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Autore: FABRIZX    14/10/2015    2 recensioni
Cherche è una Cacciatrice alle prime armi, con tanto coraggio e... un po' meno bravura.
Tuttavia, durante un'incidente di caccia nelle Piane Sabbiose, farà un incontro che le cambierà la vita: la Cacciatrice Rihanna, che diventerà la sua maestra nell'epica avventura in difesa del villaggio di Moga, e ancora più lontano, verso orizzonti che nessun cacciatore aveva varcato, in un mondo che sta per cambiare. Una forza oscura da affrontare, battaglie memorabili, e tre cacciatori che dovranno superare ogni limite. Tre Cacciatori, tre viaggi... e tre Draghi Anziani. Questa è la nostra storia. Questa è la Trinità!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- La spada dell'isola-

 

“Moga!” risuonò chiara la voce di Rihanna, nel primo pomeriggio, mentre il mercantile salpato da Tanzia fendeva il mare gorgogliante, sotto un cielo calmo e sereno.
D'un tratto, Cherche si riscosse come da un sogno e si guardò intorno, scrutando il ponte della nave. Seduto sul parapetto, Neko fissava la giovane Cacciatrice con aria perplessa, lisciandosi il pelo arruffato. Il ciarliero Felyne era il fidato compagno del capitano, e amava raccontare le propri imprese, vere e presunte, più di ogni altra cosa... anche più di grattini e attenzioni del genere, come aveva scoperto con un certo disappunto la ragazza, dopo un tentativo troppo energico di vezzeggiarlo. Le dita le avevano fatto male per una decina buona di minuti, dopo.
Tuttavia, Neko non l'aveva respinta ulteriormente in seguito, e lei era sempre stata attenta a cogliere tutti i segnali mandati dal Felyne, che si era rivelato piuttosto incuriosito da lei.
Cherche cercò con lo sguardo Rihanna, trovandola in piedi a prua a fianco del capitano. Comprese che l'esclamazione di poco prima doveva essere rivolta a lei, e si alzò in piedi avanzando in quella direzione.
Poco lontano, una serie di moli, terrazzamenti e piccoli edifici in legno sembrava quasi galleggiare pigramente lungo la costa, ma già da quella distanza era possibile vedere un certo movimento lungo le passerelle. Cherche assaporò quella visione: aveva finalmente raggiunto il villaggio di Moga, dove Rihanna era Cacciatrice ufficiale da qualche tempo... e dove lei avrebbe vissuto da ora in avanti, per addestrarsi come Cacciatrice.
Non c'era parte di lei che non fosse esaltata a quell'idea, al punto che aveva dormito a malapena la sera precedente, rigirandosi costantemente nella cuccetta della nave, mentre poco distante Rihanna dormiva della grossa col cappellone dell'armatura calato sul viso. Un certo punto, a Cherche era parso che muovesse le labbra, come canticchiando qualcosa in sogno.
Vedendola così, aveva pensato, le era quasi difficile credere che poche ore prima la stessa donna avesse caricato Martello in resta contro un Barroth per salvarle le vita in una caccia indimenticabile.
Eppure, a guardarla ora mentre scrutava l'orizzonte con un piede poggiato sul parapetto, il gomito sul ginocchio a reggerle il mento, gli occhi verdi pieni del riflesso del sole sul mare... no, non c'era alcun dubbio. In un certo qual modo, perfino il buffo tentativo di Cha-Cha di replicare la posa della Cacciatrice aggiungeva qualcosa di esaltante a quella visione.
“Che te ne pare?” chiese la donna, rivolgendole uno sguardo amichevole e interrompendo i suoi pensieri.
