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Autore: Urdi    16/02/2009    3 recensioni
Presumibilmente una raccolta, ma in realtà è una fic unica. Potete leggere ogni capitolo singolarmente, oppure tutti insieme a seconda anche dei personaggi che preferite (se la leggete tutta potrebbe sembrarvi un po' una telenovela in effetti, ma concedetemelo). Anyway la storia si basa principalmente sulle relazioni tra gli "adulti" (ma anche gli adolescenti non mancheranno!) di Naruto in un ipotetico Giappone moderno.
11^flash: KakashiYamato - E dai...
“Tenzo…” mormorò Kakashi tra un bacio e una carezza, cercando di mettersi seduto, ma l’altro gli premette una mano sul petto scoperto, tirando via con l’altra, di malo modo, un pezzo di camicia.
“Che c’è?”
“Dovremmo andar… - un attimo di pausa non appena avvertì la cintura sfilarsi dai passanti dei jeans - … Niente, chissenefrega!”

10^flash: KakaIta, ItaIno, KakaIno - Mercy Overdose [ Prima classificata al Kakashi and numbers contest indetto da Bravesoul]
9^flash: YamaAnko - Asistolia
8^flash: OroAnko - Vuoto e sangue (in polvere)
7^flash: KakaRin - Accetti o ignori? [Prima classificata al "Chat contest" indetto da Iaia]
6^flash: YamatoTayuya - Noia, io la tua ex la strozzerei
5^flash: ZetsuAnko – Fame rossa d’abbandono [Prima classificata allo ZetsuConest di NekoRika e Happyaku]
4^flash: KakaYama – Ricordi amari di liquori
3^flash: OroAnko – Spire [Seconda classificata e premio Miglior attinenza al tema al contest “Orochimaru’s Pairing” di Compagniescu]
2^flash: AsuKure - KakaKure - YamaAnko – KakaYama– Strage di San Valentino [Terza classificata e Premio Originalità alla 5^edizione del contest “2weeks” di Kurenai88]
1^flash: Yamato-Tayuya – Di noia, cotte ed altre sostanze [Prima classificata alla 4^ edizione del contest “2weeks” di Kurenai88]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Altri, Anko Mitarashi, Kakashi Hatake, Kurenai Yuhi | Coppie: Tenzo/Yamato
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Di noia, cotte e altre sostanze'
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Carissimi!Eccomi qui con la fanfic che ha partecipato al contest 2 weeks 5^ edizione indetto da Kurenai88, classificandosi Terza + premio originalità^_^. Ordunque, inauguro ufficialmente questa raccolta, quindi preparatevi a trovare qualunque cosa "qui dentro". Questa volta spazio ai personaggi di Anko, Kurenai, Kakashi, Tenzo ed Asuma, sappiate che li amo, così come amo i jonin, quindi li vedrete spesso in compagnia di Genma, Raido ecc. :)
La shot che sta per cominciare (manco fosse un film XD) rappresenta uno spezzone di vita un po' rocambolesco, ma siccome ci sono delle cose che vanno chiarite (ovvero degli avvenimenti di cui accenno, ma che non sono stati approfonditi), sappiate che verranno tutti analizzati in altre fics che aggiungerò in modo assolutamente casuale. Saranno precedenti e future a queste e i personaggi si intrecceranno bene o male tutti, insomma... un vero delirio (E YamatoTayuya si rivedranno insieme più volte :) ). Per chi la legge tutta lo sarà particolarmente, per chi invece la legge a capitoli separati scegliendo solo quelli con la coppia favorita, forse lo sarà un po' meno XD Uh, scusate, non l'avevo detto e, in realtà, non era poi così previsto, ma... c'è dello yaoi... u_u scusatemi. Ma bando alle ciance e andiamo a questa:



Di noia, cotte ed altre sostanze
di Urdi

Strage di San Valentino
[3447 parole]





"Osgood, voglio essere leale con te: non possiamo sposarci affatto!"
"Perché no?"
"Beh, in primo luogo non sono una bionda naturale."
"Non mi importa."
"...e fumo...fumo come un turco!"
"Non mi interessa!"
"Ho un passato burrascoso, per più di tre anni ho vissuto con un sassofonista!"
"Ti perdono."
"Non potrò mai avere bambini!"
"Ne adotteremo qualcuno..."
"Oh, ma non capisci proprio niente Osgood!!! SONO UN UOMO!!!"


