Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Somriure    02/10/2015    1 recensioni
Una vacanza per abbattere ogni pregiudizio.
Una vacanza per dimostrare la propria personalità.
Una vacanza per cambiare.
Harry, diciassettenne timido e impacciato con le ali tarpate dai genitori troppo severi e oppressivi.
Louis, ventunenne ribelle e solo, allontanato da tutti per stupide credenze e pregiudizi.
Sotto la luce del grande Faro si incontreranno e diventeranno amici.
Forse dalla loro amicizia nascerà qualcosa di più; forse la luce del Faro li farà scottare e allontanare per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Buongiorno nonno.- esclamò Louis entrando nella stanza del vecchio Nathan quella mattina. -Sono andato a pescare e ho venduto i pesci al mercato. È mezzogiorno, vuoi che prepari qualcosa per pranzo?- chiese timidamente. Suo nonno quella notte non era stato per niente bene, aveva tossito in continuazione e aveva una cera orribile.

-Sciocchezze, Lou. Ci penso io! Ci manca solo che mandiamo a fuoco il faro.- disse alzandosi lentamente dal letto tenendo una mano sul petto.

-Magari possiamo mangiare qualcosa di freddo. Posso tagliare qualche pomodoro e condirlo. Ci arrangeremo!-

-Non voglio mangiare pomodori al sangue conditi con le dita di mio nipote!- ridacchiò il vecchio riportando alla mente tutti gli esilaranti momenti in cui Louis si era cimentato in cucina.

Il ragazzo lo guardò sconsolato e lo accompagnò in cucina per rendersi utile almeno nell'apparecchiare la tavola.

-Nonno, questa tosse non mi piace per niente. È tutta l'estate che ce l'hai. Per una buona volta mi puoi ascoltare e fare come ti dico? Vai in ambulatorio, ti daranno qualche medicina.-

-Oh, sciocchezze Louis! Non è nulla! Sono un vecchio lupo di mare io! E poi lo sai com'è la vita: si nasce, si diventa adulti e poi...-

-Cosa vorresti dire con questo, nonno?- esclamò Louis lasciando cadere un piatto che si ruppe in mille pezzi.

-Non ti avevo detto di star lontano dalla cucina, Lou?- ridacchiò il vecchio Nathan mettendosi la pipa in bocca.

-No ora mi spieghi il tuo discorso. E basta fumare! Peggiorerà solo la tua salute!- esclamò sfilando dalla bocca del nonno la vecchia pipa di legno. Nathan rise di gusto osservando l'espressione imbronciata del nipote.

-Avanti Louis, lo sai bene! Io non potrò vivere per sempre, tesoro! Tra un po' non ci sarò più e tu dovrai cavartela da solo! Andiamo, non fare quella faccia, Lou. Questa è la vita.- disse l'anziano signore facendo un buffetto sulla guancia al nipote che guardava a terra con gli occhi lucidi. -Dai non fare così, lupetto. Non volevo farti rattristare.-

-Sì... è solo che... che non ci avevo mai pensato, tutto qui.- mormorò il ragazzo grattandosi la testa. Il nonno gli sorrise dolcemente accarezzandogli i capelli.

-Dai su, aiutami a raccogliere i cocci del piatto!- disse chinandosi per ripulire.

-Lascia, faccio io!- lo aiutò il nipote. -Domani verrai in clinica con me? Voglio che ti ascoltino quella tosse che hai. Ti prego nonno!-

-Ci sono già stato in ospedale, Lou! Ti ricordi quando partivo la mattina presto e ritornavo nel pomeriggio? Andavo a fare i controlli!- rispose il vecchio, gettando i cocci rotti nel cestino e prendendo un piatto pulito da mettere in tavola.

-E... e che ti hanno detto?- chiese il nipote preoccupato.

-Che sto bene! Non preoccuparti, Louis.- mentì il nonno.

