Fanfic su artisti musicali > Big Time Rush
Segui la storia  |       
Autore: piumafenice_99    17/10/2015    5 recensioni
SEQUEL DI "OUR STORY"
E se le nostre protagoniste decidessero di tornare in Italia per una vacanza trascinandosi dietro i ragazzi? E, perché no, figli? Nuove avventure ci attendono, la grande città di Firenze ha visto le ragazze crescere, fare amicizia, innamorarsi ecc.
Ha tante storie da raccontare, foto da far vedere. I BTR presto vedranno come erano le loro ragazze anni prima e tutte le pazzie che hanno combinato...volete unirvi a noi in questo salto nel passato?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Big Time Rush, Dustin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NEXT STEP:
The ace of hearts and warnings

 
 
A villa Henderson c’era un insolito silenzio, interrotto solo dal leggero rumore che produce la tastiera di un computer. Infatti, seduta al tavolo del grande salone, c’era Diana, alle prese con diverse mail.
«Didi, a chi scrivi?» le chiese Logan, spuntandole da dietro.
Lei si voltò sorridente verso di lui, per poi scoccargli un bacio veloce.
«A delle vecchie conoscenze che avevo a Firenze. Così, per avvisarli che torno in città per una vacanza» spiegò, tornando con lo sguardo sullo schermo. Logan annuì solamente e si sedette di fronte a lei, osservandola.
«Che c’è?» gli chiese ad un certo punto, puntando gli occhi nei suoi.
«Niente, ti osservavo…che c’è di male?» domandò innocentemente.
«C’è che mi distrai e non riesco a concentrarmi su quello che sto facendo» rispose indicando il computer.
Lui accennò un sorriso, senza, però, smuovere lo sguardo da lei.
«Sei così tanto presa dall’organizzazione di questo viaggio che ti stai scordando di me» disse infatti, dopo un po’.
«Che ne dici di chiudere e dedicarti un po’ a noi due?» continuò riferendosi al portatile.
Lei non rispose, continuando a guardarlo indecisa. Logan si alzò, avvicinandosi lentamente, si mise dietro di lei, circondandole il busto e appoggiando il mento sulla sua spalla, soffiando leggermente sul suo collo per poi lasciarci qualche delicato bacio.
Lei si voltò completamente verso di lui, per poterlo guardare meglio.
«Non credo sia il caso…e poi Eleanor?» fece notare Didi.
«Per i tuoi genitori non sarà certamente un problema tenerla per una sera, la adorano…e poi tu hai bisogno di rilassarti, in questi giorni sei sotto pressione, e non solo per il viaggio, ma anche per il lavoro» rispose lui, senza staccarsi da quella posizione.
«Guarda come sei tesa…» fece poi notare, mentre spostava le mani sulle spalle, massaggiandogliele per rilassarla.
«Devi scaricare la tensione» disse infine. Diana sospirò leggermente, chiudendo gli occhi, per decidere sul da farsi.
«Hai vinto, e forse hai ragione…vado ad avvisare mia madre» acconsentì, alzandosi e dirigendosi al telefono, per poi tornare poco dopo sorridente.
«Ha detto che va bene e che possiamo portargliela quando vogliamo» lo informò, facendolo sorridere.
«Visto? Te lo avevo detto io» le disse camminando con passo cadenzato verso di lei, che alzò gli occhi al cielo a questa sua affermazione.
«Allora, che progetti abbiamo per stasera?» gli chiese poco dopo e lui sembrò pensarci un attimo.
«Mah potremmo andare in quel bel ristorante che hanno aperto da poco…poi una passeggiata sulla spiaggia…e dopo…si vedrà» spiegò, mettendole un braccio intorno alla vita e stringendola a sé, mentre l’altro vagava su e giù per la schiena. Stettero in silenzio per un po’, fino a quando Diana non riprese parola.
«Dì la verità…avevi già programmato tutto, vero?» gli chiese mentre lo stringeva a sua volta. Era certa che Logan in quel momento stesse sorridendo.
«Probabile…» rispose lui.
«Ma a tua madre non avevo detto nulla…così, era una idea che mi era venuta...» continuò, mentre percepiva il corpo di lei allontanarsi.
«Vado ad avvisare Eleanor che tra poco andiamo dai nonni» lo informò. Quando ormai era alla fine delle scale e stava per imboccare il corridoio, si voltò verso lui, facendogli l’occhiolino.
 
