L'Attacco dei Giganti, 'I will not live without you near me' di Mokochan su EFP Fanfiction

silenzio

I will not live without you near me

“We grow upon the Earth and this is what we are
It didn't have to be this way but this is what we are”

Ferita, maltrattata, devastata – ma grata, fino alla fine, di essere con lui.
Eren si sedette sul bordo del letto coi gomiti sulle ginocchia e lo sguardo perso nel vuoto, dandole la schiena per nascondere quanto quella situazione lo turbasse.
Mikasa non si era mai ferita a quel modo, era sempre stato lui quello mutilato, quello che finiva per prenderle e che puntualmente lei salvava; i loro ruoli erano stati stabiliti a nove anni, quando i signori Ackerman erano morti, quando anche Carla Jaeger era morta.
Era lui il fallito, lui doveva sfiorare la morte – non lei, mai lei.
Eren abbassò la testa e se la nascose tra le mani, furioso, e mentre le dita scivolavano fra i capelli tirandoli con disperazione, percepì un movimento lieve che, per una frazione di secondo, pensò di essersi solo immaginato.
Voltò appena la testa e studiò il viso di Mikasa, completamento immerso nel sonno e coperto di piccole ferite, alcune molto più scure di altre.
Era la sua mano, notò percorrendole il corpo con lo sguardo; fino a quel momento perfettamente immobile, ora si muoveva decisa verso di lui – in cerca di lui.
«Mikasa...» sussurrò incerto, spostando gli occhi grigi¹ sul suo viso.
Lei non rispose, ma lo toccò con le dita.
Sto bene.
Eren sussultò, allontanandosi da quel contatto, e una strana furia prese possesso del suo corpo.
Perché mi rassicuri anche nel sonno? Sei forse stupida?, le gridò mentalmente, passandosi una mano sulla faccia per scacciare le lacrime che minacciavano di farlo crollare.
Per anni l’aveva data per scontata – quella sua presenza al limite dell’ossessivo, quella preoccupazione che gli faceva desiderare di sbatterla al muro e strangolarla, e che fin troppe volte lo aveva fatto urlare. Eppure, per la prima volta da quando la conosceva, aveva quasi rischiato di perderla.
Ora sapeva.
Ogni parte del suo corpo, ogni frammento del suo cervello, tutto minacciava di impazzire al pensiero di non averla accanto, di perdere i suoi tristi silenzi e quel sorriso che lei gli aveva regalato pensando di morire assieme a lui.
Grazie per essere rimasto con me.
Eren tornò a guardarla, imprimendo nella mente tutti i lividi che le aveva lasciato.
Grazie per avermi insegnato a vivere.
Si protese verso di lei, le sfiorò la mano con la propria – voleva quel contatto.
Grazie… per avermi avvolta in questa sciarpa.
E poi, con terrore e gratitudine, Eren le premette le labbra sulla fronte, promettendo ancora una volta di avvolgerle la loro sciarpa attorno al collo.

“I will not live without you near me
Love cannot fit inside a theory
The end is near defining lonely
Is anybody there to show me”
String Theory, Les Friction

Note dell'autrice

¹Spostando gli occhi grigi sul suo viso: Eren nel manga non ha gli occhi verdi, ma grigi, e ho scelto di darglieli di nuovo perché mi piace molto di più con gli occhi di questo colore. E poi perché sì.

Questa flashfic è nata dalla canzone String Theory dei Les Friction, che viene citata all'inizio e poi all fine. Non pensavo di tornare così presto in questo fandom, ma per qualche motivo mi è venuta una voglia folle di scrivere EreMika. Non so come e non so perché, è successo e basta - per vostra sfortunaaa :'D
La flashfic è stata betata da Emmevic (passate da lei, perché ha scritto delle meravigliose fanfiction in questo fandom!**), che ringrazio per la pazienza e la puntigliosità. Adoro sentire i suoi suggerimenti.
Ringrazio coloro che passeranno di qui, sperando che qualcuno passi (lol), e mi dileguo.
Un bacione!

Mokochan

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