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Autore: RedHair    19/10/2015    0 recensioni
Sakura e Naruto sono due fratellastri inseparabili, nati e cresciuti in una grande metropoli e ora costretti a trasferirsi in un piccolo paese di periferia.
Lei è una ragazza complicata e dal passato un po' travagliato, ne ha fatte di cotte e di crude ed è reduce da una storia finita male. Ma ora è decisa a ricominciare tutto da capo.
Lui è un ragazzo vivace e solare. Sembra un po' ingenuo ma ha più intuito di quel che sembra.
Sasuke e Hinata sono due liceali, migliori amici da sempre.
Lei ha un carattere eccessivamente timido e introverso, un padre opprimente e nessun amico, a parte Sasuke.
Lui è un ragazzo freddo e distaccato, all'apparenza poco interessato alle relazioni con gli altri e al mondo che lo circonda.
Le loro strade si incontreranno.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ciao a tutti! Ah, che bello essere estremamente puntuale nel pubblicare un capitolo... chissà se durerà a lungo.
Comunque sia ho la consueta sensazione che il capitolo  sia noioso, spero mi smentiate.
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate tramite recensioni, i complimenti fanno piacere ma fanno piacere anche le critiche se sono costruttive, perciò non fatevi problemi!
Alla prossima, un bacione.

RedHair







“Andare a dormire a casa Uchiha? Non se ne parla neanche!” Gridò Naruto, spaventando un gruppo di merli che zampettava poco distante in cerca di briciole, lungo il ciglio della strada.

“Ti prego, niente scenate.” Lo rimproverò la sorella, dandogli una gomitata.

I due erano da poco usciti di casa e si stavano dirigendo verso scuola, camminando fianco a fianco lungo il marciapiede. Il cielo era nuvoloso e tirava un vento gelido, il che li obbligava a stringersi nelle loro giacche e a procedere a testa bassa.

Sakura era esausta oltre che infreddolita. La notte precedente aveva avuto un lungo scambio di messaggi con Itachi e aveva finito con l'addormentarsi a tarda ora. I due avevano elaborato una soluzione per la questione Naruto, in modo da raggirare le condizioni che Misaki le aveva imposto per permetterle di andare a Suna.

La ragazza aveva aspettato di essere finalmente fuori casa, lontano da orecchie indiscrete, prima di illustrare il piano al fratello.

“Ti ripeto che andrà tutto bene” ribadì “Minato ci porterà entrambi in stazione dei treni e appena se ne sarà andato, io salirò sul treno per Suna, mentre tu telefonerai a Sasuke che ti verrà a prendere e ti porterà a casa sua. Passerai lì la notte, dopodiché Sasuke ti riporterà alla stazione, dove ci ricongiungeremo e aspetteremo che il vecchio venga a riprenderci per portarci a casa. Tutto calcolato.”

“No!” Sbottò il biondino “non hai calcolato il fatto che io una notte con Sasuke non la passo! Piuttosto vengo a Suna a fare il terzo incomodo!”

“Si può sapere che ti ha fatto di male? Sembra che lo odi.” Chiese Sakura perplessa. Naruto solitamente era un tipo amichevole con tutti. Un po' impulsivo, questo è vero, ma non era il tipo propenso a covare astio e rancore. Per quello il suo atteggiamento nei confronti del nuovo compagno di scuola le pareva sospetto.

“Non riesco a mandare giù il modo in cui si è comportato con te alla festa di Ino… e poi, non lo so, Sakura-chan. Ha un modo di fare che proprio non mi piace, come se fosse chissà chi.”

La ragazza alzò le spalle e sbuffò.

“Dai troppo peso a quella scenata a casa di Ino. Non è successo niente di che, era solo molto arrabbiato, tutto qui. L'importante è che abbia capito di aver esagerato. Per quanto riguarda il suo carattere… beh, a me sembra solo un po' burbero e noioso, ma non cattivo. Sai, come quando la zia Akira andò in menopausa.”

Naruto non replicò, si limitò a borbottare qualcosa e poi entrambi i giovani affrettarono il passo in direzione della scuola.

Nel frattempo, nel giardino di fronte all'edificio scolastico, si era già raggruppato un discreto numero di studenti, che chiacchieravano tra loro in attesa dell'inizio delle lezioni. Fra questi vi erano anche Sasuke ed Hinata, seduti in disparte nel gradino più alto della scalinata d'ingresso.

