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Autore: voidsiilviasw    05/10/2015    2 recensioni
Ci saranno tante cosa al quale Thomas dovrà abituarsi e altrettante di cui dovrà fare a meno.
Le cose o le persone perse in genere non tornano, ciò che perdi non ritorna su un piatto d'argento.
La mancanza è come un'opera d'arte preziosa: sta dietro una bacheca di vetro ed è insieme a ciò di cui hai più bisogno in assoluto ma tu sei lo spettatore e di conseguenza non puoi afferrarla.
Sei un passo dal raggiungerla ma cento dal prenderla. La mancanza delle assenze è straziante e questo Thomas lo sapeva, era come se fosse rinchiuso in una gabbia e avesse visto qualcosa di bello ma sapeva di non poterlo raggiungere, sapeva tutto questo e sapere di sapere lo tormentava notte e giorno fino a quando...
Genere: Angst, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Newt, Thomas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Thomas si svegliò di soprassalto quasi fosse stato in apnea per ore, il cuore batteva a mille allora e tremava per il freddo, lui odiava il freddo, lo detestava da maledetti perchè tutto il corpo si intorpidiva e si addormentava producendo un formicolio un po' fastidioso.
Notò subito che i suoi vestiti erano strappati e lacerati, era quasi a petto nudo e in mutande, i suoi pantaloni erano pieni di tagli in diversi punti e la sua maglia completamente fatta a brandelli. Si chiedeva come cavolo non fosse morto assiderato, lì le temperature scendevano vertiginosamente.
Mentre tentava di alzarsi sentì un dolore lancinante alle mani, le guardò e inorridito vide che erano sporche di sangue, tutti gli abiti erano ricoperti di chiazze ormai secche. Aveva escoriazioni quasi su tutto il corpo, non capiva perché fosse ridotto così e il fatto di non capire lo irritava. Guardandosi attorno notò di essere nella sua grotta e questo lo rassicurò, tuttavia scoprì una cosa molto inquietante: parte del muro della grotta era anch'esso ricoperto di sangue e qua e là poteva benissimo distinguere pezzi di stoffa provenienti dai suoi abiti. Era scioccato e sconvolto allo stesso tempo, aveva sfogato la rabbia contro la parete della grotta o forse...forse stava sognando la scena del giorno precedente credendo fosse vera? 
'Che ho fatto?'  Continuava a sussurrare al vuoto e a se stesso. Si era addormentato come una pera cotta e chi sa da quanto.
'Erano passate due ore? Dodici ore? O forse un giorno? Quanto tempo sono rimasto in quel rifugio sicuro? ' Queste domande sembravano non aver risposta nella mente di Thomas, guardando fuori un bagliore molto debole gli illuminò il viso, l'aria fresca gli entrava in ogni poro della pelle e un brivido gelido gli percorse il corpo facendogli venire la pelle d'oca.
'Sicuramente saranno circa le sei del mattino e quel luccichio scolorito forse è l'alba, gli altri pive mi staranno cercando.'  Si disse Thomas.
Non gli piaceva l'idea di esser cercato. Molto spesso si faceva i suoi giretti in avanscoperta di nuovi posti e ogni volta che tornava, Brenda e Minho, lo assalivano con le domande, preoccupati come se fosse stato via dei giorni quando invece era andato via nemmeno per due ore.
Aveva sempre il forte mal di testa, era più intenso di prima e la sensazione di spossatezza che lo affliggeva era strana ma bene o male riusciva ad assecondare ogni cosa perché ora il suo chiodo fisso era il ritorno di Newt, o meglio, era Newt.
Avrebbe rivisto il suo amico, si con una cicatrice in fronte, ma almeno era vivo e questo era ciò che contava davvero. Giurò a se stesso che se Brenda fosse tornata con Newt, Thomas avrebbe confessato ogni sentimento, idea ed emozione a quel ragazzo. Non lo avrebbe mai più lasciato andare e tanto meno ucciso di nuovo.
'Thomas, perchè ti stai facendo questi castelli mentali?' Disse a se stesso ironicamente.
Non vedeva l'ora di riabbracciarlo o per lo meno stringergli la mano.
Era felice, davvero felice di quel ritorno inaspettato anche se la presenza costante della paura lo avvolgeva sempre e comunque.

