Capitolo
3: Magnificent boy
“Pronta
per il primo giorno di scuola?” Summer avvertì un
peso sul proprio letto,
all’altezza dei piedi. Mugugnò qualcosa di
incomprensibile: Morfeo non aveva
nessuna intenzione di lasciarla andare. E lei non gli dava torto, ma
purtroppo il
dovere la stava già chiamando. Sbadigliò un paio
di volte, comprendendo il
senso delle parole di una voce roca e respirando l’aria nella
sua stanza satura
di caffè.
“Mai…”
La ragazza si tirò su con lentezza, stampandosi una mano
sulla faccia per svegliarsi
e per incoraggiarsi per l’inizio di quella fantastica,
meravigliosa giornata.
Ignorando completamente lo stato dei suoi capelli, in parte incollati
alla
fronte e alla nuca e in parte sparati in aria, aprì un
occhio in direzione
della persona che aveva osato svegliarla. Quando udì un
sospiro arreso
provenire dalle sue labbra, non poté fare altro che
sorridere. “Buongiorno
principessina…” mormorò, sorseggiando
il liquido caldo. Se fosse stata detta da
una persona qualsiasi quelle parole potevano risuonare come un caloroso
buon
inizio di giornata, ma, dato che si trattava di un certo Kamishiro, il
risveglio era dolce come il morso di uno squalo. Letale. O quasi.
“Sfotti?”
domandò solamente, stropicciandosi gli occhi e tentando di
scendere dal letto.
“Mhm…Naah, non mi permetterei mai.”
Rispose, sfoderando uno dei suoi migliori
ghigni. “Comunque…bonjour, mon
ami!
<3” “Sfotti?” “Non mi
permetterei mai, mon
ami.” Scoppiò a ridere, contenta di
averlo trovato di buon umore.
Senza
pensare, socchiuse gli occhi, prese una scatolina appoggiata sul
comodino ed
estrasse una lamina. Fece uscire con delicatezza una compressa e la
infilò con
destrezza in bocca, acciuffando la bottiglietta d’acqua e
bevendo. “Per cosa
sono quelle? Mal di testa?” Lei sembrò bloccarsi.
La pillola le andò di
traverso. Era talmente precisa nell’eseguire
quell’azione, ormai entrata nella
sua vita quotidiana, che non aveva fatto caso di essere in compagnia
nella sua
stanza. Ormai il danno era stato fatto!
Maledicendosi
mentalmente e cercando le giuste parole da dire, gli sorrise
timidamente. Non
era facile per lei esporsi in quel modo: non che tenesse segreto
proprio tutto
a lui, ma quella cosa avrebbe di gran lunga preferito tenersela per
sé. Poteva
inventare una qualsiasi scusa, ma doveva rispettare
l’onestà, base del suo
rapporto di amicizia con Shark. E poi non era così stupido
da non capire che
quella sarebbe stata una bugia. “Queste
compresse contengono ACE-inibitori e riducono il carico di lavoro a cui
è sottoposto
il cuore.” “Cos’hai?” chiese
lui, irremovibile. “Insufficienza cardiaca.”
“E
perché non me l’hai mai detto?” la sua
voce era ancora calma, facendo in parte
tranquillizzare la ragazza. “Per due motivi: il primo
perché è inutile dare
falsi allarmi. E poi è una cosa che mi riguarda e non vado
certamente a
raccontarlo in giro. Solo Hana e Ukyo-sensei lo sanno ed è
meglio così.” Si
alzò dal letto. “È lieve,
vero?” domandò lui per l’ennesima volta.
Summer esitò
per qualche momento, poi accennò con la testa.
“Stavo
facendo un bilancio della tua insufficienza cardiaca…e ho
notato che la
malfunzione è peggiorata con l’adolescenza.
Sicuramente non sono un’esperta, ma
credo che lo stress e la fatica che hai accumulato fino a ora possano
aver
influenzato negativamente il tuo problemino.”
Summer era rimasta da sola con sua zia Hana, sua madre
adottiva e
affidataria dei Kamishiro. “Lo credo anch’io.
