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Autore: giny    10/10/2015    1 recensioni
In un'epoca che sembra puntare esclusivamente all'odio, alla guerra e alla distruzione, c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di opporsi, di ribellarsi, di Amare.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Olocausto
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Le giornate trascorrevano lente e ordinarie all'ambasciata, mentre nei cieli e sui campi di battaglia la guerra imperversava ancora.
La sera del 25 maggio, dopo la consueta passeggiata nel parco, Johan e Klaus rientrarono e il polacco lo invitò a entrare nella sua stanza.
Klaus si sedette su una poltrona e osservò Johan versare un liquore limpido e ambrato in due bicchieri.
-Sembra si andata bene ai tedeschi in Francia- mormorò Johan con un tono non ben definito.
Quel giorno, infatti, anche Bordeaux aveva ceduto di fronte al potere nazista.
-Come mai me lo stai dicendo?-
Johan sorrise lievemente, con un'alzata di spalle, porgendogli il bicchiere.
-Non so, non dovresti essere contento? La tua nazione sta ottenendo buoni risultati-
Klaus lo osservò pensieroso. Doveva esserlo? O forse no?
-Non lo so...- rispose solamente,  mentre osservava il suo bicchiere, provocando una leggera risata di Johan.
-Sei un tedesco proprio strano, Klaus Friedrich- continuando a ridere e sorseggiando il liquore.
-Il fatto è che...- iniziò Klaus, forse cercando le parole adatte -È come se ci fosse qualcosa di sbagliato, tutto questo accanimento, quelle ''prigioni'', da cui solo alcuni vengono liberati, ma sono solo una piccola parte...-
Johan ascoltò attentamente quelle parole.
-Per caso stai ritrattando, Friedrich?- con sorriso poco convinto, cercando di smorzare la tensione.
Klaus lo guardò. Non capiva nemmeno lui perchè in quei giorni era arrivato a certe conclusioni, ma era come se tutto ciò in cui aveva creduto in quegli anni si stesse sgretolando.
-Forse- rispose atono, alzandosi e iniziando a camminare per la stanza -E' come se ciò in cui ho sempre crreduto e che mi è sempre stato impartito fosse improvvisamente avvolto da un'enorme incognita... un'incognita a forma di svastica e tutti agissero senza un motivo, solo perchè certe cose vanno fatte-
Quelle parole colpirono Johan, che per la prima volta non seppe cosa rispondere, ma si limitò ad osservare Klaus, il quale poi gli si avvicinò.
-So che posso fidarmi di te e che non ne farai mai parola con nessuno-
Il polacco sorrise con la sincerità a colmare i suoi occhi color nebbia e annuì.
In un tempo non ben definito, i loro occhi si unirono, poi le loro fronti, sospendendo il tempo per secondi, minuti, forse anni.
Si unirono poi i loro nasi, i loro respiri, poi le loro labbra, sospendendo il tempo per secondi, minuti, forse anni.
Poi, un bicchiere che arrivò con un tonfo sordo sul tappeto, ormai pregno di un liquido limpido e ambrato.



*********************



Le serate seguenti trascorsero così in quella camera del secondo piano, fra la passione, il desiderio e la noncuranza di ciò che stava accadendo fuori, perchè in quella stanza il tempo veniva sospeso, per secondi, minuti, forse anni.
Come quei brevi istanti, in un corridoio, o durante il pranzo o la cena, quando degli occhi scuri e degli occhi nebbia si incontravano, come animati da una nuova consapevolezza, una nuova luce.

-Continuo a fare quel sogno-
Johan e Klaus si trovavano, come ogni sera, nella camera dell'ufficiale polacco, sul divano marrone di pelle.
-Non posso aiutarti se non me lo racconti- disse dolcemente Johan, con un sorriso incoraggiante.
Klaus prese un profondo respiro e raccontò il sogno, che si ripeteva sempre uguale ogni notte da settimane, mentre l'altro lo ascoltava.
-È solo un sogno. non devi dargli importanza. E poi io sono ancora qui con te, no?- disse Johan sorridente col suo solito tono scanzonato, accarezzando il viso dell'altro, che annuì.
Perchè Johan era sincero, sempre e lui si fidava.
   
 
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