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Autore: Red_Coat    06/10/2015    4 recensioni
Questa è la storia di un soldato, un rinnegato da due mondi. È la storia del viaggio ultimo del pianeta verso la sua terra promessa.
Questa è la storia di quando Cloud Strife fu sconfitto, e vennero le tenebre. E il silenzio.
Genere: Angst, Guerra, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Kadaj, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'allievo di Sephiroth'
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“Run, run, run away
Buy yourself another day
 
Spalanco la porta violentemente, la rinchiudo con altrettanta veemenza alle mie spalle dimenticando le buone maniere e mi getto all'indietro sul letto, chiudendo gli occhi ed emettendo un lungo, profondo sospiro.
 
A cold wind's whispering secrets in your ear
So low only you can hear
 
Sono preoccupato ...
Dopo aver fatto chiarezza sui miei poteri, so di doverlo essere.
Continuo a pensare ad Hikari, non ho fatto altro tutto il giorno. E non so perché ...
Ho paura. Sto cominciando seriamente ad averne. Temo che le sia capitato qualcosa, di ... averla persa.
 
Run, run, run and hide
Somewhere no one else can find

Perché altrimenti non saprei proprio a cosa addebitare tutto ciò.
C'è però una cosa, piccola ma tutt'altro che insignificante, che mi fa dubitare.
Questa sensazione ... è diversa, molto diversa dell'angoscia che mi colse preannunciandomi la morte di Angeal, o la scomparsa di Zack e Sephiroth.
 
Tall trees bend and lean pointing where to go
Where you will still be all alone

È più ... sottile, dolce. Quasi melodrammatica. Non so ... non so cosa sia. Ma mi fa paura l'idea di restare senza di lei, senza neppure saperlo. Anzi, a dire la verità mi fa paura l'idea di restare senza di lei in ogni caso.
Improvvisamente mi manca, terribilmente. Mi manca il suo sorriso, i suoi modi dolci e silenti di dirmi che va tutto bene, le sue mani piccole ed esperte che sfiorano il mio viso.
Il contatto col suo corpo minuto, con la sua pelle morbida e pallida. Le sue piccole labbra alla ricerca di un mio bacio.
Per la dea, mi sento morire! Perché non riesco a smettere di pensare a quella sera, a quanto vorrei non averla lasciata! Perché l'ho fatto, dannazione??
 
Don't you fret, my dear
It'll all be over soon
I'll be waiting here for you

Torno a stringere il ciondolo ancora più forte, inondato dalla luce della mezzaluna che si trova proprio in obliquo verso me.
Me lo porto alle labbra, chiuse in un bacio e poi in un altro ancora, mentre ad occhi chiusi cerco di resistere al malessere che mi ha colto, stroncandomi il fiato. Mi fa male. Al petto, all'anima. Tanto. Troppo.
Forse non avrei dovuto ignorare il suo pensiero, per così tanto tempo.
Ammettere che la amo sin da subito sarebbe stato meglio.
Una lacrima sfugge al mio controllo scivolando sulla guancia fino al cuscino pulito, e nello stesso momento la porta si apre, lentamente.
Riapro gli occhi, staccando a fatica la mano dal ciondolo e tornando a rigirarmelo tra le dita.
Tuttavia, credo di non aver reagito in tempo.
Lo vedo afferrare una sedia dal tavolo per poi avvicinarsi a me con un mezzo sorriso e accomodarsi di fronte a me.
Odio sentirmi così, impietosito. Ma è proprio quello che sta facendo anche lui.
Sbruffo
 
      << Non era necessario che venissi, almeno stavolta. >> rispondo, e lo vedo annuire paziente
 
Smettila!
 
      << Lo so. >> dice, per poi tirare fuori un nuovo pacchetto di sigarette dalla tasca
            e porgermelo << Ma avevi dimenticato queste. Non ne avevi altre, no? >>
 
Guardo la sua espressione complice, il braccio teso col pacchetto verso di me, poi sorrido.
Si, in effetti ho fumato così tanto ultimamente che l'ultimo pacchetto è finito in meno di una settimana.
 
       << Sei un vero esperto, eh? >>
       << Far felice i clienti è il mio mestiere, oltre che un piacere. >> ribadisce, accennando un
            breve inchino sulla sedia e porgendomi l'accendino
 
Mi sforzo di sorridere
 
       << Si. >> bofonchio, una bionda stretta tra le labbra << Capisco. >>
 
Segue un breve istante di silenzio rilassato, in cui lo sfrigolare della carta e del tabacco sotto la
fiamma azzurra dell'accendino è l'unico rumore che sento.
Poi la fiammella si spegne, e nell'oscurità chiudo gli occhi per assaporare la prima dose. Infine sono pronto alla prossima domanda, che arriva come una coltellata dritta al cuore.
Eric mi guarda, il solito sorriso, gli occhi dritti al ciondolo adagiato sul petto
 
       << Non l'ho mai visto prima. >> dice
 
Più nicotina. Ho bisogno di più nicotina. Traggo un altro profondo sbuffo di fumo, lascio che mi i polmoni e lo ricaccio nervosamente fuori dal naso
 
