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Autore: LoveRevy    07/10/2015    0 recensioni
Una serie di omicidi, stava turbando di nuovo la cittą di Canon Beach, Oregon.
Maya non poteva sapere a cosa stava per andare incontro, la sua vita stava per essere stravolta da nuove rivelazioni e da avvenimenti a dir poco spiacevoli.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II° Capitolo


 

23 Maggio 2014


 

Le valigie erano davanti alla porta di casa e Mary continuava a parlare a macchinetta:

“Ricordati di chiudere il gas, le luci quando esci lasciale accese, ti ho riempito il frigo, mangia, non fare sempre tardi...”, era visibilmente molto ansiosa all'idea di lasciare la figlia da sola

“Muoviti mamma o perderai l'aereo! Prendi quella valigia e mettila in macchina!”

salirono in macchina e si diressero all'aeroporto. Arrivate, parcheggiò, si avviarono verso il terminal e si abbracciarono forte.

“Ora devo andare tesoro, ci siamo...”, aveva gli occhi lucidi

“Dai ora non metterti a piangere! Abbraccia papà da parte mia!”, cercava di trattenere le lacrime

“Appena arrivo ti mando un messaggio e ci sentiremo spessissimo!”, sorrise con le lacrime che le rigavano il viso

“Va bene, buon viaggio mamma!”

“Ciao piccola mia!”, alzò la mano per salutarla e si avviò sparendo nella folla.

Maya era rimasta ferma a guardare le persone che si muovevano frenetiche per cercare il proprio volo, le lacrime ormai avevano preso il sopravvento, scendendo veloci come un fiume in piena, tentò invano con il palmo della mano di asciugarsi gli occhi, senza risolvere nulla, così decise di andare.

Arrivata a casa , si preparò un bel bagno e chiamò Kelly cercando in lei un po' di conforto. Il telefono squillava

“Mamma è partita...”

“Ma non dovresti essere contenta anziché frignare come una bambina?”

“Non sto piangendo... Sono solo un po' giù...”

“Un po' dici... ma se lo dici tu!”, la scherniva per tirarla su di morale

“A parte gli scherzi quando vieni?”

“Stasera vengo! Però posso restare fino a lunedì poi ho dei giri e il lavoro...”

“Meglio di niente, dai io mi riposo un po' a dopo!”, attaccò e si mise a mollo nella vasca con la musica come sottofondo addormentandosi.

 

Kelly nel frattempo decise di chiamare una loro vecchia amica Dajana.

Era cresciuta con loro anche se aveva 4 anni in più, però da 6 anni si era sposata e aveva messo su famiglia andando in una cittadina a 30 km da lì, quindi si erano viste di meno, si sentivano spesso e quello era l'importante, avevano un legame particolare, unico.

“Hey ragazzina! da quanto tempo, che si dice?”, si sentiva che era contenta della chiamata

“Dajana tutto bene diciamo...”

“Perché?”

“Bé Maya è sola a casa e volevo chiederti se ti andava di fargli una sorpresa e venire a casa sua, sai non è abituata a restare da sola, io posso stare fino a lunedì....”

“Certo posso venire, ma massimo un giorno... Devo andare a Los Angeles con mio marito abbiamo programmato la vacanza da molto...”

“Meglio di niente, almeno stai con lei visto che è anche da molto che non vi vedete!”

“Dai allora ci vediamo lunedì!”

“Grazie mille!”

“E di cosa, è anche amica mia!”

Riagganciarono. Kelly era contenta di sapere che l'amica sarebbe venuta a trovarle.