Come poteva dire a suo nipote, il suo piccolo ometto che aveva cresciuto con tanta dedizione, che un cancro ai polmoni lo stava portando sempre più verso il mondo del non ritorno. Non poteva. Il suo Louis ancora non era pronto. Lo avrebbe costretto a farsi curare e lui non voleva saperne di ospedali o di medicine. Lui era un uomo nato libero e cresciuto libero. Non voleva certo morire in un ospedale.

-Sei sicuro?- chiese il ragazzo ancora sulle spine.

-Stai forse dubitando di me, mascalzone?- chiese l'uomo divertito. Solo allora Louis si rilassò un pochino. -Posso chiederti un favore, ragazzo?- continuò tagliuzzando dei pomodorini.

-Qualsiasi cosa, nonno!-

-Ti andrebbe di andare in farmacia a comprarmi lo sciroppo per la tosse? L'ho finito e non vorrei che questa notte ti svegliassi ancora a causa mia.-

-Certo, vado. Non mi hai dato tanto fastidio però questa notte, tranquillo.- gli assicurò Louis. Il vecchio Nathan ridacchiò mettendosi nuovamente la pipa in bocca. -Vado ora, mentre tu finisci di preparare, va bene!-

-Va benissimo!-

Louis uscì di casa e dopo aver preso la sua bicicletta iniziò a pedalare per le strade bollenti dell'isola. Il sole era alto nel cielo, quindi le temperature erano elevatissime. In poco tempo arrivò davanti alla farmacia della signora Malik, la mamma di Zayn. Entrò e subito l'aria condizionata presente nello studio lo ristorò. Fece un sospiro di sollievo e chiuse gli occhi per godere al meglio quella meravigliosa sensazione.

-Non sei gradito in questo studio.- proferì una voce da dietro il bancone. Louis aprì gli occhi di scatto per osservare la donna con le braccia incrociate e uno sguardo severo sul volto.

-Scusi?- chiese sperando di non aver sentito.

-Hai capito benissimo. Va via!- disse con voce gelida. Improvvisamente il fresco che c'era nel negozio non sembrò più così gradevole; la pelle di Louis iniziò a diventare come quella di un'oca.

-Io devo solo comprare uno sciroppo per mio nonno. Ho i soldi.- disse il ragazzo.

-Non mi importa nulla dei tuoi soldi. Io non vendo i miei medicinali ad un errore della natura. Chissà poi cosa andrai a farci. Magari potresti drogartici e di certo in quest'isola non abbiamo bisogno di drogati, già siamo dilaniati dalla piaga che portate voi froci!-

-E' un semplice sciroppo per la tosse! E non è per me! Io...-

-Non mi importa nulla di quello che dici. Esci immediatamente da qui. Non voglio che la tua malattia contagi anche le mie figlie. Già ti sei preso il mio Zayn, il mio unico figlio maschio. Per colpa tua e di quelli come te, ho dovuto cacciare di casa il mio amato figlio! Non posso rischiare di distruggere la mia famiglia!- urlò la donna con le lacrime agli occhi. Louis la osservava allibito. Sapeva che la donna era da sempre stata molto bigotta e chiusa mentalmente; ogni volta che lo incontrava non rinunciava mai ad insultarlo e per molto tempo era riuscita a condizionare anche il pensiero di Zayn. Ma non immaginava che potesse essere arrivata a tanto. Non avrebbe mai potuto immaginare che fosse stata capace di lasciare che una stupida convinzione distruggesse il rapporto con suo figlio, tanto da cacciarlo di casa.

-Signora, io ho solo bisogno di uno sciroppo per mio nonno. Me ne andrò immediatamente quando lei mi avrà fornito quello che mi serve.- disse Louis cercando di avere più tatto possibile. In altre occasioni sarebbe già diventato pazzo dalla rabbia, ma suo nonno aveva bisogno di quella medicina e di certo Louis non aveva voglia di attraversare tre isole per procurarsela.

-Nessuno sciroppo curerà il male di tuo nonno. Mi stai solo facendo perdere tempo!- disse la donna.

