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Autore: WakeMeUp    03/10/2015    1 recensioni
Un incontro casuale fece sì che due vite si incrociassero, si fondessero, si abbandonassero, per poi tornare ad unirsi più forte di prima.
Louis cercò di smettere di tremare e prese delicatamente il bimbo dalla culla, stringendoselo addosso. Lo posizionò su un braccio, con la testa poggiata al suo avambraccio, e lo cullò un po'. Il bambino si aprì nuovamente in quella piccola smorfia che doveva essere un sorriso, facendo un piccolo verso e, come se si fosse sentito a casa solo in quel momento, chiuse gli occhi.
Louis si voltò verso la donna che gli sorrideva felice, mentre una lacrima le rigava una guancia.
«Ha scelto te.» disse. Louis guardò nuovamente il bimbo tra le sue braccia e sorrise.
«Voglio prenderlo.» disse sicuro. «È una situazione difficile Mary, tu dovrai aiutarmi, ma voglio farcela. Per lui, per me e per Harry. Sono sicuro che quando si sveglierà ne sarà felicissimo.»
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Ma quella notte, tutti, avevano fatto di più per Harry.»

L’alba del mattino sembrò arrivare più in fretta, quella mattina. Un leggero vento fresco veniva dalla finestra poco lontana dal letto, che Louis aveva lasciata aperta la sera prima.
I primi raggi del sole invasero la stanza attraverso le tende, e illuminarono il viso pallido di Harry, che in due anni aveva affrontato molti cambiamenti; cambiamenti, che il ragazzo non aveva potuto vedere.
Il corpo di Harry non aveva mai smesso di vivere, era cresciuto, era passato ed era cambiato, così come il tempo, che sembrava scorrer via come granelli di sabbia tra le dita di un bambino, che alza le mani al vento e osserva i granelli volare via, lasciando una piccola scia.
Il tepore del corpo di Edward sul petto di Harry, aveva fatto reagire il giovane padre, che spontaneamente, nella notte, aveva cacciato un piccolo sospiro, quasi rilassato, senza nessuno che potesse notarlo.
Quella mattina, però, il risveglio di Louis fu totalmente diverso da quello delle ultime mattine: non furono i raggi del sole, né la voce di Zayn, né il pianto di Edward a svegliarlo, ma Mary.
Non appena Louis riuscì ad aprire gli occhi, e mettere a fuoco la scena, davanti a lui si fece spazio la figura di Mary, la donna che aveva assistito Harry fin dal primo momento.
«Lou,» susurrò Mary, scuotendo appena la spalla del ragazzo, che non ne voleva sapere di svegliarsi. «Lou,» continuò ad insistere Mary, e sospirò di sollievo quando vide leggeri movimenti e sospiri provenire da Louis, che si era portato le mani al viso e si era stropicciato appena gli occhi, cercando subito con lo sguardo suo figlio, e sbarrò gli occhi quando non lo vide sul petto di Harry sobbalzando, quando, girandosi per alzarsi e andare a cercarlo, si ritrovò davanti la donna.
«Mary, dov'è Edward?» buttò fuori, allarmato, guardandosi attorno. La donna gli mise le mani sulle spalle e lo guardò negli occhi, invitandolo a calmarsi.
«E' per questo che ti ho svegliato, Lou. E' venuto a prenderlo Zayn per dargli il latte, visto che tu non ti svegliavi e non voleva disturbarvi,» spiegò la donna, sorridendogli appena, cercando di tranquillizzarlo. «Dovresti andare da loro, tanto qui tra poco avremo da fare,» concluse, guardando appena Harry, per poi girarsi verso Louis, che aveva appena ripreso il respiro regolare, e aveva annuito.
Dopo averla vista uscire, si passò appena le mani sul viso e perse ancora qualche attimo ad osservare Harry, allungando una mano ad accarezzargli il viso; la sua mancanza stava diventando sempre più insopportabile, e Louis non sapeva per quanto ancora sarebbe riuscito a sopportare tutto quello, voleva solo averlo indietro, e in momenti come quello tutto gli crollava addosso, tutto gli sembrava senza vie d'uscita, ed era per quello, che lui doveva ricominciare a vedere la luce, e c'era un solo posto dove farlo: casa. Quella casa in cui Louis non andava da diverso tempo, quella casa che sapeva di loro, sapeva di vita, e ora era totalmente abbandonata e trascurata; quella casa che richiedeva delle cure, per essere perfetta quando il padrone sarebbe tornato a casa, perché l'ipotesi che non ci tornasse, per Louis, era inesistente.
«Vado a lavorare per noi, amore mio. Vado a ricostruire i nostri spazi.»
Sussurrò, lasciandogli quel solito bacio sulle labbra, in saluto, e uscì dalla stanza, tornando in quella che era diventata per lui, per Edward, e Zayn, una piccola dimora fissa. Si stupì, appena entrato, però, perché tutto ciò che vide fu il consueto caos mattutino, un pannolino nel cestino, dei vestiti sul letto, e tutto lasciava intendere che Zayn avesse portato fuori Edward.
In cuor suo, nonostante la preoccupazione, Louis sorrise a quella dolcezza, perché tutto ciò che Zayn faceva per loro, era tutto extra: Zayn non era il padre di Edward, e non avrebbe dovuto preoccuparsi del biberon, o di portarlo a fare una passeggiata.
Mandò velocemente un messaggio a Zayn, chiedendogli dove fossero, e decise di farsi una doccia veloce, prima di andare a cercarli.
Il getto dell'acqua calda sopra la testa lo rilassò parecchio, e per la prima volta, chiudendo gli occhi, riuscì ad avvertire il calore delle mani di Harry che lo accarezzavano, lo stringevano e lo coccolavano, sfiorando ogni suo lembo di pelle, con quelle mani grandi il cui tocco era inebriante, per Louis.
Si perse in quei ricordi troppo tempo, e non si rese neanche conto del tempo che passava, e dei tocchi sul proprio corpo che aumentavano; gli occhi chiusi gli fecero perdere la cognizione di tempo e spazio, tutto era diventato Harry.
Louis si sfiorò in tutti i punti preferiti da Harry, percependo le sue mani e le sue labbra in ogni punto sfiorato: passò un dito sul proprio collo e non riuscì a resistere, cacciando un ansimo, al pensiero di quelle labbra morbide baciare e succhiare quella porzione di pelle.
Il tutto si fece più intenso, minuto dopo minuto, secondo dopo secondo, e finì con Louis a massaggiarsi l'intimità; era troppo tempo che non aveva un orgasmo, troppo tempo che non faceva l'amore con Harry, troppo tempo che non sentiva tocchi sulla propria pelle, tocchi tanto desiderati.
Raggiunse il culmine in breve tempo, l'acqua calda che scorreva sul suo corpo, la fronte poggiata alla parete davanti a sé, il fiato corto, il corpo tremante, e nella testa una sola immagine: Harry.

