku, Goten, Nuovo personaggio, Trunks | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue del padre e occhi della madre'
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〜 Tarda primavera, anno 782

«Ehi Goku!» Il sayan si voltò non appena sentì la voce amichevole chiamarlo, che riconobbe subito. L'uomo gli si avvcinò a corsa leggera, alzando entusiasta un braccio per salutare l'amico; gesto che fu subito contraccambiato dall'eroe.
Kin, ancora sulle sue spalle, osservava la scena interrogativa.
«Quanto tempo è passato amico mio? Possibile che tu non sia invecchiato di un solo giorno? Il sangue sayan è davvero incredibile...» Disse l'uomo, con un sorriso che gli attraversava il volto da parte a parte. Era evidentemente felice di rivederlo.
Goku rispose, sorridendo anche lui e tenendo le mani sulle gambe della figlia: «Eh eh... Già è passato un po'... Ma ti vedo in forma Krilin! Parteciparai anche tu al Torneo?»
Krilin rispose con un sorriso un po' tirato, ma comunque sincero: «Beh l'idea era quella, anche se so che con te non ci saranno speranze.» I suoi occhi brillarono, illuminati dai ricordi che gli attraversavano piacevolmente la mente. «Ma sarebbe bello incontrarci sul ring come i vecchi tempi, eh Goku?» Il sayan sorrise e annuì, con il suo sguardo speciale e sicuro.
«Papà?» Chiese la piccola, tirandogli leggeremente una ciocca dei capelli scuri, per riportarlo al presente. Solo allora Krilin si accorse della bambina che si trovava sulle spalle dell'uomo, e la indicò interrogativo: «Ehi Goku... Non mi dirai che quella è...»
Lui lo scrutò per un breve secondo, per poi sorridergli raggiante. Alzò per un istante la testa, per poi ritornare a guardare l'amico di vecchia data. «Già, lei è mia figlia Kin.» La prese da sotto le braccia e la portò al petto, continuando a sorridere. Lei, tenendo la maglia del padre stretta nella mano, guardò lo sconosciuto con aria intimorita, restando in silenzio.
Krilin le si avvicinò un poco, rivolgendolesi cordiale e con un tono che alla bimba ricordava quello dolce e protettivo di suo padre. «Ciao piccola, piacere di conoscerti. Io sono Krilin, un vecchio amico del tuo papà.»
Le mostrò un largo sorriso incoraggiare, mentre lei rifletteva. Krilin... Era certa di aver già sentito quel nome.
Guardò il gin arancione indossato dall'uomo e vi riconobbe il carattere kame sul petto, oltre all'estrema somiglianza del gin stesso con uno di quelli del padre. In quel momento, si ricordò di quella persona: era un nome che il suo papà le aveva rammentato spesso nelle storie della buonanotte che le raccontava, e anche i suoi fratelli l'avevano nominato molte volte.
A quel punto, con la sicurezza di sapere di chi si trattasse, ovvero un vecchio compagno del padre che aveva combattuto spesso per la salvezza del pianeta insieme a lui, gli sorrise raggiante e saltò giù dalle braccia del sayan. Gli porse la manina, entusiasta: «Buongiorno, io sono Son Kin. Papà mi ha parlato spesso di lei e anche i miei fratelli maggiori lo hanno fatto, nei racconti della buonanotte. Lei è un eroe come il mio papà.» Krilin rimase un attimo spiazzato sentendosi chiamare eroe e sentendosi paragonare a Goku. Poi sorrise e strinse la mano della bimba, affermando: «Beh, non sono come tuo papà... Lui ha vinto quelle battaglie, io diciamo che al massimo ero la spalla d'incoraggiamento.»
Kin fece un sorriso al padre, che lui intuì al volo: la piccola aveva già capito che Krilin non avrebbe mai ammesso di essere un eroe, probabilmente perché nemmeno se ne rendeva conto, anche se per Goku lo era a pieno, oltre che un grande amico.
La bimba vide la fila scorrere con la coda dell'occhio, così lasciò la presa della mano e con un balzo tornò sulle spalle del padre, indicando ferocemente verso il tavolo delle iscrizioni e la coda che si muoveva, urlando al genitore: «Papà presto! Altrimenti ci prendono il posto!»
Krilin sorrise, vedendo la bimba che si agitava e tirava il padre per i capelli, spingendolo ad andare avanti. Sorrise nel vedere in lei la stessa impazienza di combattere che conosceva nell'amico.
