Anime & Manga > Lupin III
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Autore: monsieur Bordeaux    05/10/2015    1 recensioni
Sembra incredibile, ma Lupin è stato catturato e adesso è bloccato dietro le sbarre! Ma non è stato acciuffato dalla polizia, ma bensì da Balalaika, la nota mafiosa a capo del cartello russo di Roanapur. Ma che ci faceva da quelle parti il noto ladro, in quel paese affacciato sul mare della Thailandia e corrotto fino al midollo? Bhe, forse era lì per uno dei suoi incredibili furti... forse...
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jigen Daisuke, Lupin III, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 - Premio di consolazione


Col passare del tempo, Fujiko si rese conto che la situazione stava diventando sempre più critica. Nonostante avesse preso l'iniziativa, ben presto si ritrovò bloccata dietro una grossa cassa, subendo le varie raffiche di proiettili sparate da Revy. Inoltre i posti in cui trovare riparo stavano iniziando a scarseggiare, un altro dettaglio che rendeva quel momento ancora più complicato. La mercenaria non aveva ancora intenzione di dargli tregua, sparava ad ogni cenno di movimento della donna, ma ad un certo punto fu costretta a fermarsi per ricaricare le armi. Era l'occasione d'oro per Fujiko per trovarsi un nuovo riparo e senza indugiare oltre saltò fuori dal suo nascondiglio, correndo su una distesa di schegge sparse un po' ovunque.
Trovata un'altra cassa in cui trovare riparo, la donna decise di chiamare nuovamente Lupin, per incitarlo a muoversi. Sapeva di non avere molto tempo a disposizione, Revy l'aveva ormai messa alle strette.
«Lupin! Ci sei? Mi rispondi?» gridò Fujiko, cercando di farsi sentire in mezzo a quel casino. Il sibilo dei proiettili non gli davano tregua, senza contare le urla insistenti della mercenaria in sottofondo.
«Resisti, chéri! Non sono molto lontano da te!» annunciò il ladro.
«Sbrigati! Questa pazza mi ha quasi colpito!»
«Tu cerca di tenerla occupata ancora un po', io intanto arrivo. Va bene?»
Fujiko non era molto contenta della risposta che aveva ricevuto, ma in quella occasione non doveva arrangiarsi con quello che aveva...
Per guadagnare un po' di tempo, la donna decise di fare una mossa a sorpresa. Dopo aver intuito dove si trovava Revy, saltò fuori dal suo nascondiglio e iniziò a correre verso sinistra, sparando qualche colpo di pistola per tenere a bada la mercenaria. In risposta, Revy la inseguì correndo su una linea parallela a quella di Fujiko, senza mai diminuire la sua cadenza di fuoco. Nonostante avesse rischiato di rimaner colpita più volte dalla sua avversaria, alla fine la donna dai capelli castani riuscì a salvarsi, trovando riparo dietro un vecchio muletto arrugginito. Era stata una corsa così intensa che Fujiko aveva il cuore che batteva a mille quando si fermò per riprendere fiato, se l'era cavata per un pelo.
Appena gli fu possibile, la donna dai capelli castani riprese a sparare contro la mercenaria, costringendola ad allontanarsi di qualche passo. Per rimanergli più vicina possibile, Revy si buttò dietro una cassa metallica, proprio dove Rock in precedenza si era nascosto. Non potendosi fermare di colpo, la mercenaria diede uno spintone così forte al giapponese che quest'ultimo cadde di lato a peso morto, scivolando per qualche metro e finendo vicino ad alcuni teloni abbandonati. Era così concentrare nel duello che Revy quasi non si accorse della scomparsa di Rock dalla scena.
«Avanti stronza! Vieni fuori che ti pianto un proiettile in mezzo alla fronte!» minacciò Revy, fissandola con uno sguardo da posseduta.
«Ma sentila! Qualcuno ti dovrebbe insegnare le buone maniere...» ribatté Fujiko, mentre stava ricaricando la pistola. Ma in quel momento non c'era molto da scherzare: stava per esaurire i colpi e difficilmente avrebbe resistito a lungo.
Al contrario della sua avversaria, Revy non si trattenne e iniziò a riempire di proiettili il vecchio macchinario, generando una lunga serie di rimbombi quasi insopportabile per Fujiko. Mentre questa sorta di inquietante melodia metallica risuonava nella vecchia zona del porto, la mercenaria fu nuovamente raggiunta da Rock, che con cautela si posizionò nuovamente dietro la cassa. Appena lo vide apparire nel suo campo visivo, Revy si sentì molto infastidita dalla sua presenza.
«Ma tu devi essere sempre in mezzo ai coglioni?»
«Ma... io...» balbettò il giapponese disorientato. Affermare che era rimasto perplesso da una domanda del genere era riduttivo.
«Stai zitto! Oggi non è giornata...» affermò Revy, gettando una veloce occhiata verso Fujiko. Non vedendo alcun movimento da parte della sua avversaria, la ragazza approfittò di quella breve pausa per parlare col giapponese.
«Non so quanto potrà resistere quella tizia, ma ho una piccola commissione da affidarti, Rock...»
«E cioè?»
«In via del tutto eccezionale, custodiscimi questa!»
Rapidamente la mercenaria pose tra le mani del giapponese la perla che aveva recuperato durante lo scontro. Poi aggiunse: «E adesso torna indietro da Dutch! Capito?»
«Sì, sì!» ripeté Rock, agitando la testa. In un attimo era già pronto per partire, ma all'ultimo Revy lo afferrò per la camicia, aveva ancora una precisazione da fare.
«E ricordati che quella perla è mia, chiaro? Appena finisco il lavoro qui, la rivoglio indietro!»
Davanti a quest'ultimo chiarimento, che sembrava più una minaccia, Rock accennò un timido sì con la testa e tutto spaventato si allontanò sparendo tra le casse della vecchia zona portuale. Quando si mise a distanza di sicurezza, si voltò all'indietro e fece un lungo sospiro di sollievo. Anche stavolta, se l'era cavata...

