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Autore: Peanuts_e_Chocolate    08/10/2015    1 recensioni
Summer Arclight, studentessa di 17 anni all'Accademia di Heartland City, svolge una vita normalissima. Il suo tempo, suddiviso tra scuola e amici, scorre placidamente, facendole spesso dimenticare di essere diversa dai suoi compagni. Come la sua malattia le pone dei limiti a livello fisico, così l'invidia la ostacola nel tentativo di raggiungere appieno la serenità con se stessa, rendendola sempre meno sicura.
La sua vita cambia nel momento in cui incontra Umiko, rendendosi finalmente conto della sua condizione: destinata ad amare e a lottare senza mai scoprire se il suo sentimento sarà corrisposto.
Quando però l'oggetto del suo grande interesse ha gli occhi dell'oceano, la situazione si complica, forzandola a scegliere se far morire la passione che divampa nel suo cuore o giocarsi il tutto per tutto.
(Tematica delicata al capitolo 4)
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rio, Ryoga/Shark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                     Capitolo 3: Magnificent boy              

 

“Pronta per il primo giorno di scuola?” Summer avvertì un peso sul proprio letto, all’altezza dei piedi. Mugugnò qualcosa di incomprensibile: Morfeo non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare. E lei non gli dava torto, ma purtroppo il dovere la stava già chiamando. Sbadigliò un paio di volte, comprendendo il senso delle parole di una voce roca e respirando l’aria nella sua stanza satura di caffè.

 

“Mai…” La ragazza si tirò su con lentezza, stampandosi una mano sulla faccia per svegliarsi e per incoraggiarsi per l’inizio di quella fantastica, meravigliosa giornata. Ignorando completamente lo stato dei suoi capelli, in parte incollati alla fronte e alla nuca e in parte sparati in aria, aprì un occhio in direzione della persona che aveva osato svegliarla. Quando udì un sospiro arreso provenire dalle sue labbra, non poté fare altro che sorridere. “Buongiorno principessina…” mormorò, sorseggiando il liquido caldo. Se fosse stata detta da una persona qualsiasi quelle parole potevano risuonare come un caloroso buon inizio di giornata, ma, dato che si trattava di un certo Kamishiro, il risveglio era dolce come il morso di uno squalo. Letale. O quasi. “Sfotti?” domandò solamente, stropicciandosi gli occhi e tentando di scendere dal letto. “Mhm…Naah, non mi permetterei mai.” Rispose, sfoderando uno dei suoi migliori ghigni. “Comunque…bonjour, mon ami! <3” “Sfotti?” “Non mi permetterei mai, mon ami.” Scoppiò a ridere, contenta di averlo trovato di buon umore.

 

Senza pensare, socchiuse gli occhi, prese una scatolina appoggiata sul comodino ed estrasse una lamina. Fece uscire con delicatezza una compressa e la infilò con destrezza in bocca, acciuffando la bottiglietta d’acqua e bevendo. “Per cosa sono quelle? Mal di testa?” Lei sembrò bloccarsi. La pillola le andò di traverso. Era talmente precisa nell’eseguire quell’azione, ormai entrata nella sua vita quotidiana, che non aveva fatto caso di essere in compagnia nella sua stanza. Ormai il danno era stato fatto!

 

Maledicendosi mentalmente e cercando le giuste parole da dire, gli sorrise timidamente. Non era facile per lei esporsi in quel modo: non che tenesse segreto proprio tutto a lui, ma quella cosa avrebbe di gran lunga preferito tenersela per sé. Poteva inventare una qualsiasi scusa, ma doveva rispettare l’onestà, base del suo rapporto di amicizia con Shark. E poi non era così stupido da non capire che quella sarebbe stata una bugia.  “Queste compresse contengono ACE-inibitori e riducono il carico di lavoro a cui è sottoposto il cuore.” “Cos’hai?” chiese lui, irremovibile. “Insufficienza cardiaca.” “E perché non me l’hai mai detto?” la sua voce era ancora calma, facendo in parte tranquillizzare la ragazza. “Per due motivi: il primo perché è inutile dare falsi allarmi. E poi è una cosa che mi riguarda e non vado certamente a raccontarlo in giro. Solo Hana e Ukyo-sensei lo sanno ed è meglio così.” Si alzò dal letto. “È lieve, vero?” domandò lui per l’ennesima volta. Summer esitò per qualche momento, poi accennò con la testa.

