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Autore: luley0    03/10/2015    3 recensioni
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=eWWi3vaC2bA
Il giorno che si incontrarono Sophia e Zayn non potevano immaginare che si sarebbero inseguiti negli anni
Sophia conosce Zayn quando ha soli tredici anni, da quel momento in poi i due saranno destinati a rincontrarsi più volte nel corso degli anni per brevi ma intensi intervalli di tempo. Arrivata all'età di ventitré anni, sul punto di abbandonare Londra e i suoi sogni nel cassetto, le si presenta l'occasione che può cambiare la vita e diventa l'assistente personale di Harry Styles. Solo successivamente scoprirà che Harry è il migliore amico di Zayn, con il quale - dopo una vita passata a trovarsi e sfuggirsi di nuovo - avrà la propria occasione per restare.
«Se ti avessi incontrato prima, forse… mi sarei innamorata di te»
«Forse»

‘Ma allora ognuno, inconsapevolmente, è artefice del proprio destino oppure è quest’ultimo a riproporti combinazioni e combinazioni fino al suo corretto compimento? ’
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Trailer della storia

Capitolo 9
 

30 Luglio 2012

«Ce l'avete fatta!»

Liam ci stava aspettando seduto al tavolo del ristorante dell'albergo. Appena ci vide arrivare si alzò venendoci incontro. Mi scambiai un'occhiata di intesa veloce con Reese quando notammo com'era vestito. Eravamo abituate a vederlo sempre in costume da bagno – che non era affatto una brutta visione – ma quei jeans stretti e la camicia bianca gli davano un'aria molto più matura e interessante.

Reese e Liam si abbracciarono, mentre io mi limitai a appoggiare una mano sulla sua spalla e posargli un bacio sulla guancia.

«Quel tuo amico? – chiese Ree – il tipo adatto per Sophia»

«Cosa?!» pensavo fosse un'uscita con gli amici di Liam e Liam, non un appuntamento a quattro. O almeno quelle erano le condizioni che avevo posto.

«In realtà lui... non...»

«Payne» una voce che avevo già sentito risuonò alle nostre spalle.

Ed erano tre.

Il terzo incontro con Zayn.

25 Novembre 2015

«Mi dispiace signorina, ma io mi limito a fare il mio lavoro - il fattorino aprì le braccia provando a discolparsi, e in fondo lo sapevo bene che lui non centrava nulla in questa storia – ora possono entrare i ragazzi?»

Una squadra di sei persone entrò in casa appena con una mano feci segno di accomodarsi, mentre con l'altra mi mantenevo la fronte sconvolta.

In tutto ciò, Emma era rimasta paralizzata. Non si era mossa dal suo mezzo metro quadrato di mattonella accanto al divano neanche quando quei ragazzi con la divisa verde che recitava 'Flowers&Co' iniziarono a sistemare i vasi in ogni spazio disponibile della casa. Rose di un rosso così brillante non ne avevo mai viste, tanto da farmi sospettare che quell'aspetto così curato e radioso fosse frutto di qualche operazione chimica. Poco importava in fondo, l'appartamento si stava colorando e profumando tra un via vai di mazzi tanto meravigliosi quanto ingombranti.

«Non posso crederci» dissi tra me e me.

«E questa è per lei» uno dei ragazzi si avvicinò ad Emma con una rosa bianca e un bigliettino in carta di riso.

«Allora che c'è scritto?» chiesi ad Em, facendo lo slalom per avvicinarmi a lei appena rimanemmo sole nell'appartamento. Vasi di rose rosse sparsi per il salone rendevano impossibile qualsiasi movimento.

«Sono da parte di Niall - sussurrò lei - dice che...»

«Che?»

«Che... Vuole rivedermi»

Emma crucciò lo sguardo, ma non riuscii a decifrarlo.