Può darsi che, come una malattia,
possa avanzare al suo stadio successivo. Quando ero più
piccola, era lieve…e
ora è moderato. L’ha detto anche il
dottore.” “Se fosse così, devi stare
molto
attenta. Prova a immaginare se dovesse raggiungere l’ultimo
stadio, quello
grave…” “Dovrebbero operarmi.”
“E se fosse troppo tardi? Non morirai, vero?” la
ragazza guardò con la zia con amore, colpita dalla sua
preoccupazione. Certo che no!
Si
alzò
e l’abbracciò, passandole una mano fra le sue
ciocche rosa, allo solo scopo di
tranquillizzarla. Un tempo era la donna a farglielo, ma ora Summer
sapeva che
sua zia aveva bisogno di essere supportata quando parlavano del suo
problemino
al cuore. “Ma no…” le sorrise
teneramente e le permise di finire di bere la sua
tazza di caffè. “Non c’è
bisogno di preoccuparsi. Seguirò i consigli del
dottore e vedrò di fare attenzione.”
Una
volta finita la sua colazione, la bluette si diresse verso il bagno
nell’ala
sinistra della casa, riservato solamente a lei e alla zia. I due
ospiti,
invece, avevano il loro nell’ala destra, adiacente a una
delle loro stanze.
Indossò l’uniforme, notando come la minigonna si
fosse rimpicciolita e come la
camicia bianca a mezze maniche mettesse ancora più in
evidenza i suoi seni.
Sospirò arresa quando tentò di trovare
un’acconciatura che fosse armoniosa, ma
non eccessivamente pomposa: non voleva risultare ridicola!
Dopo
aver lottato conto le ciocche ribelli, alla fine dovette optare di
lasciarli
sciolti, sistemandoseli dietro la schiena e arricciando appena con il
dito le
ciocche più corte. Quando uscì dal bagno,
afferrò la cartella e inserì il suo
D-Pad, bianco come lo smalto sulle sue unghie, una bottiglietta
d’acqua e
qualcosa da sgranocchiare durante la ricreazione. “Rio e
Ryouga ti stanno già
aspettando fuori. Oggi non posso proprio accompagnarvi,
perciò andrete a
piedi.” Proferì la zia, cacciando le mani nella
sua borsa. “Devi lasciare
un’altra volta Heartland City?” chiese la bluette,
afferrando le chiavi di casa
che la donna le lanciò.
“Sì…ma rientro in serata. Buon inizio e
non ti
affaticare troppo!” Le scoccò un rapido bacio
sulla guancia, poi uscì con
slancio e corse verso la macchina con il suo tacco 12. Come facesse era
un vero
e proprio mistero per Summer.
“Per
favore! Non parliamo di scuola, anche se ci stiamo andando!”
esclamò l’Arclight
leggermente irritata. “Vedo che questo argomento ti piace da
morire, vero
Summer-chan?” Rio sorrise maliziosa, desiderosa di provocarla
ancora. L’altra
si limitò a sbuffare, abbassando lo sguardo. Non poteva
vincere contro la
Regina di Ghiaccio. Com’è che Rio prevaleva su
ogni cosa in confronto a lei?
“Stai iniziando a prendere seriamente l’idea di
imparare a difenderti quando
verrai attaccata dai tuoi ammiratori, dato che quell’idiota
non è più al tuo
fianco?” Summer voltò lo sguardo verso di lui.
“Sì, anche se non so in che
modo…” La ragazza si grattò la nuca,
sorridendo nervosamente. “…e poi non è
giusto che io faccia affidamento su di te come ai vecchi tempi.
Devo…crescere,
almeno credo.” A quelle parole la Kamishiro le diede una
sonora pacca sulla
spalla, augurandole di fare sempre del suo meglio per raggiungere il
suo
obiettivo.
Non
passarono nemmeno dieci minuti dalla nuova decisione della ragazza
dagli occhi
color miele che un gruppo di studenti in calore aveva affiancato il
terzetto. I
loro commenti riguardante alla bellezza delle due aveva fatto
profondamente
imbarazzare Summer, proprio come ai vecchi tempi.