"Beh...nessuno è perfetto."




L’oliva ondeggiava piano sul fondo del bicchiere, quasi volesse mostrare quanto era avvolgente quel Martini Cocktail.
Come sarebbe stato bello e semplice affondare abbracciati al gin in compagnia di un’oliva…!
A quel pensiero la ragazza si maledì, lanciando uno sguardo all’orologio da polso, vedendolo tremolare sotto lo sguardo lucido.
Aveva bevuto decisamente troppo…




Kurenai entrò in cucina ancora assonnata, lo sguardo spento e i capelli arruffati. Indossava un pigiama color confetto. Si sedette sullo sgabello ed allungò una mano alla ricerca di un mug.
“Buongiorno.” Sorrise Kakashi, osservandola divertito.
“’giorno…” bofonchiò lei in risposta, affondando il cucchiaino nel caffé.
“Come ti senti?” azzardò l’amico.
La donna abbassò lo sguardo sulla tazza ed afferrò un biscotto.
“Come una che al settimo mese di gravidanza è fuggita dall’altare il giorno del suo matrimonio ed ora vive di nascosto da un amico del suo ex-fidanzato.”
Il sorriso di Kakashi si ampliò.
“Ottima sintesi.”
“Grazie, è uno dei miei pregi.” Annuì Kurenai sgranocchiando la pastafrolla.
Calò un silenzio leggero, rotto solo dal fruscio della carta del giornale che l’uomo stava leggendo.
“Mi dispiace disturbarti.” Aggiunse ad un tratto la mora, allungando lo sguardo su una notizia di cronaca.
L’altro scrollò le spalle e mormorò un “Ma figurati, nessun problema.” Troppo preso dai risultati della partita.
“Chissà se Anko è arrabbiata... Mi dispiace, ma non ho per niente voglia di chiamarla.”
“Non sentirti in colpa e prenditi il tempo che ti serve.- Kakashi chiuse il quotidiano - E con questa ho finito le banalità del giorno.”
Kurenai abbozzò un sorriso.
“E’ banale, ma hai ragione. E poi… sono le 9, per Anko è l’ora del sesso selvaggio sul tavolo della cucina, per ora dovrebbe essere distratta. Grazie mille Tenzo…” ma non appena si rese conto di ciò che aveva detto, la donna si portò una mano alle labbra, scrutando l’espressione tesa dell’amico.
“Oops… scusami Kakashi…”
Lui scrollò le spalle di nuovo.
“Non fa niente. – si alzò ed afferrò il cappotto scuro che teneva accanto a sé sul tavolo – Vado, hai bisogno di qualcosa?”
La ragazza dai capelli scuri guardò l’altro rammaricata, poi scosse leggermente la testa.
“No, grazie.”
Lui annuì, ed uscì.
Kurenai allora si appropriò del giornale, per nulla intenzionata ad avvisare la coinquilina Anko su dove si trovasse da un paio di giorni.
“Toh: 14 Febbraio…San Valentino.”
/Auguri Asuma./