Cherche fissò ancora una volta lo sguardo sul villaggio: “A prima vista non sembra molto... stabile.” commentò, osservando lo stato di alcuni moli e di un paio di edifici sgangherati vicino al molo principale. Rihanna fece un sorriso misto a un sospiro prima di rispondere: “Non lo è. O meglio, non lo è adesso. Gli abitanti di Moga sanno trattare il legno in modo da renderlo impermeabile, e i moli sono fatti per assecondare le onde senza spezzarsi. In quanto agli edifici... diciamo che non badano troppo all'estetica. No, il problema qui sono i terremoti.”
“Capitano spesso?” le chiese Cherche, lo sguardo incuriosito e un po' turbato. Non era proprio sicura di poter prendere un terremoto con tutta calma... e non era certo degno di una Cacciatrice reagire in maniera poco consona alle situazioni.
“Magari...” rispose sconsolata l'altra: “Sono cominciati due settimane prima che arrivassi io. Due scosse. La prima ha solo spaccato qualche asse. La seconda è stata... brutta. È arrivata durante un temporale, mentre la flotta da pesca tentava di rientrare in tutta fretta. Un miracolo che non ci siano stati morti, ma due pescatori si sono rotti qualche osso e finora siamo riusciti a ricostruire solo un peschereccio su tre, per non parlare del resto. Quasi nessuna casa ha tutte e quattro le pareti, al momento. E in tutto questo erano senza Cacciatore. A quel punto la Gilda ha mandato me.”
La donna si voltò, mentre la ragazza la fissava con crescente interesse: “Come mai non avevano un Cacciatore? E perchè hanno mandato te proprio dopo le scosse?” domandò.
“L'attuale Capovillaggio è un ex Cacciatore, ma è in pensione da un pezzo. Finora Moga se l'era cavata vivendo di pesca e commercio, senza troppo bisogno di caccia. Il terremoto ha dato un duro colpo alla loro economia. Inoltre, la Gilda è convinta che la causa delle scosse non sia geologica, diciamo.” spiegò Rihanna.
Stavolta, la ragazza la fissava ad occhi sgranati: “Aspetta... stai mica dicendo...?”
Lasciò la domanda in sospeso, temendo l'implicazione. Rihanna comprese e sospirò prima di rispondere: “Che potrebbero essere causate da un mostro? Probabile.”
Cherche abbassò lo sguardo, e fece un respiro profondo. Paura, curiosità e orgoglio lottavano dentro di lei, sotto gli occhi attenti di Rihanna. La donna dalla pelle scura riprese: “Quanto a me, diciamo che è stata una fortunata coincidenza. Moga aveva comunque bisogno di un Cacciatore, io di un incarico, e il mio maestro mi ha segnalato alla Gilda dopo qualche caccia ben riuscita. Già che c'ero, mi hanno chiesto di vedere se riuscivo a scoprire qualcosa. O meglio, quello me lo hanno chiesto dopo il mio arrivo, quando ormai l'avevo scoperto da sola. La Gilda fa di questi scherzetti, alle volte.”
Beccheggiando, il mercantile raggiunse finalmente il molo prescelto per l'attracco, e cominciò un gran movimento di marinai, gomene lanciate e ordini gridati con uno strano misto di calma e concitazione.
“Capisco...” annuì Cherche, dopo aver riflettutto per qualche secondo: “E... come vanno le indagini?”
“Per ora, non vanno da nessuna parte...” fu la replica sconsolata della Cacciatrice dai capelli rossi, che però subito dopo sorrise: “In compenso la ricostruzione va molto meglio. La flotta da pesca andrà pure a rilento, ma le fattorie sono ripartite quasi tutte poco dopo la mia. Il capitano qui, è diventato il nostro nuovo collegamento commerciale con Tanzia da quando ho cominciato a scambiare risorse rare con lui. Ha un angolo della stiva riservato per me, a quanto pare. Tutto questo con una sola Cacciatrice che si divide tra i boschi di Moga e gli incarichi della Gilda nella regione di Tanzia. Con una mano in più, potremmo fare progressi enormi...”
