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Autore: _Ala_    16/02/2009    5 recensioni
Inspirato al romanzo di David Almond
Quando Sasuke mi baciò la fronte e mi riportò in vita era buio fuori e noi due eravamo rimasti da soli.
- Che cosa è successo? - chiesi con voce tremante.
- Sei morto -
Impaurito, ma anche stranamente felice lo abbracciai stretto, e lui mi lasciò fare.
- È come se ti stessi aspettando da un sacco di tempo. Sapevo che saresti arrivato -
Mi sussurrò, le labbra sepolte tra i miei capelli biondi.
[Sasu/Naru]
[Naru/Saku]
Genere: Generale, Romantico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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riassunto

 

Kit’s Wilderness

 

 

 

PROLOGO  

Parte seconda

 

 

 

Inghilterra, Stoneygate

Giugno 1999

 

 

 

 

Io e Sakura ci godevamo il sole di inizio giugno, l’aria calda sulla pelle era bellissima, e i suoi capelli che si muovevano nel vento mi sembravano la cosa più incantevole che avessi mai visto, certo, dopo le sue labbra.

Resistetti all’impulso di baciarla girandomi con la pancia contro il prato e aspirando a pieni polmoni l’odore dell’erba fresca.

Poi sentii dei passi avvicinarsi a noi e la ragazzina al mio fianco si tirò seduta.

- Che cosa vuoi, Kabuto? - chiese aspra.

A sentire quel nome mi rigirai agilmente anch’io e feci forza con le braccia per sedermi.

Gli occhi del ragazzo albino erano fissi su di me.

- L’Uchiha manda a dirti che Jax ti vuole sbranare, sai? -

Strinsi una manciata d’erba nel pugno destro ma precedendomi Sakura scattò in piedi e lo spinse rabbiosamente indietro.

- Va all’inferno, Kabuto! Sasuke non direbbe mai una cosa simile a Naruto-kun! -

Vedendo il Kabuto scrutarla cattivo da dietro le lenti lucide degli occhiali, mi tirai in piedi anch’io rimando alle spalle della ragazzina come una presenza protettiva, come a ricordare a lui di non provare a toccarla.

L’albino sputò nell’erba, fingendosi annoiato - già, lui non direbbe mai una cosa simile su Naruto-kun - le fece il verso.

Scansai Sakura posandole una mano sulla spalla e mi misi davanti a lui.

- Che sei venuto a fare? -

- Niente - sibilò il ragazzo allontanandosi.

Rimasti soli Sakura si gettò tra le mie braccia.

- Perché fa così, Naruto-kun? Perché Sasuke ci odia così?! -

- Non è detto che ci odi… -

- È scomparso, senza dirci nulla… ed eravamo così uniti…

È evidente che ci odia, perché se ne è andato?! -

Impotente le cinsi le spalle. Non sapevo cosa raccontarle.

 

 

 

Ricordavo chiaramente le ultime parole che lui mi aveva rivolto, più di due mesi prima.

Mi aveva portato di nuovo al fiume, nelle zone delle vecchie miniere, di quei pozzi chiusi da più di un secolo. E, come al solito,  mi aveva respinto.

- Non ti dirò nulla di me. Se vuoi capisci da solo, se non vuoi capire lasciami in pace. -

-La smetti di essere così stronzo?! Voglio solo capire che ti succede, voglio solo capire perché dici che muori quando non è vero! Voglio solo capire perché sei così isolato, e sempre così arrabbiato quando non hai nessun motivo per esserlo! -

- Ah, io non avrei motivi, eh? Ma tu cosa ne sai di me?! -

- Allora spiegami! -

Sasuke si chiuse in sé stesso.

- Lasciami in pace -

Io cominciavo ad arrabbiarmi.

- Perché io ti dico tutto di me e tu non mi racconti mai niente di te?!

Io, te e Sakura oramai siamo sempre insieme, e ti vogliamo bene, e tu ci vuoi bene…

Ma poi sembra che non ci conosciamo nemmeno! -

- Noi siamo uguali, vero Naruto? -

- Noi siamo come vuoi, Sasu, però non mi lasciare fuori così.

So che c’è qualche cosa che non va, allora parlamene! -

Lui mi scrutò, e i suoi occhi neri erano impenetrabili.

- Forse noi non siamo uguali - sembrò esitare - o forse lo siamo davvero.-

Lo guardai, lasciandogli tutto il tempo di ragionare.

- Vuoi sapere perché muoio? Vuoi sapere perché la Morte ha potere su di me?

