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Autore: Alyx    10/10/2015    3 recensioni
Voglio tornare là dentro, precisamente al nostro settimo anno, perché quello è stato l'anno delle svolte. É stato l'anno in cui il dentro e il fuori si sono confusi. L'anno in cui il dentro stava per andarsene. Ma c'era ancora. L'anno in cui il fuori stava per arrivare. Ma non c'era ancora.
*
Perché per una volta non può essere Sirius a raccontare cosa è successo l'ultimo anno che i Malandrini e Lily Evans hanno passato a Hogwarts? Chi meglio di lui, imprigionato ad Azkaban per dodici anni, ha avuto la possibilità di ripensare agli errori ed azioni commesse, prima che la guerra travolgesse definitivamente le loro vite? Direttamente dall'angolo più impazzito della mia mente, ecco a voi: I Diari di Sirius
ATTENZIONE: Sirius/Lily non è per fare un vero triangolo è più un... incidente. Molto divertente.
Genere: Comico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Sirius/Lily
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sirius Diaries 
 
Chapter Seven
 

Azkaban, 7 Gennaio 1982

 
Dal fondo del corridoio, alla mia sinistra, posso sentire le risate divertite delle guardie. Una di loro, credo Frederick, è appena tornata dalle vacanze natalizie e ha portato una bottiglia di whiskey scozzese. L'odore di alcol arriva fino a qui, e anche se sono piuttosto sicuro che non sia permesso loro di bere durante il turno, loro lo fanno lo stesso. Tanto non sono di certo i pochi umani ancora presenti a tenere i prigionieri qui. 
Si vocifera infatti che presto saranno definitivamente e completamente sostituiti dai dissennatori, e allora ad Azkaban non rimarrà alcun essere umano, ad eccezione dei prigionieri. 
L'odore del whiskey mi stuzzica le narici e so che al momento darei qualsiasi cosa per avere quella bottiglia tra le mani. Effettivamente, ubriacarsi sembra sempre una buona idea quando si cerca di dimenticare qualcosa. 
Della mia colossale sbornia di fine ottobre 77, mi ricordo infatti molto poco. Sul momento mi era sembrata una cosa buona, ma col senno di poi, fu un terribile sbaglio. 
Avevo pensato che andare ai Tre Manici di Scopa, una sera in cui James era occupato con i suoi turni da caposcuola, a bere qualcosa per distendere i nervi, non avrebbe fatto male a nessuno. 
Presi il passaggio segreto per Hogsmeade, quello che partiva da dietro lo specchio del bagno del quarto piano, passava per una sala immensa, che avrebbe potuto contenere un'intera assemblea, per poi terminare proprio dietro l'angolo dell'Ufficio Postale. Remus, alle mie spalle, arruolato per l'occasione visto che non ero sicuro che sarei stato in grado di tornare da solo in dormitorio senza fare danni, masticava qualche imprecazione diretta a me. I versi dei gufi provenienti da dentro l'edificio per un attimo soffocarono le sue parole. 
«Finalmente.» sospirai entrando nel bar e rivolgendo un sorriso malizioso a Rosmerta dietro il bancone. Lei rise e scosse la testa. 
«Cominciavo a sentire la tua mancanza, Black. Mi chiedevo quando saresti venuto a trovarmi...» 
Abbaiai una risata, avvicinandomi a lei mentre metteva via lo straccio con il quale stava pulendo il lavandino. La osservai e notai che durante l'estate le erano cresciuti i capelli. La trovai in splendida forma: la ragazza aveva appena due anni più di noi, lavorava alla Testa di Porco da altrettanti e ci aveva passato alcol non troppo legalmente da decisamente di più. 
«Perdonami bimba, ma sono stato occupato.» 
Lei sorrise maliziosa, squadrandomi da capo a piedi. «Ovviamente.» 
Remus si sedette con un tonfo alla mia destra. «Se non la smettete immediatamente, me ne torno a studiare.» 
Noi alzammo gli occhi al cielo, consapevoli di quando le nostre frecciatine infastidissero Lupin. Ma non era colpa mia se assaggiare un pezzo di Sirius Black aveva fatto a Rosmerta quell'effetto. 
«Oh, Moony, non essere geloso.» 
«Non sono geloso, sono seccato.» ribatté senza guardarmi. 