       << Di solito lo tengo sotto la maglia per evitare che si perda. >> spiego poi
 
Annuisce, tornando ad osservarlo mentre coi palmi delle mani liscia la stoffa grezza blu scuro dei pantaloni. Non passa molto prima che me lo chieda
 
       << Sembra prezioso. >> aggiunge infatti << Posso vederlo? Sempre se non chiedo troppo. >>
 
Un altro sbuffo di fumo, stavolta dalla bocca piegata in un ghigno. Scuoto il capo, divertito dal tentativo ben riuscito di sembrare meno invadente possibile e al contempo rabbrividendo all'idea di privarmi di quel dono anche solo per qualche minuto.
Comunque lo faccio. Mi costa duramente ma, mettendomi a sedere con movimenti lenti e stanchi, me la sfilo dal collo senza neanche aprire la serratura -la catena è ampia perciò non ne ho bisogno, comunque non sarei riuscito a farlo con una sola mano - e gliela consegno, aprendo il ciondolo per primo per evitare che lo faccia lui.
Il mio cuore perderebbe un colpo per paura che potesse rompersi.
Osserva attentamente il ritratto, la fattura del ciondolo e i dettagli delle decorazioni. Mi ritrovo ad essere geloso di quell'oggetto e dell'immagine in esso contenuta
 
        << È molto bella. >> commenta infine
 
Sorrido. Lo è. Più del sole, del mare, dell'azzurro intenso del cielo negli occhi del mio migliore amico, dell'aria che respiro e della varietà di specie e paesaggi di questo pianeta che sto iniziando a conoscere. Perfino più del cupo e confortevole grigiore di Midgar. L'ho lasciata per tornare lì ...
 
        << L'ha fatto lei quel dipinto. >> dico, cercando di scacciare quel pensiero << per me. >>
 
E io le ho lasciato solo un vecchio cimelio senza alcun ricordo di me. Idiota ...
 
        << Ohhh! >> mormora lui, ammirato << davvero brava. >> soggiunge infine, poi tira fuori dalla  
             tasca del suo grembiule blu un foglio piegato in quattro, e me lo porge assieme al ciondolo
        << Quindi è stata lei ad insegnarti a fare questo ... >> chiede, proprio nel momento in cui i
              miei occhi si posano sul contenuto del plico
 
Un disegno a matita di Sephiroth. Un Sephiroth diverso, un Sephiroth che sembra quasi addormentato in attesa del risveglio. Quello ch'è avvenuto quella sera. Ciò ch'è successo anche a me.
L'ho fatto quasi senza pensarci durante il viaggio di ritorno, e devo averlo dimenticato a bordo appena arrivato.
Le mie mani tremano, perfino la destra sembra riaversi per qualche attimo, scossa da un fremito.
Chiudo gli occhi, come lui nel mio disegno. Ecco perché l'ho lasciata.
Ho ... fatto la mia scelta.
E adesso sto cominciando a rimpiangerla
 
          << Ti sei mai sentito ... come se stessi perdendo qualcosa d'importante? >> chiedo,
                riuscendo a mascherare la tristezza solo nella voce e non negli occhi, che sono gia lucidi
                di lacrime
 
Lui sorride ancora. Non so dove abbia imparato a farlo cosi, in un modo ch'è capace di farmi sentire il bambino ingenuo e innocente che non sono più
 
           << A volte. Molto di rado. >> risponde, poi aggiunge guardandomi negli occhi << Ma tuo
                nonno me lo chiedeva spesso. Ne era afflitto, specialmente prima di decidersi a
                sposarsi. >>
 
Annuisco, guardando la catenina ancora tra le dita immobili della destra.
Ecco da chi ha imparato.
Ingoio le lacrime assieme al fumo, sento parte di esse pizzicare il bordo degli occhi
 
           << Te l'ha mai chiesto? >> chiedo allora
 
Lui ride. Una risata mite, intenerita e commossa, poi si appoggia con la mano sinistra alla mia spalla e mi guarda dritto in viso come se stesse per rivelarmi un segreto
 
           << Molte volte. >> mi dice, strappandomi un lieve sorriso << Durante il fidanzamento, dopo
                le nozze e la nascita di tua madre, e anche quando nascesti tu. >>
 
Annuisco di nuovo, senza parlare. Ripenso a quella sensazione, ai racconti di mia madre sulla sua infanzia. Il nonno è stato sempre presente, sia con lei che con la nonna, nonostante lavorasse ancora in SOLDIER.
La mia situazione è diversa, però.
 
