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Autore: Sefilide    15/02/2009    0 recensioni
Ma i miei pensieri erano tutti posti su una sola domanda: Come mi sarei presentata quel primo giorno a scuola? Non potevo di certo andare in giro per la scuola dicendo “Salve io sono Elaisa Allen. Sono una vampira, ho circa 17 anni….” La storia era poco credibile, -oltre che una totale pazzia. Mi avrebbero presa per pazza, o peggio, creduta e a quel punto sarei diventata un mostro agli occhi di tutti- e in più non era nel mio carattere.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Imprevisti

Imprevisti

Quando tornai finalmente nell’atrio del grande palazzo Volturi, potei liberarmi della mia tremenda tensione prendendo sembianze di lupo e distruggendo un altro paio di vestiti e un altro mantello. Non mi interessava in quel momento però. Dovevo sfogarmi e alla svelta. Quando io reprimevo i sentimenti dentro di me questi poi sfociavano in rabbia, che io accuratamente sfogavo su una persona, presa a caso, tra gli abitanti immortali del castello anche se, chissà come mai, quella persona risultava essere sempre e solo Jane.
Così mi gettai a capofitto tra le stanze, aprendo tutte le porte con la testa, perché non avevo ne il tempo ne la voglia di aspettare gli altri. Entrai nella sala grande, pronta ad azzannare Jane, quando mi ritrovai di fronte ad un vero e proprio rogo. Dal fumo e dall’odore avevo appena capito che qualcosa, o meglio, qualcuno era stato bruciato. Nel centro della stanza, di fronte ad Aro, un uomo stringeva a se un bambino terrorizzato. Aro mi guardò sorpreso e felice della mia presenza.
<< Ah Elaisa…prego avvicinati >> mi invitò gentile e, come sempre, mi sdraia al suo fianco. Lui mi portò una mano sulla schiena per leggere i pensieri che gli permettevo di leggere.
Cosa succede Aro? Non posso andare via per un po’ che quando torno mi fai trovare un rogo in mezzo alla stanza?
Posai il mio sguardo sul bambino che da quando mi aveva vista non smetteva di togliermi gli occhi di dosso. Aveva un aria più sicura e superato il padre, si avvicinò a me con la mano tremante cercando di accarezzarmi il muso. Mi avvicinai pensando che non sarebbe stato pericoloso…in fondo era solo un bimbo immortale!
Mi avvicinai con il muso per permeategli di accarezzarmi se voleva, tanto era l’ultima cosa che faceva in vita, ma lui non volle accarezzarmi. Poggiò la mano sulla fronte come a studiarmi…chi era quello strano bambino? Annusai meglio il suo odore…era vampiro, o almeno lo sembra, fin troppo bene. In parte aveva uno strano odore che non riuscii ad identificare subito, ma poi lo abbinai all’odore di un umano. A convincermi che non fosse del tutto vampiro fu il fievole e debole battito del suo cuoricino. Lo guardai con espressione curiosa e stupita, ponendomi un’unica e semplice domanda Cosa sei?
<< No… >> disse lui con voce squillante. Dimostrava appena sei mesi e già parlava e camminava….quel bambino non era un semplice vampiro immortale << …tu cosa sei? >>
Cosa? Mi aveva letto nel pensiero? Ah che bello….ci mancava solo il ragazzino che sussurrava agli animali.
<< Sei nervosa….mi permetti di vedere perché? >>
Me lo chiese tanto gentilmente che non potei rifiutare e gli mostrai le immagini della bambina che moriva fra le mie mani
<< Ah… >> continuò visibilmente stupito
Mise entrambe la mani sulla mia testa e, chissà per quale motivo, mi sentii leggermente meglio. Lui mi fissò confuso come se gli fosse appena capitata qualcosa di strano e imprevedibile.
Aro ci fissava entrambi arrabbiato e visibilmente infastidito dalla cosa. Ok, era finito il tempo degli scherzi, dovevo entrare in azione. Mi guardò e con un cenno della testa mi indicò la mia preda. Il padre del bambino doveva morire per mano mia che bella notizia. Almeno mi sarei sfogata.
Prima di attaccare guardai il volto di Jane. Aveva una espressione particolare. Sembrava dire: “Alleluia questa volta non ha preso me di mira”, ed io risposi con una espressione che diceva qualcosa di simile a “Spera, tanto tu sei la prossima.” Ritornai alla mia preda e, come ordinatimi da Aro, e dalla mia rabbia, con diversi morsi feci a pezzi il vampiro, buttando, ogni volta, i pezzi staccati nel fuoco.