“Io… io non ho parole.”
Tenzo abbassò lo sguardo passandosi una mano sulla nuca.
“An, calmati un secondo: è un’ora che urli.”
La donna, le mani sui fianchi, lo fissò come se fosse un alieno.
“Razza di stronzo menefreghista…” sibilò gelida.
“Mi dispiace moltissimo An…” fu l’unica cosa che riuscì a dire, perché quando alzò lo sguardo la vide sull’orlo del pianto. Sì sentì davvero malissimo nel vederla così, lei che non piangeva mai ora lo stava facendo per lui. Per la loro relazione che si stava sgretolando pezzo per pezzo. Ma, sussurrò puntigliosa una vocina nella mente del ragazzo, a voler essere pignoli aveva iniziato a disgregarsi molto prima.
La donna si voltò dall’altra per non farsi vedere in lacrime, ma lui si avvicinò istintivamente per abbracciarla.
“Lasciami stare e vedi di andare a fare in culo!” sbottò lei spingendolo di malo modo e asciugandosi il naso con il dorso della mano.
Tenzo, mortificato la guardò chiudersi nel bagno.
“Cazzo…” mormorò.
“Avresti potuto dirmelo! Avresti potuto farlo un milione di volte in questi anni, invece hai continuato ad illudermi. Se permetti Tenzo: Vaffanculo e restaci!”
“Non ti ho illuso, lo sai benissimo, ma tu devi sempre pensare a te stessa e credere che il mondo ti giri intorno perché sei la regina del cinismo e dell’egocentrismo!” sbottò in risposta il ragazzo infilandosi il maglione.
“Fottiti! Tu e quell’altro stronzo frocio di merda! Vi odio, andate a fanculo!”
“Non sai rispondere con altro?!”
“Ho tutto il diritto di essere incazzata, quando il mio ragazzo mentre lo stiamo facendo se ne esce con un ‘ Anko, perdonami…non ce la faccio più ad andare avanti così’. E’ patetico, e fa schifo e… Dio… Ti prego, vattene, esci da questa casa e lasciami stare!”
Il ragazzo si avvicinò alla porta del bagno e la fissò mortificato.
“Lo so che ho… ho sbagliato a dirlo così, ma è semplicemente uscito. Non so come. Ti chiedo scusa, ma…niente.”
“Ecco, taci. Non voglio sentire le tue scuse, ti rendono ancora più patetico e fanno sentire me un’idiota. Vai via…”
Tenzo accarezzò la superficie della porta.
“Ten… ti prego…” e la sentì singhiozzare.
Poteva quasi immaginarla accucciata tra la vasca e il lavandino.
Il moro allora si voltò, prese la sua giacca ed uscì al freddo dell’inverno.