Dopo aver visto Rock mettersi al sicuro, Revy riprese a sparare contro Fujiko, determinata più che mai a chiudere quel duello in tempi brevi. La donna dai capelli castani non poté far molto per arginare l'irruenza della mercenaria, anche perché stava per esaurire i proiettili che aveva in mano. Inoltre il suo riparo stava iniziando a cadere a pezzi, ormai quel vecchio macchinario era ridotto come un colabrodo.
Proprio in quel momento Fujiko ricevette una chiamata nella sua radiotrasmittente, che durò solo pochi secondi. La donna si sentì sollevata ascoltando la voce di Lupin, ma rimase un po' sorpresa dal suo messaggio: il noto ladro le ordinò di scappare verso il mare appena ne aveva l'occasione. Era un piano fin troppo banale per uno come lui, ma non avendo altre idee per uscire da quella situazione, Fujiko decise di seguire le indicazioni di Lupin. La donna, con le spalle attaccate al vecchio macchinario, diede una veloce occhiata e notò che Revy stava guadagnando terreno, spostandosi da una cassa all'altra con una certa fretta. La ragazza aveva uno sguardo molto minaccioso, come quello di un predatore che stava per stanare la sua preda.
Per guadagnare un po' di tempo, Fujiko sparò un paio di colpi, ma poco dopo vide in lontananza una figura alta e massiccia correre verso la zona dello scontro, con in mano un fucile a pompa. Era Dutch e in un attimo raggiunse la posizione di Revy, che di colpo bloccò la sua avanzata.
«Come mai sei qui?» chiese Revy infastidita. «Non so cosa ti abbia raccontato Rock, ma posso cavarmela anche da sola!»
«Di che stai parlando? Rock non era con te?» domandò il mercenario di colore, nettamente perplesso da quella domanda. Di colpo la situazione aveva preso una strana piega, ma ad un certo punto i due sentirono un lamento provenire alle loro spalle.
Attirati da quel rumore, i due mercenari indietreggiarono di qualche passo e poco dopo notarono un grosso telone blu, pieno di buchi e consumato dal tempo, muoversi senza alcun motivo. Non c'era vento quel giorno e ciò poteva significare solo una cosa: qualcuno si era nascosto lì sotto.
Mettendosi velocemente d'accordo, i due mercenari si avvicinarono al telone e si prepararono ad aprire il fuoco sull'intruso. Con un solo gesto, Dutch sollevò di peso la copertura, ma appena lo fece entrambi i mercenari rimasero a bocca aperta. Sotto i loro occhi apparve Rock, sdraiato su un lato e legato come un salame. Aveva una benda che gli tappava la bocca, ma il particolare più assurdo era che aveva indosso solo le sue mutande, qualcuno gli aveva rubato i vestiti. Quando vide le armi puntate contro di lui, il giapponese iniziò subito ad agitarsi, urlando più che poteva per non farsi sparare dai due.
Confusa e allo stesso tempo arrabbiata, Revy strappò la benda dalla bocca di Rock e lo rimise in piedi.
«Che diavolo ti è successo? Che ci facevi là sotto?»
«Non lo so nemmeno io! Sono caduto e qualcuno deve avermi aggredito alle spalle, prima di buttarsi sotto quel telone!» rispose Rock disperato.
«Eh?!?» esclamò Revy, quella spiegazione per lei non aveva alcun senso. Intanto, con la coda dell'occhio, Dutch notò che Fujiko stava scappando e provò a colpirla sparando un colpo di fucile, ma la donna riuscì a salvarsi abbassandosi dietro ad una cassa. Non volendo lasciarla scappare, la mercenaria con le due pistole si gettò al suo inseguimento, lasciando a Dutch il compito di liberare Rock.