***
 
Nel frattempo dai Maslow, invece, c'era un gran casino, tra le varie valige già pronte, il padrone di casa non trovava per lui una cosa essenziale.
«Ma dove posso averla messa?!» continuava a chiedere  agitato, ricontrollando per la terza volta nella sua valigia.
«Tesoro, non è che apparirà come per magia se continui a cercare lì dentro» cercava di dirgli pazientemente Giulia.
«Non posso averla persa, mi rifiuto di crederci!» esclamò l’altro.
La sua compagna sbuffò, alzandosi dal divano su cui era seduta e avvicinandosi a lui.
«Andiamo, prova a ricordare dove la hai vista l'ultima volta» gli disse poggiandogli una mano sulla spalla.
«Io...io non lo so. Non mi ricordo!» rispose lui, mettendosi le mani tra i capelli, cercando di ricordare, mentre Giulia lo conduceva verso una poltrona, facendolo sedere, per poi tornare a risistemargli il bagaglio.
«Dai, la troveremo, non preoccuparti» gli disse incoraggiante, tornando da lui, e depositandogli un leggero bacio sulle labbra. Lui sorrise leggermente e la portò sulle sue gambe, stringendola per la vita e chiudendo gli occhi, mentre lei gli accarezzava i capelli.
«Grazie, tu sai sempre come confortarmi» le confessò.
«È così importante per te?» gli chiese, ignorando quello che lui le aveva detto prima.
James annuì con vigore.
«Sì, non mi muovo mai senza...è come una specie di portafortuna per me» mormorò.
Lei gli sorrise comprensiva.
«Ammetto che è un po’ strano...ma...» non fece in tempo a finire la frase che Kevin si catapultò dalle scale, chiamandoli a gran voce.
«Mamma! Papà!» gridava.
«Credo di aver trovato quello che papà cercava disperatamente!» disse agitando qualcosa tra le mani. Il diretto interessato spalancò gli occhi.
«Come, davvero? Fa vedere!» esclamò mentre il figlio si avvicinava porgendogli il suo portafortuna.
«Eccoti finalmente! Ma dove eri finita?» chiese riferendosi all'oggetto fra le sue mani, tutto contento.
«Era nel cassetto del tuo comodino, sotto delle scartoffie» rispose Kevin, felice di aver aiutato il padre.
«Un giorno dovrai spiegarmi come può un asso di cuori portarti fortuna» sbuffò Giulia alzandosi e provocando le risa del piccolo.
«E dai Ciù, non prendertela!» la chiamò lui, facendo per seguirla, quando si voltò verso Kevin.
«Ora puoi anche andare a giocare, grazie dell’aiuto» gli disse rivolgendogli un sorriso che venne prontamente ricambiato dal figlio che si diresse subito verso la sua camera, mentre James si affrettò a seguire Giulia, che era andata in cucina, alle prese con la cena per quella sera.
«Non me la sono presa…è solo che un attimo prima eri tutto triste, e quello dopo sprizzavi gioia da tutti i pori…e questo solo perché avevi nuovamente quella carta in mano…cos’è, forse ti rende più felice di me?» gli chiese voltandosi verso di lui, dopo aver infornato lo sformato di patate e prosciutto. James spalancò gli occhi, sorpreso.
«No, certo che no! Tesoro, ma che ti viene in mente?» le rispose, abbracciandola protettivo, mentre lei si lasciava cullare dalle sue possenti braccia.
«Sì, scusa…non so neanche come possa essermi venuto in mente…lascia perdere, qualche volta dico cose sciocche…» confessò lei.
«Non sono cose sciocche, sono i tuoi pensieri…e devi sempre esprimerli, senza farti troppi problemi…ok?» le disse serio, prendendole il viso tra le mani, mentre lei annuiva, persa nei suoi occhi. James sorrise, avvicinandosi un poco alla volta, fino a quando non fu Giulia ad eliminare quella poca distanza che li separava, facendo incontrare le loro labbra in un dolce, ma passionale bacio.
 
