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Autore: katheDL    07/10/2015    0 recensioni
[Sequel di Bittersweet]
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Harry vuole dei bambini e Louis tranquilità.
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O dove Harry e Louis crescono i bambini alla loro maniera.
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Tutti i diritti e crediti a: 0NoName0 (Wattpad)
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Traduzione | Avvertimenti: Incompiuta
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—Allora, signori Style-...

 

—Tomlinson.—

 

La donna perfettamente vestita, allontanò il suo sguardo elegante dallo schermo del computer, per dirigerlo verso Louis, che giaceva seduto dall'altra parte della scrivania, anche lui guardandola.

 

—Allora, signori Styles— ripeté la signora, marcando la parola e facendo si che Louis stingesse le labbra —, vi trovate qui perché volete adottare un bambino.—

 

—Ovviamente.— disse di nuovo il castano.

 

Nel frattempo, Harry si guardava in giro vedendo quanto ben pulita e sistemata fosse lo studio della signora. Profumava a limone. Hellen si poteva leggere nel cartellino che portava.

 

—Bene— parlò di nuovo mentre sistemava i fogli sulla scrivania, ne prese alcuni ed iniziò a leggerli —: coniugi da quasi un anno e nove mesi, entrambi con lavori stabili e oh...— esclamò —, lei è un professore.—

 

—Esattamente— rispose Louis, mantenendo il suo sguardo fisso su Hellen.

 

—Ed insegna...?—

 

—Geografia e storia, già.—

 

—Capisco— continuò —, lei ha rimandato mia nipote, professor Louis.—

 

Il castano lampeggiò.

 

Lui aveva rimandato molte persone nella sua materia, doveva ricordarli tutti?

 

—Beh per qualcosa doveva essere stato— contrattaccò, alzando un sopracciglio.

 

—Ehhh...bambini!— esclamò Harry, dal niente, facendo si che le altre due persone della stanza lo guardassero —, dicevo, per questo siamo qui— sorrise, stringendo il ginocchio di Louis e questo se ne rese conto.

 

Conosceva troppo bene Harry (erano sposati, santo cielo!) e sapeva, che quando metteva una mano la sopra, era perché non doveva dire più niente.

 

Capiamoci; doveva tacere.

 

La donna guardò per un momento Harry per poi sistemarsi gli occhiali e alzarsi —seguitemi, per favore—

 

Il riccio sospirò, dato che per un momento pensò che per il comportamento di Louis, gli avrebbero cacciati senza permetterli di tornare mai più (e senza nessun bambino!).

 

Per fortuna, non successe.

 

Lentamente seguirono Hellen per i corridoi di quel posto, con il più basso dietro, sussurrandoli "come può assicurare che sono stato io? Ci sono molti Louis che insegnano geografia la fuori, può essere stato qualsiasi altro!"

 

Al quale lui rispondeva "si, piccolo, hai ragione, calmati".

 

—Signori Styles— Louis grugnì —, a seguire conoscerete vari dei bambini che teniamo nel sistema adottivo, non tutti, però proseguiremo se non trovaste l'indicato— informò la donna, davanti a una stanza.

 

Harry annuì, i suoi occhi verdi brillavano.

 

'Perché parla di loro come se fossero oggetti?' pensò Louis.

 

Ed Hellen aprì la porta.

 

C'erano vari bambini, di differenti età, e tutti li stavano guardando.

 

Alcuni erano felici.

 

Altri erano timidi.

 

E in più c'erano alcuni con gli occhi spaventati.

 

—Piccoli— parlò Hellen —, loro sono i signori Styles— indicò Harry e Louis —, e sono venuti ad adottare uno di voi. O forse due, non lo sappiamo— sorrise ai più piccini, che immediatamente si emozionarono.

 

Però Harry aveva un problema. Adesso non voleva portarne via solo un bambino.

 

Voleva portare via tutte le testoline che stavano nella stanza.