Allora seguimi, vieni con me e giochiamo al vero Gioco della Morte. -

L’eccitazione improvvisa nei suoi occhi aveva qualcosa di torbido e bisognoso insieme. Mi interdesse e così mi tirai indietro.

- E dove dovremmo andare? - chiesi.

Sasuke mi guardò, minaccioso e tradito.

- Hai paura vero? Io ti chiedo di aiutarmi, ma tu avrai il coraggio di farlo? Avrai il coraggio di scendere all’Inferno con me e di tirarmi fuori? -

Strinse forte la mano intorno al mio polso e cercò di trascinarmi verso di lui, ma con uno strattone mi liberai.

- Che diavolo dici? Ma di che parli? Basta pensare alla Morte, metti i brividi! -

Intorno a lui vedevo un aura di violenza che mi intimoriva, la sua espressione era frenetica, eccitata, quasi folle. Mi resi conto tristemente che mi spaventava per l’ennesima volta, ed ero stanco di donarmi a una persona che pensava sempre e unicamente a sé stesso, senza preoccuparsi di come le sue azioni avessero peso su di me.

- Smettere di parlare di Morte? Io e te siamo uguali per quello, perché entrambi conosciamo le ombre dei passati, vediamo i fantasmi di quelli che non ci sono più!-

Mi riafferrò il polso. - Si- gli risposi - ma noi siamo Vivi, conosciamo la luce della vita! Sas’ke, sei mio amico, io sono tuo amico, Sakura lo è! Torniamo a Stoneygate! -

Ombre fantasma ci circondavano, ripetevano i nostri nomi in coro, gli stessi nomi dei due bambini nostri antenati che stavano in mezzo a loro.

- Sasuke, per favore! Torniamo in mezzo ai vivi! -

Ma lui non mi ascoltò, e rafforzò la presa sul mio braccio. La violenza cominciava ad avere la meglio su di lui, e farlo ragionare ora era impossibile.

- Vieni con me. Non lasciarmi da solo - mi supplicò, all’improvviso disperato.

- No, vieni tu con me. -

Lui mi lasciò il bracciò all’istante, mente l’ombra calava nei suoi occhi.

- D’altronde, mi uccidono già.

Ora l’hai fatto anche tu, non so perché fa ancora così male. -

Mi sentii malissimo per quelle sue parole, ma l’ondata di irritazione che avevo sentito prima si rinfiammò dentro di me. Quando avrebbe cominciato a pensare anche a come mi sentivo io?

I miei occhi azzurro cielo si indurirono, come biglie di vetro.

- Io me ne vado - dichiarai.

Lui mi scoccò un sorriso crudele.

- Tornerai da me. E sarò io a decidere come e quando. -

Gli girai le spalle, sentendo la verità di quell’affermazione farsi strada nella mia mente.

La respinsi e lo lasciai solo.

 

 

 

Da quel giorno era sparito, nessuno l’aveva più visto.

Erano passati più di due mesi da quella sera al fiume, e non c’era giorno che non pensassi a lui e mi insultassi mentalmente. Ero stato un idiota. Ero stato stupido, ed egoista.

Era colpa mia se ora Sasuke non c’era più.

Suo padre era disperato, lo sentivo chiamare il suo nome per tutta la notte, si spingeva dentro il buio, fin dove le recinzioni e i divieti glielo permettevano, e gridava come non avevo mai sentito gridare nessun’altro.

La gente pensava fosse morto,  il sindaco aveva dato il via a dei lavori per dragare il fiume, per la ricerca del corpo. Io continuavo a sperare che si sbagliassero.

Se avessero avuto ragione, non sapevo cosa avrei fatto.

Probabilmente non sarei più riuscito a vivere come prima.

Se Sasuke Uchiha era morto per colpa mia, se lui mi aveva chiesto aiuto e io non glielo avrei dato, non avrebbe avuto più senso nulla.

Non avevo raccontato niente a Sakura, mi vergognavo troppo, avevo paura che lei mi guardasse con occhi diversi, da quel momento in poi.

O che non mi guardasse più.

 

 

 

E poi, dopo altri quindici giorni, Kabuto tornò da me.

E non l’avevo mai visto così serio.

- Lui è vivo, è tornato. -

Mi disse, non riuscii a dubitare delle sue parole.

- Dov’è? Cosa ti ha detto? - chiesi, ansioso.

- Che vuole vederti ora. Mi ha detto di dirti: “se ora ne hai il coraggio” -

Annuii, ce l’avevo.

