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Autore: Mizuazu    16/10/2015    1 recensioni
Là,‭ ‬nelle Terre sospese nel cielo,‭ ‬vi sono loro.
Creature meravigliose,‭ ‬dal corpo umano e con splendide ali. Vivono in pace,‭ ‬senza preoccupazioni alcune.
Ed è qui che ha inizio tutto.‭
[Per la SouRin week e il compleanno di Rin!]
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Momotarou Mikoshiba, Nitori Aiichirou, Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Da quel terribile giorno un paio d'inverni erano passati.
Ma per due persone particolari, ne valsero il doppio.

Rin sembrava l'ombra di se stesso: una volta allegro e spensierato, ora sembrava solo un involucro vuoto che respirava. I suoi occhi, sempre splendenti erano una landa desolata, tutto di lui trasudava trascuratezza e inerzia della propria vita.
Si sentiva in colpa, anzi, era stata solo colpa sua.
Questi erano i pensieri che affollavano la sua mente, quando il sonno tardava ad arrivare e il giovane, ormai più vicino ad essere un uomo, rifletteva ad occhi chiusi di quanto la sua vita fosse cambiata.
Non era più andato all'albero di ciliegio.
Non aveva più visto Sousuke...
Un singhiozzo lo scosse nel profondo, mentre calde lacrime gli solcavano il viso, come quasi ogni notte quando il suo pensiero correva al suo amico.
Si chiese come stesse, se l'ala rotta si fosse ripresa o no, ma forse era meglio così. 
Lui aveva costretto Sousuke a venire nella Tribù, con il suo comportamente infantile: nel peggiore dei modi aveva scoperto la vera ragione del perchè il moro si rifiutasse così categoricamente d'incontrare altri, oltre lui.
Rin si sentì ancora più in colpa per l'accaduto quando lo venne a sapere; quanta solitudine aveva accumulato, e chissà quante volte il suo amico aveva sofferto senza che lui ne fosse messo al corrente?.
Mentre le sue lacrime si asciugavano sul viso, tirando leggermente sugli zigomi, si chiese del perché Sousuke, perché non gli avesse raccontato prima di quella superstizione. Lui non avrebbe certo smesso di essere suo amico per questo! Lui avrebbe capito e_
E avrebbe costretto Sousuke di andare alla Tribù per convincerlo di avere ragione.
Un grosso sospiro fu la fine delle sue elucubrazioni. Ormai era tardi per i se e per i ma.
Sousuke era lontano, chissà dove, lontano da lui.
Si strinse la mano petto, riflettendo che il cuore non gli aveva mai fatto così male, prima di perdere Sousuke.