 

“Stavo facendo un bilancio della tua insufficienza cardiaca…e ho notato che la malfunzione è peggiorata con l’adolescenza. Sicuramente non sono un’esperta, ma credo che lo stress e la fatica che hai accumulato fino a ora possano aver influenzato negativamente il tuo problemino.” Summer era rimasta da sola con sua zia Hana, sua madre adottiva e affidataria dei Kamishiro. “Lo credo anch’io. Può darsi che, come una malattia, possa avanzare al suo stadio successivo. Quando ero più piccola, era lieve…e ora è moderato. L’ha detto anche il dottore.” “Se fosse così, devi stare molto attenta. Prova a immaginare se dovesse raggiungere l’ultimo stadio, quello grave…” “Dovrebbero operarmi.” “E se fosse troppo tardi? Non morirai, vero?” la ragazza guardò con la zia con amore, colpita dalla sua preoccupazione. Certo che no!

 

Si alzò e l’abbracciò, passandole una mano fra le sue ciocche rosa, allo solo scopo di tranquillizzarla. Un tempo era la donna a farglielo, ma ora Summer sapeva che sua zia aveva bisogno di essere supportata quando parlavano del suo problemino al cuore. “Ma no…” le sorrise teneramente e le permise di finire di bere la sua tazza di caffè. “Non c’è bisogno di preoccuparsi. Seguirò i consigli del dottore e vedrò di fare attenzione.”

 

Una volta finita la sua colazione, la bluette si diresse verso il bagno nell’ala sinistra della casa, riservato solamente a lei e alla zia. I due ospiti, invece, avevano il loro nell’ala destra, adiacente a una delle loro stanze. Indossò l’uniforme, notando come la minigonna si fosse rimpicciolita e come la camicia bianca a mezze maniche mettesse ancora più in evidenza i suoi seni. Sospirò arresa quando tentò di trovare un’acconciatura che fosse armoniosa, ma non eccessivamente pomposa: non voleva risultare ridicola!

 

Dopo aver lottato conto le ciocche ribelli, alla fine dovette optare di lasciarli sciolti, sistemandoseli dietro la schiena e arricciando appena con il dito le ciocche più corte. Quando uscì dal bagno, afferrò la cartella e inserì il suo D-Pad, bianco come lo smalto sulle sue unghie, una bottiglietta d’acqua e qualcosa da sgranocchiare durante la ricreazione. “Rio e Ryouga ti stanno già aspettando fuori. Oggi non posso proprio accompagnarvi, perciò andrete a piedi.” Proferì la zia, cacciando le mani nella sua borsa. “Devi lasciare un’altra volta Heartland City?” chiese la bluette, afferrando le chiavi di casa che la donna le lanciò. “Sì…ma rientro in serata. Buon inizio e non ti affaticare troppo!” Le scoccò un rapido bacio sulla guancia, poi uscì con slancio e corse verso la macchina con il suo tacco 12. Come facesse era un vero e proprio mistero per Summer.

 

 

“Per favore! Non parliamo di scuola, anche se ci stiamo andando!” esclamò l’Arclight leggermente irritata. “Vedo che questo argomento ti piace da morire, vero Summer-chan?” Rio sorrise maliziosa, desiderosa di provocarla ancora. L’altra si limitò a sbuffare, abbassando lo sguardo. Non poteva vincere contro la Regina di Ghiaccio. Com’è che Rio prevaleva su ogni cosa in confronto a lei? “Stai iniziando a prendere seriamente l’idea di imparare a difenderti quando verrai attaccata dai tuoi ammiratori, dato che quell’idiota non è più al tuo fianco?” Summer voltò lo sguardo verso di lui. “Sì, anche se non so in che modo…” La ragazza si grattò la nuca, sorridendo nervosamente. “…e poi non è giusto che io faccia affidamento su di te come ai vecchi tempi. Devo…crescere, almeno credo.” A quelle parole la Kamishiro le diede una sonora pacca sulla spalla, augurandole di fare sempre del suo meglio per raggiungere il suo obiettivo.