Quando suonò il campanello Kurenai fu indecisa sul da farsi.
Alzò lo sguardo verso la porta, oltre la spalliera del divano su cui era sprofondata assieme ad una vasca di gelato, prima di decidersi ad andare a vedere.
“Kakashi, cazzo, vedi di essere in casa o ti ammazzo!”
La voce che proveniva dal pianerottolo Kurenai la conosceva bene: sbirciò dallo spioncino per sincerarsi che fosse davvero lui ed aprì lentamente la porta.
Tenzo spalancò gli occhi per la sorpresa.
“Kurenai…”
“Ciao Ten. Kakashi è uscito poco fa, mi dispiace.“ mormorò afflitta.
Il moro aggrottò le sopracciglia.
“Kure…che ci fai qui? – poi lui parve realizzare – Lo sai che nessuno sa dove cavolo sei finita dopo l’altro giorno?! Asuma è fuori di testa!”
La ragazza entrò in casa, scalza, indifferente a quelle parole.
“Lo so, ma ho bisogno di un po’ di tranquillità. Ten, non ho voglia di parlarne, quindi se vuoi… e poi tu non eri da Anko?”
Lui alzò lo sguardo al cielo.
“Sì…c’ero, prima che mi cacciasse fuori di casa.”
Kurenai spalancò gli occhi sorpresa, il cucchiaio in bocca.
“Ho…ho fatto un po’ una cazzata.”
“Se ti ha cacciato era più di una cazzata.”
“Le ho detto di Kakashi.”
Kurenai a momenti si strozzò con il gelato.
“Le hai detto cosa? – poi, recuperato un fazzolettino per pulirsi le labbra, si rese conto che qualcosa non le quadrava: - Un momento… di Kakashi… tu e Kakashi… di nuovo?”
Tenzo abbassò lo sguardo colpevole.
“Credevo aveste smesso di frequentarvi qualche anno fa.”esclamò la donna sinceramente sorpresa.
“Di fatto sì… Ma circa un paio di mesi fa… boh, non so dirti nemmeno io com’è andata. Però lo abbiamo sempre saputo che c’era qualcosa e quel qualcosa è uscito. Di nuovo. E non siamo riusciti a fermarlo.”
La donna alzò lo sguardo al cielo.
“E tu per due mesi… che stronzo!” e con questo gli diede uno scappellotto dietro la nuca.
“Lo so, sono un deficiente, ma non me la sentivo di lasciare Anko per qualcosa che non ha neppure un nome.”
A quella frase a Tenzo arrivò un altro scappellotto.
“Ehi!”
“Non cercare di giustificarti in questo modo patetico.”
“Me lo hanno già detto oggi, non rigirare il coltello nella piaga.”
“E con Kakashi come sei rimasto? Trombate ogni tanto per sfogarvi insieme?”
“Kurenai…- Tenzo alzò lo sguardo, serio, ma non in imbarazzo - …Non siamo rimasti a nulla, lo sai com’è lui. E’ uno che non si lega alle persone facilmente e questa nostra… cosa… non possiamo definirla relazione. Ed ha ragione. Non può.”
La donna, che faceva dondolare una gamba oltre il bracciolo del divano lo guardò, leccando il gelato dal dorso del cucchiaio.
“Perché non può?”
E lì Tenzo non seppe come rispondere.
“Siamo due uomini.”
“E quindi?”
“E quindi… non possiamo avere una relazione.”
“Vi preoccupa la società?”
“Anche… ma dove cazzo vuoi arrivare?”
“Voglio arrivare al punto in cui mi dici la verità. Perché io l’ho capita ed anche voi, ma siete così ostinati da rasentare l’ottusità fatta a persona e, credimi, mi dà ai nervi! Soprattutto al settimo mese di gravidanza dopo aver mollato mio marito sull’altare!”
Vedere Kurenai così decisa, non aggressiva, ma schietta, era quasi fantascientifico e Tenzo non seppe cosa rispondere.
“Il vostro rapporto è sempre stato diverso. Sempre, fin da quando andavate a scuola. Io non dubito che tu abbia provato qualcosa di sincero per Anko e anzi, in cuor tuo, perché avete condiviso un’infanzia simile, ti sei sentito quasi in dovere di proteggerla. Ma poi, quando avevi bisogno era Kakashi che c’era. Ed era Kakashi che volevi accanto: quando eravate nella squadra di karate, quando dovevi dare gli ultimi esami all’università ed ora che non sai come muoverti con Anko. E fidati, se l’ho capito io che lui lo conosco poco…”
L’uomo abbassò lo sguardo tristemente.
“Non avrei dovuto dirlo.”
“Invece dovevi.”
“Non così.”
“Non si può piangere sul latte versato! E dopo questa ho vinto la gara di banalità assieme a Kakashi.”
“Detto da una donna al settimo mese di gravidanza che è fuggita dall’altare il giorno delle sue nozze in effetti fa un po’ ridere.” Ammise il moro.
“Mi vedi forse piangere sul latte versato?”
I due si scambiarono un sorriso.
Per un po’ rimasero in silenzio. Nella stanza il vociare della televisione sembrava distorto e lontano.
“Uh…giusto!” Kurenai ad un tratto si alzò e andò nella stanza che un tempo apparteneva a Gai, ex-coinquilino di Kakashi, e frugò nella sua valigia alla ricerca di qualcosa.
Tenzo la seguì giusto per curiosità e la vide tirare fuori un pacchetto colorato e ben infiocchettato.
“Tieni. Buon San Valentino!”
Il moro prese il pacchetto sconcertato, aggrottando le sopracciglia.
“Lo avevo preso per Asuma, così…per ricordarci del liceo.”
Meccanicamente il ragazzo strappò la carta trovandovi all’interno del cioccolato.
“Merda.”
“Un grazie lo avrei gradito di più.”
“No…è che… è brutto che una storia finisca in questo modo proprio a San Valentino! Anche se ad Anko non è mai importato, neppure quando andavamo a scuola…Comunque…- il ragazzo diede un bacio sulla fronte dell’amica – Grazie, Kure.”
“Prego, figurati! Ora mangiamocelo! Ho una voglia di cioccolato…!”
“Ah…ecco. C’era il secondo fine.”
Lei fece la linguaccia e sorrise di nuovo invitandolo sul divano a guardare con lei “A qualcuno piace caldo”.