Alzò la mano, congendadosi: «Sarà meglio che torni dagli altri adesso, ci vediamo dopo, raggiungeteci quando avete finito l’iscrizione.» Goku si voltò appena un istante per fare un breve cenno con la mano e dargli l'okay, che Kin gli tirò nuovamente i capelli per spronarlo a dirigersi in avanti.
Quando ormai erano stati quasi completamente inghiottiti dalla gente, Krillin si mise due mani ai lati della bocca e gridò: «Kin, tieni d'occhio tuo padre! Che non si cacci nei guai come suo solito!» La risposta affermativa della bambina gli arrivò alle orecchie quando ormai non li vedeva già più. Con un breve sorriso, si diresse verso il punto di ritrovo.
Dopo una buona mezz'ora, arrivarono finalmente al banchetto delle iscrizioni. «Buongiorno.» Disse gentilmente il signore in tunica arancione, veste dei segretari del Torneo. «Buon...» Goku non fece in tempo a rispondere che Kin era saltata dalle sue spalle sul tavolo del funzionario, guardandolo entusiasta coi suoi occhi grandi. «Io sono sono Son Kin, ho nove anni e mi voglio iscrivere al Torneo Giovanile di arti marziali!»
Il funzionario sorrise, mentre Goku riprendeva in braccio la figlia, la quale lanciò un'occhiata interrogativa al padre. «Mi scusi... Vede, è piuttosto euforica all'idea di partecipare al Torneo...» Tentò di scusarsi il sayan.
Il signore fece un gesto con la mano, sorridendo rassicurante ai due. «Stia tranquillo, è tutto a posto!» Poi si rivolse alla bimba. «Quindi ti chiami Kin, giusto? Sai già come funziona il Torneo?» Lei lo guardò e annuì vivacemente, i suoi occhi che brillavano ancora. «Sì, papà me lo ha spiegato. Si fanno le eliminatorie e gli otto classificati si scontrano sul ring, dove c'è il pubblico ad acclamarli.» Il funzionario annuì con un sorriso. Segnò il nome della bimba che aveva davanti, dicendo: «Bene, il Torneo giovanile si terrà domani; le eliminatorie saranno la mattina a partire dalle 8:00 e i match nel pomeriggio.» L'uomo staccò gli occhi dal foglio e fece un sorriso d'incoraggiamento alla giovane. «In bocca al lupo, piccola!»
Goku lo guardò sopreso e preoccupato. «D-domani?» Chiese quasi gridando, mentre il funzionario lo osservò senza espressione per qualche secondo. Goku posò Kin a terra e si chinò sul tavolo, guardando implorante e confuso l'uomo. «Ma... Ma non viene fatto prima del girone degli adulti? Come l'edizione scorsa?»
«No, mi spiace. Vede, abbiamo avuto veramente molti iscritti nel girone dei giovani, molti di più che in quello per adulti, perciò si è deciso di dedicare ai ragazzi un giorno intero, diviso come le ho detto prima tra eliminatorie mattuttine e finali nel pomeriggio.» Spiegò con calma il segretario.
Goku si tirò su e si portò pollice ai denti, mordendosene la punta nervosamente. Se Chichi fosse venuta a sapere che aveva iscritto Kin al Torneo prima che questa potesse avere la possibilità di dimostrare ciò che era in grado di fare, sarebbe stato un guaio per tutti quanti.
Si sentì tirare il tessuto dei pantaloni e guardò sua figlia. Gli stava sorridendo rassicurante con il suo volto tenero. «Sta' tranquillo papà, la mamma non verrà a sapere nulla e domani la porteremo qui con una scusa.» Disse sicura di sé.
Lui la prese in braccio, alzandola sui propri muscoli in modo che i loro volti fossero uno di fronte all'altro. Lei gli strinse le braccia al collo, provocandogli quell'ondata di calore che soltanto Kin riusciva a regalargli.
Con la bimba ancora in braccio, uscirono dalla fila, permettendo così a questa di avanzare, e si avviarono verso l'entrata, dove Goku percepiva le auree dei suoi vecchi compagni d'avventura.