“Strano!” pensò la Regina di
Ghiaccio, studiando silenziosamente l’amica e ignorando le
voci dei suoi fan.
“Dovrebbe esserci abituata…eppure reagisce come se
fosse la prima volta…”
“Summer-sama!
Se ti chiedessi di uscire oggi pomeriggio, accetteresti?”
“Kamishiro-san…preferiresti
vaniglia o fragola?” La ragazza spostò lo sguardo
su due boccette. Profumo.
“Nessuno dei due.”
“Summer!
Ti va se a ricreazione ci ritroviamo alle macchinette? Ti offro un
caffè.”
“Ehm…”
“O
un
tè, un cappuccino, una cioccolata…”
“Sinceramente non saprei…non ci conosciamo
nemmeno…”
“Rio-san…ieri
hanno aperto una nuova pasticceria vicino alla scuola! E se alla fine
delle
lezioni ci facessimo un salto?”
“Gomen…oggi ho già un altro
impegno.”
Era solo
ricominciata la scuola, per Summer fu il primo giorno scolastico da
single, e
già le due non ne potevano più. La stagione
dell’amore non cadeva in primavera?
Non era quindi già passata? Vedendo che l’altra
non riusciva a proferire
parola, né a muoversi più rapidamente per
lasciarseli alle spalle, la Kamishiro
l’afferrò per il polso e con una stupida scusa
riuscirono ad allontanarsi e a
eludere altre richieste. “Fosse per te, saremmo state
seppellite vive sotto un
cumulo di vani tentativi di approccio.” La
rimproverò bonariamente la sua
nee-san, ottenendo un timido sussurro di scuse dalle labbra
dell’altra. “Tuo
fratello che fine ha fatto?” “Si è
dileguato quando i ragazzi si sono
avvicinati a noi. Non lo ammetterà mai, ma si innervosisce
facilmente con la
loro persistente presenza.” Summer sorrise, guardando
intensamente l’amica
negli occhi. “Anch’io mi irriterei se la mia
sorellina venisse continuamente
infastidita…” le disse, mentre la sua mente
formulava un altro pensiero: anche
lei avrebbe voluto che qualcuno si preoccupasse per lei allo stesso
modo di
Shark con Rio. Le due proseguirono in un religioso silenzio fino
all’ingresso dell’Accademia
di Heartland City, tentando di tenere giù le balze della
minigonna che
oscillavano a causa del vento.
Appena
l’Arclight entrò in classe, due braccia le
avvolsero il collo, mentre un corpo
femminile si schiacciava contro il suo. “Buongiorno
Sum!” Kotori aveva
affondato il viso nella sua scollatura, non intenzionata a staccarsi.
L’altra
rise, scompigliandole appena i capelli e salutandola calorosamente. Sei
e Sachi
si fecero avanti e furono trascinate dalla Mizuki in un abbraccio di
gruppo. “Altri
e tanti altri mesi insieme…credete che ce la
faremo?” La ragazza dai corti
capelli blu mormorò, studiando il loro sguardo uno a uno.
“Mhm…non credo. Penso
che morirò prima della fine del mese di
marzo…ugh…” rispose Sachi, scatenando
l’ilarità delle altre due.
Ogni
anno era sempre la solita storia: Summer sogghignava di nascosto quando
notava
la ragazza ciondolare e in seguito addormentarsi sul proprio banco
durante le
ore di matematica, mentre Kotori tentava di svegliarla, scuotendole
appena una
spalla.
“Non
credo proprio. Sai ho sentito dire che avremo un nuovo
compagno…” La castana
sembrò illuminarsi. “Davvero? Chi?”
Kotori mostrò un sorriso malizioso alle tre
e, dopo essersi assicurata che nessuno fosse di passaggio a distanza di
qualche
metro, mormorò le fatidiche parole che cambiarono
l’umore delle due compagne.
“Si tratta di un amico mio e di Yuma…si chiama
Okudaira Fuya.” Prima Sachi e
poco dopo Sei avvamparono vistosamente. “COSA??”
sbottarono all’unisono, prima
guardandosi l’una l’altra, poi la Mizuki.