La ragazza rise e ci porse due bicchieri di quello che sembrava decisamente Whiskey Incendiario. «Smettetela di litigare come due sposini e beveteci su.» 
Io afferrai subito la mia porzione, scolandola in pochi sorsi. Quel whiskey era favoloso. Faceva girare la testa e bruciare l'esofago in tempi record, mantenendo un gusto tra il dolce e l'amaro che non ero mai stato in grado di definire ma che apprezzavo decisamente. Remus bevve giusto un sorso, prima di rivolgersi a Rosmerta. 
«Non è molto affollato oggi.» 
Effettivamente il locale era praticamente vuoto. Ad eccezione di una coppia di maghi seduti a un tavolo nell'angolo, non c'era un'anima. 
La giovane donna si irrigidì. «Non è un bel periodo questo. Con il problema di...» esitò. «Voi-Sapete-Chi, la gente non ama viaggiare ultimamente. Sopratutto di notte e durante il fine settimana.» 
Mi lasciai riempire il bicchiere di nuovo. Bevvi subito e mi accorsi che già la stanza cominciava a oscillare. Quel whiskey era decisamente corretto, come solo Rosmerta sapeva fare. 
«Eppure non c'è posto più sicuro di qui, con Hogwarts e Silente così vicini.» biascicai, finendo il secondo bicchiere. 
«Padfoot, rallenta con quel whiskey.» mi ammonì Remus, ma Rosmerta lo stava già riempiendo nuovamente, distratta nelle sue riflessioni. 
«Silente non può essere ovunque. È già abbastanza occupato tra la scuola e il Ministero.» 
Mi venne improvvisamente in mente il discorso avuto con Remus poche settimane prima. Per un attimo, forse grazie all'alcol, mi parve di risentire tutta la rabbia che la sua confessione mi aveva suscitato. Io ero arrabbiato con Remus. Si era offerto come spia a Silente in un branco di feroci, crudeli e malvagi licantropi. Il problema con Lily mi aveva distratto, ma uno dei miei migliori amici stava rischiando la vita per stupido orgoglio. 
«Vedi?» non riuscii a trattenermi dall'accusarlo, stringendo il bicchiere tra le dita spasmodicamente. «Te l'avevo detto.» 
Rosmerta capì subito che non ce l'avevo con lei. E Remus anche. 
Il lupo mannaro mi fulminò, come ad intimarmi di chiudere la bocca. Da sobrio avrei capito che non era decisamente un argomento da trattare in pubblico, sopratutto quando Rosmerta non sapeva di certo della sua condizione. Ma ormai non ero più sobrio, e il terzo bicchiere svuotato e sbattuto sul bancone ne era una chiara dimostrazione. 
«Che succede?» domandò confusa la donna. 
«Sirius, chiudi quella bocca subito.» intimò Lupin. 
«Cosa c'è? Adesso ti vergogni a far sapere in giro che sei un emerito idiota che rischia la vita per un altrettanto imbecille?» 
Remus mi afferrò repentinamente per l'avambraccio. Se fossi stato sobrio l'avrei sicuramente trovato lento, impacciato e debole come sempre, ma di nuovo, sobrio non lo ero di certo. «Attento a quel che dici, Black.» mi sibilò il lupo mannaro, stringendo la presa sull'arto. «È di Silente che stiamo parlando.» 
Rosmerta stava per intervenire, ed io per ribattere, ma i due tipi nella sala si alzarono strisciando le sedie sul pavimento e ci interruppero. Li fissai intensamente mentre si dirigevano verso la cassa per pagare e la ragazza porgeva loro il resto. 
Remus si mise di nuovo a sedere sullo sgabello, finì il suo bicchiere ed afferrò la bottiglia di whiskey da dietro il bancone per versarsene altre due dita scarse. Gliela strappai di mano e bevvi direttamente da lì. 
Lupin storse il naso. «Sei disgustoso.» 
Sentii Rosmerta ridacchiare e dire qualcosa tipo «Non importa, tanto è quasi finito.» prima di rispondere. «Sí, infatti. Sono proprio una persona di merda.» 
Moony non mi guardò nemmeno negli occhi. «Non è quello che ho detto.» 
«Non ho bisogno della tua pietà, Lupin.» biascicai svuotando a malincuore il recipiente di quei whiskey favoloso. «Lo so da solo che sono un bastardo.» 