 

Non passarono nemmeno dieci minuti dalla nuova decisione della ragazza dagli occhi color miele che un gruppo di studenti in calore aveva affiancato il terzetto. I loro commenti riguardante alla bellezza delle due aveva fatto profondamente imbarazzare Summer, proprio come ai vecchi tempi. “Strano!” pensò la Regina di Ghiaccio, studiando silenziosamente l’amica e ignorando le voci dei suoi fan. “Dovrebbe esserci abituata…eppure reagisce come se fosse la prima volta…”

 

“Summer-sama! Se ti chiedessi di uscire oggi pomeriggio, accetteresti?” 

 

“Kamishiro-san…preferiresti vaniglia o fragola?” La ragazza spostò lo sguardo su due boccette. Profumo. “Nessuno dei due.”

 

“Summer! Ti va se a ricreazione ci ritroviamo alle macchinette? Ti offro un caffè.” “Ehm…”

“O un tè, un cappuccino, una cioccolata…” “Sinceramente non saprei…non ci conosciamo nemmeno…”

 

“Rio-san…ieri hanno aperto una nuova pasticceria vicino alla scuola! E se alla fine delle lezioni ci facessimo un salto?” “Gomen…oggi ho già un altro impegno.”

 

Era solo ricominciata la scuola, per Summer fu il primo giorno scolastico da single, e già le due non ne potevano più. La stagione dell’amore non cadeva in primavera? Non era quindi già passata? Vedendo che l’altra non riusciva a proferire parola, né a muoversi più rapidamente per lasciarseli alle spalle, la Kamishiro l’afferrò per il polso e con una stupida scusa riuscirono ad allontanarsi e a eludere altre richieste. “Fosse per te, saremmo state seppellite vive sotto un cumulo di vani tentativi di approccio.” La rimproverò bonariamente la sua nee-san, ottenendo un timido sussurro di scuse dalle labbra dell’altra. “Tuo fratello che fine ha fatto?” “Si è dileguato quando i ragazzi si sono avvicinati a noi. Non lo ammetterà mai, ma si innervosisce facilmente con la loro persistente presenza.” Summer sorrise, guardando intensamente l’amica negli occhi. “Anch’io mi irriterei se la mia sorellina venisse continuamente infastidita…” le disse, mentre la sua mente formulava un altro pensiero: anche lei avrebbe voluto che qualcuno si preoccupasse per lei allo stesso modo di Shark con Rio. Le due proseguirono in un religioso silenzio fino all’ingresso dell’Accademia di Heartland City, tentando di tenere giù le balze della minigonna che oscillavano a causa del vento.

 

 

Appena l’Arclight entrò in classe, due braccia le avvolsero il collo, mentre un corpo femminile si schiacciava contro il suo. “Buongiorno Sum!” Kotori aveva affondato il viso nella sua scollatura, non intenzionata a staccarsi. L’altra rise, scompigliandole appena i capelli e salutandola calorosamente. Sei e Sachi si fecero avanti e furono trascinate dalla Mizuki in un abbraccio di gruppo. “Altri e tanti altri mesi insieme…credete che ce la faremo?” La ragazza dai corti capelli blu mormorò, studiando il loro sguardo uno a uno. “Mhm…non credo. Penso che morirò prima della fine del mese di marzo…ugh…” rispose Sachi, scatenando l’ilarità delle altre due.

 

Ogni anno era sempre la solita storia: Summer sogghignava di nascosto quando notava la ragazza ciondolare e in seguito addormentarsi sul proprio banco durante le ore di matematica, mentre Kotori tentava di svegliarla, scuotendole appena una spalla.