 

Maya era immersa nella vasca, con gli occhi chiusi e la testa appoggiata al bordo ascoltava la musica che proveniva dalla sua stanza, dopo un ora si stanco di stare ammollo nell'acqua, aveva ormai le dita lesse e questo la spinse ad uscire, afferrò un asciugamano grande rosa e ci si avvolse dentro, improvvisamente sentì un brivido lungo la schiena e lo specchio si appannò, faceva freddo troppo per quella stagione poi così all'improvviso, era strano, diverso, si girò di scatto come se avvertisse qualcuno dietro di lei, ma non c'era nessuno, corse nella sua stanza e chiuse la porta alle sue spalle, era terrorizzata, spense la musica per ascoltare anche il più piccolo rumore. Un'ombra nera dietro la sua porta, non era umana, era avvolta come da una nube fitta che trasmetteva paura, scura come una notte senza stelle, spaventosa, dietro la porta come se si stesse nutrendo del terrore che emanava la ragazza, in un secondo scese le scale come spinta da una folata di vento e si rifugiò nello sgabuzzino lasciando la porta socchiusa, ridendo mentre lasciava la casa.

Quella risata spettrale la fece trasalire, era bloccata, non riusciva quasi a respirare, non capiva se fosse solo paranoia o qualcosa di inspiegabile, l'unica cosa certa era che doveva uscire da quella casa, ma era nuda, aveva ancora le goccioline d'acqua che le scendevano lungo il collo, l'unico rumore percepibile in quel momento era il cuore che le stava scoppiando nel petto. Dopo un po' si fece coraggio, si vestì, afferrò la maglietta, il telefono e spalancò la porta della sua camera, guardò fuori e non vide nessuno, fu allora che prese ancora più coraggio, scese le scale prese la borsa e le chiavi e uscì correndo, aveva i capelli bagnati ed era in reggiseno, ma questo non le importava, voleva solo uscire da lì, si sedette sulle scale davanti casa, in cerca di calore, con il viso rivolto verso il sole, tremava ancora, non riusciva a smettere di pensare a ciò che le era appena accaduto.

Dall'altra parte, di fronte casa sua un ragazzo stava togliendo le valigie dalla propria auto per portarle dentro casa, finito quell'andirivieni guardò in direzione di quella strana ragazza mezza nuda, e restò a fissarla mentre saliva in macchina, era come ipnotizzato da quella visione, gli sembrava un angelo, bella da togliere il fiato, avrebbe voluto andare da lei e parlarle ma non gli sembrava il caso. In fin dei conti lui non era lì per divertirsi ma bensì per lavorare. Mise in moto e partì.

Sentendo il rumore di un auto si infilò la maglietta, trovò la forza di alzarsi e salì in macchina, tutto molto velocemente,appoggiò la testa al sedile e si guardò riflessa nello specchietto retrovisore, era bruttissima, si sentiva come uno straccio ed era in procinto di piangere, ma doveva trattenersi, non poteva lasciarsi andare, cercò nella borsa trovò il pettine e il porta trucchi, si diede una sistemata veloce, mascara, matita nera, un po' di fondotinta, rossetto e il viso era tornato quello di sempre, per i capelli non sapeva come fare, poteva solo pettinarseli, si ricordò in quell'istante che al pub da lei avevano un phon e decise di correre lì, almeno avrebbe avuto un aspetto decente per la serata. Mise in moto e andò al pub. Parcheggiò come sempre sul retro, aprì la portiera e scese, in quel momento notò che aveva solo i calzini senza le scarpe, si mise una mano sulla fronte e muoveva la testa da destra a sinistra, ad un tratto si ricordò che aveva della scarpe dietro, non molto comode ma pur sempre era qualcosa,un decolté nero, in maniera furtiva si guardò intorno aprendo il portabagagli si infilò le scarpe lanciando i calzini all'interno ed entrò nel pub. Entrando salutò tutti e si diresse veloce verso il bagno, sistemandosi i capelli, si guardò allo specchio e si senti molto meglio. Si sentiva ancora strana, impaurita, si sedette dall'altra parte del bancone guardando il telefono, immobile, respirando lentamente era assente e Dan lo notò: “Tutto bene Maya?”

