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Autore: KlaineTime    02/10/2015    2 recensioni
Blaine è un ragazzo di 21 anni, scampato da un passato abbastanza turbolento, che l'ha portato a crescere velocemente, quasi "condannandolo" a restare rinchiuso nella piccola cittadina di Lima. Lavora al Puck's caffè quando l'amico gli propone di dar ripetizioni ad uno studende.
Kurt è a scuola quando gli si presenta il suo primo attacco di panico, il primo di una lunga serie di eventi che lo porteranno a chiudersi in un muro di ghiaccio, troppo grande da poter abbattere... Ma non troppo solido da poter scovare una piccola ma importantissima crepa.
Chi poteva mai immaginare che delle semplici lezioni di matematica potessero sconvolgere del tutto la vita di entrambi?
"...Insomma, si aggirava per il locale come se niente fosse, non era mica colpa sua se gli occhi non facevano altro che fissarlo con aria assorta e sognante. Blaine osservò attentamente ogni suo movimento, dalla camminata al movimento delle mani che sfregavano tra di loro per il freddo, fin alle lunghe ciglia che svolazzavano su due grandi e cristalline pozze blu..."
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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II) THE CALLING

Have a heart that never hardens, and a temper thet never tires, and a touch that never hurts.  ­  
-Charles Dickens

 
 

La piccola città, ormai scura e illuminata soltanto dai grandi lampioni era bagnata da una piccola e silenziosa pioggia. Foglie e rameti facevano capolineo ai margini delle strade, accalcandosi in piccoli cumuli quando il vento freddo iniziava a soffiare, trasportando con se gli ultimi raggi di sole che segnavano la fine dell'estate. Kurt amava la pioggia, era bello osservare come le piccole goccioline cadessero sul parabbrezza della sua auto, rincorrendosi poi in una confusa corsa.

Era tremendamente in ritardo, odiava esserlo, ma le prove al Glee Club erano durate più del previsto. Erano agli sgoccioli e mentre le regionali si facevano sempre più vicine i crolli emotivi di Rachel non facevano altro che rallentare le prove, esasperando mezzo Glee Club obbligato a fermarsi ogni qualvolta la ragazza iniziava a dare di matto per un singolo passo falso nella coreografia. Così, stanco e stremato, il soprano aveva lasciato pieno controllo alla ragazza, cedendogli la metà dei suoi assoli. 

Ed è così che dopo una lunga giornata si ritrovava a sfrecciare per vicoli e stradine strette, cercando di non distruggere l'auto o almeno... di non ammazzarsi. Svoltò ancora un paio di volte prima di ritrovarsi di fronte al piccolo condominio in cui viveva. Parcheggiò nello stretto viale, procedendo poi a passo svelto verso il piccolo cancelletto in ferro, estresse un mazzo di chiavi dalla tasca della tracolla e sfilò la piccola chiave verde infilandola poi nella toppa. Dopo aver aperto il cancello, si avviò su per le scale non riuscendo a bloccare l'ansia che cresceva pian piano nel suo stomaco, creando un grosso e fastidioso groppo alla gola. Salito l'ultimo gradino, rimase li sul pianerottolo lasciando che gli occhi fissassero con insistenza la scura porta in legno. Rimase fermo ancora qualche secondo, prima di spingere la maniglia ed entrare finalmente in casa.

La stanza era avvolta da una calda oscurià, spezzata di tanto in tanto dal bagliore dei lampioni in strada che si accendevano e spegnevano ad intermittenza. Sul tavolino da caffè vi erano abbandonate varie bottiglie di birra, mentre alcuni cocci giacevano ancora sul pavimento. 

Kurt raccolse attentamente tutte le bottiglie, gettandole poi nell'immondizia, rischiando quasi di tagliarsi per un piccolo pezzetto di vetro sfuggito alla pattumiera. Dopo aver raccolto tutto si diresse in corridoio, raggiungendo poi la soglia della sua camera. Vi entrò subito dentro, posando la tracolla sul vecchio tappeto ai piedi del letto. Si guardò un po' intorno, godendo del silenzio che alloggiava ancora in casa. Lo zio Emmet non era ancora tornato, e per poco non aveva rischiato un infarto sapendo di aver saltato il coprifuoco. Il vecchio zio Emmet aveva una sfrenata passione per gli alcolici che il soprano aveva davvero provato a fargli passare... la situazione era degenerata velocemente, ed in una manciata di giorni si erano ritrovati in un minuscolo appartamento nelle periferie di Lima.

La pioggia che sbatteva contro la finestra riportò Kurt fra le strette mura della sua stanza, distraendolo immediatamente dai troppi pensieri che iniziavano a vorticare nella sua testa. 

Aveva iniziato poi a scavare nel suo zaino, estraendone in fine un' agendina rossa. Ed era rimasto li, a fissare la paginetta bianca per minuti interminabili, lasciando poi che le parole prendessero forma, riempendo i piccoli spazzi vuoti.

25/09/15   19:30 

Sono passate più di due settimane da quando la paura ha attanagliato la mia vita. Con estrema lentezza, il piccolo mondo in cui vivevo, si è pericolosamente incrinato verso l'inizio di un baratro... di cui non riesco a scorgerne la fine. Sembra stupido...  io lo sembro... forse lo sono davvero, ma sento che la situazione peggiora di giorno in giorno, mentre sento il terreno sotto i miei piedi  sgretolarsi del tutto...    -Kurt Hummel.