«Em.. - iniziai – non-»

«So cosa vuoi dirmi... stargli lontana, lui non va bene per me, conduce uno stile di vita troppo diverso – cantilenò alzando gli occhi al cielo, poi prese a sistemare meglio il casino floreale nella stanza – Louis mi ha già detto tutto, non ho bisogno di un'altra predica»

«Lo sai, ho sempre sostenuto il 'vivi e lascia vivere', ma ho avuto a che fare con Niall, e Louis ha ragione... meriti di meglio»

Emma continuò a affaccendarsi per casa, non guardandomi direttamente in faccia ma si limitò a borbottare qualcosa di cui capii solamente: «Non ho intenzione di uscirci, so che Niall appartiene ad un mondo totalmente diverso dal mio e non saranno mille rose consegnate a casa a farmi cambiare idea»

«Non ci posso credere!» esclamò Liam, dopo aver posato il menù sul tavolo.

Ne approfittai per afferrarlo e buttarmici con la testa dentro. Il famigerato amico di Liam – quello perfetto per me, a detta sua – era Zayn.

Zayn non aveva smesso per un attimo di fissarmi, ma dai suoi occhi sembrava tutto tranne che felice di vedermi.

Reese quando aveva capito chi fosse il bel ragazzo moro era rimasta con la bocca aperta troppo a lungo per passare inosservata, e dopo di ché non si era lasciata andare a nessun tipo di commento o battuta. Era rimasta semplicemente zitta, in contemplazione di Zayn.

«Si può sapere come vi siete conosciuti?!» Liam sembrava essere l'unico contento di stare a quel tavolo, a parte forse Reese ma lei era ancora troppo sconvolta per provare qualsiasi altro stato d'animo.

«Sai... - parlò Zayn – hai presente quelle persone che conosci e poi spariscono dalla tua vita tanto velocemente come sono entrate?»

Le sue parole erano pregne di rancore e appena giunsero alle mie orecchie non potei fare a meno di sbattere ripetutamente le palpebre al di sopra del menù che ancora fungeva da scudo.

Portava i capelli più lunghi rispetto all'ultima volta in cui l'avevo visto, erano sistemati indietro dalla cera sebbene tendessero a cadere sbarazzini sulla fronte.

Cosa aveva da fare l'offeso?

Se c'era qualcuno lì a dover essere arrabbiata, quella ero proprio io. Mi aveva lasciato il suo numero quattro anni prima, ma a mie spese avevo scoperto che non era così libero come pensavo.

«Sì – allora mi decisi a rispondergli a tono – hai presente quando qualcuno ci prova con te e ti bacia, omettendo il piccolo particolare di essere fidanzato?»

4 Dicembre 2015

«Cazzo Horan, non puoi inserire una canzone del genere nell'album»

Louis quella mattina non faceva altro che punzecchiarsi con Niall. Teneva in mano la scaletta delle canzoni da incidere per il nuovo album e i vari testi. La sessione di registrazione non era ancora cominciata, a stento Niall era riuscito ad indossare le cuffie e a iniziare a registrare la 'track 1', che Louis aveva fatto fermare tutto.
L'aria che si respirava a lavoro non era delle migliori in quei giorni, non solo tra artista e produttore ma anche per la parete di ghiaccio che con Harry stavo scolpendo tacitamente. Era passata più di una settimana da quella sera e lui continuava a comportarsi come se nulla fosse successo.

In realtà era il solito Harry di sempre con tutti, tranne che con me. La complicità che alleggeriva le lunghe ed estenuanti giornate di lavoro era ormai un lontano ricordo, come se l'avessi solo sognata.

Avevo intenzione di chiedere ad Harry del mio periodo di prova. Lui non si era più espresso in merito, ma continuava a portarmi con sé ovunque andasse. Di Zayn non aveva più fatto parola, né tantomeno io. Anzi da quella sera non l'avevo neanche più rivisto. E alla sua domanda di rivederci non avevo avuto il coraggio di rispondere. Avevo bisogno di tempo.

«Qual è il tuo problema?!» sbottò Niall, appoggiando le cuffie al collo e imprecando contro il vetro che lo separava da Louis.

