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Autore: _sailor_slytherin_    02/10/2015    1 recensioni
Rose Weasley comincerà il suo terzo anno ad Hogwarts in cui inizieranno le sue prime avventure e nasceranno i suoi primi amori. James, Albus e Lily, i tre figli di Harry Potter, staranno sempre accanto alla loro cugina pronti ad aiutarla. Intanto il Bambino Sopravvissuto ritornerà in campo a causa del ritorno dei Mangiamorte, che dopo ventun anni di pace dichiareranno vendetta. Harry sarà aiutato dai suoi due migliori amici, Ron e Hermione, e anche da Draco Malfoy, che scoprirà di avere un nuovo parente a cui dovrà stare attento insieme ai suoi figli Scorpius e Diamon.
«Sentii le sue braccia stringermi a lui con mio grande stupore e la sua voce confortante mi sussurrò queste parole che non dimenticherò mai.
“Tranquilla, adesso qui con te ci sono io”.»
«Erano anni che non vedeva quel segno. Erano anni che non sentiva il pericolo scorrere nelle sue vene. Erano anni che non sentiva la cicatrice bruciare così forte. Ventuno per precisione.»
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Harry Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Angelina/George, Bill/Fleur, Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Lily non riusciva a smettere di piangere. Le doleva la testa e i suoi occhi marroni si erano gonfiati e arrossati quanto le sue gote.
Diamon non voleva svegliarsi. Era passato molto tempo da quando era stato morso dalla Serpe del Non-Ricordo e non aveva ancora aperto gli occhi. Il veleno era in circolo? Stava già facendo effetto? Questo Lily non lo poteva sapere, ma di una cosa era convinta.
Era tutta colpa sua.
Se non fosse stata così impulsiva e meno coraggiosa non si sarebbe trovata in casa Black con un'elevata possibilità di morire.
Se non avesse implorato Diamon, se non lo avesse obbligato a materializzarla a Godric's Hallow non si sarebbe trovata in quella situazione.
Scema, scema, scema! Perché? Perché era stata così scema?
La Grifondoro si asciugò un'altra lacrima e si mise ad accarezzare la chioma color biondo grano del Serpeverde. Appena pose la mano sulla testa di Diamon, Lily aggrottò la fronte.

Stava bene. Diamon stava bene e lo sentiva. Come poteva sentire il suo stato d'animo? Che diavolo di capacità possedeva? Qualunque cosa fosse non riusciva a fidarsi del suo istinto. Diamon non poteva stare bene in quelle condizioni, dopo essere stato morso...