Il bambino, che doveva amare il padre veramente, versò una lacrima e mi si gettò contro dandomi dei pugni sul petto. Cercai di calmarlo, in qualche modo, e quando mi abbraccio al collo capii che stava ascoltando i miei pensieri, perché nella mia testa continuavo a sentire i suoi.
Piccolo....pensai dolce non aveva scelta. Ma non ti faranno del male. Non glielo permetterò
<< Elaisa adesso il bambino…. >> disse Aro guardandomi
Io lo ignorai e continuai a consolare il piccino, mente il suo cuore da umano stuzzicava la mia voglia di mordere qualcosa. In un primo momento pensai che Jane sarebbe stata una preda perfetta, ma quando Aro si avvicinò a me e al piccolo Altair, capii che mi sarei dovuta arrangiare e sfidare per la prima volta un anziano.
Inizia a ringhiare ad Aro mentre il bambino si nascose dietro una mia zampa. Non credevo che aro avrebbe mai avuto il coraggio di sfidare un lupo grande quanto un cavallo, ma mi sbagliavo. Si avvicinava a me con passo troppo sicuro per tirarsi indietro. Bene. Se lo avessi battuto avrei finalmente riacquistato la mia libertà e sarei potuta scappare di li. Jane sembrava preoccupata della sorte del suo amato capo e si unì a lui. Due contro una…non era reale ma divertente. Alec si portò al mio fianco e poggiò una mano contro la mia spalla.
<< Io sono con te! Lascia a me Jane >>
Con piacere. L’importante è che io combattessi contro Aro.
Mi guardai intorno. Erano tutti preoccupati per Aro. Renata voleva venire in nostro aiuto ma non poteva disobbedire ad Aro, lo stesso valeva per Chelsea, ma Alec….lui era già un traditore perché aveva stretto un amicizia così forte con me. Lui avrebbe potuto lasciare con me i Volturi una volta che Aro fosse stato sconfitto dalla sottoscritta.
Ero pronta. Finalmente avrei avuto la mia possibilità di sfidare il grande capo e vincere. Renata era visibilmente preoccupata e quello stato d’animo era di sicuro volto a Aro, eppure lo sapeva che io non lo avrei mai ucciso, ma, allora, perché era così preoccupata? La sua preoccupazione contagiò prima Jane e Chelsea, poi Aftron, il compagno di Chelsea che era l’unico che faceva sempre silenzio, poi il resto della guardia, mogli comprese. Quando ormai ero sicura di vincere e di farcela finalmente avvenne dell’incredibile, o meglio, dell’impossibile. Sulpicia, la moglie di Aro, l’unica che in quel castello non mi aveva mai parlata, si mise tra me e Aro a braccia allungate come a formare un muro tra di noi.
<< Aro.....no.... >> sussurrò preoccupata.
Aro prima sembrò non darle retta, poi con un secondo sguardo prima su di me e poi di nuovo su di lei, si bloccò e voltò di colpo, dandomi la spalle. La cosa mi irritò. Avrei voluto ucciderlo in quel momento stesso ma la mia bontà e la presenza di Altair mi fermarono. Sbuffai e mi accucciai a terra per permettere al piccolo bambino e ad Alec di salirmi in groppa.
<< Elaisa…. >> disse Aro voltandosi verso di me una volta raggiunto il suo trono <<....voglio che questa grinta e questa determinazione la metta anche nelle missioni e non solo quando vuoi combattere con me o con Jane>>
La sua espressione, troppo sicura, troppa altezzosa, se veramente non ci fosse stato Altari, Aro sarebbe di sicuro tra bruciato nelle fiamme nel quale anche in padre e la madre del bambino che avevo sulla mia schiena, erano bruciati. Sbuffai avvicinandomi a al trono per farmi toccare il muso da lui e fargli leggere i miei pensieri, pensieri sempre rispettosi e degni di lode, mai una volta che lui avesse letto i miei veri pensieri.
Si Aro... pensai con tono moderato stai tranquillo...per il bambino lo controllerò io. Non farà del male a nessuno non è completamente vampiro.
Alle mie parole Aro spalancò gli occhi. Lui non lo aveva capito.
Dopo essersi ripreso dallo shock iniziale, si ricompose e, guardandomi, ordinò a Renata e a Jane di rimettere tutto in ordine e, successivamente, a me e ad alec di portare Altair fuori da quella stanza. Sorrisi e obbedii uscendo da quella stanza senza fare storie.