«Il problema è che non puoi inserire un brano che parla di come lecchi-»

«Va bene così» uno dei tecnici del suono tolse la mano di Louis dal pulsante che serviva per comunicare con la sala insonorizzata e, facendolo zittire, si mise a ridere.

«Senti Tomlinson, forse sei abituato a lavorare con i cori della chiesa sotto casa tua... Ma qui funziona diversamente e le mie decisioni contano quanto le tue, se non di più»

Niall ripose la chitarra uscendo e raggiungendoci nella regia. Si avvicinò pericolosamente a Louis e si accese una sigaretta proprio davanti la sua faccia, incurante dei cartelli di divieto, studiandolo con aria di sfida.

Harry in quel momento si girò nella mia direzione lanciandomi uno sguardo preoccupato, come se si aspettasse che lo rassicurassi su una non-reazione da parte di Louis.

Ricambiai lo sguardo con uno perplesso.

Conoscevo bene Louis, non era tipo di persona che lasciava correre. Al contrario, era un vero e proprio attaccabrighe. Un provocatore, ma allo stesso tempo era facile provocarlo. Bastava un nonnulla per farlo scattare.

Iniziai a preoccuparmi quando puntò i suoi occhi azzurri in quelli blu di Niall. Louis era leggermente più basso del biondino, ma ciò non sembrava intimorirlo affatto.

Fu tutto molto veloce, appena notai la fronte corrugata di Louis e la risata stizzita che si lasciò scappare tra le labbra afferrai la mano di Harry e mi girai di scatto verso di lui.

Harry capì perfettamente e in pochi passi veloci mise una mano sul petto di Louis e lo fece indietreggiare di poco.

«Niall, dacci un taglio. Louis sa cosa è meglio per la tua carriera - Lou si allontanò da Harry mentre quest'ultimo parlava, alzando le mani ad altezza faccia come in segno di resa - ci stiamo introducendo pian piano nel mercato Americano e verso un target più maturo... ma deve essere un processo naturale»

«Esatto - per la prima volta presi parola; solitamente rimanevo zitta con la paura di non dire troppo per non fare qualche figuraccia, avendo una scarsa cultura in materia. Ma non ero stupida, e le dinamiche del marketing erano applicabili a qualsiasi prodotto, dunque anche in campo musicale - non puoi uscirtene con un testo esplicito a sfondo sessuale se la maggior parte delle persone che compra il tuo cd non supera i diciassette anni»

«Cos'è... - obiettò Niall, dopo una risata fastidiosa - anche le portaborse ora possono parlare?»

«Ora basta - scoppiò Harry, avvicinandosi a lui e spingendolo per le spalle verso la porta - va' a prendere un po' d'aria e ritorna quando il tuo cervello avrà ossigeno necessario per concepire un pensiero coerente»

Ero rimasta a bocca aperta, non era da me farmi attaccare così gratuitamente. Tuttavia non mi aspettavo una risposta del genere, da prima donna egoista. E a sorprendermi era stato anche la reazione di Harry, che non ci aveva pensato due secondi prima di rispondere per me.

«Scusami. Niall non è sul serio così stronzo...» Parlò finalmente Harry. Mi aveva chiesto di seguirlo fuori uno dei balconcini dell'edificio. Aveva preso a fumare, senza un'apparente ragione, il che - dovevo ammettere - mi faceva strano. Dicembre era appena arrivato e in quei giorni la temperatura era scesa così tanto che avevo comprato uno di quei parka imbottiti con lana, lungo fino metà coscia, che era un po' la mia divisa da battaglia.

Lasciai parlare Harry, soprattutto perché negli ultimi tempi non aveva fatto altro che ignorarmi e sentirlo rivolgere di nuovo le sue attenzioni verso di me mi sollevava quasi.

Mi appoggiai alla ringhiera, riparando le mani gelide all'interno delle tasche del giubbotto. La veduta da lì era pessima, l'affaccio consisteva nel muro in cemento del palazzo di fronte. Tuttavia era un buon posto per fare pausa tra una registrazione e l'altra senza che paparazzi o fans urlanti potessero rovinartela.

