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Autore: Dragon_Iridia    09/10/2015    3 recensioni
- Newtmas - AU -
Faceva caldo, davvero troppo caldo. Ma d'altronde era estate, è per questo che d'estate si va al mare, no?
Per questo avevano scelto quell'isola, Lipari, una delle isole Eolie. Teresa si era occupata di tutto, aveva affittato un piccolo appartamento per lei, Minho, Chuck e Thomas. Come unica donna nel gruppo di amici si era sentita in dovere di pensarci lei.
Thomas non pensava però che un'altro membro si sarebbe aggiunto presto al gruppo, quando alla fermata dell'autobus nota un certo biondino, che fino a qualche minuto prima era nella loro stessa spiaggia. Che ruolo rivestirà il biondo in questa bizzarra e iperattiva comitiva?
Come influirà il passato dei due ragazzi sul loro presente e sul loro rapporto?
Rimarrà solo una stupida cottarella estiva?
Genere: Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Minho, Newt, Teresa, Thomas, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-E' arrivato, Thomas è arrivato
 
-Chuck non importa farne sempre un dramma così, è una cosa normale.
 
Newt non capiva cosa stesse accadendo, da quando Thomas aveva aperto la porta si era scatenato il caos e nella sue testa rimbombavano le parole del ragazzo.
Chuck si lamentava, Minho e Thomas scuotevano la testa, con fare arreso, dandosi piccole pacche sulla spalla.
 
-No Teresa non è affatto normale
 
-Hey come donna è normalissimo che succeda Chuck, non vorrei rovinare la tua immagine di noi, ma siamo questo, e possiamo farci poco, lo sai. Ora scusatemi, ma devo andare
 
Detto questo la ragazza entrò in bagno e sbatté la porta dietro di se.
Calò il silenzio, e senza spostarsi da dove era rimasto imbambolato tutto il tempo vide gli altri tre sedersi al tavolo di cucina. Con lentezza si sedette, proprio davanti a Thomas, e ascoltò in silenzio la conversazione
 
-Secondo voi stavolta come sarà?
 
-Beh Chuck contando che siamo quasi nel cambio di stagione... non ne ho idea
 
-Davvero esiste una regola per queste cose?
 
Newt iniziava ad avere dei sospetti, ma se ne rimase in silenzio, preferendo evitare una figuraccia
 
-No, non credo
 
-Le ragazze...
 
-Comunque ho l'impressione di sapere cosa farà stavolta
 
Minho stava fissando il biondino, con lo sguardo di chi conosce cosa sta per accadere e non vuole dirtelo per dispetto. Questo preoccupato rivolse lo sguardo a Thomas, nella speranza di ricevere una spiegazione almeno da lui, ma notò che faceva la spola con lo sguardo da Minho a lui. Stava visibilmente cercando di capire anche li, non poteva essergli d'aiuto, tantomeno Chuck, che aveva assunto un'espressione persa.
 
Così prese coraggio e fece una domanda di cui era sicuro, se ne sarebbe pentito.
 
-Cosa sta succedendo?
 
Quella domanda sembrò svegliarli da quella sorta di trance in cui erano caduti, che per un attimo li aveva fatti dimenticare di tutto. Minho si rese a briga di illustrare con un discorso dettagliato quello che stava accadendo.
 
-Bene, questo sembra quasi un discorso da genitore a figlio, ma non preoccuparti, non è ancora arrivato quel momento.
Devi sapere che Teresa ci ha detto di avere dolori, sai cosa significa quando una dona ha i dolori? Alla schiena? Le voglie strane? Sbalzi d'umore? le-
 
-Il ciclo, non sono una donna e non son sicuramente esperto quanto lo sei tu, o almeno lo sembri, ma come funziona una ragazza lo so. Almeno credo
 
-Bene, bravo ragazzo
 
Newt era piuttosto sconvolto da come i ragazzi sembrassero spaventati da tutto questo; a lui veniva solo da ridere. E dovette trattenersi dal cadere dalla sedia per le troppe risate.
 
-Il punto è che quando Teresa ha le sue cose è Teresa alla seconda. Teresa con i level-up. Chiamala come ti pare.
Ma resta una Teresa con i tratti accentuati e con i terribili sbalzi d'umore. E' imprevedibile e incredibilmente esigente. E non vogliamo farla arrabbiare, perchè quando si arrabbia
 
-Brrr
 
Mimò Chuck per completare la frase dell'asiatico
 
-Esatto. Quindi se ne abbiamo la possibilità le stiamo lontano, o nei casi come questo ci alleiamo per assicurarci che non ci tiri una padellata in testa.
 