Rihanna si morse il labbro pensosa, mentre Cherche la osservava intensamente, con un misto di curiosità e ammirazione. Qualcosa nel tono dell'altra l'aveva colpita, riflettè, mentre varie domande si formavano nella sua mente... forse il modo in cui parlava del villaggio, come se ci vivesse da sempre invece di esserci stata mandata da poco tempo come aveva appena raccontato. E in effetti, osservò Cherche, ad una rapida occhiata nessuno in tutto il villaggio, tranne una pescivendola piuttosto grassa che agitava tranci di tonno in un molo poco più avanti, aveva lo stesso colore di pelle o tipo di lineamenti della donna, e da quel poco che sentiva, nessuno aveva lo stesso curioso accento... di colpo, la ragazza si rese conto di essersi immaginata Moga in modo molto diverso, fino a poco tempo prima.
“Rihanna... ma tu da dove vieni esattamente?” chiese timidamente non appena incontrò lo sguardo della Cacciatrice, non del tutto sicura che la domanda non fosse scortese.
L'altra la fissò per un'istante, prima di replicare con un sorrisetto: “Più lontano di quanto pensavi. Forza, siamo attraccati!”
E, mettendosi il Martello in spalla, si avviò verso la passerella per sbarcare, seguita da Cha-Cha.
In tutta fretta, Cherche si precipitò a raccogliere la Lancia-Fucile, senza perdere l'occasione per arruffare al volo il pelo di Neko mentre salutava lui e il capitano. Il Felyne rimase dov'era, con lo sguardo che lasciava intendere come fosse indeciso se soffiarle o fare le fusa. Mentre lei già si affrettava a scendere dalla nave, optò per uno strano misto di entrambe le cose.
La ragazza, nel frattempo, scese la passerella di corsa tentando di attirare l'attenzione di Rihanna, che percorreva il molo a grandi passi: “Ehi, non mi puoi mollare così! E... aspetta, hai detto “la mia fattoria”, prima? E poi...”
“Alt! Metti in pausa la voliera, per favore!” la interruppe la Cacciatrice dalla pelle scura, sistemandosi il cappello, e accarezzandosi una ciocca di capelli rossi, mentre si arrestava con una mano alzata, voltandosi verso la ragazza.
Per darsi un contegno, e forse anche per rispondere a tono, Cherche frenò di colpo e tentò di mettersi sull'attenti, con una velocità lievemente eccessiva.
Il risultato, dato lo sbilanciamento dell'arma sulla schiena, fu che la ragazza si ritrovò a barcollare pericolosamente avanti e indietro sulle assi del molo, agitando comicamente le braccia nel tentativo di ritrovare l'equilibrio perduto.
La cosa durò poco più di cinque secondi, ma a Cherche, con più o meno mezzo villaggio di Moga che la guardava, parve di essere andata avanti per un quarto d'ora.
L'espressione di Rihanna, che riusciva a stento a non ridere e per nulla a non sogghignare, non aiutava granchè.
Piuttosto rossa in faccia, e sbuffando notevolmente, la ragazza si rimise in sesto, sistemandosi l'elmetto con aria piccata.
Con un altro sospiro, Rihanna commentò: “Lezione numero uno: il tempismo. Avresti potuto farmi il terzo grado durante il viaggio, e l'hai passato a dare il tormento a Neko...”
“Ehi, ma io...!” cominciò a inalberarsi Cherche, ma Rihanna la interruppe di nuovo: “Ah! Alle mie regole, ricordi? Ho un po' di cose da mostrarti e un paio di persone che dovresti conoscere. Magari avrai qualcuna delle risposte che cerchi, nel mentre. Del resto parleremo a cena. Che ne dici?”
Cherche la fissò, stringendo leggermente gli occhi verdeazzurri, ma riuscì a tenerle il broncio solo per pochi secondi, prima di rispondere con un sorriso: “Agli ordini! Sarò onorata di questo piacere, signora!”
Rihanna ridacchiò, prima di farle strada verso la prima persona da presentarle. Considerò che forse doveva avvertirla dello stato di alcune assi del molo centrale...
“Ehi! Ma allora è una congiura!” si lamentò poco dopo una voce femminile alle sue spalle.
Stavolta, Rihanna non potè fare a meno di ridere.
Appunto.