Il ragazzo si stava lamentando con una certa veemenza riguardo la straziante uscita con Hanabi, il giorno precedente. Non era da lui lagnarsi in quel modo, ma voleva che ad Hinata fosse ben chiaro il fatto che non si sarebbe mai più piegato a fare cose così umilianti.

La ragazza tuttavia sembrava non ascoltarlo affatto, continuava invece a guardarsi intorno con aria furtiva, quasi spaventata.

“Si può sapere che ti prende? Vi lamentate tutti di quanto io sia taciturno e quando mi decido a parlare, non mi caga nessuno” sbottò stizzito.

Hinata si voltò di scatto verso di lui, guardandolo dispiaciuta.

“Io… io ti stavo ascoltando” spostò una ciocca dei suoi lunghi capelli dietro l'orecchio “mi dispiace davvero, farò in modo che non accada più una situazione simile” e dopo aver chiarito la cosa, tornò a guardarsi intorno agitata, come se temesse di veder spuntare un pazzo armato dietro l'angolo.

“ Sarà meglio. Se quella vipera ti ricatta ancora, dovrai vedertela da sola. È tua sorella, non mia. Io ho già mio fratello che mi da rogne… pensa un po', vuole che ospiti per una notte Naruto Uzumaki in casa mia.”

“N-Naruto-kun?” Hinata parve finalmente degnarlo di attenzione.

“Sì, lui. Non ho capito bene perché, ma a quanto pare ha a che fare con il suo appuntamento con Sakura Haruno. Dio, da quando quei due idioti sono arrivati qui in paese, non mi stanno dando altro che rotture… oh, ecco. Parli del diavolo.” In lontananza, una ragazza dagli inconfondibili capelli rosa confetto si stava avvicinando in loro direzione, salutando con una mano e trascinando dietro di sé un ragazzo biondo con l'altra.

“I-io… devo subito trovare Ino-san, ho dimenticato un libro a casa sua!” Hinata si alzò di scatto e si allontanò di corsa tra la folla di studenti in giardino, inciampando e rischiando di ruzzolare giù per le scale.

Sasuke non fece neanche in tempo a chiederle se andava tutto bene che già la ragazza si era distanziata troppo per sentire la sua voce.

Ma che diavolo le prendeva? Di solito era così tranquilla e serena, ma da quando si erano incontrati quella mattina per andare insieme a scuola sembrava un'altra persona, totalmente distratta e sofferente. Per non parlare di quello scatto avuto pochi istanti prima: era così pallida e grigiastra in volto che Sasuke aveva temuto le cadesse addosso svenuta.

“Giovane Sasuke! Come va?” La voce squillante di Sakura lo distolse bruscamente dai suoi pensieri. Gettò un'occhiata stizzita alla ragazza, che si stagliava in piedi proprio di fronte a lui.

“Senti, non sono nemmeno le otto di mattina, puoi evitare di urlare con quella tua voce stridula?”

“Va bene, piccolo Lord” le rispose lei bisbigliando “sarò più carina con te, visto che sei stato così gentile da offrirti di ospitare mio fratello a casa tua quando sarò a Suna.”

Sasuke scrutò con la coda dell'occhio Naruto, che se ne stava zitto e imbronciato di fianco alla sorellastra. Per qualche lungo istante i loro sguardi si incrociarono, gelido e altezzoso quello di Sasuke, bollente di rabbia quello del biondo. Poi Naruto sbuffò, tirò un calcio ad un pacchetto di sigarette vuoto facendolo ruzzolare giù dalle scale e disse, seccamente: “Vado a cercare Kiba per parlare della partita della prossima settimana. Almeno lui è un vice capitano decente.”

Sì cacciò le mani nelle tasche della giacca e si allontanò innervosito.

Sakura lo seguì con gli occhi mentre se ne andava, a bocca aperta.

“Caspita! Che arietta tesa...”

“Senti, Haruno” Sasuke si alzò in piedi e si avvicinò a lei, sovrastandola “io non mi sono offerto di ospitare proprio nessuno. La casa non è solo mia, è anche di Itachi, e se lui decide di cedere il suo letto ad un ragazzino rozzo e maleducato come Uzumaki, non ci posso fare nulla. Verrò a prenderlo e a riportarlo in stazione solo perché in questo modo avrò le chiavi e la macchina di mio fratello. Tutto qui.”

La rosa fece una smorfia, trattenendo a stento un sorriso. “Guarda che non mi devi mica dare giustificazioni” gli disse.