«Mi dispiace per come si è rivolto nei tuoi confronti - Continuò Harry dopo aver aspirato un lungo tiro, lasciando che il fumo gli uscisse lentamente dalle labbra e riportandomi alla mente l'immagine della sua bocca vicina alla mia, scacciai velocemente l'immagine – ma quello che hai conosciuto tu, non è il vero Niall. È molto stressato... ed in più sta provando a smettere di...lui, non è un alcolizzato ma quest'ultimo periodo... L'hai visto, si ubriacava ogni sera»

Annuii, Louis me l'aveva accennato e Harry me ne stava dando conferma.

«Forse... dovrebbe rallentare un po'» provai. Mi strinsi nel parka, infreddolita.

«Non è così facile, Soph, combattere una dipendenza...»

Abbassai lo sguardo ai nostri piedi, i miei stivaletti grigi usati erano in netto contrasto con i suoi neri, lucidi e costosissimi.

«Non stare a sentire quello che dice, non lo pensa e non è vero» Harry mi sorrise e mi diede un leggerissimo pizzico sulla guancia. Poi mi fece segno di entrare, dopo aver notato che stavo praticamente tremando. Buttò la sigaretta che non era arrivata neanche a metà, apprezzai il gesto e gli sorrisi istintivamente.

Appena rientrammo all'interno lo sbalzo di temperatura mi portò una fitta alla tempia. I riscaldamenti lì dentro erano micidiali.

«Zayn mi ha chiesto di te» disse di punto in bianco Harry, quando ormai avevo creduto che quella poca considerazione che mi aveva dato fosse già un ricordo lontano.

A quel nome sussultai.

L'incontro con Zayn mi aveva scombussolato e non c'era stato giorno in cui non avessi avuto il suo pensiero in fissa dimora nella mia testa.

«Tu.. Tu gli hai detto qualcosa?»

«Non ho detto niente – il suoi occhi sfuggirono ai miei – sono stato molto vago... e lui altrettanto nel farmi domande»

«Che effetto ti ha fatto rivederlo? - mi chiese poi - insomma... Mi hai raccontato molto ma... Non mi hai mai detto se tra di voi... cioè... se l'hai mai amato»

Harry era il migliore amico di Zayn, ma sapevo di potermi fidare di lui. Quegli occhi verde smeraldo non potevano mentire, erano più sinceri di quelli di un bambino.

«Io...» dentro di me volevo urlarlo. Sentivo che quello che avevo provato era amore. Al solo pensiero dei suoi occhi, tutti i baci rubati e quelli voluti, rivederlo aveva riportato a galla emozioni che avevo addirittura dimenticato di aver provato.

«Ci sono state troppe cose che sono andate storte - ammisi infine - penso che non abbiamo mai avuto una vera e propria occasione»

Harry riprese a fissarmi, dopo aver buttato il giubbotto sul primo divanetto libero, mettendomi a disagio come solo lui sapeva fare.

«Che stronzata - disse poi, avvicinandosi a me. Il suo naso rosso dal freddo non l'abbruttiva, al contrario quell'immagine sposava perfettamente la sua carnagione candida e rosa - io non ne saprò molto, ma non credo che l'amore rispetti scadenze e tempi prestabiliti»

«Infatti i tempi sono stati tutti sbagliati - risposi leggermente infastidita - è che tra me e Zayn c'era sempre qualcosa o qualcuno... E alla fine ci siamo allontanati del tutto. Ma ora...»

«Ora?» domandò Harry.

«Ora che l'ho ritrovato per la quarta volta... Sto iniziando a pensare che non sia solo un caso»

Proprio quella discussione con Harry, infatti, mi portò a pensare che forse – per qualche assurdo motivo – io e Zayn fossimo legati da uno di quei fili rossi narrati nelle leggende giapponesi. Sì, uno di quei fili lunghissimi e indistruttibili che tengono legate due persone che sono destinate a stare insieme.