 

“Arrivederci, allora! E mi raccomando, ragazze, da adesso mi aspetto il doppio delle risorse, e il doppio di storie da raccontare!!” concluse Junior, agitando il pugno muscoloso davanti al viso con la sua solita foga. Il figlio del capovillaggio stava, tanto per cambiare, in piedi sul tetto di una struttura a metà tra un gazebo e un piccolo magazzino, che usava per condurre gli affari. A terra, Cherche fissava con un sopracciglio alzato e l'aria perplessa il curioso ma divertente personaggio, mentre Rihanna stava a braccia conserte, la testa lievemente inclinata e il viso atteggiato in un sorriso condiscendente, che divenne un ghigno quando rispose: “Tu comincia a raddoppiare la paga, allora. Va bene anche se ci offri una birra, ma non potrai cavartela sempre così...”
Junior scoppiò a ridere in un modo che ricordava parecchio i latrati di un Gran Jaggi, prima di replicare: “Ah, Rihanna... ogni rosa ha le sue spine, ma lei ha proprio spade. Non vi rubo altro tempo, non sia mai!”
Parodiando un inchino, le salutò per andare a parlare con suo padre. Rihanna si voltò verso Cherche, che sorrideva in maniera strana. “Dimmi pure.” la apostrofò.
La ragazza si guardò intorno per qualche secondo: “No, nulla di particolare, solo... è fantastico qui! Insomma, sono tutti molto simpatici, ma c'è anche qualcosa di più. Sono così... uniti. Si conoscono tutti, lavorano insieme e mi hanno accolto senza nessun problema. Con te poi, sembrava li conoscessi da una vita, invece di essere arrivata da poco più di un mese. Mi sono sentita a casa... ed era da un po' che non mi capitava.”
Sembrava quasi che dirlo le avesse richiesto un certo sforzo. Rihanna restò in silenzio per un po', prima di posarle una mano sulla spalla sorridendo: “Capisco. È più o meno quello che ho provato io, poco dopo essere arrivata qui. E per questo che mi sta così a cuore questo posto. A proposito di casa... devo ancora fartela vedere, in effetti.”
A questo punto, Cherche spalancò gli occhi, rendendosi conto di essersi completamente dimenticata della cosa. Si chiese come avesse fatto a non pensarci per l'intera giornata, visto quanto l'aveva eccitata l'idea solo la sera prima: “Oh! Sì, giusto, non vedo l'ora! E... dove sarebbe?”
La donna dai capelli rossi fece un cenno con la mano: “Siamo davanti alla porta, in effetti.”
Cherche si voltò rapidamente... e si fermò, non sapendo bene cosa pensare. Di fronte a lei c'era una capanna di legno col tetto in paglia, dall'aria malmessa più o meno quanto le altre, con una piccola tettoia ricoperta di paglia sporgente sopra un ingresso chiuso da due drappi di tessuto rosso con una decorazione gialla. Se non fosse stato per la sua posizione privilegiata, a ridosso della capanna del capovillaggio, non avrebbe mai distinto l'abitazione della Cacciatrice dalle altre. Ma non era quello a preoccupare davvero la ragazza.
“Non è un po' piccola per tutte e due?” domandò cercando di essere il più delicata possibile.
“Dipende dalla tua idea di comodo. Comunque, fuori è un po' anonima, ma dentro è un'altra cosa, fidati. Prego, a te l'onore.” rispose Rihanna, facendole cenno di entrare per prima.
Dopo un bel respiro, Cherche varcò finalmente la soglia della sua nuova casa.
 

