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Autore: Rob_Peter    12/10/2015    1 recensioni
Questa serie non ha niente a che fare con il film "The Amazing Spider-Man", il titolo rende omaggio al fumetto iniziato da Stan Lee e Steve Ditko nel 1963. La storia inizia nel classico modo, Peter Parker, giovane studente modello della Midtown High School viene morso da un ragno radioattivo in una mostra di scienze ed acquisisce forza e agilità proporzionali dell'aracnide, oltre che un senso di ragno che lo avverte del pericolo; Accade l'avvenimento clue per la formazione del personaggio che gli darà una lezione di vita molto importante e lo farà diventare l'eroe più grande di tutti i tempi: lo stupefacente Uomo Ragno. Inizia nello stesso modo del fumetto originale per poi diventare una storia differente e personale, senza però perdere alcuni dei momenti classici della storia di Spider-Man.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Betty Brant, Flash Thompson, J. Jonah Jameson, Peter Parker, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2

Spider-Man vs. Daredevil

 

Peter tornò a casa di corsa entrando dalla stessa finestra da cui era scappato via. Si tolse la maglietta e la maschera e le scagliò al suolo sbraitando «È tutta colpa di questo stupido costume! Come vorrei che non mi fosse mai venuta in mente un’idea simile. Lo zio Ben è morto solo perché io non sono riuscito a salvarlo!» ma allo stesso tempo cercando di trattenere la voce per non farsi sentire da zia May. 

Si buttò sul letto e affondò la faccia nel cuscino lanciando un urlo soffocato.

In quel momento zia May entrò nella stanza; Peter si sollevò velocemente e improvvisò uno scarso tentativo di far finta di niente, per poi correre tra le sue braccia e scoppiare di nuovo a piangere sulle spalle di tutto ciò che gli era rimasto. 

Dopo dieci minuti, o forse un’ora, la zia lasciò la stanza e il ragazzo si mise a letto cercando di pensare a qualcos’altro, ma il suo sguardo si fermò sul microscopio sopra la scrivania; il microscopio che gli aveva regalato zio Ben per il suo sedicesimo compleanno, quello che aveva sempre desiderato e per cui lo zio aveva probabilmente speso tutti i suoi risparmi. Aveva speso tutti i suoi risparmi per fargli un regalo, per renderlo felice; quel microscopio che Peter fissò finché non gli si appannò la vista, mentre le lacrime scendevano senza che lui avesse modo di frenarle.

La mattina seguente Peter si alzò con un’aria strana. Aveva ancora addosso i pantaloni blu con cui aveva guadagnato trecento dollari il giorno prima. Guardandoli gli venne rabbia e si alzò di scatto. Prese gli occhiali sulla scrivania e se li infilò; fece per sistemarsi i capelli allo specchio quando notò qualcosa di strano. 

Non aveva mai fatto palestra in vita sua, né aveva mai alzato un solo peso, eppure quella mattina si ritrovò con pettorali e addominali scolpiti. Inizialmente pensò che stesse ancora sognando, si pizzicò una guancia mentre induriva i bicipiti, ma poi ipotizzò che fosse un altro degli strani effetti causati dal morso del ragno. Indossò velocemente una camicia che ora gli andava stretta e uscì dalla stanza.

Scendendo le scale udì zia May che discuteva dell’affitto della casa con un signore alla porta, pregandolo di attendere una settimana per il pagamento. Peter pensò che ora che zio Ben non c’era più non sarebbe stato facile per lui e sua zia tirare avanti, così raggiunse la zia non appena lei chiuse la porta e le disse con tono deciso:

«Zia May, c’è solo una cosa da fare. Lascerò la scuola e mi troverò un lavoro»

«No, Peter» rispose la zia con aria preoccupata «non puoi farlo! Tuo zio sognava che saresti diventato uno scienziato! Devi continuare gli studi.»

Eppure in qualche modo doveva aiutarla. Pensò che con i suoi poteri poteva fare qualunque cosa, andare ovunque; qualunque somma di denaro avrebbe potuto essere sua… Ma cosa stava pensando? Non era né un criminale né un ladro! E se lo avessero arrestato avrebbe sicuramente spezzato il cuore di zia May. Pensò che c’era solo una cosa da fare; doveva accettare l’invito che era stato dato a Spider-Man il giorno prima; doveva tornare ad esibirsi e riportare lo scalamuri di fronte al pubblico. Sembrava essere l’unico modo onesto di guadagnare dei soldi sfruttando i suoi poteri. Telefonò l’agente mentre percorreva la strada per arrivare a scuola e organizzò un’esibizione per domenica sera in teatro.