“ESPer Robin?” aggiunse Summer,
tentando di ricordare il volto del ragazzo che aveva visto in una serie
televisiva qualche anno prima. La loro amica socchiuse le palpebre e
fece un
cenno con la testa.
I minuti
trascorrevano con molta lentezza mentre le quattro ragazze attendevano
l’arrivo
dell’attore, insieme a quello dello Tsukumo. Kotori aveva
spiegato che il
ragazzo, invece di recarsi con lei a scuola, era passato a prendere
Fuya, in
modo tale che non si perdesse nell’enorme edificio
scolastico. Tutte si
chiesero se fosse stata una buona idea: magari si era perso anche lui.
In
risposta la Mizuki sbottò di avere più fiducia
nelle capacità del suo migliore
amico. Summer si affacciava di tanto in tanto alla porta per scorgere
da
lontano i due –o magari Shark e Rio, giusto per augurar loro
una buona giornata
se fossero stati di passaggio- ma riceveva solo inviti a improbabili
appuntamenti con gente a lei sconosciuta.
“Ma
perché non accetti di uscire con uno di loro,
Sum?” chiese incuriosita la
ragazza dagli occhi color oliva. “Perché sta
ancora con…” Sachi venne bloccata
dalla mano della verde. La ragazza dai capelli color acquamarina
divenne scura
in volto. Anche se aveva accettato dolorosamente la fine della
relazione, detto
sinceramente meno veniva nominato il ragazzo, meglio stava.
“Meno male che fino
alla fine del mese scolastico non c’è nella nostra
classe, non credete? Sapete,
è andato a studiare in un’altra città,
dato che sta inseguendo il sogno di
divenire un duellante di alto livello.” “Ah, ecco
perché ******** non era più
segnato nell’elenco della nostra classe.” Concluse
Sei, circondando le spalle
dell’Arclight e mormorandole poche ma intense parole
confortanti.
“Minna!”
una voce fece capolino alle loro spalle. Lo Tsukumo rilasciò
una cristallina
risata, passandosi un dito sotto il naso. “Ma dove sono
tutti?” domandò,
realmente stupito di trovare la sua classe vuota. “Ti sei
dimenticato che oggi
c’è il discorso di inizio settembre del preside,
vero?” Kotori aveva già
iniziato a rimproverare Yuma, tanto per cambiare. A dire il vero, anche
Summer
se n’era completamente dimenticata.
“Dov’è Okudaira-sama,
piccioncini?”
proferì, ignorando le noiose liti in stile marito e moglie
tra i due, i quali,
udendo l’ultima parola, si fermarono e arrossirono
lievemente. “Ukyo-sensei ci
ha fermati subito all’ingresso e si è offerto di
fargli girare la scuola.”
“Quindi vuol dire che quest’anno scolastico non
terrà il discorso come l’anno
precedente?”
“A quanto pare no Sacchan.” I cinque lasciarono le
proprie cartelle sui loro
banchi e si diressero in fretta verso il luogo della riunione. Se
quest’anno
fosse stato il preside a tenere il celeberrimo discorso, il loro
ritardo non
sarebbe stato facilmente perdonato.
Correndo
come degli affannati, con grande fatica da parte di Summer, i ragazzi
si
fiondarono nell’enorme sala che raccoglieva gli studenti di
tutti gli anni poco
prima che l’uomo più potente
dell’Accademia –il preside- facesse il suo
ingresso e si dirigesse verso un palchetto con tanto di microfono e
sorriso
tirato. Furono costretti a dividersi: se si fossero mossi in gruppetto,
sarebbero stati scovati presto. E se lo faceva quel simpaticissimo
uomo, la
cosa era ancora più umiliante.
Una mano
le afferrò il polso e la costrinse a sedersi su un posto
–per sua fortuna-
vuoto. “Si può sapere cosa ci fai ancora in
giro?” Summer sorrise nell’udire
quel sussurro. Era finita in buone mani. “Lo sai
com’è fatto il preside…se ti
avesse trovata in piedi, ti avrebbe fatto una bella lavata di
capo.” “Mi fa
piacere che ti preoccupi per me, Ryouga…” lei gli
accarezzò appena la guancia,
come per lodarlo del buon lavoro che aveva svolto. Salvare una persona
in
difficoltà non era uno dei doveri dell’amico?