“Se hai finito l'ispezione, possiamo anche mangiare...” fece notare Rihanna finendo di apparecchiare il tavolino per la cena. Cherche smise per un attimo di rimirare l'elmo che aveva in mano e si voltò: “Arrivo, scusa, è solo che non mi aspettavo qualcosa del genere... mi è venuto naturale guardare in ogni angolo.” rispose in fretta. Dentro, la casa era di certo “un'altra cosa”, e Cherche non sapeva dire cosa l'avesse colpita di più, se il fatto che una parete mancasse del tutto aprendo la casa sul porto, o il fatto che lo spazio tra le assi del pavimento fosse così largo da lasciare vedere perfettamente il fondale basso del mare subito sotto, se la ruota di mulino sulla parete esterna o le svariate rastrelliere all'interno, su cui poggiavano fiocine, maschere Shakalaka e, su quella che Cherche trovava più affascinante, quattro affilatissime Spade Lunghe.
“Non preoccuparti, anche io ho fatto tre giri di tutto quando l'ho vista per la prima volta. E non c'era neanche la mia roba dentro. Penso che bastino il pavimento e le pareti a fare quell'effetto.” convenne la donna: “Però ora ho fame, quindi rimanda l'esplorazione a dopo, ok?”
“Oga! Caccia-caccia non sarà cuoca Felyne, ma cha-qualcosa ai fornelli lo sa fare eccome-laka!
Cha-Cha ha shaku-olina in bocca-cha! Altra assistente non fa aspettare-laka!” intervenne rumorosamente lo Shakalaka, strappando una risata di gusto a Cherche che posò l'elmo e si precipitò a tavola senza ulteriori indugi, curiosa di sapere se l'esperimento di Rihanna col pesce fosse riuscito.
Lo era. Quando si complimentò, lei sorrise e fece un cenno di ringraziamento: “Non sarà il massimo per gli spifferi, o per la privacy, ma con quel buco che abbiamo per parete puoi pescare stando seduta sul letto. Dopo un po' non puoi farne a meno, sai?”
Cherche sperò che non fosse del tutto seria, ma l'espressione della donna diceva il contrario.
“No, dai!” ribattè la ragazza: “Poi quando tiri su il pesce finisce a sguazzare sulle lenzuola... bleah!” concluse scuotendo la testa con aria schifata. La donna dalla pelle scura rise: “Schizzinosa, la ragazza? E ti dirò di più... indovina a chi tocca il bucato da ora in avanti? Oltre ovviamente a scrostare le assi del pavimento, lucidare le armature e tenere in ordine la dispensa...”
Cherche sbiancò: “Non starai mica dicendo sul serio?”
“Quasi.” rispose l'altra: “Le mie armi le curo io, e le mie armature te le lascerò sistemare quando saprai fare più attenzione alla tua. Ti sei accorta che hai ancora del fango di Barroth nelle giunture?”
Inorridita, Cherche non tentò nemmeno una risposta, e cominciò freneticamente ad ispezionare e grattare ogni punto della corazza che riusciva a raggiungere. Rihanna non commentò, probabilmente considerando che la reazione della ragazza fosse già abbastanza.
Più avanti, mentre Rihanna già si toglieva e metteva da parte l'armatura Cherche si decise a porre la domanda che le ronzava in testa da un po': “Ehi, non vorrei essere scortese, ma... io dove dovrei dormire?”
La donna annuì un paio di volte: “Giusta domanda, visto che non ho potuto preparare nulla. Nei prossimi giorni penseremo ad una soluzione definitiva. Nel frattempo, il letto è grande abbastanza per entrambe, se riesco a non allargarmi troppo. Alla peggio ti sveglieresti sul pavimento le prime due volte. Altrimenti... forse ho un altro materasso e qualche coperta, posso sistemarti qualcosa in quell'angolo lì. E poi c'è la terza opzione, ma spero per te che non si presenti.”
Il sorriso obliquo con cui accompagnò la conclusione non fu esattamente rassicurante per Cherche: “E... sarebbe?”
“Fuori dalla porta. Ma solo nel caso dovessi fare qualche grossa idiozia.” fu la secca risposta.
La ragazza sbattè le palpebre un paio di volte, ma non replicò. Ormai aveva capito l'antifona, e non aveva intenzione di lamentarsene.
Alla fine, non sapendo nemmeno bene perché, optò per il materasso di riserva, e il giaciglio fu preparato alla svelta. Mentre Cherche si apprestava ad andare a dormire, Rihanna si sistemò sul letto con un grosso libro in mano e apostrofò la giovane Cacciatrice: “Su quello scaffale c'è un'altra lampada e qualcuno dei miei libri. Se vuoi fai pure, ma non fare troppo tardi. Domani si caccia.”
Cherche ringraziò con gli occhi che brillavano, ma rimase dov'era. Con tutto quello che era successo negli ultimi due giorni, non era sicura di riuscire a concentrarsi, mentre era certa di voler riposare il più possibile. Chiuse gli occhi, e in poco tempo si addormentò sognando di mostri, avventure, e di una voce profonda e rassicurante che sapeva di nostalgia. In sottofondo, Rihanna leggeva con Cha-Cha seduto accanto, canticchiando a mezza voce su una musica che a Cherche sembrò vagamente di ricordare:

Bnahabra, oh what's the name?
Bnahabra, well that's insane,
Bnahabra, what's with the game...?

 

 

 