- Portami da lui -

 

 

 

Camminammo per un ora buona lungo i prati di Stoneygate, ci spingemmo quasi a Solleygate, il paese vicino. Costeggiammo il fiume, scavalcammo i recinti che vietavano alla gente di entrare nel perimetro delle miniere, superammo i pozzi che scendevano giù, nelle viscere della terra.

Non chiesi al ragazzo davanti a me dove mi stava portando.

Eravamo vicini a Sasuke, lo sentivo.

Intorno a noi i bambini fantasma delle miniere ci guardavano, con i loro occhi solenni ci invitavano a proseguire.

Davanti a noi un ragazzino più agile degli altri precedeva Kabuto.

L’albino non poteva vederlo.

Io si.

Indossava enormi stivali di gomma, e in testa aveva un caschetto da minatore, con la piccola luce sulla fronte. Sapevo chi era.

Le leggende tramandavano la storia del folletto-guida delle miniere, un bambino smilzo e intrepido che fungeva da pilota per gli uomini che si perdevano nei tunnel.

Avevo sempre pensato fossero tutte favole, finché, insieme a Sasuke, l’avevo visto anch’io.

- Luccicaseta -.

Mi aveva spiegato il mio amico, con sguardo tenero davanti alla mia evidente incredulità.

- Nelle leggende c’è sempre qualcosa di vero, - aveva poi aggiunto.

 

 

 

- Luccicaseta - mormorai anch’io.

- Portami da Sasuke, portami da lui -

 

 

 

Kabuto si fermò davanti all’ingresso di una miniera.

Si girò verso di me, un ghignetto sadico stampato in faccia.

- Lui mi ha detto che devi entrare da solo. Ti aspetta in fondo al tunnel, nel punto in cui è stato chiuso e murato. -

Per poco non mi strozzai con la saliva.

- Che diavolo dici? Lì dentro?! È pericoloso, lo sanno tutti! -.

Kabuto rise di nuovo.

- Mi ha detto che l’avresti detto.

Ma poi ha aggiunto che tanto lo farai lo stesso. -

Repressi la voglia di tirargli un pugno e, con precauzione, mi infilai nel passaggio buio e silenzioso.

Le facce dei fantasmi mi guardavano dall’entrata.

- Sei solo qui sotto, - leggevo nei loro occhi spalancati.

 

 

 

Camminai per quelli che mi sembrarono giorni, ma fuori, nella vita reale, immaginai fossero passati solo una manciata di minuti.

Faceva freddo là sotto, e il buio era così profondo che sembrava non dovesse avere mai fine. Mi appoggiavo alla pietra umida per andare avanti, terrorizzato da tutto quello che potevo trovare, terrorizzato da quello che mi stava aspettando.

- È e sarà la morte a unirci -

La voce di Sasuke Uchiha mi rimbalzava nella testa.

Poi, finalmente, in fondo al tunnel vidi un piccolo bagliore di luce.

Sentendo il cuore iniziare a battere più forte trasformai i miei passi stentati in rapide falcate, quasi cominciando a correre tanta era la mia fretta di rivedere un po’ di chiaro dopo tutto quel nero soffocante.

Un piccolo fuoco era acceso alla fine della galleria, là dove una lastra di cemento e acciaio stroncava nettamente lo spazio.

In piedi dietro al fuoco, Uchiha Sasuke mi guardava.

Lo fissai di rimando, guardarlo negli occhi era sprofondare in un tunnel più buio di quello che avevo appena attraversato.

Il bagliore delle fiamme si rifletteva sul suo corpo semi nudo, lucido di sudore.

Era a piedi scalzi, e a coprirlo aveva solo i suoi soliti jeans sudici.

I suoi capelli neri erano più lunghi di come ricordavo, straordinariamente arruffati e sporchi.

- Hey - gli dissi.

Lui non mi rispose.

Cautamente mi avvinai a lui, cercando di aggirare il fuoco.

Il calore dopo l’umidore gelido della galleria era spossante. Mi sentivo stremato.

- Dobbiamo andarcene di qui, Sas’ke.

È da oltre un secolo che questa miniera non viene toccata, potrebbe esserci un crollo, o che ne so, una perdita di gas! Usciamo! - cercai di farlo ragionare.

Lui inclinò la testa all’indietro, alzando il mento.

Rinunciai a convincerlo ad uscire da quel buco e parlai con un tono più calmo.

- Dove sei stato? - gli chiesi.

Non disse nulla.

- Perché sei tornato? - insistetti, gli occhi mi bruciavano per il fumo e il calore intenso.