 

“Non credo proprio. Sai ho sentito dire che avremo un nuovo compagno…” La castana sembrò illuminarsi. “Davvero? Chi?” Kotori mostrò un sorriso malizioso alle tre e, dopo essersi assicurata che nessuno fosse di passaggio a distanza di qualche metro, mormorò le fatidiche parole che cambiarono l’umore delle due compagne. “Si tratta di un amico mio e di Yuma…si chiama Okudaira Fuya.” Prima Sachi e poco dopo Sei avvamparono vistosamente. “COSA??” sbottarono all’unisono, prima guardandosi l’una l’altra, poi la Mizuki. “ESPer Robin?” aggiunse Summer, tentando di ricordare il volto del ragazzo che aveva visto in una serie televisiva qualche anno prima. La loro amica socchiuse le palpebre e fece un cenno con la testa.

 

I minuti trascorrevano con molta lentezza mentre le quattro ragazze attendevano l’arrivo dell’attore, insieme a quello dello Tsukumo. Kotori aveva spiegato che il ragazzo, invece di recarsi con lei a scuola, era passato a prendere Fuya, in modo tale che non si perdesse nell’enorme edificio scolastico. Tutte si chiesero se fosse stata una buona idea: magari si era perso anche lui. In risposta la Mizuki sbottò di avere più fiducia nelle capacità del suo migliore amico. Summer si affacciava di tanto in tanto alla porta per scorgere da lontano i due –o magari Shark e Rio, giusto per augurar loro una buona giornata se fossero stati di passaggio- ma riceveva solo inviti a improbabili appuntamenti con gente a lei sconosciuta.

 

“Ma perché non accetti di uscire con uno di loro, Sum?” chiese incuriosita la ragazza dagli occhi color oliva. “Perché sta ancora con…” Sachi venne bloccata dalla mano della verde. La ragazza dai capelli color acquamarina divenne scura in volto. Anche se aveva accettato dolorosamente la fine della relazione, detto sinceramente meno veniva nominato il ragazzo, meglio stava. “Meno male che fino alla fine del mese scolastico non c’è nella nostra classe, non credete? Sapete, è andato a studiare in un’altra città, dato che sta inseguendo il sogno di divenire un duellante di alto livello.” “Ah, ecco perché ******** non era più segnato nell’elenco della nostra classe.” Concluse Sei, circondando le spalle dell’Arclight e mormorandole poche ma intense parole confortanti.

 

“Minna!” una voce fece capolino alle loro spalle. Lo Tsukumo rilasciò una cristallina risata, passandosi un dito sotto il naso. “Ma dove sono tutti?” domandò, realmente stupito di trovare la sua classe vuota. “Ti sei dimenticato che oggi c’è il discorso di inizio settembre del preside, vero?” Kotori aveva già iniziato a rimproverare Yuma, tanto per cambiare. A dire il vero, anche Summer se n’era completamente dimenticata. “Dov’è Okudaira-sama, piccioncini?” proferì, ignorando le noiose liti in stile marito e moglie tra i due, i quali, udendo l’ultima parola, si fermarono e arrossirono lievemente. “Ukyo-sensei ci ha fermati subito all’ingresso e si è offerto di fargli girare la scuola.” “Quindi vuol dire che quest’anno scolastico non terrà il discorso come l’anno precedente?” “A quanto pare no Sacchan.” I cinque lasciarono le proprie cartelle sui loro banchi e si diressero in fretta verso il luogo della riunione. Se quest’anno fosse stato il preside a tenere il celeberrimo discorso, il loro ritardo non sarebbe stato facilmente perdonato.

 

Correndo come degli affannati, con grande fatica da parte di Summer, i ragazzi si fiondarono nell’enorme sala che raccoglieva gli studenti di tutti gli anni poco prima che l’uomo più potente dell’Accademia –il preside- facesse il suo ingresso e si dirigesse verso un palchetto con tanto di microfono e sorriso tirato. Furono costretti a dividersi: se si fossero mossi in gruppetto, sarebbero stati scovati presto. E se lo faceva quel simpaticissimo uomo, la cosa era ancora più umiliante.