Appena Goten intravide il padre e la sorellina, corse loro incontro con in volto un’espressione evidentemente preoccupata. «Papà, la mamma è su tutte le furie, se non vede Kin all’istante rischiamo il danno!» Goku sorrise per tranquillizzare il figlio. «Parlerò io con la mamma, appena terminato il Torneo. Adesso è tardi e noi dobbiamo andare alle eliminatorie, altrimenti ci squalificheranno.» Poi si rivolse con affetto alla bimba, che scese dalle sue braccia. «Coraggio, ora vai dalla mamma. Se non dovessimo arrivare in finale, io e Goten vi raggiungeremo in tribuna appena finiamo i match. Non ti preoccupare per la sua ira, sono certo che non se la rifarà né con te né con nessun’altro; appena ti vedrà arrivare sorridendo si tranquillizzerà.» Le porse il suo vestito femminile e la bimba si cambiò d'abito veloce.
«La mamma è al chiosco di fronte al ring, sai come arrivarci?» La sayan annuì, rispondendo al fratello: «L’ho visto mentre ero sulle spalle di papà.» Si sfece la treccia, lasciandosi i capelli sciolti come piacevano alla madre, e corse verso di lei, dopo aver dato un bacio al padre e al fratello e salutato con la mano tutti gli altri.
Krilin aveva osservato la piccola e non aveva potuto fare a meno di notare la coda. Prima non ci aveva fatto caso perché la bimba la teneva attorno alla vita mentre indossava la tuta, come una vera sayan, mentre con l'abito lungo la teneva nascosta sotto quest'ultimo, sempre legata alla vita ma a contatto con la pelle.
Si avvicinò a Piccolo, conscio che lui conosceva già da tempo la figlia di Goku, e gli sussurrò: «Ehi... Dì un po', ma come mai Kin ha la coda?»
«Perché non dovrebbe? È una sayan, anche se mezzosangue.» Rispose il namecciano, non capendo il significato della domanda.
«Sì ma... Così rischia di trasformarsi in uno scimmione senza controllo... Non sarebbe meglio tagliarla come abbiamo fatto con Gohan, Goten, Trunks, Goku e Vegeta?» Chiese dubbioso.
«No, per ora non ce n'è alcun bisogno.» Intervenne Goku, spiegandosi, avendo sentito le preoccupazioni dell'amico. «Se c'è una cosa di cui Kin ha il terrore, è proprio il buio. Da quando è nata, non è mai voluta uscire fuori dopo il tramonto e dall'unica finestra di camera sua non si vede mai la Luna, in nessun giorno del'anno.»
«E poi Kin ama la sua coda più di qualsiasi altra cosa, ne soffrirebbe troppo se gliene privassimo.» Intervenne Goten. Krilin, non convinto, chiese perplesso: «Ma siete certi che il vostro sia un atteggiamento prudente?»
I due sayan si guardarono e si sorrisero sicuri, quindi si voltarono verso l'amico, annuendo e rispondendo all'unisono: «Sicurissimi.»
Vegeta, vicino a loro, sbuffò. «Tsk. Un sayan che ha paura del buio. È davvero ridicolo.»
Trunks lo guardò e difese la ragazzina. «Avanti papà, Kin ha solo 9 anni, è perfettamente normale.» 
Vegeta scostò semplicemente la testa, in un cenno di disapprovazione.
In quel momento, tutti udirono dagli autoparlanti la voce di un giudice affermare che i partecipanti al Torneo degli adulti dovevano recarsi nella palestra ad effettuare i test delle eliminatorie.
«Si inizia.» Disse Goku, con estrema sicurezza e impazienza nella voce, dirigendosi con gli altri nel luogo richiesto loro.
 
«Kin, eccoti finalmente!» Esclamò Chichi appena vide la figura della figlia venirle incontro. Si chinò e le sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi la guardò dritta negli occhi scuri e le poggiò le mani sulle spalle, come per non farla più scappare via. «Dimmi la verità, eri con tuo padre vero? Dove ti ha portata quel mascalzone? Perché siete venuti qui senza dire nulla né a Goten né tanto meno a me?» Man mano che parlava, la sua voce si alzava sempre più di volume e all'ultima incalzante domanda Kin credette di star per perdere l'udito.