Quel giorno il sole pallido del mattino era coperto da uno strato spesso di nuvole, l'inverno era agli inizi e quel giorno aveva regalato alla Tribù e alla zona circostante, una piccola nevicata.
Rin era seduto vicino all'Albero della Nascita, che in quel periodo andava in letargo per proteggere i piccoli frutti con dei gusci legnosi, e fissò con sguardo nostalgico la collina dove si ergeva l'albero di ciliegio ora senza foglie e fiori ad adornarlo.
Quell'albero rispecchiava l'animo di Rin: secco, quasi senza vita e quasi senza scopo alcuno.
Era così assorto nei suoi pensieri da non accorgersi di essersi totalmente ricoperto di neve e di star battendo leggermente i denti per il freddo.
All'improvviso una pesante coperta in pelliccia d'animale lo ricoprì, infondendogli un po' di calore.
- Morirai dal freddo, se non rientri subito in casa.- sussurrò dolce il Capovillaggio che nonostante le sue parole si sedette di fianco al rosso osservando anche lui il paesaggio circostante.
Rin sembrò quasi non sentire le parole dell'altro uomo e si strinse meglio la coperta addosso.
- Non va bene chiudersi in questo modo Rin. La gente intorno a te si preoccupa e così anche io.- continuò poggiandogli una mano sul capo in una piccola carezza.
Il rosso invece sembrò non gradire tale gesto che sussultando appena si allontanò di un passo dal Capo. Quest'ultimo sospiro triste e tentò l'ultima carta in suo possesso.
- Se Sousuke sapesse come sei ridotto, secondo te come reagirebbe?- 
Rin sussultò con più decisione all'accenno del moro, i suoi occhi si velarono di lacrime a malapena trattenute.
- Sarebbe felice. Merito il dolore che porto dentro di me, è colpa mia se è stato ferito!- terminò urlando, il fiatone come se avesse corso mille miglia e il viso sconvolto in una maschera di profondo dolore.
- Sai benissimo che non è così. Lui non ti da colpa di ciò che è accaduto, i veri colpevoli sono stati puniti secondo le nostre leggi. Lasciati il passato alle spalle e vedrai che il mondo ti apparirà migliore.- 
- Bugiardo. Quei vigliacchi meritavano di aver tolte le ali per ciò che hanno fatto! Ma ovviamente è dell'uomo dalle ali nere di cui stiamo parlando. L' essere imprigionati per il resto dei loro giorni, non darà a Sousuke la sua ala!- era di nuovo scoppiato a piangere, con l'uomo più anziano che lo abbracciava dolcemente sussurrandogli parole di conforto.
- Capovillaggio, io sto male! La mia vita senza di lui mi pare così vuota... ma come posso anche solo vederlo da lontano se non posso ridargli la sua ala?!- sussurrò sul petto dell'uomo il rosso con chiara angoscia nella voce.
L'uomo più grande stette in silenzio per un po', indeciso se rivelare o no cosa pensava dei sentimenti che il rosso provava per il compagno moro, ma alla fine decise di dire solo ciò per cui si era avventurato nel freddo di quella giornata.
- Rin, io non posso spiegarti il motivo per cui soffri per Sousuke. Quello dovrai capirlo tu insieme a lui.. se invece vuoi delle risposte sull'ala di Sousuke, la risposta potrei averla davanti i miei occhi.-
Il giovane uomo alzò i suoi occhi lucidi carichi di speranza e brillanti come l'aurora boreale.
- C'è davvero un modo?!- chiese piano avendo paura di svegliarsi da un sogno bellissimo.
- Mi chiedo come tu stesso non ci abbia fatto caso, Rin hai notato di che colore sono le tue ali?- chiese l'uomo fissando alle spalle del giovane uomo.
Rin sgranò gli occhi non comprendendo che importanza potesse avere con l'ala del suo amico; ammise a se stesso di non aver più avuto cura delle sue ali o di averle usate in generale per volare, troppo il senso di colpa, sentendosi quasi ingrato di possedere tale dono. Così fu con sgomento che una volta spiegate le sue ali e osservatele, comprese cosa il Capovillaggio volesse dirgli.
Le sue ali, che erano sempre state color panna, ora brillavano alla debole luce del sole, dorate. Dorate come solo i Capivillaggio li avevano.
Sbattè piano gli occhi non credendo a ciò che stava vedendo.
- M, Ma io, come può essere?- balbettò incerto facendo muovere piano le sue ali che persero un paio di piume a quel movimento, divenuto inusuale da un bel po' di tempo.
- Non importa come questo sia possibile. Hai le ali dorate e questo fa di te il futuro Capovillaggio. Io stesso da oggi in poi t'insegnerò tutto ciò che so per poter guidare la nostra Tribù nel migliore dei modi.-
- Aspetta! E tutto questo come ha a che fare con Sousuke?!- chiese afferrando il Capovillaggio per le spalle.
- Ecco, questo è abbastanza complicato. Chi ha le ali dorate dispone di particolari doti: una guarigione più svelta, una vita più longeva e una discreta forza sopra la media.- iniziò il Capo fissandolo attentamente negli occhi - Uno di questi doni viene chiamato '' Legame dell'anima'' che permette di legare una persona a sè: la tua buona salute sarà la sua.- si fermò un attimo per leggere l'espressione del rosso che sembrava iniziare a capire. - Comprenderai dunque, che questo dono è unico e irripetibile. Scegli accuratamente a chi donarlo.-
Rin a quel punto si alzò leggermente in volo e sorrise dopo anni al Capovillaggio.
- Non c'è nulla di più importante di Sousuke, per me! Grazie Capovillaggio.- e partì al volo diretto verso la meta.
All'uomo non restò altro che fissare il punto dove il rosso era scomparso - Buona fortuna, ragazzi.-