 

Una mano le afferrò il polso e la costrinse a sedersi su un posto –per sua fortuna- vuoto. “Si può sapere cosa ci fai ancora in giro?” Summer sorrise nell’udire quel sussurro. Era finita in buone mani. “Lo sai com’è fatto il preside…se ti avesse trovata in piedi, ti avrebbe fatto una bella lavata di capo.” “Mi fa piacere che ti preoccupi per me, Ryouga…” lei gli accarezzò appena la guancia, come per lodarlo del buon lavoro che aveva svolto. Salvare una persona in difficoltà non era uno dei doveri dell’amico? “Non fare queste cose in pubblico…” “Ma non le faccio nemmeno in privato, dato che ti infastidisce così tanto…” “Mi volevi provocare?” “Un pochino…” la ragazza rise leggermente “Comunque…io, Kotori, Sacchan e Secchan stavamo aspettando Yuma e il nuovo arrivato…che non ho ancora avuto modo di conoscerlo.”

 

**

 

Il discorso si era rivelato più lungo di quanto in realtà Summer si fosse aspettata, rimpiangendo quello incalzante e motivante di Ukyo-sensei, uno dei pochi insegnanti più amati di tutta l’accademia, dell’anno precedente. La ragazza si guardò attorno, sperando che quella tortura finisse presto. I suoi occhi caddero su due figure dall’altra parte della sala: Yuma dormiva beatamente sulla spalla di una ciondolante Kotori. “Poverina! Sta morendo di sonno anche lei!” pensò tra uno sbadiglio e l’altro, scostando lo sguardo verso la sua destra, al di là della figura maschile seduta accanto a lei. Rio si stava limando le unghie, cinguettando soavemente e verificando che le sue mani fossero perfette come sempre. “Sarà meglio non disturbarla…” Osservando le mani curatissime della Kamishiro, Summer abbassò lo sguardo, posandolo sulle sue unghie: lo smalto c’era, ma l’Arclight sapeva che prima o poi sarebbe saltato; inoltre le sue unghie non avevano una forma regolare, ma non erano mangiucchiate; in confronto a quelle della Kamishiro facevano ugualmente pena.

 

“Smettila di guardartele…” “Ti do fastidio?” domandò automaticamente: per evitare che un certo squalo si irritasse, la prima domanda da porre era sempre quella. Ad ogni modo, se avesse davvero capito bene, cercava di comprendere il motivo per cui Shark aveva volontariamente omesso l’oggetto del suo cruccio. Ricevette solo un grugnito seccato e fu solo allora che sorrise a trentadue denti: per quanto fosse orgoglioso, il ragazzo era riuscito a leggere i suoi pensieri e aveva provato a salvarla da una serie di filmini mentali che l’avrebbe sicuramente tormentata per una buona mezz’ora. Che tenero!

 

“Ora a cosa stai pensando?” questa volta i loro sguardi si incrociarono e Summer si sentì improvvisamente a suo agio. Solitamente Shark era molto freddo e distaccato quando erano a scuola, e non solo: ma quando cercava di tirarla su di morale senza utilizzare battute scontate e con il solo uso dello sguardo, sentiva di poter fidarsi ciecamente di lui e di potergli dire tutto quello che le passava per la testa, senza che lui tirasse fuori uno dei suoi commenti poco carini. La bluette ebbe un tuffo al cuore. “In questo preciso momento a quanto sarebbe fantastico se ogni volta tu fossi così con me…” lui si voltò e la guardò male “Non fraintendere. Non voglio che tu cambi. Per me vai benissimo così come sei, sennò non saresti tu. Tu invece?” La sua espressione facciale cambiò rapidamente e sul suo viso comparve un sorriso di sfida. “In questo preciso momento a quanto tu sia idiota nel preoccuparti per una minima stronzata…in generale al nuovo ragazzo che dovresti conoscere oggi, Okudaira Fuya…il suo nome mi è familiare, in qualche modo.” “Dev’essere l’attore che ha interpretato ESper Robin…”

 