Run fast as you can
No one has to understand
 
          << Da quanto tempo non hai più sue notizie? >> mi chiede allora lui, incoraggiato dal mio
               silenzio
          << Quasi un anno. >> bofonchio, abbassando la testa in una cupa ammissione di
                colpa << Da quando sono diventato un 1st. Non sapevo neanche di esserlo quando me
                ne sono andato ... >> m'interrompo, prima di ricadere nei ricordi un'altra volta
 
Fly high across the sky from here to kingdom come
Fall back down to where you're from
 
Il vecchio oste annuisce, ed è di nuovo pietà quella che vedo spuntare sulle sue labbra
 
           << L'hai mai più cercata? >> ribatte
 
Non posso far altro che dissentire col capo, mentre vorrei vivamente che la mia mano tornasse a funzionare per stringere di nuovo quel piccolo ritratto nel palmo fino a farmi male atrocemente. Zack aveva ragione, ancora una volta. Avrei dovuto farlo, ma ...
 
           << Non ho voluto. >> ammetto
 
Poi con un profondo sospiro spazientito abbandono il mio disegno sul materasso, mi alzo in piedi e, dopo aver spento la sigaretta consumata nel posacenere sul comodino e rindossato il ciondolo, mi dirigo verso il tavolo dove sono appoggiati un bicchiere e una bottiglia di un vecchio liquore di quelli forti -offerto dalla casa con estrema gentilezza - e me ne verso un po', trangugiandolo tutto d'un sorso. Ignoro il retrogusto amaro del fumo che si mescola al liquido dolciastro.
È disgustoso, ma sempre meglio dell'amaro emotivo che sto provando ora
 
Don't you fret, my dear

            << Non ha futuro con me, in ogni caso. Un Soldier ... è troppo rischiosa la mia vita. >>  
                 concludo, abbandonando il bicchiere sul legno e accasciandomi con entrambi le mani
                 sul mobile
 
Sono volto di spalle, ma riesco a sentire il suo sorriso perforare e distruggere in un sol colpo tutte le scusanti che mi do
 
             << Ora però non lo sei più. >> osserva infatti
 
Quello che forse non sa, è che tesserino o meno un 1st class rimane tale per tutta la durata della sua vita. È come se fossi schedato.
 
It'll be over soon

La Shinra mi tiene sotto controllo come una sua proprietà anche se fa finta che non gli interessi più, adesso. In più ... Genesis sa dove trovarla, e per quanto ne so lui o una delle sue copie potrebbe farle del male in qualunque momento, e per un qualsiasi motivo.
Se solo non ... se solo non mi fossi innamorato di lei. Se non l'avessi conosciuta, ora non avrei motivo per sentirmi in colpa in ogni caso.
E lei avrebbe potuto continuare la sua vita senza rischi, senza ... di me.
Chiudo gli occhi alle lacrime, sento il rumore del mare nell'oscurità della notte mescolarsi col mio respiro affannoso. Sto per esplodere.
 
           << Victor ... >> ancora una volta Eric tenta di riportarmi al presente << So che non è affare
                 mio >> mi dice << ma ... tua madre non sarebbe qui se Mikio avesse ascoltato i suoi
                 timori ... E di conseguenza neanche tu. >>
 
Mi volto a guardarlo, improvvisamente ammutolito e con la mente ferma al presente.
Ha ragione.
Ha maledettamente ragione. Questa è la MIA vita, ca***! La Shinra non può impedirmi di viverla, e neanche le mie paure più profonde.
Ora però ... non posso tornare, non ancora.
 
          << Quando me ne sono andato ... >> torno a spiegare dopo un profondo sospiro, tornando a
               sedermi di fronte a lui << le ho detto che lo facevo solo perché avevo bisogno di risposte.
               Su di me, sui miei poteri ... >>
 
M'interrompo di nuovo, i miei occhi ricadono sul disegno al mio fianco.
Sul perché non riesco neanche pensare ad una vita senza Sephiroth ...
 
           << Bene. >> conclude allora Eric, battendomi una pacca sulla spalla << Mi pare che sia già
                a buon punto con la tua ricerca. >>
 
Sorrido amaro.
 
           << Si, ma ... >> inizio
 
La situazione è molto più complicata di allora. Devo ritrovare Zack prima che il mio sogno si avveri del tutto, intanto cercare pure di scoprire cosa è successo a Sephiroth quella notte e tentare di ritrovarlo ad ogni costo, anche se credo dovrò cercare molto più attentamente di come avrei fatto.
Sto per spiegargli anche questo, ma lui non me lo permette.
Si alza in piedi, rimette a posto la sedia e dopo avermi lasciato un'altra pacca sulla spalla conclude, avviandosi verso la porta per poi voltarsi appena afferrata la maniglia
 
           << Allora facciamo così! Finisci questo viaggio, cerca di farlo fruttare il più possibile, poi
                torna da lei. D'accordo? >>
 
I'll be waiting here …
 
Sorrido di nuovo, sorpreso e incredulo.
La sua è la tipica espressione sicura e fiduciosa di chi non ammette un no come risposta. Non posso quindi non acconsentire
 
             << D'accordo ... >> bofonchio poco convinto, trattenendo il respiro
 
Ma lui non demorde. Piega la testa di lato, alza un sopracciglio e si fa un po' severo, ed è allora che decido sul serio.
Cercherò di non morire, anche per tornare da lei ...
 