Addentò la barretta di cioccolato masticandolo con forza.
“Che schifo!” sbuffò, ma continuò a mangiarlo, come se così facendo potesse esorcizzare qualcosa.
Appoggiata ad un muretto in una via secondaria di Tokyo, Anko guardava fisso davanti a sé cercando di capire quando l’alcol avrebbe smesso di fare scherzi alla sua vista.
“Ehi… congelerai, scema.”fece una voce a lei nota.
“Oh, ci mancavi giusto tu!” sputò furiosa, ma non si mosse, se non per guardare Kakashi in tralice.
“Dove hai lasciato il cappotto? E le scarpe? Anko…stai bene?”
“Ma che cazzo te ne frega?! Sto bene così. Stavo bene così.”
Kakashi le si portò vicino appoggiandosi anche lui al muretto ed affondando le mani nelle tasche del cappotto.
“Tenzo mi ha detto tutto.” Un altro morso, la barretta ormai quasi completamente consunta.
Il ragazzo dai capelli argentei sospirò nell’aria fredda.
“Mi…”
“Ti dispiace, lo so.”lo interruppe, abbozzando un sorriso amaro.
“In fondo è stata anche colpa mia.”
“Sì…è solo colpa vostra che non sapete essere chiari. Prima di tutto con voi stessi: siete due idioti colossali, vi seppellirei nella merda in questo momento!”
Lui avrebbe sorriso se la situazione non fosse stata davvero così critica… e patetica.
“Perché gli hai dato altre speranze? Ti aveva dimenticato… O meglio, credeva di averlo fatto. Ma poi, non so come, vi siete riavvicinati ed ora lui è di nuovo partito per la tangente. Io so che non è cattivo e che mi vuole bene e non sono le corna a spaventarmi. Io sono stata la prima a mettergliele per assecondare un capriccio. Eppure, alla fine ho sempre scelto lui, perché Tenzo sa capirmi, è stato il primo in tutto… è… insomma ha quel suo spazio speciale dentro e non riesco proprio a toglierlo da lì.”
Kakashi si levò il cappotto e lo appoggiò sulle spalle dell’amica.
“E… pensa che scema, ho sempre detto che San Valentino mi fa schifo. Mentre oggi volevo dargli questa… - ed alzò l’ultimo residuo di cioccolato che rimanevano – per dirgli che solo lui mi fa fare certe cazzate da ragazzina innamorata. Invece…se n’è uscito con quella frase infelice.” Lei scosse la testa infastidita.
Kakashi allora prese quello che restava della barretta e lo addentò.
“Fa schifo.”
“Vero? Che si fotta il San Valentino, porta solo sfiga!”
“Mi dispiace Anko. Io non so dire cosa capita a me e a Tenzo.”
“Te lo dico io: tu per lui sei in quello spazietto speciale dentro e non riesce a toglierti da lì.”
I capelli di Anko, slegati sulle spalle, si muovevano lentamente e Kakashi pensò che fosse bella nella luce dei lampioni, con lo sguardo velato dall’alcol e l’espressione insolitamente triste.
D’improvviso lei si staccò dal muretto e mosse qualche passo incerto sul marciapiede.
Vedendola barcollare a piedi nudi, lui la prese in braccio avvolgendola meglio nel cappotto.
“Ti porto a casa.”