«Dammi quella bottiglia.» ordinò severo il mio amico. Io lo accontentai tranquillamente. «Scusami Rosmerta.» disse poi alla barista. «Quanto ti devo?» 
La ragazza mi fissava come se fosse la prima volta che mi vedeva per quello che ero. Eppure ero abbastanza sicuro che non fosse la prima volta che mi vedeva ubriaco. 
«Non preoccuparti, Remus. Facciamo un'altra volta.» 
«Sono proprio un amico del cazzo, eh?» chiesi a nessuno in particolare. 
«Portalo via.» disse Rosmerta nello stesso momento in cui Lupin affermava. «Ce ne andiamo.»
Risi con voce roca e isterica. «Bravo Moony. Salva quel poco che è rimasto della mia dignità. Dopo essermi scopato la donna del mio migliore amico direi che è parecchio scarsa.» 
Remus si irrigidì e mi afferrò per le spalle. Rosmerta sillabò un «Cosa?» scioccato.
Lei sapeva della scommessa tra me e James per Lily ma non ci avevo dato troppa importanza in quel momento. Il licantropo fece il possibile per salvare la situazione. 
«Scusa ancora, Rosmerta. Non ascoltarlo, sta delirando. Mi dispiace che-»
«Non-non preoccuparti, Remus.» disse lei allibita. «Solo...» 
«Buona notte.» 
«Sì, bimba, buona notte!» esclamai uscendo dal locale spinto da Lupin. 
Il mio amico stette in silenzio fino a quando non rientrammo nel passaggio segreto. Poi esplose. 
«Porca puttana, Sirius!» inveì tirandomi un sonoro ceffone. «Ti sei bevuto quel cazzo di cervello?» 
In un altro momento sarei rimasto scandalizzato dal linguaggio scurrile del ragazzo. E gliel'avrei di certo fatto notare. 
«Sono abbastanza sicuro di aver bevuto solo whiskey.» 
Dovevo immaginare che Remus non avrebbe apprezzato la battuta. 
«Sei un fottuto imbecille! Hai rischiato di farmi scoprire e di iniziare un pettegolezzo che avrebbe messo fine definitivamente alla tua amicizia con James!»
Vederlo e sentirlo urlare mi mise solo un gran mal di testa, e peggiorò il mio umore. «Rilassati, cazzo. Sei sempre così impostato che mi stupisco di essere riuscito ad organizzare almeno uno di tutti quegli scherzi in questi anni.» 
Lo schiaffo mi colpì sulla stessa guancia del precedente che cominciò a pizzicare. Remus era furioso. Aveva gli occhi puntati su di me, neri e circondati da due occhiaie che non mi erano mai sembrate tanto spaventose. Stringeva i pugni spasmodicamente, allentandoli e serrandoli periodicamente, fino a fare sbiancare le nocche e ogni suo muscolo era teso come se fosse stato pronto a sbranarmi in pochi secondi. Erano rare le volte in cui Lupin mostrava quell'aspetto della sua personalità ed era davvero terrificante quando succedeva. 
Mi era capitato di vederlo così un'altra sola volta prima, ovvero quando avevo fatto quello stupido scherzo a Snivellus. 
Anche lui aveva pensato a quell'evento, come dimostrò pochi attimi dopo. «Prenditi le tue responsabilità per una fottuta volta, Sirius Black. Perché tu ti pari sempre dietro a queste scuse del cazzo ma quando ci vanno di mezzo cose importanti come le vite degli altri, devi imparare a darti una calmata.» 
Si voltò e mi dette le spalle. Parlò un'ultima volta prima di tornare a passo spedito verso scuola, abbandonandomi lì da solo. «Non sarò sempre accanto a te a pararti il culo per il resto della tua vita. Quindi vedi di svegliarti, coglione.» 
Chiuso in questa cella, ripensando a quelle parole, posso solamente convenire con lui. E fa decisamente male. 
 
 
«Andiamo, Pad. Stai andando benissimo. Continua così.» 
Persino la stessa voce del mio migliore amico mi faceva esplodere la testa la mattina seguente. Volevo abbaiargli di zittirsi ma un conato mi soffocò. Mi chinai sul water e vomitai di nuovo. 
James mi diede dei colpetti consolatori sulle spalle. «Butta fuori tutto, Sirius. Ogni cosa.» 
Anche il fatto che sono andato a letto con la tua Lily? pensai dentro la mia testa. Di sicuro mi avrebbe fatto sentire meglio. 