 

Una bambina con delle trecce fu la prima ad avvicinarsi a Louis, prendendolo per mano e guidandolo fino alla piccola casa di bambole che condivideva con altre tre bambine. Il maggiore rapidamente si adattò, iniziando a parlare con loro.

 

E intanto, Harry osservava tutta la stanza con il suo sguardo verde, rendendosi conto che non avevano l'attenzione di tutti i piccoletti.

 

C'era una bambina, con dei capelli ricci (molto, molto ricci!) che saltellava sopra un letto, mentre cantava Un amico in me, che li dava le spalle.

 

Decise di avvicinarsi, toccandoli la spalla per richiamare la sua attenzione —Hey ciao, io mi chiamo Harry— sorrise, con la comparsa delle sue fossette.

 

—Io mi chiamo Delilah!— sorrise la bambina. Aveva la pelle scura, lineamenti di origine africana e dei bellissimi occhi azzurri, quasi uguali a quelli del suo Louis.

 

—É un bellissimo nome!— esclamò, e la piccolina sorrise ancora di più —, e dimmi Delilah, quanti anni hai?—

 

La bambina gli mostrò la sua mano aperta.

 

—Cinque?—

 

—Yep, già sono una grande bambina!—

 

—Lo vedo— rise —, e vai a scuola?—

 

—La signorina Hellen mi porta al kinder e li...faccio cose con i blocchi colorati!—

 

—Davvero? È magnifico!—

 

Delilah stava per rispondere, però la sua attenzione si spostò verso lo strano uomo che era arrivato insieme al signor Harry, aveva un occhio nero!

 

—Oh Dio, Louis! Che ti è successo??— esclamò Harry, la bambina gli guardava.

 

—Un bambino mi ha lanciato la sua macchinetta in faccia ed ecco il risultato— indicò il suo occhio, un sorriso sarcastico sul suo viso.

 

—Io posso aiutare!— disse Delilah, e per la prima volta, Louis la guardò. La piccola andò sotto il letto, a quanto pare cercava qualcosa —eccolo qui!— disse di nuovo e dette l'oggetto incontrato al liscio —, è una benda. Di un pirata, cosi non vedranno il tuo occhietto mal ridotto e ti sentirai meglio!— sorrise —. In più puoi essere un pirata!—

 

—Questo è molto dolce da parte tua— parlò di nuovo Harry —, e bene, Delilah, lui è Louis. Louis, lei è Delilah.—

 

—Louis è un tuo amico, Harry?— domandò la piccola, guardandolo.

 

—Oh...beh...ti posso dire un segreto?— chiese a bassa voce il riccio. La bambina annuì rapidamente —, okay, il segreto è che...Louis è più che un amico...— sussurrò nell'orecchio di Delilah, la quale spalancò gli occhi, sorpresa.

 

—Oh! Allora lui è il tuo principe?— domandò, guardando attentamente Harry.

 

—A cosa ti riferisci, Delilah?— la interrogó Louis, sedendosi in quel letto, lasciando la bambina in mezzo.

 

—In tv...dicono che le principesse sempre si sposano con i principi...— iniziò —, però la signorina Hellen ci insegna che...alcune volte, le principesse...si sposano con le principesse, e i principi con altri principi!— disse. I suoi occhi erano pieni di emozione —, delle principesse sono già venute insieme, però mai dei principi! E siete questi, vero? Principi...che si sono sposati perché si amano...tanto!— concluse con un sorriso e le sue braccia alzate.

 

A questo punto, Delilah si era guadagnata il cuore di Harry tanto come quello di Louis.

 

—Si...infatti questi siamo— mormorò Harry, guardando la piccoletta con un sorriso.

 

—Lo sapevo!—

 

—Hey, Delilah, ti piacerebbe venire a casa con me ed Harry?— chiese Louis —, vivere con noi, che ne dici?—

 

La bambina sorrise, prendendo le guance di Louis e scontrando i loro nasi —Mi piacerebbe!— sussurrò —, e i tuoi occhi sono molto belli, azzurri, come i miei!—

 

—Si, come i tuoi...— mormorò, con un sorriso.