*

“Hai mandato tutto come ti ho detto di fare?”
“Si si, non sono mica una testa di caspio, almeno ora non più. Spero abbia ricevuto tutto quanto. Ho paura di pensare che non verrà mai a cercarci.”
“Io non perdo la speranza e questo lo sai bene.”
“Già. Mi manca sai?”
“Anche a me, anche a me.”

*


Decise di mettersi addosso la coperta che lasciava sempre nel suo rifugio sicuro. Questa era calda e molto grande, aveva un motivo scozzese davvero delizioso che andava sulle tonalità del verde. Con essa si fece un vestito precario, voleva terminare l'abbigliamento di fortuna con la sciarpa di Newt*, ma come poteva? Decise di lasciarla all'interno della grotta e qualora l'amico fosse tornato e avesse chiesto indietro la sciarpa, Thomas  l'avrebbe restituita senza mai pensarci due volte, d'altronde non era sua ma di un suo amico morto e magicamente tornato in vita.
Guardandosi intorno l'ultima volta uscì dalla grotta dirigendosi verso il piccolo ruscello che scorreva non tanto distante da dov'era.
Prima di andare da Minho si sarebbe levato il sangue di dosso, chi sa se no che cosa sarebbe andato a pensare l'amico, forse sarebbe impazzito per la preoccupazione o magari sarebbe stato zitto. Thomas sperava accadesse l'ultima cosa perché non aveva granché voglia di spiegare qualcosa che nemmeno lui sapeva spiegare a se stesso. Dopo che erano scappati dall'inferno e che la W.I.C.K.E.D era stata distrutta definitivamente, Minho era diventato molto ansioso e rompeva spesso le palle a Thomas facendo domande sul suo stato d'amino, se aveva bisogno di parlare o semplicemente fare una corsetta, ma ogni volta Thomas rifiutava l'offerta, era come se quella troppa preoccupazione gli desse molto fastidio. Non sapeva perchè, ma a volte preferiva stare con Gally, magari quest'ultimo lo aveva stupido o forse solo perchè il 90% delle volte che si vedevano restavano zitti a guardare il mare.

Raggiunto il fiumiciattolo Thomas si lavò il sangue dal corpo e soprattutto dalle mani, aveva delle tracce anche sul viso e di conseguenza lavò anche quelle in modo molto frenetico come se avesse paura che un mostro potesse prendendo il controllo del suo corpo. Poco dopo si denudò completamente e si immerse in un punto del ruscello abbastanza profondo, si inabissò completamente ad ascoltare la natura circostante impedendo ai suoi pensieri di invaderlo. Udiva cinguetti lontani provenire da molte parti, l'acqua era piuttosto fredda ma stando un po' di tempo immerso tutto passava. Si stava avvicinando l'autunno, lo si poteva notare dalle foglie arancioni e dalle ventate gelide che ogni tanto passavano tra le frasche degli alberi producendo un suono piacevolissimo per Thomas, era rilassato e voleva godersi quel momento.

*
“Ultimamente non sembra dare cenni di vita.”
“Inserisci questo nel database. Lui ce la farà, ne sono sicura.. Basta dargli un incipit.”
“Non pensavo fossi così positiva.”
“E io non pensavo fossi così negativo.”
“Penso che potremmo cominciare ad andare d'accordo.”
“Penso anche io.”