“Non fare queste cose in
pubblico…” “Ma non le faccio nemmeno in
privato, dato che ti infastidisce così
tanto…” “Mi volevi provocare?”
“Un pochino…” la ragazza rise
leggermente
“Comunque…io, Kotori, Sacchan e Secchan stavamo
aspettando Yuma e il nuovo
arrivato…che non ho ancora avuto modo di
conoscerlo.”
**
Il
discorso si era rivelato più lungo di quanto in
realtà Summer si fosse
aspettata, rimpiangendo quello incalzante e motivante di Ukyo-sensei,
uno dei
pochi insegnanti più amati di tutta l’accademia,
dell’anno precedente. La
ragazza si guardò attorno, sperando che quella tortura
finisse presto. I suoi
occhi caddero su due figure dall’altra parte della sala: Yuma
dormiva
beatamente sulla spalla di una ciondolante Kotori. “Poverina!
Sta morendo di
sonno anche lei!” pensò tra uno sbadiglio e
l’altro, scostando lo sguardo verso
la sua destra, al di là della figura maschile seduta accanto
a lei. Rio si
stava limando le unghie, cinguettando soavemente e verificando che le
sue mani
fossero perfette come sempre. “Sarà meglio non
disturbarla…” Osservando le mani
curatissime della Kamishiro, Summer abbassò lo sguardo,
posandolo sulle sue
unghie: lo smalto c’era, ma l’Arclight sapeva che
prima o poi sarebbe saltato;
inoltre le sue unghie non avevano una forma regolare, ma non erano
mangiucchiate; in confronto a quelle della Kamishiro facevano
ugualmente pena.
“Smettila
di guardartele…” “Ti do
fastidio?” domandò automaticamente: per evitare
che un
certo squalo si irritasse, la prima domanda da porre era sempre quella.
Ad ogni
modo, se avesse davvero capito bene, cercava di comprendere il motivo
per cui
Shark aveva volontariamente omesso l’oggetto del suo cruccio.
Ricevette solo un
grugnito seccato e fu solo allora che sorrise a trentadue denti: per
quanto
fosse orgoglioso, il ragazzo era riuscito a leggere i suoi pensieri e
aveva
provato a salvarla da una serie di filmini mentali che
l’avrebbe sicuramente
tormentata per una buona mezz’ora. Che tenero!
“Ora
a
cosa stai pensando?” questa volta i loro sguardi si
incrociarono e Summer si
sentì improvvisamente a suo agio. Solitamente Shark era
molto freddo e
distaccato quando erano a scuola, e non solo: ma quando cercava di
tirarla su
di morale senza utilizzare battute scontate e con il solo uso dello
sguardo,
sentiva di poter fidarsi ciecamente di lui e di potergli dire tutto
quello che
le passava per la testa, senza che lui tirasse fuori uno dei suoi
commenti poco
carini. La bluette ebbe un tuffo al cuore. “In questo preciso
momento a quanto
sarebbe fantastico se ogni volta tu fossi così con
me…” lui si voltò e la
guardò male “Non fraintendere. Non voglio che tu
cambi. Per me vai benissimo
così come sei, sennò non saresti tu. Tu
invece?” La sua espressione facciale
cambiò rapidamente e sul suo viso comparve un sorriso di
sfida. “In questo
preciso momento a quanto tu sia idiota nel preoccuparti per una minima
stronzata…in generale al nuovo ragazzo che dovresti
conoscere oggi, Okudaira
Fuya…il suo nome mi è familiare, in qualche
modo.” “Dev’essere l’attore che
ha
interpretato ESper Robin…”
Ryouga
roteò gli occhi. “Non mi dire che è il
protagonista di quella serie televisiva
che mi sono dovuto sorbire ogni qual volta che venivo a casa
tua?” Lei accennò
più volte con la testa. “Lo sapevi che facevano le
repliche la sera? Anche se
potevo vedere lo stesso episodio a distanza di qualche ora, era
divertente
vederlo con te. I tuoi commenti mi facevano tanto ridere…un
po’ quei momenti mi
mancano. Non ti chiedo se la cosa è ricambiata
perché già conosco la risposta.”
