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Autore: Blue Eich    03/10/2015    6 recensioni
«Tanti auguri, piccolo Ash! Hai ricevuto il mio regalo?»
«Eh?» Ash si prese un attimo di tempo per riconoscere quella voce, bonaria e stuzzicante. Poi sbuffò, alzando gli occhi al cielo. «Gary, il mio compleanno è stato la settimana scorsa.»
«Cosa credi, lo so bene» fu l'aspra risposta del ricercatore. «Ero così preso dai miei studi che me n'ero completamente dimenticato… Perciò ho pensato di rimediare con un regalo in grande stile!»
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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DOMENICA (Parte 2) – Tutto è bene quel che finisce bene

 

«Valle a cercare» cantilenò Gary, mettendosi in bocca un'ennesima patatina, presa dal sacchetto aperto sul tavolo. Ash ancora guardava a terra e non gli rispondeva. Il suo amico cacciò un sospiro: era proprio cocciuto!

«Ash, ricordi quella volta che ti sei fatto la pipì addosso, in prima elementare?» Alla sua domanda posta con malizia, il corvino venne attraversato da un brivido lungo la schiena, mentre lo fulminava con un'occhiataccia. «Penso che alle ragazze farebbe piacere sentire quella vecchia storia.»

«Non ti azzardare.»

Un ghigno increspò le labbra del rivale. «Sei ancora sicuro di voler rimanere qui?»

Un borbottio di imprecazioni malevole seguì il cigolio di una sedia che si spostava.

 

Lucinda e Iris non avevano ancora spiccicato parola. Stavano lì e fissavano al largo, quasi come se cercassero di far finta che l'altra non esistesse.

«Senti, io…» L'aspirante Maestra Drago, che con una smorfia dispiaciuta stava per confessare il suo peccato, rizzò d'improvviso le orecchie e voltò il capo. «Oh cielo!»

Anche l'amica fece lo stesso e vide una nube di fumo proprio al centro dell'isola. «Accidenti, dov'è Piplup?» si chiese, guardandosi freneticamente attorno. Poi si ricordò di quando lo aveva cacciato via perché voleva rimanere sola e si diede mentalmente della stupida.

«Andiamo, non c'è tempo da perdere!» gridò la viola, con uno sguardo pieno di determinazione: se c'era in gioco la natura, non c'era da scherzare.

 

Rimase ferma per lo shock: lì c'era il suo Dragonite, che dava possenti zampate al terreno tanto da farlo tremare, e dalla sua bocca uscivano lingue di fuoco che andavano a colpire gli alberi. Dei rami erano già caduti a terra e alcune fiamme si erano sparse fin sull'erba. I Pokémon della zona, spaventati, cercavano di correre via in massa il più in fretta possibile.

«Fermati subito!» gli intimò. Il drago si girò verso di lei: nei suoi occhi balenava un guizzo d'odio e non dava cenni di riconoscerla. Infatti un altro Lanciafiamme uscì dalla sua bocca. Iris, pronta per riceverlo, si schermò con le braccia, ma non ce ne fu bisogno, perché venne contrastato da un deciso Getto d'Acqua. Voltò di scatto il capo e ricevette un sorriso complice da parte di Misty, che la sorprese. La aveva trattata in modo arrogante per tutta la settimana, eppure non aveva esitato nemmeno un istante ad accorrere in suo aiuto…

«Niente di rotto?» le chiese la rossa, con un braccio sul fianco.

Annuì ripetutamente, per poi abbassare il capo e borbottare uno strascicato ringraziamento.

Lucinda si distaccò un attimo dal caos generale per riflettere su quel gesto. Forse avrebbe dovuto prendere esempio…

«Lulu, stai attenta!»

L'avvertimento di Vera, che era appena arrivata con Piplup al seguito, fu vano: la blu, quando si girò, vide un ramo infuocato che stava per travolgerla. Non ebbe né il tempo di metabolizzare la situazione né di scostarsi, che si sentì spinta bruscamente di lato. Riaprì gli occhi, chiusi per la paura, e trovò Gary che la teneva per le spalle.

«Tutto okay?» chiese, guardandola.

Lei, come in trance, annuì. Ci fu silenzio per qualche istante, come se alle loro orecchie i lamenti di Dragonite e lo strepitare del fuoco che stava consumando tutto arrivassero lontani.

«Grazie» borbottò, stringendosi alla sua maglia hawaiana. Gary sorrise, dandole una carezza sfuggevole sul capo, che la fece arrossire. Si sentiva come una principessa ch'era stata appena tratta in salvo dall'affascinante cavaliere.