              << Va bene, lo farò! >> concludo ridendo e annuendo vigorosamente << Grazie per il
                   consiglio, comunque. >>
 
Lui scuote le spalle, e schioccandomi un occhiolino mi lascia la buonanotte prima di lasciarmi solo richiudendo la porta alle sue spalle.
"Tornerò da te, Hikari." penso, tornando a stringere il ciondolo "Giuro che tornerò, qualsiasi cosa accada".
Perché lei è il mio futuro ed io sono il suo. Me lo riprenderò una volta che questa storia sarà finita.
Comunque vadano le cose.
 
… For you (x4)
 


***
 
Due mesi dopo ...
 
11 Agosto.
Ci siamo dunque, domani si riparte.
Tra altri due mesi, il 1o di Ottobre,  sarà un anno esatto dall'incidente di Nibelheim, com'è stato soprannominato dagli altri Soldati l'incendio che ha devastato quell'insignificante paesino di montagna e ha preceduto la scomparsa di Sephiroth e Zack Fair, il mio maestro e il mio migliore amico, gli ultimi due first class degni di questo titolo.
Ho sentito due fanti parlarne, circa un mese fa durante la loro pausa all'Inn, di fronte ad un boccale di birra come se fosse un argomento come un altro per far conversazione.
Incidente ... dunque è così che hanno deciso di seppellire la cosa, il Presidente e i suoi mastini.
Un banale incidente, che sarebbe costato la vita a due soldati del loro calibro.
Patetici. Davvero, davvero patetici.
Una menzogna ridicola ma paradossalmente davvero perfetta per tappare la bocca a dei novellini come quei due, che probabilmente non hanno neppure avuto occasione di conoscerli. Tuttavia, mi chiedo se anche gli altri, a cominciare dai miei ragazzi e poi i 2nd e i 3rd di vecchia data come Kunsel, non stiano iniziando a crederci sul serio.
Del resto, è meno doloroso pensare a loro come eroi morti sul campo in devozione al loro lavoro, che come ribelli in fuga, forse anche disertori come Genesis, ma per motivi ben diversi e molto più validi.
In fin dei conti è facile, no? Cancelliamo le prove, nascondiamo i fatti dietro una bugia che li trasformi ancora una volta da morti scomodi a trofei da esporre, così da continuare a spopolare come abbiamo fatto fino ad oggi.
Chi se ne frega della verità, se chi la conosce non può più parlare.
Complimenti, Presidente! È un piano geniale, davvero. Ma non ci sto a cascarci, non io!
Con un movimento rapido del braccio lancio sul filo dell'acqua uno dei sassi dalla superficie piatta che ho trovato per caso sotto i miei piedi passeggiando sulla spiaggia ricoperta di ciottoli appena sotto il villaggio, e lo vedo rimbalzare compiendo quattro piccoli salti prima di inabissarsi per sempre nell'acqua cristallina, nuovamente illuminata da un piccolo spicchio di luna, dopo quasi sette giorni di assenza e buio totale.
Ne lancio un altro, tirandolo fuori dalla tasca del soprabito in cui l'ho infilato.
Mi fa rabbia pensare alla facilità con cui la gente possa dimenticare. Una rabbia ribelle che non si placa, trasformandosi in un desiderio di giustizia vivo nel mio cuore  come un piccolo fuoco inestinguibile.
Io non crederò mai alle sporche menzogne della Shinra, perché un giorno le prossime potrebbero essere su di me.
Cinque salti, poi anche quel sasso sprofonda nell'oceano.
Come le nostre vite in quello del tempo.
Sono passati poco più di due anni dalla morte di Angeal, e se provassi a chiedere a quei due pivelli di lui sono sicuro che non saprebbero rispondermi, e mi squadrerebbero come uno matto da legare.
Eppure io l'ho conosciuto! Ho conosciuto i suoi occhi e la sua voce, i suoi insegnamenti che hanno fatto di SOLDIER quello che è, e il suo spirito sognatore ancora aleggia intorno a loro senza che riescano neppure a vederlo.
Lui è esistito! Così come esistiamo io, Zack e Sephiroth!
Noi siamo, oggi ancora più di ieri. Come può un'insulsa corporazione di magnati avidi pensare di cancellare le tracce di una vita come la nostra come con un semplice colpo di spugna su una scritta oscena e scomoda?!
Come possono anche solo osare di pensarlo?
Un altro sasso. Schizza veloce dalla mia mano fino alla superficie, non sfiorandola neppure tanto è rapido.
Sette colpi.
Sospiro, guardandolo cadere giù, trascinato dalla corrente e dalla gravità.
Ecco perché odio i Turk, anche se poi non sono tanto diversi dai SOLDIER visto che entrambi si limitano ad obbedire.
Ma i Turk sanno la verità, e pare che gli piaccia nasconderla.
È solo colpa loro se quei pivelli adesso credono che Zack e Sephiroth siano morti
Schifosi bastardi!
 