“Si...”, fu quasi un sussurro la sua voce

“Avanti che succede?”

“Niente davvero...”, Si fissarono per qualche secondo, “Penso di star impazzendo!”

“Perché?”, la guardò perplesso

“Penso che ci fosse qualcuno in casa... ma è impossibile...”, strinse il telefono tra le mani

“Dai racconta!”, Dan guardò alle sue spalle, dove c'era lo sceriffo

“Non saprei come spiegartelo... lo specchio si è appannato, poi il freddo e la risata...”, non trovava le parole per descrivere ciò che le era successo

“Non stare a casa da sola se hai queste sensazioni!”, si era irrigidito ed era molto spaventato

“Si almeno evito di impazzire del tutto!”, sorrise

Dan si allontanò da lei e si diresse al tavolo di Rey che era seduto davanti ad un ragazzo, si lanciavano strani sguardi

“Quindi è lui che si dovrebbe occupare del caso?”

“Si Lui è Ryan Theron ci aiuterà fidati!”

“Dan è un piacere!”, era un ragazzo molto serio di bel aspetto, riusciva a conquistare la fiducia di tutti grazie al suo sorriso e hai suoi occhi verdi che trasmettevano sicurezza, almeno così dicevano

“Ma è un ragazzino!”, guardo verso Rey con uno sguardo di rimprovero

“Bé questo ragazzino lavora proprio con queste stranezze, lo faccio di professione come tu gestisci questo pub, solo che tutta la mia famiglia da quando sono cominciate queste cose lavora in questo campo, quindi sono generazioni, ed è tutta esperienza per me! Infatti sono il migliore! Se non vi sto bene posso anche andarmene, ho di meglio da fare!”, si alzò e si sistemò la giacca di pelle nera

“Aspetta non puoi lasciarci con questa cosa!”, guardo verso Dan cercando di farlo ragionare, “Andiamo, vuoi altri morti?”

“Meglio di niente... Spero solo che sai quello che fai!”, lo guardò indicando Maya

“Si, non preoccuparti, l'unico problema è che il bastardo non lascia tracce, quindi la nostra unica pista è quella ragazzina lì, che da quanto ho capito in pieno giorno ha avuto una visita!”, sorrise pensando che proprio lei era la donna mezza nuda vista poco prima, “Quindi, dovrò tenerla d'occhio, forse lei sarà la prossima e questa è già una cosa a nostro vantaggio, non pensate?”, aveva uno sguardo complice

“Stai scherzando vero?”, urlò Dan sbattendo le mani sul tavolo e facendo voltare tutti nel locale

“E' l'unico modo che abbiamo... Anche a me non piace la cosa, ma dobbiamo prenderlo a tutti i costi!”

“Esatto quindi lasciami lavorare!”, era cambiato anche nell'atteggiamento, era diventato spavaldo, aveva un aria di sfida

“Almeno avvertitela, povera piccola...”,

“No, anche a me si stringe il cuore ma cos'altro possiamo fare...”, Rey guardava il suo amico con occhi tristi, sapevano entrambi che dovevano fermare quel mostro.

Si sedettero tutti e tre e continuarono a parlare sempre a voce molto bassa.

Ryan non riusciva quasi a staccare gli occhi da Maya,lì sola, gli dispiaceva che proprio a lei fosse toccata quella sorte, la fissava, guardava le sue mani affusolate, gli occhi scuri, che si vedeva fossero immersi in un pensiero troppo difficile visto che le labbra erano contratte in una smorfia, simile a quelle di dolore, ogni dettaglio di lei lo faceva impazzire, anche il lento movimento della schiena mentre respirava, voleva sfiorarla, in quel momento avrebbe voluto abbracciarla stringerla forte a sé e tranquillizzarla, purtroppo non poteva, quello strano sentimento che si stava facendo largo dentro di lui doveva metterlo a tacere, sapeva fin troppo bene che provare qualcosa per una vittima non era ammesso nel suo lavoro, soprattutto visto l'alto tasso di mortalità che aveva riscontrato.