*

Qualche minuto dopo un uccellino di un azzurro brillante si posò su una roccia a prendere il sole beato, quel piumaggio così accesso fece riaffiorare un ricordo nella mente di Thomas, Teresa. Lei, i suoi capelli neri, la carnagione chiara ma soprattutto i suoi bellissimi occhi azzurro acceso, come poteva scordarseli? Nessuno sarebbe mai stato capace di dimenticare un volto così angelico da sembrar quasi divino, nessuno, nemmeno Thomas che tanto si ostinava a dimenticare ma che alla fine falliva sempre. Lei era morta per lui, si era sacrificata e questo andava ad aggiungersi alle mille colpe che il ragazzo provava.
'Tom, W.I.C.K.E.D è buono.'
Ogni tanto credeva di sentire ancora la ragazza nella sua mente pronunciare quelle parole, sembrava davvero che qualcuno stesse parlando col suo subconscio. Ricordava ancora quelle volte nel quale parlava con lei tramite telepatia, era stato inquietante ma stupendo al tempo stesso.
'Tom, W.I.C.K.E.D è buono'  disse di nuovo la voce nella sua testa, era davvero strano. Lei era morta, la società crollata come poteva sentire ancora quelle parole?
'Sarà solo un vecchio suono, non può essere lei. Sei proprio un pive Thomas.'  Si ripeteva il ragazzo.
Lei era stato con lui un attimo prima della cancellazione della sua memoria e anche l'ultimo momento prima di entrare nel pas verticale. Nonostante i comportamenti lunatici di Teresa nella zona bruciata, lei c'era sempre stata ma lui, lui l'aveva persa per sempre.
'Non era una traditrice, era solo un po' cosi, solo un po' Teresa.' Pensava Thomas sorridendoci sopra.
Molti erano morti per proteggerlo e forse era per questo che non riusciva a mettersi l'anima in pace. Avrebbe preferito morire lui al posto di chiunque altro, al posto di Chuck, di Teresa e beh...soprattutto al posto di Newt.
Ed eccolo qui, nemmeno beato tra le frasche e immerso nell'acqua riusciva a pensare ad altro, erano incubi permanenti, erano i suoi strozzini che venivano a riscattare la paga giornaliera e in fin dei conti sapeva di meritarselo, era una giusta punizione per ciò che aveva fatto.

*
“Dici che è arrivato?”
“Si, se non ha perso la sua caspio di testa sicuramente qualcosa nella sua mente è riaffiorato.”
“Speriamo di aver fatto la cosa giusta.”
“Già, speriamo.”

*

Uscì dall'acqua e si rivesti con la coperta in modo molto goffo poi prese a camminare in direzione del villaggio, aveva ancora mal di testa e questo lo spaventò un po'. Il dolore aumentava di giorno in giorno e non capiva perchè.
“Testa di caspio che non sei altro, dove diamine eri finito? Ti abbiamo cercato anche su Marte, sei mezzo nudo e avvolto da una coperta. Si può sapere dove sei stato?” Gli urlò Minho correndogli incontro.
“Avevo bisogno di tempo per pensare.” Ribattè Thomas.
“Ma sai quanto sei stato via?”
“No, quanto?”
“Sei proprio un pive, hai perso pure la cognizione del tempo? Sei stato lontano da casa tre giorni interi, oggi è il quarto! Io e altri siamo andati ovunque e abbiamo corso per chilometri pur di trovarti, pensavo fossi morto Thomas, avevo paura.” Minho di interruppe riprendendo fiato.
“Non fare più questi scherzi con me, pive.” concluse.
“Mi dispiace.”
“Su, andiamo a vestirti.”
I due si incamminarono verso il casolare dei vestiti e durante il tragitto molte persone fecero domande bisbigliando su dove fosse finito Thomas, ma lui non li ascoltava nemmeno, erano voci fantasma, l'unica cosa che importava era in primis mangiare perchè stava morendo di fame e poi avrebbe sicuramente domandato a Minho dove fosse Brenda e poi avrebbe chiesto di Newt.
“Che caspio ti sei fatto alle braccia e alla schiena, Thomas?” chiese l'asiatico con uno stupore che sembrò quasi strano alle orecchie del ragazzo.
“Cosa?”
“Guardati sei pieno di graffiature e escoriazioni. Hai fatto a botte con qualcuno?”
“No, ma che e poi con chi scusa? Non c'è nessuno nel raggio di cento chilometri se va bene. Forse mi sono rotolato su qualcosa di pungente mentre dormivo, non so.”
“Ultimamente sei strano.” Minho fissò l'amico con uno sguardo secco e sospettoso.
“Mi dispic...Ahi, che male!” iniziò ad urlare Thomas.
“Oh ma che caspio stia dicendo?”
“Mi fa male, ti prego smettila. Basta.”
“Thomas che sta succedendo?”
“Minho sento qualcosa, mi fa male la testa da maledetti. Sono giorni ormai che sento un tintinnio continuo. Gli incubi su Chuck e Teresa sono tornati. Ahi, di nuovo.” Thomas iniziò a tremare, sembrava spaventato a morte. Non menzionò Newt, oh certo che non lo fece, quello era il suo piccolo segreto, il suo fardello.
“Caspio, perchè non me ne hai parlato? Vieni a sdraiarti, riposati.”
Thomas si coricò sul letto e socchiuse gli occhi per un attimo, tutto diventò buio, la voce dell'amico si allontanò e lui crollò avvolto dalle tenebre.