Ecco, in quel preciso momento, sotto lo sguardo terso e altrettanto pensieroso di Harry mi venne in mente di questa storia che avevo letto chissà dove. Fu strano, perché non avevo mai viaggiato sulla linea di pensiero del fatalismo. Al contrario mi piaceva definirmi realista e poco sentimentale.

Nonostante ciò forse non sbagliai a pensare alla metafora del filo rosso, ma quello che non considerai fu che talvolta, questo filo, è così lungo e sottile da attorcigliarsi e sfilacciarsi lungo il suo viaggio e spesso le estremità non sono facilmente determinabili.

«Che dici, questo?» Reese fissò assorta il vestito lungo di Versace, che aveva liberato dal cellofan alzandone il lembo quanto bastava per scoprirne il tessuto in seta nero.

«Mm, provocante» esclamò Emma, testandone la consistenza con i polpastrelli e fissando l'attenzione sullo spacco profondissimo e drappeggiato da una zip dorata.

«Da battona» tradussi, ridendo, il commento di Em, meritandomi un'occhiataccia da parte di Reese.

«Sapete chi è il mio accompagnatore? – chiese retorica Ree con una faccia disgustata – Lo stagista del quarto piano, appuntamento combinato da mio padre. Quando a fine serata mi ubriacherò con lo champagne e vomiterò sulle piastrelle immacolate del bagno vorrò farlo nella morbidezza del mio Versace, se permetti!»

«Pensa che io sarò lì per lavoro! Altro che la cena con delitto in coppia... Harry deve fare pubbliche relazioni e io ho dovuto imparare i nomi di tutti gli invitati per fargli da spalla»

«E tu Em? Chi è il tuo accompagnatore?» le chiesi mentre lei dava un'altra occhiata alla cabina armadio di Reese, posando la sua attenzione su un abito verde scuro.

«Non lo sai?! - chiese sorpresa la bionda, dopo essersi infilata il vestito di Versace - ha spezzato il cuore di Louis praticamente»

«Non ho spezzato il cuore a nessuno - sbuffò la diretta interessata - Louis ha chiesto a me perché come al solito non sapeva con chi andare»

«Insomma Emma! - Reese si girò di scatto verso di lei. Aveva appena sistemato i capelli tirandoli fuori dal vestito, un'altra zip dorata impreziosiva la schiena lasciandone una buona parte scoperta -Louis è pazzo di te, quando inizierai a capirlo?»

Un silenzio imbarazzante cadde nella stanza.

«Ecco, credo che..» bofonchiai qualche parola senza sapere esattamente che dire. Emma era rossa in viso e Reese aspettava non so cosa a braccia conserte.

«Tra me e Louis non c'è niente, lui mi vede come una sorella - disse infine Em, molto risoluta - sono sicura che ha già trovato un'altra ragazza con cui andare»

«Perché, tu con chi vai?» chiesi confusa.

«Con mister celebrità mondiale» rispose prontamente la bionda.

«Niall» la corresse Em, infastidita.

«Che cosa?» esclamai.

«Ecco perché ha spezzato il cuore di Louis. Avresti dovuto vederlo quando è tornato a casa»

«Ancora? - si lamentò - Louis è solo incazzato perché lui e Niall non vanno d'accordo ultimamente»

«Non penso che andranno mai d'accordo se tu continui ad uscire con il biondino»

«Cosa? - ripetei - Vieni con Niall!?»

E dov'era il 'siamo troppo diversi', 'lo so che non può funzionare'?

«Non mi guardare con quella faccia... Ultimamente ci sentiamo e lui sta passando un periodo difficile - sì come no, difficile è guardare oltre il suo stesso naso - siamo solo amici»

«Anche Brad Pitt disse lo stesso di Angelina Jolie a Jennifer Aniston... Vedi come è andata a finire» intervenne Reese.