“Lo so, ma mi darebbe fastidio se tu pensassi che io vi stia facendo una specie di favore. Non so se si è capito, ma tu e il tuo fratellastro non mi state per nulla simpatici.”

Quelle parole colpirono Sakura molto più di ciò che si sarebbe aspettata. Avvertì una famigliare sensazione di calore al volto, un leggero batticuore, un nodo alla gola… si sentiva ferita.

Fino ad allora aveva sempre pensato che i piccoli battibecchi fra lei e Sasuke fossero una specie di rituale scherzoso grazie al quale i due stavano costruendo un'amicizia un po' strampalata. Aveva notato che Sasuke degnava raramente qualcuno della sua attenzione, fatta eccezione per Hinata; per questo, nonostante il giovane si rivolgesse a lei soltanto per rimproverarla o per farle commenti acidi, Sakura era davvero convinta che in realtà sotto sotto la apprezzasse.

Ma ciò che le aveva appena detto era molto duro e anche molto sincero.

Quello che ora non riusciva a spiegarsi, non riguardava ciò che non andava in lei e che la rendeva indigesta a Sasuke, ma piuttosto perché le importasse tanto di avere la sua stima e la sua simpatia. Ok, era un bel ragazzo, su questo non vi era dubbio, ma Sakura non era mai stata una tipa così superficiale.

Sasuke rimase a fissarla, in attesa di una risposta che non arrivò mai.

“Beh, comunque sia non vi darò problemi, se voi non li darete a me. Naruto è un mio compagno di squadra, che mi piaccia o no, devo mantenere con lui un buon rapporto” aggiunse, interpretando il silenzio e l'espressione affranta della ragazza come timore di una qualche ripicca da parte sua “ora scusami, ma vado in classe, abbiamo compito alla prima ora.”

Si allontanò lasciando la ragazza sola sulla scalinata della scuola ed entrò nell'edificio, scansando con eleganza la massa di studenti che si stavano affollando presso l'ingresso.


 

Quando entrò in classe, si sedette al suo solito posto e non pensò più né a Sakura Haruno, né al suo stupido fratellastro. Cercò piuttosto di concentrarsi sul test di matematica, non poteva permettersi voti bassi proprio all'ultimo anno. Ma il motivo non era solo quello: doveva a tutti i costi lasciar perdere quella Sakura e non degnarla più di alcuna attenzione perché questo voleva dire fare i conti con il fatto che, in realtà, gli dava il cazzo che lei uscisse con suo fratello.

Ma non poteva ammettere, nemmeno con sé stesso, di essere… quasi geloso. Ma geloso di cosa poi? Forse Sakura gli piaceva molto di più di ciò che pensava? Oppure la gelosia era dovuta semplicemente ad un senso di competizione con Itachi? Fatto sta che non aveva tempo da perdere per pensare a certe stupidaggini.


 

Durante la pausa pranzo andò con Hinata a sedersi al solito posto e notò ancora una volta degli atteggiamenti strani nella sua amica. Era più pensierosa e malinconica del solito, mentre continuava a rimestare la sua zuppa al pomodoro. “Sei davvero sicura di stare bene? Sembri una depressa.”

Hinata riemerse dal mondo delle tenebre.

“Cosa?! Oh, no, tranquillo, è solo che...” si zittì all'improvviso, la sua attenzione attirata da due figure che si avvicinavano con i vassoi del pranzo tra le mani.

Sakura Haruno passò insieme a Naruto proprio accanto a Sasuke. Gli lanciò una rapida e gelida occhiata, prima di distogliere lo sguardo. Naruto invece non notò nemmeno la sua presenza e quella di Hinata, seduti proprio lì a fianco.

“Sasuke...” bisbigliò la mora, voltandosi prima verso Sakura che si allontanava e poi di nuovo verso di lui “Non mi dirai che avete litigato di nuovo?”

“Litigato è una parola grossa. Le ho semplicemente ricordato che lei e il suo fratellastro devono rimanere al loro posto. Non sono miei amici.”

“Ma...”

“Oh già, dimenticavo” la interruppe Sasuke “ a te Sakura sta simpatica e hai un vero debole per Uzumaki, Dio solo sa perché”

Hinata posò bruscamente il cucchiaio sulla tavola, arrossì e i suoi occhi si fecero lucidi, allora scrollò la folta chioma bruna, affinché i capelli le coprissero il più possibile il volto, creando una specie di scudo.

“Ti sbagli, non c'è nessuna cotta per Naruto” affermò con voce flebile “lui vuole Karin, tra loro due c'è qualcosa. Me lo ha detto Ino ieri.”