***
 
Dagli Schmidt c’era quello che si poteva chiamare “piccolo raduno tra amici”. Kendall, Carlos e Dustin, seduti sul divano davanti alla televisione, con bevande e schifezze a portata di mano, erano tutti concentrati su una partita di calcio.
«Come mai Logan e James non sono potuti venire?» chiese Carlos.
«Da quel che ho capito Logan aveva organizzato una serata tutta coccole e dolcezza con Didi, mentre James…beh lui inizialmente non trovava il suo portafortuna per il viaggio…però poco fa mi ha chiamato dicendo che lo ha ritrovato Kevin…e che ora passerà la serata con la sua "principessa”» disse virgolettando con le dita.
«Penso che tra poco arriveranno i secondogeniti per entrambi…» commentò Dustin.
«Lo credo anch’io» si trovò d’accordo Carlos, per poi lasciare la parola al biondino.
«Ovviamente! Conoscendoli, quei due ci andranno dent…» non fece in tempo a finire la frase, perché Ilenia lo riprese dalla cucina.
«Kendall! Cosa sono queste parole?!» chiese, facendolo sobbalzare sul divano.
«N-niente tesoro!» si ritrovò a balbettare, mentre i suoi due amici sghignazzavano senza ritegno.
«Dustin! Guarda che per te vale lo stesso!» gridò Gabriella dalla cucina, insieme alle sue amiche, mentre il diretto interessato smetteva immediatamente di ridere, facendosi serio.
«Ma io non ho detto nulla Ella!» si lamentò lui.
«Sì sì, come no! Ti ho sentito, sai!» rispose dalla postazione di prima, dovendo quindi alzare la voce.
«Ah ah vi ha azzittiti!» disse tronfio Carlos, facendo per tornare alla partita, quando la voce della sua dolce Lucy non gli fece tendere le orecchie.
«Mi sembra inutile dire che è lo stesso anche per te! No, Carlos?»
«Giustissimo» rispose non troppo convinto.
«Come scusa? Non ho sentito bene!» gridò lei, uscendo dalla cucina e piazzandosi davanti a lui, con le mani sui fianchi.
«Ho detto…giustissimo!» ripeté lui, con un tono di voce più alto.
Lucy annuì soddisfatta, mentre veniva raggiunta da Ilenia e Gabriella.
«Allora…- iniziò la prima sopraggiunta- la smettete di ficcanasare e sparlare della vita privata dei vostri amici?»
«Sembrate un gruppo di vecchiette che, non sapendo che fare, si impicciano della vita di tutti tranne che della loro» proseguì la seconda.
I tre, dal canto loro, le guardavano sconfortati, per poi lanciarsi una occhiata.
«Va bene…la smettiamo» acconsentì Dustin.
«Ci faremo di più gli affari nostri» disse Carlos, fissando ovunque tranne che Lucy.
«Però come avete fatto a sentirci? Noi eravamo qui, con la televisione accesa…mentre voi eravate in cucina» chiese il biondo, riflettendo.
«Noi abbiamo orecchie ovunque caro Kendall» gli rispose Ilenia. E dopo questa frase fece cenno alle sue amiche di seguirla in camera, mentre gli altri tre, non appena le ragazze ebbero salito le scale, lasciarono un sospiro di sollievo, per poi guardarsi tra di loro.
«Ma chi ce lo ha fatto fare?» domandò Dustin.
 
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Ehila gente! Lo so…vi aspettavate l’arrivo a Firenze, ma mentre scrivevo mi è venuto in mente questo, e ho deciso di rimandare l’arrivo alla prossima volta…promesso! Comunque, che ve ne pare del capitolo? La lunghezza va bene? Oppure li volete più lunghi? Ad ogni modo, tralasciando i convenevoli e le solite cose, vorrei dedicare questo capitolo alla mia mrs. Maslow preferita! Un bacio tesoro!
Alla prossima e anche un bacio a tutti voi,
 
 
Diana
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Big Time Rush / Vai alla pagina dell'autore: piumafenice_99