Anko, avvertendo le braccia di Kakashi appoggiarla delicatamente sul letto, parve rendersi conto di non essere più all’aperto. All’improvviso, come se avessero tolto il tappo alla vasca di gin in cui si era abbandonata.
“Kakashi, mi hai portato a casa…” mormorò a fatica, cercando con lo sguardo gli occhi dell’uomo.
Lui, accesa l’abatjour sul comodino, le si sedette accanto.
“Sì, era il minimo. Vado via subito, non preoccuparti.”
La donna sospirò, passandosi un braccio sugli occhi. Tutto ancora roteava come in un immenso caleidoscopio di bolle colorate. Se fosse stata sobria probabilmente si sarebbe resa conto del letto ancora sfatto, così come lo avevano lasciato quella mattina.
Kakashi allungò la mano per accarezzarle i capelli, ma la ritrasse immediatamente. Non ne aveva di certo il diritto.
“Prima che tu vada… - la ragazza si girò a guardarlo, con gran pena negli occhi – prenderesti il cellulare nella mia borsa? Non vorrei che Kurenai chiamasse proprio ora. Non ce la farei ad alzarmi.”
Kakashi annuì e, una volta recuperato l’apparecchio, lo appoggiò sul comodino.
“Te lo lascio qui.”
“Grazie.”
L’uomo, pur sentendosi un traditore, avrebbe voluto poter rimanere lì con lei. Strana ironia della sua mente, ma era come se sapesse che una volta uscito tutto sarebbe cambiato: Anko si sarebbe svegliata, magari avrebbe pianto, dato fuoco alle fotografie e lui, a casa, avrebbe dovuto fare i conti con Tenzo. Mettere nero su bianco una volta per tutte quello che volevano. E la prospettiva, in quella sera fredda resa ovattata dall’illuminazione scarsa, sembrava terrificante.
“Anko, non preoccuparti.” Soffiò l’uomo, osservandola cedere al sonno.
“Kurenai sta bene. E’ a casa mia…”
La mora, aprì lentamente gli occhi, cercando di capire cosa volessero dire quelle parole.
Sembrò pensarci su, prima di rendersi pienamente conto del significato di esse.
“Kurenai…- Anko si portò seduta di scatto, facendo quasi cadere a terra l’altro – Kurenai sta a casa tua?!” l’urlo rimbalzò sulle pareti della camera e Kakashi non poté fare a meno di annuire.
“Oddio… non posso crederci… - la mora avvertì prepotente un gran senso di nausea – Non… non ti bastava Tenzo! Hai dovuto prenderti anche Kurenai, ma che cazzo ti passa per quella testa?”
L’uomo alzò le mani in segno di resa.
“E’ stata lei a venire da me e mi ha implorato di non dirvelo. Ha bisogno di tempo per pensare ed io non me la sentivo di tradire la sua fiducia.”
“Tradire la sua fiducia? Razza di cretino, Asuma è preoccupato a morte per lei e il loro bambino. E tu…tu che sei suo amico non gli hai detto un cazzo. Sei un emerito coglione, se prima mi avevi fatto incazzare, ora mi hai fatto venire voglia di fracassarti il cranio contro la parete!”
La mora tremava di rabbia, ma la nausea e la stanchezza la facevano da padrone in quel momento così che le sue parole risultarono meno taglienti di quel che avrebbe voluto.
Kakashi non abbassò lo sguardo, impassibile come sempre e questo, se possibile, la fece uscire ancor più di testa.
“Io trovo che sia stato meglio che Kurenai sia venuta a stare da me. E’ al sicuro e… Asuma lo sa.”
Lei lo guardò sbigottita.
“Scusa…?”
“Gliel’ho detto io. Forse in un’altra occasione l’avrei coperta, ma… è al settimo mese di gravidanza, non avrei potuto nasconderlo ad un amico. L’ho pregato di non cercarla e di capire che per adesso per lei non è un buon momento e che si farà viva non appena se la sentirà. Kurenai non sa che l’ho fatto, ma è per il suo bene.”
La mora sbuffò sonoramente lasciandosi cadere nuovamente tra le coltri sfatte.
Dov’era il gin?
Le serviva davvero.
Gin e amaro, schifoso, acido, cioccolato di San Valentino.
Forse la nausea poteva avere un’altra consistenza assieme a quegli elementi.
Forse poteva vomitare sul serio.
“Fanculo a te… - mormorò, avvicinandosi sempre più allo stato d’incoscienza – e fanculo a San Valentino!”







Tenzo si svegliò quando sentì il rumore della serratura che scattava.
Il televisore acceso mandava in onda la replica di un programma di cucina, la lampada a stelo del soggiorno emetteva una luce soffusa, avvolgendo tutta la stanza e Kurenai dormiva profondamente appoggiata a lui.
Il ragazzo guardò oltre la spalliera del mobile e vide Kakashi di schiena, intento a levarsi le scarpe, seduto sul gradino dell’ingresso.
Senza fare movimenti bruschi allora, Tenzo si alzò dal divano, mettendo Kurenai in una posizione più comoda e coprendola con una coperta.
“Ten…” Kakashi, sorpreso, attirò l’attenzione dell’altro su di sé.
Il moro fece segno al compagno di non fiatare e di seguirlo in camera da letto, per non disturbare il sonno di Kurenai.