Poco dopo l'alba, le due Cacciatrici erano già in piedi, intente a preparare l'equipaggiamento per la spedizione nei boschi di Moga. Rihanna indossava un'armatura diversa da quella della volta precedente: color sabbia, integrale, e dall'aria solida, con imponenti coprispalle, maniche rinforzate, gambali segmentati, e un enorme placca corazzata sul petto. Stava frugando nella cassa, scegliendo tra svariati oggetti, molti dei quali Cherche non aveva mai visto prima, come per esempio una fiaschetta di liquido arancione e una simile ma color rosso sangue, mentre nel frattempo la informava sugli obbiettivi della giornata: “Come Cacciatrici del villaggio, i nostri compiti consistono nell'esplorare i boschi dell'isola per recuperare materie prime che normalmente gli abitanti non riuscirebbero a procurarsi da soli. C'è una lista specifica di materiali richiesti dal villaggio, ce li compra direttamente Junior al nostro ritorno da ogni uscita. Il resto possiamo tenerlo per noi come ulteriore pagamento, e per creare e curare l'attrezzatura. Non so quanto tu sappia di combinazioni di materiali, ma modestamente è uno dei miei punti forti. Per quanto riguarda armi e armature, anche il nostro villaggio ha un fabbro wyverniano, per cui basta portare a lui le risorse necessarie...”
“A proposito delle armi...” la interruppe Cherche, osservando la rastrelliera delle Spade Lunghe: “Come mai ne hai così tante? Ne ho viste parecchie anche nella cassa dell'equipaggiamento, per non parlare delle armature... non è più difficile imparare ad usarle a fondo? E poi...”
Rihanna sorrise e alzò una mano per interromperla, poi indicò con un cenno la Scoppio Lagiacrus: “Chi è stato a regalarti quell'arma?”
La ragazza trasalì, e lo sguardo le tremò per un attimo: “Per... perché me lo chiedi?”
Gli occhi verdi di Rihanna si erano fatti duri: “Perchè è evidentemente l'unica arma che hai, oltre che quella con cui hai iniziato a cacciare, visto che non sapevi che il Barroth fosse del tutto immune al Tuono. E perdonami se te lo dico, non sei assolutamente al livello di essertela procurata da sola. Al momento, non lo sono nemmeno io. Inoltre, sei anche evidentemente affezionata a quell'arma.”
Rossa in faccia, Cherche ribattè infastidita: “E che cosa ci sarebbe di male in questo?”
“Nulla... e tutto.” fu la risposta della donna: “Quasi tutti i Cacciatori si specializzano in un solo tipo di arma o poco più. Nulla ti impedisce di farlo, usare sempre lo stesso esemplare finirà per farti ammazzare. Per esempio, come avrai capito guardandoti intorno, io amo le Spade Lunghe, e le uso di più e meglio di ogni altra arma, ma contro il Barroth ho preferito usare il Martello, perchè tra le mie armi era la più adatta ad affrontarlo. Avrei potuto usare una Spada Lunga di elemento Ghiaccio, ne ho una in fondo, ma avevo bisogno di sfondare la cresta per cui serviva un'arma meno affilata ma con più impatto. L'essenza della caccia sta nel conoscere i mostri che cacciamo, e adattare le nostre armi e armature alle circostanze. L'armatura che indossi, per esempio... Gran Jaggi. È stata anche la mia prima armatura, e non è neanche male, per una Cacciatrice della tua esperienza. Contro il Barroth ti ha protetto adeguatamente... ma contro un mostro che usi il Fuoco, è quasi come essere coperti d'olio. Lo stesso vale per la tua arma. Ti senti a tuo agio con la Lancia-fucile? Perfetto. È l'unico tipo di arma con cui vuoi cacciare, per qualsiasi motivo? Ottimo. Ma scordati di andare avanti per sempre con quella.
Per quanto mi riguarda, dovresti avere almeno una buona arma per ogni elemento e status su cui contare, ma ci arriveremo per gradi. Ora, già che ci siamo... Cherche? Che succede?”
Rihanna si interruppe. Cherche si era seduta al tavolo, stringendo furiosamente il manico della sua arma. Aveva le labbra contratte e gli occhi lucidi. La donna distolse lo sguardo e respirò profondamente, per poi posare l'elmo massicio e rinforzato che era sul punto di indossare e sedersi di fronte a Cherche. Attese un po' prima di parlare: “Prenditi tutto il tempo che vuoi, ma sfogati. Non puoi di certo uscire a caccia in questo stato. E se vuoi cacciare con me, per prima cosa devi fidarti.”
Dopo qualche altro istante, finalmente la ragazza riuscì a parlare: “Era di mio padre. Come puoi vedere da qui...”
Mostrò l'arma a Rihanna. Sul manico e dietro lo scudo, il nome “Jean” era inciso in una calligrafia elegante a lettere dorate. Rihanna la osservò con attenzione, in silenzio, aspettando che Cherche riprendesse a parlare. Non ci volle molto.