Quella doccia gli aveva fatto bene, il suo corpo era rigenerato e anche il suo umore e la voglia di fare. L'avevano notato tutti nella clinica; passava per i corridoi e, oltre il buon odore, portava dietro di sé un sorriso dolce, tratto dal pensiero di un nuovo inizio, con la sistemazione della casa, nuove esperienze per Edward, e un'altra ottica sul proprio rapporto con Zayn.
Poteva esser stata una cosa da poco, ma stare sotto la doccia, e pensare solo ed esclusivamente ad Harry, dimentico di tutto il resto, gli aveva fatto capire che quella sua strana tendenza verso Zayn, in quel periodo, non era stata altro che il frutto di una necessità di sostegno, di appoggio da qualcuno che fosse realmente vivo. E quella scoperta, quella conferma, aveva contribuito al suo sentirsi meglio, quel giorno, più consapevole e sicuro di ciò che voleva e ciò che pensava.
Raggiunse velocemente il cortile dell'ospedale, e sorrise non appena vide Zayn con il passeggino, camminare lentamente e canticchiare qualcosa.
Si avvicinò velocemente a loro, e abbracciò Zayn da dietro, forte, cogliendolo di sorpresa e facendolo sobbalzare, ma non gli importava, perché tutto ciò che contava per lui in quel momento era stringerlo, e fargli capire che lui sarebbe stato lì in ogni caso, al suo fianco, anche se non voleva parlare, anche se non voleva stare con lui.
Gli lasciò un piccolo bacio sulla guancia e gli rivolse un sorriso, quando avvertì il suo corpo rilassarsi tra le proprie braccia.
«Buongiorno,» sussurrò, con quella strana luce negli occhi, che non passò inosservata neanche a Zayn. Il ragazzo, per la prima volta dopo qualche giorno, gli rivolse un sorriso sincero e ricambiò il buongiorno, per poi aggiungere: «Sapevo che lasciarti con lui ti avrebbe fatto bene.»
Louis ridacchiò appena, e annuì, perché quella notte, quel risveglio al suo fianco, e quell'inizio di mattinata, totalmente incentrati su Harry, gli avevano davvero fatto bene.
Distolse poi la sua attenzione da Zayn e la puntò sul bambino, che era dolcemente addormentato a pancia sotto, nel passeggino, rannicchiato sotto le coperte.
«Non si è addormentato fino a quando non l'ho messo a pancia sotto, non ho idea del perché» spiegò Zayn, notando che Louis aveva guardato incuriosito suo figlio.
Il ragazzo annuì, sorpreso, perché fino a quel momento Edward non aveva mai voluto dormire in quel modo in particolare, poi un piccolo ricordo gli sfiorò la mente e sentì un brivido percorrerlo, con un sorriso ancor più ampio a farsi spazio sul suo viso.
«E' evidente che gli piaccia dormire con suo padre,» sussurrò. «Ha dormito a pancia sotto sul petto di Harry, stanotte.»
Non ci fu bisogno di altre parole, anche Zayn rabbrividì, ma a differenza di Louis non sorrise, anzi quel pensiero lo invase profondamente, perché come poteva un bambino, così piccolo, chiedere tacitamente di dormire in quel modo, quasi cercando il calore di chi lo aveva ospitato tutta la notte?
«E' incredibile,» rispose solo Zayn, in un sussurro, ricevendo solo un cenno d'assenso in risposta.
Louis prese il passeggino e iniziò a spingerlo dolcemente, al posto di Zayn, che camminava al loro fianco.
«Come stai stamattina?» chiese il più grande, curioso di vedere se quella mattina, con quel suo strano buon umore, sarebbe riuscito a tirar fuori più di qualche parola, dalle labbra del minore.
Zayn si strinse appena nella giacca, infilando le mani nelle tasche, e alzò le spalle, perché in ciò a cui lui e Liam stavano lavorando non c'erano grandi sviluppi o grandi motivi per esultare, e nella sua vita non c'era davvero molto di nuovo di cui essere entusiasti.
«Bene, e tu?»
Louis annuì semplicemente in risposta, e tra loro cadde un leggero silenzio, che non durò molto, perché Louis lo interruppe quasi sul nascere.
«Voglio andare a vedere dei mobili nuovi per casa, voglio sistemarla tutta, per Harry. Ho la sensazione che stia tornando, Zayn. Sta tornando da noi,» lasciò uscire quell'ultima frase in un sussurro, guardando, con un luccichio innamorato negli occhi, verso il proprio bambino.
Era convinto che Edward, la sua presenza, la sua energia, la sua vitalità, stessero facendo bene ad Harry, e voleva essere pronto per il suo ritorno.