Di corsa Revy superò la zona in cui aveva combattuto con Fujiko e in breve tempo arrivò di fronte al mare, più o meno nel punto in cui Dutch aveva visto per l'ultima volta quella donna. Dopo aver dato un'occhiata in giro, Revy vide qualcosa di sospetto alla sua sinistra: sopra una cassa in riva al mare, la ragazza vide i vestiti di Rock, stranamente tutti ben piegati e pronti all'uso. Sembrava che qualcuno si fosse preso il disturbo di riconsegnare gli abiti intatti, dopo averli rubati all'ex impiegato.
Confusa da quel ritrovamento, Revy rimase in silenzio fino a quando non sentì il rombo di un motore passargli a qualche metro di distanza. Davanti a lei vide una barca bianca sfrecciare verso il mare aperto, probabilmente era lì che Fujiko si trovava. Successivamente sulla prua dell'imbarcazione comparve una persona, che per tutto il tempo la fissò con un sorriso beffardo. La ragazza non riusciva a credere a ciò che stava vedendo: quel tizio era Lupin e tra le mani stava stringendo la perla rubata nella base di Balalaika! Solo in quel momento la mercenaria capì cos'era successo durante la sparatoria: dopo aver stordito Rock, il ladro aveva assunto le sembianze del giapponese e si era avvicinato a lei, che ingenuamente gli aveva consegnato la perla. Presa da una rabbia incontenibile, Revy iniziò a sparare all'impazzata contro la barca, che però era troppo lontana per essere colpita.
«Grazie per il regalo, Revy! E' stato un piacere!» urlò Lupin, alzando la perla al cielo. Infuriata per lo smacco subito, la mercenaria non poté far altro che osservare la barca scomparire tra le onde.
«Ancora non ci credo che siamo usciti vivi da Roanapur!» commentò Jigen, mentre si trovava al timone. Goemon era seduto accanto a lui, mentre Fujiko, appena possibile, andò ad abbracciare Lupin per ringraziarlo. In quel momento, la felicità del ladro dalla giacca rossa aveva raggiunto il suo apice...
«Sei stato veramente bravo a salvarmi» disse Fujiko, con voce seducente.
«Lo sai che per te farei questo e altro!» affermò Lupin.
«In questo caso... mi regali la perla?»
L'opportunismo di quella donna non aveva limiti, ma nonostante tutto Lupin sembrava seriamente intenzionato a consegnarle il prezioso gioiello. Si fermò solo perché sentì due forti colpi di tosse provocati da Jigen e Goemon, fortemente contrari a quel gesto.
«Che c'è adesso?» chiese Lupin un po' infastidito.
«Se consegni la perla a quella donna, giuro che ti lego alla prima boa che trovo!» minacciò Jigen. Anche se non aprì bocca, Goemon era chiaramente d'accordo col pistolero. «Questa volta potevamo rimanerci secchi!»
«Ora non esagerare Jigen!» lamentò Lupin.
«Vuoi che torni indietro? Balalaika potrebbe essere contenta di rivederti...»
Spaventato da quella possibilità, il ladro dalla giacca rossa decise di tenersi il gioiello, con grande disappunto di Fujiko. Nel frattempo Goemon si complimentò con Jigen per il suo discorso, aveva funzionato alla perfezione.
Quando ormai la città di Roanapur era diventata un puntino all'orizzonte, Lupin si avvicinò a Jigen e gli confessò che durante la fuga in città gli aveva preso due sigarette dalla tasca. Quando il pistolero gli chiese stupito perché lo avesse fatto, lui rispose che doveva saldare un debito nei confronti di una certa persona...