Una volta entrati, il padrone di casa socchiuse la porta e con lo sguardo pretese spiegazioni.
“Se ti stai chiedendo perché sono qui…”
“Lascia perdere: ho incontrato Anko.”
“Ah.”
Rimasero a fissarsi per un po’, in piedi, entrambi confusi riguardo quella situazione.
Stranamente fu proprio Kakashi a rompere il silenzio, stanco di quel continuo tira e molla:
“Si può sapere che cazzo le hai detto?”
Tenzo aggrottò le sopracciglia.
“Hai detto di averla incontrata.”
“Sì, ma sai com’è, non era propensa a volermi raccontare i dettagli.”
Il moro si sedette sul bordo del letto e sospirò, passandosi una mano tra i capelli.
“Le ho detto semplicemente che volevo smetterla di mentirle: non la amo. Sono anni che va avanti questa storia. In alcuni momenti la adoro e penso che sto davvero bene con lei; ma altri vado in crisi, perché non la posso vedere e la respingo. – l’uomo alzò lo sguardo – sai anche tu che questo è sempre stato il motivo principale dei nostri litigi. E alla fine, impaurito da non so quale cazzo di cosa, tornavo da lei. Mi dava un senso di… di normalità. E quando facevamo pace, questa sensazione ritornava e pensavo di essere stato solo uno stupido. Ma la realtà è che non mi è mai andata bene.”
Kakashi allentò il nodo della cravatta e si sedette accanto all’altro, aspettando che continuasse.
“Così oggi, mentre lo stavamo facendo, la vedevo così persa, così dipendente da me, che mi sono sentito uno stronzo. Ho pensato che se l’avessi guardata anche solo un secondo di più, se… se fossi venuto dentro di lei un’altra volta, l’avrei davvero sporcata in maniera indelebile. E mi è preso il panico, così le ho detto che dovevamo finirla di vederci, ma non bastava, doveva essere definitivo, quindi ho aggiunto che tu ed io ci frequentiamo di nuovo.”
I due si scambiarono uno sguardo serio e Tenzo aspettò un commento a quella confessione. Forse Kakashi lo trovava semplicemente patetico, chissà…
“Lo so, ho fatto un gran casino…” rise Tenzo, non sopportando più la tensione che aleggiava nella stanza.
“No. Hai preso la tua decisione ed hai cercato di essere chiaro una volta per tutte. - La risposta di Kakashi lasciò il moro sorpreso. - E… a questo proposito, dovremmo chiarire anche la nostra di situazione.”
“Credevo che fossimo arrivati ad una conclusione.”
“Sì, certo, la conclusione che diamo ogni tot di tempo, per poi rifare lo stesso dannato casino. La conclusione che ‘deve finire, perché non fa per noi, perché è un errore’ eppure non funziona mai. Non credi che forse ci sia qualcos’altro?”
Il moro si passò nuovamente una mano tra i capelli, cercando una risposta. Credeva che sarebbe stato più difficile iniziare quel discorso, invece ora…ora bastavano solo poche parole.
“Magari, così per via ipoetica, potremmo anche provarci.”buttò lì, scrollando le spalle, come se stesse parlando del risultato di parità di un’amichevole.
Kakashi lo guardò con il suo solito cipiglio annoiato e scrollò le spalle a sua volta.
“Per via ipotetica.” Annuì, con una velata presa in giro.
Il moro lo guardò male.
“Vuoi essere picchiato?” minacciò, prendendolo per il colletto della camicia ed alzando un pugno per darsi un tono.
Kakashi, velocemente, riuscì a schivare il colpo e a tirare dietro di sé, sul letto il compagno, per coinvolgerlo in un bacio.
“Sai di cioccolato…- constatò il moro, alzando il viso. – Pessimo cioccolato.” Aggiunse, con una smorfia.