 

—Oh, vedo che già avete conosciuto Delilah— commentò Hellen, arrivando verso di loro.

 

—Signorina Hellen!— esclamò la bambina, avvicinandosi e abbracciando la donna.

 

—Quindi, è deciso?— chiese lei, accarezzando i capelli ricci della piccola.

 

La coppia si scambiò degli sguardi ed Harry parlò —, si. Adotteremo Delilah.

 

—Davvero?!— squittì la bambina, allontanandosi dalla signorina, andando verso di loro, cercando di abbracciarli.

 

—Si, si, certamente!— rispose il riccio, prendendola in braccio —, hey, hey, calma— rilasciò una risata.

 

—Eccellente— parlò di nuovo Hellen —, adesso, seguitemi.—

 

—Però voglio continuare a parlare con loro!— replicò Delilah, prendendo il braccio di Louis, che aveva l'intenzione si alzarsi.

 

—Avrai molto tempo per parlare con loro quando ritorneranno, domani—

 

—Però...tornerete vero?— parlò, ancora stringendo il braccio di Louis. Il suo faccino era triste.

 

—Ovviamente che torneremo— rispose il castano —, non ti preoccupare—

 

—Promettetelo!—

 

—Lo promettiamo— le sorrise Harry, per dopo lasciarla di nuovo sul letto e uscire insieme ad Hellen.

 

—Che le è successo nell'occhio? Se mi permette chiederglielo— domandò la donna, una volta che si trovarono nei corridoi di nuovo.

 

—Un bambino selvaggio mi ha lanciato la sua macchinetta in faccia— li rispose Louis con poca voglia.

 

—Oh...per qualcosa doveva essere stato— rilascio una risata che fece solo si che il castano stringesse i suoi pugni.

 

Tuttavia, non disse niente. La mano di Harry riposava sopra la sua spalla.

 

Thè.

 

Harry era come una tazza di thè.

 

Uguale a un tranquillizzante.

 

—Come voi dovreste sapere— iniziò Hellen, di nuovo nel suo ufficio —, il sistema di adozione è molto complicato. Dovrete venire due o tre volte a settimana per convivere con la bambina in questione, dovrete portare anche certi documenti richiesti. Il procedimento può richiedere mesi.—

 

—Lo capiamo, e, siamo disposti a fare ciò che si richiede— parlò Louis —, vogliamo portare Delilah a casa nostra.—

 

—Bene— si sistemò gli occhiali —, grazie mille per dare a Delilah una casa dove vivere e speriamo che questo processo finisca il più velocemente possibile.—

 

—Credo che...noi dovremmo ringraziare voi— iniziò Harry, facendo si che Louis lo guardasse con il suo tipico sguardo "Ma che cazzo, Styles?˝, e tuttavia, continuò —per darci l'opportunità di...sapete, poterla adottare.—

 

E per la prima volta nella giornata, Hellen sorrise sinceramente.

 

Cosa che spaventò Louis.

 

----------------------

 

E come Harry aveva promesso alla bambina, tornarono il giorno dopo, e quello dopo ancora.

 

Andavano tre volte a settimana (alcune volte quattro, per il capriccio del riccio) durante sei mesi fino a quando, un pomeriggio, giusto poco prima che andassero all'orfanotrofio, Harry ricevette una chiamata.

 

Era Hellen.

 

—Signor Styles, mi piacerebbe comunicarli qualcosa prima che venga— parlò la signora.

 

—Oh certo, è successo qualcosa?— domandò, per metà poco interessato e metà preoccupato. Louis lo stava guardando dalla cucina.

 

—E' gratificante dirle che ufficialmente la richiesta è stata completata, e può portare Delilah a casa.—

 

Harry urlò.

 

Letteralmente.

 

Lanciò il telefono e rapidamente andò verso Louis, abbracciandolo con forza.

 

—Oh Cristo, chi è morto?— chiese Louis, sentendo l'animato abbraccio di suo marito —, per favore dimmi che è Hellen.—

 

Il riccio rise, con gli suoi occhi umidi —, no, è...è Delilah!—

 

—Delilah è morta?!—

 

—No!— rise di nuovo —. Possiamo portarla a casa, Lou! Ufficialmente siamo diventati genitori!—

 

E Louis rimase in silenzio.

