Le
stelle
che brillano nel cielo di Londra hanno lo straordinario potere di
rapire il suo
sguardo e di svuotare la sua mente da ogni pensiero esterno. Solo lui,
lui
seduto su quel piccolo balcone di una camera d’albergo, con
una sigaretta in
mano e lo sguardo puntato sul firmamento scuro, su nastri di stelle che
illuminano la notte come mille fuochi. Il loro splendore gli ricorda
che
qualcosa di bello, nel mondo lì fuori, esiste ancora.
È uno splendore che gli
fa pensare alla vita, alla speranza, la speranza folle di riprendere il
controllo
e godersi ogni singolo attimo di quella vita che a volte sembra
sfuggirli di
mano. È uno splendore che gli fa pensare
all’infinità, che gli ricorda quanto
lui sia piccolo in confronto alla maestosità sconfinata
dell’universo che lo
circonda. Lui è un ragazzo di ventiquattro anni, solo su
quel balcone, che si
stringe nella sua vestaglia per ripararsi dal freddo della notte, in
una città
come tante. Uno dei tanti miliardi di esseri umani che si sentono
sperduti e
privi di una via d’uscita. Immobili davanti alla vita che
scivola davanti ai
loro occhi, senza freni, senza riserve. Perché è
così che lui si sente,
immobile mentre il resto del mondo continua a girare. Privo di
controllo sulle
cose che contano di più per lui, cose che un tempo gli sono
sembrate così
semplici e scontate.
Forse,
riflette amaramente Louis prendendo un tiro dalla sua sigaretta, la
vita
era molto più facile quando era ancora una persona normale.
Un ragazzo come
tanti che poteva confondersi tra la folla, niente fama, niente
carriera, niente
nome sbattuto sulle pagine dei giornali, niente tonnellate di soldi,
niente
pettegolezzi, niente costrizioni.
Sarebbe
stato libero, pensa, tenendo sempre lo sguardo fisso sulle luci del
cielo,
senza mai abbassarlo sulle luci della città che si dirama
sotto di lui. A volte
lo vorrebbe più di ogni altra cosa al mondo. Dare via tutta
la fama che
accompagna il suo nome, Louis Tomlinson, cantante della boyband
più popolare
degli ultimi cinque anni, per riavere indietro quella piccola ma
immensa
libertà che gli è stata negata.
Libertà di
amare. Libertà di essere se stesso.
Chiude gli
occhi, sospira tristemente. Ed è in quel momento che sente
una mano poggiarsi
sulla sua spalla.
Sorride,
nonostante tutto. Sente le sue labbra sollevarsi quasi automaticamente
in un
sorriso accennato ma sincero. Quando apre gli occhi, Harry è
lì accanto a lui. Si
stringe anche lui in una vestaglia, il corpo leggermente scosso da
brividi di
freddo, i ricci scompigliati intorno al viso assonnato. Lo guarda con
dolcezza,
mentre gli accarezza piano il collo e mormora; -Ancora sveglio, Lou?
-Non riesco
a dormire stanotte.- risponde lui, semplicemente.
Harry scosta
la mano dalla sua spalla per prendere una delle sedie lì
vicino, trascinarla
accanto a quella di Louis e sedersi. Lancia un’occhiata alle
strade e alle luci
di Londra, prima di riportare lo sguardo su di lui.
-Posso
rimanere con te per un po’? Neanche io riesco a prendere
sonno, stanotte.
-Non c’è
neanche bisogno di chiederlo.
Harry
sorride. Harry è bellissimo quando sorride, o meglio, Harry
è sempre
bellissimo. Non solo per il suo aspetto. È per la luce che
gli brilla negli
occhi, per il suo sorriso che ogni volta sembra rimettergli a posto un
pezzo di
cuore. Per la sua dolcezza, per i suoi gesti, per il suo essere
così semplicemente
Harry. Gli basta guardarlo, e Louis
si sente innamorato di lui come se fosse ancora il primo giorno, quel
giorno in
cui si sono scontrati in quel piccolo bagno, o come la prima volta che
si sono
baciati, con le labbra impacciate e le mani tremanti per
l’emozione.
-Sai, stavo
pensando…- inizia Louis, incerto, rigirandosi nervosamente
la sigaretta tra le dita. –Che a volte vorrei che fosse tutto
diverso. Che
noi non fossimo le persone che siamo adesso.
-Cosa
intendi?
Louis butta la sigaretta ormai consumata a terra, per poi calpestarla
distrattamente, e rimane qualche secondo in silenzio, con aria pensosa.
Infine riprende a parlare.-La band. La
fama. Tutto quanto. Amo quello che faccio, ma… tu saresti
stato più importante.
Il nostro amore sarebbe stato mille volte più importante. Le
persone normali
non hanno un contratto che impedisce loro di tenersi per mano in
pubblico, o
sbaglio?