-M...mio mio nonno non ha nessuna malattia!- esclamò Louis indignato. Che ne voleva sapere lei.

-Le notizie nell'isola corrono veloci, Louis.- disse sogghignando. -Sai non vedo l'ora che quel vecchio tiri le cuoia, credo che sia stato proprio lui l'origine di questa epidemia che si è abbattuta sulla nostra isola. Credo proprio che sia stato lui il primo frocio di Alderney.- disse con uno sguardo maligno. Louis immediatamente perse tutta la calma che si era promesso di mantenere. Batté ferocemente un pugno sul bancone e guardò la donna con occhi di sfida.

-Lei non sa nulla della mia vita e non sa nulla della vita di mio nonno. La prego di farsi gli affaracci suoi.- le intimò, la donna continuava a guardarlo ridacchiando. -Ora mi dia questo fottuto sciroppo.-

-Qui l'unica cosa fottuta è tuo nonno.- scoppiò a ridere. Louis trattenne un forte respiro. Stava pregando tutti gli dei dell'Olimpo per non fargli cedere alla tentazione di picchiare una donna.

-Louis, cosa ti serve?- chiese una vocina dolce e tranquilla avvicinandosi a lui. Era Waliyha, la sorellina minore di Zayn.

-Solo uno sciroppo Waliy.- mormorò Louis calmandosi immediatamente. La ragazza aprì uno scaffale e tirò fuori il medicinale richiesto.

-Spero che tuo nonno si rimetta.- disse seriamente. Louis sorrise e dopo aver lasciato i soldi sul bancone corse fuori senza voltarsi indietro. Era furioso, dovette fare il giro dell'isola tre volte con la sua bicicletta per calmarsi. non poteva certo farsi vedere così da suo nonno. La signora Malik non sapeva nulla. Suo nonno stava bene. Suo nonno non diceva bugie.

.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

Quella mattina iniziò in modo strano. Erano le 12:34 quando Harry aprì gli occhi. Il letto di sua sorella accanto al suo era sparito, ma era improvvisamente apparso un condizionatore.

Harry si tirò su e si guardò attorno. Era ancora buio pesto, le serrande della sua finestra non erano ancora state tirate su.

Improvvisamente la porta si spalancò e entrarono nella sua stanza i suoi genitori con un grande sorriso in volto.

-Buongiorno Harry! Come sta il mio ometto?- esclamò Des porgendogli un vassoio colmo di cornetti e pasticcini e una tazza enorme di cioccolata calda.

Anne lo guardò in modo compassionevole accarezzandogli la fronte brufolosa e sedendosi sul suo letto.

Harry era perplesso. Cosa diavolo era successo ai suoi genitori? Era tempo che non erano così amorevoli con lui. Suo padre poi! Gli aveva anche portato la colazione a letto.

-Harry, tesoro, dobbiamo parlare di una cosa importante.- esordì suo padre. Harry si accigliò, ma annuì.

-Ieri sera, quando sei rincasato, ho sentito uno strano fischio provenire dal tuo respiro. Temo che la tua malattia sia peggiorata, tesoro. Ho già chiamato il dottor Chan, verrà nel primo pomeriggio.- disse.

-E' meglio se rimani a letto per adesso, il dottore poi deciderà per il seguito.- continuò Anne con le lacrime agli occhi stringendo convulsamente mani di quel suo bambino troppo sfortunato.

Harry boccheggiò.

-Ma...ma io..io no..non ho mai... c....c...ca....capito. Che m...malatt...malattia ho?- chiese grattandosi la testa confuso. Le decisioni dei suoi genitori lo lasciavano sempre più disorientato.

-Harry, piccolo di papà, certe cose lasciale ai grandi. Che ne vuoi capire tu!- disse scompigliandogli i ricci. Harry si scostò per niente felice di farsi toccare da quell'uomo.