- Per te. -

La sua risposta mi colse alla sprovvista.

- Per me? -

- Per te. Tu sei l’unico. -

Spalancai gli occhi, stringendomi la felpa con le dita sudate.

- Uchiha e Uzumaki. Abbiamo lo stesso sangue noi. Vale la stessa cosa.

Tu sai cosa vuol dire sentirlo dentro, e sai cosa vuol dire vedere loro. -

Con uno scatto della testa mi guardai intorno, ma i soliti bambini delle miniere non c’erano.

- Sasuke - cominciai - dobbiamo tornare. Ti cercano tutti, non sai che casino hanno fatto, giù in paese…-

Silenzio, ci riprovai, con più urgenza - Sasuke, tuo padre sta morendo d’angoscia, per favore.. -

- Anche lui..?! - la voce del ragazzo grondava veleno - mi prendi per il culo? -

Aggrottai le sopracciglia, perplesso.

- Eh? - borbottai.

Sasuke si sedette per terra, con le spalle contro il blocco di cemento.

- Sapevo che saresti venuto. Lo hai fatto, hai visto? Come avevo detto io. -

- Si, sono venuto. Lo sapevi, come lo sapevo io. Siamo uguali - gli dissi.

Lui abbassò la testa.

- Si, si e forse no.

Siamo uguali? -

Sempre più confuso mi sedetti per terra, tra noi c’era solo il fuoco.

Mi sfilai la felpa, e poi la maglietta, restando a petto nudo come lui.

- Si - assentii di nuovo - si che lo siamo.-

- Tuo padre è come il mio?  -

Senza capire annuii esitante, - credo di si. -

- Io credo di no. -

Rimasi zitto, ascoltandolo. Sapevo che per farlo scoppiare mancava poco, lo vedevo dalla contrazione della sua gola rigida.

- Tuo padre è alcolizzato?

Tuo padre ti picchia fino a che non perdi i sensi, e ti senti tutto intorpidito, e il mondo intorno a te svanisce? -

Restai a fissarlo senza parole, vidi che aveva gli occhi pieni di lacrime.

- Ti dice tutti i giorni che sarebbe meglio che tu morissi, o che anzi, sarebbe stato meglio se non fossi mai venuto al mondo?! - fece una pausa, come sforzando la sua voce di rimanere udibile.

- E io restavo muto, annientato - cominciò a parlare in prima persona e mi sentii un groppo in gola.

- A volte era come se io non ci fossi più, come se avessi lasciato questo mondo. Ma poi mi svegliavo, e tutto ricominciava.

E allora forse… era meglio non svegliarsi più, no?

Giochiamo al Gioco della Morte, Naruto?

Giochi con me? -

Vedevo il fuoco riflettersi nei suoi occhi, lungo le sue guance striate di lacrime.

Lasciavano sentieri chiari in mezzo allo sporco sulla sua pelle, mostrando quel candore che era tipico di lui.

- Io non fingevo, quando giocavamo. Io ero serio - gli risposi con una morsa ai polmoni.

- Ma ora è il turno di smettere di morire.

Io l’ho visto, Sasu.

L’ho visto disperarsi, e invocare il tuo nome. Io l’ho visto. -

Si strinse intorno alle spalle le braccia, chiudendosi in sé stesso.

- Siamo amici? - mi chiese, e avvertii appena la sua voce.

- Si -

- E tu non mi odi? -

- No, no, certo che non ti odio. -

 

 

 

Dopo un po’, strisciando con sulle ginocchia mi avvicinai a lui. Gli posai la testa sulla spalla.

- Hai solo bisogno di una mano.

E lui di capire quanto tu fossi importante per lui. Ora lo sa, andrà bene. -

Lui sollevò gli occhi e mi guardò, eravamo così vicini.

- L’ho sognato così tanto - disse.

- A volte succede - lo confortai.

Lui annuì, stranamente docile. Faceva contrasto con l’Uchiha sempre gelido e pieno di rabbia che il mondo era abituato a vedere.

- Io e te siamo uguali - rifletté - lo siamo. -

Annuii contro di lui.

- Dammi la mano, devo tagliarti. -

Scattai indietro, - cosa!? - strillai.

Ma lui mi si avvicinò cocciuto.

Tirò fuori il coltello dalla tasca dei pantaloni e si tagliò il palmo della mano destra.

- Dobbiamo mescolare il nostro sangue - spiegò, deciso.

Lo guardai, e vidi sul suo viso che era importante.

Esasperato allungai la mia mano.