A un certo punto smise di piangere sentendo dei passi avvicinarsi. Era tutto buio e non poteva studiare l'ambiente attorno a sé, ma riusciva a capire quanto fossero vicine quelle persone. Esse, dopo essere entrate nella sala, stettero un po' distanti dalla cella in modo da non permettere a Lily di vederli, ma la Potter riuscì a sentire benissimo i loro sogghigni e a capire almeno il loro sesso.
Un uomo e una donna.
Sentendoli ghignare Lily digrignò i denti irritata.
“Chi diavolo siete? Che gli avete fatto?” domandò stringendo il corpo inerte di Diamon “Lo rivoglio indietro!” ordinò la piccola tremante per la collera.
La risposta al suo ordine non si fece aspettare troppo.
“Il tuo amichetto sta bene” le rispose l'uomo con voce divertita “Sei riuscita a salvarlo in tempo”.
“Già, un altro Potter che vuole fare l'eroe, complimenti Lily Potter” continuò la donna.
Mentono, Lily mentono, si continuava a ripetere la Grifondoro. Perché mai avrebbero dovuto dirle la verità? Non poteva fidarsi dato che l'uomo che aveva parlato era lo stesso che li aveva rinchiusi lì dentro, aveva riconosciuto la voce.
“Spero per voi che si svegli” sibilò Lily accucciandosi nell'angolo.
I passi s'avvicinarono e si sentì l'orlo di un vestito che strisciava a terra.
“È una minaccia questa?” domandò sempre l'uomo divertito.
“Non è stata chiara?” ribatté a tono la rossa per poi imprecare mentalmente.
Doveva tacere, doveva trattenersi o quei due avrebbero potuto far del male a lei, ma sopratutto a Diamon.
“E se vi facessimo del male che accadrebbe?” chiese la donna questa volta con una voce così mielosa da dar il voltastomaco.
Lily non devi rispondere.
Lily trattieniti.
Lily...
“Beh è tutto molto semplice. Mio padre verrà qua e a ogni ferita che mi farete voi ne avrete il doppio e se morirò sono sicura che riuscirà ad ammazzarvi, a farvi resuscitare e ad ammazzarvi di nuovo. Mio padre vi farà a pezzi!” replicò la Grifondoro pur sapendo che stava mettendo sul filo del rasoio la vita di Diamon.
I passi si avvicinarono ancora di più, ma Lily stette impassibile anche quando sentì la stoffa di un vestito sfiorarle la schiena. La donna era dietro di lei.
“Mio padre vi farà a pezzi” la canzonò la voce femminile “Certo, il bambino sopravvissuto ci farà a pezzi se solo provassimo a farti del male. Hai ragione, è tuo padre. Ma chi ha detto che verrà qui a salvarti? Tutti chiamano tuo padre il salvatore dei maghi, l'eroe! Tuo padre è di tutto, ma non un eroe. Tuo padre è un assassino, piccola mia”.
Che stava dicendo? Suo padre era un eroe, lo era sempre stato!
“Tuo padre è un assassino” ripeté la donna “Tuo padre ha ucciso il Lord Oscuro, ha ucciso il nostro signore! Che ti piaccia o meno lui lo ha ammazzato!”
“Lo ha ucciso perché doveva farlo” la contraddì la ragazzina incredula del fatto che i seguaci di un mago ormai morto non lo chiamassero ancora con il suo nome “Il vostro caro Lord Oscuro ha ucciso tantissimi innocenti, mio padre doveva uccidere Voldemort!”
“Non pronunciare il suo nome!” le sibilò l'altra “Se ci pensi il tuo caro paparino ha contribuito alla morte di molte altre persone tra cui mia madre. È a causa sua che è scoppiata la seconda guerra magica ed è sempre lui la causa di tutti quei morti! Mi vergognerei ad avere un padre come il tuo”.