 

“Buonasera!”, Kelly fece capolino alle spalle di Maya

“Alla buon'ora!”, l'aveva come svegliata, si sentiva rintronata ancora

“Ho fatto il prima possibile, in quel negozio tutti avevano bisogno di me oggi!”, fiera di se stessa mentre lo diceva

“Immagino...!”, era sarcastica

“Simpatica come sempre vedo!”, si girò per cercare un tavolo, “Beviamo qualcosa e diamo inizio alla serata!”, si sedette al tavolo dietro i tre che stavano parlando, aveva notato il nuovo arrivato in città seduto con loro, essendo una cittadina piccola faceva molto scalpore, e le notizie su di lui iniziavano ad essere veramente tante.

Maya guardò l'amica e fece il giro del bancone per preparare due birre, poco dopo le mise sul vassoio insieme ad una ciotola di patatine e una di noccioline e si diresse verso il tavolo, evito i primi clienti e quando mancavano pochi passi per arrivare si fermò a guardare il ragazzo più bello che avesse mai visto, diventò immediatamente rossa, il suo viso quadrato con i lineamenti duri, quegli occhi verde smeraldo la ipnotizzarono, sapeva che se lui l'avesse guardata sarebbe potuta svenire per l'emozione, poi le labbra carnose così perfette che sembravano dipinte, era lì imbambolata quando lui si voltò si scambiarono uno sguardo, si persero entrambi l'una negli occhi dell'altro, sembravano come due ragazzini. Lui le sorrise timidamente e lei ricambiò, si sentiva andare a fuoco per quanto stesse arrossendo. D'un tratto si rese conto che era lì impalata da troppo, abbassò lo sguardo e giunse al tavolo di Kelly poggiando il vassoio, le ragazze si scambiarono un lungo sguardo d'intesa, presero le birre e mandarono giù un sorso, il campanello della cucina suonò e Dan dietro Maya a voce molto alta :

“Puoi andarli a prendere tu i piatti per favore?!”

Lei si voltò e annui, andò a prendere i piatti e quando capì che andavano al loro tavolo le venne quasi un mancamento, stavolta però non voleva comportarsi come prima, quindi fece un bel respiro e si avviò decisa verso il tavolo, man mano che si avvicinava sentiva il cuore battere sempre più forte, la fronte si stava riempiendo di sudore, sentiva già le goccioline scendergli sul collo, giunta al tavolo i tre si voltarono verso di lei, cercò in tutti i modi di non incrociare il suo sguardo:

“Per chi è il doppio cheeseburger con patatine?”,

“Mio grazie!”, Ryan le tolse il piatto dalle mani e cominciò immediatamente a mangiare

“Un insalata mista grande?”

“Per me, alla mia età devo pensare alla linea!”, Rey era serio si vedeva che era turbato

“Quindi questa mega porzione di alette è per te Dan!”, lo disse come un rimprovero

“Io non devo pensare alla linea!”, e le sorrise.

“Si certo come no! Bé buon appetito!”, fece per andarsene quando Rey le prese il braccio, si gelò immediatamente

“Ho saputo che stai a casa da sola... Ricordati di chiudere bene le porte!”, aveva un tono molto serio

“Cosa stai cercando di dirmi?”, aveva la pelle d'oca

“Solo per evitare disgrazie tutto qui!”

Dopo quella frase lei esplose: “Deve dirmi qualcosa, ho anche ad Amy ha detto la stessa cosa?”