Qualche minuto dopo la fuga di Lupin via mare, Dutch e Rock raggiunsero Revy in riva al mare, ancora demoralizzata per la sconfitta subita. La ragazza era di pessimo umore ed era inginocchiata a terra, aveva sfogato la sua rabbia scaricando entrambi i caricatori delle sue pistole. Intuendo che quello non era il momento più opportuno per parlarle, in quello stato Revy poteva tranquillamente tirargli un pugno in faccia senza preavviso, il giapponese preferì lasciarla sola.
«Perfetto, ci sono scappati una seconda volta! Meglio avvertire Balalaika dell'accaduto...» affermò Dutch, tornando indietro sui suoi passi. Nel frattempo Rock aveva ritrovato i suoi vestiti e velocemente li indossò.
«Era un dannato travestimento...» mormorò Revy, sospirando vistosamente. Il giapponese era sinceramente dispiaciuto per lei, ma ad un certo punto si accorse di avere qualcosa nel taschino della giacca. Inizialmente Rock rimase perplesso da quella scoperta, non si era portato niente con sé quella mattina, ma appena vide le due sigarette si lasciò scappare un leggero sorriso. Già da qualche minuto aveva intuito che era stato Lupin a rubargli i vestiti, ma mai si sarebbe aspettato un gesto del genere da uno come lui. Forse non era così mascalzone come lo descrivevano, dopotutto.
Il giapponese rimase così stupito nel ritrovare le sigarette in tasca che quasi gli venne un colpo quando vide Revy di fronte a sé. La mercenaria era ancora arrabbiata per la batosta subita e con sguardo minaccioso osservò Rock, domandandogli perché aveva quel sorrisetto da cretino stampato sulle labbra. Per giustificarsi, il giapponese disse che stava sorridendo perché riteneva Lupin una persona molto simpatica, nonostante tutto quello che era accaduto. Come immaginabile, davanti a quell'affermazione Revy fissò il suo compagno con gli occhi sgranati, incredula a ciò che aveva appena sentito. Di solito, in una situazione del genere, la ragazza avrebbe insultato a gran voce il giapponese, ma quella mattina era così stanca che si limitò a scuotere la testa, invitando Rock a seguirla mentre tornava alla base. Durante il rientro, la mercenaria prese una delle sigarette nella tasca di Rock e si mise a fumarla, giustificando quel piccolo furto come necessario per calmare i suoi nervi. Come dargli torto, dopo tutto il casino che era successo a Roanapur.

 

Fine

 

Anche quest'avventura di Lupin è finita. Ma non disperate, a breve spedirò una nuova avventura del ladro dalla giacca colorata, racchiusa in un unico capitolo.
Chiudo ringraziando tutti coloro che hanno seguito questo crossover, in particolare Playstation e Okami Daisuke per aver commento alcuni capitoli! Grazie e alla prossima!!!

Au revoir, mes amis!
  
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