A quelle parole, Sasuke non poté far altro che sospirare. Aveva ben intuito che ad Hinata piacesse Uzumaki, ma non immaginava si fosse già fatta prendere così tanto dalla cosa. Ecco spiegato il suo strano comportamento di quel giorno. Gli sarebbe piaciuto poter dire qualcosa che la tirasse su, tipo che Ino a volte era davvero un'arpia e che le diceva quelle cose solo per mettere in giro pettegolezzi falsi. Ma ricordava bene quando il giorno precedente aveva incontrato Karin fuori dal campo sportivo: stava aspettando Naruto, probabilmente per uscire insieme. Questa volta Ino non aveva raccontato sciocchezze.

“ Quell'Uzumaki è un idiota, non ti perdi niente” provò a dirle.

“No, Sasuke, ti sbagli” la mora scosse la testa e cercò di tornare in sé, stava per scoppiare in lacrime e non le sembrava il caso. Guardò in direzione del tavolo in cui solitamente sedevano Ino e le sue amiche: eccola lì Karin, seduta con le altre, circondate da alcuni fra i ragazzi più belli della scuola, probabilmente intenti ad invitarle fuori un venerdì sera.

“Non posso competere con Karin, a nessun livello. Lei è bella, popolare, sa il fatto suo. Potrebbe avere qualsiasi ragazzo desideri… io faccio fatica persino a trovare qualcuno che tenga a me un minimo.”

“Non dire cazzate, Hinata” esclamò l'Uchiha seccato “non fare la vittima ingenua, tu hai delle persone che ti vogliono bene, forse molto più sinceramente dell'orda di fanatici che circondano Ino e company. Non hai nulla in meno rispetto a Karin, perciò smettila di piangerti addosso. Guarda quell'idiota di Kiba: mi rompe le palle ad ogni allenamento per chiedermi come stai o dove sei, era preoccupatissimo quando ti sei ubriacata e sai una cosa? Ti fissa in continuazione, è snervante.”

Hinata lo fissò a bocca aperta. “K-Kiba-kun?”

“Proprio lui. Come fai a non accorgertene? Persino io ho notato tutte queste cazzate. Sei proprio ingenua a volte.”

Continuarono a mangiare in silenzio, Sasuke sembrava leggermente irritato da ciò che Hinata aveva detto. Probabilmente aveva ragione, pensò la ragazza, doveva smetterla di lamentarsi di ciò che non aveva e darsi più da fare per ottenerlo. Non poteva negare però, che quel discorso a proposito di Kiba le aveva leggermente tirato su il morale.

 



Al termine delle lezioni, come di consueto, Hinata fu l'ultima ad uscire dall'aula. Camminò lungo il corridoio ormai deserto che portava verso l'uscita sul retro, quella più vicina al campo da calcio. Voleva assistere all'allenamento della squadra, ignorare Naruto, sostenere Sasuke e, perché no, scambiare due parole con Kiba.

Aveva pensato un po' alle parole di Sasuke e in effetti, non aveva torto: Kiba era gentile con lei e non la faceva mai sentire ignorata. Inoltre, si era resa conto, si trattava di una delle persone con cui si sentiva più a suo agio, anche se non come con Sasuke. Forse perché Kiba sembrava più agitato di lei quando le parlava? Mentre rifletteva, s'imbatté proprio nel ragazzo oggetto dei suoi pensieri, intento ad appendere dei volantini alla bacheca accanto all'uscita.

Lui non la sentì arrivare, Hinata aveva un passo estremamente leggero. Si perse ad osservarlo per alcuni secondi: il ragazzo sembrava di fretta, il suo borsone e il suo zaino giacevano ad un metro di distanza dal proprietario, la camicia della divisa fuori dai pantaloni come ogni studente ribelle,i capelli castani lievemente arruffati e il cravattino allentato; continuava a fissare quei volantini con una certa fretta, senza curarsi che fossero dritti o che non andassero a coprire altri volantini più vecchi.

Prese un bel respiro e si avvicinò, decisa a salutarlo.

“Ehi… Kiba-kun! Tutto ok? Niente allenamento oggi?” Chiese titubante.

Il ragazzo si voltò di scatto, lievemente spaventato, ma poi vedendo la mora la sua espressione si sciolse in un solare sorriso.

“Hinata-chan, sei tu! Non ti avevo sentita.”

Si diede una rapida sistemata ai capelli e al cravattino, un po' agitato, gesti che fecero sorridere la ragazza.