Sousuke stava poggiato al grande albero di ciliegio come aveva sempre fatto nella sua vita.
Se vita la si poteva chiamare la situazione attuale.
Fissò l'orizzonte azzurrino che gli si stagliava di fronte e sorrise piano al pensiero del piccolo uomo alato, Aiichirou.
Da quando era accaduta quella cosa, il ragazzo per cercare di espiare la colpa, che secondo il moro non aveva, lo veniva a trovare tutti i giorni costringendolo a nutrirsi il minimo per sopravvivere. Gli teneva compagnia nelle giornate più fredde, portandogli coperte per riscaldarsi e soprattutto nel periodo di degenza lo aveva accudito e cambiato le fasce, nonostante gli avesse urlato più e più volte di andarsene via.
Il piccolo ragazzo con la sua determinazione nata dall'esperienza e il suo perenne sorriso in volto si era intromesso nella sua vita e si era occupato un piccolo posticino, nel suo cuore.
Ma nemmeno il piccolo Aiichirou poteva aiutarlo quando la notte scendeva e il sonno prendeva il sopravvento: aveva incubi terribili, dove delle mani lo inseguivano o peggio, quando quelle stesse mani prendevano Rin e gli strappavano le ali come se fossero fatte di carta.
Quando nei suoi incubi appariva Rin, il mattino dopo era sempre sfinito e non voleva parlare con nessuno.
Non si era fatto più vedere da quel giorno.
Sousuke non aveva mai chiesto di Rin ad Aiichirou, perchè il parlarne avrebbe riaperto una ferita nel suo cuore. Il giovane stesso non aveva mai nominato il rosso, sapendo quanto fosse difficile per entrambi la situazione.
Il moro sapeva benissimo perchè era stato abbandonato dal rosso; aveva scoperto delle sue ali nere e il fatto che gliene avessero tolta una lo doveva aver reso ai suoi occhi ancora più rivolante.
Sapeva fin dall'inizio che sarebbe finita in quel modo, la sua vita era una sciagura continua e un giorno anche Aiichirou l'avrebbe lasciato solo, permettendogli finalmente di morire in pace.
Era una di quelle giornate in cui il suo umore non era dei più felici.
Aiichirou era andato a preparare il pranzo per quel giorno, quindi era solo e allo sbaraglio con i suoi pensieri tristi.
Si alzò piano, stiracchiando gli arti intorpiditi dal freddo e scosse la sua ala per togliere la neve che si era poggiata sopra; il moncherino alla spalla dell'altra ala, ormai cicatrizzata, si mosse appena in un movimento involontario, facendo percepire al moro la stranezza di quel gesto.
Aveva provato alcune volte, all'insaputa del grigio, a volare. Ma a parte un lieve librare e ad un planare goffo non aveva ottenuto di più.
Strinse forte gli occhi per celare al mondo la sofferenza e la frustrazione che provata e che sentiva tutt'ora, vibrare nel cuore. 
Se solo avesse avuto Rin con se, forse tutto sarebbe apparso più facile.
Se avesse permesso a se stesso di essere egoista, sarebbe andato alla Tribù e avrebbe preso Rin tra le sue braccia, si sarebbe beato del suo calore e del suo profumo d'acqua salmastra, quell'odore particolare che lui aveva trasformato nella sua aria per vivere e ora ne era stato privato.
Aprì piano gli occhi fissando il cielo, sperando di vedere il buffo Aiichirou trasportare traballante il pranzo, invece visse un dejavù:
Una macchia indistinta si avvicinava dalla Tribù, non era il giovane ragazzo dai capelli grigi, i colori erano troppo accesi per essere lui. 
Il cuore iniziò a battere forte quando iniziò a scorgere una capigliatura rossastra, quante persone dai capelli rossi c'erano alla Tribù?

Sousuke non volle credere a ciò che vide, si voltò dando le spalle alla collina  focalizzando lo sguardo sulla corteccia dell'albero.
Improvvisamente una leggera folata d'aria gli portò al naso un leggero profumo d'acqua salmastra e respirò a pieni polmoni, sapendo di essere perduto.
Il leggero ansito che sentì, convinse il moro a voltarsi appena puntando i suoi occhi verdi al ragazzo, ormai uomo, davanti a sé: era molto più magro di come se lo ricordava e i capelli erano un po' più lunghi. Sotto i suoi occhi rossi delle pesanti occhiaie facevano capire quanto poco dormisse.
Ma Sousuke si ritrovò lo stesso a pensare che non l'aveva mai visto così bello come quel giorno.

