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Autore: Gamora96    12/10/2015    1 recensioni
Mia ed Alec sono due ragazzi molto diversi fra loro, con una sola cosa in comune. Entrambi hanno una smisurata passione per le vecchie leggende, soprattutto quelle sui cavalieri, che rischiavano le loro vite per salvare coloro che amavano! Mia vorrebbe un giorno diventare un cavaliere e creare una leggenda tutta sua, ma alle donne non è permesso entrare nell'esercito ...
Dal testo: "Chi ha deciso che questa è un'arma?"
Aaron prese posto di fronte a lei e scrollò le spalle "È in grado di uccidere, perciò è un'arma"
"Ma non è l'unica cosa che può fare. Posso usare la lama per intagliare, o per difendere una persona. Potrei anche fonderla, per creare qualcos'altro. Siamo noi a decidere cosa farne di uno strumento, perciò siamo noi l'unica vera arma"
È la prima volta che provo a scrivere una storia a capitoli. Sono una dilettante perciò spero di ricevere tanti consigli per migliorare, e spero di non essere troppo male XD
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alec cadde a terra per la terza volta. Ormai erano anni che lui e Mia si allenavano e il risultato era sempre lo stesso. Mia lo batteva entro cinque minuti dall'inizio dello scontro
"Dai Alec! Non fare quella faccia! Sei stato molto bravo. Per un attimo ho pensato che mi avresti battuta" la ragazza finse di guardarsi attorno sperando che Alec non lo notasse. Sapeva che, se l'avesse guardata negli occhi, avrebbe capito che stava mentendo. Era vero che il ragazzo stava migliorando molto, ma era ancora lontano dalla vittoria
"Maledizione!" lanciò via il bastone che aveva utilizzato come spada e si mise le mani tra i capelli "Non ce la farò mai ad entrare nell'esercito"
Mia si inginocchiò accanto a lui, allarmata "Non essere sciocco! Li ho visti i ragazzi che allenano all'Accademia. Non sono minimamente alla tua altezza. Entrerai senza problemi" lo prese per mano e lo costrinse a guardarla negli occhi "Devi solo credere in te stesso. Abbattersi non servirà a nulla"
Lui le sfiorò le labbra con le sue. Era una cosa che faceva spesso e Mia non poteva fare a meno di amare quel gesto. Non era mai stata una ragazza romantica. Non le era mai importato nulla di avere una storia d'amore, eppure da quando aveva conosciuto Alec qualcosa era cambiato. All'inizio il ragazzo era una semplice spalla, un compagno che condivideva il suo stesso sogno. Poi, un giorno, si era ritrovata ad arrossire guardando i suoi occhi chiari. Lì per lì penso di essersi ammalata, ma col tempo si rese conto che le accadeva sempre più spesso. E così, in men che non si dica, si era ritrovata ad inseguire due sogni contemporaneamente. Da una parte, voleva diventare un cavaliere per dimostrare che anche una donna poteva essere forte ed aiutare le persone, dall'altra, voleva stare con Alec. Il pensiero di potersi un giorno separare da lui era insopportabile. Non gliene aveva mai parlato apertamente, ma era certa che lui provasse esattamente la stessa cosa. Il giorno del suo tredicesimo compleanno, Alec le aveva dimostrato per la prima volta quello che provava, baciandola sulle labbra. Era stato un bacio molto semplice ed impacciato, ma Mia si era sentita così felice che per un momento aveva smesso di pensare a tutto il resto. Quando poi furono costretti a lasciare l'orfanotrofio lo fecero insieme. Abbandonarono Karis e si misero in viaggio. Vissero in diversi posti, lavorando in alcune botteghe. Un giorno, Mia venne a sapere di un'eccellente accademia, in cui venivano addestrati giovani uomini che desideravano divenire un giorno cavalieri al servizio del re. Lei ed Alec si erano dati subito da fare. Di mattina lavoravano per mettere da parte qualche soldo, nel pomeriggio si allontavano dalla città per allenarsi. Ormai era una routine quotidiana. Avevano trovato un posto perfetto. Una piccola collina immersa nel verde, a pochi passi da casa. Alec le passò le dita tra i capelli "Sono cresciuti molto"
"Già" disse lei pensierosa "Forse dovrei tagliarli. Non sono molto comodi"
"Non farlo! Sono stupendi" sorrise "Sei molto carina coi capelli lunghi" Mia arrossì. Non poteva fare a meno di compiacerlo. Sapeva che probabilmente sarebbe stato molto meglio tagliarli, ma ad Alec piacevano così tanto .... "Sai Mia io ti invidio molto"
La ragazza lo guardò scioccata "Guarda che se vuoi puoi farli crescere anche tu"
Alec rise "Non parlo dei capelli. Tu ... sei sempre così positiva. Sei forte, coraggiosa, nulla ti spaventa! Io non sono come te, non ho la tua sicurezza. Ho paura di qualsiasi cosa ... forse stò seguendo la strada sbagliata ..."
"A volte sei davvero stupido sai?" lo sgridò lei severamente " Esseri coraggiosi non vuol dire non avere mai paura! Vuol dire riconoscere le proprie paure e affrontarle, qualunque cosa accada" poi sorrise "sei solo un po' agitato. Andrà tutto bene"
"Lo spero proprio" sospirò e appoggiò la schiena alla corteccia di un albero. Mia si appoggiò a lui e rimase in silenzio. Non sapeva cosa dire. In realtà anche lei era molto preoccupata. Questo la sconvolse. Aveva passato la maggior parte della sua vita a fantasticare su questo giorno, e se avesse fallito? Non aveva mai affrontato questa eventualità. Non c'è nulla di peggio che dover rinunciare a qualcosa che si ama. Poi guardò Alec, sentì il suo respiro e si consolò. In fondo, anche se non fosse diventata cavaliere, avrebbe avuto sempre lui
"Quand'ero piccola" disse all'improvviso rompendo il silenzio "mio padre mi leggeva sempre un libro. Era una raccolta di leggende, scritte tanto tempo fà. In ogni capitolo, si parlava di grandi uomini, che si sacrificavano ogni giorno per ideali quali la libertà, l'amore, il coraggio. Erano incredibili! Una sera, senza neanche accorgermene, mi ritrovari a immaginare di essere una di loro. Quando lo dissi a mio padre, mi aspettai che ridesse, invece sorrise e disse che avrebbe fatto il tifo per me e che sapeva che un giorno lo avrei reso orgoglioso" Alec sorrise. Mia non gli aveva mai raccontato questa storia "Volevo essere come loro, proteggere le persone che amavo .... eppure la notte in cui i miei sono stati uccisi non ho fatto nulla" silenzio. Non era sicuro di voler affrontare questo argomento. Non era bravo ad aiutare le persone. Era Mia a farlo "Mia madre mi fece nascondere sotto il letto, mi disse di non uscire. Vidi tutta la scena ... e non feci nulla"
"Eri una bambina! Non avresti potuto fare nulla in qualunque caso"
"Avrei dovuto almeno provare" si alzò e riprese la sua arma "Avanti, ancora una volta"
   
 
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