Newt si stava prendendo del tempo per realizzare. Gli sembrava tutto un grande scherzo, okay le ragazze sono molto volubili e particolari col ciclo, ma non ci vedeva tutto questo dramma.
Insomma, era veramente terrorizzati da quella ragazza, a lui sembrava tranquilla, tosta ma tranquilla.
 
-Capito pive?
Quindi vedi di non farla arrabbiare, perchè non ti perdoneremo mai
 
 
 
 
 
 
-Mh... direi che al momento la mia ship preferita è la Newtmas
 
-La cosa?
 
-Newtmas. Newt e Thomas
 
-IO e Thomas?
 
-Conosci altri Newt e Thomas? Newt non di sicuro, non è un nome comune.
 
Ora capiva perchè il giorno prima erano così terrorizzati, lo capiva eccome. Questa ragazza è pazza, pensò il biondino.
 
Tutto era iniziato due giorni fa, quando era stato avvisato dai ragazzi che Teresa sarebbe diventata imprevedibile e che se ne sarebbe dovuto guardare le spalle. Dopo di che aveva ricevuto un messaggio dai genitori e Thomas lo aveva riaccompagnato verso la fermata, nonostante il volere di Newt.
 
Il biondino trovava inutile farsi accompagnare fino alla fermata,ma non brontolò più di tanto per quella proposta, accettandola.
Avevano chiacchierato con calma, e Thomas gli aveva raccontato qualche strano evento collegato a Teresa.
In particolare di come una volta aveva organizzato un piano complicatissimo, con l'aiuto di una certa Brenda e Minho, solo per trovare una ragazza a Chuck. Piano che tra l'altro si era rivelato un fallimento, ma che usano spesso per infierire contro la ragazza e le sue strane manie.
Gli aveva raccontato di come aveva voglie completamente assurde e di come l'asiatico si impegnasse per non farla innervosire troppo.
Thomas sospettava che valesse tenersela buona per non averla contro, nel caso le fossero passate in testa strane idee.
 
In ogni caso si erano poi rivisti diverse volte in quei giorni, e i genitori di Newt si erano convinti che quel gruppetto non fosse male, soprattutto dopo aver scopeto che ne faceva parte una ragazza, single, che sembrava essere sicuramente una persona a modo.
 
E invece no.
 
Teresa non era affatto una persona a modo.
 
Si erano soffermati a parlare di libri, film e serie, e la ragazza non si era trattenuta dal descrivere tutte le coppie che adorava, parlando di fanfiction, fan art e chi più ne ha più ne metta.
Era stato un lungo monologo durante il quale il biondo aveva pregato di essere trascinato da qualcuno a cercare di costruire un castello di sabbia dove la sabbia non c'era.
 
Ma nessuno si era offerto.
 
Anzi, avevano deciso di farse gli idioti sul bagnasciuga, giocando, o meglio tentando di giocare con le racchette da spiaggia.
E lo avevano lasciato nelle grinfie della parlantina di Teresa, parlantina che Newt aveva lasciato perdere per un attimo.
 
Quando però aveva notato con la coda dell'occhio un ghigno sul volto della ragazza, si era preoccupato ed aveva iniziato ad ascoltare quello che stava dicendo
 
E se n'è venuta fuori con una strana parola "Newtmas"
 
Parola che per lui non significava niente, se non dopo la spiegazione di Teresa.
 
Spiegazione che non voleva assolutamente sentire, ne voleva rimanere all'oscuro.
 
Ma il danno ormai era stato fatto.
 
Fu a quel punto che preso dalla disperazione, indeciso se ridere ricordandosi del racconto di Thomas, si passò una mano sul volto, arrivando fino ai capelli, scompigliandoli.
 
-Quindi fammi capire, tu vedi me e Thomas come una coppia?
 
-La tensione sessuale tra voi è palpabile, se ne accorgerebbe anche una capra
 
-La tensione sessuale...COSA?
 
-Di che parlate?
 
Minho? Ha sentito tutto o è solo un caso che sia arrivato proprio in un momento del genere? Pensò rapidamente il biondo.
 
-Niente!
-Della Newtmas
 
-Non è vero parlavamo di niente, andiamo a fare il bagno, eh?
 