Nel mese successivo Aro mi affidò diverse missioni, sei per la precisione, tutte in compagnia di Alec e Altair. In un mese Altair era cresciuto tantissimo. Quando si unì ai Volturi sembrava appena un bambino di tre anni, adesso, sembrava un bambino di almeno sette anni. Parlava sempre di più e aveva preso confidenza con tutti. I suoi compagni di gioco preferiti erano diventati Sulpicia, Chelsea, Alec, Felix ed io. Una volta aveva provato a giocare anche con Demetri ma, per sua fortuna, intervenni prima che quel vecchio e antipatico segugio facesse del male al “mio bambino”. Infatti, per Altair, io ero diventata come una mamma e, spesso e volentieri, mi chiamava mamma invece che Elaisa.
Così Aro mi aveva affidato un’altra missione, olè, era la settima in quel mese. La cosa ormai non mi dispiaceva più, anzi, ma era un po’ stressante. Ogni volta che andavo in missione tornavo sempre ferita a causa dei combattimenti e , ogni volta, rischiavo di staccare la testa ad Alec con un morso quando mi curava le ferite. Povero....ma anche scemo. Non mi doveva toccare dove mi ero ferita. Lui invece spesso e volentieri si divertiva a darmi degli schiaffi esattamente sulle mie povere ferite e, in un batter d’occhio, si ritrovava circondato da due falchi e un lupo, animali di compagnia di Altair. Oltre ai soliti battibecchi, però, Alec ed Altair, si adoravano. Altair vedeva in Alec un fratello maggiore/ baby-sitter/ papà/ maestro. Faceva di tutto per stare con lui. Ci mancava solo che pensasse a lui come suo sposo e la cosa era completa. Fortunatamente, anzi, sfortunatamente, vedeva Alec come futuro genero....si era innamorati di Jane. Tra tutte le ragazze, tutte le vampire, proprio di quella vipera velenosa si doveva innamorare? Non potevo più toccarla, maledizione! Ma Jane non lo sapeva e questo giocava a mio vantaggio.
La missione affidatami da Aro era relativamente semplice – fu per quello che mi ritrovai con un bambino e due falchi sulla schiena.
<< Nei pressi della cascate del Niagara c’è una famiglia di vampiri che ha creato un neonato vampiro, un bambino immortale che va distrutto! >> spiegai calma e decisa verso il mio seguito
<< Un bambino immortale…che cos’è? >> mi chiese Altair visibilmente confuso
<< Una cosa che non dovresti mai vedere >> Rispose Alec al posto mio
<< Mamma… >> disse dolce poi vi voltò verso Alec << .....papà >>
<< Ti ho detto di non chiamarmi papà! >> replicò Alec irritato
<< Ok allora….nonno >> disse Altair scoppiando a ridere all’ultima parola
<< Non stressare Altair…cosa vuoi? >>
<< Rafic dice che c’è un gruppo di licantropi più avanti! >>
<< E come fa il tuo falco a sapere che ci sono dei licantropi? >> chiesi sinceramente impressionata dalla cosa.
<< Non lo sa…sono io che ne sento la puzza fino qui! >> rispose lui sorridendo e scendendo dalle mie spalle. Altair, infatti, era solito viaggiare in braccio a me, anche se mi preferiva quando ero sotto forma di lupo.
Si avvicinò al Alec che gli diede una pacca sulla spalla così forte da staccargli quasi un braccio. Lo congelai con uno sguardo
<< Scusa… >> disse spaventato poi tornò ad piccolo bambino
<< Zitto Altair! Non ne puoi sentire la puzza tu! >> disse Jane antipatica come al solito
<< Ah ci sei anche tu vipera? E Renata? >>
<< Presente >>
<< Peccato non posso ucciderla >> dissi fra me e me e ricevetti anche un calcio nelle costole da Altair che mi era da poco risalito sulla schiena << Tanto non le avrei fatto niente comunque! >> sussurrai una scusa come un’altra per calmarlo
<< Ancora innamorato di mia sorella? >> chiese Alec
<< Si… >> risposi contrariata
<< A me va bene! Così non mi chiamerà più papà >>
<< Grazie Alec, come si vede che mi vuoi bene! >>risposi sarcastica << Non ci fermiamo…non ci faranno del male se passiamo oltre >>
<< Ok…allora? Dove andiamo? >>
<< Sempre avanti! Ci fermiamo alle cascate >>
<< Perché alle cascate mamma? >> mi chiese Altair con la sua solita voce da angioletto
<< Perché sono uno spettacolo! >> rispose Renata al posto mio
<< È una mio impressione o, da quando c’è Altair con lei, Elaisa si è addolcita? >> chiede Jane al fratello
Il ragazzo fece spallucce e proseguì.