A interromperli fu Piplup, che corse incontro alla padroncina e si mise a fare un animato discorso con il suo verso acuto.

Il ricercatore la lasciò andare, cosicché lei potesse voltarsi e chinarsi verso il suo starter. «Ti chiedo scusa per prima… Ma ora c'è bisogno del nostro aiuto!» Entrambi annuirono in simultanea e si diressero verso la mischia, per decidere come aiutare.

Iris, a denti stretti, cercava di avvicinarsi a Dragonite il più possibile, che ancora ululava e sparava alte fiammate. Misty si occupava di estinguerle più che Azurill poteva, ma non stava funzionando molto: del verde non rimaneva quasi più nulla, solo cenere che or vorticava sparsa nell'aria. Quando vide Lucinda affiancarla con aria determinata, la Capopalestra alzò per un attimo un sopracciglio, sorpresa.

Serena, che era arrivata da poco, assisteva alla scena appoggiata a un albero, con una mano sul cuore. Era spaventata, ma avrebbe voluto dare una mano. Però che mano puoi dare se possiedi un Pokémon di tipo Fuoco, cioè la causa principale del problema? Si sentì toccare una spalla e sussultò, poi al trovare il sorriso gentile di Vera sembrò tranquillizzarsi. Anche lei, lo sapeva, non aveva nessun Pokémon adatto alla situazione.

«Andrà tutto bene» le disse, con dolcezza, perché capiva come si sentiva. «Però è pericoloso stare qui.»

La bionda annuì e, dopo aver raccolto Fennekin spaurito tra le braccia, si lasciò trascinare dalla sua mano lontana dal campo di battaglia. Si nascosero tra i cespugli, ancora abbastanza vicine da poter assistere.

Quando la Performer si girò, vide che in ginocchio accanto a loro c'era anche Ash.

«Vorrei tanto poter fare qualcosa» disse, a denti stretti, continuando a guardare la scena. Era più forte di lui: non riusciva a restarsene fermo come un idiota con tutto quel caos che infuriava a pochi passi.

«Non potremmo essere utili in nessun modo…»

Il corvino ignorò l'affermazione di Vera e uscì allo scoperto, seguito a ruota dal suo Pikachu, mentre lei lo richiamava inutilmente tendendo un braccio, preoccupata. Sempre il solito testardo, accidenti!

Qualcosa che potevano fare c'era eccome: incoraggiare Iris, che scivolava spinta dalla corrente creata della ali del suo Dragonite, ma non si arrendeva e continuava a inseguirlo, con un luccichio ostinato e preoccupato negli occhi.

«Torna in te!» gridò, con la voce spezzata, di chi cerca di ricacciare giù a fatica le lacrime.

«Iris» si sentì poi chiamare, e trovò conforto nello sguardo penetrante e serio di Ash. «Puoi farcela, devi solo credere in te stessa!»

La viola annuì con vigore: doveva assolutamente riuscirci. Si diresse verso Dragonite, in quel momento di schiena, che stava dando una zampata a uno dei pochi alberi ancora integri. Spiccò un salto, aggrappandosi a una delle sue zampe. Lui cercò di disarcionarla e iniziò a dimenarsi ancora più furiosamente di prima. Lanciò un ennesimo Lanciafiamme, ma stavolta in direzione del cespuglio dov'erano rintanate Serena e Vera. Le due indietreggiarono, gridando dal terrore. Ma in quel momento Lucinda fece una scivolata, finendo con stile e decisione davanti a loro, puntando l'indice in avanti. «Piplup, Mulinello!»

Il pinguino, accanto a lei, creò subito un gigantesco vortice d'acqua che comandò in direzione del fuoco, per spegnerlo prima che potesse raggiungerle, trasformandolo in un'onda che s'infranse allagando la terra.

«State bene?» chiese la blu, porgendo una mano a Vera e una a Serena. La castana la ringraziò caldamente, rialzandosi. Serena invece esitò per qualche istante, ma quando le venne rivolto un sorriso lieve dove non v'era traccia né d'invidia né di rancore, decise di ricambiarlo e accettare il suo aiuto.

Nel frattempo, Gary si schierò accanto a Misty. «Vuoi una mano, pel di carota?»

Ricevette un sorriso combattivo in risposta. «Vediamo se sai ancora fare qualcosa, Oak.»

Una Poké Ball consumata dal tempo venne lanciata in alto, per poi aprirsi con un getto di luce e rivelare un Blastoise, che fece un verso rude e così potente che scuoté l'intera isola.