Cercò di dire Newt, prendendo l'asiatico per un braccio, nel tentativo di portarlo in acqua.
Tentativo fallito irrimediabilmente nel momento in cui il ragazzo si divincolò tornando da Teresa
 
-Newtmas?
 
-Minho...
 
Entrambi si soffermarono sul biondo, in piedi davanti a loro. Nessuno diceva niente, e Newt era sempre più spaventato da quei due.
Adesso si guardavano con aria complice, e furono interrotti solo dall'arrivo di Thomas
 
-Newt vieni a fare il bagno?
 
-S-si, volentieri.
 
-Voi?
 
Newt non sapeva se sentirsi sollevato dall'arrivo del ragazzo o se sentieri terrorizzato. Optò per rimanere fermo in balia delle sensazioni, convinto che sarebbe successo sicuramente qualcosa di imbarazzante di questo passo.
 
-Arrivo, finisco un'importante discorso con Teresa e arrivo
 
-Andiamo Newt
 
Thomas afferrò le sue spalle, e lo accompagnò spingendolo verso il mare, spezzando il contatto visivo del biondo dai due seduti sull'asciugamano. Per questo Newt non poté ne vedere, ne sentire quello che i due stavano confabulando.
 
E forse fu una fortuna per lui
 
-Dobbiamo farli mettere insieme prima che finisca la vacanza Minho
 
-Si Thomas ha bisogno di scaricarsi e diventare sessualmente attivo, e dubito che troverà mai nessuno che lo guarda come quel biondino. Sinceramente penso che quel biondo abbia i prosciutti sugli occhi per non vedere quanto è cretino Thomas
 
-Vedi che certe cose non le immagino?!
 
-Vuoi dirmi che non ti immaginavi che ritenevo Thomas un creino?
 
Teresa distolse lo sguardo dall'oggetto dei loro discorsi, per voltarsi verso l'asiatico. Gli lanciò uno sguardo di rimprovero, conscia del continuo sarcasmo in ogni singola frase del ragazzo.
Per questo ignorò quella domanda e aspettò che il ragazzo continuasse a parlare.
 
-Hai una fervida immaginazione, ma stavolta devo darti ragione.
 
-Perfetto
 
Come se avessero stabilito tacitamente un accordo, si aggiunsero agli altri tre, già in acqua, continuando a pianificare mentalmente un modo per farli stare soli.
 
 
 
 
 
 
Si era disteso sull'asciugamano, sotto il sole delle sei, dopo il bagno in compagnia, godendo del momentaneo silenzio che lo circondava.
Con lui era uscita Teresa, e per fortuna non aveva più accennato al discorso di prima, ma si era limitata ad avvolgersi con un asciugamano azzurro
Non sentiva il suo sguardo, ne la sua pressione addosso, per questo chiuse li occhi e si immerse in quell'oscurità e nel calore del sole del tardo pomeriggio.
I pensieri vagarono ai giorni precedenti, di come i suoi genitori avessero cambiato idea dopo aver scoperto che ne gruppo c'era anche una ragazza, che tra l'altro era interessata a seguire gli studi di Biologia. Per lui era stato un sollievo, anche se notava nell'atteggiamento di sua madre una consapevolezza che il padre non possedeva.
Come se lei avesse saputo qualcosa in più rispetto al marito
Ciò non turbò troppo i pensieri del biondo, che vennero immediatamente deviati dalla voce di Thomas.
Lo sentiva ridere in acqua, sentiva il suono delle sue risate trasportato dal leggero venticello, mischiate ad un forte sapore di sale.
Ripensò alle precedenti giornate in spiaggia, al tempo passato insieme e al contatto fisico, breve ma intenso di qualche giorno prima.
Adesso la pelle di Thomas non era più arrossata e gonfia come qualche giorno prima, erano rimasti solo dei sottilissimi segni più chiari del suo tono di pelle, come se fossero piccole cicatrici. Non che ci facesse particolare attenzione, ovviamente, era solo preoccupato per lui, e per quello che gli era successo.
Non si soffermava assolutamente sulla pelle chiara del ragazzo e sui nei che dal volto macchiavano in modo casuale il resto del corpo.
Assolutamente no.
 
Ripensando a quel contatto ne sentì la mancanza, come se simboleggiasse una parte di un legame. Aveva la sensazione di avere una sorta di falla, come se stesse costruendo un edificio senza uno dei muri portanti.
Ma al di là di tutto era ciò che il contatto per lui significava, che mancava maggiormente.
Era una dimostrazione d'affetto, di fiducia verso l'altro.
Concedeva all'altro uno spazio personale, tacitamente apriva delle porte che per tante altre persone erano chiuse.
Sentiva che Thomas possedeva tutte le chiavi, ma non si muoveva, non aveva intenzione di aprire nessuna di quelle porte
 
E se fosse stato lui il problema?
 