 

Analizzando.

 

Cercando di sapere cosa dire.

 

—Quindi...questo significa addio al mio sogno di adottare un gatto—disse, con i suoi occhi ancora mostranti sorpresa però con un sorriso stampato in faccia.

 

E dopo quello, beh, Harry trascinò Louis fino all'auto per andare a prendere la, loro, bambina.

 

—Signor Styles...? È ancora in linea...?

 

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—Allora Delilah, pronta per accompagnare i tuoi, ufficiali, genitori??— domandò Hellen con un sorriso intenerito. Harry e Louis si trovavano al suo lato, e la bambina davanti ai tre adulti.

 

Delilah aveva i capelli raccolti e uno zaino sulle spalle.

 

I suoi occhi, mostravano emozione e felicità, tuttavia, quello che disse lasciò più che confusi gli altri.

 

—Non voglio andare.—

 

Louis ed Hellen si sorpresero.

 

Ed a Harry quasi venne un infarto.

 

—Per...perché no, Delilah?—domandò Louis, abbassandosi all'altezza della piccola —, puoi dircelo—

 

La piccola ci pensò un attimo, però alla fine rispose —, non posso lasciare solo Winnie.—

 

Hellen, con quello, aveva già capito la situazione, ma Louis parlò prima di lei.

 

—Possiamo portare anche Winnie a casa, sai?—

 

—Davvero?—chiese la bambina con aria speranzosa.

 

—Signor Styles, non credo che voi lo sappiate, per-...

 

—Certamente! Perché non vai a prenderlo? Harry ed io ti aspettiamo qui— concluse sorridendo una volta che la bambina se ne andò correndo verso la sua stanza.

 

—Signor Styles— disse di nuovo la donna —, credo che voi non lo sappiate, però "Winnie" è-...

 

—Il suo amico immaginario? Ovvio che lo so.—

 

—No, signore, credo che non mi stia capendo.—

 

—Cosa non capisco, secondo lei?—

 

—Beh che-...

 

—Louis— gli interruppe Harry —, Winnie non è il suo amico immaginario—

 

—Perché lo dici?— chiese, al quale il riccio gli fece un segno per farlo voltare.

 

Delilah stava venendo e teneva per mano un bambino, con i capelli rossi, che camminava con difficoltà. Non sembrava che avesse più di un anno.

 

—Signori Styles, lui e Winston, anche se Delilah lo chiama "Winnie"— disse la donna prendendo in braccio il bambino.

 

—Oh...

 

-----------------------

 

—Sono arrivati insieme non so quanti mesi fa. Delilah crede che è suo fratello perché compiono gli anni lo stesso giorno— spiegò Hellen, una volta essere tornati nel suo ufficio. I bambini pure si trovavano la, giocando, ignari di tutto.

 

—E Delilah non se ne andrà senza Winston...— mormorò Harry, guardando Louis. Questa era stato zitto.

 

Troppo zitto.

 

—Magari...potremmo...— iniziò il riccio, però fu interrotto dallo stesso Louis.

 

—Adotteremo anche Winston.—

 

—Cosa?—

 

—Sul serio?— domandò la donna, guardandolo attentamente.

 

—Louis— sussurrò Harry —, non credo che dovremmo...per di più, i sol-...

 

—Non venirmi a parlare di soldi— replicò l'interpellato, sussurrando anche lui —, che tu, signorino, hai aperto un conto di risparmio dopo il nostro matrimonio, dove hai depositato dei soldi in questi anni. E dubito molto che sia per un altro viaggio a Disneyland.—

 

—Beh...era una sorpresa...—

 

—Avete finito?— domandò la donna, guardandoli con stanchezza.

 

—Ehm...si, adotteremo anche Winston— iniziò il castano —, Delilah sarebbe molto triste se andasse via e lasciasse il povero Winnie qui. In più dubito che anche a lui non mancherà. Una parte di me...ha sempre voluto un bambino—fini sussurrando.