*

Si svegliò urlando e subito Minho corse da lui, ma le prime parole di Thomas non furono ciò che l'amico si aspettava.
“Dov'è Brenda, dov'è?”
“Non ti interessa di te stesso? No, suppongo. Brenda non è ancora tornata, ma ben presto tornerà. Mi son scordato di dirti che ho mandato Jorge con lei..”
“Bene così, dove sono andati? In che direzione? Sai già qualcosa? Dimmi tutto.” domandò Thomas tra un affanno e l'altro, si soprese con quanta velocità iniziò a chiedere le domande.
“Hey calma calma, nemmeno due minuti e già tutte queste domande. Mi ricordi il primo giorno che sei arrivato nel labirinto. Prima andiamo a mangiare che sicuramente stai morendo dalla voglia di addentare un bel panino e poi potremmo parlare.” taglio corto l'asiatico. Raggiunsero la sala mensa ancora vuota perchè non ancora ora di pranzo.
Sulla soglia della cucina trovarono Frypan con in mano due bei panini, borracce d'acqua e due zainetti che sembravano essere pieni di provviste.
“Che sta storia è questa?” Chiese Thomas.
“Tu e l'altro pive andrete a fare una bella gita, mi sono incaricato io stesso di preparare tutto quanto.” Rispose Frypan.
“Minho, vuoi spiegare?”
“Si Thomas, visto che ultimamente sei più fuori di testa del solito volevo farti questa sorpresa. Andiamo a fare una gita io e te soltanto. Un paio di orette a correre o camminare, come vuoi, in onore dei vecchi tempi.” Disse l'asiatico.
“Bene così, allora andiamo che stiamo aspettando?” Thomas cercò di essere il più allegro possibile, non né aveva voglia ma non voleva deludere il suo amico.
Usciti dalla pota principale della mensa, salutarono Frypan e iniziarono a correre in direzione del sentiero che portava alla scogliera. Forse erano le dieci del mattino o magari mezzogiorno, ma Thomas non voleva saperlo perché a lui questo, come la magior parte delle cose, non interessava più.
“Pronto pive? PIù tardi dovrebbe tornare Brenda! E' il quinto giorno da quando è partita.” Chiese Minho facendo un occhiolino.
“Oddio che bella notizia! Comunque io sono nato pronto. Andiamo, andiamo!” Rispose Thomas.
I ragazzi presero a correre in modo moderato, sembrava fossero di nuovo nel labirinto tuttavia intorno a loro non c'erano muri, né piante rampicanti che pendevano, né la paura di trovare un dolente dietro l'angolo; c'erano semplicemente distese immense di alberi e in lontananza si poteva osservare le montagne. Sentiva il vento infilarsi tra i suoi capelli, il cuore battere a mille, il respiro aumentava, i muscoli lavoravano e lui si sentiva bene nonostante tutto. Gli serviva proprio una bella corsa. Guardava Minho correre davanti a lui e col pensiero lo ringraziò, lo ringraziò davvero.
Avrebbe rivisto Brenda, avrebbe riabbracciato Newt.
Tutto filava liscio, forse anche troppo liscio.

*
“Che facciamo ora?”
“Aspettiamo qualche ora, se insistiamo troppo danneggiamo lui e il suo sistema.”
“Io vorrei trovarlo il prima possibile.”
“Anche io, ma lo vorrei trovare vivo e non mezzo moribondo. Sai com'è no.”
“Ah giusto, prima proteggiamo il benessere e poi realiziamo i desideri.”
“Ci avevano proprio azzeccato quelli della W.I.C.K.E.D.”

*







*Il fatto della sciarpa di Newt è tratto dal film The Scorch Trials, mi sembrava carino mettere questo dettaglio.

Nota Autrice:
Ringrazio tutti coloro che seguono questa fan fiction, spero sia di vostro gradimento! Un grazie speciale a Eleonora e Susanna che come sempre mi incoraggiano a scrivere. Un enorme abbraccio a Volk che sicuramente alla fine di questa storia verrà con i forconi sotto casa mia.
Grazie mille a voi lettori, un bacione da Silvia. :)












 

   
 
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