-Ora fai colazione, tranquillo, e poi riposati un pochino. Ti accendo la TV, ti terrà compagnia.- disse sua madre seguendo suo marito fuori dalla porta. Certo, la televisione era un'ottima amica, era bravissima a tenergli compagnia, la compagnia che i suoi genitori non gli avevano mai offerto.

Che poi Harry non aveva grandi pretese, gli sarebbe piaciuto solamente dare due calci al pallone con suo padre o imparare a cucinare con sua madre, di certo non sopportava l'indifferenza nei suoi confronti.

Si sdraiò sul letto e iniziò a vedere un demenziale programma di cucina mentre mangiucchiava la sua abbondante colazione.

.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

-Des, ti rendi conto che mi hai strappato brutalmente dalle mie meritatissime vacanze?! Spero che sia una cosa veramente importante! Potrei chiamare il mio avvocato e farti causa!-

-Calmiamoci signorina! Sei la migliore in questo campo, lo sai. Ho bisogno di te, Briana. Ti pagherò profumatamente, non preoccuparti.- disse Des con calma sorseggiando il suo caffè comodamente seduto sul divano.

-Molto bene. Cosa dovrei fare?- chiese la ragazza.

-Pare che quel ritardato di mio figlio si sia fidanzato e....- una fragorosa risata interruppe la parole dell'uomo.

-Se Harry è riuscito ad abbindolare un povero scemo, c'è speranza per tutti!- sputò malignamente.

-Lo so, è strano anche per me. Ma ora arriviamo al dunque: questo ragazzo è il prototipo di modello che servirebbe alla mia azienda. Devi fare in modo di farmelo avere. Voglio portarlo a Londra con il suo consenso e... Harry deve rimanerne fuori.-

-Era tanto che aspettavo una richiesta del genere. Lo sai, Des, amo fare queste cose!-

-Lo so e sei la migliore!-

-Beh, diciamo che ho avuto un bravo maestro!- lo adulò la ragazza.

-Spero che tu riesca a farcela in due settimane. La nostra vacanza sta finendo! Aspetta Eleanor per non destare troppi sospetti.-

-Lo sai che rispetto sempre i tempi!- esclamò alzandosi. -Io inizio ad andare. Eleanor mi raggiungerà. Devo conoscere chi sarà il padre mio futuro finto figlio!- detto questo uscì di casa.

Briana era il vero pupillo di Des Styles. L'uomo l'aveva strappata dalla strada, letteralmente. Briana lavorava di notte insieme a sua sorella maggiore nella strada più malfamata di Londra, con il nome di Blonde Davil. Appena la vide Des pensò subito che una ragazza così giovane e bella non potesse permettersi di svolgere uno dei lavori più infimi che ci siano al mondo. Briana era diventata così una delle migliori modelle dell'azienda, la vera rivale di Eleanor.

La ragazza con i suoi capelli biondi, palesemente tinti, la sua borsetta firmata e gli occhiali di marca, iniziò a passeggiare sulla sabbia umida atteggiandosi come se fosse su una passerella cercando quel Louis. Des ogni volta se ne usciva con richieste sempre più strambe e insolite. Questa volta, strappare il ragazzo da un minuscolo paesello per portarlo nella grandissima capitale, sarebbe stata veramente un impresa ardua. Briana doveva tirar fuori tutti i suoi trucchi da adulatrice ma alla fine ce l'avrebbe fatta, come sempre. Lei era la migliore, lei non perdeva mai.

Si sedette sulla riva, nella parte di spiaggia davanti al faro. Sapeva che la sua vittima sarebbe venuta fuori da lì, quindi doveva solo aspettare pazientemente.

-Ehm, ciao, posso aiutarti?- chiese una voce con uno strano accento interrompendo i suoi pensieri.

-Sei Louis Tomlinson?- chiese la ragazza seccata. Sapeva benissimo che quel ragazzo troppo sorridente, con i capelli troppo biondi e le guance troppo rosse non poteva essere quello che stava cercando lei. Non rispettava l'attendibile descrizione che le aveva fornito Des, e poi ormai aveva iniziato a comprendere i gusti del suo capo, sapeva che quel biondino con l'accento irlandese non avrebbe mai potuto neanche lontanamente rientrare negli standard che i modelli dell'azienda dovevano avere.

