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Autore: Temperina    06/10/2015    1 recensioni
L'amore e l'odio posso coesistere? E' un interrogativo a cui l'uomo cerca disperatamente di dare una risposta.
Donghae è un giovane uomo, scudiero e una vita in perenne solitudine. un giorno dal suo passato arriva un uomo misterioso, un uomo che sembra volersi vendicare di lui di qualcosa che è accaduto più di dieci anni prima.
Quell'uomo è Eunhyuk, il suo primo amore e marito...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Eunhyuk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eunhyuk era già arrivato, aveva intuito ogni sua mossa e aveva ucciso Yesung per farglielo capire.
Donghae indietreggiò terrorizzato, un conato di vomito gli salì alla gola.
Non sapeva cosa fare, pensò di chiamare la polizia, ma sapeva benissimo di essere anche lui in parte nel torto, che se li avesse contatti molto probabilmente sarebbe finita anche lui in prigione…non aveva scampo, era in trappola, proprio come dieci anni fa, in balia di un uomo che amava alla follia ma che al tempo stesso odiava a morte.
“Odi et amo, Quare id faciam, fortasserequiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior”…ripensava alle parole di Catullo e mai come ora si rese conto di quanto questi due sentimenti contrastanti potessero coesistere tra loro.
Si voltò verso il salotto e lo vide, vide nell’oscurità, nascosto in un angolo, Eunhyuk.
Lo guardava con odio e risentimento, aveva ancora in mano il pugnale sporco di sangue, ma Donghae vide nei suoi occhi un leggero balenio di tristezza, come se avesse pianto.
“Ecco, dunque ci siamo”, pensò, “questa è la resa dei conti, o sarà morte tua o mia”.
“Sapevo che mi avresti cercato, fuggire purtroppo è inutile” disse Donghae con un tono misto di amarezza e di rabbia.
“Perché l’hai fatto, Donghae? Perché mi hai tradito una seconda volta? Sapevi benissimo che non ti avrei perdonato questa volta, che te l’avrei fatta pagare cara…perché l’hai fatto?” rispose lui in tono adirato.
“Io ti amo Donghae, ti ho sempre amato, ma tu non hai fatto altro che farmi del male…ora dovrai pagare per tutto questo, una volta per tutte”.
Gli diede uno schiaffo violento e Donghae cadde riverso a terra.
I ricordi gli riaffiorarono come un fiume in piena nella mente, ricordi di quella sera d’estate, quando lui ed Eunhyuk erano poco più che ventenni e si amavano alla follia, come oggi.
Lui proveniva da una famiglia molto povera, aveva perso sua madre quando aveva otto anni e quella perdita l’aveva sconvolto profondamente, lui, così fragile, timido, introverso e solitario vedeva in sua madre l’unica amica, l’unica confidente e la sua prematura perdita lo segnò a tal punto che per mesi quasi non parlò, si chiuse in un mutismo ostile, soprattutto nei confronti di suo padre, che non l’aveva mai amato, tutte le sue attenzioni erano per il fratello, di indole così simile alla madre.
Eunhyuk crebbe con la consapevolezza di non essere amato dal genitore, con un forte senso di bassa autostima, con una timidezza quasi cronica…tutti difetti che lo portarono a vivere un’infanzia e un’adolescenza in piena solitudine, perennemente sbeffeggiato dai suoi coetanei.
Poi arrivò lui, figlio di una famiglia di scudieri e anche lui poco amata dai suoi genitori, anche lui molto timido, fragile, introverso, anche lui con tanta voglia di amare e di essere amato, con tanta voglia di sentirsi accettato.
Erano due anime affini, due anime gemelle…s’innamorarono , trascorsero mesi di intensa passione fino a quando, quella tragica notte, entrambi ubriachi, uccisero involontariamente un ragazzo investendolo con l’auto.
Lui se la cavò, gli avvocati di suo padre riuscirono a fargli evitare la prigione, ma Eunhyuk no, aveva avuto già piccoli precedenti penali e il suo destino fu segnato, trascorse dieci anni in carcere per omicidio colposo e omissione di soccorso.
Nella sua mente Eunhyuk si convinse che lui l’aveva tradito e, pur amandolo ancora alla follia, lo cercò per vendicarsi.
“Perchè l’hai fatto Donghae? Io ti amavo, non ti avrei mai abbandonato, piuttosto mi sarei fatto tagliare un dito, ma non ti avrei mai fatto del male…perché Donghae, dimmelo, noi eravamo fatti l’uno per l’altro, eravamo destinati a stare insieme, ma tu non mi hai aiutato, nel momento del bisogno mi hai abbandonato al mio destino…tutte quelle parole, tutte quelle dolci frasi che mi sussurravi ogni volta, erano solo stronzate, vero? Guardami, guardami come mi hai ridotto…non sai quanto ti odi per questo, non puoi nemmeno immaginarlo”.