«Pioggiadanza!»

Al comando deciso del padrone, il bestione cominciò a sparare un getto d'acqua fortissimo dai cannoni d'acciaio sulla sua schiena. Una pioggia veloce cominciò a cadere dal cielo, sempre di più e più intensa, tanto da far quasi male al contatto. Le fiamme vecchie e quelle nuove si spensero, lasciando freddo e desolato quel luogo fino a poche ore prima rigoglioso. Nel mentre, Iris ancora non si arrendeva: teneva stretta la presa su Dragonite, infischiandosene del fatto che i suoi capelli e i suoi vestiti stessero diventando fradici.

«Dammi retta, ti prego!» urlò, un'ennesima volta. «Permettimi di aiutarti!»

Dragonite si accasciò, tenendosi ancora a un albero, ed emise un altro lamento sofferente. Iris non riusciva proprio a capire che cosa avesse, finché non lo costrinse a girare proprio la zampa a cui era aggrappata: notò un grossissimo pezzo di legno conficcato sul palmo, in profondità. Doveva fare un male lancinante e allucinante, così tanto che si era rifugiato nel primo posto che aveva trovato per sfogare lì tutta la sua sofferenza. Era stato un errore madornale lasciarlo ventiquattr'ore su ventiquattro in libertà.

«Fermati, lascia che ti aiuti» disse, con più dolcezza, mentre il drago si contorceva e faceva un altro verso, che più che un verso assomigliava a un ululato di disperazione. Iris si mise a tirare con tutte le forze che aveva, e il lamento si fece più intenso, mentre lui sbatteva la testa contro a un albero per intontirsi e affievolire quell'insopportabile dolore. «Resisti… Ancora un piccolo sforzo…» borbottò, tra i denti, mentre tutti gli altri tenevano il fiato sospeso assistendo alla scena. «Ce l'ho fatta!» al grido felice di Iris, seguì un sospiro liberatorio di Dragonite. Ora la sua zampa sanguinava copiosamente, ma l'Allenatrice stringeva in alto, come una lancia, il legno che fino a poco prima la opprimeva.

Non fu il solo a tirare un sospiro di sollievo: le acque si erano definitivamente calmate, ma proprio tra tutti. C'era pace nell'aria, come alla fine di una guerra. Persone che prima non potevano sopportare la vista l'una dell'altra, adesso sentivano dentro di loro un senso di serenità. Tutto l'odio e l'antipatia erano svaniti, e il merito era dei Pokémon.

 

Tornarono alla villa, dove Gary – che sembrava aver ritrovato un'aria più mite e seria – disinfettò e fasciò con delle bende l'arto del Pokémon Drago. Vera aveva dovuto distogliere lo sguardo e contare sottovoce fino a dieci per reprimere l'ansia che le dava vedere una ferita così tremenda e sanguinosa. Serena guardava senza fiatare, ma i suoi occhi lasciavano intendere che anche a lei una vista del genere turbasse un po'. Lucinda si concentrava completamente sul bel viso di Gary, per distrarsi, mentre Misty era abbastanza matura da apparir neutra e Ash si sentiva quasi in colpa per non aver evitato che succedesse una cosa simile. Anzi, si sentiva in colpa per tutto. Un senso di colpa sempre più angoscioso che nella sua testa, col passare dei minuti, s'ingigantiva.

«Ti chiedo scusa» disse Iris, che aveva poggiato le mani sulla zampa sana del Pokémon fin dall'inizio della medicazione, per infondergli un po' di conforto. «Ti abbiamo rovinato l'isola…»

Il ricercatore scosse il capo. «Tranquilla. Dragonite sta bene, ed è questo l'importante.»

«A proposito di scuse…» Ash avanzò di un passo. Non voleva perdere tutte le sue più care amicizie in un colpo, avrebbe fatto qualunque cosa pur di farle tornare come prima. «Ecco, io…»

Non ebbe il tempo di pronunciare nemmeno una delle parole abbuiate e sconnesse che gli frullavano in testa. Tutte le ragazze, a cui era bastato scambiarsi una semplice occhiata di gruppo per intendersi – sesto senso femminile, forse? – sorridevano.