Kurt rilesse le ultime righe del suo diario, giocherellando distrattamente con il tappo ormai martoriato e masticato della penna. 

Si era ritrovato a scrivere, in un perfetto stato di trans, sulla piccola agendina rossa, abbandonata già da tempo su uno dei tanti scaffali, fra le vecchie riviste di Vouge. 

Così, aveva deciso semplicemente di farne un diario, appuntando di volta in volta qualche momento particolarmente bello della giornata... peccato che ormai non ve ne fossero più di così entusiasmanti.

Era come se tutta la paura si fosse concentrata in un unico punto, diventando poi una sorta di bomba ad olorogeria. Avrebbe potuto scoppiare da un momento all'altro... in effetti lo fece, perchè quello fu solo l'inizio di una lunga serie di piccoli, catastrofici eventi. 

Ma ritorniamo al dunque...  la scrittura non lo aveva mai attratto e poche volte si era dedicato alla stesura di temi chilometrici, ovviamente era una noia scriverli, soprattutto se l'argomento in questione era uno dei soliti romanzi ottocenteschi che la professoressa rifilava alla classe durante le ore di lezione, approfittando della situazione di "tregua momentania" per pavoneggiarsi con il nuovo supplente di educazione fisica, con quei suoi ridicoli vestitini, usciti probabilmente dal film de la fabbrica del cioccolato di Willy Wonka. 

Ripose l'agenda sul solito scaffale prima di gettarsi di peso sul letto, rilassando i nervi tesi sulla piccola brandina della sua stanza, lasciando che la stanchezza lo travolgesse lentamente e ripensando poi ai prossimi spartiti da ripassare con Mercedes. 

DRIIN DRIIN... DRINN DRINN...

Una sequenza di trilli meccanici raggiunse l'orecchio del soprano, che con scatto felino si era subito sporto per agguantare il suo cellulare abbandonato precedentemente sul tavolino in vimini della sua stanza. Riconobbe subito la voce dall'altro capo del telefono, sorridendo fra se e se, felice di sentire l'amico.

- Puckerman, qual buon vento ti porta? 

Scherzò, sapendo che l'altro si sarebbe sicuramente infastidito, infondo era da molto che non si sentivano. Nell'ultimo mese le visite al Puck's Caffee erano state sempre meno frequenti per via dei vari impegni al Club ed il lavoro al bar era davvero troppo, sarebbe stato un vero suicidio andare a lavorare li dopo scuola.

- Hey porcellana non scherzare, dobbiamo parlare di cose serie qui. Ho saputo che rischi di non passare l'esame... cos'è successo la Silvester ti ha fatto il culo e adesso non puoi più sederti a studiare? 

- Ha ha ha ... molto divertente Puck, vedo che hai affinato il tuo senso dell'umorismo, hai chiamato solo per questo?

La voce ferma e decisa dall'altro capo del telefono non prometteva niente di buono. Dopo tutti questi anni il soprano faticava ancora a capire come l'amico facesse ad essere informato su tutto, certo... sapeva delle sue fonti sparpagliare un po' ovunque, ma questo non spiegava come facesse a sapere anche della sua situazione scolastica.

- No, ti ho chiamato per dirti che le lezioni iniziano domani.

- C-cosa?... lezioni? Puck cosa hai fumato prima di digitare il mio numero su quel vecchio catorcio di cellulare che ti ritrovi?

- Domani, alle 17:00 in punto e ricorda che non ammetto ritardatari nel mio bar, Porecellana.

- Puck no, aspetta... 

La chiamata si interruppe subito dopo, seguita da un sospiro frustrato del soprano. Sapeva che Puck era irremovibile sulle sue decisioni, provare a ribbattere sarebbe stata solo un inutile perdita di fiato e Kurt era davvero troppo stanco per richiamare l'amico, dando poi libero sfogo a tutta la rabbia che pian piano saliva, attorcigliandogli lo stomaco.

Decise di ributtarsi a letto, fantasticando soltanto un po'... su quei due occhi che aveva beccato un paio di settimane prima, studiarlo attentamente dalla propria postazione e che aveva potuto ammirare soltanto per pochi secondi, prima che questi distogliessero lo sguardo... quasi impauriti di aver osato troppo. E fu così che Kurt non si accorse di star scivolando lentamente nel sonno, troppo impegnato ad immergersi nel ricordo di quelle due pozze color miele intente a scrutarlo da lontano.


BRUTTO ANGOLINO DELL'AUTRICE

Salve gente, rieccomi con il secondo capitolo... (ovviamente è stato un parto anche questo)
Allora... volevo chiarire alcune cose ( cose come il fatto che questo è un altro capitolo senza senso?... esatto!)
Ma la cosa positiva è che questo è un altro capitolo passeggero e vi prometto che il prossimo avrà senso... (dio speriamo)
In tutto questo ho dimenticato cosa dovevo dirvi... e bhe, se mi verrà in mente l'aggiungerò in questo mio brutto angolino.
Volevo ringraziare come sempre la mia beta, che questa volta non si è disperata e ha deciso di correggermi solo qualche virgola. xD Scusa per i miei scleri Andy
E volevo ringraziare tutte le persone che hanno messo questa storia nelle seguite (grazie davvero siete state un supporto morale)
E le tre persone che hanno messo la storia fra le preferite pur sapendo che siamo solo all'inizio. Con questo vi lascio Bye Bye  -KlaineTime



 
   
 
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