-No, sono Niall Horan, piacere!- disse porgendole la mano. Briana la osservò in modo quasi schifato, prima di voltarsi dall'altra parte senza degnare il ragazzo neanche di uno sguardo.

Ma Niall non si diede per vinto e sedendosi accanto alla ragazza tornò a sproloquiare.

-Louis è un mio amico, se vuoi te lo posso chiamare!- disse alzandosi nuovamente.

-Allora muoviti! Sono stufa di ascoltare la tua voce petulante!- sbottò la ragazza in modo scontroso. Niall scoppiò a ridere credendola una battuta della ragazza e si incamminò trotterellando verso il faro.

Bussò alla porta e il suo amico gli aprì.

-Ciao Louis!- esclamò Niall.

-Niall, cosa ti porta qui?- chiese il ragazzo del faro in modo freddo. Ancora non riusciva a lasciarsi dietro il passato del tutto e a ricominciare una nuova vita.

-Ti sta cercando una biondina niente male!- comunicò il ragazzo.

-Non sono interessato alle biondine da un bel po' di anni. Puoi dirle di andare via.- disse con un tono piatto.

-Oh, ti prego! È così carina! Facciamo che tu le parli un po' e poi la lasci a me! Siamo entrambi biondi tinti, siamo fatti l'uno per l'altra!- esclamò Niall con gli occhi a forma di cuoricino battendo le mani.

-E va bene. Dov'è questa portatrice di tette?-

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

-Harry, puoi tossire per me?- chiese il dottor Chan con il suo stetoscopio in mano. Il ragazzo ubbidì controvoglia. Era immensamente stufo di tutta quella situazione, ma non poteva farci nulla.

-Bene, ora ti preleverò un po' di sangue, poi controllerò i tuoi valori istantaneamente grazie a questo apparecchio di ultima generazione.- Harry non diede alcun segno di vita. Gli porse il braccio, ma rimase impassibile. Il dottore completò la sua operazione e poi uscì dalla stanza del ragazzo seguito dal resto della famiglia.

Harry rimase nuovamente solo. Accese la TV e prese tre merendine al cioccolato. Da grande avrebbe sposato di certo la cioccolata, l'unica che rimaneva sempre, soprattutto nel momento del bisogno.

Il programma che trasmettevano in TV era a dir poco noiosissimo, Harry si addormentò dopo qualche minuto, cullato dalla voce stridula della presentatrice completamente rifatta. Avrebbe preferito la voce della sua mamma, ma non si poteva avere tutto dalla vita.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

-Mh.. ci conosciamo?- chiese Louis visibilmente irritato alla bionda che si atteggiava toccandosi i capelli davanti a lui.

-No, ma mi piacerebbe moltissimo conoscerti. Io sono Briana, la migliore amica di Eleanor e sono anche molto legata ad Harry! Entrambi mi parlano molto spesso di te, quindi volevo conoscere il famosissimo Louis Tomlinson!- esclamò accarezzando il lobo dell'orecchio di Louis. Il ragazzo si scansò immediatamente, come colpito da un fulmine.

-Strano, Harry non mi ha mai parlato di te!- convenne perplesso Louis. -In ogni caso, ora mi hai conosciuto. Credo che ciascuno possa tornare alla propria vita. Addio Diana!- disse voltandosi nuovamente verso il faro.

