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Autore: giny    19/10/2015    1 recensioni
In un'epoca che sembra puntare esclusivamente all'odio, alla guerra e alla distruzione, c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di opporsi, di ribellarsi, di Amare.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Olocausto
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Era già mattina e Karl dormiva ancora saporitamente, quando un forte bussare alla porta lo svegliò.
Si alzò, ancora un po' intotito e preoccupato da tanta insistenza e aprì la porta. Era un ufficiale.
-Il Generale Von Kaulitz vi cerca. Richiede la vostra presenza immediatamente per una questione della massima urgenza- disse l'ufficiale atono e poi andò via a passo spedito.
Karl richiuse la porta come un automa e tante furono le idee che gli passarono per la testa.
Prima su tutte, ovviamente, Johan. Che avessero scoperto tutto? No, non poteva essere. Erano stato più attenti e discreti possibile, non poteva esser trapelato qualcosa.
Si vestì in fretta e furia e andò dal Generale.
Arrivato davanti alla porta dell'ufficio, si fermò un istante, fece un respiro profondo e poi bussò, entrando subito dopo aver sentito una voce dall'interno.
-Friedrich, finalmente!- tuonò il Generale, non appena lo vide.
Karl si avvicinò tremante alla scrivania. L'espressione di Von Kaulitz non prometteva nulla di buono: era teso, nervoso e aveva da subito alzato la voce, brutto segno.
-Pensate forse che il mio ruolo qui sia inutile?- chiese serio alzandosi dalla scrivania e camminando davanti alle alte finestre alle sue spalle.
-No, signore-
-E pensate forse che ciò che facciamo qui sia inutile? Pensate che ciò che lui fa sia inutile?- indicando la foto del fürer.
-Certo che no, signore- rispose Karl con tono incerto, aggrottando la fronte.
-Strano, avrei detto il contrario, Friedrich. Allora spero che ciò che è accaduto in questi giorni non si ripeta più, se ci tenete al posto- disse Von Kaulitz con tono irremovibile, poggiando le mani sulla pesante scrivania di legno.
Karl annuì, sempre più convinto che il Generale si riferisse di certo a loro due. Doveva ammettere, però, che non si sarebbe aspettato tanta magnanimità.
-Voglio fidarmi di voi Friedrich, sperando che non sbaglierete più la destinazione dei prigionieri, o l'unico posto da cui vedrete l'esercito tedesco sarà la finestra di casa vostra- puntando il grasso indice verso l'ufficiale.
Karl parve non capire, ma poi, all'istante, si ricordò subito dell'avvenimento di due giorni prima, quando aveva portato i prigionieri alla baracca sbagliata e si sentì enormemente sollevato. Cercò comunque di non darlo troppo a vedere, in fondo aveva comunque commesso un errore e non poteva mostrarsi contento dopo quella lavata di capo.
-Avete la mia parola, Generale- alzandosi ed eseguendo il saluto nazista e Von Kaulitz lo liquidò con un gesto scocciato della mano.
Quando uscì e si chiuse la porta alle spalle, spuntò un enorme sorriso sul volto di Karl. Aveva temuto il peggio, ma alla fine tutto si era risolto.
In quel momento, Johan stava imboccando il corridoio e, vedendo l'espressione del tedesco, lo guardò incuriosito.
-Che succede?- gli chiese sorridendo.
-Te lo dirò stasera dopo cena, nel parco- rispose Karl, con ancora un' espressione sollevata.
Johan annuì e ognuno tornò al proprio lavoro.





***********************





Come di consueto, una volta terminata la cena, Johan e Karl si recarono nel parco, che offriva un piacevole ristoro dalla calura di Giugno.
-Allora? Cos'è successo stamattina?-
-Von Kaulitz mi aveva fatto chiamare con urgenza e quando sono arrivato ho pensato che mi scannasse sul momento, tanto era nervoso. Alla fine, ho scoperto che si riferiva ad un errore che avevo commesso giorni fa, portando dei prigionieri in una baracca sbagliata, ma subito pensavo si riferisse a noi due...- aggiunse Karl mestamente, fermandosi e dando le spalle alle alte siepi del giardino -Dobbiamo stare attenti, Johan. Ho pensato che ci sarebbe successo qualcosa, che potessero farti del male, io voglio evitare tutto questo- avvicinandosi all'ufficiale polacco, con la voce che traballava.
Quello sorrise mestamente e prese il volto dell'altro fra le mani.
-Non ci accadrà nulla. Noi staremo attenti, useremo la massima discrezione e saremo liberi e tranquilli quando la guerra sarà finita, non devi preoccuparti- disse con tono rassicurante e accarezzando il volto di Karl.




**********************



Era mezzanotte inoltrata, il Generale Von Kaulitz si trovava come sempre nel suo ufficio a fumare il suo solito sigaro, quando sentì bussare. Strano, vista l'ora tarda. Di sicuro era qualcosa di importante.
-Avanti-
Un uomo dall'aria ambigua entrò nella stanza.
-Spero di non disturbarvi, Generale-
-Sergente Heimann, entrate, accomodatevi. Gradite un sigaro?-
-Vi ringrazio, Generale- disse l'uomo con un sorriso viscido e declinando l'offerta con un gesto della mano -La questione è della massima importanza e desidero andare subito al sodo-
   
 
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