Zayn aveva deciso di accompagnarli, aveva preso l'auto, caricato Edward, il passeggino, aspettato che Louis salisse, e aveva guidato l'auto fino a casa Styles-Tomlinson.
Una volta arrivati, Louis fece un intero giro della casa, mentre Zayn stava attento ad Edward, e si appuntò tutto ciò che gli serviva, le idee che aveva e iniziò con scegliere le tinte con cui voleva dipingere le pareti, prendendo misure, spostando mobili, decidendo il destino di ogni cosa lì dentro. Non voleva stravolgere tutto, perché quello era tutto ciò che lui e Harry avevano creato insieme, quindi voleva solo dargli una rinfrescata.
Prese vari appunti, e compose il numero di un suo amico, che gli avrebbe procurato un bravissimo pittore, che gli avrebbe rifatto tutta la pittura alle pareti, e anche un altro pittore che avrebbe realizzato per lui il quadro che voleva regalare ad Harry al suo risveglio, quadro che avrebbero appeso in camera di Edward.
Trascorse molto tempo a studiare tutto quello, tra lacrime e sorrisi, con il solo pensiero in testa di rendere ad Harry un perfetto rientro a casa.
Quello, sarebbe stato il suo nuovo progetto.

Tutto era cambiato, ancora, in poche ore. Louis non aveva più in testa Zayn, che si era rilassato, liberato del peso di quella tensione che c'era stata tra loro.
Edward era più vicino all'altro suo papà, che faceva sempre più passi avanti, ma sempre meno evidenti.
Liam, a sua volta, era sempre più vicino a qualcuno e a qualcosa, che avrebbero determinato e stravolto le vite di tutti loro.
Niall, aveva dato una svolta alla sua vita, e aveva trovato una nuova luce.
Ma questa, è un'altra storia.




 

Piccolo angolo mio!

Salve a tutti!
Volevo, prima di tutto, scusarmi per il ritardo, ma non è la prima volta e non sarà l'ultima.
Vi dico subito che sono di fretta, ma ci tenevo a pubblicare, quindi lascio e scappo.
Sul capitolo, velocemente, c'è da dire che è un capitolo (apparentemente statico) ma che ha portato una svolta alla storia, che adesso inizierà a prendere una piega diversa.
Louis ha ritrovato la sua strada, ora sa cosa deve fare, e questo è importante.

E non solo lui, ma questo lo scoprirete più avanti.
Io sono di corsa, quindi vi chiedo solo, come sempre, di farmi sapere, anche di eventuali incoerenze ed errori, perché non ho potuto neanche rileggerlo.
Spero io sia riuscita nuovamente ad interessarvi, nonostante questi siano capitoli un po' noiosi e di passaggio, perché più avanti ne vedremo delle belle e vi chiederete "ma che cavolo..?". 
Okay, niente spoiler! 
Grazie come sempre a tutti, fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima!


 
   
 
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