Lily chiuse i pugni con rabbia. Quelle persone non erano morte a causa di suo padre... non era colpa di suo padre.
La Potter sbarrò gli occhi, non doveva perdere fiducia in lui! Scosse il capo per non pensare e per cercare di non rispondere a quella maledetta donna.
Lily non rispondere.
Lily non cedere.
Lily stai calma.
Lily...
“Io mi vergognerei ad avere dei genitori come i tuoi, genitori che lasciano una figlia diventare una Mangiamorte e raccontare diavolerie del genere in giro. Forse anche tua madre era una Mangiamorte e adesso è morta... hai visto che fine fa la gente come te?” le sussurrò la ragazzina soddisfatta, ma si accorse tardi di aver esagerato.
Parlar male dei genitori era sempre un brutto colpo e Lily aveva deciso di sferrarlo, il peccato era che aveva creato una furia.
“NON PARLARE DI MIA MADRE!” tuonò la donna afferrando velocemente una ciocca di capelli della Grifondoro e puntandole la bacchetta alla gola “Lurida mezzosangue! Tu non sei degna di parlare di mia madre! Dovresti crepare come tutta la gente della tua specie!”
La ragazzina serrò la mascella sentendo la bacchetta della Mangiamorte ancora sulla gola.
Interni Silencium!” esclamò la donna all'improvviso “Così impari a farneticare troppo”.
Lily si portò le mani al collo provando a parlare, ma non riusciva a emettere nessun suono. Continuò a provare senza alcun successo e si arrese impotente.
“Magia oscura, nel caso volessi qualche informazione. E questo è solo l'inizio. Vedere il tuo corpo sgozzato e inerme tra le braccia di tuo padre sarà davvero un bello spettacolo” cinguettò la donna melensa.
Lily ringhiò leggermente cercando lo sguardo dei suoi nemici. Maledetti loro! Avrebbe voluto dire molte altre cose! Suo padre avrebbe sgozzato loro e non lei!
Dopo che quei pensieri le vorticarono nella testa si chiese a cos'era dovuto il silenzio che si era creato. Perché entrambi i Mangiamorte tacevano.
“Che hai detto ragazzina?” domandò l'uomo sconcertato.
“Niente! Le ho fatto un incantesimo e non può emettere alcun suono!” rispose la donna anche se aveva capito che qualcosa non andava.
Per una volta la Potter diede ragione alla Mangiamorte, non aveva parlato, aveva solo pensato che suo padre li avrebbe sgozzati.
Di nuovo il silenzio si diffuse, ma venne interrotto dai passi dell'uomo che si avvicinarono a Lily ed egli si abbassò al suo orecchio.
“Hai veramente un bel potere, far sentire agli altri ciò che pensi, interessante. Me lo ricorderò” le bisbigliò lui all'orecchio facendola gelare.
La Mangiamorte ignorò la scena e continuò con il suo piano.
“Adesso manderemo un bel gufo al tuo caro padre e quando capirà che sei qui verrà a cercarti e noi lo attaccheremo” finì di spiegare la donna rivolta a Lily.
Lily non parlò e non pensò, ma si svuotò di tutto ciò che aveva dentro. Suo padre sarebbe caduto in una stupida trappola a causa sua. Aveva voluto uscire da Hogwarts per aiutarlo e invece quella che in quel momento aveva bisogno di aiuto era proprio lei. Non sapeva dove diamine si trovava e Diamon non si svegliava.
Guardò il viso del Serpeverde portandosi una mano alla bocca.
Le lacrime, ancora.
Scusami Diamon. Ti ho costretto a venire con me e ti ho messo nei guai, scusa” pensò mentre i due Mangiamorte si chiusero la porta alle spalle di quel luogo.
Scusami Diamon.
Perdonami.