Quel pomeriggio tornò a casa con dei prodotti chimici che aveva preso in prestito da scuola. Dopo pranzo si rinchiuse in camera con un progetto ben preciso in testa. L’idea nacque dalla domanda quasi sicuramente ironica che gli era stata posta dall’organizzatore per l’esibizione, ovvero se fosse anche in grado di sparare ragnatele. Che ragno è mai uno che non spara ragnatele, pensò Peter. 

Grazie alle sue conoscenze nel campo della chimica riuscì, in due ore, a creare un fluido pressurizzato a 300 psi dalle fattezze simili a quelle di una ragnatela, proporzionalmente parlando. Il fluido risultò esattamente come voleva lui: elastico e ultra resistente. In seguito incanalò questo fluido in delle cartucce in teflon che inserì in dei bracciali d’acciaio inossidabile creati apposta per i suoi polsi. All’estremità di ciascun bracciale collegò un pulsante a fuoriuscita che si sarebbe posizionato proprio sul palmo della sua mano. La pressione di quel pulsante avrebbe fatto espellere una determinata quantità di fluido dalla cartuccia all’interno di un tubetto posto sul bracciale, che terminava con un foro, da cui il fluido sarebbe venuto fuori sotto forma di tela. Peter aveva creato un vero e proprio lancia-ragnatele e non vedeva l’ora di provarlo. 

Ideò anche una cintura speciale in cui inserì delle cartucce di ricambio e verso sera si recò al teatro, indossando nuovamente l’abbigliamento con cui era diventato famoso, a ritirare il costume che avevano fatto per lui; il busto era completamente rosso fino alla vita, esclusi i fianchi e la parte della schiena al di sotto delle spalle che erano di un blu acceso, così come la parte bassa. Il costume copriva tutto il corpo. I guanti e i piedi erano rossi, proprio come la maschera, che non lasciava nessun punto del viso scoperto ed aveva la parte degli occhi bianca con contorno nero e a forma di goccia, in un tessuto semi-trasparente.

Peter pensò che mancasse qualche piccolo dettaglio, ma gli piaceva, quindi tornato a casa rivoltò il portapenne alla ricerca di un pennarello indelebile, con cui poi disegnò con molta precisione delle linee sul costume e sulla maschera che richiamavano alla mente delle ragnatele.

Disegnò anche un piccolo ragno stilizzato al centro del costume, e uno più grande di colore rosso nella parte posteriore; semplice ma efficace, pensò.

Un’ora dopo, quando l’inchiostro si era ormai seccato sul tessuto, indossò il costume. Gli andava perfettamente e le piccole modifiche che aveva apportato rendevano tutto molto più sensato e speciale. Uscì dalla finestra munito di lancia-ragnatele e costume e si recò in una zona con molti palazzi; ne scalò uno discretamente alto e, una volta arrivato in cima, si fermò sull’orlo. Puntò lo sguardo su un palazzo lontano una ventina di metri da lì, tese un braccio in avanti e premette con il medio e l’anulare il pulsante del lancia-ragnatele posto sul palmo della sua mano destra, attivando così il fluido. Il getto fu immediato e non appena Peter lasciò il pulsante questi si fermò, lanciando la tela in lontananza. Ci riprovò, ma stavolta lasciò il pulsante e afferrò la tela molto velocemente. Aveva la ragnatela agganciata al palazzo, quindi fece un passo in avanti, respirò profondamente e saltò. A mezz’aria realizzò che se non si fosse fermato sarebbe andato dritto contro il muro, quindi lanciò un’altra ragnatela con la mano libera verso sinistra e si lasciò trasportare da quella, lasciando andare quella nella mano destra. Aveva agganciato un’asta fissata su un muro, a cui girò attorno molto velocemente, per poi lanciare un’altra tela a destra verso un lampione e così via; imparò a volteggiare in aria utilizzando la tela da lui inventata.

Il sabato seguente Peter andò a scuola indossando il costume sotto i suoi vestiti ordinari. Durante l’ora di chimica in laboratorio, mentre Peter svolgeva l’esperimento assegnatogli udì alle sue spalle Flash Thompson che parlava ai compagni 

«Guardate, gente! Domani sera il tizio che ha battuto Brodus Clay l’altro giorno, quel Spider-Man, si esibirà in teatro e il biglietto costa solo quattro dollari! Andiamoci tutti!»