Lucinda fu la prima a farsi avanti. Quando gli si parò davanti, Ash fu tentato di tirarsi indietro e serrò gli occhi, preparandosi a ricevere dell'altra violenza gratuita. Lei, invece, improvvisò un inchino, poggiando le mani sulle ginocchia. «Scusami

Il moro alzò il capo, confuso, perché l'ennesimo ceffone punitivo che si aspettava non era arrivato. Aveva davvero sentito ciò che aveva sentito, o il suo pessimo udito misto alla sua fervida immaginazione avevano deciso di giocargli insieme uno sporco tiro mancino, illudendolo?

«Ho sbagliato ad aggredirti in quel modo» ammise la blu, lasciandolo completamente di stucco. No, non aveva capito male. Lei gli aveva davvero chiesto perdono. «E scusa anche a te!» aggiunse poi, rivolgendosi a Gary, che s'era messo contro al muro a braccia conserte.

«Tranquilla, piccola, tutto okay» le rispose, facendola vistosamente arrossire.

Si appoggiò alla parete, accanto a lui, con le braccia dietro la schiena. Era così felice che le era impossibile reprimere il sorrisetto un po' da sciocca che, per via di quel soprannome, le era spuntato sulle labbra.

Ash, ancora più confuso di prima – e senza ancora metabolizzato per bene le parole di Lucinda – si trovò davanti Iris. «Mi spiace per… Per il sasso, ecco!» dichiarò, girandosi poi di spalle, di scatto, con le guance gonfie d'orgoglio. «Ma per me resti sempre un bambino!» concluse, con un risolino spigliato, prima di voltarsi.

Lasciò il posto a Vera che, tra tutte, aveva forse il sorriso più impacciato, ma al contempo anche il più sincero. «Mi dispiace di averti colpito, non te lo meritavi… Sono stata io la sciocca.»

L'Allenatore era sempre più meravigliato e così imbambolato da non riuscire a dire niente a nessuna di loro. Stava sognando o era tutto reale?

«Scusa se stavo per darti uno schiaffo…» fece Serena, per poi unire le mani. «Mi perdoni?» chiese, con un'espressione davvero dolce, a cui sarebbe stato impossibile dire di no.

Ash, come in trance, si limitò ad assentire. Ancora non riusciva a credere che tutto si stesse concludendo così, per il meglio…

Venne il turno di Misty. Lei aveva un'aria diversa delle altre, come se stesse per liberarsi di un peso che, per lungo tempo, le aveva oppresso il cuore. «Scusa se alla fine, invece di aiutarti, mi sono comportata come una stupida! Ti comprerò una torta, okay?» promise, facendogli l'occhiolino.

Il giovane annuì un'ultima volta, commosso. Non aveva davvero parole. Le sue compagne di viaggio, per quanto diverse, erano tutte fantastiche. Dalla prima all'ultima.

 

 

Entro poco avrebbero dovuto partire, lasciando quell'isola e facendola diventare solo un ricordo della loro estate. Erano tutti a parlare vicino alla spiaggia, con i bagagli già pronti e ammassati in disordine fuori dalla veranda. Solo due persone mancavano all'appello.

«Io ho già scelto te, ma teniamolo segreto ancora per un po'…»

Le labbra della sagoma appoggiata al muro del retro della villa s'incurvarono in un sorriso. Labbra che vennero presto a contatto con quelle di Ash, che le trascinò in un lungo bacio.

 


 


 

Angolo di pace
So cosa state pensando e sì, avete ragione. Sono una cattiva persona ma , ognuno può immaginare chi preferisce nel finale. Può anche essere Gary, Pikachu, uno dei Krabby della spiaggia… Chi lo sa? Di certo non io~
Ora vi starete chiedendo… A cosa è servita questa storia? MA PER IL MIO PERSONALE DIVERTIMENTO, AHAHAHAH.
Chiedo perdono se la parte iniziale – oltre ad essere un po' incoerente – non è il massimo come stile di scrittura, ma non sono riuscita a migliorarla più di così.
Un grazie in particolare va a
chrono storm01, grandissimo detective nonché fedele recensore, e alla dolcissima _Lullaby99_: oltre ad inventare dei soprannomi perfetti per tutti i personaggi e recensire sempre, mi ha rassicurata più volte sull'IC di Serena XD. Inoltre, ringrazio Eurydike per gli aiuti che mi ha dato per Misty e per la storia in generale, mentre Giandra per i suggerimenti sul carattere di Iris. Per Vera e Lucinda invece dovrei ringraziarmi da sola (??)
Ovviamente ringrazio anche chi ha anche solo letto, seguendomi nell'ombra, nonostante questa fosse una ff leggera fatta per ridere e fangirlare un po'. Grazie a tutti! 

-H.H.-
 
   
 
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