Se, senza rendersene conto, stava scacciando ogni tentativo del ragazzo, rendendolo vano?
 
Fu assalito dal dubbio, dai dubbi.
 
 
Aveva bisogno del contatto,  ne aveva bisogno per dare un nome a quello che provava.
Per capire quello che provava.
Tutti quei brividi, il sangue che si scaldava vibrando, quella sensazione al petto, come se qualcosa si stesse espandendo a macchia d'olio. Qualcosa che non poteva controllare e forse neanche voleva.
Desiderava solo capire, capire cosa stesse accadendo
Ma sopratutto capire perchè la sua mano era in quella di Thomas.
 
Nell'altra stringeva una bottiglia, fredda al tatto e umida per le goccioline di condensa formate sulla superficie lucida. La guardò, come se non fosse realmente consapevole di quello che era successo fino a quel momento.
Era una bottiglia di birra e ricordava benissimo come era arrivato in quella situazione.
 
Una bottiglia di birra in una mano, e le dita di Thomas nell'altra.
 
 
 
Colpa di Teresa.
 
La ragazza di punto in bianco aveva comunicato al suo gruppo la voglia di andare in qualche locale. C'era solo un piccolo problema, di poca importanza per la ragazza. Non esistevano locali raggiungibili sull'isola per fare quella che lei definiva "festa".
Ciò non impedì però che la ragazza trovasse il modo i farli riunire e trascinarli fino ad un pub lì vicino.
Appena entrati Newt aveva immediatamente sentito l'odore di stantio e birra nell'aria. Percepiva a anche un leggero odore di sigaro che faceva pizzicare impercettibilmente la sua gola.
L'età media dei presenti era davvero poco rassicurante, non vedeva neanche un coetaneo, tutte camicie sudate appartenenti a  uomini più o meno in carne. Avevano chiesto delle birre al barista e se l'erano defilata il più rapidamente possibile, nonostante Minho avesse ormai stretto amicizia con tutti i presenti nel locale.
Senza scrupoli aveva attaccato bottone con un signore baffuto seduto al bancone, parlando di argomenti completamente casuali, come la marca di birra o la prossima partita in televisione.
C'era voluta una convincente e minacciosa Teresa per far mollare all'asiatico il suo piano di socializzazione con gli abitanti dell'isola.
 
La ragazza li aveva convinti a passeggiare sulla spiaggia, di notte, al buio e al freddo, per il rammarico di Chuck. Voleva solo starsene a dormire nel proprio letto caldo e comodo.
Così si erano ritrovati Teresa che fingeva di difendere Chuck dalle taglienti battute di Minho, l'asiatico che non si limitava, come al suo solito, e il ragazzino che si lamentava, senza però smettere di ridacchiare.
 
Qualche passo indietro, isolati dalle voci squillanti degli altri, due ragazzi camminavano silenziosi.
 
Era un silenzio strano, si era formato senza che nessuno se ne accorgesse, li aveva racchiusi in un abbraccio materno e li aveva allontanati dal resto. Li aveva costretti a seguire quell'inspiegabile energia che li attraeva l'uno all'altro.
Non era un silenzio teso.
Era come una pausa nel bel mezzo i un brano musicale, un silenzio in cui chiunque stia ascoltando rimane con il fiato sospeso. Un momento in cui si smette di respirare, di pensare e si attende.
Si aspetta che accada qualcosa, aspettandoci di tutto e il contrario di tutto.
 
E Newt in fondo se lo aspettava qual contatto, lo bramava, ma nello stesso momento non immaginava che potesse diventare reale.
Sentiva l'indice dal ragazzo  sfiorare delicatamente la sua mano, seguendo i movimenti  della camminata, ondeggiava leggermente, picchiettando, in attesa del consenso del biondo.
Fu un piccolo innocente movimento, per niente calcolato e completamente istintivo. Le dita di Newt si allungarono leggermente verso quelle dell'altro, un movimento impercettibile, che non rimase nascosto alla volontà di Thomas.
Finirono per intrecciare le dita in un caldo contatto, in modo lento e pacifico, quasi timoroso. Dando il tempo all'altro di ritrarsi, tempo che nessuno dei due sfruttò
 