 


 

“Scorpius, dove sono le ragazze?”
Era la terza volta che Dominique poneva quella domanda a Scorpius. Molly aveva chiamato James, ma appena il Grifondoro aveva risposto alla chiamata della cugina lei gli aveva ordinato di passarle assolutamente Malfoy e così, anche se molto irritato, James aveva fatto. Da quando Scorpius aveva sentito l'informazione era rimasto così sconvolto da fissare il vuoto da ben cinque minuti.
“Diamine Malfoy! Vuoi risponderci o no? Non c'è tempo da perdere!” sbottò Potter.
Dominique arrivò alle spalle di Scorpius e gli posò una mano sulla spalla scrutando i suoi occhi. C'era qualcosa che non andava.
“Scorpius” bisbigliò a bassa voce “Per favore è importante, dove sono?”
Il Serpeverde si passò una mano sul volto pallido e lasciò il cellulare di James nelle mani di Dominique con disgusto per poi rispondere: “Nelle Midlands Orientali davanti alla nuova casa Black, proprio dove abitano i miei bisnonni, Mangiamorte dichiarati da anni e anni”.
Ci fu un attimo di silenzio. Nessuno riusciva a credere alle parole del biondo, o meglio, erano troppo sconvolti per crederci.
La casa Black che intendeva Scorpius, non era la sede dell'Ordine della Fenice a Grimmauld Place che ormai apparteneva ad Harry Potter, ma una nuova casa dove abitavano i suoi bisnonni che, non si sa come, erano ancora vivi, Druella Rosier Black e Cygnus Black.
“Scorpius” lo chiamò Fred ancora un po' scosso “Se non vuoi andarci non sei obbligato. Troveremo anche Diamon non preoccuparti. È logico che tu non voglia entrare in quella casa e noi non ti costringeremo a farlo”.
“Esatto” si accodò Dominique “Sei libero di decidere”.
Albus che se ne stava appoggiato ad un albero guardava la scena ghignando e scuotendo la testa. Lui conosceva bene il suo migliore amico e dal suo sguardo constatò che i suoi cugini avevano sprecato fiato. Infatti un attimo dopo Scorpius esibì uno dei suoi soliti ghigni scrutando Dominique e Fred dall'alto in basso.
“Non sprecate energie cercando di parlare con me e piantatela di guardarmi come un cucciolo indifeso. Mi si rivolteranno le viscere a rivedere i miei bisnonni, ma ricordiamoci che lì dentro c'è mio fratello. Muoviamoci” puntualizzò il Serpeverde andando nell'area di smaterializzazione.
Albus seguì l'amico dando una pacca sulla spalla a Fred che era rimasto indifferente alla gelida replica del Serpeverde, mentre James alzò gli occhi al cielo sbuffando irritato e raggiungendo i due Serpeverde nell'area.
“Mi raccomando ragazzi, attenti” li ammonì la bellissima Corvonero un po' scossa dall'uscita di Scorpius.
“Cercate di non schiattare e di ritornare vivi stanotte” continuò Fred cercando di sorridere calorosamente.
Albus fece l'occhiolino “Ci vediamo più tardi! E Freddie tranquillo, controlleremo noi tua sorella e tra un po' ritorneremo tutti sani e salvi” lo rassicurò il Serpeverde.
Peccato che loro non potevano sapere il tempo che avrebbero trascorso in quella maledetta casa.
“Bene, mettetemi una mano sulla spalla e andiamo” disse Scorpius ai due fratelli Potter.
Al ubbidì subito mentre James fece molta più fatica squadrando il suo nemico di sempre con disgusto.
“Per Merlino James! Non lo devi baciare” sbottò Dominique irritata.
Dopo qualche attimo il Grifondoro si decise a toccare il Serpeverde. Subito dopo si sentì un "crac" e anche loro sparirono.
“Andrà tutto bene, Fred” lo assicurò Dominuque mettendogli una mano sulla spalla.
“Lo spero” sospirò l'altro abbassando il capo “Il problema sarà la paternale che ci faranno tra poche ore gli altri. Lorcan e Hugo ci ammazzeranno, poi la McGranitt...”
“E chi ha detto che lo scopriranno?”
Fred Weasley si voltò verso la bionda cugina alzando un sopracciglio “È ovvio che lo scopriranno!”
“No, perché noi non diremo niente e loro non scopriranno nulla. Adesso cerca di calmarti o non passerai la notte se sei così teso, Freddie”.
E con quelle parole la bionda Corvonero si diresse al castello con insolita sicurezza e Fred la seguì guardando le stelle e sperando per gli altri.