«Santo cielo, quanto hai bevuto?» chiese James con un'espressione disgustata. «E sopratutto, perché non mi hai portato con te?» 
Avrei voluto rispondergli e inventarmi qualcosa ma sentii di nuovo l'esofago contrarsi all'altezza della gola, e anche se ormai non usciva quasi più niente, mi chinai ancora sulla tazza. Un ciuffo di capelli neri mi finii negli occhi.
La testa mi faceva un male tremendo, avevo le budella intorpidite e i conati erano tanto forti che mi stupivo di riuscire a tenerle ancora al loro posto. 
«Vado a chiedere a Remus se ha qualcosa da darti.» sentenziò improvvisamente Potter. 
Oh merda, Remus.
Non ricordavo quasi niente della sera precedente ma sapevo, sentivo, che c'era qualcosa in ballo con Remus. Sarebbe stato il primo ad assicurarsi che stessi bene in una situazione analoga, per quanto bene si possa stare dopo una sbornia così colossale. 
«No.» gracchiai, prima di essere scosso da un altro conato. «Sto bene.» 
James mi guardò scettico, consapevole del fatto che non stavo affatto bene, ma se non altro capì che doveva essere successo qualcosa con Lupin. Si allungò oltre il lavandino e mi porse un asciugamano umido. «Come vuoi.» 
«Grazie.» 
Appena mi appoggiai con le spalle al muro del bagno, seduto rovinosamente sul pavimento, mi resi conto che ero solo con James. Era davvero tanto tempo che non succedeva. Chiusi gli occhi, cercando di ignorare la nausea crescente al ricordo di quel che avevo fatto con Lily Evans. 
Come se potesse leggermi nel pensiero, James si mise seduto al mio fianco e parlò. «Lily mi ha detto una cosa ieri.»
«Cosa?» ansimai col fiato corto. Per un attimo ebbi paura che potesse aver confessato. Prongs sembrava leggermente in imbarazzo ma anche vagamente arrabbiato. Un brivido mi corse lungo la schiena. 
«Beh, stavamo parlando e... Ad un certo punto il discorso è caduto su Silente, e...» esitò. Quando James usava tante e in un discorso, generalmente non portava a niente di buono. «Voldemort, e tutta questa storia e...»
Quattro e in poco meno di una frase. Fantastico. 
Visto che si era interrotto, lo esortai a continuare con un «Mmm?» impaziente. 
Lui sospirò, evitando il mio sguardo, e quando riprese la sua voce era poco più di un sussurro. «Mi ha detto che hanno ucciso i suoi genitori quest'estate.» 
«Oh.» mi lasciai sfuggire. Cercai di mantenere un'espressione sorpresa e a non lasciare trapelare il senso di sollievo che mi aveva travolto. Grazie a Merlino, Lily non aveva detto niente. 
«Già.»
Apparentemente James non si era accorto della mia reale reazione e l'aveva scambiata per stupore. Mi voltai verso di lui e lo vidi completamente assorto. Teneva lo sguardo basso, fisso in un punto non ben definito del bagno, gli occhiali erano leggermente calati sul naso e i capelli avevano ancora la piega del cuscino. Un più che sottile strato di barba da radere lo faceva sembrare più vecchio di quanto non fosse. 
Maledizione, non aveva ancora diciotto anni, ma quella era stata la prima volta che lo avevo visto spaventato da quello che succedeva là fuori. Nonostante suo padre fosse un Auror e sapesse bene come funzionava il mondo in quel periodo, sembrava comunque diverso. 
Non riuscii più a trattenermi. «A cosa stai pensando?» 
Lui sobbalzò leggermente, scosso dalle sue riflessioni. Mi fissò per un momento prima di rispondere. «Forse è per questo che è così strana ultimamente, non credi?» 
James pensava che Lily fosse strana ultimamente? «Sì, può essere.» 
Cadde di nuovo il silenzio. 
«Ehi Prongs?» 
«Sì?»
«Perché me l'hai detto?» 
Lui non ci pensò nemmeno troppo, limitandosi a stringersi nelle spalle. «Perché sei il mio migliore amico, no?» 
Una fitta di sensi di colpa mi attanagliò lo stomaco. «Già certo.» 
Lui si accigliò. «C'è qualcosa che non va, vero Sirius?»
«No!» mi affrettai a mentire. «Perché?» 