E mentre tutti accettavano gioiosi Peter si pronunciò senza nemmeno voltarsi:

«Non contate su di me, ragazzi. Non posso.»

«Ah sì? Ma guarda un po’» rispose immediatamente Flash con aria di sfida «non me lo sarei mai aspettato»

«Avanti, Flash» intervenne Liz Allen «non gli abbiamo mai chiesto di venire con noi, e poi lui preferisce studiare. Ci divertiremo di più senza di lui»

«Già» rispose Flash iniziando a ridere «Hai proprio ragione, Liz»

Intanto che il gruppo si allontanava dalla sua postazione, Peter pensò che la situazione risultava molto comica, poiché Flash e gli altri sarebbero andati a vedere la sua esibizione in teatro e lui non poteva certo andare con loro; se solo avessero saputo che dietro la maschera di Spider-Man si nascondeva il secchione di cui si prendevano gioco ogni giorno…

E mentre il ragazzo era immerso nei suoi pensieri il professor Warren si avvicinò a lui e, con l’aria di chi vuole sapere qualcosa, gli chiese:

«Parker, vedo che ti impegni parecchio come al solito»

«Cerco di fare del mio meglio, professore» rispose Peter rispettosamente.

«Ho sentito di cos’è successo a tuo zio» disse il professore scurendosi in volto «mi dispiace davvero e ti capisco se magari hai problemi a…»

«La ringrazio e.. non si preoccupi» lo interruppe Peter mentre cominciava a sentirsi un po’ a disagio.

«A parte questo, tutto bene a casa?» chiese disinvolto il professore «tu stai bene? Niente di strano in questi giorni?»

«No.. s-sì» ribatté Peter stranito «tutto bene.. Niente di strano..»

«Bene» concluse Warren, con aria apparentemente scontenta, mentre si allontanava «continua ad impegnarti, ragazzo e otterrai tutto ciò che vuoi!»

A quel punto Peter si chiese se le conversazioni strane fossero tra i sintomi del morso di ragno radioattivo.

La sera dopo al di fuori del teatro vi era una grande insegna con scritto “The Amazing Spider-Man tonight” e sotto di essa un’interminabile fila di gente interessata allo spettacolo. Poco più avanti, nei pressi degli ultimi in fila, dei paparazzi tenevano l’obiettivo fermo sulla strada e stavano lì immobili, in attesa dell’arrivo della star della serata. Evidentemente non sapevano che Spider-Man era lungi da presentarsi lì a piedi; bensì arrivò svolazzando con la sua ragnatela ed entrò dalla porta sul tetto.

Dopo almeno mezz’ora di tempo tutti presero posto; Flash e gli altri riuscirono ad accaparrarsi posti in seconda fila, mentre in prima vi erano solo giornalisti e fotografi. Si alzò il sipario; il palco era completamente vuoto, fatta eccezione per due casse per la diffusione del suono, una ad ogni estremità. 

Il presentatore si mostrò senza posizionarsi al centro del parco, ma restando vicino alla parete destra.

«Buonasera, signore e signori e benvenuti al breve spettacolo di stasera. L’uomo… L’essere che sto per presentarvi è una novità per la maggior parte dei presenti. Ha fatto, per l’appunto, la sua prima apparizione in uno show di wrestling, accettando la sfida di sopravvivere tre minuti sul ring con un gigante. Lui non solo è sopravvissuto, ma ha anche umiliato il gigante, saltando sul soffitto con quello sotto braccio come una borsetta!»

La platea se la rise.

«Non ci credete? Beh, ‘nuff said, state a vedere. Vi presento, qui nel suo primo esclusivo spettacolo, l’unico, il solo, stuuuupefacenteeee………. Spider-Man!»

La folla esplose in visibilio quando il tessiragnatele saltò via dal soffitto in cui era nascosto per farsi riconoscere da tutti. 

Peter guardò davanti a sé e vide qualcosa che non avrebbe mai creduto possibile in vita sua. Una platea intera piena di gente lì solo per lui, per vedere cos’aveva da fare; e anche se in quel momento indossava una maschera, sotto c’era sempre un timido ragazzo di sedici anni di cui, solitamente, a nessuno importava. 