In effetti Jane aveva ragione, io mi ero addolcita stando a contatto con un bambino dolce e buono come lui. In qualche modo Altair stava colmando il vuoto che William aveva lasciato dentro di me. William....da quanto tempo avevo nascosto a me stessa quel nome per evitare di soffrire; ormai non sentivo nemmeno più la sua mancanza, come non sentivo più il suo delicato tocco sulla mia pelle e la sua voce dolce e profonda. Mi ero rassegnata. Ero solo una scema, ecco cosa ero. Mi ero lasciata sfuggire la cosa più bella che avessi mai avuto al mondo, mi ero lasciata sfuggire l’amore di William dalle mani come fosse un semplice pezzo di carta. Una lacrima scese lungo il mio viso e Altair mi guardò stupito e preoccupato. Era la prima volta che quel bambino vedeva una lacrima e, come al solito, subito si preoccupò e mi venne a chiedere se stavo bene. In contrasto con la preoccupazione di Altair era la evidente e persistente soddisfazione di Jane di vedermi soffrire. La cosa la rendeva felice, perché se solo avesse trovato il motivo delle mie lacrime prima di me, mi avrebbe tenuta in pugno senza problemi. Finsi di non vederla e la ignorai.
Continuammo a camminare lenti per diverse ora e Alec e Altair si erano messi d’accordo per stressarmi. Un po’ tutti avevamo sete ma quei due di lamentavano una continuazione e io, da brava baby-sitter, li minacciavo di morte se non avessero fatto silenzio. Alle mie parole i due ragazzini scattavano in fila come bravi soldatini e, finalmente, calava il silenzio che però non riusciva mai a durare a lungo. Di solito o Jane o Renata mettevano in mezzo argomenti raccapricciati, come del tipo “Qual è il miglior modo per uccidere un vampiro?” domanda alla quale Jane rispondeva sempre con “torturandolo fino alla morte”; oppure argomenti come “Dove preferite mordere le vostre vittime?”. Ma argomenti allegri mai eh? Mi sorpresero molto Alec e Altair che di punto in bianco iniziarono un discorso molto “profondo” sulla differenza tra il sangue maschile e quello femminile.
Altair preferiva il sangue maschile e diceva che spesso gli uomini, avendo forza superiore rispetto alle donne, e quindi una migliore salute, dovuta al continuo sport praticato, avevano un sangue più buono. Alec invece continuava a negare la cosa mettendo in mezzo me come esempio di forza. Ripeteva spesso che io ero il vampiro più forte di tutti, più forte anche dei tre anziani, quindi la forza non centrava niente. Lui preferiva assolutamente il sangue delle donne dicendo che era più “dolce”. Non volevo sapere a cosa di riferisse quel dolce, per questo sorvolai l’argomento e chiesi alle due vampire dietro di noi cosa pensavano di questo argomento.
Jane, come al solito, mi sorprese con una delle sue orrende uscire.
<< Io preferisco il sangue dei bambini...è più puro! >>
Se non ci fosse stato Altair l’avrei uccisa seduta stante.
Renata si accordo con Altair dicendo che le donne erano molto meno appetibili rispetto agli uomini.
Quando poi chiesero la mia opinione cercai di svignarmela cambiando argomento, ma non vollero sentire ragioni e mi costrinsero a parlare con la forza.
<< Mamma ti leggo nel pensiero! >>
<< Come se potessi…non te lo permetterà! >> rispose Alec poi si voltò verso di me con sguardo duro e, dopo due minuti, si inginocchiò ai miei piedi e iniziò a guardarmi con una espressione da cane bastonato...<< Dai Elaisa >>
Oddio. Come si poteva resistere a quella espressione? No…non si poteva.
<< Alzati! >> esclamai dandogli un pugno sulla testa…forse gli avevo fatto un po’ male…
<< Dai allora? Uomini o Donne? >> mi chiese Renata
Finsi di pensarci e diedi la mia risposa << Animali! >>
<< Eh? >> Chiesero sorpresi in coro
<< Tra uomini e Donne non c’è differenza. Il sangue umano è buono ma in una scala da uno a dieci lo valuto otto. Il sangue animale, invece, lo valuto dieci, anche se ci sono persone che valgono undici! >>
<< Mamma....tu bevi il sangue dei miei amici animali! >> esclamò Altair deluso a mo di rimprovero
<< Altair tu bevi il sangue umano! Non venire a fare la morale a me! >>

Passò un periodo di assoluto silenzio in cui gli unici rumori erano i versi degli animali che vivevano nella foresta e il battito lieve del cuore del piccolo Altair, che stuzzicò la sete di tutti. Però comunque Alec Jane e Renata non avrebbero mai cacciato niente senza il mio permesso, ero io che guidavo il gruppo in quella missione, per questo rimasero tutti calmi. Si formò una leggera tensione tra di noi che Altair provò a rompere rivolgendo per la prima volta la parola a Jane.
