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Autore: Pleasance Carroll    15/02/2009    2 recensioni
ciao a tutti!questa è la mia prima ff su twilight che mi è venuta in mente rileggendo BD,parla di Jacob che tenta di uccidere Renesmee dopo il parto di Bella perchè la crede la sua assassina,ma non ci riesce e perciò torna nel parco dove era stato e lì incontra ancora una volta Lizzie(vi ricordate di quella ragazza che era preoccupata che lui avesse rubato la macchina?)ma la ragazza non è chi davvero dice di essere... posterò per prima cosa la trama che siete anche liberi di non leggere,spero vivamente che vi piaccia anche se non sono molto brava a scrivere un baciotto marty23
Genere: Romantico, Triste, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1.vorrei morire

 

Non c’era modo di descrivere come mi sentissi in quel momento:quella bambina,quel mostro aveva ucciso Bella,la mia Bella;la mia migliore amica.

Non per biasimare il suo comportamento,anche perché la scelta di sposare e fare l’amore con un vampiro era stata sua,ma credevo che Bella sapesse a cosa andava incontro, eppure nonostante mi pungesse la lingua a parlar male dei defunti;era stata una vera stupida perché non aveva avuto la forza di uccidere quel demonietto nero che aveva ospitato nel suo grembo sin dall’inizio,finchè si era approfittato di lei a tal punto da toglierle la vita,e che lei aveva addirittura avuto il coraggio di definire sua figlia.

Sconvolto dalla rabbia e dall’odio poiché solo in quel momento avevo provato sulla mia pelle ciò contro cui Sam mi aveva messo in guardia,avevo tentato di uccidere la neonata,perché non nocesse mai più a nessuno,ma Rosalie,la biondina aveva previsto le mie mosse;e nonostante fossi entrato nel salone di casa Cullen cercando di fare meno rumore possibile,era scattata in piedi privando quella piccola testa con i riccioli bronzei alla mia mano grande che l’avrebbe privata della vita.

-         STA LONTANO DA RENESMEE,CANE!-urlò la barbie con la pelle di neve scoprendo i denti minacciosa.

Feci un balzo indietro,acquattandomi carponi in terra e ringhiandole in risposta,sentivo il pelo ritto sulla schiena ma non attaccai immediatamente,prima le sue parole mi balenarono in testa e involontariamente risi in modo spudorato.

Le avevano anche dato un nome? Era un demone assassino che avrebbe solo procurato dolore e morte e Rosalie la proteggeva?

Il suo visino piccolo incorniciato da due occhi color cioccolato,incrociò il mio sguardo,e per un attimo,un attimo di troppo,rimasi interdetto dall’innocenza di quella fisionomia permisi a Miss Universo di assestarmi un calcio nel ventre,fino a cacciarmi letteralmente a calci fuori da casa Cullen,dove Bella aveva cessato di vivere.

Per la seconda volta avevo abbandonato Leah e Seth,ed ora,dopo aver corso per chilometri sotto forma di lupo me ne stavo seduto su una fredda altalena nello stesso buio parco di Olimpia nel quale ero stato qualche giorno prima alla ricerca del mio imprinting.

“Maledizione all’imprinting!”pensai mentre mi dondolavo calciando con forza i sassolini che erano in terra e strusciando i piedi sui pochi ciuffi d’erba gelida che crescevano nel terreno.

Ma cosa diavolo era quella forza?

Jared e Sam me ne parlavano sempre come qualcosa di magico,ma io ormai stentavo a credere nella sua esistenza;ero certo che sarei stato condannato a soffrire per il resto dell’eternità poiché Bella era morta ed io di certo non sarei uscito incolume dal lutto.

L’immagine di Renesmee che beveva un bicchiere pieno di sangue, tornò viva tra i miei ricordi e con un urlo simile ad un ringhio riconobbi la rabbia e l’odio che tornavano ad esplodermi nel petto.

Non ero riuscito ad ucciderla! Ed ora da quella bionda psicopatica le sarebbe stato permesso di far strage di chiunque incontrasse.

Non era giusto!

Mi sentivo inutile in quel silenzio denso di rimorsi quando mi resi conto,rimanendo a bocca spalancata che Renesmee aveva gli stessi occhi color cioccolato di sua madre,e forse,poiché aveva conservato quel suo aspetto fisico,avrei riconosciuto il lei molti altri aspetti di Bella.

Ma cosa diavolo stavo dicendo?

Una folata di vento gelido mi schiaffeggiò la faccia come per rimproverarmi di quei pensieri,e solo allora mi resi conto che una grossa lacrima era sgorgata dai miei occhi. Stavo piangendo.

La mia anima ed il mio corpo venivano logorate dal dolore,mentre mi convincevo che non valeva la  pena vivere se dovevo soffrire a quel modo…

Avrei voluto porre fine alla mia vita cosicché io e Bella avremmo potuto ricongiungerci,ma a quanto pareva il mio destino era quello di soffrire in silenzio.

Sollevai gli occhi e quasi picchiandomi impedii ad una lacrima appena nata di rigarmi le guance,fu in quel momento che riconobbi nel drappo scuro del cielo notturno un grosso globo argenteo:la luna.

Io ero un lupo,un alfa,anche se al momento mi sentivo fragile come vetro per essere definito tale,ed i lupi potevano essere definiti i signori indiscussi della notte per la loro forza e la capacità di opporci a degli assassini come erano i vampiri,tuttavia dopo qualche attimo di calma,infusa dalla luna,la mia triste consigliera,fui travolto di nuovo da un’ondata di malinconia…

Non potevo sfuggire all’evidenza dei fatti,nascondendomi dietro la certezza che ero un’alfa…

Come avrei agito ora?avevo la sensazione che con una sola goccia di pioggia mi sarei sciolto con facilità.

Era dunque più giusto che me ne stessi lì a soffrire attendendo la morte oppure avrei dovuto avvertire Sam di ciò che i Cullen avevano fatto e lasciare che facesse giustizia da solo?

ndata di malinconia...e consigliera,fui travolto di nuovo da un'o erano i vampiri,tuttavia dopo qualche attimo di calma,infusa

-         ehy…ti senti bene ragazzo?- sollevai lo sguardo umido in direzione di quella voce femminile che aveva parlato senza alcun preavviso riscuotendoti di colpo dalle mie riflessioni.

I suoi occhi color cannella,intensi e preoccupati,mi fissavano risplendendo nel buio;la riconobbi immediatamente:il suo viso lentigginoso dalla pelle chiara e la fossetta del suo mento quando mi aveva sorriso,avevano cercato di offrirmi aiuto,mentre ero alla ricerca della ragazza che avesse potuto sciogliere la mia rabbia la prima volta che ero stato lì.

Lei si chiamava Lizzie,ed ora,incontrando i miei occhi castani e piangenti fece un passo indietro,spaventata dal mio stato,che doveva risplendere sul mio viso in modo molto chiaro.

Balzai in piedi e prima che potesse aggiungere altro le gettai le braccia al collo rifugiandomi sulla sua spalla e lasciando che le lacrime scendessero in modo liberatorio.

La sentivo rigida,distaccata ma quando implorante sussurrai:

-         aiutami Lizzie…- lei mi strinse al suo petto ed in quel momento ebbi la certezza che per me la ragazza rappresentasse un salvagente nel bel mezzo del mare in tempesta della mia vita.




NOTA DELL'AUTRICE
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