«Sì invece. Mi sento come...» esitò un momento, alla ricerca delle parole giuste. «Come se tu stessi cercando di evitarmi da un po' di tempo. Di allontanarti.» 
Se non mi fossi chiamato Sirius Black, avrei rischiato di scoppiare a piangere. Ma avevo smesso di farlo da molti anni, non solo perché ero entrato in quella fase della vita dove si pensa che sia segno di grande debolezza, ma anche perché crescere con Walburga Black fa quest'effetto. 
Stavo per aprire la bocca e cercare di dire qualcosa di intelligente che James mi anticipò. «So che non è un buon momento per parlarne ma... Voglio sapere cosa turba così il mio migliore amico. Non sei costretto a farlo adesso, ma apprezzerei che tu venissi a parlarmi appena te la senti.» 
E con queste parole si alzò e uscì dal bagno, chiudendo la porta silenziosamente alle sue spalle. E fui di nuovo solo. 
 
 
«Alzatevi e spostate tutti i banchi sulla mia sinistra, per cortesia.» 
Dorcas Meadowes, maga potente quanto bella e letale, nonché nostra incredibile insegnare di Difesa Contro le Arti Oscure, comparve con cinque minuti di ritardo dal fondo dell'aula, uscendo direttamente dal suo ufficio. Teneva tra le braccia una scatola piena di strane tavolozze di legno spesso e consumato. Quella donna era in grado di attirare l'attenzione di noi studenti semplicemente entrando in aula. 
Facemmo come aveva ordinato.
«Fisher per Merlino, sei un mago non una casalinga babbana. Sposta quel banco con la magia.» 
Una serie di risatine rimbombarono nell'aula prima che la Meadowes ci intimasse di fare silenzio e di dividerci in due file occupando tutta la lunghezza della stanza. 
La professoressa si mise poi tra le due righe di studenti, la cassa poggiata ai suoi piedi e le mani sui fianchi. 
«Bene. So che in questo mese e mezzo ci siamo concentrati maggiormente sulla teoria, perciò ho pensato che fosse l'ora di rendere le cose più... Interessanti.» tirò un calcio alla scatola ai suoi piedi. «Ognuno di voi prenda una delle tavole qua dentro, con la magia, Fisher. Eseguite un semplice incantesimo di appello non verbale, per cortesia.» 
Tutti ubbidimmo, chi con più e chi con meno destrezza. 
Io amavo quella donna. Mi incantava completamente, come i tre quarti dei maschi presenti in aula. 
«Oggi vi insegnerò quanto un incantesimo Proteus possa rivelarsi utile e, nonostante non sia ovviamente di facile apprendimento, sono sicura che molti di voi nel giro di qualche settimana sapranno padroneggiarlo quasi perfettamente.» disse la Meadowes, camminando avanti e indietro di fronte a noi, prima di scagliare via la scatola delle tavole in mezzo all'aula con un calcio. Mi accorsi solo dopo che anche lei ne teneva una sotto braccio. 
«Qualcuno di voi sa spiegarmi cosa è in grado di fare questo incantesimo?» 
Come prevedibile solo due braccia si alzarono in aria. La prima era della Evans e la seconda di un insopportabile Tassorosso, un certo Duffson tipo. 
«Dunton.» chiamò l'insegnate. Si insomma, Duffson, Dunton. È uguale. 
«Un incantesimo di livello avanzato che permette di connettere due o più oggetti magici. Cosicché quando si esegue una qualsiasi fattura su solo uno di essi, questa viene riprodotta in tutti quelli collegati.»
La professoressa annuì. «5 punti a Tassorosso.» Poi si spostò indietro, fuori dal corridoio di studenti che aveva formato. «Per eseguirlo alla perfezione, avrete bisogno di notevole concentrazione, fermezza e intelligenza che purtroppo non tutti hanno nelle giuste proporzioni. Per questo l'incantesimo Proteus è ritenuto uno dei più complessi e sopratutto pericolosi sortilegi. Immaginate per un attimo che incredibile mezzo di comunicazione può risultare un oggetto banale come quello che avete in mano.» fece una pausa che in qualsiasi altro professore sarebbe stata ritenuta eccessiva. «Un incantesimo simile potrebbe salvare molte vite. E spacciarne altrettante.» 
