Titolo: Oath
Fandom: One Piece (©Eichiro Oda).
Personaggi\Coppia: Sanji, Mugiwara, Sanji\Nami.
Rating: giallo.
Genere: nonsense, introspettivo.
Riassunto: E Sanji -certo che lo sa, Sanji,
che lei non è così. Come potrebbe non saperlo lui che sempre l'ha osservata,
lui che da sempre l'ha amata, lui che di lei conosce ogni gesto ed ogni respiro
ed ogni dettaglio e ogni pregio e ogni bruttezza?
Note: ATTENZIONE. E' ambientata
successivamente ad un ipotetico sviluppo del manga in cui Sanji è scoperto essere il principe di un qualche regno, un
nobile o boh. Può sembrarvi un po' nonsense perché l'ho immaginata nell'ambito
di determinate circostanze che non sono spiegate nella fanfic.
Tenterò di chiarire almeno qualcosa nell'angolo autore :3
Raccolta, probabile spoiler! nei
prossimi capitoli. Rating, lunghezza, genere ed avvertimenti variabili.
[One shot, 685 words]
My lovely idiotic chef, my freaking beautiful
lady.
22. Oath.
"Perché
non ce l'hai mai detto?"
Non
c'è accusa. Solo qualcosa di più sottile, rassegnazione, forse, delusione
addirittura.
Un
sospiro. La sigaretta crepita quando viene spenta sul legno della balconata.
"Che
differenza avrebbe fatto saperlo? Quella persona non sono più io. Non lo sono
più da tempo"
Lei
non risponde. Stringe le mani sul parapetto, sente le schegge di legno che le
feriscono le dita. Lui le sta ad un soffio, in piedi con gli occhi proiettati nel
mare di stelle, ma appare più lontano di quanto non sia mai stato.
"...certo
che avrebbe fatto la differenza. Ti avremmo aiutato. Ti avremmo capito. Non
avresti più dovuto nasconderti. Non da noi!"
Si
gira a fronteggiarlo, aspettandosi d'incontrare la dolcezza dei suoi occhi. Ma
non la trova. Non stavolta.
"Certo
che per te avrebbe fatto la differenza. Non è così? Mi avresti guardato con
altri occhi fin da subito se avessi saputo delle mie origini. Se avessi saputo
che sono un principe. Non è così, Nami-san? Forse
sarei stato degno delle tue attenzioni allora?" La voce viene fuori aspra,
arida, come una coltellata. "...beh, non è questo che volevo. Non è così
che volevo averti".
Lei
non reagisce con la solita veemenza. "Io
non sono così. Tu lo sai. Lo so che lo sai! Non lo pensi davvero."
Cerca
i suoi occhi e, stavolta, s'imbatte nel barlume di dolcezza che aspettava. Ha
avuto ragione. L'amore è sempre lì, nascosto sul fondo di quegli occhi.
E Sanji -certo che lo
sa, Sanji, che lei non è così. Come potrebbe non
saperlo lui che sempre l'ha osservata, lui che da sempre l'ha amata, lui che di
lei conosce ogni gesto ed ogni respiro ed ogni dettaglio e ogni pregio e ogni
bruttezza?
La
guarda negli occhi e spera lo capisca. Che il suo sguardo avido di comprensione
le dica "certo che lo so, certo che non sei così, sono io ad essere
talmente miserabile da essermi nascosto dietro questa convinzione. Di aver
pensato che non ti avrei conosciuta per come sei davvero se tu avessi saputo
chi sono."
Lei
non dice nulla, ma è dal modo in cui infine abbassa le spalle e si lascia
sfuggire un piccolo sorriso che sa che l'ha capito. E' così sveglia, la sua bella Nami, così acuta e intelligente. Non c'è da dubitare che la
ami così tanto. Che abbia trascorso giorni infinti e notti insonni e sprecato
ore e speso pensieri solo per lei.
I capelli aranciati sono sparsi sul viso e sulle
spalle dal vento della sera quando si gira a fronteggiarlo, e c'è tutto il cielo che le brucia negli
occhi e tutto il mare che risplende
sul fondo, fiero, in tempesta.
"...Ascoltami
bene. Tu sei tu. Non avrei mai potuto pensare a te in altro modo. Non m'importa
se sei il principe di un regno lontano".
"...lo
pensi sul serio? Anche se sono un principe senza alcuna ricchezza?"
Una
risata. Nami fa un passo avanti verso di lui, vede
riflesse le stelle che gli danzano negli occhi.
"Non
ho bisogno di alcuna ricchezza. Se non una".
Dolci
e brevi note di una canzone giungono da lontano. Brook
sta suonando, forse, là fuori da qualche parte.
Nami tende una mano verso la giacca
di lui. Accarezza la stoffa ruvida, sfila con le dita il pacchetto di sigarette
dal taschino. Può sentire il suo respiro che si fa più forte.
"Promettimi
una cosa. Puoi essere il re di tutti i regni che vuoi, ma", prende tra le
mani una sigaretta e gliela sistema tra labbra. "E' solo di me che sarai il principe. Non servirai
nessun'altra".
Ride,
Sanji. "Ma Nami-san.
Un principe non serve nessuno".
"Oh.
Osi contraddirmi?"
Si
avvicina fino a sfiorargli il viso col suo. E' tanto vicina che Sanji può contare i capelli che le ornano le guance.
"Non
oserei mai. E' un patto?"
Per
tutta risposta anche lei s'infila una sigaretta tra le labbra. Prende i
fiammiferi, l'accende. Poi si china verso di lui, piano, fino a che le due
sigarette non si toccano. Un sottile filo di fumo si propaga da entrambe.
"E'
un patto".
Angolo
autrice.
Allooooora. Urge una spiegazione. Come vi ho già accennato
sopra, ho immaginato un Sanji principe finalmente
rivelato a tutti ed una Nami che tenta di approcciarsi
alla cosa. E' delusa dal fatto che lui non abbia mai rivelato al resto della
ciurma delle sue vere origini, e d'altro canto Sanji
si sente miserabile ad aver pensato che Nami avrebbe
potuto apprezzarlo diversamente solo a causa del suo lignaggio. E' da tanto che
immaginavo una scena così, visto che nella mia testa Sanji
è sempre stato una specie di principe perduto, ma (SPOILER!!!!!) gli ultimi
sviluppi del manga mi hanno dato da pensare particolarmente ed ora credo ancora
di più alla mia teoria.
Ho usato uno stile particolare, lo so, ma stavolta mi andava così
X°° non sono neppure sicura di essere scivolata nell'OOC o nel nonsense, non
m'interessava neppure evitarlo, ho scritto di getto e basta. E' una serata un
po' così e come dico sempre, "quando sono giù ho bisogno di Sanji, e quando penso tantissimo a Sanji
vengono fuori le Sa\Nami". (Sopratutto le SaNami con Nami possessiva. Ma
possessiva di brutto. Vai Nami, rivendica il tuo
uomo!)
Grazie a questi due ed in particolare al mio biondino del cuore
per farmi sempre compagnia in momenti del genere, ormai da anni ed anni ♥