La sua vita aveva finalmente avuto una svolta; cose fantastiche stavano accadendo e lui non poteva crederci. 

Cominciò a dimostrare i suoi poteri arrampicandosi sulle pareti, e la gente era già sbalordita. In seguito sparò delle ragnatele, si fermò a mezz’aria appeso a testa in giù alla tela e fece alcuni backflip per dimostrare la sua agilità ottenuta. Infine venne trasportata una cassaforte molto pesante sul palco e lui riuscì ad alzarla con una mano sola. 

Gli spettatori a bocca aperta inneggiarono dei cori.

«Spider-Man! Spider-Man! Spider-Man!»

«Ragazzi!» urlò Flash tra il pubblico «è il mio eroe preferito! Lo è sempre stato! Spider-Man! Ti adoro!»

Se Flash avesse saputo che sotto quella maschera c’era colui che odiava di più nella sua classe. Peter non osava immaginare la sua faccia se gliel’avesse detto.

Al termine dell’esibizione gli spettatori lasciarono il teatro soddisfatti di ciò a cui avevano assistito, mentre all’interno la star riscuoteva il suo salario.

«Devo pagarla, Spider-Man» disse titubante il manager «ma non posso darle contanti! Devo farle un assegno, così da avere una registrazione per le tasse. A chi devo intestarlo?»

«Non posso dirle il mio nome!» replicò il ragazzo allarmato «Nessuno deve conoscere la mia vera identità! Lo intesti solamente a Spider-Man.»

«D’accordo, come vuole» concluse il manager mentre metteva nero su bianco «ma farà fatica a incassarlo.»

«Fatica, eh?» disse il ragno mentre fissava tutti gli zeri sull’assegno «beh, vedremo.»

La mattina seguente Peter si svegliò un’ora prima per poter riscuotere l’assegno; prese di corsa i suoi occhiali e indossò il costume sotto jeans e pullover. Scese in sala per fare colazione e diede un bacio sulla guancia alla zia prima di sedersi a tavola.

«Allora» parlò May «com’è stato lo spettacolo ieri sera?»

«Oh, beh..» rispose Peter allontanando la tazza dalla bocca e improvvisando un sorrisetto «davvero niente male… Ma c’era tanta gente, quindi mi è capitato un posto un po’ lontano dal palco.»

«L’importante è che ti sia piaciuto» disse la zia mentre gli versava altro latte «è finito tardi? Non ti ho sentito rientrare.. Devo essermi addormentata»

«Già, sì…» rispose quasi nervosamente il ragazzo «mi sono trattenuto per la firma degli autografi»

«E stamattina? Come mai ti sei svegliato così presto?»

«Ecco, appunto» disse Peter lanciando un’occhiata veloce verso l’orologio «devo andare in biblioteca a restituire dei libri. Ci vediamo zia!» finì alzandosi.

Un isolato dopo, alla banca..

«Dovrei vedere un documento» disse il banchiere leggermente imbarazzato

«Non basta il mio costume?» chiese Peter con la voce camuffata dalla maschera

«Non sia ingenuo!» rispose il banchiere con maggiore sicurezza «Chiunque potrebbe indossarlo! Ha un tesserino sanitario, o una patente intestata a Spider-Man?»

«Lei che crede?» disse Peter sospirando.

Intanto al Daily Bugle, l’edificio del giornale più venduto a New York, l’editore J. Jonah Jameson scriveva al computer l’editoriale per il giornale del giorno dopo pensando «Quando avrò terminato, Spider-Man verrà cacciato dalla città!»

La mattina passò velocemente e, al termine delle lezioni, Peter decise di non rientrare immediatamente a casa, ma di lasciare i vestiti ordinari sul tetto della scuola e di svolazzare per la città come Spider-Man, mentre pensava a ciò che era successo quella mattina.

«Che disdetta! Non posso ancora crederci. Ho fatto quell’esibizione per niente! Non posso incassare l’assegno, a meno che non riveli la mia identità; cosa che non posso fare, se voglio evitare un infarto di zia May. La fortuna dei Parker colpisce ancora!» 

E mentre Peter pensava alle sue disavventure, sotto di lui quattro tipi sospetti scappavano dal retro di un negozio, portando sacchi di denaro. Il ragazzo pensò che dopo l’ultima volta che aveva avuto a che fare con un ladro, stavolta non avrebbe mai permesso loro di scappare.