         << Dove hai imparato? >>
 
Una voce di bambino mi riscuote, appena in tempo per accorgermi di aver lanciato l'ultimo sasso ed avergli fatto compiere ben sei salti.
Mi volto alla mia destra e vedo al mio fianco Kei, il fratello più piccolo di uno dei miei ragazzi, guardarmi stupefatto.
Sorrido
 
         << È stato mio nonno ad insegnarmelo. >> rispondo, chinandomi alla sua altezza
 
Proprio sotto il suo piede, chiuso in una piccola vecchia scarpa di colore scuro, c'è un altro sasso che potrebbe andar bene. Lo avevo già adocchiato, e ora lo vedo spuntare in verticale da sotto la suola consumata.
Allungo la mano per afferrarlo, poi gli rivolgo uno sguardo complice e un ghigno appena percepito e lo vedo scrutarmi con aria interrogativa, prima di capire e sollevare il piedino compiendo un passo indietro.
Il ghigno sul mio viso si accentua. Afferro il sasso, poi rialzandomi scompiglio con una carezza la sua chioma castana già un po' arruffata tagliata in modo da seguire la forma del cranio, prima di lanciare con uno scatto atletico la pietra con tutta la forza e la precisione di cui sono capace e farle compiere un'altra incredibile impresa.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci salti rapidi e brevi, poi anche quella sparisce.
Il bimbo mi guarda a bocca aperta, con la stessa espressione che avevo io quando nonno me lo fece vedere per la prima volta, in riva al lago.
"Merito di SOLDIER." mi disse semplicemente, ridendo e scompigliandomi i capelli.
Ora lo so fare anche io.
 
      << Wow! >> esclama meravigliato Kei << Neanche papà ci è mai riuscito! >>
 
Rido
 
      << Merito di SOLDIER. >> dico, accasciandomi sulla sabbia accanto a lui per rimanerci, seduto
           con le ginocchia sollevate e le braccia allacciate attorno alle gambe
      << Quindi, quando tornerà, anche mio fratello lo saprà fare? >> ribatte ancora lui, sedendosi
           affianco a me nella mia stessa posizione
 
Annuisco, gettando di lato la testa
 
       << Solo se sarà un bravo SOLDIER. >> rispondo << E se si sarà allenato abbastanza come gli
            avevo chiesto. >> aggiungo tornando per un attimo malinconico
 
Il piccolo annuisce e mi sorride, poi entrambi torniamo in silenzio a fissare il cielo stracolmo di stelle, che senza l'abbagliante luce della luna piena possono finalmente rifulgere in tutto il loro splendore, rubandole la scena.
È uno spettacolo di una bellezza ... incredibile.
Miriadi di miriadi di piccoli diamanti su di un manto di pregiato velluto blu come l'inchiostro, farebbe invidia alla più importante delle autorità.
Perfino la Dea, dall'alto del suo olimpo, non ha mai avuto nulla di simile.
Il mio sguardo ne è completamente stregato, i miei occhi si perdono nel cercare di numerarle, e la mia anima ne è gelosa.
Loro, da lassù, hanno una visuale molto più ampia e chiara della mia, che a tastoni cerco nel buio e con fatica quello che forse non potrà più ritornare.
Quanto vorrei potessero parlare!
Comunque, anche se lo sapessero fare, sono sicuro che non mi sarebbero di nessun aiuto. Neanche loro.
Perché non hai voluto dirmelo, ragazzo? E chissà ... chissà se anche Zack le sta guardando, in questo momento?
Rabbrividisco, non so perché ...
 
        << Allora te ne vai, Signor SOLDIER? >> mi chiede il bambino al mio fianco, dopo un po'
 
Sospiro
 
        << Sembra di sì. >> rispondo, con un sorriso sollevato << Tra qualche ora ... >>
 
Finalmente!
 
        << Per trovare il tuo amico Zack, e il tuo maestro? >>
 
Anche s'è la verità, quella domanda mi lascia interdetto e sorpreso a guardarlo. Non gli ho mai parlato dello scopo del mio viaggio, né di Zack o Sephiroth.
In pratica sa soltanto che sono stato un 1st ed ora non lo sono più. Perciò, l'unico dal quale può averlo appreso è ...
 
         << Lo so perché Katashi mi ha scritto di te, il mese scorso. >> aggiunge con tutta la sua
              infantile ingenuità, spiegandomelo quasi come se volesse scusarsi << Ha detto che sei
              stato davvero un grande Capitano ... >>
 
Sorrido, sciogliendo quell'espressione seria che tanto lo preoccupa e tornando a guardare il cielo
 
         << ... e loro saranno dei grandi SOLDIER. >> bofonchio, evitando di soffermarmici troppo per
              non ricadere nello sconforto
 
Tuttavia, ne sono contento. Almeno loro non hanno dimenticato.
Non ancora. Proprio come gli avevo implorato di fare.
Starei ancora qui, sotto la flebile luce lunare a crogiolarmi nel conforto di quel pensiero, ma un rumore mi distrae.
Sembra quasi un gemito, e viene proprio da lui. Lo guardo stringere le piccole e agili gambe contro il petto con le braccia, e abbassare il viso quasi contro le ginocchia.
Quindi mi alzo, e preoccupato m'inginocchio nuovamente di fronte a lui, cercando di vederlo oltre le tenebre che ci nascondono. Sulla sua guancia riesco a scorgere uno scintillio fin troppo familiare.
Sta piangendo. Ma ... perché?
 