 

—Perfetto— annuì la signora —, aspettate qui un attimo, per favore—disse e uscì dall'ufficio.

 

—Dove andrà?—

 

—Non lo so, probabilmente a mangiare un anima innocente per continuare a vivere.—

 

—Louis...—

 

—Quindi, Winnie!— lo chiamò, ignorando il borbottio del riccio. Il bambino lo guardò.

 

Aveva gli occhi verdi.

 

E lentiggini.

 

Lentiggini.

 

—Winnie ancora non sa parlare— disse Delilah.

 

—Lo vedo...— mormorò il castano —, allora bisogna insegnarglielo—

 

—Si!—

 

—Bene, Winnie— Louis si alzò dalla sedia, solo per sedersi nel pavimento, con i bambini —, bisogna iniziare la tua lezione—

 

E durante la seguente ora e mezza, Harry si dedicò ad osservare come Louis cercasse di insegnare a un bambino di probabilmente undici mesi a parlare.

 

Ottenendo solo schiaffetti da lui stesso.

 

Il quale era adorabile perché le mani di Winnie erano molto, molto piccoline.

 

—Signori Styles— li chiamò Hellen, tornando di nuovo nella stanza —, felicitazioni, potete portarvi a casa sia Delilah che Winston.

 

—Che cosa?—Harry aggrottò le sopracciglia —, cosi? Così facilmente?

 

—Non chiedere—sussurrò Louis —, solo prendi il bambino e usciamo da qui correndo...—

 

La signora tossì, facendo si che la coppia di nuovo riportasse la loro attenzione su di lei —vorrei dire che, forse, e solo forse, io vi abbia aiutato un pochino...— rise e Louis rabbrividì —cosicché, se vi piacerebbe passare per i moduli paternali del piccolo Winston, siete liberi di farlo.—

 

—Oh Dio— esclamò Harry

 

—Grazie mille, davvero— ringraziò, mentre si alzava e prendeva in braccio Winnie (questo cominciò a tirarli i capelli ma non disse niente).

 

—Non c'è di che...—

 

—Bene, io...pure voglio ringraziarvi— iniziò Louis, mentre prendeva la manina di Delilah —, e mi scusi se alcune volte ho pensato che lei era un demonio che si alimentava delle anime dei bambini di qui—

 

—Scusi...?—

 

—Addio!—

 

E Louis uscì da li, seguito da un Harry rosso in viso.

 

—E adesso?— chiese Delilah, una volta in macchina.

 

—Cosa "e adesso"?— rispose con un'altra domanda Louis, girandosi per vederla dal sedile del passeggero.

 

—Non so. Non mi avevano mai adottato—

 

—Io neanche. Non avevo mai adottato.—

 

E fu li, dove senza preavviso, il piccolo Winnie rilasciò una risata.

 

Aveva riso, molto divertito.

 

Cosa che fece sorridere Harry —, beh, sapete una cosa? Io ho un buon presentimento.—

 

—Davvero?— chiese Louis, anche lui sorridente.

 

—Certamente—

 

—Oh!— esclamò Delilah —, sembra che Winnie abbia fatto la popò!—

 

—...che bel presentimento Harry—

 

Okay, almeno adesso sapevano perché era scoppiato a ridere.

 

 

***

 

Ieri mi mancavano dieci righe per terminare ma il sonno ha vinto...ma eccomi e se state leggendo questo spazio autrice vorrei informarvi che questa storia non è aggiornata dal passato 5 agosto, 0NoName0 non ha più continuato dopo questo capitolo.

Se dovesse aggiornare naturalmente lo saprete, perciò aspettiamo insieme!

Per contemplare questo vuoto adesso mentre pubblico questo aggiornamento un'altra autrice mi ha dato il permesso di pubblicare la sua storia. Si chiama "Parallelo" ed è l'opposto di questa, non vi dico niente, solo...correte a leggerla! xx.

  
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