<< Allora Jane... >>fece una breve pausa e imbarazzato continuò << ...come ti senti ora che Elaisa è la preferita di Aro? >>
Argomento sbagliato!
Jane se la prese a morte e si scagliò contro Altair aggressiva. Non le avrei mai permesso di fare del male al mio bambino e, detto sinceramente, quella mi sembrò una buona scusa per maltrattare un po’ la vipera. La bloccai con una mano al collo e alzai da terra. Come al solito cercava inutilmente di liberarsi, divincolandosi senza successo.
<< L...lasciami... >> balbettò spaventata
Portai uno sguardo ad altair che sembrava pronto a correre in aiuto della sua amata. La sua espressione mi ricordò molto il modo in cui mi guardò William quando mi salvò dai licantropi nella foresta. Jane colse il mio attimo di debolezza e usò il suo potere su di me riuscendo così a liberarsi, anche se solo per poco. Il dolore mi buttò a terra per qualche minuto. La sentii blaterare qualcosa del tipo “così impari cane randagio!”. A quelle parole scatenai l’inferno. Riformai la barriera mentale impenetrabile e la afferrai pronta a staccarle la testa con un morso, ma l’espressione di Altair mi fermò di nuovo. La buttai a terra disgustata e piena di rabbia.
<< Ringrazia solo Altair se sei ancora viva! Fosse stato per me adesso saresti già arrivata all’altro mondo! >> le ringhiai contro e, dopo essermi alzata il cappuccio della mantella nera -non sapevo perché io fossi l’unica ad avere la tunica nera, perché tutti la avevano grigia scura- e mi allontanai dal gruppo per evitare di trasformarmi in un grande lupo bianco.
Non lo sapevo ma la mia azione aiutò il piccolo Altair a fare colpo sulla maledetta succiasangue.
<< Sei una stupida Jane! >> esclamò Alec alla sorella per poi seguirmi nella foresta.
Io camminavo veloce, più veloce di lui, per questo fu costretto a correre per raggiungermi. In un primo momento decise che forse mantenere il mio passo e rimanermi accanto fosse la decisione migliore, ma quando mi diressi troppo verso l’odore dei licantropi,che io logicamente non sentivo, fu costretto a bloccarmi mettendosi davanti a me.
<< Che c’è? >> gli chiesi arrabbiata
<< Uno: calmati Elaisa! Jane te ne ha sempre fatte di tutti i colori e questa non è diversa dalle altre. Quando torneremo al castello potrai staccarle ambo le braccia, chiederò a Renata di non proteggerla. Due: forse tu non te ne sei accorta ma ti stavi buttando nella tana dei licantropi. Abbiamo una missione se ricordi bene e non è il momento per mettersi litigare con qualche cane pulcioso >>
Aveva ragione.
Sospirai e mi lasciai condurre via verso il luogo in cui si erano accampati gli altri in mia assenza.
Arrivammo al campo e la prima cosa che notai fu il forte rumore delle cascate e l’odore di una preda prelibata che sembrò attirare l’attenzione anche di Alec.
<< Che odore irresistibile! >> dissi sorridendo << Questo vale 12 come voto! >>
Alec mi guardò anch’esso sorridendo ma il suo sorriso era fin troppo sicuro. Lo guardai più attentamente. Aveva l’impressione di aver appena trovato un nuovo giocattolo. Sembrava chiedermi il permesso di trovare quella preda che tanto lo attirava.
<< No Alec! Ricorda la missione! >>
Parole buttate al vento.
Alec partì e tutti insieme ci avviammo al suo inseguimento. Per me non fu difficile raggiungerlo. Il suo intento era facile da capire. Voleva a tutti i costi il sangue di quella preda che tanto lo attirava. Quando gli arrivai accanto mi guardò.
<< Ti prego Elaisa...lasciami solo questa preda. Da come ho capito piace anche a te. Ce la dividiamo! Ma lasciami cacciare... >> mi supplicò dolce, per quando potesse essere dolce un succhiasangue preso dall’euforia della caccia.
Ci pensai un attimo e la mia reazione lo convinse che cacciare non avrebbe fatto del male a nessuno. Così credevo, finché non sentii l’odore di un licantropo conosciuto.
<< NO ALEC! FERMO! >>
Troppo tardi...si era già gettato alla ceca, fuori da dei cespugli, sulla sua presa.

  
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