 
E adesso erano lì, la mano intrecciata  e un leggero rossore sulle guancie, nascosto dalla frescura notturna. A  vederli a lontano sembravano ragazzini con la loro prima cotta.
Non che a loro interessasse cosa gli altri potevano pensare, in quel momento non esisteva altro che quel breve contatto.
Il resto era ovattato dalle piccole scosse che quel contatto generava, le oscillazioni date dalla camminata sulla superficie irregolare della sabbia fatta di sassi, creava un movimento cullante e ripetitivo. Le dita si intrecciavano perfettamente, come se fosse stato quello il loro scopo, la loro reale funzione.
 
E in quel silenzio le onde si infrangevano indisturbate sul bagnasciuga, il vento soffiava freddo trasportando con se leggere gocce di umidità notturna che bagnavano leggermente il volto di Thomas.
Newt lo stava osservando, in modo distratto, beandosi del contatto e della vista.
Lasciò scorrere lo sguardo sul naso sottile illuminato da una soffice luce lunare, per poi passare agli occhi, tenuti in ombra dalle sopracciglia.
Newt però poteva sentirli su di se, poteva vedere al di là della reale oscurità che li circondava, percependoli sul suo volto.
Seguì le ombre proiettate, fino a raggiungere le sue labbra e lì ci si soffermò, notando come la luce le graffiava e evidenziava l'irregolarità della pelle duvuta alla secchezza.
Erano realmente secche o era solo un'impressione?
E sopratutto in quel momento importava davvero tutta quell'analisi scientifica?
 
Ci sono cose che nella vita non puoi controllare, non puoi fermare un bicchiere che, scivolato di mano, finisce per frantumarsi sul pavimento; la pioggia che senza reale preavviso decide di scontrarsi con gli ombrelli o i cappucci delle persone sorprese dalla tempesta; l'affetto verso un altra persona, la curiosità che ti suscita e quelle sensazioni che ti rendono vivo e  umano.
 
E Newt non poteva controllare quello che stava accadendo, avrebbe potuto scansarsi, ma no, non potava farlo. Non poteva perchè per quanta forza qualcuno applichi su due calamite con poli opposte, una volta terminata la forza che le divide, si scontreranno, con più forza e violenza che nel trovarsi da sole.
E loro erano questo, poco importa dei principi su quanto tempo deve obbligatoriamente passare prima di una determinata azione.
 
Senza separare il contatto delle mani si avvicinava, a quelle labbra che suscitavano in li la stessa curiosità di un colorato frutto maturo sconosciuto.
Poco importa se fosse stato velenoso, poco importava al biondo.
E tanto meno importava a Thomas che probabilmente non aspettava altro, dimostrandolo visibilmente.
Si ritrovò a tirare la mano del ragazzo, per avvicinarlo a se e scontrare dolcemente le labbra.
Adesso i due erano fermi, circondati soltanto dal loro silenzio, le labbra strette in n morbido contatto.
Newt appurò che le labbra dell'altro erano leggermente screpolate, ma non quanto credeva, ed erano salate.
Anche l'altro in quel momento sentiva l'odore del mare mischiarsi con quello leggero del ragazzo, nascosto  a momenti dal vento fresco.
così sotto la flebile luce della luna si stavano scambiano un dolce contatto.
 Era calmo, salato e con un leggero retrogusto di birra.
Quel contatto era tutto e niente, era un modo silenzioso ed efficace per mostrare all'altro un briciolo di fiducia
 
Si separarono, lentamente restando per un attimo a contemplarsi, come ad accertarsi che ciò che era accaduto fosse reale.
Thomas si allontanò dal volto dell'altro, lo sguardo basso in direzione opposta.
Il biondo si preoccupò vedendolo reagire così, non riuscendo a capire se fosse per via dell'imbarazzo o per qualche altra motivazione.
Si sentì trasportare quando Thomas iniziò a camminare, perchè non aveva mollato la sua mano, anzi, se possibile adesso la presa era più forte e possessiva.
Le piccole carezze che il pollice di Thomas tracciava sulla mano del biondo lo cullavano, rassicurandolo.
Per questo non si curò molto della reazione dell'altro, non sembrava pentito, poi era stato un semplicissimo contatto.
Poteva anche non significare niente.
 