 

 

Intanto nelle Midlands Orientali, davanti all'enorme casa Black si sentì il suono di una materializzazione. Albus e James si ritrovarono distesi a terra e con una terribile nausea. Nel mentre, Scorpius si limitava a sistemarsi i capelli e a scrutare dalla sua altera persona i due individui.
“Volete muovervi o rotoliamo insieme nella terra?” sibilò il biondo.
“Taci tu!” ringhiò James alzandosi e dandosi una rapida pulita imitato dal fratello.
I tre stettero un attimo in silenzio per ammirare la grande abitazione che avevano davanti, la nuova casa Black.
“Dove sono le ragazze?” chiese Albus sistemandosi i jeans.
La risposta venne da sé quando sentirono Rose chiamargli disperatamente dietro a uno dei tanti alberi presenti nel bosco in cui erano finiti. I tre scossero la testa diverti e la raggiunsero.
“Finalmente! Ma quanto diavolo ci avete messo?” sbottò Rose appostata accuratamente dietro a una siepe.
“Il signorino Malfoy adora fare scenate” rispose soavemente James alla cugina.
“Potter inzia a stare zitto se non vuoi che ti schianti contro quell'albero” sibilò Scorpius di rimando.
“Allora non hai perso la tua lingua da serpente, eh Malfoy?!” replicò il Grifondoro.
Roxanne serrò la mano alla bacchetta irritata. Stava cercando di usare meglio la telepatia per capire dove si trovavano Lily e Diamon nello specifico dato che quella casa era enorme, ma quei due maledetti la stavano distraendo tutti. Un'altra parola e li avrebbe schiantati lei stessa. Per fortuna Albus li calmò prima che Roxanne avesse potuto fare azioni avventate.
“Ragazzi smettetela! Adesso abbiamo da fare” li ammonì Al “Bene, Roxie il cellulare?” domandò.
Roxanne lo fece sventolare per poi rimetterselo in tasca senza mai togliere lo sguardo dall'abitazione.
“Ok. L'altro lo ha James, siamo a posto” borbottò il Serpeverde pensieroso.
“Mica tanto, come entriamo?” chiese Molly.
Bella domanda. Come facevano ad entrare adesso?
“Le luci sono accese” fece Rose cominciando a ragionare.
“Quei schifosi dei miei bisnonni staranno facendo una piccola festa tra soli Mangiamorte a questa tarda ora” li informò Malfoy.
“Allora siamo nei guai. Quella casa è piena di Mangiamorte e sono tutti svegli. Come facciamo a muoverci?” domandò Al.
Dilagò il silenzio. Tutti cercavano di capire come entrare, prendere Diamon e Lily e uscirne illesi, ma la faccenda stava prendendo una piega difficile o meglio impossibile.
A un certo punto Roxanne spalancò gli occhi e si voltò raggiante verso gli altri.
“Sotterranei!” esclamò “Li sento, sono praticamente sotto terra, quindi dovrebbero essere nei sotterranei”.
“Giusto! È lì che tengono le prigioni dove tempo fa torturavano babbani e mezzosangue” si accodò Scorpius.
“Quindi che vogliamo fare? Sappiamo dove sono nello specifico, ma questo non ci dice in quale modo possiamo entrare” disse Albus.
“Smaterializziamoci”.
Tutti si voltarono verso Rose che continuava a far girar le rotelle nel suo cervello senza darsi una pausa. “L'unico modo è questo. Se incontreremo i Mangiamorte li attaccheremo, non possiamo fare altro”.
Gli altri si scambiarono delle occhiate finché Scorpius non si alzò pulendosi i pantaloni. “Per una volta sono d'accordo con la rossa. Non c'è altro modo”.
Molly si alzò a sua volta stiracchiandosi e rilassando gli arti per poi scrutare il resto dei suoi cugini “Volete restare qui? Su, muoviamoci”.
Una decina di minuti dopo si ritrovarono tutti mano per mano. Tutti che guardavano il cielo nella speranza di uscire sani e salvi da quella casa
“Nei sotterranei, giusto?” domandò Molly a Scorpius che le teneva la mano sinistra.
Il biondo annuì e vedendo come sospirava la Tassorosso le strinse la mano un po' di più come per dirle di stare tranquilla. Capendo il gesto la Weasley sorrise e annuì.
“Andiamo ragazzi, tutti insieme”.
Tutti e sei chiusero gli occhi sperando che Molly e Scorpius riuscissero a smaterializzarli tutti. Pochi instanti dopo sparirono tutti, ma successe qualcosa di insolito.
Non si seppe cosa bloccò la smaterializzazione e i ragazzi durante essa si divisero. Nessuno seppe o capì cosa fosse successo e ognuno andò per la sua strada.