           << Hey ... >> mormoro, posandogli con dolcezza una mano sul suo braccio per cercare di
                allentarne la presa  << Hey, che c'è? >>
 
Lui scuote piano la testa
 
           << Niente. >> risponde, continuando a singhiozzare piano
 
È ... strano. Non siamo stati molto insieme, o per meglio dire non abbiamo parlato più di tanto, giusto qualche scambio di battute durante alcune notti particolari.
Frasi un po' di circostanza, oppure a volte mi chiedeva qualcosa sulla mia vita in SOLDIER, o sulla mia famiglia, facendomi sentire molto come mio nonno quando io avevo la sua età.
Gli sono molto grato per questo, non pensavo ... di somigliargli così tanto.
E mi ha fatto compagnia giusto il tempo che ci voleva per non sentirmi di nuovo completamente solo.
Però ... forse non avevo considerato lo spirito dei bambini. E il mio legame con suo fratello.
Oh, dannazione ...
 
        << Avanti, marmocchio! >> rido intenerito, riuscendo finalmente a fargli rialzare il viso  
             sollevandogli il mento con le dita << Non dirmi che ti sei affezionato a un idiota come
             me? >> chiedo, alzando un sopracciglio e inclinando di lato la testa << Mh? >> bofonchio
             ancora, mentre mi fissa tra le lacrime
        << Io ... >> inizia << Sono sempre solo. >> mi dice
 
Sento il cuore fermarsi per qualche istante, mentre realizzo ciò che sta dicendo
 
         << Gli altri bambini sono tutti più grandi, non gli piace giocare con me. >> continua
              singhiozzando poi, all'improvviso mi si getta al collo, stringendomi forte, in un abbraccio                 
              inaspettato che mi paralizza << Mi mancherai ... è solo per questo che piango. >> mi dice
              infine, guardandomi
 
Guardo i suoi occhi lucidi scintillare su di me, la sua innocenza mi travolge.
Cosa ... cosa dovrei fare adesso?
Non sono mai stato bravo in queste cose, non ... so cosa ho mai potuto fare per far sì che si affezionasse a me.
Non ho fatto nulla perché accadesse, ma è successo. Come con Hikari.
Di nuovo piccole manine pallide mi stringono, anche se sono molto più giovani perfino delle sue.
Sono un soldato. Non uno dei migliori, non uno col sorriso sulle labbra come Zack, uno al quale piace portare speranza e gioia ovunque va.
Io mi limito a togliere le vite necessarie affinché altre continuino ad esistere, e intanto cerco di non morire. Estirpo le erbacce, e mi piace il mio lavoro.
Mi piace uccidere.
Eppure ... Hikari mi ama, i miei ragazzi mi rispettano, e Kei si è affezionato a me, che all'inizio non vedevo l'ora se ne andasse e mi lasciasse in pace coi miei pensieri.
Tuttavia, la cosa peggiore è un’altra. Anche io sento il cuore tornare a empirsi di tristezza, se penso che tra qualche ora dovrò lasciarlo.
Era così bello avere qualcuno che mi osservasse affascinato e stupito mentre scoprivo il potere chiuso in me, poter osservare la sua espressione rapita quando gli parlavo di SOLDIER, della vita a Midgar, di quella volta in cui un combattimento contro un first disertore mi costò la mano ricoperta dalla cicatrice. Perfino quell'episodio non fa più male se penso all'ammirazione verso di me che brillava nei suoi occhi mentre ascoltava.
Per brevi attimi, mi ha dato il coraggio di stare dove sono, e a quanto pare ho fatto lo stesso per lui.
Gli devo tutto questo, la ritrovata consapevolezza di aver combattuto per chi non ce l'ha fatta, e di aver ricordato chi esiste ancora.
 
        << Oh, andiamo! >> mormoro allora, abbracciandolo a mia volta
 
Sento i suoi singhiozzi aumentare, mentre stringo il suo corpicino contro il mio petto e le sue manine calde si posano sui miei lunghi capelli neri, all'altezza del collo
 
         << Piccolo idiota, smettila di piangere.>> mormoro con un sorriso, lasciandogli un bacio sulla
              nuca
 
Sento gli occhi pizzicare nuovamente, gonfi di lacrime. Me**a! Odio gli addii.
Sciolgo il momento, alzandomi dritto in piedi in tutta la mia altezza e puntando lo sguardo nella direzione opposta a quella dove si trova lui, verso il porto.
Sono le cinque meno venti del mattino, credo sia ora di andare.
 
         << Tornerai, signore? >>
 
Mi volto di nuovo verso di lui, sorrido
 
         << Non solo. >> dico, abbassandomi nuovamente su un ginocchio e stringendogli le spalle
         << Ma quando lo farò sarai il primo a saperlo. Okkey? >> concludo, e finalmente riesco a
              strappargli un sorriso 
 
Annuisce, tirando su col naso. Il sorriso sulle mie labbra s'increspa ancora di più
 
         << Bene. >> dico, per poi rialzarmi di nuovo ed avviarmi verso la scogliera.
 
