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Autore: Pleasance Carroll    16/02/2009    2 recensioni
ciao a tutti!questa è la mia prima ff su twilight che mi è venuta in mente rileggendo BD,parla di Jacob che tenta di uccidere Renesmee dopo il parto di Bella perchè la crede la sua assassina,ma non ci riesce e perciò torna nel parco dove era stato e lì incontra ancora una volta Lizzie(vi ricordate di quella ragazza che era preoccupata che lui avesse rubato la macchina?)ma la ragazza non è chi davvero dice di essere... posterò per prima cosa la trama che siete anche liberi di non leggere,spero vivamente che vi piaccia anche se non sono molto brava a scrivere un baciotto marty23
Genere: Romantico, Triste, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2. casa

 

-…perdonami…penserai che sono folle…-ripetei ancora una volta,ad occhi bassi mentre Lizzie camminava al mio fianco.

Dopo averle permesso di liberarsi dalle mie braccia roventi,mi aveva guardato con diffidenza,ma infine riconoscendo sul mio viso la disperazione più pura aveva accettato di scambiare qualche parola molto imbarazzata con me mentre uscivamo dal parco.

Avanzavo nel buio,con le mani in tasca e lanciavo calci distratti a piccole zolle di terra smosse;la ragazza che era vicina a me,camminava stringendo le spalle nel giaccone che indossava e tenendo la sua piccola borsa con entrambe le mani con fare timido e silenzioso,toccandosi di tanto in tanto la lunga chioma biondo rossiccia raccolta in una crocchia nella speranza di ricordare chi fossi e perché mi ero preso tanta libertà di abbracciarla.

Nonostante stesse zitta,per un tempo interminabile a mio parere,percepivo provenire da lei un’aura di rassicurazione ed equilibrio e questo bastò a non farmi piangere anche se sembrava che la luna piena alle mie spalle pretendesse un mio triste ululato al suo cospetto.

Giunti all’uscita del parco,mi appoggiai al recinto di metallo dipinto di verde che lo circondava,raccogliendo le braccia al petto.

Lizzie si fermò solo pochi secondi dopo poiché non sentiva più vicino a sè il suono dei miei passi,e mi venne incontro appoggiandomi una mano sulla spalla con cautela.

-         io sono arrivata…perché non torni a casa,ragazzo?- mi chiese,con una nota d’ansia nella voce.

-         Perché non ho una macchina con me…- replicai piano sollevando il viso in sua direzione,scosso da un forte brivido di freddo;mi meravigliai di questo,perché era piuttosto strano siccome la mia temperatura corporea era di quaranta gradi!

-         Ora ricordo!tu sei quello della Aston Martin Vanquish!l’hai più riportata al tizio che te l’aveva prestata?- disse ad alta voce,e dopo essersi battuta un palmo sulla fronte bianca per la sorpresa,portò le mani ai fianchi come se mi volesse sottoporre ad un interrogatorio ancora evidentemente non fiduciosa nei miei confronti.

Mi limitai ad annuire in modo stanco,perché me ne stavo lì dinnanzi ad una perfetta sconosciuta?

Come potevo sperare di trovare consolazione nella sua simpatia,se neppure si fidava di me?

-         non ho più bisogno d’altro…lei non c’è più…non ci sarà mai più…- piagnucolai,con il cuore che mi sembrava volesse rallentare i battiti. Feci per alzarmi ed andarmene ma non appena mossi un passo Lizzie disse:

-         aspetta…vuoi che ti riaccompagni a casa?starai morendo di freddo con quella T-shirt!-

guardai il mio abbigliamento:una maglietta nera a maniche corte che aderiva perfettamente ai miei addominali;mi venne quasi da ridere,ma non fui in grado di emettere alcun suono,sentivo il cuore sanguinante.

 

Pochi minuti più tardi,seduto sul sedile del passeggero di una Volvo alla cui guida c’era Lizzie,mi lasciai avvolgere dal più totale silenzio ed avvertii subito dopo la macchina che si fermava.

Lei,sospirando e spegnendo i fanali,attirò la mia attenzione;quindi sollevai appena la testa dal petto,dove l’avevo nascosta,in attesa che parlasse.

-         vuoi indicarmi dove abiti?- la fissai con aria interrogativa,e lei replicò con una muta occhiata di disapprovazione; in effetti,constatai guardando fuori dal finestrino,ci eravamo fermati nel bel mezzo di un piazzale buio,a metà strada tra Olimpia e Phoenix.

-         Io non ho più una casa…ho perso tutto…-

-         Smettila!ascolta!io non ti conosco,non so il tuo nome,e per quanto mi riguarda,ricordando la prima volta che ci siamo incontrati,potresti essere un ladro o un assassino…-stava per continuare,ne ero certo e nonostante le sue offese non mi procurassero alcun dolore,decisi di soddisfare le sue curiosità,anche perché notai che le sue guance bianche si erano colorite appena con l’arrabbiatura,ed era adorabile,avevo come la sensazione di doverla proteggere eppure in quel momento mi sentivo totalmente dipendente da lei.

-         Ciao,mi chiamo Jacob ho 17 anni e abitavo in una piccola cittadina chiamata Forks…hai presente la ragazza che cercavo nel parco quando ci siamo visti e che ti sei offerta di aiutarmi a cercare?-iniziai con tono atono,ma poi la mia voce si incrinò mentre le ricordavo di quella ragazza.

Lei annuì semplicemente con gli occhi che le si ingrandivano ed illuminavano mentre mi ascoltava attenta.

-         lei…bhè non c’era quella volta e…non ci sarà mai più…perché ha cessato di vivere…- scoppiai di nuovo a piangere,ma questa volta nonostante i brividi iniziali,per quel racconto crudo e senza veli,fu Lizzie ad abbracciarmi.

-         Non ci voglio più tornare lì,non hai idea del dolore che mi provochi…- continuai tra i singhiozzi.

-         Shh…ti capisco…mi dispiace di essere stata sgarbata con te, ma se può consolarti sappi che lei non è scomparsa del tutto…rimarrà per sempre nel tuo cuore se la ricorderai…-

In quel momento si sciolse i capelli lisci che mi carezzarono il viso,abbandonato sulla sua spalla,e fui inebriato dal profumo di orchidee che il suo corpo emanava,sentii la sua stretta farsi più dolce mentre i nostri occhi si incontrarono e lei disse:

- vieni,ti porto a casa mia…- ma fu come se non potessi sentire quelle parole,perché tra le sue braccia,nei suoi occhi,mi sentii immediatamente a casa.

  
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