I quattro intanto, uscendo dal vicolo, incrociarono la strada con un giovane uomo vestito elegante, con occhiali da sole e bastone.

«Guardate!» bisbigliò uno dei ladri «Un cieco! Potrebbe aver sentito le nostre voci; non possiamo lasciarlo qui! È pericoloso!»

A quel punto Peter lasciò andare la tela e scese in picchiata verso di loro, atterrando su un’asta a pochi metri dalle loro teste.

«Se voi vermi non volete testimoni, fareste meglio a sbarazzarvi di me» disse lo scalamuri a voce alta, attirando l’attenzione di tutti e cinque «I miei occhioni bianchi hanno visto tutto!»

«E tu chi diavolo saresti?» gridò uno dei delinquenti «Hai un desiderio di morte? Non vedi che siamo in quattro contro uno?»

Il ragno saltò giù dall’asta e i quattro lo circondarono. Quello davanti a lui caricò un gancio destro; il tempo si rallentò agli occhi di Peter. Vide il pugno del ladro avvicinarsi a lui molto lentamente, quindi balzò facendogli colpire il suo compagno dall’altro lato. Mentre i due litigavano tra di loro, lui era ancora in aria, quindi fece un frontflip e scese velocemente su di loro sferrando due calci con cui li fece volare via.

«Non sapete che questa è la settimana di familiarizzazione con Spider-Man?» disse mentre sentì quel pizzicore, che lui aveva rinominato “senso di ragno”, che lo avvertì di un pericolo alle sue spalle; percepì uno dei ladri ancora in piedi intento a colpirlo con un coltello. Saltò nuovamente evitandolo, si diede uno slancio con le mani sulle spalle del nemico, e atterrò dietro di lui, davanti all’altro criminale; a quel punto si voltò a sinistra, dove vide il cieco innocente e allargò le braccia ai lati, colpendo così i due ladri allo stesso tempo, mettendoli K.O.

«Sta bene, signore?» chiese in fretta Peter, sentendo il suono delle sirene avvicinarsi «ha bisogno di una mano per proseguire la strada?»

«No, grazie!» rispose l’uomo tranquillamente «posso farcela! Ma le sono grato Mr.. eh.. Spider-Man, giusto?»

«Esatto, amico!» concluse Spidey lasciando un bigliettino sui ladri che aveva appena legato al muro usando la sua ragnatela «Ma non mi ringrazi… Mi ricordi solo sul testamento! E farebbe meglio a stare attento a non camminare in queste zone deserte quando inizia a fare buio!»

«Per uno come me, la notte e il giorno sono uguali!» disse l’uomo sorridendo «ma grazie lo stesso!»

Spider-Man volò via e l’uomo entrò nel vicolo mentre arrivava la polizia, che trovò i criminali stesi e legati al muro con un bigliettino sopra

«Cosa dice il bigliettino?» chiese uno degli agenti

«Cordiali saluti dal vostro amichevole Spider-Man di quartiere..» rispose l’altro perplesso.

Intanto nel vicolo l’avvocato cieco pensava «Così quello era Spider-Man, il tizio di cui mi parlava Foggy! Hmm… direi che è sui diciassette anni, un metro e ottanta… e giudicando dalle sue pulsazioni, in eccellente salute! Non sarebbe stupito se sapesse che ho potuto vedere tutto quanto con i miei sensi, come lui ha fatto con i suoi occhi? Del resto stavo cercando di catturare da me quei quattro malviventi, ma non ho osato cambiarmi mentre Spider-Man poteva vedermi!» disse sbottonandosi la camicia e rivelando il costume rosso che aveva sotto «Ora, per il contrattempo, sono in ritardo per tornare in ufficio e non vorrei che Karen e Foggy si preoccupassero, quindi andrò più velocemente… come solo Daredevil sa fare!»

E così, una volta arrivato all’ufficio, Foggy Nelson esclamò:

«Matt! Finalmente. Ci chiedevamo se volessi venire con noi al circo domani?» 

«Al circo? Come mai?»

«Beh, il poster dice che ci sarà Spider-Man!»

«Hmm… Spider-Man continua a incontrare la mia strada» pensò Matt Murdock, il legale cieco anche noto come Daredevil, il diavolo di Hell’s Kitchen.