«Sei sicura che sia una buona idea? – le domandai – il gioco durerà una notte... significa anche condividere in parte la stessa stanza. Scusami, ma fossi in te non avrei tutta questa fiducia in Niall»

«Ecco il motivo per cui mio padre ha scelto il mio accompagnatore. Quel leccaculo è troppo leccaculo per provarci con me» lamentò Reese.

«Beh, anche tu dovrai condividere la stanza con Harry... e ti ricordo che voi due vi siete quasi baciati!»

«Probabilmente io e Harry non giocheremo neanche!»

Ricordate Meredith?

La ragazza di cui Harry non ricordava il nome.

Oh beh, certo, se non la ricordava Harry perché dovreste?

Ad ogni modo lei era la figlia di un importante nome nel mondo musicale, Eric Finch.

Il signor Finch era un uomo estremamente fuori dalle righe e a cavallo della seconda settimana del mese di dicembre organizzò, nella sua tenuta nello Yorkshire, una cena con delitto. Un gioco con alla base una trama di un giallo dove ognuno interpretava un personaggio per poi scoprire alla fine il colpevole o i colpevoli. Ogni invitato ricopriva un ruolo preciso e doveva far attenzione a non essere scoperto o indagare su chi possa essere il colpevole.

Ovviamente però Finch non si accontentava di una semplice cena con delitto, aveva organizzato una vera e propria nottata con delitto e gli invitati erano più di cinquanta, divisi in coppie.

«Quello alla destra di Finch, chi è?»

«Seth Gautier, investitore della Sony – sussurrai all'orecchio di Harry alzandomi sulle punte – lui e Finch sono inseparabili, giocano a golf nel weekend e pranzano insieme almeno una volta a settimana al Club»

Il mio braccio era appeso a quello di Harry che mi accompagnava in giro per l'enorme salone della villa in cui eravamo ospiti.

Harry portava un completo di Valentino nero e una camicia bianca lasciata aperta di tre bottoni. I capelli lasciati ribelli gli sfioravano appena le spalle. Io invece portavo un vestito rosso , stretto in vita, e che cadeva ben tagliato sui fianchi fino a poco sopra il ginocchio. Accollato davanti, ma lasciato molto più aperto sulla schiena.

«Hai intenzione di giocare?» gli chiesi, mentre lui appuntava mentalmente tutti i nomi che gli dicevo.

«In realtà...»

«Harry! – Meredith avanzò sorridente verso di noi appena ci vide, o meglio appena vide Harry – Ciao, sono contenta di rivederti» si rivolse poi a me quando fummo abbastanza vicine.

I capelli cenere erano sistemati in onde morbide, corti abbastanza da lasciarle il lungo collo scoperto. Indossava un vestito color argento corto, sfrangiato stile anni venti.

«Ho sentito che stiamo in coppia insieme» si rivolse ad Harry.

Rimasi spiazzata, mi girai verso quello che pensavo fosse il mio accompagnatore – anche se solo per lavoro – della serata, cercando tuttavia di non far trapelare quanto ci fossi rimasta male.

«Soph» pronunciò Harry, il suo tono mi sembrava dispiaciuto e a confermarmelo fu il suo modo di esaminarmi preoccupato come se stessi per scoppiare in lacrime.

No, non stavo per scoppiare in lacrime.

O sì.

Va bene, forse un po'.

Non tanto perché mi sentissi offesa, cioè non era il mio fidanzato. Non ero mica gelosa o cosa!

Non mi stava tradendo, o... ma insomma, sarei rimasta una nottata intera da sola!

«Vado a prendermi da bere» sorrisi, lasciando il braccio di Harry.

La casa era stupenda, enorme, ma con uno stile fin troppo pacchiano per i miei gusti. Il colore predominante era l'oro, e una squadra di camerieri in divisa si aggirava dappertutto per servire tartine e bicchieri di champagne.

Reese era seduta su uno dei divani, profondamente seccata, mentre quel tipo, lo stagista, le parlava di qualcosa di probabilmente molto noioso.