“Sto per andare all'allenamento, mi sono trattenuto per fare una cosa” fece un rapido cenno verso i volantini appena appesi, dietro di lui.

Hinata si sporse oltre le sue spalle, ma prima che potesse leggere, Kiba le spiegò ogni cosa.

“Non credo che tu lo sappia, ma io suono la chitarra. Sia quella acustica che quella elettrica. Non sono proprio bravo, però me la cavo dai… eh, beh, mi sembrava carino formare una band, perciò sto cercando ragazzi o ragazze interessati. Per ora oltre a me c'è anche Shino, sai… ho scoperto che suona la batteria! Mancano solamente un bassista e qualcuno con una bella voce, sarebbe bello anche avere un altro chitarrista...”

Parlò a raffica, guardandosi ogni tanto intorno e ondeggiando in continuazione sui piedi. Il suo volto era leggermente arrossato e continuava a sfregare tra loro le mani.

Hinata si chiese se anche lei avesse il suo stesso atteggiamento quando parlava con Naruto.

“Mi sembra una bellissima idea, Kiba-kun! Sarebbe bello avere una band qui a scuola.”

Il ragazzo si rilassò vedendo Hinata così entusiasta.

“Già! Sarebbe bello se potessimo suonare noi dal vivo al ballo di primavera anziché costringere qualcuno a passare la serata cambiando cd.”

La mora annuì sorridendo.

“Beh, ora devo andare. Tra pochi minuti inizia l'allenamento, Sasuke mi ucciderà se ritardo”

“Vengo con te, mi piacerebbe assistere all'allenamento… s-se non do fastidio!”

Kiba la guardò con occhi quasi lucidi “Davvero? Sarebbe fantastico Hinata, fa sempre piacere avere un po' di pubblico!”

Afferrò le sue cose e si avviò felice insieme alla compagna verso l'esterno, in direzione del campetto.

 

 

Naruto uscì dagli spogliatoi correndo e si mise a fare qualche giro di campo. Imprecò fra sé sentendo l'aria gelida rizzargli i peli delle braccia e aumentò il passo, sperando di scaldarsi in fretta.

Solitamente era l'ultimo ad uscire dallo spogliatoio, ma questa volta Kiba aveva ritardato e la cosa al biondo non dispiaceva affatto, dato che in questo modo quel sacco di merda di Sasuke se la sarebbe presa con l'Inuzuka anziché con lui.

Buttando gli occhi verso gli spalti, notò Hinata seduta in un angolino. Era bello vederla lì, di solito le uniche persone ad assistere agli allenamenti della squadra erano un irritante gruppetto di ragazzine del primo anno pazze per Uchiha. La fissò finché lei non guardò nella sua direzione, allora sventolò la mano sorridendo, ottenendo come risposta solo un freddo cenno di saluto.

Sul volto della ragazza comparve poi un caloroso sorriso ed iniziò anch'ella a sventolare la mano, ma non in direzione del biondo, bensì in quella di Kiba, che era appena sbucato fuori dallo spogliatoio e che guardava Hinata con espressione ebete.

Ma che cazzo stava succedendo?

Perché Hinata era così fredda con lui? Che diavolo le aveva fatto?

Invece di fare i consueti otto giri di campo, Kiba si diresse saltellando verso gli spalti, proprio dove se ne stava seduta la giovane.

Naruto non sentì cosa le disse, ma vide la ragazza ridacchiare coprendosi la bocca con una mano.

La cosa lo irritò parecchio, anche se non capiva bene il motivo.

“Ehi, Kiba!” Urlò Sasuke “Smettila di fare il coglione e datti da fare”

Per una volta, Naruto fu d'accordo con il capo squadra.

“Sì Kiba, muovi il culo” esclamò seccato.

Il ragazzo ritornò verso di loro sbuffando e rosso in viso, ma per tutta la durata dell'allenamento non fece altro che distrarsi per guardare Hinata e lei ogni volta gli sorrideva e lo salutava.

Era lì per lui!

Tutto ciò era fastidioso… lo aveva a stento salutato e aveva dedicato tutte le sue attenzioni a Kiba. Perché? L'ultima volta aveva fatto l'esatto opposto.

Nessuno in campo sembrava notare o fregarsene della cosa, ma per Naruto non valeva lo stesso. Lui era competitivo e avrebbe scoperto perché Hinata improvvisamente aveva deciso che Kiba era molto più interessante di lui.

  
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