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Autore: SecondOne    19/10/2015    4 recensioni
Buonasera e benvenuti su radio Second Choice, la radio che ascoltate quando non c'è niente di meglio in onda.
Qui è il vostro dj Nessuno che vi parla, la voce della solitudine.
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L'undicesima trasmissione è cambiata, questa è la fine.
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In questa Fan Fiction affronterò una serie di temi strutturandoli come una trasmissione radiofonica trasmessa a notte fonda.
Volendo sentitevi liberi d'intervenire, se m'inviate un messaggio, anche privato, il dj nessuno risponderà alle vostre domande senza fare nomi.
A volte ci sono cose che non possiamo dire a nessuno. (-Ammicca-)
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Ci terrei a specificare che il settimo capitolo non è una richiesta come gli altri, è stata una mia idea, sebbene purtroppo sia una storia vera (ovviamente ho il permesso della ragazza coinvolta).
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Potrei cancellare il terzo capitolo a breve, è davvero molto personale e non so se voglio lasciarlo pubblicato.
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Passate una buona nottata.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Radio Second Choice'
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Quarta Notte
 
 
Buonasera e ben ritrovati
State ascoltando Radio Second Choice e qui è il vostro dj nessuno che vi parla, il confidente che non vi giudicherà.
Questa sera ascolteremo un messaggio di un mio collega che ha scelto per se stesso lo pseudonimo Runder.
È un bel tema, su cui penso dovremmo riflettere di più tutti quanti.
 
Cosa ne pensi degli stereotipi?
La solitudine, penso ci dia altri occhi. Occhi più attenti, occhi che scrutano. Occhi che sanno vedere oltre le cose. Che sanno vedere oltre le maschere, oltre gli stereotipi. Pensi che le persone possano essere fatte di stereotipi? Che questi possano sostituire la loro inesorabile assenza d'anima? Perché andiamo, lo sappiamo tutti come sono. Vermi che fanno del loro aspetto estetico e del loro modo di fare e di vestire la loro stessa vita, i loro ideali. 
Voglio sapere la tua opinione, magari c'è chi ancora crede in loro.
Dopotutto
Nessuno crede in loro.
 
Grazie Runder per questo spunto, è un argomento che presto o tardi tocca tutti.
Personalmente penso che ci siano due tipi di stereotipi.
Il primo, che comprende tutti i preconcetti più comuni, riguarda gli estranei; le persone che osserviamo dentro la metro per esempio (chi non lo fa?): c'è il gruppo di ragazzini del liceo con gli occhiali da sole al chiuso e il cappellino hip hop che fanno un sacco di casino perché convinti che il mondo ruoti attorno a loro, l'operaio rumeno che torna dal cantiere e spia la ragazza seduta vicino a lui, quest'ultima che in pieno inverno si mette gli shorts di jeans e le calze trasparenti per mostrare lo stacco di gambe ma poi indossa il maglione perché muore di freddo.
A tutte queste persone involontariamente riserviamo un ruolo ben definito, ma non c'è niente di male, anche noi siamo uno stereotipo per loro.
Il secondo tipo di stereotipo, credo sia meno evidente ma altrettanto familiare: ognuno di noi, nel corso della vita, fa esperienze nuove che aggiungono qualcosa alla sua personalità, cresce per capirci, e questo avviene in continuazione; l'amico che hai incontrato ieri è già una persona diversa.
Però è come fissare una nuvola: ti sembra ferma ma in poco tempo sta già sparendo all'orizzonte.
Questo tipo di stereotipi non siamo altro che noi stessi, noi stessi come eravamo ieri, l'altro ieri o qualche hanno fa; perché raramente le persone notano i cambiamenti progressivi, ed è anche per questo che si dice che la prima impressione e quella che conta.
 
A questo riguardo gli esempi si sprecano, ne faccio qualcuno rapido e se vorrete approfondire abbiamo tutte le notti che vogliamo:
-perché le ragazze non lasciano il fidanzato storico che ormai le tradisce palesemente? Perché per loro è ancora il tenero ragazzino di cui si erano innamorate. (Non mi saltate alla gola so che non è l'unico motivo)
-perché i genitori hanno difficoltà a lasciare i figli liberi di fare le loro esperienze? Perché ai loro occhi sono ancora bambini. (Anche qui, sono purtroppo cosciente che l'età media per 'certe' esperienze si è drammaticamente abbassata)
-perché lo studente irrequieto all'inizio del liceo che poi si è calmato e ha iniziato a studiare continua a prendere votacci? Perché ormai nell'immaginario del professore è un teppista nullafacente che non combinerà mai nulla nella vita (anche a questo dedicherò una trasmissione perché trovo che gli insegnanti mandino messaggi contrastanti nel corso del percorso scolastico)
 
Per concludere vorrei darvi un consiglio, le persone non vi leggono il pensiero, se il ruolo che vi attribuiscono non vi sta bene, ditelo ad alta voce.
 

Ecco la canzone che mi hai chiesto Runder, passa una buona nottata.
 
 
   
 
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