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Autore: gangamoon    14/10/2015    3 recensioni
Quando Severus si risveglia dal coma in cui è rimasto per mesi, trova al suo capezzale una persona che non si sarebbe mai aspettato di rivedere per prima. Eppure è a lei che deve la vita, non solo quella che stava per perdere a causa del serpente, ma anche quella che di lì a poco ricomincerà a vivere pienamente, sospinto dai venti di un nuovo amore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Eccovi il sesto, atteso, capitolo :) Innanzitutto volevo ringraziare chi mi segue, ricorda, preferisce, recensisce… Siete davvero un supporto ^_^
Quindi… ho contato i capitoli e saranno quattordici, perché uno breve l’ho accorpato ad un altro. Inoltre mi sono resa conto che, senza averlo premeditato, la “svolta” è proprio a metà, perciò dal settimo capitolo andremo, quasi, in calata :)
 

 

 
Come aveva previsto la donna, Severus si ritrovò presto con pochissimo tempo libero, considerando che, oltre ai compiti da correggere, doveva ripristinare le scorte di pozioni quasi ogni settimana.
Quello che più gli mancava erano le chiacchierate con Irina. Riusciva a vederla solo di sfuggita durante i pasti e a volte fra una lezione e l’altra.  Ma non gli bastava. Aveva un bisogno fisiologico della sua presenza. Era naturale, si diceva, dopo tanti anni in solitudine, ora che aveva instaurato una sorta di rapporto di amicizia faceva fatica a riabituarsi alla sua vita da misantropo…
Un pomeriggio la incontrò fuori dalla biblioteca, dove sapeva che lei trascorreva spesso il tempo libero.
Lei gli venne incontro col solito sorriso.
– Ciao! È strano vederti da queste parti, lontano dai sotterranei…
– Passavo per caso infatti – mentì. – Mi chiedevo… se la tua proposta di aiutarmi nella correzione dei compiti fosse ancora valida…
Irina rimase notevolmente sorpresa e sorrise ancora di più.
– Ma certo! Sarò severissima, promesso.
Fu così che cominciò una sorta di collaborazione. Severus si era ormai ristabilito del tutto, era evidente, e Irina gioiva al pensiero che lui avesse cercato la sua compagnia. Ogni sera, prima di cena, si incontravano nello studio dell’uno o dell’altra e lavoravano in silenzio. Ma non era più un silenzio pesante, come quello delle prime volte. C’era tra loro un’atmosfera distesa e familiare. Talvolta scambiavano qualche parola. Severus ogni tanto la guardava, non visto, fino a quando i loro occhi non si incrociavano. Allora fra una scusa e l’altra cominciavano a chiacchierare, ma senza mai distrarsi troppo dal lavoro. Anzi, cercavano di finire prima per poter parlare in seguito o, al contrario, di allungare i tempi per continuare dopo cena. Il tutto nella massima serenità.
– Hai detto che ti affascinava la mia aura di mistero… Adesso che mi conosci?
– Beh, non è che poi sappia così tanto su di te… ho sempre tirato ad indovinare… Comunque sto bene.
Un timido sorriso affiorò sulle sue labbra. Sperava tanto che l’uomo provasse qualche interesse per lei. Dopo aver amato la stessa donna per tanto tempo… Era questo che voleva sapere: se pensava a lei ancora, se aveva qualche possibilità. Non era il tipo da farsi avanti in maniera troppo esplicita, anzi il più delle volte si accontentava…  Osservava attentamente per decidere cosa fare, poi si lasciava andare alla fantasia e finiva col non concludere niente… Era consapevole, comunque, che lui avrebbe avuto bisogno di tempo. E lei glielo avrebbe dato. Prima o poi, però, lo sapeva, avrebbe dovuto rischiare.
Per Severus quell' esperienza era del tutto nuova. Per il Severus che era diventato negli ultimi vent’anni, perlomeno. Aveva sempre impedito a chiunque di avvicinarsi troppo ai suoi spazi e adesso si trovava a condividere il suo tempo con Irina. E si sentiva stranamente a suo agio. Anche con Lily aveva passato del tempo, quando studiavano insieme, fino al quinto anno. Ma aveva sempre avuto paura che lei scoprisse di come la guardava, di quello che provava. Dopo aver attraversato tante tempeste, il suo cuore aveva trovato forse un porto sicuro. Passava le notti a rimuginare, Severus. Le sue certezze si stavano sgretolando, di fronte alla nuova certezza che qualcosa in lui stava cambiando.
Il 31 Ottobre nessuno lo vide in giro per l’intera mattinata. Per la prima volta  si era recato al cimitero di Godric’s Hallow senza timore di essere scoperto da qualcuno. Si fermò ai piedi della lapide della sua Lily e in corrispondenza del suo nome fece comparire dei gigli bianchi. Ripensò a tutta la sua vita, alle sue ambizioni, ai suoi fallimenti… La sua vita passata gli apparve come un ciclo concluso, che iniziava e terminava allo stesso punto: Lily. Come era stata la magia oscura a separarlo da lei, così era riuscito a sconfiggerla per amor suo. A sconfiggerla da suo cuore soprattutto. Questo non poteva comunque riportarla in vita. L’aveva sempre saputo, fin dal principio, quando aveva giurato di proteggere suo figlio. Ora quella storia aveva avuto il suo lieto fine. In un certo senso anche per lui, visto che non avrebbe mai immaginato di sopravvivere. Il suo lieto fine aveva sempre pensato che sarebbe stato nella morte. E invece aveva continuato a vivere. Aveva ricominciato a vivere. Come si sarebbe conclusa questa storia? Non lo sapeva, ma sapeva di voler andare avanti. Era strano però. Decidere di cambiare. Era comunque una scelta. E in passato ne aveva fatte di scelte superficiali. Adesso voleva rifletterci a fondo.
Fu con questi pensieri che ritornò ad Hogwarts. Aveva bisogno di parlare con Irina. Forse lei avrebbe chiarito i suoi dubbi. Ma in quella sera non se la sentiva. In quella sera di festa, in cui tutto il castello faceva baldoria, lui aveva sempre preferito rimanere solo con se stesso. Con i suoi pensieri e con i suoi tormenti. Era pur sempre l’anniversario della morte di Lily, non poteva assolutamente passarlo con qualcun’altra. Solo lui e il suo patronus.
Il suo patronus che, con grande stupore di Severus, emanò una luce nuova, una forza nuova e che assunse una nuova forma.




 
E anche questo capitolo è piccolino… sorry sorry … ma vi prometto che ce ne saranno altri più lunghetti :)
Lodiamo J.K.Rowling per l’invenzione del patronus, perché altrimenti Sev non si sarebbe mai illuminato ;)
   
 
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