“A me quella serie non mi manca affatto…era una
fortuna che non le rivedessi in
orfanotrofio…” All’ultima parola da lui
proferita, il tenero sorriso di Summer
divenne mesto, sentendo un certo odio per quella parola che alle sue
orecchie
suonava come un luogo cupo, solitario e immensamente triste.
“…era una vera
tortura.” Lei chinò lo sguardo: di certo non
avrebbe mai voluto che l’amico
vivesse quei pomeriggi insieme come una punizione.
E mentre
il preside introduceva un video sull’importanza dello
“studente modello” –era
una fissazione che aveva da ormai molti anni- e nella stanza calava
l’oscurità,
lei circondò il suo braccio sinistro con le sue, passando
lentamente e
delicatamente una mano lungo tutto l’arto, affondando la
testa sulla spalla e
sospirando rumorosamente. “Mi dispiace.” Il suo
tono di voce era fragile e
sottile e Shark sembrava abbastanza innervosito. Il passato
è passato e quel
che è stato fatto è fatto. Pazienza se aveva
visto almeno tre stagioni di
quella serie tv! Le diede un deciso colpetto sulla testa, assicurandosi
che
l’Arclight alzasse lo sguardo verso di lui. “Ti ho
detto di non fare queste
cose in pubblico!”
Dopo una
decina di minuti i ragazzi furono sguinzagliati e ognuno fece ritorno
nella
propria classe, ringraziando il cielo che fosse finito. Summer
aspettò al di
fuori dell’enorme sala le sue amiche e si incamminarono
insieme tra cristalline
e civettuole risate, raggiungendo presto l’aula, dove un
sorridente Ukyo-sensei
attendeva i suoi studenti in compagnia del nuovo arrivato.
Una
volta che tutti si sedettero, il professore si alzò dalla
sua cattedra e fece
un rapido segno a Fuya, chiedendogli di avvicinarsi a lui, ovvero
davanti alla
sua postazione, e di presentarsi. “Buongiorno a t-tutti! Mi
chiamo O-Okudaira
Fuya e ho 17 anni…è un vero piacere
conoscervi.” Il ragazzo si inchinò, accolto
da una serie di sguardi sognatori e sospiri amorosi delle sue fan.
“Prego Fuya,
puoi evitare di sentirti ancora a disagio qui, di fronte a tutti.
Siediti…mhm…accanto a quella
ragazza…” I suoi occhi verdi studiarono curiosi i
morbidi capelli color acquamarina della studentessa che sarebbe
diventata la
sua compagna di banco. Quando lei sollevò lo sguardo verso
di lui, gli rivolse
un solare e sincero sorriso, facendolo appena arrossire. Una volta che
il
ragazzo si mosse verso di lei e si sedette al suo fianco, il loro
sensei iniziò
la sua lezione soft mentre lei lo guardò nuovamente
negli occhi.
Summer
non poté negare di rimanere attratta
dall’intensità e dal magnetismo di quello
sguardo; allo stesso modo Fuya rimase affascinato dal loro color miele,
segno
della sua dolcezza e mitezza. Entrambi constatarono come fosse strano
avere una
sorta di imprinting pur non essendosi mai visti e incontrati prima
d’ora.
“Okudaira-sama…è un piacere conoscerti.
Io sono Arclight Summer.”
Chocolate-sama’s
corner:
Minna!
Rispetto al capitolo precedente, è stato molto
più
tranquillo e- personalmente- più facile da scrivere. Per la
mia gioia è stato
bello poter introdurre –anche se non ha avuto molto spazio-
Okudaira Fuya-kun.
Chissà se questo personaggio avrà un ruolo
centrale nella vita di Summer-chan…
Lascio
spazio alla vostra immaginazione e…preparatevi al
peggio per il prossimo capitolo.
La
vostra Chocolate-sama.