La bimba le poggiò teneramente le manine sulle guance, gesto che distese istantaneamente i nervi della donna, per parlare con tranquillità in un sorriso: «Sta' tranquilla mamna, va tutto bene. Ero con papà, siamo venuti via prima perché voleva mostrarmi il posto innanzi che si riempisse di gente. Ha detto che appena finirà il Torneo vorrebbe parlarti.» Gli occhi della bimba si fecero di colpo tristi e imploranti, prima di proseguire: «Però vi prego, non litigate mai più come stamattina...» Quelle ultime parole erano sincere, Kin desiderava davvero che tra i suoi ci fosse armonia ed essere stata l'oggetto di un loro litigio la faceva stare terribilmente male.
Il labbro iniziò a tremare e Chichi le sorrise dolce, per poi stringerla in un affettuoso abbraccio. «Stai tranquilla, te lo prometto. Stamattina sia io che tuo padre siamo andati oltre il limite, lo sappiamo entrambi e a entrambi dispiace, soprattutto che tu e Goten ci abbiate visti in quelle condizioni. Ma appena sarà finito il Torneo parleremo, ci chiariremo e nella nostra famiglia tornerà tutto quanto normale, com'era prima che questa brutta storia avesse inizio.» La donna guardò la bimba e le sorrise. «Allora, ti va un gelato mentre aspettiamo le finali?» A Kin s'illuminarono gli occhi per il solo aver sentito parlare di cibo. Annuì vivace e si diresse, tenendo la mano della madre, verso il chioschetto dei gelati.
Mentre la bimba gustava con allegria la sua enorme coppa, Chichi la guardava incuriosita. Quella fame implacabile era dovuta senz'altro al suo sangue sayan; avrebbe dovuto esserci abituata ormai, con tre uomini della stessa razza, ma il fatto che quei geni avessero così tanto influenza anche sulla ragazzina le faceva ancora l'effetto di una novità. Non sapeva perché, ma quando Kin era nata, era stata certa che si sarebbe comportata più come una terrestre che come una sayan, invece man mano che cresceva diveniva sempre più simile a questi ultimi, seppur in più occasioni le aveva dimostrato di saper essere una vera signorina.
Kin mangiò l'ultimo cucchiaio di gelato e si accasciò alla sedia con le mani sulla pancia rigonfia, quasi sazia. Chichi non poté fare a meno di vedere Goku in quel gesto, perciò richiamarla alla compostezza con tono fermo le venne spontaneo. Poi aggiunse: «Allora, cosa hai fatto insieme a papà?»
Kin distolse un attimo lo sguardo, spiazzata da quella domanda che non si aspettava, mentre cercava di pensare in fretta a cosa poter dire alla madre. Prese il cucchiaio e iniziò a raschiare gli ultimi grammi dei gusti rimasti nella coppa, ormai divenuti allo stato liquido.
«Mah... Niente di che... Mi ha portata a fare un giro qui intorno, mostrandomi un po' il posto...» Disse senza alzare gli occhi.
Chichi conosceva sua figlia, molto bene, e sapeva che quando agiva così aveva qualcosa da nascondere. Perciò tentò di andare più a fondo alla faccenda. «Ah sì? E dove ti ha portata di preciso?»
Kin ebbe un lieve tremore delle mani, che non scappò alla vista acuta della madre. Cercò di guadagnare tempo, mettendosi il cucchiaio in bocca e facendo finta di leccare le ultime tracce di gelato, ma la madre non ci cascò e la intimò a rispondere. «Sempre che tu non mi stia nascondendo qualcosa. C'è forse qualcosa che mi stai tenendo segreto, Kin? Magari proprio sotto esortazione di tuo padre?» Chiese incalzande Chichi, con gli occhi semi chiusi e le sopracciglia alzate.
La bimba riuscì solo a farfugliare un flebile: «Ehm...» Prima che la voce del giudice proveniente dagli autoparlanti la traesse in salvo: «A tutti gli spettatori, invitiamo a prendere posto sugli spalti per assistere alle finali del girone adulti del Torneo.»
Kin prese la palla al balzo, alzandosi dalla sedia e esclamando euforica: «Forza mamma andiamo! Voglio essere in prima fila per vedere papà e Goten!»
Chichi sorrise accondiscendente, non dimenticandosi però dello strano atteggiamento della figlia e si diresse con lei verso le tribune per assistere ai match.
Arrivarono abbastanza in fretta e riuscirono così a ottenere due ottimi posti in prima fila.
I concorrenti delle finali erano tutti in piedi sul ring e Kin fu felicissima di vedere che c'erano anche suo padre e suo fratello, anche se non aveva dubitato del loro arrivo in finale nemmeno un istante.