È lì che mi fermerò ancora un poco da solo, prima di raggiungere la barca. Tuttavia, neanche a metà strada mi blocco. C'è ancora un'ultima cosa da dire ...
 
        << Ah! >> esclamo, come se mi fossi appena ricordato << tienilo quell'abbraccio. Verrò a
             riprendermelo appena posso. >> concludo, voltandomi e schioccandogli un occhiolino,
 
Lui sorride ancora di più, annuisce sicuro e di nuovo felice. Poi, senza che nessuno dei due riesca ad opporsi, mi corre incontro e mi abbraccia di nuovo, stringendosi alle mie gambe.
Chiudo gli occhi alle prime lacrime.
Perché è sempre così maledettamente difficile?
 
***
 
- Eric bevve velocemente anche l'ultimo sorso del suo caffè dalla tazzina, gli diede una rapida sciacquata sotto l'acqua corrente del rubinetto e poi fece per dirigersi in tutta fretta fuori casa, una modesta abitazione del borgo affacciata sulla spiaggia.
Era eccitato più che mai. Questo sarebbe stato il viaggio più lungo e interessante che avesse mai fatto da quando aveva smesso di navigare, nonché il primo.
Attraversare l'oceano non era una passeggiata, anche se nel pieno della bella stagione e con una barca pronta anche alla peggiore delle evenienze.
Ci sarebbero voluti quasi due mesi per arrivare dall'altra parte -includendo il tempo che gli imprevisti avrebbero fatto perdere loro-.
In più, finalmente avrebbe potuto riassaporare un po' di quel meraviglioso spirito di libertà che gli derivava dal restare a contatto col mare aperto e le sue repentine, rocambolesche sorprese.
Aveva già affrontato un viaggio simile con Mikio, quando aveva dovuto accompagnarlo al porto di Costa del Sol per uno di quei viaggi alla ricerca della Keystone.
Ma suo nipote stavolta intendeva spingersi un po' più in basso, su un tratto di mare che non aveva ancora mai percorso fino ad oggi.
Anche se non avevano ancora parlato del perché di questa scelta, presupponeva che si trattasse di qualcosa che riguardasse i commilitoni che si era ripromesso di ritrovare, o almeno uno dei due.
Era molto legato ai suoi affetti, avrebbe fatto di tutto per onorarli e questo gli faceva onore a sua volta.
In questo era in tutto e per tutto uguale a Mikio, e forse era anche un po' proprio merito suo e dei valori militareschi che gli aveva inculcato.
Sorrise, ed era sul punto di aprire la porta dopo aver preso la borsa per le provviste, quando una voce lo bloccò, facendolo sospirare rassegnato
 
         << Non mi va che tu ti faccia ammazzare per un SOLDIER che neanche conosci. >> tuonò
              sua moglie alle sue spalle
 
C'era uno Yoshi in ogni famiglia, purtroppo. Continuò a sorridere, cercando di essere il più paziente possibile
 
         << Non è esatto dire che non lo conosco. >> rispose, voltandosi verso di lei
 
La vide corrucciata e seria, gli occhi severi puntati su di lui e le braccia incrociate sul petto.
Era sempre stata così preoccupata anche da giovane, quando l'aveva sposata.
Anche troppo a volte, come in questo caso
 
         << Se Mikio ti avesse chiesto di suicidarti lo avresti fatto solo in nome
              dell'amicizia? >> chiese, sarcastica
         << Non lo avrebbe fatto, né allora né mai, per nessun motivo a questo mondo. >> rispose,
              facendosi serio << Era un SOLDIER, non un carnefice. >>  concluse
 
In momenti come quello ogni alternativa a quel matrimonio sembrava valida, perfino sposare Yoshi. Di sicuro sarebbe stato meno severo, almeno col suo vecchio amico. Anche se, probabilmente, Victor non era della stessa opinione.
 
          << E che differenza fa? >> continuò la donna nello stesso tono irritato di poco prima
 
E stavolta, dopo averla sopportata per tutti quei mesi senza dir nulla, si trovò costretto a reagire
 
          << Ne fa molta! >> sbottò autoritario, e la vide tremare
 
Le lanciò un lungo sguardo eloquente, poi afferrò nuovamente la maniglia della porta e la spalancò uscendosene senza aggiungere altro.
 
          << Se ti succederà qualcosa, riterrò Mikio e suo nipote direttamente responsabili delle mie  
               disgrazie! >> Fu l'ultima frase che lei gli gridò, prima che la porta le si chiudesse davanti
 
L'uomo sospirò di nuovo, attraversando con coraggio il silenzio e l'oscurità di quella notte di luna nuova.
Non gli sarebbe successo nulla, e lei avrebbe dovuto ricredersi, come al solito.
Si fidava di Mikio. E Mikio gli aveva affidato la cosa più preziosa che avesse mai avuto.
Il suo stesso sangue.
 