Ero sicuro di non essere l'unico a pensare che la giovane Auror si stesse riferendo a quello che stava succedendo fuori da Hogwarts. Era ancora troppo presto all'epoca perché le masse conoscessero i segreti dei sempre più emergenti Mangiamorte, ma indiscutibilmente l'Ordine della Fenice sapeva che proprio quello era il metodo di comunicazione tra Voldemort e i suoi seguaci. E insegnarlo a scuola non significava più semplicemente istruirci. Ma addestrarci. Per entrambe le fazioni. 
Quella che ci aspettava là fuori non era più una vita, ormai era una guerra. 
 
 
«Remus.» 
Sentendosi chiamato, il diretto interessato sobbalzò appena sulla sua sedia della biblioteca. Poi appena si accorse che ero io, indossò una maschera di fredda indifferenza che mi fece quasi trasalire. «Che vuoi?» 
«Allora sei davvero arrabbiato con me.» 
«Per Merlino, certo che lo sono!» imprecò lui. 
Gli feci cenno di abbassare la voce, per non farci cacciare. «Io, ecco...» 
Lupin sbuffò. «Sputa il rospo, Sirius.» 
«Non mi ricordo.» 
«Non ti ricordi?» disse scettico ma leggermente meno duro. 
Scossi la testa. Aspettai con ansia che dicesse qualcosa, ma Remus si limitò a fissarmi senza nessuna espressione per quelle che mi parvero ore. 
«Niente?» 
«Molto poco.» 
«Quanto poco?» 
Mi allarmai. «Dimmi che non è successo quello che sto pensando.» 
Lui non tolse i suoi occhi dai miei. «Dipende, cosa stai pensando?» 
Di aver gridato ai quattro venti il mio peccato. Sperai che la mia occhiata terrorizzata parlasse al mio posto. «So io cosa.» 
«Bhe, io no.» ribatté seccato il lupo mannaro.
«Dimmelo per favore, Moony.» 
Lui sembrò pensarci. «Ti sei lasciato sfuggire delle cose davanti a Rosmerta.» 
Cazzo. Deglutii a fatica; improvvisamente mi mancava la saliva. «Cose
«Cose importanti.» 
Stessi in silenzio, aspettando che continuasse. Lo fece dopo troppo tempo. 
«La questione Lily. Il fatto di essere una brutta persona.» A quel punto mi reputavo una cattiva persona, decisamente. «Il mio... piccolo problema peloso.» 
Oh Merlino. Oh Merlino. Cosa avevo combinato?!
«Tranquillo, quello sono riuscito a contenerlo. Ma ho paura che tu sia stato troppo esplicito per quanto riguarda Lily.»
Mi misi le mani nei capelli e collassai sulla sedia libera difronte al mio amico. «Cosa ho fatto, Remus? Cosa ho fatto?!» 
Lui si fece sfuggire un sorriso malinconico, guardandomi con una punta di affetto. «Un casino, Sirius. Un casino.»




Angolo dell'Autrice -in Traferta-:
Ehilà, amici. Come va?
Perdonate l'aggiornamento che è arrivato un po' lungo, ma come vi avevo avvisato la scorsa volta, avevo un trasloco in corso praticamente. Credetemi, voi che abitate ancora nelle vostre case, voi non sapete quante cavolo di cose date per scontato. Per esempio, chi di voi apprezza per davvero la presenza di una pentola? O dello scolapasta? Del tappeto che avete in bagno o infondo al letto? Del sale grosso? Bene, d'ora in poi fatelo. per me. Ahahaha
Comunque, scherzi a parte, parliamo di cose serie. Ecco a voi il nuovo capitolo. 
Ammetto di non aver scritto proprio nulla in queste tre settimane ma la vita da universitaria in inghilterra è un macello. Vi fare vedere la mia cucina in questo momento e allora apprezzereste anche l'importanza di non dover condividere la vostra con altri sei adoloscenti festaioli.  Ma prometto che cercherò di riprendere presto. Fortunatamente ho ancora un paio di capitoli di riserva. 
Mi dispiace di non aver ricevuto tante recensioni lo scorso capitolo, ma capisco anche che sono ricominciate le scuole proprio nel periodo di aggiornamento e quindi vi perdono. Spero di sentirvi presto! Sapete quanto tenga a questa storia, non c'è bisogno che continui a scriverlo ahahah.
Grazie mille per tutto! 
Aspetto con ansia i vostri commenti, 
Alice
 
 
   
 
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