Owari

[13 Febbraio 2009]



Ok, che razza di cosa è uscita?XD Mah. In ogni caso…sì… il finale, nonostante sia un po’ “sospeso” mi piace O_O


NdA + Credits: Eccomi qui, con la fanfic assolutamente non conventional di San Valentino. Dunque, ci sarebbero un miliardo e mezzo di cose da dire, ma ne salterò alcune per non tediarvi. Intanto la citazione appartiene al film “A qualcuno piace caldo” (menzionato anche nella fanfic), io la adoro, la trovo una bellissima, seppur ridicola, dichiarazione d’amore nonostante tutto.
Il titolo “Strage di San Valentino” è ricollegato a tre fattori: primo di tutti proprio il film “A qualcuno piace caldo”, in quanto i due protagonisti in fuga assistono involontariamente a quella che venne chiamata Strage di San Valentino (avvenuta veramente a Chicago come regolamento di conti il 14 febbraio 1929); secondo: se non è una strage questa XD rigiri alla BIUTIFUL lo so… e terzo, riesce a rappresentare un po’ tutta la storia e i suoi personaggi. Ok, è contorto, ma la prima parte riguarda Kurenai che non si è potuta sposare, la parte centrale ci vedo Anko disperata per la sua vita fatta di eccessi e l’ultima riguarda la coppia che la spunta KakashiYamato.
Probabilmente in un Giappone moderno questo non sarebbe possibile u_u (ma neppure in un Giappone antico), questa è la magia e la fantascienza della fanfic.
San Valentino è visto con gli occhi degli adulti, fa da contorno, ricordando loro che è solo una festa infantile/commerciale per ragazzini del liceo (e si rifà, per l’appunto alla loro strage…).

Per il nome di Yamato, in questa shot ho lasciato Tenzo, perché ho immaginato che fosse il nome con cui lo chiamavano gli amici e le persone intime. Non so, mi piace più di Yamato sinceramente, ma non ho avuto modo di poter approfondire le cosa.

Quindi “A qualcuno piace caldo”, la citazione ed il titolo non mi appartengono. I personaggi di Naruto neppure.
La fanfic fa parte della raccolta “Di noia cotte ed altre sostanze”, ma può essere letta anche slegata



Ci tengo a ringraziare chi ha letto e commentato con entusiasmo la scorsa shot. Tutti mi avete detto che li ho resi bene nonostante fossero crack... bene, sappiate che nella raccolta li rivedrete. Eccome se li rivedrete. Se leggerete queste shot di fila vi potrà sembrare beautiful, ma se le leggete solo per le coppie che vi interessano, forse potrebbero piacervi XD ihih Speriamo.
In ogni caso ci tengo a citarvi:

Princess, Queen Of Sharingan, Aya, Slice, Jess (che non recensisce mai XD yeeh...) DarkRose, BloodyNear, Solarial ed inoltre ringrazio i preferiti: Kisachan, Slice (tessoro ci sei sempre e comunque...), Sushiprecotto-chan e _chocola_

Spero che per voi sia stato un magnifico San Valentino e grazie degli auguri di buon compleanno!^_^



Il responso della giudice: (davvero grazie a Kurenai88^__^)

§ 3^ Classificata - Strage di San Valentino di Urdi §
Originalità 9.5 su 10: Nonostante tutto simpatica perché la trovo sia comica che seria ù.ù originale e veramente bella XD
IC dei Personaggi 9 su 10: Li ho trovati abbastanza IC. Sono uomini e donne adulti in fondo ù.ù
Completezza della Fic 8 su 10: Spieghi tutto e riesco a visualizzare senza problema ogni cosa. Posso solo farti i miei complimenti!
Attinenza al Tema 4 su 5: Tremendo ma bello XDD Ottima scelta!
Totale 30.5 su 35

.: Premi Extra! :.
- Premio Originalità -
Strage di San Valentino di Urdi


I complimenti vanno ovviamente anche alle altre partecipanti e alle podiste*_* 13d08c81, Rekichan, DarkRose86, Rota23, Erin_Ino, Kokuccha, Stuck93 e °lilian°

  
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