Nel frattempo, nell’arena dove si sarebbe svolto il circo, tre tizi abbastanza muscolosi si allenavano, mentre un uomo mostrava il poster ideato per il giorno dopo a un uomo con baffi da hipster che indossava un cilindro con dei cerchi concentrici davanti e una giacca verde con pattern di stelle nere che esclamò:

«Ah! Benissimo! Quando quegli stupidi capiranno che Spider-Man non è nello show sarà troppo tardi per farci qualcosa!»

Il giorno dopo, per le strade di New York, Peter passeggiava immerso nei suoi pensieri, quando il poster del circo posto su un muro attirò il suo sguardo.
«Strano» pensò «Quel poster dice che apparirò stasera… Beh, se il ricavato sarà devoluto in beneficenza come c’è scritto potrei pure esibirmi»

E così, quella sera, Peter si ritrovò in mezzo ad una folla di gente lì per vederlo, tra cui scorse Matt Murdock, chiedendosi come mai il suo senso di ragno pizzicasse così tanto quando lui era vicino. Subito dopo si recò dietro le quinte, dove si cambiò d’abiti e si arrampicò su una fune che conduceva proprio sopra il palco, che era pieno di pali cinesi, trapezi, funi, bandierine e palloni da esibizione che circondavano il circo.

«Penso che mi divertirò» disse Peter mentre saliva «Ho sempre desiderato essere una star del circo, e con i miei poteri dovrei essere sensazionale! Comunque è bello poter fare qualcosa per beneficenza!»

Mentre dietro le quinte uno dei tre palestrati parlò al capo «La tenda si sta riempendo, capo! Saremo presto ricchi!»

«Quegli idioti sono qui per vedere Spider-Man, ma avranno un differente tipo di show!» esclamò il tizio con una risata malvagia.

Intanto, sul palco scese Spider-Man gridando «Salve, gente!» e ricevendo una standing ovation. Cominciò a saltare ovunque per scaldarsi prima dell’esibizione vera e propria, mentre il tizio dai baffi appuntiti uscì allo scoperto di corsa.

«Non avrei mai pensato che si sarebbe presentato sul serio… Beh, questo non interferirà con i miei piani in ogni caso!» pensò recandosi al centro del palco e alzando le braccia per farsi notare dal ragno

«Ma chi diavolo è quel tipo strano?» pensò Peter «vuole rovinare il mio spettacolo?» 

Quindi scese appeso a testa in giù sulla sua ragnatela di fronte al tale esclamando:

«Ok, pazzo. Cosa ci fai al centro del palco e da quale fumetto sei uscito?», mentre i cerchi roteanti sul cappello attiravano la sua attenzione.

«Sono Ringmaster!» disse lo sconosciuto con enfasi «La mia volontà è la tua! La mia volontà è la tua!»

A quel punto Spider-Man non mosse un dito; restò immobile a testa in giù senza aprire bocca, mentre l’uomo che si faceva chiamare “Ringmaster” rivolgeva il suo sguardo alla platea pensando «È il mio grande momento! Sarà la più grande ipnosi di massa! Il mio più grande trionfo»

I cerchi concentrici ricominciavano a roteare sulla sua testa, propagandosi in delle onde che in poco tempo ricoprirono l’intera tenda, mentre lui gridava «La mia volontà è la vostra! La mia volontà è la vostra!»

Così in un attimo si compì la più incredibile impresa d’allucinazione di massa mai registrata, quando l’intera platea cadde in trance ipnotica.

«Ce l’ho fatta!! Ora svelti!» esclamò Ringmaster rivolgendosi ai suoi tre aiutanti «Andate e prendete i loro portafogli e gioielli! Presto!» e i tre si avviarono, scavalcando le transenne «La magia dura solo un’ora.»

Ma, non notato tra l’immensa platea, il legale Matt Murdock non era stato ipnotizzato poiché, ovviamente, non aveva mai visto i cerchi roteare, ma realizzò che l’intera platea era in stato di trance. Quindi, sentendosi al sicuro da occhi indiscreti, si cambiò d’abiti, sfoggiando il costume di Daredevil, e successivamente saltò fuori verso il palco.

«Ma che..» pensò Ringmaster «È Daredevil quello! Perché non entra in trance?!»

«Se non sbaglio» ipotizzò Devil «dovrò combattere contro quattro uomini»

«Non si ferma!» esclamò il nemico in preda al panico «C’è solo un modo per fermarlo.. Spider-Man! La mia volontà è la tua! Daredevil è tuo mortale nemico! Attaccalo!»