“Ragazzina stai calma e modera il tono della voce!”, era alterato e non poco

“Mi calmerò quando deciderà di lasciarmi il braccio!”, era furiosa

“Lasciala!”, Ryan aveva uno sguardo inquietante e il tono della voce era freddo e distaccato,

Rey la lasciò immediatamente andare, ma non staccava gli occhi da lui, era come se stessero discutendo ma senza dirsi neanche una parola, alla fine abbassò lo sguardo guardando il suo piatto

“Ti ha fatto male?”, era preoccupato per lei

“No...”, Maya arrossì e abbassò immediatamente lo sguardo massaggiandosi con l'altra mano il punto in cui l'aveva stretta, “Sto bene grazie!”, cercò di sorridergli ma era troppo agitata

“Devi scusarlo è solo molto agitato ultimamente!”, lui fece un sorriso da togliere il fiato a chiunque, “Comunque mi Chiamo Ryan Theron piacere!”, le tese una mano continuando a sorridere

lei si sporse in avanti per stringere la sua mano, “Maya...”, Aveva la gola secca e le mancava il respiro senza dire nulla li superò e andò a sedersi davanti all'amica sorridendo come un idiota.

Lui avrebbe voluto continuare a parlarle ma era praticamente scappata, restò a fissare il punto dov'era finché non si senti gli occhi puntati addosso, si voltò a guardare Dan e Rey, e si appoggiò allo schienale per stare più comodo: “Qualche problema signori?”

“Lasciala perdere!”, Dan era molto serio

“Sono serio sul mio lavoro non si preoccupi!”

“La tua fama di sciupa femmine ti precede!”, Anche Rey aveva cambiato il tono

“Spero di non essermi fatto solo quella fama!”, rideva come un bambino

I tre continuarono a mangiare lasciando il discorso in sospeso.

La serata ormai era terminata le ragazze decisero di andare a casa, appena uscirono Kelly inondò di domande Maya

“Allora ho visto il tuo sguardo verso quel ragazzo ti piace vero?”

“No è molto attraente questo è vero... devo ammettere che ha un sorriso fantastico... Ma...”, tornò con la mente a Ryan e si ammutolì

“ Non dirmi che ti stai innamorando!”

“No ma che dici!”, sorrise mentre parcheggiava l'auto davanti casa sua

“Bé spero solo che tu abbia intenzione di conoscerlo meglio!”

“Si ci parlerò di più la prossima volta!”, la guardò sorridendo a denti stretti e spense il motore, “Ora andiamo!”, scesa dall'auto guardò verso la casa e rabbrividì

“Allora vuoi muoverti!”

“Eccomi!”, salì le scale e aprì la porta,

nella sua mente riaffiorò il ricordo della risata spettrale del pomeriggio cercò di scacciare il ricordo, prese una bottiglia di whisky con due bicchieri e iniziarono a bere e chiacchierare finché non si addormentarono nel salone, una su una poltrona singola e l'altra sdraiata sul divano.

Ryan tutta la notte non riuscì a togliersi il viso della ragazza dalla testa, doveva aiutarla non poteva lasciarla morire, forse avrebbe potuto addestrarla e farle conoscere il suo mondo, ma in così poco tempo come fare, se poi lei non le avesse creduto, o peggio avrebbe potuto aver paura di lui e questa cosa lo turbava molto, quindi continuò a scervellarsi per trovare una soluzione.

La mattina seguente Maya si svegliò, era ancora rintronata quindi preparò il caffè, salì di sopra e si spogliò gettando i vestiti a terra, si diede una rinfrescata in bagno, prese la maglietta con cui dormiva e scese di sotto, ormai il profumo del caffè aveva invaso tutta la casa, amava quell'odore, si riempì una tazza e uscì sulla veranda che dava sul mare, rannicchiandosi su una poltrona, il rumore delle onde e il profumo della brezza marina la inebriava, la rilassava molto ad un tratto vide un ragazzo fare jogging che si diresse nella casa affianco alla sua, entrando nel giardino si tolse la felpa con la maglietta fradicia e la getto su una sedia che stava li fuori, era Ryan a torso nudo, aveva ancora il fiatone, lei restò a guardarlo come se stesse ammirando una statua di qualche divinità greca, era perfetto, addominali scolpiti, bicipiti ben marcati e le spalle erano muscolose, non sapeva se avvicinarsi a salutarlo o restare lì ad ammirarlo, ci penso un po' e decise di restare lì. Lui si stava allenando duramente, quando ad un tratto si alzò e si voltò come se si fosse accorto di lei, con passo deciso si avvicinò allo steccato che divideva le case