In effetti, c'erano tutti quelli che Kin aveva incontrato prima di andare dalla madre: Krilin, Trunks, Vegeta, Piccolo e due che non conosceva; una era una bellissima donna bionda con gli occhi azzurri, mentre l'altro era una creatura che non aveva mai visto, sorridente e dall'aspetto buffo, che le ricordava una grossa e tonda chewing-gum rosa.
Un ufficiale del Torneo si avvicinò ai finalisti con un sacchetto nero in mano. Kin tirò la gonna della madre, non capendo cosa stesse accadendo. «Mamma che succede? Perché non combattono?» Chiese perplessa. Chichi le si rivolse dolce, spiegandole: «Devono prima sapere chi sono i loro avversari. Adesso da quella busta scura ognuno tirerà fuori un numero e a seconda di quest'ultimo verranno formate le coppie.» Kin annuì e tornò a guardare il ring, in attesa di vedere che numero sarebbe toccato a suo padre e suo fratello.
Il primo a estrarre fu la chewing-gum, alla quale toccò il numero 6. Fu poi il turno di Vegeta, che ebbe il 3. A Piccolo toccò il 5, a Goten il 2, a Krilin il 4, alla bella bionda l'1, a Trunks l'8 e a Goku il numero 7.
Quando il sayan stava per estrarre il proprio numero, ormai scontato perché l'ultimo rimasto, Kin notò la faccia di Trunks. Il povero ragazzo era diventato pallido come un cencio e Goten dietro di lui stava trattenendo una delle sue risate canzonatorie. In quel momento persino la bimba provò un poco di pietà per il ragazzo dai capelli chiari.
Lei e Trunks avevano sempre avuto un buon rapporto. Essendo il migliore amico del fratello, era venuto spesso a casa Son per stare con lui e di conseguenza, visto che la bimba lasciava raramente il fratellone da solo essendone molto gelosa, passava del tempo anche con lei. Non aveva molti ricordi di quando era particolarmente piccola, ma Goten e Trunks le avevano sempre raccontato di quanti scherzi, alle volte pericolosi, facesse quest’ultimo alla sayan, soprattutto prima che Bra nascesse e lui si rendesse conto cosa significava avere una sorellina e sentirsi responsabili di ciò che le accadeva.
Per quanto riguardava Bra, la piccola Son l’aveva vista pochissime volte; in parte perché sua madre non la lasciava andare a giro, essendo troppo piccola e particolarmente protettiva, dall’altra perché quando Goten andava e tornava dalla Capsule Corporation dopo la nascita di Bra, era già abbastanza grande per farlo da solo; perciò le uniche occasioni in cui lei aveva visto la principessa era alla sua nascita, quando andarono a trovare Bulma all’ospedale, e nelle foto che ogni tanto le mostrava Trunks.
Da quando era diventato fratello maggiore, Trunks aveva assunto anche nei suoi confronti tale atteggiamento e ciò a Kin non dispiaceva, perché il ragazzo le era simpatico e la faceva divertire, proprio come faceva Goten. Giocavano con lei, la facevano ridere quand’era giù di morale, facevano la fusione per diventare Gotenks e mostrarle la loro forza o intrattenerla facendo nuovi giochi di luci utilizzando le sfere d’energia. E poi, le raccontavano le storie di ciò che avevano vissuto assieme. Certo, Kin preferiva di gran lunga quand’era suo padre a raccontarle qualcosa, ma anche Trunks era un bravo narratore, seppur inferiore a Goten. Quest’ultimo in quanto a narrastorie, non lo batteva nemmeno il padre. Quando suo fratello iniziava a raccontare, era capace di teletrasportarla in un altro tempo, in un’altra dimensione, e tutto ciò che usciva dalle sue labbra acquisiva una nota di magia. Per questo lui era l’unico al quale si rivolgeva ancora, nonostante l’età troppo avanzata secondo alcuni, per farsi narrare qualcosa. Poco importava che fossero fatti che già conosceva, il fratello riusciva a rendere ogni volta come la prima.
Le coppie si era formate e tutti i finalisti, tranne Goten e la bella ragazza che dovevano scontrarsi per primi, furono invitati a lasciare il ring e andare ad attendere il proprio turno per lottare dietro al paravento sotto l'arco, in fondo al piccolo viale che separava la palestra dal ring e le tribune.
   
 
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