-Mi chiamo Briana, e poi no! Non credo che in due minuti si possa conoscere una persona. Io sono dell'opinione che ogni essere umano sia così ricco di particolarità che è impossibile scoprirli in una vita, figuriamoci in due minuti. E poi voglio sapere tutto di te, sono una persona decisamente curiosa!-

-Aggiungerei anche molto logorroica.- disse in modo schietto. La ragazza scoppiò a ridere coprendosi la bocca con la mano. La sua risata era troppo acuta e decisamente poco vera. -Io invece in cinque minuti riesco a capire chi mi trovo davanti e sempre in cinque minuti decido se quella persona può provare a diventare mia amica o no. Mi dispiace, sono fatto così!-

-E io? Come mi trovi?- chiese in modo sensuale appoggiandosi alla spalla del ragazzo. Louis spostò la mano con aria schifata e tornò a guardare la ragazza.

-Tu mi irriti, tanto. E credo che tu sia una bugiarda. Questo è solo il mio istinto ovviamente, quindi non prendertela!- disse tranquillamente.

-Che dici, secondo i tuoi standard posso provare a diventare tua amica?- chiese facendogli l'occhiolino.

-Mh.. direi proprio di no. Sei troppo fastidiosa, te l'ho detto!- ribadì il concetto.

-Ti farò cambiare idea, dolcezza. Tutti vogliono essere amici di Briana Jungwirth. Voglio visitare questo paese. Dove andiamo di bello?-

-Questo plurale mi spaventa. Posso consigliarti qualche posto, se vuoi. Io non ti accompagno, ho molto altro da fare! E oggi proprio non è giornata. Il mio amico irlandese ti accompagnerebbe volentieri, però!- disse indicando il biondo che faceva finta di mandare un messaggio per non dare nell'occhio, appoggiato alla barca di Louis.

-Louis, non ti facevo così scortese! Harry non ti descriveva in questo modo! E poi il biondino non mi interessa. È troppo biondo per i miei gusti. Accanto a lui sembrerei meno bionda e se c'è una cosa che odio è sembrare meno bionda di quello che sono!- esclamò con voce acuta la ragazza. Louis sbuffò sonoramente e si incamminò verso la strada cedendo suo malgrado alle parole della ragazza troppo superficiale.

-Che bello!- esclamò quella saltellando e battendo le mani. -Dove mi porti di bello?- Louis sbuffò e senza risponderle si incamminò per la strada principale.

-Qui ci sono dei negozi di vestiti. Se vuoi entrare sei libera di farlo, ma io non ti accompagnerò neanche morto.- disse Louis con un tono annoiato.

-Mh, vivo tra i negozi, abito a Londra lo sai? Ti piacerebbe vivere lì, tra luci e moda? È una città incantevole, io la amo!- iniziò a sproloquiare la ragazza. Louis sbuffò sonoramente e alzò gli occhi al cielo.

-Beh, tutto questo per dire che no. Non voglio fare shopping. A Londra è sicuramente meglio e per ora non sento la necessità di comprare nuovi abiti. Perché sai, per me lo shopping è quasi una necessità! È il mio corpo che mi chiede di andare a comprare nuovi vestiti. Tu che ne pensi?-

Louis si risvegliò dallo stato di catalessi in cui era caduto da quando la ragazza aveva iniziato a parlare e ricomponendosi biascicò una risposta a caso:

-Non la penso come te.- Trovò che questa fosse una risposta da poter utilizzare in ogni occasione con la ragazza. Non credeva di avere qualche interesse in comune con lei e sinceramente non era neanche intenzionato a trovarne.

-Lo immaginavo, voi maschi siete tutti così riguardo allo shopping.- ridacchiò. Louis alzò le spalle infastidito.

-In verità speravo che tu mi potessi portare in qualche localino a fare un po' di festa.- disse Briana fingendosi imbarazzata.

-Ma sono le sei del pomeriggio! Che razza di festa vuoi fare?- chiese visibilmente sorpreso.

-Loueh! Non c'è un orario stabilito per fare festa!- esclamò quella saltellando. Louis ruotò gli occhi e senza fiatare si diresse verso il Midnight Memories. Briana durante il tragitto lo prese a braccetto. Il ragazzo del faro sbuffò sonoramente ma a a lei non parve una cosa di grande rilievo. La ragazza era di qualche centimetro più alta di Louis, portava i tacchi naturalmente, ma questo era un altro aspetto che lo innervosiva.