“Era il Cacciatore del villaggio del Vecchio Mondo in cui sono nata. Il nostro artigiano ha aggiunto il nome come ringraziamento. Papà gli aveva salvato la vita nella caccia con cui si è procurato l'arma. Da bambina, quando ho detto che sarei voluta diventare una Cacciatrice come lui, ha deciso che l'avrebbe tenuta da parte per quando io avessi iniziato a cacciare, e ha cominciato ad insegnarmi le basi. Non riuscivo nemmeno a sollevarla, per cui non potendomi esercitare, non ho imparato proprio tutto quello che mi ha spiegato, ma prima o poi il momento sarebbe venuto. Dopo ogni caccia, mi raccontava tutto, e io mi addormentavo così... Mi presentava i suoi compagni e mi faceva stare a cena con loro. Il miglior amico di mio padre e il mio preferito era un certo Zakoma... mi trattava sempre come una principessa, ed era un genio. Sembrava sapesse tutto di qualunque mostro. Non avevo neanche un briciolo di paura quando partivano in missione, a differenza di mamma. Io sapevo che era invincibile. E con Zakoma ad assisterlo, erano preparati per qualsiasi cosa al mondo...”
Un'altra pausa, un altro respiro profondo. Anche stavolta, Rihanna attese, ma questa volta qualcosa la turbava.
Un famoso Cacciatore del Vecchio Mondo, di nome Jean... possibile che sia...?
La donna dalla pelle scura fissò lo sguardo in quello di Cherche, con un'espressione indecifrabile.
L'altra riprese: “Poi, quando avevo sette anni, papà partì per una missione più lunga del solito. Parlava di strani comportamenti dei mostri, di qualcosa di spaventoso ma inspiegabile. Chiamò Zakoma, e partirono armati fino ai denti, dicendo che al loro ritorno mi avrebbero spiegato tutto.
Io ero piena di dubbi, ma non avevo comunque paura. Ero sicura che ce l'avrebbero fatta. E infatti tornarono, stanchi e feriti ma vincitori, dicendo che avevano scoperto qualcosa di incredibile, che dovevano riferire alla Gilda prima di sera, poi a cena mi avrebbero raccontato. A quel punto, un Cavaliere della Gilda ci entrò in casa parlando di un'emergenza. Un Lagiacrus, lo stesso mostro marino con cui era fatta quest'arma, ma questo era molto più potente del solito... e diverso, in qualche modo. Aveva affondato due navi e veniva verso la costa. La Gilda aveva mandato i cacciatori più vicini ad intercettarlo, tre squadre da quattro in rapida successione. Metà della terza squadra era tornata gravemente ferita, nessun segno delle altre. Era troppo rischioso mandare chiunque non fosse al di sopra di un certo livello... così i due unici candidati erano loro due. Mia madre si oppose. Nessuno dei due era nel pieno delle forze, la Gilda doveva arrangiarsi con altri uomini, disse. Ricordo perfettamente la scena. Mio padre aveva uno sguardo che non avevo mai visto. Lui e Zakoma si fissarono in silenzio, e poi ci salutarono e partirono, insieme al Cavaliere. L'unica cosa che mi disse mio padre fu che stavolta sulla nuova Lancia-fucile avrebbe fatto incidere il mio nome.
Poi uscì... e per la prima volta io avevo paura.”
Per la terza volta, Cherche si fermò. Respirava in maniera irregolare, e una lacrima aveva cominciato a scenderle lungo una guancia. Rihanna fece per avvicinarsi e dire qualcosa, ma la ragazza la bloccò alzando la mano: “Per due giorni, abbiamo sentito solo voci contraddittorie. Il terzo, la gente si è radunata di colpo in piazza. Dicevano che l'emergenza era passata ma era successo qualcosa di grave, anche se non si capiva nulla. Io e mia madre siamo uscite di casa per trovare qualcuno che sapesse cosa era successo... in piazza, la gente aveva fermato un carro della Gilda che tornava dalla costa. C'erano un altro Cavaliere della Gilda, un medico... e Zakoma, mezzo svenuto e coperto di sangue, con cicatrici ovunque. Ci spiegarono che il Lagiacrus era scomparso in seguito allo scontro, senza lasciare traccia. Del Cavaliere venuto a chiamare mio padre era stato trovato solo un pezzo sfondato di armatura. In quanto a mio padre...”
La ragazza si fermò a deglutire, gli occhi verdeazzurri che tremavano sempre di più: “Il medico ci disse che Zakoma era stato trovato in quello stato sulla costa, mentre cercava di portare a riva quello... quello che ne restava.”