Al suono di quelle parole, lo scalamuri si mosse, andando incontro al diavolo di Hell’s Kitchen, che saltò per evitare il colpo del ragno, aggrappandosi ad un trapezio; mentre si dava lo slancio sentì i passi di Ringmaster, che stava scappando, quindi si lanciò contro di lui ma questi urlò «Spider-Man! salvami!» e il ragno, con una velocità disumana, raggiunse Daredevil, colpendolo con un calcio che lo fece balzare via all’istante.

«Ho salvato Ringmaster» disse con voce quasi robotica e posizionandosi in modo estremamente rigido «come ordinato.»

«Non fermarti, stupido!» gridò Ringmaster «Daredevil non è ancora sconfitto!»

«Per fortuna Spider-Man non può pensare da sé» pensò Murdock «Se agisse di sua volontà sarebbe dura; ma, ora che è sotto ipnosi, ho un vantaggio.» 

Spider-Man tornò all’attacco, quindi si arrampicò su un palo cinese, con il ragno che lo seguiva a ruota. Una volta arrivato a metà palo, percepì la presenza di trapezi in aria, e quindi ci si lanciò contro, aggrappandone uno; da lì si diede uno slancio molto più caricato di prima ed andò dritto verso Ringmaster, senza mollare il trapezio. 

Immediatamente Spider-Man gli saltò davanti grazie alla sua ragnatela, ma Daredevil frenò, facendo mancare l’obiettivo al tessiragnatele, che si fermò a terra attendendo ulteriori ordini di Ringmaster. In quel breve momento Devil afferrò una palla da circo appesa nelle vicinanze e la tirò verso il malvagio, facendolo inciampare.

Quest’ultimo perse il cappello, e mentre cercava di riprenderlo Daredevil lanciò un suo bastone colpendo la sua mano. Immediatamente corse ad aggrappare il cappello, mentre Ringmaster gridava «Seguilo, Spider-Man! Recupera il mio cappello!»

E mentre il ragno si avvicinava con una velocità indescrivibile, Daredevil gli puntò il cappello contro esclamando «Alt! Non sei più sotto l’incantesimo di Ringmaster! Ti libero dalla tua trance!» 

Le parole di Matt Murdock rimbombarono assieme alle onde provenienti dai cerchi concentrici sul cappello e Spider-Man si fermò a pochi centimetri di distanza da lui.

«Argh! La testa!» si lamentò Peter «Ma che diavolo è successo?!»

In poco tempo il ragazzo afferrò l’intera situazione e disse

«Molto obbligato, Daredevil! Non so che avrei combinato se tu non avessi rotto il controllo di Ringmaster!»

«Ringrazia il mio istinto di sopravvivenza, Spider-Man! Preferirei avere un tipo come te con me piuttosto che contro!»

«Grazie per i complimenti, ma ti devo un favore, e un uomo ragno non dimentica!»

«Meglio lasciare le smancerie per dopo, amico! Sento un arrabbiatissimo Ringmaster che si prepara ad attaccarci di nuovo!»

E mentre Matt pensava che si era quasi lasciato scappar detto del suo udito, Ringmaster ordinava ai suoi tre uomini di attaccare i due. Quando i tre raggiunsero gli eroi, Daredevil strinse le sue ginocchia e, in una rapidissima manovra, sbaragliò i tre come birilli. Stava per tornare all’attacco quando Spider-Man esclamò «Ehi, Devil! Hai fatto la tua parte! Lascia che ci pensi io a loro!»

«Come vuoi, amico! Ma se hai bisogno d’aiuto, agita la tela!» rispose Daredevil che, immaginando che non ci fosse più bisogno di lui, tornò verso gli spalti, dove si rivestì nei panni dell’avvocato Matt Murdock. 

«Ed ora, ragazzi e ragazze» esclamò Peter con il costume pieno di strappi a causa del combattimento «vi presentiamo l’attrazione principale! Good ol’ webslinger… Me!»

In pochi secondi fece fuori i tre malviventi, mentre Ringmaster recuperava il suo cappello. Spider-Man lo raggiunse, ma il cattivo azionò il cilindro dicendo «Ed ora, insolente, vanitoso, sfacciato bifolco, la pagherai per i tuoi insulti e la tua insolenza!»

«Dio!» strepitò Spider-Man «Scommetto che ti fanno mangiare corn flakes tre volte al giorno! Fai sembrare Thor un ragazzetto!»