-Eccoci arrivati.- disse con voce piatta quando furono davanti alla porta argentata del locale.

-Che bello! Si presenta molto bene da fuori! Entriamo!- propose la ragazza senza esitazioni. Louis la seguì con le mani nelle tasche. Sperava almeno di trovare un po' di sollievo nell'alcool, di certo non voleva passare il pomeriggio in compagnia di Barbie!

La musica che trasmettevano nel locale non era delle migliori. Era pomeriggio inoltrato, nel locale c'erano solo alcune coppie di anziani che si dilettavano a ballare la salsa. Nonostante tutto la ragazza si buttò in pista.

-Vieni Louis! Non fare l'orso! Scatenati con me!- urlo la ragazza sculettando come una diva. I vecchietti attorno a lei la guardavano straniti, solo pochi la fissavano con lussuria.

Il ragazzo scosse il capo vigorosamente. Non sarebbe mai sceso in pista con una ragazza!

Briana si avvicinò a lui muovendosi a ritmo.

-Dobbiamo riscaldarci un po', hai ragione.- disse in modo sensuale. -Due drink per me e per il mio ragazzo!- chiese al barman. Louis sgranò gli occhi e quasi si strozzò con la birra che aveva precedentemente ordinato. -Spero che non ti dispiaccia che ti abbia presentato come mio ragazzo. Quel tizio mi guardava con degli occhi che non mi piacevano.- disse la ragazza fingendosi dispiaciuta.

-Allora, mettiamo in chiaro le cose. Io e te non siamo niente. Né amici, né conoscenti. Niente. Non so per quale strambo motivo tu sia riuscita a coinvolgermi in questa farsa e non so neanche cosa tu voglia da me di preciso. Ma ti dirò di più, non me ne frega nulla di sentire la tua risposa, come ho già detto, la tua voce mi irrita terribilmente e meno ti sento meglio sto. In ogni caso nessuno ti crede se inventi la scusa del tuo ragazzo. Sono gay dichiarato da cinque anni e fiero di esserlo. Tutti sull'isola mi conoscono come tale.- disse Louis sperando di togliersi la ragazza di torno.

Non avrebbe mai potuto immaginare che quell'arpia nelle vesti di un angioletto era riuscita ad infilare una pasticca di ecstasy nel suo drink.

In poco tempo tutto divenne più bello: la musica, i colori, Diana, o forse si chiamava Briana. Tutto era bello. Louis si fece spazio tra i vecchietti e iniziò a scatenarsi sulla pista ballando una salsa sfrenata con un ritmo tutto suo. Briana lo osservava appoggiata al bancone con un ghigno soddisfatto.

Blonde Davil aveva colpito ancora. Le bastò semplicemente avvicinarsi e lasciare un bacio poco casto sulle labbra del ragazzo. Il loro finto bambino era stato inseminato. Nessuno avrebbe avuto niente da obbiettare. Di certo non quel ragazzo che ora se la rideva a crepapelle emozionato di aver appena scoperto che il cravattino del nonnetto senza denti era a pois.

Briana lasciò il locale abbandonando Louis in un emozionante passo a due con una vecchietta dai capelli rosso fuoco. Il suo lavoro era stato fatto.


Angoletto
Sono in ritardo anche questa volta, lo so. E' iniziato il mio ultimo anno di scuola però, capitemi! ;)
Come vi è sembrato questo capitolo? Spero che vi sia piaciuto.

Mi sono resa conto che mancano pochi capitoli alla fine della storia. Sono tentata di scrivere un sequel. Che ne pensate? Datemi consigli. :)

Io non so che pensare riguardo alla tizia dai capelli biondi che aspetta il presunto figlio del nostro Louis, qui mi limito a romanzarci sopra, non voglio offendere nessuno, sia chiaro.

Ora scappo, sono in ritardo. Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo!

A presto, Somriure <3

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Somriure