Gemetti di dolore quando sentì la lama del coltello entrarmi nella carne, ma nonostante tutto, dentro di me, mi sentivo bene.

Aveva solo bisogno di un amico.

 

 

 

Quando Sakura ci trovò era già mattina, noi due ci eravamo addormentati vicini la notte prima.

Arrivò con una torcia e un paio di stivali più grandi di lei, schizzati di fango.

- Idioti, fuori grandina, e tutti pensano che tu, Naruto, sia annegato nel fiume!

È tutta colpa tua, Sasuke Uchiha, lo sapevo che avresti portato guai! Tutti si disperavano, ma io ho intuito la verità, e gliel’ho fatta sputare a quel verme coi capelli bianchi!

E ora vi salvo, ecco!

E diventerò un eroina, e sarò famosa!-

Senza parole la abbracciai, e basta, aspirando il profumo di pulito dei suoi capelli.

Mi girai verso Sasuke.

- Sei pronto a tornare? - gli chiesi.

I suoi occhi erano scuri.

- Ho paura - bisbigliò - lo so cosa dice la gente.

Che sono il male, che sono la Morte! -

Appoggiai la fronte alla sua, mentre Sakura ci guardava in silenzio.

- Lo dicevano anche di me, sai? Basta fargli cambiare idea.

Ti aiuterò io, non ti preoccupare. -

Lui spinse più forte la testa contro la mia, come per affondarcela.

Poi si staccò.

Sakura tese una mano a me e una a lui.

- Usciamo - disse semplicemente.

Io afferrai la torcia che aveva lasciato per terra, e lei portò me e Sasuke alla luce.

 

 

 

 

- Sei stupenda, Sakura-chan! - le dissi.

Lei fece una risatina.

 - Grazie, Naruto. E tu Sasuke, che dici alla tua salvatrice? -

- Sei stupenda - borbottò lui.

Lei rise di nuovo.

- Beh, si può migliorare, ma c’è tempo… -

 

 

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

 

E il prologo è andato! ;)

Dal prossimo aggiornamento inizia la parte della storia che mi invento io di sana pianta, senza seguire il finale da “vissero tutti felici e contenti” del libro.. se no che gusto c’è?

*si prepara ai pomodori lanciati dritti dritti in faccia*

 

Ringrazio tanto le 16 persone che hanno aggiunto la mia fic tra i preferiti… è la prima volta che il numero è così alto (per i miei standard, eh!^^ ) e la cosa mi ha reso contentissima *___*

Fatemi sapere cosa ne pensate anche di questo capitolo!

 

Una cascata di bacioni a chi ha commentato:

 

Arya_chan: Ciao! Sono felice che la storia e i personaggi ti piacciano! Non ti preoccupare, il libro non è molto conosciuto^^ Io stessa l’ho trovato in un negozietto dietro casa mia e l’ho tirato su per puro caso, giusto perché avevo poco tempo di scegliere… in ogni caso te lo consiglio, è semplice, ma molto carino!  Un bacio, alla prossima!

 

All_apologise: Sono felice di averti incuriosita :D, quante domande! Spero che in questo capitolo alcuni tuoi dubbi si siano risolti^^ Tra l’altro, anche a me il personaggio di Sasuke piace tantissimo^^ è sempre stato il mio preferito, anche nel libro vero! Un bacio!!

 

Lella95: Grazie mille per tutti i tuoi complimenti, mi hanno dato molta carica! ^^ Sono felice che la storia ti piaccia e ti abbia incuriosito, quando qualcuno mi scrive che riesco a trasmettere della sensazioni con le mie storie mi emoziono sempre! Un bacio, alla prossima ^^

 

la_jappo: Non temere, il libro è semisconosciuto e se ne parla pochissimo (o per lo meno: io non l’avevo mai sentito prima di vederlo XD) comunque è davvero bello e poi se ho capito un poco i tuoi gusti credo che ti piacerà, è pieno di mistero e simili…! Sono felice che la storia ti piaccia, spero continuerai a seguirla! Un bacio!!

 

Capitatapercaso: Grazie mille per la tua e-mail, mi ha fatto tanto piacere! In effetti Sasuke è troppo micioso^^ gli mancano giusto i baffi, puccio! Certo, poi pure nel ruolo di pantegana decerebrata ci si adatta bene! XD In effetti la storia ruota giusto intorno ai due (massimo tre se si aggiunge Sakura) personaggi principali, gli altri sono solo nomi citati all’occorrenza… o almeno per ora^^ Un bacio!

 

 

Grazie anche a chi legge soltanto ;)

 

 

_Ala_

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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