-Oh guarda che carini, una mamma con il figliolino a spasso
 
Minho gli aveva rivolto uno sguardo divertito, seduto sul muricciolo, con le gambe penzoloni. Chuck sbadigliava visibilmente assonnato e Teresa si limitava a sfoggiare un sorrisetto complice.
 
-E chi sarebbe il figlio?
 
Cercò di protestare Thomas, senza però ricevere una vera  e propria risposta, solo sorrisetti divertiti e sbadigli di Chuck, tanto che Teresa decise di intervenire
 
-Chuck ha sonno, propongo di tornarcene a casa che ne dite?
Newt se vuoi rimanere da no l'invito è sempre valido, abbiamo posto. Voi ragazzi potete stringervi.
 
-No grazie Teresa, i miei stasera sono a casa e comunque senza preavviso non mi farebbero mai restare
 
-Domani?
 
-Scusate ma non dovrebbe essere Thomas quello a chiedere a Newt di rimanere?
 
-Chuck anche tu! La smettete di impicciarvi nella mia vita?!- rispose indispettito- adesso lo accompagno alla fermata dal bus, così può tornare a casa.
 
Minho simulò un colpo di tosse per farsi notare
 
-Non credi che non sia adatto lasciare una donzella tornare da sola a quest'ora della notte?
 
Thomas aprì bocca per ribattere ma venne interrotto da un biondo, che gli rispose in modo scherzoso.
 
-Non credo proprio di essere una damigella Minho. Cacchio ma ci vedi? Non era Thomas la mammina della situazione?
 
-Mi piaci ragazzo, hai la mia approvazione
Tu sarai l'attivo.
 
-Minho!- cercò di protestare il ragazzo intromettendosi nel discorso - Smettila con questa roba!
 
Newt aveva notato che le guance di Thomas si erano leggermente arrossate nel sentire le parole dell'asiatico, e sorrise a quella scenetta.
 
Si scambiarono qualche cenno per salutarsi, continuando a scherzare mentre Chuck sbadigliava e Teresa scuoteva la testa arresa.
 
-Poi la tua approvazione per cosa Minho!
 
Per evitare l'arrivo di discorsi imbarazzanti, Newt tirentò il ragazzo per il braccio, le mani ancora intrecciate in modo inconsapevole, probabilmente.
Si avviarono verso la fermata, con Thomas in silenzio, il rumore delle voci degli altri che si faceva sempre più sottile, il vento che portava un freddo odore salato.
In quel silenzio passeggiavano, le mani come unico punto di contatto si scambiavano calore e lievi carezze.
 
Quando scorse il bus svoltare e fare capolino in fondo alla strada, si voltò verso Thomas, appena in tempo per vedere il sorriso stampato sul volto del ragazzo brillare.
Sembrava un bambino divertito e entusiasta.
Il biondo ricambiò, fece per sciogliere le dita intrecciate, ma l'altro l'afferrò per il braccio tirandolo a se.
Questa volta fu Newt a chiudere per primo la distanza tra i due, in un breve contatto.
Morse il labbro inferiore del moro trattenendolo tra i denti mentre, con studiata lentezza, si allontanava.
Poi guardando Thomas negli occhi lasciò la presa, sorridendo per poi salire sull'autobus.
Dopo essersi seduto guardò fuori dal finestrino, e il ragazzo era ancora lì. In piedi come un'idiota, pensò il biondo sorridendo.
 
Forse non era male come credeva tornare a fidarsi di qualcuno e lasciarsi andare.
 
















Note
 
Lo so, sono in ritardo ma ho avuto un blocco in cui non riuscivo a scrivere niente (ma niente di niente, zero, niente cose a comando), per scrivere questo capitolo ci ho messo un sacco di tempo perchè ogni volta cancellavo.
Non sono convinta del tutto, ma insomma mica posso riscriverlo all'infinito ahhahahhaha
 
Boh ditemi come sempre cosa ne pensate, e SCUSATEMI se non ho risposto alle recensioni del capitolo precedente, sono imperdonabile. Però le ho lette, le leggo sempre anche se rispondo in ritardo o se non rispondo
 
 
Però vi ringrazio lo stesso perchè vi amo voi che recensite sempre e mi date un sacco di consigli senza neanche rendervene conto ❤
Scusatemi ancora.
 
Anyway, se la storia vi ha lasciato troppa roba dolce bleah andatemi a leggere la raccolta di OS (Look into it) che lì ce ne sta di tristezza e malinconia
 



Spero di rivedervi nelle recensioni ❤  (stavolta rispondo subito prometto)
  
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