Emma, invece, in uno splendido vestito panna stile impero, chiacchierava sul divano accanto con Niall. Per quanto fossi insofferente alla sua presenza, dovevo ammettere che quando era con lei il biondo si trasformava in tutt'altra persona. La guardava incantato mentre con un una mano le accarezzava i ricci scuri che incorniciavano il viso.

Mentre giravo alla ricerca di Louis inciampai in qualcuno. Un qualcuno con i capelli scuri e gli occhi color caramello.

«Sophie»

Cavolo.

Zayn era lì, davanti a me, meravigliato almeno quanto me nel vedermi.

Tempo alcuni secondi e mi accorsi che non era solo.

«Non ci presenti?» una ragazza bionda riccia mi squadrava dall'alto in basso, inizialmente non la riconobbi subito ma quella voce stridente poteva appartenere ad una sola persona.

«Giselle, lei è Sophia» Zayn era imbarazzatissimo, sapeva che io avevo capito.

Ci stringemmo la mano di sfuggita e solo in quel momento potei ammirare la bellezza della ragazza. Non molto alta, ma con delle forme ben in vista e invidiabili da qualsiasi essere vedente. Gli occhi azzurri un po' da gatta e il nasino sottile erano abbastanza per stroncare la mia già scarsa autostima.

La voce al microfono del presentatore del gioco annunciò che il gioco sarebbe iniziato nel giro di venti minuti e di iniziare a ricongiungerci con il proprio partner.

In quel momento volevo solo andarmene da lì. Scappare e chiudermi in qualche bagno.

E io c he avevo addirittura preso in considerazione l'idea di riavvicinarmi a Zayn!

Che stupida che ero stata, pensare che fosse opera del destino.

«Non hai un partner?» mi chiese fastidiosamente Giselle, avvicinandosi a Zayn per abbracciarlo.

Non seppi che dire, rimasi senza parole sia per l'immagine che mi si era parata davanti, sia perché non sapevo come uscirmene senza fare la figura dell'idiota.

«Soph – improvvisamente sentii un braccio cingermi la vita e un profumo invadermi le narici che avrei riconosciuto tra mille – dove ti eri cacciata?»

Il cuore smise di battermi per la seconda volta nel giro di qualche minuto.

«Harry»

«Zayn, non sapevo saresti venuto» il riccio mi ignorò per rivolgersi al migliore amico.

«Neanche io pensavo di trovarti qui»

Il tono di voce che avevano usato entrambi aveva qualcosa di strano. La tensione sembrava tagliarsi a fette.

«Allora Sophia – esclamò con fin troppo entusiasmo Giselle – tu ed Harry state insieme?»

Aprii la bocca per rispondere negativamente, ma Harry mi anticipò.

«E' così evidente?» mi strinse a sé ancora di più. Sentire il palmo della sua mano sul fianco mi portò una stretta allo stomaco. Mi pietrificai quando vidi Harry sorridermi e avvicinarsi al mio viso.

Cosa diavolo stava facendo?!

Quando mi voltai verso Zayn lo trovai a guardarmi duro, la sua mascella si era serrata e gli occhi sembravano più scuri di prima.

«Pensavo fosse la tua assistente» disse seccato, spostando lo sguardo su Harry.

«Sì, lo è... ma sai, è impossibile rimanere indifferenze ad una ragazza speciale come lei»

L'ultima frase di Harry mi fece arrossire. Forse fu il modo in cui lo disse, doveva essere proprio un bravo attore – pensai – perché sembrava averlo detto credendoci davvero.


Questi ultimi capitoli mi stanno facendo un po' schifo.. ma volevo aggiornare... quindii..

Harry vi ha sorprese? 

Cosa ha in mente?

Da qui la storia prenderà un'altra piega....

E di Niall ed Emma cosa ne pensate?

La notte è ancora lunga... succederanno altre cose... e il prossimo capitolo darà più spazio a Zayn, promesso ;)

Un bacio

   
 
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