Anche Rin nel frattempo si prese un momento per osservare il suo amico: l'ala mancante era un grosso cambiamento nella sua figura, la postura era cambiata per bilanciare l'assenza dell'ala e Rin vide nel fisico del moro una pesante malnutrizione.
Prese un grosso respiro tremulo, pensando a cosa dire al suo amico dopo tutto quel tempo; dopo le incomprensioni, i segreti e i dolori che si erano inflitti da soli. 
C'era solo una cosa che poteva dire.
- Perchè?- disse piano, avanzando di un passo con sguardo lucido - Perchè non mi hai detto nulla?- Rin si fermò, ormai le lacrime scendevano piano sul suo viso - Perchè non mi hai dato la possibilità di capirti?!- urlò strizzando gli occhi, ormai la vista appannata dal pianto.
All'improvviso il buio calò sul suo viso e un calore si propagò intorno a lui, l'odore della foresta gli sfiorò dolcemente il naso, stuzzicandolo e facendolo associare al profumo di Sousuke, che in quel momento lo stava abbracciando con tutto l'affetto che possedeva, così forte che Rin se ne sentì per un attimo soffocare, poi prese un respiro profondo e continuò a piangere in forti singhiozzi stringendo a sé quel grande uomo che era Sousuke.
Il moro dopo un po' di minuti e dopo essersi asciugato discretamente le lacrime fece alzare il volto al rosso.
- Sapevo, che se mi avessi visto in questo stato avresti pianto. Altrimenti sarei venuto da te.-
Rin in quel momento comprese, comprese appieno le parole del Capovillaggio, capì il sentimento che albergava il suo cuore e quella semplice frase gli aveva fatto capire di essere pienamente ricambiato.
Il bacio che nacque tra di loro fu quasi naturale, leggero come ali di farfalla ma carico dei loro sentimenti che venivano alla luce e si fondevano in un unico grande sentimento.
L'amore.
Per loro ormai nulla aveva importanza, solo lo stare lì a sussurrarsi parole segrete e incomprensibili, a stringersi l'uno all' altro, per non lasciarsi più.
E intanto il miracolo era in atto.
Un forte vento iniziò a soffiare intorno a loro e foglie danzanti giocavano a sfiorarli in dolci carezze.
Una luce soffusa apparve nella schiena di Sousuke, che sentiva un lieve formicolio al moncherino dell'ala mancante. 
Il freddo sentì invece Rin alla sua spalla sinistra, che lo convinse a staccarsi dalle labra del moro per fissarlo con occhi sgranati.
- Sousuke! La tua ala...-
Il moro senza volerlo spiegò la sua ala e la vide: Trasparente come un vetro pregiato era l'ala sinistra di Sousuke, dove prima non c'era nulla ora quell'ala brillava di vita propria in completo contrasto all'altra nera.
Sousuke non ricordava più come respirare, non riusciva ad esprimere lo sgomento e la felicità di quel momento. Non sapeva come nè perché, ma aveva di nuovo la sua ala, un'ala nuova e bellissima e nel suo cuore sentiva che Rin ne era in qualche modo coivolto.
Si voltò con un caldo sorriso in volto verso il rosso che però si trasformò in fretta, vedendo Rin piangere di sofferenza; lo afferrò per le spalle appena in tempo per vederselo crollare addosso.
Fu così che Sousuke se ne accorse: le ali di Rin una volda di un candido color panna, ora erano una dorata...e l'altra nera.
Com'era successo? Gli era parso di vedere entrambi le ali chiare ma quell'ala...
- E' il legame dell'anima.-
Il moro si voltò con sguardo truce a fissare l'uomo che era appena arrivato, Aiichirou dietro l'uomo dai capelli bianchi con gli occhi visibilmente lucidi. Probabilmente aveva visto quello che era successo tra i due.
Il Capovillaggio fece un passo in avanti verso i due uomini ma un'ala trasparente lo fermò ricoprendo i due amanti.
- Non ti avvicinerai di un passo a Rin, se prima non spieghi cosa intendevi dire!- 
L'uomo non parve troppo impressionato dalle parole del giovane uomo e scostando l'ala e ignorando le minacce del moro, toccò piano la fronte del rosso.
- Se la caverà. Il legame ha funzionato, credo che nemmeno Rin immaginasse una ritorsione di questo genere del legame. Per fortuna a parte il colore dell'ala non sembra sia successo nulla di grave.-
Sousuke non ebbe il tempo di reagire in alcun modo che l'uomo lo fissò nei suoi occhi dorati.
- Ti è stato concesso un grande onore. Tu forse non lo sai ma tieni tra le braccia il futuro Capovillaggio. Prenditene cura come se si trattasse di te stesso.- poi volse il suo sguardo sul corpo denutrito di Sousuke - Magari un po' meglio.-
Il moro fissò determinato l'uomo di fronte a sé. - Lui è la cosa più preziosa per me. Se lui me lo permetterà io sarò il suo scudo e la sua spada, un appoggio e un consigliere. Sarò il suo tutto, come lui lo è per me.-
Il Capovillaggio lo guardò con un sorriso indulgente poggiando al suo collo la collana che anni fa aveva perduto; il pegno d'amicizia di Rin.
- E sia. Non permetterò a nessuno di separare ciò che il destino ha deciso di unire.-
Sousuke si sentì tirare dal collo e un paio di labbra congiungersi alle sue in un dolce bacio.
- Lo devo considerare un si?- chiese Sousuke in un soffio sorridendo appena.
Un altro bacio fu la risposta eloquente del rosso che sancì la loro unione e il loro inizio di un periodo difficile.
Ma insieme.