“Buongiorno vicina!”, lui si appoggiò sulla recinzione sorridendo, aveva ancora il fiatone

“B-buongiorno!”, non se l'aspettava, decise di alzarsi per andargli incontro, “Vedo che ti alleni molto!”

“Si amo allenarmi! La mattina presto è il momento migliore”, lui si mise una mano sul petto

“Vedo vedo!”, in quel momento da vicino notò che aveva il corpo coperto di cicatrici, non si notavano molto,

“Quando vuoi allenarti con me sei la benvenuta!”, lui continuava a guardarla aveva la maglietta leggermente lunga che le copriva a malapena il sedere

lei se ne accorse e arrossì, cercò di allungarla il più possibile con le mani: “Ora devo rientrare se ti serve qualcosa puoi venire a bussare quando vuoi!”, lei si voltò cercando di non cadere su qualche sasso in giardino

“Hai delle belle gambe comunque non dovresti coprirle!”, sorrideva

“G-g-Grazie...”, corse dentro casa appoggiandosi alla porta e lasciandosi cadere a terra, il cuore le stava per uscire dal petto, alzò lo sguardo e la sua amica era lì davanti a lei che rideva di cuore, : “Non voglio che dici una parola!”, rideva anche lei, immaginava che la scena vista da fuori sarebbe dovuta essere alquanto simpatica.

Ryan fuori era rimasto imbambolato ripensando a Maya in pigiama, continuava a chiedersi perché le stava piacendo tanto e non trovava una spiegazione, lui era come aveva detto Rey, non si era mai affezionato a nessuna, mai una donna era riuscita a far breccia nel suo cuore, eppure quell'angelo lo stava cambiando. Non gli piaceva affatto ma doveva essere realistico, il solo pensiero che lei si sarebbe potuta fare del male lo mandava su tutte le furie, sbatte i pugni sullo steccato ferendosi una mano, era nervoso perché questa situazione non poteva controllarla, tornò dentro casa e si fasciò velocemente giusto per non sporcare la casa con il sangue. In quel momento si ricordo di un libro che conteneva la magia delle fate, nessuno era mai riuscito ad aprirlo da più di 3 secoli, ma forse la risposta poteva essere proprio lì dentro iniziò a cercarlo per tutto il giorno, chiamò anche un suo vecchio amico:

“Jensen amico mio da quanto tempo!”

“Ryan che onore come mai questa chiamata?”

“Sto cercando il libro delle fate ti ricordi per caso se me l'avevi ridato?”

“Amico certo che te l'ho restituito tanto non si apriva, ha un incantesimo troppo potente anche per uno stregone come me!”

“Giusto... Quindi sarà qui da qualche parte!”

“Cacciatore non cercare di aprirlo sai bene che nessuno sa cosa ci sia al suo interno! La magia delle fate è troppo potente non devi scherzarci!”

“Lo so ma forse lì dentro può esserci un incantesimo o qualcosa che possa aiutarmi a risolvere questo caso!”

“Hai trovato un osso duro finalmente!”

“No è solo un bastardo che nasconde bene le sue tracce, tu non hai per caso un incantesimo di protezione?”

“Quel fantasma è troppo forte, poi se non sappiamo bene che cos'è non posso inventarlo così, potrebbe ritorcertisi contro! Comunque continuo a chiedere in giro!”

“Grazie ti devo un favore!”, si fidava molto del suo amico

“Mi hai salvato la vita saremo pari sempre! A presto!”

Ryan attaccò continuando a cercare.

 

 

 

   
 
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