«Farò tesoro di queste sferzanti parole, Spider-Man! Perché saranno le ultime che pronuncerai… di tua volontà!» disse mentre i cerchi sul cappello cominciavano a muoversi.

A quel punto Peter chiuse gli occhi e, dato che Ringmaster non poteva vedere che erano chiusi da sotto la maschera, disse «No, amico! La tua ipnosi non funziona più su di me! Hai sprecato la tua ultima possibilità!» 

«No! Aspetta!» farfugliò il criminale «Mettiamoci d’accordo! Ferm-» e Spider-Man lo colpì con un pugno dritto sul naso, mettendolo al tappeto.

Poi lo prese e lo legò al muro insieme agli altri tre con la ragnatela, gli tolse il cappello e lo diresse verso la platea dicendo «Ok, gente! Svegliatevi! Lo show è finito, potete andare a casa!»

L’intera platea si svegliò pensando di aver visto uno spettacolo eccitante.

Subito dopo Peter si recò sul tetto, dove trovò Daredevil.

«Ehi» disse il ragazzo «da quant’è che non ti vedevo!»

«Mi sembra di percepire che hai bisogno di un nuovo costume» disse Devil.

«Percepisci bene» rispose Peter.

«Beh, vieni con me. Ti porterò dal tizio che ha fatto il mio. E stavolta non sarà di spandex, ma di un materiale ultra resistente che ti riparerà anche dagli urti, ma allo stesso tempo sarà elastico e flessibile»

I due, quindi, si recarono da Melvin Potter che disse «Certo, posso farti questo favore Devil. Come devo farlo questo costume, quindi?»

«Proprio come questo» rispose Peter «ma meglio.»

Due giorni dopo Peter andò a ritirare il costume. I colori erano esattamente come prima, ma le ragnatele non erano disegnate ma incise in rilievo, e gli occhi non erano fatti con tessuto ma erano delle lenti speciali della stessa forma di prima attaccate alla maschera. Lo indossò e gli sembrava di non averlo addosso, nonostante fornisse una protezione estrema. Ringraziò di cuore Potter e volò via con la sua ragnatela, sentendosi vivo.

 

 

«È appena uscito da quel negozio. Ha un nuovo costume.»

«Bene. Puoi ritirarti.»

«Tutto qui? Non ha intenzione di fare nulla?»

«No.»

«…D’accordo.»

Il professor Warren mise in moto la macchina e si allontanò dal posto. Due minuti dopo ci fu un’esplosione di fronte al negozio. Potter uscì di corsa terrorizzato:

«Cosa diavolo è stato?!»

«..hi hi hi…»

Melvin si voltò e sbiancò in viso.

«Che succede, Potter? Hai sbagliato formula magica?! Forse tra un expelliarmus e l’altro puoi darmi qualche informazione su un certo… ragnetto?» 

«No! No! Ti prego! Non ne so niente! Vai via!»

«Risposta sbagliata! Hahahaha!»

 

liberamente tratto da “The Amazing Spider-Man #1/16" di Stan Lee e Steve Ditko del 1963/64.

 

 

 

The Web Of Spider-Man.

Il fandom italiano del fumetto di Spider-Man a quanto pare è davvero piccolo. La fanfic con più recensioni che ho visto qui è basata sull’universo cinematografico di Sam Raimi e conta quasi 60 recensioni; il resto ne ha davvero poche.

Se finora la storia vi è piaciuta, vi invito a lasciarmi una recensione, per farmi capire cosa pensate della mia storia, se vi interessa, se aspettate il prossimo capitolo, o se volete darmi dei consigli. Anche se non vi sta piacendo, le critiche costruttive sono ben accette. 

Cercherò di pubblicare un nuovo capitolo ogni lunedì. Nel capitolo di oggi c’è stata la partecipazione speciale di Matt Murdock a.k.a. Daredevil. Il Devil che vedete in questa storia è, però, quello della serie televisiva di Netflix e non quello dei fumetti; stessa cosa per i suoi comprimari Foggy, Karen e Melvin. La parte in cui lui appare è ispirata al numero 16 di “The Amazing Spider-Man” e Ringmaster è un vecchio villain di casa Marvel.

Nel prossimo capitolo la prima apparizione di alcuni personaggi come Betty Brant e ospiti d’onore… I Fantastici Quattro!

  
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