Altri anni passarono da quel giorno, la Tribù crebbe sotto le ali protettrici del Capovillaggio Rin e del suo compagno Sousuke.
Era una giornata di primavera e i frutti dell'Albero della Vita era grossi e pronti a donare nuove creature al mondo.
Sousuke e Rin passeggiavano vicino ad esso, le loro ali chiuse che sfioravano leggermente il prato verde. Il rosso ogni tanto pizzicava dolcemente i grossi frutti, quando il moro non lo guardava.
Sousuke, aveva notato Rin, si prendeva grande cura dell'Albero della Vita. Ogni nascituro era come se fosse suo figlio e lo sguardo che donava ai genitori quando gli consegnava il bambino era d'orgoglio, come se li avesse cresciuti lui.
Rin si chiese se Sousuke desiderasse essere padre, e l'immagine del suo uomo con un bambino suo, loro, gli riempì il cuore di gioia e commozione.
- Ehi Rin, tutto bene?- chiese apprensivo Sousuke toccando leggermente la guancia del rosso con le nocche della mano.
- Ma io senza di te cosa sarei?- chiese con il magone Rin. 
Il moro in quegli anni gli era sempre stato vicino, adempiendo alle promesse che lui stesso aveva pronunciato quel giorno di tanto tempo fa.
Sousuke sorrise lentamente afferrando il volto del rosso e accostandolo al suo.
- Dovrei fartela io, questa domanda. Tu mi hai donato tutto: gioia, spensieratezza e un posto che posso chiamare casa. Il tuo dono.- disse spiegando l'ala trasparente - E' qualcosa di prezioso e non ti ringrazierò mai abbastanza. Ma se anche il miracolo non fosse avvenuto, se mi avessero tolto tutte e due le mie ali, non sarebbe importato.- continuò mordendo dispettoso il naso di Rin che sussultò appena - Perchè, Rin, sei tu le mie ali.-
Il rosso si sciolse a quelle parole e abbraccindolo stretto, gli mormorò parole d'amore.
- Voglio avere dei figli con te, voglio creare una famiglia felice, la più felice del mondo.-
Sousuke lo strinse con forza sorridendo gioioso.
- E l'avremo Rin. Ora è il nostro momento, di essere felici.-


* Palla di fumo*

Inizio con il chiedervi scusa.
Scusa a tutti i lettori anonimi, a chi recensisce e a chi mi ha messo la storia tra i preferiti ecc...
Scusatemi.
Sono una donna dalle facili promesse e davvero avevo l'intenzione seria di pubblicare questa mini Long in tempi mooolto più brevi!
Ma io con questa storia ho avuto alti e bassi incredibili, perchè la odio e la amo.
Sperò però che nonostante l'attesa, quest'ultimo capitolo vi faccia scappare un piccolo sorriso;
Di derisione( perchè non è stato betato da nessuno e sarà pieno di errori, che ci terrei mi faceste notare)
Di felicità (perché ehi, la storia è finita)
Di tristezza ( vedi sopra)
Non importa, e davvero ci terrei ad avere un vostro commento spassionato su ciò che è stato questo piccolo progetto.
Tornerò in futuro con altre AU, ma stavolta saranno già complete e scritte in precedenza, proprio per non deludere più nessuno.
Me stessa in primis.
E niente, grazie per avermi seguito in questa avventura, speriamo di risentirci con una nuova storia :)
<3
- Mizuazu
   
 
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