 




 

In uno dei molteplici ripostigli sparsi in casa Black erano chiusi quattro ragazzi, anzi, quattro cugini. Albus, James, Roxanne e Molly si ritrovarono stravaccati uno sopra l'altro dopo la scomoda smaterializzazione.
“Ahi! La gamba, la gamba!” ringhiò Albus che era disteso su suo fratello con sopra la schiena Molly e Roxanne.
“Levatevi! Non respiro! Levatevi!” mormorò James a denti stretti.
Lentamente tutti e quattro si misero a sedere sentendo dolore da qualche parte.
“Maledetta smaterializzazione Congiunta” borbottò Albus che si stava massaggiando la gamba.
“Per fortuna nessuno di noi si è Spaccato” soffiò Molly esausta “Spero che Rose e Scorpius stiano bene e che riescano...”
Le sue parole vennero interrotte da un gemito di dolore. James, Albus e Molly si voltarono di scatto verso Roxanne.
Era pallida.
Si teneva la testa tra le mani e serrava gli occhi e i denti. Era a causa della telepatia.
Non era stato facile individuare Lily e Diamon nelle Midlands durante una smaterializzazione ed era stanca dato che non era sua abitudine usare continuamente il suo potere.
Molly si avvicinò alla cugina cercando di calmarla e accarezzandole la fronte. Poi si girò rivolta ai due fratelli Potter.
“Pensavo che per trovare gli altri Roxie ci avrebbe potuto aiutare” mormorò la Tassorosso “ma non credo che sia nelle condizioni...”
“Ce la faccio”.
Roxanne alzò il capo trapassando la cugina con i suoi occhi color cioccolato. Era una constatazione, lei ce l'avrebbe fatta, perché non era debole e avrebbe sconfitto il dolore come avrebbe sconfitto i Mangiamorte. Gli altri non provarono nemmeno a contraddirla, consci che con quella testa calda era inutile.
“Cugini” li chiamò qualche minuto più tardi la Grifondoro dopo essersi massaggiata le tempie “Malfoy e Rose non sono tanto lontani da questo ripostiglio” li informò.
“Bene, ma come facciamo a raggiungerli? Qualcuno ci vedrà” chiese James con insolita pacatezza.
Un ghigno diabolico infranse il silenzio. I rari e apparentemente diabolici ghigni di Albus Severus Potter non erano mai piaciuti a nessuno, incluso Scorpius. Ogni qualvolta che iniziava a ghignare significava che aveva un'idea in mente.
“Che hai mente, stupida Serpe?” domandò James avvezzo ai repentini cambiamenti di personalità del fratello.
Dopo aver ghignato ancora per un altro po' l'interpellato domandò “E chi l'ha detto che qualcuno ci vedrà?”
Dalla tasca dei jeans tirò fuori un oggetto che gli avrebbe salvati, o meglio nascosti. Il mantello dell'invisibilità di suo padre.
Le sue cugine guardarono l'oggetto estasiate per poi abbracciare quel genio del loro cugino. James invece restò indietro infuocando con lo sguardo il fratello.
“Come ti sei permesso di prendermi il mio mantello senza dirmi un cavolo??” ringhiò James furioso.
“Me lo sono permesso eccome conoscendo il mio caro fratellone, che non avrebbe mai pensato a quanto potesse servirci un oggetto del genere. Diciamo solo che ho un quoziente intellettivo superiore al tuo Jamie” replicò quella lingua velenosa di Albus.
“Fottiti”.
“Magari dopo aver salvato Lily ci penserò”.
“Ehi ehi, calmatevi! Non è ora dei litigi tra fratelli. Dai mettiamoci sotto quel mantello e raggiungiamo Rose e Scorpius” li ammonì Molly.
E così i quattro fecero, si infilarono il mantello e uscirono dal ripostiglio.