Ryouga roteò gli occhi. “Non mi dire che è il protagonista di quella serie televisiva che mi sono dovuto sorbire ogni qual volta che venivo a casa tua?” Lei accennò più volte con la testa. “Lo sapevi che facevano le repliche la sera? Anche se potevo vedere lo stesso episodio a distanza di qualche ora, era divertente vederlo con te. I tuoi commenti mi facevano tanto ridere…un po’ quei momenti mi mancano. Non ti chiedo se la cosa è ricambiata perché già conosco la risposta.” “A me quella serie non mi manca affatto…era una fortuna che non le rivedessi in orfanotrofio…” All’ultima parola da lui proferita, il tenero sorriso di Summer divenne mesto, sentendo un certo odio per quella parola che alle sue orecchie suonava come un luogo cupo, solitario e immensamente triste. “…era una vera tortura.” Lei chinò lo sguardo: di certo non avrebbe mai voluto che l’amico vivesse quei pomeriggi insieme come una punizione.

 

E mentre il preside introduceva un video sull’importanza dello “studente modello” –era una fissazione che aveva da ormai molti anni- e nella stanza calava l’oscurità, lei circondò il suo braccio sinistro con le sue, passando lentamente e delicatamente una mano lungo tutto l’arto, affondando la testa sulla spalla e sospirando rumorosamente. “Mi dispiace.” Il suo tono di voce era fragile e sottile e Shark sembrava abbastanza innervosito. Il passato è passato e quel che è stato fatto è fatto. Pazienza se aveva visto almeno tre stagioni di quella serie tv! Le diede un deciso colpetto sulla testa, assicurandosi che l’Arclight alzasse lo sguardo verso di lui. “Ti ho detto di non fare queste cose in pubblico!”

 

 

Dopo una decina di minuti i ragazzi furono sguinzagliati e ognuno fece ritorno nella propria classe, ringraziando il cielo che fosse finito. Summer aspettò al di fuori dell’enorme sala le sue amiche e si incamminarono insieme tra cristalline e civettuole risate, raggiungendo presto l’aula, dove un sorridente Ukyo-sensei attendeva i suoi studenti in compagnia del nuovo arrivato.

 

Una volta che tutti si sedettero, il professore si alzò dalla sua cattedra e fece un rapido segno a Fuya, chiedendogli di avvicinarsi a lui, ovvero davanti alla sua postazione, e di presentarsi. “Buongiorno a t-tutti! Mi chiamo O-Okudaira Fuya e ho 17 anni…è un vero piacere conoscervi.” Il ragazzo si inchinò, accolto da una serie di sguardi sognatori e sospiri amorosi delle sue fan. “Prego Fuya, puoi evitare di sentirti ancora a disagio qui, di fronte a tutti. Siediti…mhm…accanto a quella ragazza…” I suoi occhi verdi studiarono curiosi i morbidi capelli color acquamarina della studentessa che sarebbe diventata la sua compagna di banco. Quando lei sollevò lo sguardo verso di lui, gli rivolse un solare e sincero sorriso, facendolo appena arrossire. Una volta che il ragazzo si mosse verso di lei e si sedette al suo fianco, il loro sensei iniziò la sua lezione soft mentre lei lo guardò nuovamente negli occhi.

 

Summer non poté negare di rimanere attratta dall’intensità e dal magnetismo di quello sguardo; allo stesso modo Fuya rimase affascinato dal loro color miele, segno della sua dolcezza e mitezza. Entrambi constatarono come fosse strano avere una sorta di imprinting pur non essendosi mai visti e incontrati prima d’ora. “Okudaira-sama…è un piacere conoscerti. Io sono Arclight Summer.”

 

Chocolate-sama’s corner:

 

Minna! Rispetto al capitolo precedente, è stato molto più tranquillo e- personalmente- più facile da scrivere. Per la mia gioia è stato bello poter introdurre –anche se non ha avuto molto spazio- Okudaira Fuya-kun. Chissà se questo personaggio avrà un ruolo centrale nella vita di Summer-chan…

Lascio spazio alla vostra immaginazione e…preparatevi al peggio per il prossimo capitolo.

La vostra Chocolate-sama.

   
 
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