Louis odia
vedere la tristezza negli occhi di Harry e sapere che è
stato lui a causarla. Passano
pochi istanti di silenzio prima che Harry risponda: -Il nostro amore
è ancora mille volte
più importante, per
me. Per quanto tutto possa essere cambiato negli ultimi mesi.
Tutto è
cambiato, Louis ne ha una dolorosa consapevolezza. Ora, non saprebbe
dire se
lui e Harry stanno ancora insieme, se quello che
c’è tra loro può essere
considerato un fidanzamento, lo stesso legame che li ha uniti fino a
poco tempo
fa. È stato facile, all’inizio, quando erano
ancora due ragazzini, nascondere
la loro relazione perché era la cosa migliore da fare per
tutti, ma con gli anni
si sono accumulati troppo dolore, troppo stress, troppe complicazioni
per
continuare ad andare avanti come sempre.
-Cosa siamo
adesso, Harry?- dice Louis, e non può fare a meno di
sospirare. –Possiamo anche esserci "lasciati", ma nonostante
tutto io non riesco a fare a
meno di te. Per quanto male possa fare. Perché quando ti
guardo mi sento
ancora lo stomaco a pezzi e il sorriso stupido di un folle innamorato.
È questo
che sono e sarò sempre, innamorato di te. Nulla
potrà mai cambiarlo, forse
neanche dopo che finirà il tour, neanche quando ci
prenderemo quella pausa e passeremo quasi un anno
separati. Forse non ce la farò
neanche quando avrò settant’anni e magari
avrò trovato un'altra persona e tu non ci sarai
più, neanche allora riuscirò
a smettere di pensare a te. Non posso sfuggire a quello che provo per
te, non
posso dimenticarti. Non credo di esserne in grado.
-E allora
non devi farlo.
Harry sembra
esitare per un attimo, prima di riprendere a parlare.
-Questa
pausa che ci siamo presi, questo tempo che abbiamo cercato di passare
separati… non ha fatto bene a nessuno di noi due. Ci ha solo
fatto del male. Perché tu mi ami ancora e io amo ancora te,
Lou. Cosa potrebbe esserci di più semplice?
Louis sente
il suo cuore che accelera i battiti e le lacrime che gli premono contro
gli
occhi, ma si sforza di trattenerle. Anche se davanti ad Harry potrebbe
piangere, lo sa benissimo. Harry è una delle pochissime
persone davanti alle
quali Louis si concede di piangere e di rivelare le sue debolezze.
Harry è
quella persona che l’ha abbracciato stretto un milione di
volte, gli ha
asciugato le lacrime e riparato tutto ciò che di rotto
c’era dentro di lui.
-Non ti
interessa…- inizia, la voce spezzata. -Non ti interessa di
tutte quelle stupide foto che pubblicano, tutte
quelle foto di me e altre ragazze?
-Finché non fai
nulla con loro.- ridacchia Harry, e anche Louis riesce ad accennare un
sorriso.
-Non ti
interessa del fatto che mezzo mondo sia convinto che io stia per
diventare
padre, che…
-No. Non mi
interessa.
Harry si
avvicina a lui per poggiarli un bacio sulle labbra, un bacio che gli fa
ribollire lo stomaco di dolcezza e amore.
-Mi sono
mancate le tue labbra.- mormora Louis, sfiorandogli una guancia.
Harry gli
afferra una mano. La stringe forte, e l’ancora che ha tatuata
sul polso sfiora
la corda di Louis, ed è in quel momento che Louis si lascia
indietro tutti i
suoi dubbi e sente che ogni pezzo del suo cuore è,
finalmente, tornato al posto
giusto.
Guarda Harry
negli occhi e riconosce quel ragazzino sedicenne pieno di insicurezze
che ora è
diventato lo splendido uomo che gli sta davanti. Lo guarda e ritrova la
sua
ancora, e in quel momento non ha più paura di nulla. Giura
di non avere mai più
paura di nulla, non finché le loro mani continueranno a
rimanere intrecciate.
Louis
avvicina il viso a quello di Harry per assaporare ancora una volta la
consistenza morbida delle sue labbra. Sorride davvero, per la prima
volta dopo
molto tempo, e mormora: -Ho voglia di baciarti per tutta la notte.
-Allora
andiamo. Abbiamo una notte intera davanti a noi.- risponde Harry,
alzandosi,
tenendo sempre la mano stretta intorno a quella di Louis per guidarlo
nella
stanza.
Harry e
Louis si baciano per tutta la notte, e in quel momento loro sono
l’universo,
sono stelle che brillano, sono immensi e infiniti. E a ogni tocco, ogni
bacio,
ogni parola mormorata sulla pelle, l’universo lì
fuori a loro confronto si fa
sempre più qualcosa di vago, piccolo e insignificante, un
semplice spettatore
del loro amore che brilla più fulgido di qualsiasi stella.
Harry è e
sarà sempre tutto l’infinito di cui Louis ha
bisogno.
Il resto non
importa.