Brandiva il coltello insanguinato, ma forti singhiozzi sconquassavano il suo petto…era di nuovo il timido Eunhyuk, l’uomo al quale aveva giurato eterno amore e che ora lo stava supplicando di ascoltarlo.
“Non sai cosa sono stati gli anni di prigione, quello che ho dovuto sopportare lì dentro, Tu eri il mio unico amore, non ti perdonerò mai per quello che mi hai fatto!”.
“Eunhyuk ti prego, io non ti ho fatto niente, avrei voluto aiutarti ma mio padre me l’ha impedito…non potevo fare nulla, ti prego di credermi…io ti amavo e ti amo tuttora” gli urlò in faccia Donghae con le lacrime agli occhi.
“No, non è vero, tu con il tuo piagnisteo sei riuscito a convincere tuo padre che la colpa di tutto fosse solo mia, che io ti avevo plagiato, che tu eri solo una vittima nelle mie mani…sei sempre stato bravo a mentire, saresti stato un attore perfetto”.
“Mi dispiace Eunhyuk…” singhiozzò Donghae.
“Io ti amavo, avrei fatto di tutto per te, perché, perché…” gli rispose con le lacrime agli occhi.
“Ti prego Eunhyuk, non mi uccidere, io voglio ricominciare da capo, ce ne andremo di qui, ricominceremo una nuova vita, lontano da tutto e da tutti…ti prego Eunhyuk, t’imploro”
“Mi dispiace Donghae, ma è tardi, troppo tardi”.
Prese il coltello, lo puntò verso di lui…Donghae chiuse gli occhi per un istante, li riaprì e vide Eunhyuk in piedi davanti a lui, barcollante e con il pugnale infilato nel basso ventre.
Urlò a squarciagola: “Eunhyuk!” mentre lui cadde a terra riverso in una pozza di sangue.
Gli si avvicinò e lo prese tra le braccia: “Eunhyuk no, perché, perché…” disse piangendo disperatamente.
“Lo vedi, non ti ho ucciso, non l’avrei mai fatto…tu sei stato la cosa più bella che la vita mi abbia donato, nel deserto della mia anima tu sei stato la mia oasi, sei stato un meraviglioso miraggio lontano che mi donava speranza, sei stato l'acqua che mi dissetava in un deserto infinito, che rispecchiava i miei sogni in una realtà che mi stava lentamente ma inesorabilmente logorando.
Quando mi hai lasciato è nato in me un odio feroce, un odio che ho covato dentro per venti lunghi anni, un odio che mi ha spinto a cercarti, a volerti morto…avevo ingaggiato un killer professionista per farti furori, ma alla fine non ce l’ho fatta, il mio amore per te era talmente grande che ha avuto sopravvento sull’odio. Avrei voluto averti accanto a me per tutto il resto della mia vita, ma il destino non ha voluto così, ma sappi che ti ho amato e ti amo tuttora più della mia stessa vita. La notte che ho trascorso con te è stata la più bella della mia vita, mi sembrava di essere in paradiso. Addio Donghae e cerca di essere felice anche per me”.
Gli accarezzò una guancia e spirò tra le sue braccia.
Donghae pianse disperatamente…era tutto finito, l’unico amore della sua vita se n’era andato per sempre… “perdonami Eunhyuk, perdonami se non ho saputo proteggerti, se non ho saputo amarti come meritavi…avrei voluto che le cose fossero diverse, ma non sono mai stato in grado di ribellarmi agli eventi della vita, in fondo sono un vigliacco, non sono riuscito a combinare quasi nulla nella mia vita e ora non mi rimane più nulla e non un profondo rimpianto e un profondo odio verso me stesso”.
Si alzò e andò alla finestra…era l’alba e la città cominciava a svegliarsi dal torpore della notte.
Non era questa la fine che voleva, non era giusto…adesso si sentiva più solo che mai, sentiva dentro di sé un’amarezza che, lo sapeva bene, niente e nessuno avrebbero mai colmato.
Ma si sa, i miracoli a volte nella vita avvengono e lui sentiva che, da tutto quella storia, un piccolo miracolo era nato…lo sentiva, lo percepiva dentro di sé ed era disposto a tutto pur di proteggerlo.
 
 
[Un anno dopo.]
 
 
Un uomo si incammina lentamente verso una tomba di un cimitero.
Per mano tiene una bimba. Appena arrivati lui le indica la lapide e dice: “Vedi, quello è il tuo papà”
La bimba sorrise…aveva lo stesso sorriso e lo stesso sguardo di suo padre, quello sguardo che lui aveva tanto odiato e tanto amato, quello sguardo che, ne era sicuro, adesso vegliava su di lui, su quel piccolo essere frutto di un amore che per Dongha rimarrà sempre incancellabile.


Dolce famigliola
   
 
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