Cherche stava stringendo i pugni fino a farsi sanguinare i palmi, se non fosse stato per l'armatura: “Non abbiamo neanche potuto... e poi... poi Zakoma è rimasto a curarsi al villaggio, ma non riusciva a raccontarmi cosa fosse successo. Diceva che doveva fare altre ricerche, e quasi nient'altro... appena ha recuperato un po' di forze è partito urgentemente. A quel punto, mamma non è più riuscita a restare lì. Faceva la mercante, e una volta era itinerante per cui è partita portandomi in giro con sé, fino ad arrivare a Loc Lac, l'anno scorso. Per nove anni ho cercato di convincerla a lasciarmi diventare una Cacciatrice, e lei ha tentato in ogni modo di farmi desistere, ma si è dovuta arrendere. Io... non potevo non farlo, capisci? Io devo... io non lo devo deludere... devo continuare quella strada, o non potrei sopportarlo. Da quando vivo da Cacciatrice riesco a dimenticare, riesco a credere che prima o poi... e invece non sono neanche in grado... col Barroth sono quasi morta, e la mia arma... e...”
La Lancia-fucile era caduta a terra, e Cherche ora stava piangendo, la faccia affondata nei palmi, scossa ogni tanto da qualche singhiozzo. Rihanna la osservava, scossa. Aveva davvero già sentito raccontare quella storia, ma c'erano tanti dettagli che ignorava... primo fra tutti, il fatto che Jean avesse una figlia, e che quella figlia fosse da poco diventata una Cacciatrice.
Eppure, forse non era nemmeno così sorpresa... le parve che questo spiegasse molte cose della strana ragazza che aveva di fronte, e in pochi istanti fu più sicura che mai di alcune sue valutazioni recenti.
Cherche continuava a singhiozzare, in un misto di frustrazione, vergogna e amarezza, quando avvertì la stretta di un guanto corazzato sulla spalla. Si voltò verso Rihanna, pronta ad affrontarla anche se non riusciva a fermare le lacrime, ma vide che il suo sguardo era decisamente diverso dal solito. La donna le fece cenno di alzarsi. Cherche lo fece, tirando su col naso e sussurrando: “Lasciami qui per la caccia di oggi. Hai ragione, non sono in grado e non voglio essere...”
Si fermò di colpo, sgranando gli occhi, presa di sorpresa dall'abbraccio senza preavviso di Rihanna.
“Scusa...” sussurrò la donna: “Forse avrei dovuto dire qualcosa, prima, ma volevo essere il più chiara possibile.”
Sul momento, la ragazza dalla chioma castana non riuscì a rispondere. Non era proprio a suo agio nel contatto fisico con persone che conosceva da poco, ma stavolta si sentiva stranamente commossa e confortata. Certo, c'era qualcosa di bizzarro in quella scena, tra cui il fatto che Rihanna, oltre ad avere dieci anni più di lei fosse notevolmente più alta, e con indosso un'armatura parecchio massiccia che rendeva il tutto piuttosto rigido, ma in quel momento non le importava poi troppo. Ricambiò l'abbraccio, smettendo di piangere poco dopo. Solo a quel punto, Rihanna la lasciò andare e le scompigliò i capelli con un sorriso, prima di porgerle l'elmetto.
“Tu ti sei fidata... ora tocca a me. Sei la seconda Cacciatrice di Moga, e non andrò fuori lasciandoti dietro. Per quanto riguarda le tue capacità... a sei anni stavi al tavolo coi Cacciatori migliori del Vecchio Mondo. A quell'età io giocavo con le bambole. A forma di Wyvern, ma sempre bambole. Ah, sì, e cercavo di convincere tutti che non ero stonata, e che sarei diventata una grande cantante... con ben miseri risultati. Per cui non stare troppo ad angosciarti”
Cherche sorrise, quasi suo malgrado: “Tu stonata? Nah, non ci credo. Però avrei voluto vedere la scena...e una di quelle bambole.”
“Fidati, di sicuro non avresti voluto sentire...” sorrise Rihanna, per poi notare lo sguardo di Cherche: “Ah, anticipo le domande che mi stavi per fare. Questa è un armatura Barroth. Ottima per la difesa e la guardia. Per quanto riguarda l'arma, è una Spada Wroggi. Può avvelenare i mostri attraverso il meccanismo della lama. È una delle Spade Lunghe che preferisco in assoluto. Ci sarebbero un paio di cose da spiegarti, ma la caccia sarà la lezione migliore. Detto questo... possiamo partire, o aspettiamo che il villaggio si ricostruisca da solo?”
Con un'unica mossa decisa, Cherche raccolse l'arma e se la assicurò alla schiena. Una nuova luce brillava nei suoi occhi, quando rispose: “Sissignora! Sono una Cacciatrice del villaggio di Moga... e sono pronta a dimostrarlo in caccia!”

 

 

Continua nel prossimo capitolo!
Dedicato ai miei compagni di caccia.

 

 

Doveva esssere un po' più lungo, ma mi sono reso conto che narrativamente era meglio spezzare. Cercherò di far seguire il prossimo a breve, visto che ci sto già lavorando.
Nel frattempo, buona lettura, ed Happy Hunting!

FABRIZX

 

   
 
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