 

Rose aprì gli occhi. La testa... le doleva moltissimo! Probabilmente l'aveva sbattuta da qualche parte ed era svenuta.
“Grazia saltami addosso” borbottò dolorante per poi sbarrare gli occhi.
Un momento, era svenuta! Com'era successo? Da quanto era lì a terra? I Mangiamorte l'avevano catturata?
Si mise a sedere guardandosi attorno. Era inutile, non vedeva nulla. Decise di prendere la bacchetta nascosta dalla felpa dietro la schiena, ma appena posò la mano sul fondo schiena si accorse che non c'era. Sconvolta si mise a tastare il terreno come avrebbe fatto suo zio Harry senza occhiali.
“Diamine no!” imprecò agitata.
E adesso? Che avrebbe potuto fare senza la bacchetta?
Le venne un colpo di fulmine e si dette una pacca in testa. Lei era una Legistrega, per vedere se c'era qualcun altro lì con lei sarebbe bastato usare le sue capacità di leggere in qualsiasi mente fosse presente lì. Tese i sensi concentrandosi e portandosi due dita sulle tempie. Stette così per dei buoni cinque minuti per poi arrendersi. Era ancora una principiante, aveva bisogno ancora del contatto visivo.
“Uffa! E adesso che faccio?” si domandò esasperata.
“Hai finito di monologare o no?”
La luce si accese. Rose sobbalzò e per poco non urlò dato che fortunatamente qualcuno le tappò la bocca.
“Idiota non urlare, sono Scorpius!”
Quando la Grifondoro scoprì con chi era fu ancora peggio. Cominciò a scalciare a dimenarsi come una bambina, ma Scorpius la prese di peso e se la mise tra le gambe bloccando ogni suo movimento.
“Cazzo Weasley, stai ferma!” sbottò lui facendo forza per poi bloccarsi un attimo come fece automaticamente Rose.
Stava arrivando qualcuno. Stettero immobili finché non sentirono due uomini parlare alla loro sinistra e solo allora Rose si accorse che lì c'era una porta.
“Hai visto che è successo?” domandò uno dei due uomini.
“Si, la barriera si è indebolita” rispose l'altro.
Scorpius e Rose cercarono di scambiarsi un'occhiata. Ecco perché la loro smaterializzazione era stata ostacolata.
“Al quanto pare qualcuno è entrato, ma non abbiamo Telepatemaghi presenti” disse il primo “Dobbiamo guardarci in giro”.
“Il nostro grande Chris non è nemmeno capace di creare una barriera anti-materializzante, che vergogna!” rise il secondo.
“Già! È meglio se vado nelle cantine ad avvisare, tu ritorna pure in soggiorno” disse il primo.
I due Mangiamorte se ne andarono e i due ragazzi stettero immobili finché i suoni dei passi non si dileguarono.
Rose riuscì a liberarsi dalla mano di Malfoy ma restò immobile tra le sue gambe.
“Dove diavolo siamo e che è successo?” domandò la rossa.
“Ci siamo smaterializzati e gli altri sono finiti dalla parte opposta alla nostra. Ci siamo materializzati proprio in mezzo a un corridoio e tu hai picchiato la testa a terra svenendo come al solito. Così ti ho trascinato fino a qui. Ah si, siamo in uno sgabuzzino”.
Bene, pensò Rose socchiudendo gli occhi. Era chiusa in uno stanzino con quel maledetto di un Serpeverde in casa Black, casa in cui Mangiamorte passavano come l'aria. Ovviamente era fuori da Hogwarts senza l'autorizzazione della Preside e questo fatto avrebbe messo a repentaglio la possibilità di diventare CapoScuola al sesto anno. Aveva perso James, Albus, Molly e Roxanne. I Mangiamorte avevano rinchiuso da qualche parte sua cugina, nonché figlia di Harry James Potter, e il suo amichetto, il figlio di Draco Lucius Malfoy, che per trovare i loro figli avrebbero superato mari e monti e se sarebbe servito, avrebbero fatto del male. Molto male.
Peggio di così si poteva?
La Weasley lo fissò per dei buoni secondi per poi sbuffare.
“Potevo cavarmela senza di te” borbottò gonfiando le guance come una bambina.
Malfoy la scrutò sconvolto. Le aveva salvato la pelle e adesso le diceva chiaro e tondo che avrebbe potuto lasciarla lì? Se solo lo avesse fatto!
“Weasley non ti strangolo perché tuo padre mi ammazzerebbe” le sibilò trucidandola con lo sguardo.
“Paura, eh? E comunque la prossima volta fatti un giro non ho bisogno del tuo aiuto” replicò lei mettendosi comoda contro il ginocchio piegato del ragazzo e nemmeno ci fece caso.
“Sai, devo proteggerti, se no Krum perde la ragazza” la schernì lui.
Lei non si scompose per nulla, anzi, lo studiò con un sorriso malizioso. “Cosa c'è Malfoy, sei geloso?” domandò.
Nemmeno Scorpius si scompose per la domanda, si limitò a ghignare e a rispondere: “No, cara la mia Weasley, perché dovrei?”
“Perché così soffriresti nello stesso modo in cui ha sofferto Diamon per tutto questo tempo e non mi dispiacerebbe per niente”.
Il colpo fu brutto per il Serpeverde che, come ormai era abituato a fare, incassò il colpo senza dire nulla e continuando a guardare quella maledetta rossa che le stava tra le gambe. Un ghigno gli ritornò sul volto, molto più inquietante di quello precedente, tanto che Rose deglutì leggermente.
“Sai perché invece Krum dovrebbe essere geloso?” sussurrò Malfoy all'orecchio della Grifondoro che scosse la testa istantaneamente sentendo un groppo in gola.
I movimenti che fece successivamente Scorpius furono così veloci che la ragazza non si accorse nemmeno della posizione in cui si ritrovò. Il ragazzo le passò rapidamente la mano destra tra i capelli ricci e con il braccio sinistro la strinse per la vita in modo che il corpo di lei aderisse con quello di lui. I due ragazzi si ritrovarono con le labbra a un soffio di distanza.
“Perché adesso sono io quello che ti ha tra le braccia”.
Rose sussultò guardano i suoi occhi color ghiaccio. Che gli era preso? Da quando Scorpius Malfoy si abbassava così tanto da darle un onore simile?
Aspetta Rose, quale onore e onore, questo è un incubo!
La parte razionale di Rose smise di discutere con quella irrazionale ritornando alla realtà. Lei appiccicata a Scorpius. Senza pensarci con entrambe le mani spinse via il Serpeverde e si allontanò puntandogli la bacchetta contro.
Lui rise alzandosi e guardandola dall'alto.
“Metti via quella bacchetta e andiamo. Le scale per raggiungere i sotterranei dovrebbero essere vicine” le disse lui andando verso la porta.
Ancora un po' traumatizzata Rose lo seguì conscia che era il momento di stare attenti, sarebbe potuta accadere qualsiasi cosa.








Spazio dell'autore
Innanzitutto scusatemi per il super ritardo nell'aggiornare la storia. Solo che iniziando la scuola ho avuto un po' di difficoltà. 
Quindi per farmi perdonare ecco questo lungo capitolo, nonché uno dei miei preferiti.
Buona lettura :)

 

   
 
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