///
 
Giunto al molo, non gli fu difficile intravedere chiaramente l'ombra longilinea e prepotente del suo giovane ospite, volto di spalle con gli occhi dritti allo spicchio di luna, il sorriso del cielo notturno, e i lembi del soprabito e i lunghi capelli neri scossi appena da un filo di dolce brezza.
Quando i suoi passi iniziarono a risuonare sulle assi di legno, il ragazzo si voltò e gli sorrise
 
          << Sei arrivato presto. >> esordì Eric, avvicinandosi
          << Non riuscivo ad aspettare ancora. >> ribatté quello, poi gli lanciò una lunga occhiata
               indagatrice << Neanche tu a quanto sembra. >> concluse con un sorriso complice
 
L'oste rise, annuendo e alzando le braccia in segno di resa
 
          << Lo ammetto. >> rispose << Da quando mi sono sposato ho sempre sognato di farlo, ma
               mia moglie ha paura del mare. La sua sorellina più piccola e suo padre sono morti in un
               naufragio. >> spiegò, facendosi serio << perciò è morbosa più del solito quando si tratta
               di me. >>
 
Victor Osaka annuì comprensivo, abbassando per qualche istante gli occhi sull'acqua salmastra che risplendeva fulgida sotto il pontile, colpita dalla tenue luce lunare
 
          << Capisco. >> rispose, poi alzando di nuovo gli occhi su di lui << Auspico che partire così
                tardi ci abbia almeno fatto guadagnare il vantaggio di una traversata tranquilla. In questo
                caso, sarai al sicuro. >> concluse, tornando a sorridere
 
Eric annuì, con lo stesso tono rilassato. Ecco il momento giusto per chiederglielo
 
          << Potremmo incontrare qualche problema nell'ultimo tratto, verso Gongaga. E lì che vuoi
               andare, giusto? >>
 
Il giovane si scurì improvvisamente e spostò di nuovo lo sguardo verso il cielo terso, come se il solo sentir pronunciare quel nome lo gettasse nella morsa di una malinconia e un'incertezza insostenibile.
La sua mano destra, fino a quel momento appoggiata all'elsa ricoperta da strisce di cuoio della sua arma, ricadde pesantemente al suo fianco, impotente come probabilmente cercava di non sentirsi in quel momento.
Annuì senza aggiungere nulla, poi chiese, tornando a guardarlo
 
           << Che genere di problema? >>
 
Eric scosse le spalle
 
           << Non ne ho idea. Non sono mai stato da quelle parti, e non ho informazioni sulla
                trafficabilità delle acque in quella zona. Per quanto ne so potrebbero anche essere
                infestate, o piene di scogli nascosti. >> concluse, con aria afflitta
 
Gli parve di percepire un breve sospiro uscire dalle narici dell'altro, ma così lieve che non seppe dire se fosse stata solo una sua impressione o meno.
Di sicuro aveva l'aria di chi si aspetta qualsiasi cosa ormai, un po' rassegnato e molto combattivo.
 
             << Non accadrà nulla ... >> rispose dopo un po', schioccandogli un occhiolino << E tua               
                  moglie non dovrà far altro che ammettere di essere stata semplicemente troppo                  
                  apprensiva. >>
 
Eric rise, battendogli una pacca sulla spalla, e Victor si unì al buon umore che aveva portato.
Dieci minuti più tardi la barca aveva già lasciato il molo, mentre il crepuscolo iniziava a tingere il manto nero del cielo con le primissime fioche luci dell'alba.
Nel frattempo, sulla spiaggia un bambino era seduto sui ciottoli in silenzio, le gambe strette nelle braccia sul petto e il viso rosso di lacrime.
E, mentre i due speravano che Victor avesse ragione, il piccolo rammentò le sue ultime parole e promise a sé stesso che lo avrebbe aspettato per restituirgli quell'abbraccio.
Ogni notte, fino a che non sarebbe stato in grado di arruolarsi.
Poi lo avrebbe davvero reso fiero tra le file di SOLDIER perfino più di suo fratello, anche se ormai non lo era neanche più.
O almeno ... questo era quello che dicevano di lui. -




Brevissime NDA:
(E NOOOO, BASTAAA! è______é E CHE CAVOLO TUTTE IO CE LE HO!!! PRIMA GENESIS, POI  IL GRILLONE GIGANTE, ORA LE ACQUE INFESTATE! MA CACCHIO, CHE SFIGA!! UN VIAGGIO TRANQUILLO NO, EH?? NDVic che viene tramortito da una padellata della sottoscritta U_U)
Ahem, eccomi di nuovo qui a voi, puntuale come un orologio svizzero!
Dunque, la canzone che accompagna la prima parte del capitolo si chiama Kingdom Come dei Civil Wars, e vi conisiglio di ascoltarla mentre leggete perchè è davvero bella e in sincrono con la storia.
Detto questo, aspetto di sapere che ne pensate di questo capitolo di transizione, e ci vediamo martedì prossimo con il capitolo (strappalacrime) su Gongaga.
Buona settimana a tutti =D
Stay Tuned

Sarah
   
 
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